Dal Paraguay al Surinam
IL GIGANTESCO idrovolante rombava verso il nord da Buenos Ayres. Fra i passeggeri erano a bordo il presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, N. H. Knorr, il suo segretario, M. G. Henschel, e il servitore di distretto che serviva i fratelli in Argentina, G. Hughes. Fu un volo interessante, sempre in vista del poderoso fiume Paranà e dei suoi affluenti. La terra sotto di noi era assai popolata e verdissima. Numerosi piccoli stagni adornavano la campagna. Evidentemente questa zona dell’Argentina riceveva molta acqua, poiché una considerevole estensione di terreno era paludosa. Ammarrammo sul fiume vicino a Rosario, una delle principali città argentine. Notammo che era una città moderna con bianchi e grandiosi edifici adibiti a uffici che sorgevano nel cuore della città e il porto sul fiume era fornito di moderni mezzi portuali. Molti rimorchiatori con bandiere straniere caricavano materiale. L’idrovolante fu ormeggiato nel mezzo del fiume per circa dieci minuti. Un motoscafo pubblico faceva servizio di trasporto dei passeggeri, dei bagagli, di un piccolo carico aereo e della posta; alcuni passeggeri sbarcarono a Rosario. Analoghe fermate furono fatte a Corrientes e a Formosa. Dopo aver lasciato Formosa il volo divenne un po’ instabile e molti passeggeri si sentirono male.
Il 4 aprile poco dopo mezzogiorno arrivammo alla nostra destinazione, Asunciòn, capitale del Paraguay. Il luogo su cui era stata edificata la città era costituito da un piccolo promontorio prospiciente il fiume Paraguay, una delle principali vie di trasporto della repubblica interna del Paraguay. Ammarrammo sul fiume, e mentre l’equipaggio ormeggiava saldamente l’idrovolante vicino alla sponda opposta del fiume un battello a motore si affrettò a prenderci attraversando le acque dai bacini di scalo municipali. Nel passare attraverso la piccola porta dal fianco dell’aereo per entrare nel battello fummo salutati da una calda brezza la quale ci avvertiva che non avremmo avuto freddo nel Paraguay. Allorché ci avvicinavamo alle banchine incombustibili potemmo scorgere alcuni diplomati della Scuola Watchtower di Galaad che stavano aspettando. I cinque missionari erano lieti che l’idrovolante fosse in orario e felicissimi di vederci. Dato che il giorno dopo vi doveva essere un’assemblea ad Asunciòn, molti fratelli provenienti da altre comunità del paese si trovavano nella capitale ed essi pure ci salutarono. Le formalità d’entrata non furono lunghe e poco dopo eravamo seduti in vettura per recarci alla casa missionaria e all’ufficio filiale della Società situato all’angolo tra Rio de Janeiro e Mary Lyons, bella zona cittadina.
Asunciòn presentava un contrasto con Buenos Ayres. Naturalmente è una città molto più piccola. Le vie non sono altrettanto belle. Non c’è fornitura d’acqua nella città; ognuno deve procurarsi il proprio pozzo o comprare l’acqua da chi ne dispone. I mezzi di trasporto devono essere migliorati. Nel passare per la città riscontrammo tracce delle recenti rivoluzioni. Le facciate degli edifici nel centro di Asunciòn erano sfregiati dalle pallottole. I pali d’acciaio sostenenti i fili elettrici erano perforati dai proiettili. Le baracche della polizia, naturalmente, erano state colpite al massimo. Il paese fu reso povero per tali instabili condizioni politiche e il popolo continua a soffrire. Pertanto c’è un vero bisogno del conforto che reca il messaggio del Regno al popolo in distretta.
I nostri tre giorni e mezzo in Asunciòn passarono rapidamente. Trovammo che la casa missionaria era un luogo molto piacevole per viverci, con bei dintorni. Quattro dei cinque missionari erano dei nuovi arrivati e stavano incominciando a occuparsi dei problemi di acquistare buona conoscenza della lingua spagnola e delle usanze del popolo. (Buona parte della popolazione usa la lingua indiana, Guaranì, il che rende l’opera un po’ più complicata.) Ma era bello vedere con quale energia affrontavano le loro difficoltà e come erano volenterosi nell’assistere le persone di buona volontà che già avevano conosciuto. Essi riconoscevano che sebbene il numero dei proclamatori del Regno nel Paraguay fosse aumentato da 21 nel 1945 a 67 attualmente, molto ancora dev’essere fatto in quel piccolo paese.
