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  • Luca (Lezione 56)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
w58 1/3 pp. 156-158

Luca (Lezione 56)

“IN QUANTO molti hanno provato di comporre una dichiarazione dei fatti che ricevono piena conferma fra noi, come anche quelli che da principio divennero testimoni oculari e ministri del messaggio ce li hanno tramandati, ho deciso anch’io, poiché ho tracciato tutte le cose dal principio con accuratezza, di scrivertele in logico ordine, o eccellentissimo Teofilo, affinché tu conosca pienamente la certezza delle cose che ti sono state insegnate oralmente”. (Luca 1:1-4) Così Luca comincia il suo Vangelo ed è a questi pochi versetti introduttivi che dobbiamo l’accurata informazione storica indicante i primi tentativi di preservare il racconto del ministero terreno di Cristo. Per un certo tempo dopo l’ascensione di Cristo la narrazione fu tenuta viva dall’istruzione orale impartita da testimoni oculari. Ma i particolari sono soggetti a mutare con una continua ripetizione orale e la precisione, con l’andar del tempo, tende a difettare. Quindi parecchi scrittori misero per iscritto il racconto vitale. Lo spirito santo di Geova particolarmente guidò la composizione di quattro di questi racconti, i nostri attuali quattro Vangeli che iniziano la raccolta dei libri componenti il cànone greco.

L’introduzione di Luca ci dice di più. Essa stabilisce chiaramente che egli non fu un testimone oculare degli avvenimenti che descrive, che si serviva di racconti già scritti e di comunicazioni orali come fonti d’informazione. Che Luca avesse in mente i Vangeli scritti da Matteo e Marco quando si riferì a precedenti composizioni è un argomento assai contestato. Certamente egli non limitava la sua espressione a questi due scrittori evangelici, perché le sue fonti d’informazione gli offrirono molti fatti non menzionati negli altri due Vangeli sinottici. È ragionevole dedurre, tuttavia, che Luca avesse a disposizione i Vangeli di Matteo e Marco, che le loro notevoli composizioni facessero parte delle informazioni raccolte da “molti” scrittori. Ma in base a ciò non si può sostenere che qualsiasi Vangelo sinottico fosse semplicemente un compendio o riassunto o una ripetizione degli altri. Ogni scrittore evangelico fu indipendente dagli altri; ognuno fu spinto dallo spirito di Dio a scrivere il suo racconto ispirato, affinché da quattro narrazioni indipendenti ma corroborative i futuri lettori potessero ‘conoscere pienamente la certezza delle cose’.

L’introduzione di Luca ci dice qualche cosa ancora. Indica che Teofilo è la persona che Luca aveva in mente all’atto di scrivere, e che lo scopo della composizione era quello di determinare con certezza le verità che Teofilo aveva già imparate, probabilmente in massima parte mediante istruzione orale. Chi fosse questo Teofilo non si sa, e sarebbe inutile soffermarsi sulle numerose vaghe congetture alle quali i critici della Bibbia si sono abbandonati. Comunque, era indubbiamente un Cristiano e, secondo molti, un convertito di fra i Gentili, sia per il suo nome greco che per le caratteristiche generali del racconto evangelico che gli fu indirizzato. Luca cita dalle Scritture Ebraiche molto meno di Matteo e considera la genealogia di Gesù (da parte di Maria), risalendo fino ad Adamo e non arrestandosi al patriarca ebraico Abrahamo, come fa Matteo. Il Vangelo di Luca è scritto per tutti gli uomini, non soltanto per quelli di discendenza abrahamica. Per adempiere il suo proposito di scrivere e determinare con certezza le verità della vita di Gesù, Luca rivela inoltre nella sua introduzione ch’egli diligentemente preparò, investigò e raccolse i particolari, e che ne fece prima uno schema onde dare al suo racconto un “logico ordine”.

Quando compose Luca il suo racconto del ministero terreno di Cristo? Di nuovo ci è impossibile dare una risposta definitiva. Tuttavia, Atti 1:1, 2 fornisce qualche aiuto: “Nel racconto prima di questo, o Teofilo, io trattai di tutte le cose che Gesù cominciò sia a fare che ad insegnare, fino al giorno che fu assunto, dopo di aver dato ordine mediante lo spirito santo agli apostoli che si era scelti”. Luca scrisse il libro di Atti, e nuovamente indirizzò il suo lavoro a Teofilo. L’espressione, il “racconto prima di questo”, si riferisce al Vangelo di Luca che Teofilo aveva già ricevuto. Atti fu scritto verso l’anno 61 (d.C.), da Roma. Poco prima di quel tempo Luca scrisse il suo Vangelo, probabilmente pure a Roma. Alcuni ritengono che Luca non scrisse il suo Vangelo e gli Atti degli Apostoli fino al suo ritorno in Grecia da Roma, verso il 61 o 62 d.C. Prima di passare ad un esame del contenuto del Vangelo stesso, si dovrebbe notare che Luca, il “medico diletto”, era intimamente associato con l’apostolo Paolo nei suoi viaggi di predicazione, e che la narrazione evangelica di Luca fu quasi altrettanto influenzata da Paolo come lo fu da Pietro quella di Marco.

