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  • L’esempio di uomini che mantennero l’integrità
    La Torre di Guardia 1958 | 1° gennaio
    • casa di Geova e questo luogo in cui risiede la sua gloria. Qui continueremo ad adorarlo in amorevole osservanza ai princìpi che egli ha esposti nella sua Parola scritta per guidare e regolare la nostra condotta cristiana. Qui fra le folle congregate dei suoi adoratori benediremo Geova ora e per sempre. Fino alla fine di questo vecchio mondo cammineremo coscienziosamente nella nostra integrità verso Dio com’è definita nelle Scritture. Facendo ciò, le nostre preghiere saranno a lui accettevoli ed egli ci redimerà mediante Cristo. Quando toglierà l’anima e la vita dei peccatori e degli uomini colpevoli del sangue di questo mondo, egli ci preserverà oltre la loro fine catastrofica. Come rimuneratore di quelli che lo cercano sinceramente egli ci libererà conducendoci in quel suo promesso nuovo mondo, mondo di divini princìpi e integrità.

  • Aggeo e Zaccaria (Lezione 52)
    La Torre di Guardia 1958 | 1° gennaio
    • Aggeo e Zaccaria (Lezione 52)

      “IL SECONDO anno del re Dario, il sesto mese, il primo giorno del mese, la parola dell’Eterno fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo, a Zorobabele, figliuolo di Scealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè, figliuolo di Jehotsadak, sommo sacerdote”. (Aggeo 1:1) Con queste parole il versetto introduttivo del libro di Aggeo informa che il profeta Aggeo, il quale scrisse il libro recante il suo nome, parlò per ispirazione. Quindi lo scritto è autentico e canonico. Tali parole ci informano pure riguardo al tempo in cui Aggeo cominciò a profetizzare e a chi si rivolse. Le profezie di Aggeo, il cui nome significa “festivo”, constano di quattro brevi discorsi, ma pronunciati in tre giorni diversi. L’ultimo porta la data del ventiquattresimo giorno del nono mese, nel secondo anno di Dario (II), il che indica che dal primo all’ultimo discorso trascorsero solo tre mesi e ventiquattro giorni. Perciò, il libro è breve non soltanto in quanto alla lunghezza ma anche in quanto al tempo. Poco si sa di Aggeo personalmente. Probabilmente tornò da Babilonia con Zorobabele nel 537 a.C.

      Ecco le condizioni storiche inerenti alle profezie di Aggeo: Diciassette anni prima, cioè nel 537 a.C., Zorobabele era tornato dalla cattività con circa 50.000 Ebrei, per riedificare il tempio. Sorse opposizione da parte degli ostili vicini, quegli ibridi religiosi chiamati “Samaritani”, che dopo un certo tempo riuscirono a interrompere l’opera di ricostruzione. Essi complottarono d’imporre un decreto ufficiale persiano contro l’opera teocratica di ricostruzione, e per quasi sedici anni i lavori nel tempio furono sospesi. Fu in quel tempo preciso e in tali condizioni che Geova suscitò il profeta Aggeo, nel secondo anno di Dario II, nel 520 a.C. — Esdra 1:1-4; 2:1, 2; 4:1–5:1.

      Innanzi tutto, il profeta rivolse la parola di Dio a coloro che i moderni chiamerebbero “disfattisti”. Vi erano alcuni fra il rimanente tornato dalla cattività i quali timorosamente ed egoisticamente giudicavano secondo le condizioni esteriori e affermavano: “Il tempo non è giunto, il tempo in cui la casa dell’Eterno dev’essere riedificata”. Più tardi questi disfattisti si lamentarono che il nuovo tempio in costruzione non era nulla in confronto a quello eretto da Salomone. (1:2; 2:3) Ma senza lasciarsi scoraggiare Aggeo parlò a quelli che mancavano di fede e zelo per la casa di Dio infondendo forza e zelo nei loro deboli cuori. Il suo primo discorso denunciava la trascuratezza degli Ebrei che

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