Il 6 e 7 aprile l’assemblea fu tenuta nel Salón de la Sociedad España. L’assemblea si aprì con 50 fratelli presenti venuti dalle varie parti della nazione. Fu con molta gioia e spirito elevato che questi proclamatori si unirono nel servizio del campo e nell’annunziare il discorso pubblico. Molti nuovi proclamatori cominciarono l’opera di casa in casa durante l’assemblea. Il popolo di Asunción sapeva che si teneva un grande congresso.
Il giovedì sera era dedicato all’adunanza pubblica. In Asunción la popolazione ha la consuetudine di stare in casa la sera, perciò i fratelli locali si chiedevano quante persone sarebbero venute ad ascoltare il discorso. Furono ben lieti di vedere 185 persone affollare quella sera la sala per ascoltare il discorso “È più tardi di quanto pensiate!” Il fratello Hughes era nella migliore disposizione interpretando per il fratello Knorr. Quella fu la conclusione dell’assemblea.
Mentre ci dirigevamo all’ufficio della Filiale notammo che le uniche persone nelle vie erano quelle venute all’adunanza. Alcuni caffè erano aperti, ma del rimanente la città era silenziosa.
Il mattino seguente, 8 aprile, eravamo alzati alle 4. Consumammo la colazione con la famiglia nella casa missionaria e poi arrivò la vettura che ci portava all’aeroporto. I fratelli vennero all’aeroporto con un’altra vettura. Fu un viaggio abbastanza lungo di parecchie miglia per la campagna. Il sole cominciava a schiarire il cielo ad oriente quando lasciammo la casa, ma al momento in cui arrivammo all’aeroporto era pieno giorno. Pensavamo alle prospettive per l’espansione dell’opera nel Paraguay e fummo d’accordo che erano ottime. I missionari e i fratelli locali avevano un ottimo spirito a questo riguardo ed è stato fatto un buon progresso nello stabilire nuovi gruppi di testimoni di Geova durante i recenti mesi. Ora furono prese disposizioni affinché il fratello G. Hughes passasse alcune settimane nel paese visitando i gruppi nuovi e quelli vecchi, nonché i proclamatori isolati e le persone di buona volontà sparse nel paese. Il buon consiglio e l’aiuto che darebbe ai fratelli nel Paraguay li fornirebbe certamente per altre opere buone mentre l’opera si espande. Avevamo effettuato i nostri viaggi assieme al fratello Hughes in Uruguay, Argentina e Paraguay, ed ora era venuto il momento di separarci. Noi dovevamo andare nel Brasile ed egli doveva rimanere nel Paraguay. Alle 6,15 del mattino salutammo i sei fratelli all’aeroporto e salimmo sul bimotore del Panair do Brasil.
BRASILE
L’aeroplano volava verso est sopra ondeggianti colline. Buona parte di quel fertile terreno era in coltivazione. Vi sono buoni pascoli e molte foreste. Mentre ci avvicinavamo alla confluenza dei fiumi Paraná e Iguazú, dove s’incontrano Argentina, Brasile e Paraguay, si poteva scorgere le evidenze di industrie di legname. Grandi quantità di tronchi galleggiavano sui piccoli affluenti e molto di questo territorio ondeggiante era stato sgombrato dagli alberi. Si volava assai basso essendo prossimi al nostro primo atterraggio a Iguazú, Brasile. Intanto che l’aeroplano virava per atterrare potevamo vedere una nuvola di nebbia che s’innalzava in un dato punto della foresta verso est, che indicava la presenza delle famose cascate Iguazú. Il Brasile ha stabilito a Iguazú un luogo di villeggiatura e un parco nazionale, oltre a erigere una fortezza per la difesa della nazione. I boschi che sorgevano intorno all’aeroporto attestavano ampiamente che quello sarebbe un magnifico luogo per trascorrervi le ferie. Ma dopo aver ottemperato alle norme di polizia relative all’immigrazione e fummo ascesi di nuovo in alto ammirammo le superbe cascate. Il capitano volò appositamente sopra le cascate affinché tutti i passeggeri potessero vederle. Costituivano veramente un ammirabile spettacolo. Noi avevamo veduto la cascata del Niagara sulla frontiera tra Canadà e Stati Uniti, ma quella di Iguazú sembrava più grande. Nessuna meraviglia che vi sia una grande stazione balneare sulla riva argentina del fiume, poiché quivi c’erano cascate fra le più belle del mondo.
