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  • È la vostra coscienza una guida sicura?
    La Torre di Guardia 1958 | 1° novembre
    • È la vostra coscienza una guida sicura?

      “LASCIATI guidare dalla tua coscienza”: questo è il consiglio che le persone spesso ricevono quando chiedono ad un amico un parere su qualche questione morale. Quanto è giusto questo consiglio? È la coscienza una guida sicura? Per determinare quanto è buona la guida della coscienza dobbiamo sapere che cos’è la coscienza, che cosa fa e che cosa non fa.

      La coscienza è una facoltà della mente. L’onnisapiente Creatore ce l’ha provveduta. La coscienza, poiché è un intimo senso di bene o di male, ci accusa o ci scusa. Essa giudica. Determina la qualità morale dei nostri pensieri e delle nostre azioni, imponendoci di fare ciò che crediamo sia giusto. Oltre ad esprimere un giudizio, la coscienza fa qualcos’altro: procura piacere o infligge dolore per la nostra condotta buona o cattiva. Che facoltà meravigliosa è questo dono di Dio!

      Ma che cos’è che la coscienza non fa? Non ci insegna ciò che è giusto; non ci provvede regole per giudicare ciò che è bene o male. La coscienza pertanto, se non è illuminata e addestrata secondo un sicuro modello di giustizia, è semplicemente il giudizio personale delle proprie azioni, giuste o sbagliate. Una coscienza non illuminata può condurre al disastro, come la Parola di Dio dichiara: “V’è tal via che all’uomo par dritta, ma finisce col menare alla morte”. — Prov. 14:12, VR.

      Nessuna persona dovrebbe perciò affrettarsi a concludere di essere certa di agire bene perché segue i suggerimenti della sua coscienza. Se la sua coscienza non è addestrata, la persona può facilmente esserne ingannata. La Bibbia dice: “Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà?” Sì, la coscienza può ingannarci completamente, scusandoci quando abbiamo fatto qualcosa di corrotto. Quindi la coscienza è corrotta. “Per i contaminati e infedeli niente è puro, bensì tanto le loro menti che le loro coscienze sono contaminate”. — Ger. 17:9, VR; Tito 1:15.

      E come sono corrotte le coscienze di molte persone di oggi! Questo veramente non è strano. Era inevitabile. L’apostolo di Cristo Gesù predisse che in questi “ultimi giorni” vi sarebbero stati degli uomini “che dicono menzogne, bollati nella loro coscienza come da un marchio di ferro rovente”. (1 Tim. 4:2) Un ferro rovente lascia i tessuti cicatrizzati, insensibili; una coscienza così indurita non ha sensibilità e non può discernere fra il bene e il male. Una coscienza tale ha cessato di servire come guida personale.

      In tal modo un uomo può stabilire che una certa condotta malvagia sia giusta. Un individuo, quando si lascia guidare da una coscienza contaminata e indurita, più la segue, peggiore diventa! Come malfattore egli diventa sempre più perverso. È sempre più difficile correggerlo e mostrargli ciò che è giusto. Egli può continuare a fare il male coscienziosamente. Sì, una persona può facilmente servire il nemico di Dio e l’oppositore di ogni giustizia, Satana il Diavolo, e farlo con coscienza! Sebbene la sua coscienza possa scusarla, essa non è giustificata. L’apostolo di Cristo dichiarò fermamente: “Non ho nessun peso sulla coscienza. Ma per questo non sono rivendicato, bensì chi mi esamina è Geova”. — 1 Cor. 4:4.

      Quando dunque possiamo con sicurezza affidarci alla nostra coscienza? Soltanto dopo che avremo assoggettato la nostra mente e la nostra coscienza alla giustizia di Dio. La consapevolezza o la sincerità non bastano. “Io rendo loro testimonianza che hanno zelo verso Dio; ma non secondo accurata conoscenza; perché, non conoscendo la giustizia di Dio, ma cercando di stabilire la propria, non si sono assoggettati alla giustizia di Dio”. — Rom. 10:2, 3.

      Abbiamo bisogno di accurata conoscenza per addestrare la nostra coscienza nella giustizia di Dio. Questa specie di conoscenza si trova soltanto nella scritta Parola di Dio, la Bibbia. “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a rimproverare, a mettere le cose a posto, a disciplinare nella giustizia”. “Perché la parola di Dio è vivente ed esercita potenza ed è più affilata di qualsiasi spada a doppio taglio e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e delle loro midolla, e può discernere i pensieri e le intenzioni del cuore”. — 2 Tim. 3:16; Ebr. 4:12.

      La Parola di Dio, quindi, ha il potere di disciplinare la nostra coscienza nella giustizia, se siamo pronti ad acquistare accurata conoscenza del modello di giustizia di Dio. Apprendendo le leggi e i comandamenti di Dio e quindi ubbidendo ad essi, siamo in grado di seguire il comando scritturale: “Mantenete una buona coscienza”. Com’è preziosa una buona coscienza, una buona coscienza che non ci accusi di aver fatto il male contro Dio o l’uomo! Un apostolo che aveva addestrato la sua coscienza secondo la Parola di Dio dichiarò: “Veramente, io mi esercito continuamente per avere la consapevolezza di non commettere offesa alcuna contro Dio e contro gli uomini”. — 1 Piet. 3:16; Atti 24:16.

