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L’“albero” la cui caduta scuote il mondoLa Torre di Guardia 1977 | 1° novembre
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L’“albero” la cui caduta scuote il mondo
“Al suono della sua caduta per certo farò scrollare le nazioni quando lo farò scendere allo Sceol con quelli che scendono nella fossa, e nella terra di sotto tutti gli alberi d’Eden, i più scelti e i migliori del Libano, tutti quelli che bevono acqua, saranno confortati”. — Ezec. 31:16.
1. Perché il taglio di un particolare albero può generare sentimenti di tristezza?
NOI uomini possiamo nutrire affetto per un albero. Spinto da un tale sentimento per un semplice albero, il poeta rivolse a un uomo munito di scure le sue parole di protesta, dicendo: “Taglialegna, risparmia quell’albero! Non toccarne un solo ramoscello! Da giovane mi fece ombra, e ora lo proteggerò”. Un albero maestoso, cresciuto fino alla magnificenza di tutta la sua altezza, può suscitare l’ammirazione di molti osservatori. La bellezza degli alberi destò l’animo del poeta che si espresse con le parole: “Penso che non vedrò mai una poesia bella come un albero. . . . Le poesie son fatte dagli sciocchi come me, ma solo Dio può fare un albero”. A motivo dell’attaccamento di cuore a una tale opera della mano di Dio, quando si abbatte un albero particolare si possono provare sentimenti di tristezza.
2. Riguardo all’adorazione degli alberi, quali domande è bene rivolgerci?
2 L’adorazione degli alberi non è insolita in tutta la terra. L’insistenza dei celebratori religiosi secondo cui ogni anno la ricorrenza del 25 dicembre debba essere contrassegnata da un albero sempreverde adornato in maniera sfarzosa e illuminato brillantemente rivela tale culto degli alberi. Per migliaia d’anni c’è stato un “albero” che ha suscitato l’attenzione e l’ammirazione dell’intero mondo del genere umano. Il modo in cui si comportano e agiscono verso di esso mostra che sono adoratori di questo “albero” d’importanza mondiale. La fredda incredulità e l’ansiosa curiosità potrebbero spingerci a chiedere: Cos’è questo “albero”? L’adoro io?
3. Perché il genere umano pensa che questo “albero” non cadrà mai?
3 È un vecchio “albero”, che ora ha più di 4.200 anni. Quindi si poté descrivere e se ne poté parlare più di due millenni e mezzo fa. Da scritti di quel lontano passato possiamo ottenere un’ottima descrizione di questo albero, che si è rafforzato per tanto tempo e ha messo nella nostra terra radici così profonde da far pensare al genere umano che non si possa mai far cadere con nessun mezzo. Eccone la descrizione:
4, 5. Secondo Ezechiele 31:3-9, che cosa contribuisce all’incomparabile bellezza di questo “albero”?
4 “Un cedro del Libano, dai bei rami, con folti rami che fanno ombra, e di alta statura, così che la sua cima era fra le nubi. Le acque lo fecero crescere; le acque dell’abisso lo fecero divenire alto. Coi suoi corsi [l’acqua dell’abisso] andava tutto intorno al luogo dove era piantato; e [l’acqua dell’abisso] mandava i suoi canali a tutti gli alberi del campo. Perciò si fece più alto nella sua statura di tutti gli altri alberi del campo.
5 “E i suoi rami si moltiplicavano, e i suoi ramoscelli continuarono ad allungarsi a causa della molta acqua nei suoi corsi d’acqua. Sui suoi rami fecero i loro nidi tutte le creature volatili dei cieli, e sotto i suoi rami partorirono tutte le bestie del campo, e alla sua ombra dimoravano tutte le popolose nazioni. E divenne bello nella sua grandezza, nella lunghezza del suo fogliame, poiché il suo sistema di radici era su molte acque. Altri cedri non lo uguagliavano nel giardino di Dio. In quanto ai ginepri, non avevano alcuna somiglianza rispetto ai suoi rami. E i platani stessi non gli eran simili nei rami. Nessun altro albero del giardino di Dio gli somigliava per bellezza. Bello è il modo in cui lo feci nell’abbondanza del suo fogliame, e tutti gli altri alberi d’Eden che erano nel giardino del vero Dio lo invidiavano”. — Ezec. 31:3-9.
6. Perché non si può attribuire all’uomo il merito di aver piantato i cedri del Libano?
6 La Repubblica del Libano ha avuto molto spazio nelle notizie del mondo nei recenti anni, ma i cedri dei monti del Libano sono stati famosi per millenni. (Nota Giudici 9:15). Nessun uomo vi piantò quegli alti e larghi cedri. I cedri erano già nel luogo prima che la confusione della lingua umana alla Torre di Babele facesse spargere i costruttori in ogni direzione dall’antica Babilonia sul fiume Eufrate, nel secondo secolo dopo il diluvio universale. Il merito di aver piantato quei cedri spetta al Creatore del cielo e della terra. Perciò Salmo 80:10 ne parla come dei “cedri di Dio”, e Salmo 104:16 li chiama “i cedri del Libano che egli [Geova] piantò”.
