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  • Che cosa vi occorre per essere felici?
    La Torre di Guardia 1958 | 15 novembre
    • carne avversa se vogliamo vivere invece di morire: “Quelli che sono in accordo con la carne pongono la loro mente alle cose della carne, ma quelli in accordo con lo spirito alle cose dello spirito. Poiché por mente alla carne significa morte, ma por mente allo spirito significa vita e pace”. — Rom. 7:18, 19, 22, 23; Gal. 5:17; Rom. 8:5, 6.

      19. Che cosa si deve includere nel calcolare l’intero costo del materialismo?

      19 Con l’aiuto dello spirito di Geova e mantenendo il nostro spirito in armonia con il suo, possiamo vincere la carne decaduta. Ma ciò significa che dobbiamo far posto alle cose dello spirito. Cercare le cose materiali che in se stesse non sono cattive potrebbe condurre alla nostra rovina poiché consumano tutto il nostro tempo. Se non potete spegnere il televisore quando dovrebbe essere spento, esso vi costerà più del prezzo di acquisto. Vi costerà il tempo di guardarlo. Potrà costarvi la partecipazione alle adunanze o l’opera di visite ulteriori e studi biblici. Per la vostra automobile lussuosa o per la vostra bella casa potreste perdere il privilegio di insegnare a qualcuno la verità o di addestrarlo a servire Geova. Calcolate l’intero costo del materialismo. Calcolate più della somma effettiva del prezzo indicato sul cartellino. Calcolate anche il costo della spiritualità. Non vi era nulla di male nella ricchezza del giovane governante ricco, ma i suoi beni gli impedirono di seguire Gesù e ciò fu male. Non vi era nulla di male nell’occuparsi dell’acquisto dei buoi, o nell’essere vicino alla sposa, o nell’esaminare un po’ di terreno recentemente comprato; ma se le cose innocue vi impediscono di servire Geova, esse diventano nocive. Voi permettete ad esse di divenire spine che soffocano il buono: “Vi sono anche coloro che sono seminati fra le spine; questi sono coloro che hanno udito la parola, ma le ansietà di questo sistema di cose e l’ingannevole potere della ricchezza e le cupidigie delle altre cose penetrano e soffocano la parola, ed essa diviene infruttuosa”. — Mar. 4:18, 19.

      20. Che cosa dovrebbero considerare coloro che cercano di rinunciare al materialismo, e che cosa disse Paolo al riguardo?

      20 Sradicate il materialismo per far posto allo spirito. “Non spegnete il fuoco dello spirito”, Paolo ammonisce. Il fuoco ha bisogno di aria; se vi vengono ammucchiate troppe cose, il fuoco si soffocherà. Non soffocate il fuoco dello spirito con un sopraccarico di cure e beni materiali. Con le limitazioni di tempo e di energia “voi non potete essere schiavi di Dio e delle Ricchezze”. Quale sceglierete voi? È forse difficile determinare di rinunciare al materialismo? Allora considerate questo. Avete cominciato studi biblici con diverse persone solo per vederle smettere quando compresero le loro responsabilità di servizio. Sapevate che avevano torto, che non avrebbero dovuto preoccuparsi di tali cose, poiché col passar del tempo man mano che imparavano di più sarebbero divenute forti e avrebbero voluto predicare. Esse si rendevano conto di ciò che dovevano abbandonare, ma erano troppo nuove per apprezzare ciò che avrebbero guadagnato. Ebbene, alcuni testimoni agiscono così riguardo al materialismo. Capiscono ciò che sono esortati ad abbandonare, ma non apprezzano ciò che guadagneranno spiritualmente. Tuttavia, possono aver fiducia in ciò che Paolo dice al riguardo, poiché egli fu ispirato: “Io veramente considero che tutte le cose sono una perdita a causa dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A causa di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero tanti rifiuti, onde guadagni Cristo”. Quindi guardate oltre la perdita materiale per vedere il guadagno spirituale che riduce la perdita al nulla. — 1 Tess. 5:19; Matt. 6:24; Filip. 3:8.

