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Felicità degli Ambasciatori del RegnoLa Torre di Guardia 1953 | 15 aprile
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folla che udì quel discorso fu stupita dal modo in cui insegnava Gesù. Egli parlò al popolo in maniera molto diversa da quella degli scribi e dei Farisei che erano i capi religiosi di quel tempo. Voi troverete, anche, leggendo questo discorso di Gesù che egli parlò in modo del tutto diverso da quello del clero della Cristianità d’oggi. Anche voi sarete come la moltitudine; poiché “quando Gesù finì questi detti, l’effetto fu che le folle erano stupite per il suo modo d’insegnare; poiché egli insegnava loro come una persona che aveva autorità, e non come i loro scribi”. — Matt. 7:28, 29, NW.
15. (a) Considerando la nostra felicità, quale responsabilità ci viene data ora? (b) Che cosa ha reso possibile ai testimoni di Geova di predicare la buona notizia fino ai termini della terra?
15 I membri del clero della Cristianità non sono sostituti di Cristo come ambasciatori. Quindi è posta ora su noi individualmente la responsabilità di dare ad altri la conoscenza che abbiamo; perché da questo verrà la nostra felicità. Cristo Gesù come Figlio di Dio ebbe dal Padre suo l’autorità di predicare questa buona notizia del Regno. Il comando di predicare questo stesso messaggio fu trasmesso agli apostoli e ai Cristiani che li seguirono. Perciò oggi noi siamo ambasciatori in sostituzione di Cristo. I testimoni di Geova hanno accolto quel comando di predicare, e in tutto il inondo si possono trovare ad ‘adorare Geova con abiti santi’. Ciascuno di loro prende il suo posto nell’organizzazione di Geova, facendo con la sua forza ciò che le sue mani trovano da fare, cercando le opportunità di aiutare altri a fare lo stesso. Essi hanno la gioia del loro Signore Gesù Cristo. È la loro gioia nel dare che li ha resi ministri di Geova Dio così zelanti. È la loro felicità nel dare sapendo di aver ragione e d’essere sostenuti da Geova che ha permesso loro di predicare questa buona notizia del Regno fino ai termini della terra.
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La maturità reca felicitàLa Torre di Guardia 1953 | 15 aprile
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La maturità reca felicità
1. Perché e come il bambino prende piacere nella crescita?
IL BAMBINO prende piacere nella crescita. Nuovi campi sono invasi dalla mente infantile. Quando il piccolo non è che un bambino il suo campo d’investigazione è la culla o le braccia della madre. Non passa molto tempo però che il bimbo vuole compiere una maggiore investigazione, ed egli comincia a fare i primi passi. S’intromette in ogni cosa e afferra tutto quello che può. Il bambino vuol vedere; vuol sapere, e cerca di apprendere sia che conosca o no. Spesso quando spiegherete le cose a un bambino egli vi domanderà: “Perché?” Qualche volta le domande che ci rivolgono i bambini ci fanno soffermare e pensare, e a volte la nostra risposta è semplicemente: “Perché è così”. Ma questo non è soddisfacente; ci dev’essere una ragione, ci dev’essere logica e scopo nelle nostre risposte. Il bambino cresce, diviene più maturo, e riceve felicità dalla conoscenza del perché delle cose.
2. Negli anni della sua istruzione elementare quali sono le cose che il fanciullo impara, e perché queste sono importanti?
2 Non passa molto tempo prima che il fanciullo possa andare a scuola. Allora egli comincia davvero a usare la sua mente acquistando molte informazioni. Le cose che un fanciullo impara nella prima classe oppure nei pochi anni che seguono non deve ripeterle o studiarle di nuovo. Le prime cose che impara sono fondamentali; esse sono basilari. Su questi principi fondamentali sono basate tutte le teorie di grammatica, aritmetica e pronunzia. Egli è pronto a considerare nuove idee e cose più grandi. Quando giunge alla scuola superiore si occupa quindi di algebra, geometria, studia forse chimica, fisica, lingue; e quegli stessi primi princìpi fondamentali che apprese sono ancora ricordati e gli sono sempre di molto aiuto. Essi sono elementi basilari. Senza quelle prime informazioni fondamentali egli non potrebbe pervenire alla maturità, e non sarebbe felice.
3. Perché alcune persone devono tornare ripetutamente sulle cose elementari. ma quale condotta reca accresciuta felicità?
3 Quando una persona comincia a studiare un soggetto deve imparare i princìpi elementari del soggetto e poi edificare su di essi. Mentre edifica su questi veri princìpi egli acquista maggior conoscenza e intendimento. Se non studia e non cerca di progredire dimenticherà perfino i princìpi basilari. Alcune persone si comportano così. Esse divengono pigre nell’uso delle loro menti e non impiegano tempo per rivedere le cose che hanno imparate o per adoperare la conoscenza che hanno per acquistare conoscenza maggiore. Alcune persone oggi acquistano conoscenza della verità e imparano le dottrine fondamentali, ma perché non usano ciò che hanno appreso dicendolo ad altri, trovano che devono continuare a studiare le stesse cose ripetutamente. Esse sono come le persone delle quali parlò Paolo in Ebrei 5:12 (NW): “Poiché, in realtà, benché dovreste esser maestri in considerazione del tempo, voi avete ancora bisogno di qualcuno che v’insegni dall’inizio i primi princìpi delle sacre dichiarazioni di Dio, e siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido”. È assolutamente necessario usare la Parola di Dio perché essa sia ritenuta dalle nostre menti. Se noi non adoperiamo questa Parola come maestri maturi, continueremo ad essere bambini spirituali. Ma pensate alla felicità che deriva dall’accresciuta conoscenza! Perché dovremmo dunque tornare sempre a considerare le cose che abbiamo imparate una volta? Paolo disse: “Poiché chiunque prende il latte non conosce la parola della giustizia, perché è un bambino. Ma il cibo solido appartiene a persone mature, a coloro che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere
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