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Quanto è importante la buona associazione per voi?La Torre di Guardia 1968 | 1° agosto
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Repubblica Dominicana i Testimoni continuarono ad associarsi con grande difficoltà. A volte dovevano fare lunghi giri per arrivare alla Sala del Regno a causa delle barricate. Quindi, allorché la capitale fu divisa in due dalle forze opposte, molti Testimoni erano nell’impossibilità di raggiungere le Sale del Regno. Si diedero per vinti? No. Si radunarono in case private, riducendo così al minimo la perdita di edificante associazione.
In alcuni Paesi ai cristiani è persino proibito di leggere la Bibbia e di riunirsi con altri per studiarla. Sono per questo vinti dal timore fino al punto di smettere di associarsi con altri della stessa fede? Niente affatto. Nonostante gli uomini decretino il contrario, essi seguono la condotta consigliata dall’ispirato apostolo di Cristo Gesù: ‘Non abbandonate la vostra comune adunanza’. (Ebr. 10:25) Ciò che avviene in seguito prova che seguono la condotta giusta, poiché Geova li protegge e li benedice, e anche quando sono ingiustamente arrestati e puniti, egli dà loro forza e coraggio per superare e sopportare le sofferenze mentali e fisiche a cui possono essere sottoposti.
Ispirato da così numerose testimonianze circa l’amore e la perseveranza di conservi cristiani, come si vede dall’importanza che danno all’associarsi regolarmente insieme, non è appropriato che ciascuno di noi analizzi la propria veduta delle adunanze settimanali della congregazione cristiana? Si corre il pericolo di considerarle una cosa normale. Si corre il pericolo che le comodità materiali ci facciano indietreggiare di fronte ai disagi, e considerare i nostri bisogni materiali anziché il nostro benessere spirituale. È necessario che ci sia negato il diritto di radunarci coi conservi cristiani per destare in noi il massimo apprezzamento per questo privilegio? No di certo.
È ovvio che se desideriamo qualche cosa abbastanza intensamente faremo lo sforzo per ottenerla. Infatti, persino le persone malate, gli stanchi, gli anziani, sì, gli storpi e i ciechi vanno regolarmente alle adunanze della congregazione cristiana. Perché ci vanno nonostante gli ostacoli che incontrano? Perché sono convinti di aver bisogno di associazione e della forza spirituale che si ottiene dallo scambio di espressione intorno alla volontà di Dio. (Rom. 1:12) Ad ogni modo, dunque, prendete la buona abitudine della sana associazione. Siate una benedizione per i conservi cristiani, ed essi saranno una benedizione per voi.
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La corsa per il premio della vitaLa Torre di Guardia 1968 | 1° agosto
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La corsa per il premio della vita
Narrato do Otto Mäkelä
ERANO i primi dell’autunno del 1919. Presi posto sulla linea di partenza per una corsa di 3.000 metri. Non pensavo di vincere o neppure di ricevere un premio, perché pensavo che gli altri corridori fossero meglio di me. Quando fu dato il segnale di partenza rimasi indietro. Era molto facile correre, e quando avevamo fatto due chilometri senza che la velocità aumentasse minimamente, decisi di avvicinarmi a quelli che erano in testa e vedere che cosa accadeva là davanti. Benché raggiungessi il primo gruppo, continuarono a correre allo stesso lento ritmo. Rimasi molto perplesso, ma passai in testa, senza rendermi conto ancora che gli altri semplicemente non erano in grado di correre più forte, e che io ero nella mia migliore forma.
A circa 400 metri dal traguardo diedi fondo a tutte le mie energie e li lasciai tutti indietro, vincendo. Fu anche una vera sorpresa apprendere che il mio tempo era stato un primato per quell’anno in Finlandia. Mi rallegrai dell’impresa e pensai: “Mi attende un tempo di grande successo e conseguirò presto primati mondiali?” Non avevo ancora il modo di sapere che alla fine di quell’anno mi si sarebbe presentata l’opportunità di correre in un migliore campo di corse.
I PRIMI AVVENIMENTI DELLA MIA VITA
Da bambino mi ero sempre interessato alle corse, ma ero stato interessato anche nelle cose più serie di cui parlavano spesso gli adulti. Quando ospiti che parlavano di cose serie venivano a casa mia io mi allontanavo dagli altri bambini, mi infilavo inosservato in qualche nascondiglio e ascoltavo la conversazione. Alcuni difendevano Dio e la Bibbia, altri lo rinnegavano. Li udivo parlare di un inferno di eterno tormento, di spiritismo e di altri soggetti. All’età di otto o dieci anni già mi chiedevo mentalmente se servire Dio o no. Quando mi svegliavo di notte e avevo paura, l’idea dell’inferno di fuoco mi preoccupava.
