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  • Cammineremo nel nome di Geova, del nostro Dio, in eterno
    La Torre di Guardia 1954 | 15 febbraio
    • non li temono perché siano così potenti di numero, poiché in paragone son pochi e non sono benvisti politicamente o ricchi nel commercio o forti in senso militare con armi carnali di distruzione; ma a causa dell’invincibile messaggio che han tratto dalla Parola di Dio e a causa dell’onnipotente forza che si è manifestata dal cielo in loro favore.

      44. Che cosa fanno quelli che acquistano un saggio timore, e che cosa significa camminare nel nome di Geova ora e sempre?

      44 Le persone delle nazioni che acquistano un saggio timore imparano a temere l’Iddio sul cui popolo n’è invocato il nome. Essi si associano coi suoi testimoni e divengono parte della società del Nuovo Mondo che ora si forma, ed essi pure fanno la decisione di camminare nel nome di Geova, il loro Dio, in eterno. E in quel nome essi cammineranno veramente in eterno, poiché il loro Dio li coprirà con l’ombra della sua mano introducendoli nel suo nuovo mondo senza fine. Camminare ora e sempre nel nome di Geova il nostro Dio significa vita eterna mediante Gesù Cristo nostro Signore.

  • Che cosa è accaduto ai genitori?
    La Torre di Guardia 1954 | 15 febbraio
    • Che cosa è accaduto ai genitori?

      ● Non soltanto la delinquenza giovanile aumenta, disse il capo della polizia di Plainfield, New Jersey, U.S.A. (Courier-News di Plainfield del 22 gennaio 1953), ma essa fa più perversa. Con parole degne di attenzione aggiunse: “La popolazione di Plainfield deve rendersi conto che la delinquenza giovanile è un problema di Plainfield. Non è qualche cosa che avviene soltanto in Elizabeth, o in Newark o in Brooklyn [maggiori città circostanti]. Avviene proprio qui a Plainfield. E non soltanto nei quartieri più poveri. Il problema esiste in tutti i quartieri della città, anche nei migliori”. In Plainfield, come altrove, i genitori dicono però indignati: Non è qui, non sono i nostri figli. Egli ribatté: “I genitori non sanno che cosa fanno i loro figli. Infatti, hanno rimesso alle istituzioni sociali il compito che essi dovrebbero svolgere come genitori. . . . Si pretende che le istituzioni sociali facciano il lavoro per il quale i genitori non hanno tempo”.

      ● Parecchi ragazzi, penetrati in una delle scuole della città, fecero i loro bisogni nei corridoi e insozzarono le lavagne e i muri. Cinque ragazzi sugli 11 e i 12 anni frantumarono bottiglie e ne cosparsero i vetri su un tratto di più di 30 metri in una via della città prima che la polizia interrompesse i loro sforzi per “procurarsi un po’ di svago”. Quattro ragazze della scuola superiore, nessuna delle quali apparteneva a famiglie povere, si dedicarono per tre mesi a rubare nei negozi per procurarsi vestiti e spender denaro. Esse dissero ai loro genitori che avevano preso a prestito i nuovi abiti, e i genitori non misero mai in dubbio i loro racconti. Il Courier-News dice che queste non sono lamentele isolate, ma sono soltanto degli esempi delle frotte che entrano negli edifici della polizia.

      ● W Homer Wieder, presidente del Consiglio Municipale per la Guida della Gioventù di Plainfield, è stato anche insegnante, soprintendente e amministratore nelle scuole elementari e secondarie, ha organizzato il Comitato dei Genitori per l’Assistenza dei Giovani di Plainfield ed ha avuto relazione con la Corte della Contea di Union per le Questioni Giovanili e Domestiche. Basandosi su questa esperienza, egli toccò il nocciolo della questione quando disse: “Dobbiamo rieducare i figli per aver rispetto dell’autorità”. Egli disse che i figli non hanno più nessun rispetto dell’autorità, né a casa né in pubblico. “Circa 20 anni fa un cambiamento ebbe luogo nella nostra opinione sociale”. egli disse. “Abbiamo avuto troppa tolleranza per i nostri figli, abbiamo cercato di proteggerli fin troppo, abbiamo cessato d’esser realistici. . . . Quando eravamo ragazzi, noi sapevamo che cosa sarebbe accaduto se fossimo rincasati troppo tardi, non occorreva che qualcuno ce lo dicesse. Noi lo sapevamo bene. Sapevamo pure che cosa sarebbe accaduto se avessimo commesso qualche scorrettezza a scuola. Oggi, i giovani sanno che non accadrà nulla”.

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