Poco dopo aver sorvolato le cascate raggiungemmo una quota molto al di sopra delle nubi e ci fu poco da vedere fino a che ci avvicinammo alla città di Curitiba. Là scendemmo a terra per fare colazione all’aeroporto. Vi erano delle montagne fra Curitiba e São Paulo, il che rese interessante l’ultima tappa del viaggio. Il pilota seguì la linea costiera dell’Oceano Atlantico per un certo tempo, indi puntò verso l’interno in direzione dell’altopiano su cui si erige São Paulo.
A São Paolo ci fu dato un benvenuto di cuore. Vi erano circa 150 fratelli raccolti all’aeroporto ch’è in costruzione. Fu certamente un piacere scorgere la gioia sui volti dei fratelli. Erano ripieni dello spirito del congresso, ansiosi della loro migliore assemblea mai tenuta in São Paulo, detta ‘la Chicago del Brasile’. La città e i sobborghi si estendono per molte miglia quadrate e l’intera zona è una prosperosa metropoli. Decine e decine di nuovi edifici sono in costruzione, molti dei quali con oltre dieci piani. S’incontra molta difficoltà nel trovare appartamenti per abitazione in São Paulo a causa del grande afflusso di persone, e si presume che diverrà presto una delle più grandi città del mondo. Prendemmo alloggio in un grande albergo e dopo aver controllato che tutto fosse in ordine decidemmo di recarci alla casa missionaria a Santo Amaro, sobborgo di São Paulo, per passare la serata coi diplomati di Galaad. Il gruppo era stato assegnato a São Paulo, ma a causa delle difficoltà, di alloggio, tutto ciò che poterono trovare come quartiere d’abitazione erano case nei sobborghi. Ma pare che andare a Santo Amaro era proprio quello che ci voleva. Avevano fatto un’opera eccellente in quel posto e il gruppo era cresciuto fino al punto che il territorio era insufficiente per i proclamatori del gruppo e i missionari, L’opera dei missionari là era terminata, furono quindi prese disposizioni durante la visita affinché il gruppo si dedicasse ad un’altra sezione della città più vicino al centro, ed essi cominceranno ora a lavorare una zona nella quale è stata data pochissima testimonianza.
Non fu facile trovare una sala adatta per l’assemblea, ma finalmente i fratelli in São Paulo trovarono e predisposero l’uso del Ginastico Paulista in Rua Couto Magalhaes. Le persone che facevano parte della società atletica furono molto gentili e liete di avere l’assemblea nella loro sala. La partecipazione all’assemblea si dimostrò considerevolmente diversa dalla visita di quattro anni prima, poiché alla prima sessione del 9 aprile alle 9 del mattino vi erano 484 presenti pronti per il servizio nel campo. Ciò significava che vi erano più persone presenti che proclamatori della verità in tutto il Brasile al tempo della visita del presidente quattro anni prima. Mentre si svolgeva il programma durante il giorno i partecipanti aumentavano continuamente fino a che 843 congressisti furono adunati nella sala.
Ognuno era particolarmente interessato all’adunanza pubblica per annunciare la quale si fece molta pubblicità, specialmente il sabato pomeriggio. Alcuni svolsero il lavoro con le riviste e altri distribuirono volantini. Si trovò ch’era consigliabile far pronunciare il discorso pubblico da un fratello brasiliano; e veramente fece bene quella domenica pomeriggio. L’uditorio di 1500 persone prestò molta attenzione e sovente applaudiva mentre egli esponeva i suoi argomenti.
Fu tenuto un servizio battesimale durante l’assemblea. Il discorso fu pronunciato nella sala dell’assemblea; ma il battesimo si fece nella piscina di un’associazione atletica non lungi da Santo Amaro. La piscina venne offerta gratuitamente. Quale vera prova d’espansione 74 proclamatori recentemente consacrati furono immersi in quel giorno 10 aprile.