7. Come Dio parlò del luogo dell’albero del cedro, e significò questo che il Paradiso fosse stato restaurato sulla terra?
7 Il fatto che di questi cedri, insieme ai ginepri e ai platani, si dica che erano in Eden e nel “giardino di Dio” non significa che il giardino di Eden fosse restaurato dopo il diluvio del giorno di Noè, nel 2370 a.E.V. Piuttosto, il luogo di questo cedro particolare era così piacevole, così edenico, così simile alla dimora originale dell’uomo, da essere come “il giardino di Dio”. La parola ebraica per “giardino” (gan) significa, basilarmente, “luogo recintato o circondato”; e ricordiamo che l’originale “giardino d’Eden” aveva un passaggio “ad oriente del giardino” attraverso cui furono cacciati i disubbidienti Adamo ed Eva e dove Dio pose i cherubini “per custodire la via dell’albero della vita”. — Gen. 3:24.
8. Dove Ezechiele 28:11-14 dice che il re del porto marittimo libanese di Tiro si trovava, e perché?
8 Ai giorni della profezia di Ezechiele il paese del Libano, famoso per i suoi cedri, era così bello che Ezechiele fu ispirato a dire al re di Tiro (porto marittimo del Libano): “Mostrasti d’essere in Eden, il giardino di Dio. . . . Tu sei l’unto cherubino che copri, e io ti ho posto. Mostrasti d’essere sul santo monte di Dio”. (Ezec. 28:11-14) Molto appropriatamente, dunque, nel settimo secolo a.E.V. si disse che questo cedro del Libano specialmente “bello” era in Eden, nel “giardino di Dio”. Era perciò in un luogo altamente favorito, con eccellenti possibilità.
SUO SIGNIFICATO NEL 1977 E.V.
9. Secondo ciò che si dice dimori all’ombra di quel ‘bel’ cedro del Libano, che sorta di cosa raffigura?
9 Noi, dei tempi moderni, non ci interessiamo tanto delle cose di oltre 2.500 anni fa, quanto specialmente di quelle del nostro giorno, delle cose che hanno relazione con noi e che influiscono su di noi. Quindi questo ‘bell’albero’, questo “cedro del Libano”, raffigura qualcosa che è nella scena moderna? Come faremo a determinarlo in maniera corretta? Ebbene, prima di tutto la profezia dice che non solamente gli uccelli facevano i nidi sui suoi larghi rami e le bestie selvagge partorivano i loro piccoli sotto di esso, ma “alla sua ombra dimoravano tutte le popolose nazioni”. Inoltre: “Al suono della sua caduta [io, Geova,] per certo farò scrollare le nazioni”. (Ezec. 31:6, 16) Quelle parole assumono particolari accenti politici. Esse indicano che questo eretto “cedro del Libano” raffigura qualcosa di politico. Proprio così!
10. In armonia con il suo significato politico, a chi è rivolta la profezia circa il “cedro del Libano”?
10 Anche l’antica applicazione della profezia di Ezechiele rende certo che il “cedro del Libano” raffigura qualcosa di politico. In quel tempo, a chi fu rivolta la profezia? Ce lo narra Ezechiele, dicendo: “E accadde ancora che nell’undicesimo anno [607 a.E.V.], nel terzo mese [il mese primaverile di Sivan], il primo giorno del mese [cinque giorni prima della festa di Pentecoste], la parola di Geova mi fu rivolta, dicendo: ‘Figlio d’uomo, di’ a Faraone re d’Egitto e alla sua folla: “A chi somigli nella tua grandezza? Ecco, un Assiro, un cedro del Libano, dai bei rami con folti rami che fanno ombra, e di alta statura, così che la sua cima era fra le nubi”’”. — Ezec. 31:1-3.
11. Che cosa fu indicato dal paragone di Faraone e la sua folla con “un Assiro”?
11 Ah, eccolo! “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla” furono paragonati al cedro insolitamente alto e dai larghi rami che si erge su un monte del Libano. Si dice anche che assomigliano a “un Assiro”, ma la maggior parte della profezia si riferisce al “cedro del Libano” e a ciò che accade a esso anziché all’“Assiro”. Il loro paragone con “un Assiro” darebbe l’idea di grande forza militare e politica. Fino a venticinque anni prima della profezia di Ezechiele, l’Impero Assiro era stato la potenza mondiale del giorno e aveva eclissato l’Impero Egiziano, la precedente potenza mondiale della profezia biblica. Esso aveva anche occupato parte del territorio egiziano. Ma ora, nel giorno del profeta Ezechiele, l’Egitto era il principale contenditore contro l’Impero Babilonese, la nuova potenza mondiale, la Terza Potenza Mondiale. Quindi il paragone di Faraone e della sua folla con “un Assiro” indica che anche allora l’Egitto era un fattore politico che Babilonia doveva ancora prendere in considerazione.
