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  • Il mio scopo nella vita
    La Torre di Guardia 1958 | 15 giugno
    • detto se ne sarebbe andato. Poco dopo fu visto mentre cercava di prendere posto insieme ad un’altra persona. Dopo il discorso nessuno voleva andarsene; volevano ascoltare ancora, e così fecero. Furono annunciati lo studio Torre di Guardia e altre adunanze. Pur essendovi tre o quattro presenti all’inizio, i partecipanti gradatamente aumentarono. Questi provarono anche la gioia del servizio, prontamente partecipando al servizio di annunciare i discorsi pubblici mediante foglietti d’invito.

      Ma la nostra assegnazione è stata ancora una volta cambiata e attualmente continuiamo il nostro servizio come missionari a Cayey, nel Portorico, dove abbiamo ogni giorno molte gioie mentre conseguiamo lo scopo della nostra vita.

      Sapendo che ci vuole pazienza per aver la salvezza, si impara presto ad avere la più grande pazienza e benevolenza verso i nuovi fratelli e sorelle, ed essi amano il missionario per questo. Gli divengono sempre più cari ogni anno che passa mentre egli li vede crescere verso la maturità, producendo il frutto del Regno, predicando il messaggio del Regno di casa in casa, facendo visite ulteriori, iniziando e conducendo i propri studi biblici. Non si può descrivere a parole la gioia provata nel conseguire lo scopo della mia vita, mentre continuamente vedo la benedizione di Geova sul servizio del Regno. È merito di Geova, e tutti quelli che ne hanno la possibilità dovrebbero desiderare ansiosamente di prendere parte a questa attività di servizio.

  • “Mi ha fatto vergognare”
    La Torre di Guardia 1958 | 15 giugno
    • “Mi ha fatto vergognare”

      ● The Word and Way, “Periodico Battista del Missouri”, del 23 agosto 1956, pubblicò un breve articolo intitolato “Mi ha fatto ritornare alla mia Bibbia”. Fu scritto da D. R. Bledsoe, ecclesiastico di Kansas City, nel Missouri, a proposito del suo incontro con una testimone di Geova.

      ● “Molte volte sediamo completamente tranquilli e compiaciuti della nostra affermazione che siamo Battisti e accettiamo tutta la Bibbia. Non dobbiamo essere troppo soddisfatti di essere l’unico gruppo che usi la Bibbia. Ci sono quelli che lo fanno con sincerità e con molto più fervore e dedizione alla loro causa di noi.

      ● “Il Signore mi ha condotto recentemente in una delle case in cui si tiene la nostra Scuola Domenicale dove un’aderente ai ‘Testimoni di Geova’ stava impartendo una ‘Lezione Biblica’ ad una giovane madre in cerca di verità, che un tempo era Battista. Sono certo che l’insegna ‘Studio del Pastore’ sul cancello di casa nostra mi ha protetto finora da un incontro del genere, ma poiché mi trovavo lì il fuoco fu rivolto contro di me. Non desidero vantarmi quando dico che ero e sono abbastanza sicuro della mia teologia sistematica e del mio intendimento scritturale, ma questa massaia quarantenne, Testimone di Geova, mi ha fatto vergognare del mio limitato acume scritturale . . .

      ● “Mi resi conto ben presto che il 90 per cento degli appartenenti ‘medi’ della mia chiesa sarebbero stati messi a tacere e confusi in un simile combattimento. Mi resi conto che i miei fedeli dovevano essere istruiti e questo oltre ai sermoncini di devozione.

      ● “Probabilmente sorriderai e forse riderai clamorosamente della mia esperienza, ma fratello, tutto ciò che ti occorre per riprendere i sensi e svegliare la tua coscienza è un incontro come quello che ho avuto io e che ti farà tornare alla tua Bibbia”. Veramente le parole di Isaia 56:10 riguardo ai guardiani d’Israele che amano sonnecchiare si applicano ai guardiani spirituali della Cristianità!

  • Il congregatore parla su opere vane e meritorie
    La Torre di Guardia 1958 | 15 giugno
    • Il congregatore parla su opere vane e meritorie

      “Temi il [vero] Dio e osserva i suoi comandamenti. Poiché questo è il tutto [l’obbligo] dell’uomo”. — Eccl. 12:13.

      1. Sin dalla fine della prima guerra mondiale, quali due specie di radunamenti hanno avuto luogo, e chi raduna ciascun gruppo?