      Volete mantenere una buona coscienza come questa? Volete una coscienza che sia una guida sicura? Allora dovete fare due cose: (1) Illuminate o addestrate la vostra coscienza per conoscere ciò che è bene e ciò che è male, servendovi della Parola di Dio per disciplinarvi, e (2) seguite i dettami della vostra coscienza illuminata incuranti delle conseguenze.

      Senza la prima di queste due cose, cioè una chiara veduta di quello che Dio considera bene o male, la coscienza non potrà mai essere una guida sicura. Perché? Perché ci spinge soltanto a fare quello che noi stimiamo giusto, e se le nostre vedute di quello che è bene o male sono erronee potremmo essere spinti a fare ciò che è in diretta trasgressione della legge di Dio. Potremmo anche trovarci a combattere contro Dio.

      Considerate Saulo di Tarso prima che divenisse l’apostolo Paolo. Perseguitava i Cristiani e lo faceva con coscienza. Egli pensava veramente di dover perseguitare i Cristiani, e la sua coscienza approvava la sua linea di condotta, come più tardi spiegò: “Quanto a me, pensavo veramente in me stesso di dover commettere molti atti di opposizione contro il nome di Gesù”. — Atti 26:9.

      Le azioni più cattive possono essere commesse con l’approvazione di una coscienza non illuminata. Questo è vero specialmente quando la coscienza è stata male educata da una falsa religione. Non è dunque strano che Cristo Gesù dichiarasse riguardo ai suoi veri seguaci: “Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di aver reso un sacro servizio a Dio. Ma essi faranno queste cose perché non hanno conosciuto né il Padre né me”. Pertanto possono essere commesse con coscienza, non soltanto azioni di furto, di idolatria, di spiritismo, di fornicazione, di adulterio ed altre ingiustizie, ma perfino il delitto! Tuttavia, “il giusto decreto di Dio” è “che quelli che praticano tali cose sono degni di morte”. — Giov. 16:2, 3; Rom. 1:32.

      Addestrate quindi la vostra coscienza con la Parola di Dio. Poi “mantenete una buona coscienza” non violandola mai. Sì, lasciatevi guidare dalla vostra coscienza, ma soltanto dopo che è stata illuminata, addestrata e disciplinata nella giustizia mediante la Parola di Dio.

  • È riconosciuta la predicazione all’aperto?
    La Torre di Guardia 1958 | 1° novembre
    • È riconosciuta la predicazione all’aperto?

      È riconosciuta la predicazione all’aperto? La predicazione nelle cattedrali e negli edifici delle chiese è stata da molto tempo riconosciuta ed ammessa ad una posizione onorevole e privilegiata. Qual è la posizione della predicazione all’aperto?

      I VISITATORI di Londra sono spesso impressionati dal frequente impiego della predicazione all’aperto. Spesso essi vedono un ecclesiastico, forse nel giardino di fronte alla chiesa, che predica all’aperto a una folla di persone che stanno in piedi nello spiazzo erboso o sul marciapiede. In America e altrove l’attività svolta dai predicatori dell’Esercito della Salvezza agli angoli delle strade è ben conosciuta. Alcuni padroni di casa hanno ricevuto la visita dei ministri mormoni o di missionari che sono andati alle loro porte. E chi non è stato visitato da un testimone di Geova che andava di casa in casa a predicare la buona notizia del regno di Dio? E poiché la predicazione all’aperto aumenta nello scopo e nell’impiego sorge un’interessante domanda.

      È riconosciuta la predicazione all’aperto? Con questo intendiamo dire: Quale posizione occupa tale forma di predicazione sotto quattro aspetti vitali? (1) È storicamente riconosciuta e dimostrata efficace? (2) Perché è necessaria nei nostri giorni e nella nostra epoca, quando le chiese raramente sono distanti da qualsiasi persona? (3) È legalmente riconosciuta dalle istituzioni governative e dai tribunali? (4) E quale posizione occupa la predicazione all’aperto alla luce della Parola di Dio, la Bibbia?

      Una comune e moderna veduta sulla predicazione all’aperto è che essa è piuttosto insolita. Un esame della storia tuttavia cambia l’opinione secondo cui essa sarebbe nuova. Edwin Hallock Byington scrisse in Open-Air Preaching: “La predicazione all’aperto non è un ‘metodo nuovo’”. “Fu il modo originale di diffondere fra gli uomini la rivelata volontà di Dio. Non solo esso è ‘vecchio quanto la predicazione stessa’ ma per secoli fu l’unica specie di predicazione. ‘Siamo pienamente liberi di credere’, dice Spurgeon, ‘che Enoc, il settimo da Adamo, quando profetizzava, non chiese miglior pulpito del pendio di una collina, e che Noè fu un predicatore di giustizia pronto a discutere con i suoi contemporanei mentre costruiva l’arca’”.1

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