A dieci anni accettai gradualmente l’idea che la Bibbia fosse solo frutto dell’immaginazione degli uomini e che fosse stata lo strumento usato per dominare e opprimere gli uomini. Poi a dodici anni udii alcuni giovani missionari evangelici-luterani parlare del soggetto della loro partenza per i paesi pagani. Ciò che dissero mi fece profonda impressione, tanto che mi “convertii” e cominciai a leggere la Bibbia. Il mio insegnante di scuola, udendo ciò, fu molto soddisfatto e promise di iscrivermi alla scuola missionaria non appena avessi raggiunto l’età indispensabile. Comunque, col passar degli anni ci furono molti cambiamenti. Il mio insegnante morì. Io ebbi molti problemi, sebbene continuassi a leggere la Bibbia, senza capirne troppo.
In seguito divenni così appassionato di sport che il soggetto riempì la mia mente escludendo praticamente ogni altra cosa. Ciò nondimeno, la mia coscienza ogni tanto mi turbava. ‘L’opera missionaria non sarebbe la volontà di Dio per te?’ continuava a rammentarmi. Già da dieci anni pregavo per tale carriera.
Un giorno mentre stavo per partire per una corsa, venne a casa una donna a offrire letteratura religiosa. Se non avessi già accettato di partecipare alla corsa avrei ascoltato lietamente tutto quello che aveva da dire. Ad ogni modo, acquistai il libro Il Mistero Compiuto, il quale fra l’altro, considerava il libro biblico di Rivelazione. Lo lessi avidamente, per nulla offeso dal fatto che la Bibbia condannava le religioni della cristianità. D’altra parte, la “consacrazione” (dedicazione) a Dio mi sembrò un passo troppo grande per me. Cominciai a sospettare che l’applicazione dei princìpi cristiani avrebbe potuto avere come risultato la rinuncia alle gare sportive. Ritenni che non avrei mai potuto farlo, così smisi completamente di leggere il libro.
Subito dopo ciò assistetti a un discorso pubblico pronunciato nel nostro villaggio da un rappresentante dell’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali. Era di gran lunga migliore di qualsiasi sermone che avevo udito, ma non ci fu ugualmente nessun cambiamento in me; continuai a dedicarmi agli sport.
APERTO UN ALTRO CAMPO DI CORSE
Uno dei miei migliori amici, che condivideva il mio interesse per gli sport, era praticamente un incredulo. Per questa ragione avevo sempre esitato a parlargli di religione. Temevo che potesse por fine alla nostra amicizia. Rivedendolo in un’occasione dopo una lunga separazione, appresi che aveva cambiato idea circa il matrimonio con una certa ragazza. Alla mia sbalordita domanda rispose con cinque parole: “Io sono uno Studente Biblico” (come si chiamavano allora i testimoni di Geova). Pare che la ragazza che egli intendeva sposare non approvasse la sua nuova religione. Egli voleva conformarsi all’ammonizione biblica di sposarsi “solo nel Signore”, cioè di sposare qualcuno della stessa fede. — 1 Cor. 7:39.
Questo uomo era realmente cambiato. Mi chiesi come una persona potesse rinunciare persino alle sue più dolci speranze solo a motivo di ciò che diceva la Bibbia. La profonda impressione che questa circostanza fece su di me mi indusse a considerare di nuovo la questione della dedicazione. Mi tornò in mente la domanda: Avrei continuato la carriera che mi ero proposto nelle gare sportive? La Bibbia additava una corsa molto più appropriata: “Non sapete voi che i corridori nella corsa corrono tutti, ma solo uno riceve il premio? Correte in modo tale da conseguirlo. Inoltre, ogni uomo che prende parte a una gara esercita padronanza di sé in ogni cosa. Ora essi, naturalmente, lo fanno per ottenere una corona corruttibile, ma noi una incorruttibile”. — 1 Cor. 9:24, 25.