12. Come, anche al tempo di Ezechiele, l’Egitto era ancora simile a quell’alto ombroso “cedro del Libano”?
12 Anche al tempo di Ezechiele il governo giudaico di Gerusalemme si era rivolto all’Egitto per avere aiuto militare contro l’impero di Babilonia in espansione. (Ezec. 17:7-17) Non c’è dubbio che l’Egitto esercitava ancora influenza internazionale. (Ger. 37:5-7) Così Faraone re d’Egitto e la sua folla erano ancora come un’alta struttura politica e militare che giungeva più in alto dei cedri del Libano, i quali possono crescere fino all’altezza di 30 metri o più. Come un cedro del Libano che allarga i suoi rami più bassi tanto da far sembrare tozzo il cedro più elevato, l’Egitto di quel tempo pure sfidò Babilonia e offrì ombra alle nazioni che scelsero di allearsi con il paese del Nilo venendo sotto la protezione dei suoi ampi rami di assistenza militare. L’Egitto appariva ancora con “bei rami” alle nazioni afflitte di quel tempo, che preferirono l’alleanza con l’Egitto alla sottomissione a Babilonia, la cui potenza Geova Dio impiegava allora come suo strumento per eseguire l’ira divina.
13, 14. Oggi, il “cedro del Libano” raffigura l’Egitto del nostro tempo, o che cosa, e secondo quale base scritturale?
13 Tutto questo è molto interessante ed emozionante per due millenni e mezzo fa, ma che dire di oggi? Certamente la profezia del “cedro del Libano” non può riferirsi all’Egitto del nostro giorno moderno, che ora è occupato dalla Repubblica Araba d’Egitto sotto il dominio musulmano. Conveniamo che oggi la profezia non può applicarsi in tal modo. Specialmente perché la Bibbia ispirata non l’applica in tal modo. Quindi cos’è oggi questo cedro del Libano così magnificamente “bello”? A che cosa o a chi assomigliano ora Faraone re d’Egitto e la sua folla, nel nostro ventesimo secolo? Cos’è oggi il simbolico “cedro del Libano”, la cui caduta scuoterà fra breve il mondo?
14 L’“albero” condannato simboleggia qualcosa che oggi in genere non si riconosce. Che cosa? Un Egitto spirituale! Se, ora, ci rivolgiamo all’ultimo libro della Sacra Bibbia, lì, in Rivelazione 11:8, l’ispirato apostolo Giovanni scrive: “E i loro cadaveri saranno sull’ampia via della grande città che in senso spirituale è chiamata Sodoma ed Egitto, dove fu anche messo al palo il loro Signore”. Colui che è chiamato “loro Signore” è il Signore Gesù Cristo, e quelli i cui cadaveri giacciono esposti nell’ampia via della città sono i fedeli seguaci o discepoli di Cristo. In Rivelazione 11:3, quei discepoli del Signore Gesù Cristo son chiamati “i miei due testimoni”, e sono uccisi per aver predicato alle nazioni un messaggio tenebroso e impopolare.
15. Quale obiezione si fa all’applicazione del termine “Egitto” di Rivelazione 11:8 al letterale paese d’Egitto?
15 In quale “grande città” furono uccisi questi “testimoni” moderni e i loro cadaveri furon lasciati esposti alla pubblica vergogna? Non nella città capitale dell’Egitto moderno. Certo Gesù Cristo, il “Signore” di questi testimoni, non fu messo al palo nell’Egitto del primo secolo, poiché Rivelazione 11:8 dice che i “testimoni” del Signore furono uccisi ed esposti nello stesso luogo in cui egli fu messo al palo nell’anno 33 della nostra Èra Volgare. Siamo aiutati a capire quando notiamo che la “grande città” è simbolica e “in senso spirituale è chiamata Sodoma ed Egitto”. Questo escluderebbe quindi la città letterale di Sodoma, che allora non esisteva, e anche il paese letterale d’Egitto, che allora era soggetto all’Impero Romano. Quindi, in senso spirituale, dove il Signore Gesù Cristo fu messo al palo e i suoi veri discepoli furono uccisi ed esposti?
16, 17. Quindi, in quale “grande città” simbolica fu messo al palo il Signore Gesù Cristo?
16 Ebbene, una “città” è un’organizzazione politica, e una “grande città” sarebbe una grande organizzazione politica, un grande sistema di governo. L’antica Sodoma fu una volta un’organizzazione politica, e l’antico Egitto fu un paese con un potente sistema politico che ne fece per secoli la Prima Potenza Mondiale della profezia biblica. Di conseguenza, ciò che “in senso spirituale” è chiamato Egitto dev’essere il sistema di dominio politico mondiale, la struttura politica del dominio dell’uomo mediante governi di istituzione umana. In mezzo a tale “grande città” il Signore Gesù Cristo fu “messo al palo” nel 33 E.V., fuori della città di Gerusalemme. Il mondo del genere umano è parte integrante di questo sistema di cose. Quindi il luogo dove Gesù Cristo fu messo al palo fu questo mondo che sostiene questo sistema di cose. Conformemente, egli disse ai suoi discepoli:
17 “Finché sono nel mondo, io sono la luce del mondo”. (Giov. 9:5) “Se il mondo vi odia, sapete che prima di odiare voi ha odiato me. Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo motivo il mondo vi odia”. — Giov. 15:18, 19.
18. Come la morte di Gesù quale agnello di sacrificio in un particolare giorno è in armonia con l’idea che fu messo al palo nell’Egitto spirituale?