      21. Come cercano alcuni di giustificare il loro materialismo, ma come lascia esso il suo segno su di loro?

      21 Il materialismo lascia il suo segno sulla persona. Osservate l’uomo che è attirato dalle cose materiali. Comincia a dare maggior attenzione ai suoi abiti, al suo alloggio, all’automobile, ai divertimenti. Egli potrà sostenere che la sua posizione lo obbliga a far buona figura, che il mondo lo esige da lui. Ma aspettate: È forse la sua posizione più alta di quella di Gesù quando egli fu sulla terra? Permise egli al mondo di modellare la sua condotta con tale modo materialistico di pensare? Possedeva egli i più bei cavalli da cavalcare o il posto più lussuoso dove riposarsi? No, egli ripudiò il materialismo sia con la parola che con i fatti. Diede un esempio di umiltà lavando i piedi dei suoi discepoli. Invece di pensare che la sua posizione richiedesse un aspetto fastoso, egli ritenne il contrario. S’interessò della forza spirituale, non dell’ostentazione. Ma notate l’uomo che diventa più materialistico. Sono i suoi commenti così buoni, i suoi discorsi così edificanti, la sua conversazione così benefica spiritualmente come prima? Se no, il suo materialismo ne è la causa, sia che egli lo veda o no. I suoi fratelli lo possono vedere, e siate certi che Dio lo può: “Non siate ingannati: Iddio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa un uomo semina, questo pure mieterà; perché chi semina in vista della carne raccoglierà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito raccoglierà la vita eterna dallo spirito. Quindi non cessiamo di fare ciò ch’è giusto, perché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. — Gal. 6:7-9.

      22. Qual è il grande male del materialismo, e che cosa potrebbe costarvi questo male?

      22 Gesù disse: “Se uno vuol venir dietro a me, rinunci a se stesso”. Un grande male del materialismo è il fatto che le sue vittime non si rinnegano. Invisibile, come le termiti nel legno, esso consuma la forza e la volontà. La soddisfazione della carne rode la fibra morale e ci priva di quel frutto dello spirito che si chiama padronanza di sé. Dovremmo esercitare giornalmente la forza di negarci le piccole cose, poiché senza il giornaliero esercizio della facoltà di sforzo noi perdiamo questa facoltà. Negandoci piccole cose sviluppiamo la forza di contraddire noi stessi quando sorgono le questioni grandi. Essendo fedeli nel poco, saremo fedeli nel molto. Oppure la mancanza nelle piccole cose stabilisce il modello per la mancanza nelle cose grandi. L’incapacità di rinnegare voi stessi potrebbe costarvi la vita: “Veramente, che profitto è per un uomo guadagnare tutto il mondo e perdere la sua anima?” Non perdete la vostra testa cercando di andare avanti. Non potete camminare con Dio e nello stesso tempo correre con il mondo. Il denaro è un dio di questo mondo moderno e per i mondani il denaro parla. Sono sordi quando Geova parla, ma drizzano le orecchie quando il denaro parla. Possono udire il denaro sussurrare in cantina, ma non possono udire la predicazione dai tetti. Il denaro non ha voce ma può dissuaderli dal desiderare qualsiasi cosa, può dissuaderli dal cercare la vita, può persuaderli a seguir la morte. È meglio che ascoltiamo i cieli senza voce che proclamano la gloria di Geova. — Mar. 8:34, 36; Sal. 19:1-4.

      23. Perché dovremmo coltivare semplici desideri, e come si addestrò Paolo?

      23 Per essere felici, appagate i desideri. Per appagare i desideri, rendeteli semplici. Non appoggiate la felicità sui beni. Molte cose ritenute necessarie non sono affatto necessarie. Si può coltivare gusto per uno stupefacente e il vizio diventa difficile a superare, ma se è vinto chi è schiavo del vizio viene liberato. Coltivate il materialismo e i desideri si sviluppano oltre il nostro potere di appagarli. “Non ti affaticare per acquistar ricchezze. Rinuncia al tuo proprio intendimento”. Coltivate gusti semplici che non rendono schiavi. Paolo si addestrò ad essere contento in qualsiasi circostanza materiale in cui si trovava: “Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere contento. So veramente come essere scarso di provvisioni, so veramente come avere un’abbondanza. In tutto e in ogni circostanza ho imparato il segreto sia di come essere sazio che di come aver fame, sia come di aver un’abbondanza che di come essere nel bisogno”. La mancanza non lo rese amaro, l’abbondanza non lo fece precipitare nella fossa del materialismo. Egli seguì il proprio consiglio: “Il vostro modo di vivere sia libero dall’amore del denaro, mentre vi accontentate delle cose presenti”. Paolo si accontentava, sia che avesse presente molto o poco. Le sue necessità materiali furono semplici, le sue ricchezze spirituali furono grandi. — Prov. 23:4; Filip. 4:11, 12; Ebr. 13:5.