Alla sessione di chiusura dell’assemblea in cui parlò il fratello Knorr, c’erano 990 presenti. Per la maggior parte erano venuti dalla zona meridionale del paese e quelli dimoranti a settentrione attendevano ansiosi l’assemblea di Rio de Janeiro. Alcuni della metà settentrionale del paese riuscirono ad intervenire all’assemblea di São Paulo, compresi i fratelli O. Claus e C. Anderson, che sono assegnati a São Salvador. Questi due missionari, diplomati di Galaad, insieme a un fratello pioniere brasiliano, viaggiarono approssimativamente mille miglia in battello, treno, autobus, automobile e autocarro. Partirono per l’assemblea tre settimane in anticipo prendendo con loro 600 libri e mille opuscoli. Disposero per il loro viaggio in modo da visitare i paesi lungo il percorso, luoghi che mai erano stati serviti col messaggio del Regno. Le esperienze che questi fratelli ebbero da raccontare facevano veramente gioire e provavano la guida del Signore sui loro energici sforzi e il loro vero spirito missionario. Durante il viaggio, in ogni paese dove decidevano di lavorare era loro dato di trovare sempre una casa in cui depositare la letteratura e poi trovare posto per dormire. Una delle molte esperienze che ebbero è questa:
Arrivando in un paese andarono alla quarta casa nella via e là ebbero il permesso di depositare la letteratura. Uno dei tre rimase coi libri intanto che gli altri due si recarono a una pensión per trovare le camere per la notte. Quello che rimase presso la letteratura spiegò a quelle persone l’opera dei pionieri e cercò di manifestare il suo apprezzamento per aver avuto il permesso di depositare la letteratura per la notte. Ma quelle persone furono più che gentili; erano interessate nella verità. Interessate al punto che dissero che tutte e tre dovevano ritornare nella loro casa quella sera e parlare sulle Scritture. Non sapevano che i fratelli avevano viaggiato per dieci giorni, che avevano dormito sugli autocarri e dovunque potevano trovare un po’ di riposo; che avevano testimoniato, ed erano stanchi; i fratelli sentivano un estremo bisogno di riposo quella notte. Ma lì c’erano quelle anime affamate che desideravano che si parlasse loro; allora i pionieri si lavarono e presero qualche rinfresco e poi tutti e tre si recarono a casa di quegli interessati, dove 14 persone erano state riunite per ascoltare il loro messaggio. Trascorso più di due ore in questa visita ulteriore e le persone insistevano affinché i fratelli ritornassero il giorno seguente per spiegare di più. Ma i fratelli dissero che dovevano proseguire il viaggio verso il sud per arrivare all’assemblea. Ciò non ostante le persone interessate non volevano sentir altro . . . i fratelli dovevano ritornare nel pomeriggio per predicare a loro. Finalmente i fratelli, vedendo il sincero interessamento dimostrato accettarono. La domenica mattina i pionieri testimoniarono nel paese e collocarono 55 libri, con molti opuscoli, e poi nel pomeriggio ritornarono a casa delle persone di buona volontà dove erano stati la sera prima. Quivi oltre 20 persone s’erano riunite perché sapevano che il messaggio era così buono. Dopo quell’adunanza le persone interessate insistevano che non avrebbero lasciato andare i fratelli se non promettevano di ripassare tornando dall’assemblea per organizzarli in un gruppo.
Esperienze come questa sono la vita per un missionario; e ascoltando i fratelli raccontare il fatto, insieme a tutte le altre esperienze del viaggio, si valutò il loro amore per le “altre pecore” indipendentemente da dove e come vivono. Il loro viaggio fu molto faticoso, ma i tre fratelli arrivarono sani e con la gioia di aver collocato quasi tutti i loro 600 libri e migliaia di opuscoli. Visitarono numerosi paesi e in tutti trovarono interesse di buona volontà. Perciò il fratello Knorr dispose che facessero il viaggio di ritorno più lentamente per la stessa strada. Essi senza dubbio organizzeranno parecchi gruppi, e poi questi saranno serviti regolarmente da un servitore di circoscrizione.