Dinanzi a me c’erano due campi per le corse, uno che offriva la fama e la gloria del mondo, l’altro che offriva al vincitore l’approvazione di Dio e la vita eterna. Non potevo correre in entrambe. L’esperienza del mio amico fu per me una meravigliosa lezione. Presi la decisione di dedicare a Dio la mia vita e mi accinsi a imparare tutte le regole della mia nuova carriera.
IL SEGNALE DI PARTENZA PER LA LUNGA CORSA
Mi procurai subito tutt’e sette i volumi degli Studi sulle Scritture, pubblicati dalla Società Torre di Guardia, e al principio del 1920 li avevo letti tutti da cima a fondo. Ero completamente convinto che l’inferno biblico era nient’altro che il comune sepolcro di tutto il genere umano, che anziché avere le persone un’anima, ciascuno è un’anima. Molte altre verità bibliche erano adesso chiare. Nell’aprile di quell’anno mi sottoposi al battesimo in acqua come simbolo esteriore della dedicazione che avevo fatta. Questo fu per me come il segnale di partenza per questa nuova gara, la corsa per il premio della vita.
Le cose non furono facili. Mio padre era morto nel 1914, e poiché io ero il maggiore di sei figli dovevo collaborare con mia madre per procurare di che vivere alla famiglia. Pareva che sarei stato legato da questa situazione a lungo, mentre io desideravo di partecipare all’opera missionaria. In quei giorni gli Studenti Biblici non partecipavano tutti alla predicazione di casa in casa; solo certi rappresentanti in servizio continuo della Società Torre di Guardia vi partecipavano. Comunque, decisi di avere una parte nella diffusione della conoscenza che avevo acquistata anche se ero limitato dalla piccola azienda che gestivamo. Lasciai a molti nostri clienti letteratura biblica e feci molte interessanti conversazioni. Ma non ero soddisfatto.
Durante il 1920 il mio summenzionato amico ed io ci associavamo con un piccolo gruppo di Studenti Biblici locali, essenzialmente donne. Eravamo molto timidi e relativamente nuovi; le donne conducevano quindi le sessioni di studio. Esse ci esortarono a prendere la direttiva nella preghiera e a condurre le adunanze, ma entrambi ci sentimmo dapprima molto inadeguati per adempiere tale responsabilità. Quando infine acconsentii riscontrai che ora era mio compito prendere la direttiva nel gruppo. Cominciammo a fare un po’ di predicazione di casa in casa e la congregazione crebbe, prima a venti persone, e quindi divenne così grande che si dovettero organizzare tre gruppi separati in un raggio di dieci chilometri.
Poiché al principio dell’anno era il periodo di stagione morta per il commercio della nostra famiglia, decisi di trascorrere il gennaio e il febbraio del 1921 in qualche distante territorio dove potevo predicare a persone che non avevano ancora udito parlare di alcune delle meravigliose promesse della Bibbia. Mia sorella si impegnò ad aver cura delle cose di casa. Il territorio scelto era a circa 200 chilometri di distanza. Ero risoluto a dire alle persone più che potevo di quello che avevo imparato dalla letteratura della Società Torre di Guardia. Le persone erano molto favorevoli, parlavano volentieri della Bibbia ed erano disposte a prendere letteratura.
Ebbi molte felici esperienze durante quei mesi, ed alcune furono piuttosto strane. Per esempio, incontrai una donna che era controllata dai demoni e minacciò di paralizzarmi così che non mi sarei più potuto muovere. Ma ogni tentativo di gettare l’incantesimo fu vano, e quando spiegai dalla Bibbia riguardo ai demoni e alla schiavitù in cui tengono le persone, ella scoppiò a piangere.
APERTI NUOVI CAMPI
Tornato a casa dopo quel meraviglioso intervallo di due mesi nell’opera missionaria, ricevetti una sorprendente lettera dalla filiale della Società Torre di Guardia a Helsinki. Potevo divenire uno dei loro speciali rappresentanti per due settimane, viaggiare per il paese in lungo e in largo e pronunciare discorsi biblici in villaggi, paesi e anche città? Sebbene in principio fossi esitante, pensai che, se questa era la volontà del Signore, avrei potuto contare che il suo spirito mi aiutasse. Convenni d’accettare ed ebbi il felice privilegio di parlare a immensi uditori sul soggetto “L’anticristo è venuto! — Che cosa? Quando? Dove?”