18 Non nell’Egitto letterale, fuori di cui egli una volta fu tratto da fanciullo, ma in quello che è chiamato Egitto “in senso spirituale” Gesù Cristo fu sacrificato come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Matt. 2:13-21; Giov. 1:29, 36) Non per puro caso il Signore Gesù Cristo fu sacrificato come l’Agnello di Dio il giorno di Pasqua del 33 E.V. Perché no? Perché era stato prefigurato dall’agnello sacrificato dagli Israeliti in quel primo giorno di Pasqua dell’anno 1513 a.E.V. laggiù nell’antico Egitto. Gli Egiziani che non sacrificarono un agnello pasquale e non ne aspersero il sangue sugli stipiti e sull’architrave delle loro porte persero i loro primogeniti di uomini e bestie. Questo indusse Faraone a rilasciare gli Israeliti dalla schiavitù affinché uscissero come un popolo libero e affrancato.
19. Così da che cosa i discepoli di Cristo sono liberati in corrispondenza con la liberazione d’Israele dall’antico Egitto?
19 In quell’antica liberazione dell’eletto popolo di Geova, che cosa raffigurò il paese d’Egitto? Inoltre, che cosa raffigurarono Faraone e la sua folla? Il paese d’Egitto colpito dalle piaghe raffigurò questo sistema di cose mondano, e Faraone e la sua folla raffigurarono i fattori dominanti di questo sistema. Fu in questo “Egitto spirituale” che “Cristo, la nostra pasqua, è stato sacrificato. Quindi [noi, discepoli di Cristo,] osserviamo la festa”. (1 Cor. 5:7, 8) In piena armonia con questa verità, l’Egitto da cui i fedeli discepoli dell’Agnello Gesù Cristo sono liberati è questo sistema di cose mondano. Ecco perché ai discepoli di Cristo viene detto in Galati 1:3, 4: “Abbiate immeritata benignità e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Egli diede se stesso per i nostri peccati, affinché ci liberasse dal presente sistema di cose malvagio”.
20. Che cosa raffigura dunque nel nostro giorno il “cedro del Libano”, e quando questo ebbe inizio?
20 Da ciò, che cosa concludiamo giustamente? Che il “cedro del Libano”, che nel giorno del profeta Ezechiele raffigurò “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla”, oggi raffigura qualcosa di più grande. Esso raffigura il sistema di cose mondiale in cui i fattori politici dominanti governano tutte le nazioni della terra. Benché sia assomigliato al cedro che era l’invidia di tutti gli altri alberi nel paese edenico del Libano, questo sistema di cose non fu piantato da Geova Dio, il quale piantò quegli alberi sempreverdi nel letterale paese del Libano, che allora era simile al “giardino di Dio”. Da quanto mostra la storia del Piantatore, la Sacra Bibbia, il simbolico, politico “cedro del Libano” ebbe inizio sulla terra ai giorni del potente cacciatore, Nimrod, fondatore del primo impero babilonese, nel secondo secolo dopo il diluvio del giorno di Noè. Proprio come Nimrod, pronipote di Noè, si ribellò contro la sovranità universale di Geova, l’Iddio di Noè, così anche il simbolico “cedro del Libano” non riconosce la sovranità dell’Iddio Altissimo ma la sfida. — Gen. 10:8-12; 1 Cron. 1:8-10.
21. Quale via popolare hanno seguito le nazioni del mondo verso il “cedro del Libano”?
21 Attingendo alle risorse umane a sua disposizione come ad acque dell’abisso, esso ha tentato di esaltarsi al di sopra di Geova Dio, innalzando, per così dire, la sua cima nelle nubi. Ha moltiplicato i suoi ramoscelli e ha esteso i suoi rami in modo da esercitare dominio su tutta la terra, lo “sgabello” dei piedi di Dio. (Isa. 66:1; Matt. 5:35) Sotto la sua forte struttura han preso dimora fino a questo giorno tutti i governi istituiti dagli uomini, anche “tutte le popolose nazioni”. (Ezec. 31:4-6) Nel corso del tempo, anche la nazione d’Israele, che Geova Dio piantò nella Terra Promessa di Palestina, fu tentata a seguire la via di queste nazioni mondane, con suo grande danno. Ma fra quelli che hanno seguito questa via popolare, c’è stata un’eccezione. Qual è questa eccezione? Vogliamo prendervi parte, e ottenere benefici eterni, o vogliamo imitare la via di “tutte le popolose nazioni”? Per fare la scelta giusta, ora abbiamo bisogno di aiuto!
[Immagine alle pagine 652 e 653]
DOMINIO POLITICO MONDIALE
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Abbandonate l’ombra di quel ‘bell’albero’!La Torre di Guardia 1977 | 1° novembre
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Abbandonate l’ombra di quel ‘bell’albero’!