      SIN dal 1918, anno in cui ebbe fine la prima guerra mondiale, i governanti politici e gli eserciti di tutte le nazioni si sono radunati, congregati, nel “luogo chiamato in ebraico Armaghedon”. (Apoc. 16:14, 16, Ti; Ezech. 38:7, 13, VR) È stato anche compiuto un grande radunamento, un congregamento mondiale, di uomini e donne amanti della pace in un luogo di vera sicurezza. Essi formano già una congregazione che si estende a tutta la terra, e ogni giorno molti altri si uniscono a loro. In questo periodo d’afflizione che cominciò con la prima guerra mondiale, essi hanno avuto prove sempre più schiaccianti che questo mondo, o sistema di cose, non avrà durata ma finirà nel conflitto universale di Armaghedon. Comprendono come siano vane e inutili le opere degli uomini compiute per sostenere questo vecchio mondo. Non vogliono più sciupare la loro vita in una vana corsa dietro al vento. Da ora in poi vogliono impiegare la loro vita in opere meritorie che diano gioia e soddisfazione e che producano un bene che non sarà cancellato da Armaghedon ma che continuerà nel radioso nuovo mondo. Tutti gli operatori di opere meritorie vengono radunati sotto una forza diversa da quella che dirige questo mondo. I governanti e i loro eserciti sono radunati ad Armaghedon mediante l’influenza dei demoni sotto il dominio di Satana il Diavolo. Gli uomini e le donne che fanno opere degne del giusto, pacifico nuovo mondo son radunati da un saggio, teocratico congregatore, che li istruisce e guida nelle opere meritorie.

      2. Come si identifica il congregatore, e perché non v’è nulla da obiettare se egli usa un titolo femminile per riferirsi a se stesso?

      2 Chi è questo congregatore? È possibile sapere chi egli è. Fu prefigurato molto tempo fa dal più sapiente governatore dell’antichità, il re Salomone, che regnò per quarant’anni nella città di Gerusalemme. Mille anni prima dell’èra cristiana il re Salomone scrisse un libro di sapienza più che umana, comunemente chiamato libro di Ecclesiaste, e sin dall’inizio di questo libro egli parla di se stesso come del congregatore o radunatore, dicendo: “Parole del congregatore, figlio di Davide, re di Gerusalemme. ‘La più grande vanità!’ ha detto il congregatore, ‘la più grande vanità! Tutto è vanità!’ Io, il congregatore, sono stato re d’Israele in Gerusalemme”. (Eccl. 1:1, 2, 12) È da notare che, nella lingua in cui scrisse il re Salomone, il libro si chiama Qohèleth, che significa “Congregatore”. È vero che nella lingua ebraica la parola Qohèleth è di genere femminile, ma lo è anche la parola ebraica tradotta “sapienza”; eppure il re Salomone, a causa della sapienza che aveva ricevuta da Dio, fu impiegato come un simbolo di sapienza, come se egli fosse stato la sapienza personificata. Inoltre, Colui che il re Salomone prefigurò ai giorni della sua sapienza è rimarchevolmente la personificazione della sapienza celeste. — Prov. 8:12, 22-31.

      3. Come fu un congregatore il re Salomone, e chi congregò?

      3 Ma come fu un congregatore il re Salomone e chi congregò? Egli fu un congregatore di un popolo, del suo popolo, dei suoi sudditi, e di altre persone amichevoli e di buona volontà. Congregò tutte queste persone all’adorazione dell’Iddio della pace e della felicità, Geova. Per sette anni e mezzo Salomone si occupò della costruzione di un magnifico tempio, che fu innalzato in Gerusalemme al nome di Geova e completato nell’undicesimo anno del suo regno. Per la dedicazione di questo tempio di adorazione il re Salomone radunò o congregò tutte le persone che vi erano particolarmente interessate. La storia dice in proposito: “A quel tempo Salomone cominciò a convocare gli anziani d’Israele, tutti i capi delle tribù, i principi dei padri, dei figli d’Israele, presso il re Salomone a Gerusalemme, per portar su l’arca del patto di Geova dalla città di Davide, cioè da Sion. Poi i sacerdoti portarono l’arca del patto di Geova al suo luogo, alla camera interna della casa, il Santissimo, sotto le ali dei cherubini”. (1 Re 8:1, 6; 2 Cron. 5:2, 7) Così congregando i suoi sudditi al tempio di Geova appena completato, Salomone diede inizio all’adorazione di Dio nel luogo dove egli aveva posto il suo nome.

      4. Scrivendo il suo libro, perché egli si chiamò Qohèleth, e come ci edifica oggi lo studio del suo libro?

      4 In qualità di congregatore del suo popolo, Salomone agì per il loro massimo benessere, inducendoli all’adorazione dell’Iddio col quale avevano fatto un patto nazionale o solenne accordo di amarlo, adorarlo e servirlo. In seguito, quando scrisse il libro di Ecclesiaste, egli si chiamò Qohèleth o “il congregatore”. Egli si chiamò così, non soltanto perché aveva per primo congregato il suo popolo e i loro compagni di buona volontà alla dedicazione del nuovo tempio, ma perché, mediante il nuovo libro che aveva scritto, egli cercava di raccogliere il suo popolo lungi dalle opere vane e infruttuose di questo mondo verso le opere degne dell’Iddio al quale si era dedicato come nazione. Il suo libro chiamato Qohèleth aveva lo scopo d’impedire al popolo di Dio di abbandonarsi alle materialistiche imprese di questo mondo, o di ricondurlo se si fosse allontanato. Questo fatto è messo in risalto nell’ultimo capitolo del libro, dove dice:” ‘La più grande vanità!’ ha detto il congregatore, ‘Tutto è vanità!’ E oltre al fatto che il congregatore era diventato saggio, egli anche insegnò continuamente al popolo la conoscenza, e ponderò e fece un’accurata ricerca, per poter mettere in ordine molti proverbi. Il congregatore cercò di trovare parole piacevoli e di scrivere corrette parole di verità”. (Eccl. 12:8-10) Studiando il libro del Qohèleth e i suoi proverbi scritti con tali scelte parole e con tali precise espressioni di verità noi siamo oggi spronati ad avvicinarci di più a Geova Dio e ad apprezzare maggiormente il suo prezioso servizio.