Il Vangelo di Luca è una splendida narrazione, bene ordinata e storicamente precisa. Esso tratta generalmente gli avvenimenti descritti negli altri due Vangeli sinottici. La sua principale omissione (che potrà essere notata dal prospetto degli avvenimenti del soggiorno terreno di Gesù) concerne quello che accadde dopo il pasto che Gesù provvide a 5.000 persone sulla costa nord-orientale del mare di Galilea. A differenza degli altri Vangeli sinottici il Vangelo di Luca non parla del tentativo democratico ma non teocratico del popolo di fare Gesù re temporale con la forza della volontà popolare, del miracolo di Gesù di camminare sulle acque, delle sue numerose guarigioni nel paese di Gennezaret, dell’annullamento della Parola di Dio a causa della tradizione umana, del giro di predicazione attraverso la Fenicia ed oltre fino a Cesarea di Filippi e fino nella Decapoli, del pasto che Gesù provvide a 4.000 persone in tale luogo, e dell’avvertimento contro il lievito dei Farisei.

Ma per questa piccola lacuna il Vangelo di Luca ci dà in compenso molto di più. Egli solo indica i fatti concernenti la miracolosa nascita di Giovanni Battista. Il suo racconto della nascita di Gesù sorpassa in valore e nei dettagli quello fatto da Matteo. (1:5–2:39) È Luca che mostra le attività di Gesù nella casa di Suo Padre come fanciullo di dodici anni. (2:41-50) Di maggior importanza, però, è la narrazione dell’ulteriore ministero di Gesù in Giudea e del ministero successivo in Perea. Né Matteo né Marco descrivono questo particolare ministero in Giudea, avvenuto tra la festa dei tabernacoli del 32 d.C. e la festa della dedicazione del 32 d.C. (periodo di circa due mesi e dieci giorni). Durante questo periodo è ritenuto che i settanta siano stati mandati a predicare; molti istruttivi discorsi e parabole furono pronunciati e guarigioni miracolose compiute; incontri ebbero luogo nei quali Gesù ebbe il sopravvento sui contenziosi Farisei. — 10:1–13:21.

Il successivo ministero in Perea può essere suddiviso in due parti. Egli predicò quivi oltre il Giordano per un certo tempo dopo la festa della dedicazione. Indi il ministero in Perea fu interrotto da un viaggio a Gerusalemme, una sosta ad Efraim, da dove Gesù passò velocemente attraverso la Samaria e il punto più basso della Galilea e scese ancora un volta in Perea per svolgere ivi l’opera di ministero mentre s’incamminò alla volta di Gerusalemme per l’ultima Pasqua. Questa prima parte dell’ulteriore ministero in Perea, subito dopo la festa della dedicazione, è contenuta soltanto nel Vangelo di Luca. Uno sguardo al prospetto del soggiorno terreno di Gesù rivelerà le importantissime istruzioni e le parabole esposte a quel tempo. — 13:22–17:10.

Nel narrare gli avvenimenti conclusivi del soggiorno terreno di Gesù, come drammaticamente si svolsero durante quell’ultima settimana a Gerusalemme, il Vangelo di Luca segue il passo degli altri due Vangeli sinottici, esponendo in genere gli stessi avvenimenti. È l’unico Vangelo, tuttavia, che descrive l’effettiva ascensione del risorto Gesù. (24:50-53) È interessante notare che Luca termina il suo Vangelo col racconto dell’ascensione ed apre quello che segue, gli Atti degli Apostoli, con una narrazione dello stesso avvenimento. In tal modo una narrazione comune ad entrambe le opere di Luca le unisce assieme, e alla sua descrizione della vita di Gesù in “logico ordine”, fa seguito la storia del modo in cui i fedeli apostoli e discepoli seguirono le orme dell’unto Re del Nuovo Mondo.

[Domande per lo studio]

1. Con quali parole comincia Luca il suo Vangelo?

2. Quali informazioni ci offre questa introduzione riguardo alla preservazione del racconto del ministero terreno di Cristo?

3. Che cosa stabilisce questa introduzione concernente lo stesso Luca?

4. Quali fonti d’informazione potrebbero essere comprese fra quelle disponibili a Luca? tuttavia che cosa non si deve dedurre da ciò?

5. Quali successivi fatti rivelano questi quattro versetti introduttivi?

6. Quando compose Luca il suo Vangelo?

7. Paragonato agli altri due Vangeli sinottici, quali avvenimenti principali omette il racconto di Luca?

8. In paragone con Matteo e Marco, che cosa dice Luca circa (a) l’ulteriore ministero in Giudea? (b) L’ulteriore ministero in Perea?

9. Quale avvenimento finale descrive Luca che non è contenuto negli altri tre Vangeli?

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