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  • La moralità degli associati e dei non associati alla chiesa
    La Torre di Guardia 1958 | 1° ottobre
    • Quelle persone avevano un’apparenza esteriore di devozione a Dio, ma con le loro azioni di perseguitare e infine uccidere Cristo mostrarono che la loro devozione non era sincera. Ciò che si applicava a questi membri della chiesa giudaica si applica anche a molti dei frequentatori delle chiese della Cristianità. La loro devozione non è sincera. Se lo fosse essi rispetterebbero le giuste leggi e i giusti princìpi di Dio. Non odierebbero le persone di un’altra razza o nazionalità; non mentirebbero, non trufferebbero né ruberebbero, e non si sparerebbero e non lancerebbero bombe l’uno sull’altro.

      Ciò che l’apostolo Paolo disse ai Giudei del suo tempo può essere rivolto ai membri delle chiese della Cristianità: “Poiché gli ascoltatori della legge non sono quelli giusti dinanzi a Dio, ma coloro che osservano la legge saranno dichiarati giusti. Tu dunque che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu, che predichi ‘Non rubare’, rubi? Tu, che dici ‘Non commettere adulterio’, commetti adulterio? Tu, che esprimi abominio verso gli idoli, rubi i templi? Tu, che ti vanti della legge, disonori Iddio mediante la trasgressione della Legge? Poiché ‘il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra le nazioni’”. — Rom. 2:13, 21-24.

      Anche se i membri delle chiese assumono un atteggiamento di santità nei confronti dei non associati, non vuol dire che essi siano moralmente superiori e più civili. Agli occhi di Dio essi sono veramente più reprensibili perché, come i Farisei, non sono ciò che pretendono di essere. Non è l’affiliazione ad una chiesa che rende una persona civile e di buona moralità ma piuttosto l’applicazione dei princìpi della Parola di Dio.

  • Il mio scopo nella vita
    La Torre di Guardia 1958 | 1° ottobre
    • Il mio scopo nella vita

      Narrato da A. E. Tharp

      ORA che ho compiuto un quarto di secolo nel servizio continuo di Geova e del suo Re, ripenso a quel tempo che è stato così piacevole e pieno di attività.

      Nel 1929 mio padre era abbonato a L’Età d’Oro. Aveva pure altri libri della Torre di Guardia di quel periodo. “Quando il mondo impazzì”, una serie di articoli di Daniel Morgan pubblicati su L’Età d’Oro, attrasse la mia attenzione e la lessi con piacere. L’estate successiva in casa di un vicino vidi la copia di mio padre del libro Creazione. Allora avevo sedici anni e poiché avevo appena terminato un corso di geologia alle scuole superiori, portai a casa quel libro e lo lessi con crescente interesse. Quando giunsi al soggetto “consacrazione” mi dedicai a Geova senza riserve. L’estate successiva, dopo essermi diplomato alle scuole superiori, fui battezzato in un fiume e cominciai ad andare in servizio con i pochi fratelli del luogo, perseguendo lo scopo della mia vita.

      In quell’autunno La Torre di Guardia indicò che saremmo stati visitati da due rappresentanti viaggianti della Società, cioè da A. H. Macmillan e da G. Y. McCormick. Durante quella visita il fratello Macmillan mi chiese: “Perché non fai il pioniere?” Egli mi assicurò che la Società mi avrebbe fatto fare il pioniere nonostante fossi ancora minorenne; quindi una lettera

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