Quel viaggio di tre settimane fatto dai tre fratelli non sarà mai da essi dimenticato e, come disse uno di loro: “Potevamo vedere la guida del Signore per tutta la via, perché quando volevamo lasciare un paese il Signore ci faceva rimanere a causa del fatto che vi erano delle ‘pecore’ da nutrire. In alcuni paesi dove noi cercavamo di passar oltre per guadagnare tempo eravamo costretti a rimanervi e visitarli cambiando corriera o viaggiando con altri automezzi, e dovevamo trattenerci per la notte e magari per un intero giorno. Queste cose non corrispondevano ai nostri piani, ma certamente corrispondevano alle disposizioni che il Signore prendeva per pascere le, ‘altre pecore’, perché ogni qualvolta i nostri piani erano contrastati ottenevamo una ricca benedizione dato che predicavamo dovunque dovevamo rimanere”.
Molte esperienze analoghe potrebbero essere raccontate concernenti la meravigliosa opera nel Brasile. Ma ora dobbiamo affrettarci col nostro racconto e arrivare all’assemblea di Rio de Janeiro.
Il martedì mattina facemmo i preparativi per lasciare São Paulo con la Panair do Brasil, ma quando arrivammo all’aeroporto apprendemmo, con nostra sorpresa, che vi era sciopero e che nessun aeroplano prendeva il volo. Tuttavia, per la cortesia dei rappresentanti del PAB fummo trasferiti ad altre aviolinee e allora dovemmo andare a Rio per via Santos. Fummo assegnati all’aerolinea VASP e questo risultò un viaggio emozionante. Dopo il decollo l’usuale manovra è quella di prendere quota e dopo aver raggiunto qualche centinaio di metri puntare verso la destinazione. Ma il pilota fece qualche cosa di straordinario in questo volo. Guardando fuori dai finestrini vedevamo che si era a meno di un centinaio di metri dal suolo. Sembrava che sfiorassimo le cime degli alberi e che facessimo increspare l’acqua sui laghi. Volavamo sotto le nubi e la volta non era molto alta quel giorno. L’aeroplano rombava vicino al tetto d’una casa ora qua ora là e si poteva distinguere i lineamenti dei bambini che giocavano nelle vicinanze. Lo stradone selciato serpeggiava attraverso le colline e d’un tratto sembrava sparire insieme alla terra mentre passavamo sopra i bassopiani costieri dove le montagne scendono di colpo a livello del mare. Non potevamo capire la ragione per cui il pilota faceva questo, ma glielo chiedemmo più tardi a Santos e apprendemmo che aveva ricevuto uno speciale permesso dal consiglio dell’aeronautica di volare a bassa quota fino a Santos a causa delle fitte nuvole che coprivano il cielo quel giorno. Facemmo il volo da São Paulo a Santos, circa 60 miglia, in meno di quindici minuti.
RIO DE JANEIRO
L’aeroporto di Santos è situato sopra un’isola nella parte opposta della città, ma in distanza potevamo scorgere navi ormeggiate in gran numero mentre la città sembrava edificata su di un’isola avente una collina nel mezzo. È uno dei centri del mondo per l’imbarco di caffè. Non vi rimanemmo più di dieci minuti.
Da Santos l’aeroplano si diresse sull’oceano ed entrò nelle nubi. Occasionalmente vedevamo un’isola o una spiaggia lungo la costa. Dopo poco più di un’ora le nubi scomparvero e giù all’ovest potevamo scorgere la spiaggia che si estendeva in una insenatura di Copacabana e gli alti edifici moderni. E là c’era il famoso Pão de Acucar o montagna del Pan di Zucchero nota in tutto il mondo come il simbolo d’uno dei più bei porti del mondo, Rio de Janeiro. Sorpassammo il Pan di Zucchero ottenendo la vista del porto, e là ai piedi delle montagne giaceva l’immensa città di Rio de Janeiro, con i suoi numerosi edifici moderni adibiti ad uffici e case d’abitazione. Tutto ciò era bello a vedersi e molto interessante, ma quello che più c’interessava mentre atterravamo era se vi sarebbe stato qualcuno all’aeroporto ad attenderci. Fummo lieti di avere con noi il fratello C. D. Leathco, servitore di Filiale del Brasile, sapendo che conosce la lingua portoghese.
Con nostra gioia vedemmo Harry Black, diplomato di Galaad e servitore di circoscrizione nel Brasile, e poi vedemmo moltissimi altri. Vi erano volti familiari tra i fratelli presenti, volti di missionari che avevano servito bene gl’interessi del Regno in Rio de Janeiro. Dovemmo camminare però un buon tratto dall’aeroplano agli edifici dell’aeroporto. Rimanemmo solo per un momento, poi partimmo alla volta dell’ufficio filiale, situato in un’altra zona della città. Ma essendo il 12 aprile, giorno della celebrazione del Memoriale della morte di Cristo, dicemmo a tutti che li avremmo riveduti più tardi.