      5. Oltre al libro del Qohèleth, che cosa abbiamo di maggior importanza, e perché è così importante che ascoltiamo ora?

      5 Ad ogni modo, oggi noi non abbiamo soltanto il libro del Qohèleth, che i traduttori greci erratamente chiamarono Ecclesiaste, ma abbiamo un Congregatore più grande del re Salomone. Egli è il Signore Gesù Cristo, prefigurato dal re Salomone. Era molto importante che il popolo ascoltasse Gesù Cristo quando era sulla terra, poiché, come egli disse, “la regina del meridione sarà destata nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dai confini della terra per udire la sapienza di Salomone, ma, ecco! qui c’è più che Salomone”. (Matt. 12:42) Oggi è ancor più importante che noi ascoltiamo Gesù Cristo che ora regna in cielo alla destra del suo celeste Padre, Geova Dio. Noi siamo la generazione del genere umano che vive nel “tempo della fine” di questo vecchio mondo. Per noi, sin dal 1914, le prove visibili del suo regno istituito crescono ogni giorno di più. Siamo nel tempo del giudizio non soltanto della congregazione dei santi, dei quali il re Gesù Cristo è il Capo, ma anche delle nazioni di questo mondo che sono radunate al campo di battaglia di Armaghedon.

      6. Come possiamo sapere se la regina di Saba fu migliore di ciò che siamo noi oggi, e chi in particolar modo prefigurò ella?

      6 Il fedele esempio della regina di Saba proveniente dal meridione ci condannerà se oggi non apprezziamo il più grande Salomone che è in cielo e non veniamo a lui per imparare la sua sapienza e le sue opere divine. Ella, pur non essendo Giudea, fu migliore di molti Giudei dei giorni di Gesù, perché apprezzò la sapienza di Salomone. È ella migliore di noi oggi? Sì, se non apprezziamo Colui che è ora presente e che è assai più grande del re Salomone. Il Congregatore, Gesù Cristo, raduna oggi insieme una gran folla di persone di buona volontà, prefigurata dalla regina di Saba, e si rende il reale Pastore di queste “altre pecore”. Questo lo ha fatto da quando ha radunato sulla terra i rimanenti del “piccolo gregge”, la congregazione delle 144.000 pecore di cui egli stesso è il celeste capo. Tutti questi suoi mansueti seguaci sono stati in questo giorno congregati da lui presso il regno di Dio e il tempio spirituale dell’adorazione di Dio. Riguardo a ciò è scritto: “Affinché i figli di Dio che sono dispersi siano anche radunati insieme da lui”. — Giov. 11:52; Apoc. 7:1-17; Giov. 10:16.

      “TUTTO È VANITÀ”

      7. Che cosa incluse il re Salomone nell’espressione: “Tutto è vanità!”, e che cosa escluse?

      7 Alla congregazione governata dal re Gesù Cristo l’apostolo Paolo scrive: “Miei diletti fratelli, siate saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che il vostro lavoro non è vano riguardo al Signore”. (1 Cor. 15:58) Ma proprio al principio del libro di Ecclesiaste il re Salomone esclama: “La più grande vanità! Tutto è vanità!” (Eccl. 1:2) Se dunque il re Salomone è un tipo profetico del re Gesù Cristo, perché dice questo? Il re Salomone non si riferiva qui all’opera di servire Geova Dio e il suo unto Re. Egli non incluse questo nella sua generale espressione “tutto”. Con “tutto” egli volle dire tutto ciò che era sotto la sua osservazione, tutto ciò che indicava nel suo libro mediante vari esempi. Queste cose riguardano questo mondo, non il regno di Dio, il regno dei cieli, che governerà per sempre nel nuovo mondo di giustizia di Dio. In qualità di unto Re di Dio assiso allora sul “trono di Geova” e che aveva specialmente chiesto a Dio la sapienza per giudicare il popolo di Geova, Salomone era nella posizione più favorevole per esaminare la condotta e le attività degli uomini ed esperimentarle poi per proprio conto. Egli stesso ci dice:

      8. Che cosa ci dice egli riguardo alle cose che lo rallegrarono e alla conclusione a cui arrivò?

      8 “Io, il congregatore, ero re d’Israele in Gerusalemme. E disposi il mio cuore per cercare e investigare la sapienza rispetto a tutto ciò che è stato fatto sotto i cieli,

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