1. In che modo le nazioni assomigliate ad alberi hanno invidiato il “cedro del Libano”?
COME il “cedro del Libano” che Geova descrisse nel capitolo trentuno della profezia di Ezechiele, la struttura politica umana di questo sistema sembra più bella di qualsiasi altra cosa. Come disse Geova, in Ezechiele 31:8, 9, “nessun altro albero del giardino di Dio gli somigliava per bellezza. Bello è il modo in cui lo feci [il cedro letterale che è usato come illustrazione] nell’abbondanza del suo fogliame, e tutti gli altri alberi d’Eden che erano nel giardino del vero Dio lo invidiavano”. Questo sistema politico mondiale ha prodotto molti rami ricchi di ombroso fogliame, in modo da coprire e proteggere i bisogni politici di tutte le nazioni del mondo. Ogni nazione simile a un albero vorrebbe essere una potenza mondiale per dominare tutti gli altri, divenendo così un’organizzazione invidiabile.
2. Come il mondo del genere umano mostra di ritenere il “cedro del Libano” più bello di qualsiasi altra cosa?
2 Tutte le persone che credono nella capacità dell’uomo di dominarsi indipendentemente da Geova Dio ammirano tale simbolico “cedro del Libano”, pensando che sia il massimo della bellezza. Per capire questo fatto, il saggio deve solo notare l’estensione mondiale del nazionalismo e delle sovranità nazionali. Insieme a ciò c’è la grande lotta che i grandi blocchi di nazioni combattono per il dominio del mondo. L’adorazione dello Stato viene compiuta in proporzioni globali. È richiesta da tutti gli abitanti della terra. Questa forma di invidiosa ammirazione del simbolico “cedro del Libano” è paragonabile all’idolatrica ammirazione predetta nell’ultimo libro della Bibbia, in Rivelazione 13:3, 4, 15, dove leggiamo:
3. Come fu raffigurata in Rivelazione 13:3, 4, 15 l’adorazione dello Stato politico?
3 “Tutta la terra seguì la bestia selvaggia con ammirazione. E adorarono il dragone perché aveva dato l’autorità alla bestia selvaggia, e adorarono la bestia selvaggia con le parole: ‘Chi è simile alla bestia selvaggia, e chi può guerreggiare contro di essa?’ E le fu concesso di dare respiro all’immagine della bestia selvaggia, onde l’immagine della bestia selvaggia parlasse e facesse uccidere tutti quelli che non adorassero in alcun modo l’immagine della bestia selvaggia”.
4. Perché gli adoratori del solo vivente e vero Dio non possono prendere parte a tale adorazione?
4 In questa descrizione profetica delle cose avvenire, notiamo quanto l’adorazione dovesse estendersi, in tutta la terra, e fino a qual punto l’adorazione dovesse giungere, fino al punto che il genere umano avrebbe adorato non l’Iddio Geova ma una creatura terrestre e la sua “immagine” idolatrica. Quindi, ora, che dire? Potrebbero partecipare all’adorazione di tale creatura gli adoratori del solo vivente e vero Dio, il Creatore, il quale richiede per sé esclusiva devozione? No! (Eso. 20:1-6) Parlando per proprio conto, questo Creatore, secondo le parole dell’American Standard Version della Bibbia, dice: “Io sono Geova, questo è il mio nome; e non darò la mia gloria a un altro, né la mia lode alle immagini scolpite”. — Isa. 42:8.
5. Rispetto a quelle parole divine, chi è l’uomo di cui oggi possiamo sicuramente seguire l’esempio? Perché?
5 Nel mondo d’oggi dalla mentalità nazionalistica, prenderemo noi seriamente quelle parole, benché fossero proferite più di 2.700 anni fa? Sotto questo aspetto c’è un uomo di cui possiamo sicuramente seguire l’esempio al di sopra di tutti gli altri, e questi è Gesù Cristo. Quando Satana il Diavolo, il simbolico Dragone, gli offrì il dominio del mondo in cambio di un atto di adorazione del Diavolo, Gesù rispose: “Devi adorare Geova il tuo Dio e a lui solo devi rendere sacro servizio”. — Matt. 4:8-10.
6. Come Dio considera il “cedro del Libano” e, perciò, fra quali vie dobbiamo scegliere senza ritardo?
6 Respingendo Satana, Gesù mostrò che a lui il simbolico “cedro del Libano” non sembrava “bello”. Né quella struttura politica umana di questo sistema di cose è sembrata attraentemente ‘bella’ e adorabile ai veri discepoli di Cristo fino a questo giorno. È vero che Geova Dio descrive la “bellezza” del simbolico “cedro del Libano” dal punto di vista del mondo, ma a Lui la cosa simboleggiata da quel “cedro del Libano” (Faraone re d’Egitto e la sua folla) non sembra ‘bella’. Essa è malvagia; per questo motivo egli dice: “Per certo lo caccerò secondo la sua malvagità”. (Ezec. 31:11) Consideriamo oggi il simbolico “cedro” come lo considera Geova Dio, e crediamo che fra breve l’adempimento finale delle sue parole avrà luogo senza fallo? La nostra convinzione su tale questione deciderà per noi la domanda: Seguiremo le nazioni e dimoreremo sotto il simbolico “cedro”, o ne abbandoneremo l’ombra senza ritardo?
LA CADUTA DELL’“ALBERO” È CERTA
7, 8. È necessario che agiamo con urgenza a causa di quale decisione di Geova circa il “cedro del Libano”?