      24. Quali sono le numerose cose in cui possiamo trovar piacere, e quali sono le cose più vitali che occorrono per renderci felici?

      24 Per essere felici, ricordate come Dio vi ha fatti, dalla terra, per la terra. I veri piaceri sono nelle cose che Dio ha fatte: l’oscura volta celeste in cui miriadi di stelle brillano e risplendono, il calore del sole, la freschezza del venticello, la fragranza dei fiori, il canto degli uccelli, la grazia degli animali, le colline ondeggianti e le montagne torreggianti, i fiumi impetuosi e i ruscelli lenti, i verdi pascoli e le dense foreste, lo splendore della neve al sole e lo scroscio della pioggia sul tetto, il canto del grillo nel giardino, il gracidare delle rane nella palude e il guizzo del pesce che fa increspare l’acqua alla luce della luna. E anche maggior piacere si trova nelle persone gradevoli, perché l’uomo fu fatto una creatura socievole. Un pensiero gentile, un atto compassionevole, un gesto o un’espressione dolce, un caldo sorriso e un’azione amorevole, il riso di un fanciullo che giuoca e il gorgogliare del bimbo nella sua culla, la dignità e la saggezza dell’anziano, ricco di esperienze della vita: queste sono le cose che soddisfano. Ciò che conta è quello che noi siamo, non quello che sembriamo di essere. È l’amore che abbiamo, non la posizione sociale. È quello che possiamo dare, non quello che possiamo ottenere. È il tesoro che abbiamo in cielo, non l’ammasso di oro sulla terra. L’importante è l’essere contenti di poco piuttosto che ansiosi con molto. Ciò che appagherà le necessità e colmerà le inclinazioni che Dio ha messo in noi è l’acquisto dei Suoi pensieri per divenire saggi, l’uso di questa saggezza per guidare la nostra potenza, l’osservanza dei suoi princìpi per garantire la giustizia e la manifestazione di un amore come il Suo. Tutto questo è ciò che occorre per essere felici.

  • Dopo la preghiera, il poligono di tiro
    La Torre di Guardia 1958 | 15 novembre
    • Dopo la preghiera, il poligono di tiro

      ● Un ex ecclesiastico raccomanda ai membri della chiesa di far seguire le loro preghiere da esercitazioni col fucile. Riferendo le vedute dell’ex ecclesiastico, che furono espresse in una lettera, il Post di Houston del 5 agosto 1950 disse: “Il dott. E. C. Nance, presidente dell’università di Tampa, consiglia ai capi di gruppi interessati nella pace, comprese le chiese, di ‘lanciare una campagna d’istruzione sull’uso di armi da fuoco, sulla difesa civile, sulla guerriglia ecc., per ogni uomo, donna e bambino degli Stati Uniti’. Il dott. Nance, veterano cinquantenne di due guerre mondiali ed ex pastore di diverse chiese cristiane, disse che se avesse occupato un pulpito oggi avrebbe detto alla sua congregazione di non essere di mente troppo elevata neppure nelle preghiere. ‘Direi loro che la religione non è, almeno nei nostri giorni, per aiutarli a sfuggire alle realtà della vita, ma per aiutarli ad affrontarle. Direi loro che è meglio essere un peccatore vivo che un santo morto. Dopo aver diretto la mia congregazione nei servizi di preghiera, la inviterei al poligono di tiro per far pratica con le armi da fuoco. Credo che dovremmo avere una completa preparazione basata sulla legge della giungla, che dovremmo imparare ogni arte e tecnica d’uccidere’”. Com’era diverso Cristo Gesù!

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