Nell’ultimo viaggio che fece a Rio il fratello Knorr servì un’adunanza nella Sala del Regno con un piccolo gruppo di 23 proclamatori. Ora, quattro anni dopo, ve n’erano di più solo all’aeroporto ed essi dissero che le loro tre unità si sarebbero adunate insieme per la celebrazione del Memoriale. Il gruppo aveva predisposto l’uso del Liceu Literario Portugues sito in Largo da Carioca per fare tutti insieme la celebrazione. Il fratello Knorr parlò mediante un interprete. La sala era affollatissima. Delle persone erano in piedi sulle balconate lungo i lati dell’edificio e molti dovettero restare in piedi nei passaggi o nei corridoi adiacenti alla sala. Tutti furono serviti con altoparlanti. Quando fu fatto il calcolo totale ne risultarono presenti 520 al servizio del Memoriale e 26 vi parteciparono. Quale aumento dai 23 di quattro anni prima! L’espansione è in progresso nel Brasile!
I giorni che seguirono furono assai attivi, perché qui a Rio v’è un certo numero di missionari nonché l’ufficio della Filiale per il Brasile. Un giorno fu trascorso nella sezione di Olaria di Rio con i missionari di quella casa. Avevano notato molto interessamento in quella zona e il gruppo ivi formato era aumentato al punto che poteva adeguatamente dirigere l’opera; di modo che fu predisposto per il trasferimento dei missionari in un’altra parte della città. Fu un piacere udire i fratelli parlare il portoghese con le persone che incontravano; facevano tutto il possibile per divenir padroni della lingua allo scopo di impiegarla al servizio di Dio.
Il sabato mattina si sarebbe iniziata la seconda assemblea distrettuale per il Paese. Un certo numero di fratelli in São Paulo desiderarono partecipare a due assemblee, e 150 di loro disposero per recarsi a Rio. Avevano vetture speciali aggiunte ad uno dei treni in arrivo venerdì sera. Essi si divertirono moltissimo nel loro viaggio quando seppero che dovevano attendere lungamente a causa del deragliamento di un treno che li precedeva. Ciò significava arrivare con molte ore di ritardo a Rio. Ma questi fratelli non avevano l’intenzione di perdere il loro tempo. Giacché dovevano rimanere seduti alla stazione ferroviaria per circa cinque ore, ebbero l’idea di far buon uso di quel tempo. Così, quando il loro treno entrò nella stazione successiva per attendere finché le vetture fossero rimesse sui binari e tutto fosse stato sgombrato, i fratelli cominciarono ad annunziare verbalmente che si sarebbe tenuta una breve conferenza sul marciapiede della stazione. Fu scelto un fratello che aveva tenuto un discorso di recente e tutti i viaggiatori che erano nel treno furono invitati ad ascoltare il discorso pubblico del fratello, e parecchi paesani fermi alla stazione udirono pure. Più di un centinaio erano gli ascoltatori, e poi fu annunciato che le persone avrebbero potuto ottenere della letteratura se fossero state interessate. ‘Un pioniere collocò dieci libri e molti opuscoli, ed altri fratelli collocarono molta letteratura. Alcuni abitanti del luogo dissero che non avevano mai udito questo prima e desideravano sapere come avrebbero potuto ottenere maggiori ragguagli. Furono presi i loro nomi e indirizzi, il che darà opportunità al servitore di circoscrizione di fermarsi in quel paese e vedere cosa potrà fare per organizzare un nuovo gruppo, e forse quando vi saranno più pionieri impegnati nel Brasile potranno recarsi in questo paese e aiutare le “altre pecore”. I fratelli non si accorsero nemmeno che il tempo passava così rapidamente ed erano un gruppo felice quando giunsero a mezzanotte a Rio.
L’assemblea ebbe inizio alla Banda Portugal sull’ampia Av. Pres. Vargas. Il sabato mattina la sala era già affollata da 520 persone, tutte preparate per andare nel servizio di campo. È difficile trovare sale grandi a Rio, pertanto i fratelli fecero del loro meglio con ciò che avevano. Sabato sera in qualche modo ne fecero entrare 863 nella sala.