7 È davvero urgente prendere su tale questione la decisione giusta. La fragorosa caduta del simbolico “cedro” (la controparte odierna di Faraone e la sua folla) è certa. È decisione divina che questo avvenimento d’importanza mondiale abbia luogo. Dopo aver descritto l’invidiabile “bellezza” del simbolico “cedro del Libano”, la profezia data per mezzo di Ezechiele prosegue, dicendo:
8 “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Per la ragione che era divenuto di alta statura, così che mise la sua cima perfino tra le nubi e il suo cuore si esaltò a causa della sua altezza, anch’io lo darò in mano al despota delle nazioni. Egli agirà senza fallo contro di esso. Per certo lo caccerò secondo la sua malvagità. Ed estranei, i tiranni delle nazioni, lo taglieranno, e il popolo l’abbandonerà sui monti; e il suo fogliame per certo cadrà in tutte le valli, e i suoi rami si romperanno fra tutti i letti dei corsi d’acqua della terra. E tutti i popoli della terra scenderanno [dal monte] e l’abbandoneranno. Sul suo tronco caduto risiederanno tutte le creature volatili dei cieli, e sui suoi ramoscelli saranno per certo tutte le bestie selvagge del campo; acciocché nessuno degli alberi adacquati divenga alto nella sua statura, o metta le sue cime perfino fra le nubi, e affinché nessuno che beve acqua stia in piedi contro di loro nella sua altezza, poiché per certo saranno tutti dati alla morte, alla terra di sotto, in mezzo ai figli del genere umano, a quelli che scendono nella fossa’”. — Ezec. 31:10-14, NW.
9. Come Geova chiama quelli che avrebbero tagliato il “cedro del Libano”, e avrebbe dovuto la loro menzione influire sulle nazioni sotto la sua ombra?
9 Il gigantesco “cedro del Libano” che si innalzava sul fianco del monte doveva esser tagliato da una squadra di taglialegna. ‘Impossibile!’ avrebbero potuto dire le “popolose nazioni” che dimoravano alla sua ombra, ma Geova Dio avrebbe fatto in modo che le sue parole si adempissero. Egli avrebbe mandato contro questo “albero” simbolico ciò che chiama il “despota delle nazioni”. Questo “despota” composito sarebbe stato formato da nazioni straniere che non dimoravano sotto il “cedro” simbolico, cioè “estranei, i tiranni delle nazioni”. Tutte le “popolose nazioni” che dimoravano sotto il “cedro” non avrebbero potuto impedire a queste persone che incutevano un terrore internazionale di tagliare e abbattere l’ombrosa struttura sopra di loro. Poiché si dice che quegli abbattitori d’alberi sono il “despota delle nazioni”, “i tiranni delle nazioni”, la semplice menzione d’essi avrebbe suscitato terrore nel cuore di quelli che dimoravano sotto l’alto “cedro” dai lunghi rami.
10. Chi fu il “despota delle nazioni” impiegato da Geova come sua scure esecutiva, e infine il “cedro” non costituì più quale minaccia?
10 Dio Onnipotente, che non mente, adempì la sua profezia su quel cedro simbolico dei tempi antichi. Mandò contro “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla” la potenza mondiale sorta da poco tempo, l’Impero Babilonese. Questo “despota delle nazioni” non era amico di Faraone e della sua folla, ma era formato da “estranei” per loro. Quelle genti ostili agirono verso il “cedro” egiziano come “i tiranni delle nazioni”. Questi avevano l’intenzione di dominare il mondo in maniera tirannica, e Geova li impiegò come scure esecutiva nella Sua mano. Quando Faraone re d’Egitto e la sua folla militare cercarono di venire in aiuto dell’assediata Gerusalemme dietro appello del re Sedechia, furono respinti dai tirannici Babilonesi. Quindi, nell’anno 607 a.E.V. Faraone e le sue forze videro la distruzione di Gerusalemme e del suo sacro tempio. Circa sedici anni dopo Geova diede il paese d’Egitto al re Nabucodonosor in compenso del servizio reso come esecutore nelle mani divine. (Ezec. 29:17-20) Veramente, dunque, le forti braccia di Faraone furono spezzate in maniera irreparabile e non costituirono più una minaccia per il dominio del mondo. — Ezec. 30:20-26.
11, 12. Quale pauroso blocco di nazioni viene alla mente, ma perché non è il moderno “despota delle nazioni” impiegato da Dio?
11 Comunque, questa è tutta storia di più di due millenni e mezzo fa. Ciò che ci interessa oggi è: Chi è il moderno “despota delle nazioni”, e chi sono gli “estranei, i tiranni delle nazioni”? Essi sono il pauroso blocco delle nazioni comuniste, non è vero?
12 A ciò rispondiamo apertamente: No, poiché le nazioni comuniste dimorano sotto i ramoscelli del simbolico “cedro del Libano” come vi dimorano anche le nazioni liberali e democratiche. Esse fanno parte di questo mondo e operano secondo la struttura politica umana di questo sistema di cose. Sono nazionalistiche e adorano lo Stato politico, essendo inclini a dominare tutta la terra con la loro ideologia e i loro metodi politici. Pertanto, non possiamo attenderci che esse taglino il simbolico “cedro del Libano”, la controparte moderna dell’antico Faraone d’Egitto e la sua folla. Non ridurranno mai se stessi all’inattività! Daniele da 11:40 a 12:1 indica che saranno sorprese con tutte le altre nel “tempo d’angustia tale come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo”.
