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L’innesto dell’ulivo selvaticoLa Torre di Guardia 1958 | 15 settembre
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Abrahamo. Dopo aver parlato dei 144.000 che formano i rami del simbolico ulivo e che sono uniti al tronco dell’ulivo, Cristo Gesù, il capitolo descrive in seguito una grande moltitudine proveniente da tutte le nazioni. (Apoc. 7:9) Essa consiste di quelli che entrano nella società del Nuovo Mondo e si associano col rimanente dell’Israele spirituale. Aiutano il rimanente a trasmettere agli altri il buon frutto.
29. Chi può ricevere benedizioni sotto il governo della santa nazione di Dio?
29 Tutti coloro che lo desiderano, compresi gli Ebrei, possono far parte di questa moltitudine e ricevere le benedizioni riservate ad essa. Esercitando fede in Cristo, la Progenie di Abrahamo, essi benedicono se stessi. Avranno pace e vita eterna sotto il giusto governo della santa nazione di Dio dell’Israele spirituale.
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Quale sofferenza è in armonia con la volontà di Dio?La Torre di Guardia 1958 | 15 settembre
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Quale sofferenza è in armonia con la volontà di Dio?
È VOLONTÀ di Dio che si soffra? Trae forse l’amorevole Creatore qualche felicità dalle tribolazioni e dalle prove subite dalle sue creature? Possono tali amare esperienze servire a qualche buon proposito? Il falso consolatore di Giobbe disse tutta la verità quando esclamò: “Ciò che è dannoso non proviene dalla semplice polvere, e dalla semplice terra non crescono gli affanni. Poiché l’uomo stesso è nato per l’affanno, come le stesse scintille volano in alto”. — Giob. 5:6, 7.
Pietro e i suoi conservi nel ministero cristiano, quando furono arrestati e frustati dalle autorità politico-religiose della nazione giudaica e allorché venne loro proibito di parlare nel nome di Gesù, “se ne andarono . . . rallegrandosi perché erano stati considerati degni di essere disonorati a favore del suo nome”. (Atti 5:41) La grande maggioranza dei loro contemporanei in Palestina senza dubbio considerò stolto il loro modo di agire, l’essersi attirati delle sofferenze, e pensò che esse fossero soltanto la dovuta punizione per la loro stoltezza. Nessuno li avrebbe infastiditi ‘se avessero tenuto la loro religione solo per se stessi. Ma essi non lo fecero, e soffrirono per questo, e si rallegrarono nella prova, contrariamente a tutte le aspettative.
Gli apostoli non erano fanatici, influenzati da irragionevoli e incontrollabili emozioni che li rendessero insensibili alle crudeltà e avversità che li colpirono. Questo è dimostrato dai loro logici argomenti e dalla loro tenera ansietà per tutti i conservi cristiani. Essi non si rendevano immuni dalle debolezze e sofferenze delle altre creature imponendosi delle penitenze e infliggendosi delle pene. Seguendo le orme del loro Capo, essi non cercarono mai le sofferenze o la corona di un martire, ma quando ardenti prove sopraggiunsero su di loro a causa del loro fedele adempimento del ministero, rimasero saldi e si rallegrarono. Come poterono far ciò?
Quei primi ministri cristiani ben sapevano che in Eden Dio aveva decretato un’incessante guerra fra la progenie del
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