Il mattino della domenica era stabilito per il servizio di battesimo, e 155 simbolizzarono la loro consacrazione mediante immersione sulla spiaggia della baia proprio vicino al centro della città. Migliaia di persone passavano per una delle principali strade e una folla considerevole si adunò coi fratelli per assistere all’immersione.
Un fratello pioniere nel Brasile fu scelto per pronunciare il discorso pubblico “È più tardi di quanto pensiate!” Il salone preparato per la circostanza si trovava in uno dei più sontuosi edifici di Rio, l’Associação Brasileira de Imprensa. In quel luogo ogni cosa era della massima finezza. Era pure confortevolmente dotato di aria condizionata. La pubblicità fu fatta bene, perciò la sala risultò troppo piccola; molti dovettero rimanere nei corridoi dell’entrata. Ma vi partecipò un totale di 1064 persone. La conferenza pubblica fu seguita da discorsi indirizzati ai fratelli, ma il pubblico per la maggior parte rimase ad ascoltare.
Quella sera dopo il discorso finale del presidente della Società i diplomati di Galaad che erano nel paese furono adunati insieme, erano un gruppo di 19 persone. Uno di loro parlò sul fatto che proclamatori della regione delle Amazzoni vicino a Manáos erano venuti all’assemblea; così la maggior parte dei gruppi nel paese erano stati rappresentati in una delle due assemblee. Fu un piacere udire le loro esperienze e vedere la gioia con cui servivano il Signore in quell’assegnazione estera.
Nel pensare alla meravigliosa opera compiuta il cuore d’ognuno gioisce; nel 1945 vi era una media di 344 proclamatori e nel mese di marzo 1949 si raggiunse un nuovo massimo, cioè 1820 in tutto il Brasile. I missionari di Galaad hanno fatto molto per l’avanzamento dell’opera nel Brasile, e i fratelli locali hanno mirabilmente cooperato assieme. Lo spirito di espansione che i missionari hanno nel loro cuore è stato raccolto dai proclamatori locali e dai pionieri in modo da avanzare uniti, conducendo il popolo verso il Segnale, Cristo Gesù. Tutti lavorano fianco a fianco come un solo gruppo promuovendo la vera adorazione. Fu una gioia essere con questi fratelli nel Brasile, perché il loro zelo è veramente grande. La loro mèta è di 2000 proclamatori prima che finisca l’anno.
Ci alzammo presto il lunedì mattina per dare il saluto ai fratelli dell’ufficio filiale. Erano stati molto gentili con noi durante il nostro soggiorno, e lo apprezzammo di cuore. Un fratello ci portò in automobile alla stazione delle Pan American Airways nel cuore della città, e prima di partire alcuni missionari vennero a salutarci. Indi una corriera ci portò all’Aeroporto Galeão, che è severamente guardato dai militari e ristretto ai civili. Alle 9,15 fu annunziato che si doveva partire, e ci stavamo preparando per salire a bordo dell’aereo, quando, con nostra sorpresa, tre dei fratelli brasiliani che non ci avevano veduti in città e avevano fatto tutta quella strada fino all’aeroporto per salutarci, corsero verso di noi per dirci che li avremmo certamente veduti nella città di New York per il congresso internazionale del 1950. Non ci fu tempo per dire di più.
Dopo qualche istante eravamo di nuovo nell’aria, volando ancora una volta sopra la bella città di Rio de Janeiro. Avemmo il tempo di darle un nuovo sguardo e quindi ci dirigemmo a nord sopra le verdi montagne scabrose che circondano il porto di Rio. Vi erano soltanto 7 passeggeri nell’aeroplano, così l’avevamo quasi tutto per noi. Quello fu un lungo volo, perché la prima fermata sarebbe stata Belém, sul fiume delle Amazzoni. Trascorremmo un’ora all’aeroporto di Belém quel pomeriggio, un luogo umido e caldo come nessun’altro. La città che avevamo sorvolato non aveva nulla a che vedere con Rio; era formata per la maggior parte di piccole case col tetto di lamiera su pali di legno. Prima che partissimo cominciò a piovere, il che è frequente là.
