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  • Usate strategia nella guerra teocratica
    La Torre di Guardia 1958 | 1° maggio
    • Usate strategia nella guerra teocratica

      UNA testimone di Geova andava di casa in casa nella Germania Orientale allorché scorse un violento oppositore. Sapendo subito che cosa aspettarsi ella cambiò la sua camicetta rossa con una verde entrando in un vicino portone. Era appena uscita sulla strada quando l’agente comunista le chiese se aveva visto una donna con una camicetta rossa. No, ella rispose, e continuò per la sua strada. Disse forse una bugia?

      No; non era bugiarda. Piuttosto, usava strategia nella guerra teocratica, celando la verità con azioni e parole nell’interesse del ministero. In ciò ella aveva un buon precedente scritturale. Non nascose forse Rahab le spie israelite sia con azioni che con parole? Non nascosero similmente Abrahamo, Isacco, Davide ed altri la verità a volte allorché si trovavano di fronte un nemico ostile? Certamente, e non leggiamo mai una parola di rimprovero per tali atti. Anzi, leggiamo che tali uomini furono considerati esemplari servitori di Geova. Le loro azioni erano in armonia col saggio consiglio di Gesù: “Ecco! io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò dimostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe”. — Matt. 10:16.a

      Forse qualcuno si chiederà come si potrà distinguere la differenza che esiste fra l’uso di strategia nella guerra teocratica per nascondere la verità e il ricorrere alle menzogne. Innanzi tutto, si noti che quando una persona fa giuramento di dire la verità ha l’obbligo di farlo. Dedicandosi a fare la volontà di Dio ogni Cristiano ha fatto voto o giuramento di compiere la volontà di Dio ed essere a lui fedele. Egli certamente deve mantenere questo giuramento. Similmente, quando un Cristiano deve comparire come testimone in tribunale, ha l’obbligo di dire la verità se decide di parlare. A volte egli potrebbe preferire di rifiutare di parlare e soffrirà le conseguenze piuttosto che tradire i suoi fratelli e gli interessi dell’opera di Dio. E naturalmente non vi è alcun motivo di usare strategia di guerra nelle relazioni con i nostri fratelli cristiani. Trattando con loro noi diciamo la verità o con tatto facciamo loro notare che ciò che cercano di sapere non li riguarda.

      Le menzogne sono falsità dette per ragioni egoistiche e che danneggiano gli altri. Satana disse ad Eva una menzogna che recò molto male a lei ed a tutta la razza umana. Anania e Saffira dissero menzogne per ragioni egoistiche. Ma nascondere la verità ad un nemico, che non ha diritto di conoscerla, non gli reca alcun male, specialmente quando egli userà tali informazioni per danneggiare altri che sono innocenti.

      Una grande opera viene svolta dai testimoni anche nei Paesi in cui la loro opera è messa al bando. L’unico modo in cui essi possono adempiere il comando di predicare la buona notizia del regno di Dio è usando strategia nella guerra teocratica. Le pubblicazioni sono introdotte nella nazione e diffuse clandestinamente. Sarebbe forse saggio nascondere queste pubblicazioni con le proprie azioni e quindi rivelare dove si trovano con le parole quando siamo interrogati? Certamente no! Quindi in tempo di guerra spirituale è appropriato sviare il nemico nascondendo la verità. Non viene fatto egoisticamente; non reca danno a nessuno; al contrario, fa molto bene.

      Oggi i servitori di Dio sono impegnati in una guerra, una guerra spirituale, teocratica, una guerra ordinata da Dio contro le forze spirituali malvage e contro i falsi insegnamenti. I servitori di Dio sono mandati come pecore in mezzo ai lupi e perciò devono esercitare l’estrema cautela dei serpenti in modo da proteggere dovutamente gli interessi del regno di Dio affidati loro. Devono sempre fare molta attenzione di non dare al nemico qualsiasi informazione che potrebbe essere usata per ostacolare l’opera di predicazione.

      [Nota in calce]

      a Per particolari vedete La Torre di Guardia del 1º agosto 1956.

  • Il mio scopo nella vita
    La Torre di Guardia 1958 | 1° maggio
    • Il mio scopo nella vita

      Narrato da Doris Monroe

      HO DOVUTO superare due pietre miliari nella mia crescita spirituale prima di scegliere finalmente il servizio di pioniere come carriera per la vita. La prima fu quando ebbi parte nel portare la verità ad un’ex compagna di scuola di mia sorella. Nonostante l’opposizione della famiglia, ella cominciò a venire alle adunanze con noi. Nell’aiutare lei noi in realtà stavamo edificando la nostra stessa fede.

      Seconda pietra miliare: In quel tempo pionieri speciali furono mandati al nostro sobborgo, presso Chicago. Si tenevano adunanze in una casa e fu iniziata l’opera della diffusione di opuscoli la sera. Quale gioia fu per noi accompagnare in servizio la nostra prima proclamatrice! Nonostante il limitatissimo addestramento allora disponibile, ella perseverò, presto fu immersa e divenne una nostra sorella spirituale. Quello fu l’inizio di un’intima amicizia che doveva farci condividere dieci anni di servizio di pioniere, ottenere il diploma di Galaad e compiere il servizio insieme in un paese straniero.

      Quando i pionieri speciali partirono cominciai il mio primo studio con una vecchietta. Ella aveva fatto solo la seconda classe elementare. Perciò imparava con fatica, ma presto cominciò a venire alle adunanze; e una sera in cui ci radunammo per l’opera di diffusione delle riviste nelle strade venne anch’ella, avendo sentito l’annuncio ed essendo ansiosa di prendervi parte.

      Le frequenti lettere della Società che invitavano ad intraprendere il servizio di pioniere sembravano dirette a noi. Benché ci fossero ostacoli sul nostro cammino, questi sembravano svanire quando riflettevamo sui privilegi di servizio che avremmo

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