Le due settimane passarono in fretta, ed io ero nuovamente a casa. Ma da Helsinki giunse un altro messaggio inaspettato, che mi invitava questa volta a divenire un regolare rappresentante viaggiante in quella che allora si chiamava opera di “pellegrini”. La responsabilità che avevo verso la famiglia mi appariva come un’insormontabile barriera, ma, con mia grande sorpresa, i miei familiari accettarono di portare il peso e rendermi libero per l’opera a cui desideravo partecipare. Avevo ventiquattro anni a quel tempo, e riuscii a continuare per cinque anni, durante i quali conobbi praticamente tutti i Testimoni della Finlandia. A volte avevo uditori persino di mille persone. L’opera era molto soddisfacente; era proprio emozionante vedere le persone che accettavano il messaggio liberatore della Bibbia.
Nel frattempo, pure la situazione a casa fu motivo di gioia. Mia madre cominciò a leggere regolarmente La Torre di Guardia. Anche mia sorella progredì fino al punto della dedicazione. Infatti, quella piccola congregazione fu una scuola d’addestramento da cui esperti Testimoni partirono per impegnarsi nella predicazione in servizio continuo in altre parti del campo. Alcuni andarono come missionari in Estonia, e parecchi altri, compreso il mio vecchio amico, furono invitati nel servizio dei “pellegrini”.
Alla fine dei cinque anni fui invitato ad andare alla sede centrale della Società a Helsinki per aiutare nelle molte fasi del lavoro amministrativo. Ora posso ripensare ai vent’anni di tale privilegiata attività come a un eccellente periodo di addestramento. Soprattutto apprezzai l’opportunità di osservare da vicino la direttiva dello spirito di Geova nelle cose del suo popolo sulla terra. E da quel punto di vantaggio potei anche notare l’emozionante espansione che ci fu in Finlandia.
ALTRE GIOIE E RESPONSABILITÀ
Mi sposai a quarant’anni, e sebbene questo comportasse ulteriori responsabilità non avrebbe ostacolato il mio ministero in servizio continuo. Mia moglie fu felice di aiutarmi nel lavoro secolare. Presto avevamo quattro figli, due maschi e due femmine. In questo periodo trascorsi molto tempo alla filiale della Società a Helsinki. Comunque, dedicavo anche molto tempo alla mia famiglia ogni settimana, addestrando e aiutando i piccoli a crescere nell’apprezzamento della vera adorazione di Dio. Le due ragazze divennero infine missionarie, e anche un ragazzo. Pure mia moglie, nonostante tutti gli altri suoi doveri, trovava ogni tanto il tempo di dedicare un intero mese alla predicazione di casa in casa. Geova benedisse sicuramente tutti i nostri sforzi.
Nel 1958, ad eccezione di un ragazzo, l’intera famiglia ebbe il privilegio di assistere alla grande assemblea internazionale tenuta a New York. Che indimenticabile esperienza fu quella! I ricordi e le impressioni che ebbi continuano di tanto in tanto a venirmi in mente. Fu uno stimolo ristoratore per la parte della corsa per la vita ancora da compiere.
Gli anni erano passati in fretta, sì, erano trascorsi anche decenni. Ventisette anni dopo il nostro matrimonio, tutt’e quattro i nostri figli s’erano sposati, e ciascuno aveva scelto un compagno dedicato a Geova. Una delle mie figlie è ancora nell’opera missionaria in servizio continuo, e spero che gli altri la scelgano ancora come carriera della loro vita.
Sono accadute pure altre cose. Il presidente della Società Torre di Guardia, Knorr, visitò la Finlandia e prese alcune nuove disposizioni per l’opera del Regno. Ebbi il privilegio di servire ancora come rappresentante viaggiante, visitando e aiutando le congregazioni ad aumentare e a migliorare il loro ministero. Questo contribuì notevolmente a farmi crescere verso la maturità. Imparai a capire le molte svariate e difficili circostanze in cui i Testimoni si sforzano di piacere a Dio. Osservai che il buon esempio è spesso più prezioso delle parole. Mi sono rallegrato nella sovrabbondanza di cibo spirituale, mentre la luce della scritta Parola di Dio si è fatta sempre più chiara.
Nel 1958 cominciai a preoccuparmi per il fatto che con l’età avrei cominciato a rallentare la corsa. Il rappresentante della filiale della Società spiegò che avrei potuto continuare il servizio continuo in una sola località, se mi rendevo conto che le forze non mi permettevano più di fare molti viaggi. Presentai la cosa a Geova in preghiera, poiché non volevo a questo punto della corsa prendere la via facile.