GUAIANA OLANDESE
La pioggia continuò d’allora in poi per tutta la via. Atterrammo a notte all’aeroporto di Caienna, Guaiana francese. Sentivamo l’odore dell’insetticida non appena entrammo nella sala d’aspetto, cosicché non fummo tormentati affatto dalle zanzare. Si stava già facendo tardi e fummo lieti di decollare per la destinazione, campo di Zandery, Surinam. Vi giungemmo dopo circa un’ora. C’erano molte persone in piedi fuori dell’edificio dell’aeroporto, ma non potevamo scorgere chi erano. Allorché riconobbero il fratello Knorr, molti di loro inneggiarono subitamente un cantico e noi riconoscemmo all’istante che era un cantico del Regno e sapemmo che dei fratelli erano vicino. Dopo aver compiuto le verifiche doganali d’immigrazione trovammo che 40 fratelli erano venuti con una corriera percorrendo le numerose miglia fino all’aeroporto. C’era posto anche per noi nella corriera e vi trascorremmo dei momenti piacevoli viaggiando per la città. I fratelli cantavano a volte in inglese e a volte in olandese. Avevano portato con loro del cibo che insieme al canto fece sembrare breve il viaggio di circa un’ora. I fratelli dimostrarono grande gioia ed entusiasmo.
Dovevamo trattenerci nella colonia olandese di Surinam soltanto tre giorni, due dei quali dovevano essere dedicati al congresso. C’è un ufficio filiale e una casa missionaria in Paramaribo, capitale della colonia, dove fummo invitati a soggiornare coi fratelli. Paramaribo si trova a soli pochi metri sul livello del mare, o livello del fiume, e quando piove l’acqua non si asciuga in fretta. Accadde che noi ci trovammo lì durante la stagione piovosa. Tuttavia non piovve per tutto il giorno e i fratelli poterono continuare nell’opera di pubblicità, annunziando l’adunanza pubblica che doveva aver luogo il giorno 20 al teatro Bellevue alle 5,30 pom.
Paramaribo è una città assai interessante. È abitata da gente di ogni nazione e razza. Oltre agli Olandesi, ci sono Negri, Giavanesi, Indiani e Cinesi. Ci fece piacere vederne alcuni fra i proclamatori, i cui genitori provenivano dall’India Britannica. Uno di questi fece l’immersione in occasione del congresso. Godemmo d’essere con questi fratelli e di constatare che pur appartenendo a diverse nazioni e razze, apparivano tutti concordi in unità di spirito. Si univano nel servizio di campo e di pubblicità con cartelli e biciclette, in modo che tutti i cittadini erano informati del fatto che il congresso era in sessione.
Il programma per l’assemblea era interessante. Si svolse principalmente in lingua olandese, eccettuato un discorso pronunciato in talkee-talkee. Tutti i diplomati di Galaad narrarono esperienze o fecero discorsi, ed era una soddisfazione udirli parlare in lingua olandese, il che dimostrava che s’erano sforzati d’apprendere la lingua in modo da essere in grado di ministrare al popolo nel paese. Vi erano 85 presenti durante l’assemblea. Alcuni furono immersi.
Essendo questa la stagione delle piogge, si ebbero forti precipitazioni durante il giorno. Ciò influì in qualche modo sulla partecipazione all’adunanza pubblica, che ebbe luogo alle 5,30 pom. nel teatro Bellevue, in vicinanza del quale c’era il locale contenente le urne per le elezioni che si tenevano quel giorno. Tuttavia 200 persone erano presenti. Si notò che apprezzavano il messaggio per l’intensa attenzione con cui ascoltavano. Il fratello Knorr rilasciò il nuovo opuscolo in lingua olandese, “Il Regno di Dio è vicino”, cosa che i fratelli gradirono moltissimo, avendo poche pubblicazioni in quella lingua. Uno dei diplomati di Galaad funse da interprete e fece la sua parte molto bene.
Dopo l’adunanza pubblica i fratelli ritornarono alla Sala del Regno dove 92 persone assistettero alle sessioni finali dell’assemblea. Espressero apprezzamento per la visita del presidente della Società, perché li aveva aiutati a risolvere molti problemi del gruppo. I proclamatori in Surinam erano aumentati da 21 a 90 negli scorsi tre anni, e furono prese disposizioni per aiutare a migliorare l’opera in quel paese. Vi è ancora molto da fare, e i missionari che ci sono fanno il meglio che possono nelle attuali condizioni. Sono tutti fiduciosi che un maggiore progresso sarà ottenuto durante l’anno entrante.