13. Perché quelli che egli impiegherà per compiere un’opera simile a quella del “despota” o dei “tiranni” delle nazioni non saranno i cristiani testimoni di Geova?
13 Quindi, per tagliare il simbolico “cedro del Libano” che ancora domina la terra, chi sarà lo strumento di Geova che farà un’opera simile a quella del “despota delle nazioni”, o degli “estranei, i tiranni delle nazioni”, del giorno del profeta Ezechiele? Non saranno i cristiani testimoni di Geova, che oggi ammontano solo a circa due milioni di persone sparse in 210 paesi intorno al globo. Essi non sono dispotici, non sono tirannici e non suscitano terrore nel cuore delle persone, per cui sono apertamente perseguitati come una minoranza religiosa impotente e indifesa. Non un minuscolo strumento terrestre, ma un potente strumento celeste è ciò che Geova impiegherà.
14, 15. Geova chi impiegherà, dunque, come fu indicato da Gesù in Matteo 24:29-31?
14 Lo strumento di Geova è il glorificato Gesù Cristo e i suoi eserciti di angeli celesti. Gli ostinati politicanti d’oggi possono ridere a tale pensiero. Ma pure l’antico re Sennacherib d’Assiria avrebbe potuto ridere all’idea che in una sola notte l’angelo di Geova uccidesse 185.000 uomini delle sue truppe scelte. (2 Re 19:35, 36) Così nella sua profezia sul “termine del sistema di cose”, Gesù Cristo disse:
15 “Le potenze dei cieli saranno scosse. E allora il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba”. — Matt. 24:29-31.
16. In mano a chi Dio ha dato il “cedro” e tutti quelli che si riparano sotto di esso, e cosa dobbiamo fare per non perire con esso?
16 L’intero “sistema di cose”, insieme a tutte le nazioni mondane che vi si sono rifugiate, Geova lo ha dato in mano al suo Figlio Gesù Cristo, il “Signore dei signori e Re dei re”. Con i suoi angeli celesti, egli taglierà il bel “cedro del Libano”. (Riv. 11:15; 17:14; 19:11-16) A ricordo della sua vittoria ad Har-Maghedon nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, lì a terra giacerà il “tronco caduto” del simbolico “cedro del Libano”, le controparti moderne di “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla”. (Riv. 16:13-16) Queste saranno come quelli che scendono nella morte nella “terra di sotto”, sì, “nella fossa” della sepoltura. (Ezec. 31:14) Sorge la domanda: Vogliamo noi, che viviamo in mezzo a questo “sistema di cose”, scendervi con loro? Certo se non vogliamo che questo accada, dobbiamo uscire da qualsiasi luogo di riparo e rifugio sotto quell’“albero” condannato! Facciamo in modo che la sua caduta non significhi anche la nostra distruzione!
LUTTO ALLA CADUTA DELL’“ALBERO”
17, 18. Secondo Ezechiele 31:15-17, perché fra breve si farà lutto in tutto il mondo?
17 Fra breve ci sarà un giorno di lutto mondiale. Sarà per la caduta di qualcosa di più significativo di un bel “cedro del Libano” che abbia ottenuto l’ammirazione di un mondo di turisti. Sarà per la caduta del sistema di cose mondiale e dei suoi operatori, i moderni “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla”. Su ciò non dovrebbe esserci da parte nostra nessuna incertezza, poiché la profezia divina continua, dicendo:
18 “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Nel giorno che scenderà allo Sceol per certo causerò lutto. A motivo d’esso per certo coprirò le acque dell’abisso [l’abisso, LXX], per trattenerne i corsi e affinché le molte acque sian trattenute; e a motivo d’esso oscurerò il Libano, e a motivo d’esso verranno meno tutti gli alberi del campo. Al suono della sua caduta per certo farò scrollare le nazioni quando lo farò scendere allo Sceol con quelli che scendono nella fossa, e nella terra di sotto tutti gli alberi d’Eden, i più scelti e i migliori del Libano, tutti [quegli alberi] che bevono acqua, saranno confortati. Con lui essi stessi saranno anche scesi allo Sceol, agli uccisi di spada, e a quelli che come suo seme han dimorato alla sua ombra in mezzo alle nazioni’”. — Ezec. 31:15-17, NW.
19. Cosa disse Gesù che avrebbero fatto tutte le tribù della terra vedendo il “segno” della sua venuta, e quale fatto quindi le scuoterà?
19 Secondo lo spirito di quelle parole di Geova Dio, il Signore Gesù Cristo disse correttamente che quando sarebbe apparso in cielo il “segno” della sua venuta come strumento di Geova per eseguire la vendetta divina sui malvagi, tutte le tribù della terra si sarebbero percosse con lamento. (Matt. 24:30) Da indicazioni che saranno assai più eloquenti della predicazione mondiale dei cristiani testimoni di Geova, tutte le tribù della terra comprenderanno che questo sistema di cose è condannato a una prossima distruzione. Infine si convinceranno che, nonostante tutti i loro sforzi per mantenere il sistema attivo, non ne potranno impedire la caduta. Allorché si renderanno conto che la distruzione viene dalla mano del Creatore del cielo e della terra, ne saranno scosse. Si affliggeranno perché ciò che avevano ammirato come molto “bello” per la sua maestosa struttura andrà incontro alla sua imminente distruzione. L’incombente perdita le addolorerà vivamente.