Verso quest’epoca il presidente della Società, N. H. Knorr, esortò la filiale finlandese a trovare un altro luogo e costruire una nuova filiale e la stamperia per provvedere all’opera in espansione. Ricordai un posto ideale a questo scopo, e fui felice di sapere che il mio suggerimento era stato accettato. Fu presto costruita una bella filiale nuova con la casa Betel. Solo questo piccolo incoraggiamento sembrò sollevarmi da quel breve periodo di preoccupazione per la salute. Decisi di continuare con rinnovata energia, per così dire. Nessuna interruzione di proposito, nessun infiacchimento dello zelo finché non si raggiunga il traguardo, questa è la volontà di Geova, e la mia più grande felicità è quella di adempiere la sua volontà.
Una volta ancora servivo come rappresentante viaggiante della Società, e pare che la mia corsa vada meglio che mai. E ho dedicato altri nove anni a quest’opera nella quale ho avuto il privilegio di servire per vent’anni. Ora ho settant’anni, e posso dire di aver dedicato alla corsa quarantasette anni complessivamente.
I conservi Testimoni che sanno di questa mia corsa apparentemente lunga chiedono spesso: “Non ti stanchi?” Mi sembra di poter continuare la corsa come predicatore in servizio continuo o in qualsiasi altro campo del servizio che mi sia offerto indefinitamente. È ovvio che mi rendo conto che molto dipende dalla mia forza e salute fisica, e ancora di più da ciò che è la volontà di Dio per me.
Ora ho fatto l’esperienza di correre in due grandi corse, e sono dunque in grado di spiegare ai conservi Testimoni, come faccio spesso, che la corsa per il premio della vita differisce radicalmente dalla corsa fisica. Nella corsa fisica, a parte il riprender fiato, le energie non aumentano durante la corsa. Ma nella corsa per il grande premio della vita Geova continua a dare nuova forza ai fedeli che corrono. Come il profeta Isaia fu ispirato a dichiarare per nostro incoraggiamento: “Egli dà all’affaticato potenza; e a chi è senza energia dinamica fa abbondare la piena possanza. I ragazzi si stancheranno e anche s’affaticheranno, e i giovani stessi senza fallo inciamperanno, ma quelli che sperano in Geova riacquisteranno potenza. Saliranno con ali come aquile. Correranno e non si affaticheranno”. — Isa. 40:29-31.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1968 | 1° agosto
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Domande dai lettori
● In Matteo 19:24 e in Luca 18:25 Gesù Cristo paragona la difficoltà che un ricco entri nel regno di Dio alla difficoltà che avrebbe un cammello nel cercar di passare per la cruna di un ago. Alcuni dizionari biblici dicono che la “cruna dell’ago” potesse essere una piccola porta di una città orientale murata, e tali libri a volte mostrano figure di piccole porte. Si riferiva Gesù ad una simile porta? — F. M., U.S.A.
Sono stati fatti tentativi per spiegare che Matteo 19:24, Marco 10:25, e Luca 18:25 si riferiscano a una piccola porta in una delle grandi porte di Gerusalemme. La spiegazione ha incluso l’idea che, se di notte la porta grande era chiusa, si poteva aprire quella piccola, e, con difficoltà, un cammello vi poteva passare. Comunque, in Luca 18:25 è usata una parola greca che si riferisce specificamente a un ago da cucire, e così la Traduzione del Nuovo Mondo rende il testo: “Infatti, è più facile a un cammello passare per la cruna di un ago da cucire che a un ricco entrare nel regno di Dio”.
Varie autorità di greco biblico, come An Expository Dictionary of New Testament Words di W. E. Vine, sono d’accordo con la versione della Traduzione del Nuovo Mondo. Nel Volume 3, a pagina 106, 107, questa opera spiega che la parola greca che si trova in Luca 18:25 è belone, che è “simile a belos, un dardo, denota una punta aguzza, quindi un ago”. Quest’opera prosegue, indicando: “L’idea di applicare ‘la cruna dell’ago’ a piccole porte mi sembra moderna; non ce n’è nessuna antica traccia. Mackie indica (Diz. Bib. di Hastings) che “è fatto a volte il tentativo di spiegare le parole come se si riferissero a una piccola porta, poco più grande di 2 piedi quadrati (0,18 metri quadrati), nella grande, pesante porta di una città murata. Questo rovina la figura senza alterare materialmente il significato, e non è giustificato
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