20. Come il “cedro” simbolico è stato un grande ‘bevitore d’acqua’?
20 Le tribù, i popoli delle nazioni, sono state come acque per il simbolico “cedro del Libano”, simili ad “acque dell’abisso”, ad acque incanalate fino alle radici di questo sistema di cose mondiale. Le radici di questo sistema di cose hanno attinto notevolmente a ciò che il popolo poteva contribuire per mantenere fiorente il sistema. Sotto tale aspetto questo simbolico “cedro del Libano” è stato un grande ‘bevitore d’acqua’. Assomiglia all’impero mondiale di falsa religione, Babilonia la Grande, di cui si afferma che “siede su molte acque”. Non acque letterali, ma “acque che [tu, apostolo cristiano Giovanni] hai viste, dove la meretrice siede, [che] significano popoli e folle e nazioni e lingue”. (Riv. 17:1, 15) Oggi i popoli, la popolazione del mondo, sono cresciuti a più di quattromila milioni. Quindi il simbolico “cedro del Libano” ha enormi “acque dell’abisso” a cui attingere per sostenersi.
21. Come Geova tratterrà i simbolici corsi e non farà pervenire al “cedro” simbolico molte acque?
21 Potrà la più grande popolazione della terra mantenere operante il “sistema di cose” paragonabile a un cedro per mezzo della sola forza numerica? Per mezzo del cosiddetto dominio “proletario”, per mezzo del dominio da parte delle masse? Geova, la cui sovranità è al di sopra di tutto il cielo e la terra, dice: No! Egli dice che ne tratterrà i “corsi” e che le “molte acque” saranno ‘trattenute’. (Ezec. 31:15) Come avverrà questo? Egli farà abbattere il simbolico “cedro del Libano” nonostante tutta la protesta popolare.
22. Di quale utilità le “acque dell’abisso” di sotto saranno per il tronco d’albero caduto?
22 Tuttavia, quando un albero è tagliato, di quale utilità è per il “tronco caduto” che ci siano sotto “acque dell’abisso”? I suoi corsi son trattenuti dal tronco atterrato che è stato tagliato dal suo sistema di radici. Le molte acque non possono alimentare il gigante arboreo caduto. Prevale la volontà di Geova, non la volontà del popolo! Il proverbio latino: Vox populi, vox Dei (La voce del popolo [è] la voce di Dio) non è veritiero.
23. Perché quando Geova taglia il “cedro” causa la costernazione di tutte le strutture minori edificate nel sistema di cose?
23 Il crollo di questo “presente sistema di cose malvagio” per il fatto che è tagliato mediante lo strumento di Geova darà luogo a costernazione in tutto il mondo, perché vi saranno coinvolti tutti i popoli, le nazioni e le tribù e le lingue. E perché no? Quando l’intero sistema crolla sotto il colpo mortale di Dio, come potrebbe alcuna struttura minore edificata nel sistema globale continuare a esistere, a stare in piedi? (Gal. 1:4) Se l’albero più grande e più bello di tutti non può continuare a stare in piedi e a dominare tutta la terra, come potrebbero tutti gli altri alberi contar di stare in piedi, senza la protezione del sistema simile a un cedro? Essi “verranno meno”, perderanno i sensi, subiranno un arresto cardiaco. Ciò che si può attendere da loro è piacevolmente raffigurato dalle parole di Geova: “A motivo d’esso verranno meno tutti gli alberi del campo”. — Ezec. 31:15.
24. Che alla caduta del “cedro del Libano” siano scrollate le nazioni che cosa significherà per loro?
24 Tenendo presente che il “cedro del Libano” raffigura “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla”, Geova continua, dicendo: “Al suono della sua caduta per certo farò scrollare le nazioni quando lo farò scendere allo Sceol con quelli che scendono nella fossa”. (Ezec. 31:16) La caduta del simbolico “cedro del Libano” causa, per così dire, un tonfo così grande da far tremare la terra e da farne giungere la scossa a tutte le nazioni. Che le nazioni che han preferito la sovranità del “presente sistema di cose malvagio” siano scrollate significa che esse pure cadranno, essendo abbattute nella rovina e spazzate via. Così le pretese territoriali verrebbero meno. Le sovranità nazionali scomparirebbero. (Ebr. 12:26, 27; Agg. 2:6, 7) In questo modo ci sarà un abbandono forzato del pretenzioso “cedro del Libano”. — Ezec. 31:12.
25. Quando le nazioni abbandoneranno il “cedro del Libano”?
25 Quando avverrà questo? In un tempo di guerra, non di una terza guerra mondiale con armi nucleari fra blocchi rivali di nazioni militarizzate, ma nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” al campo di battaglia di Har-Maghedon. La guerra è simboleggiata dalla “spada”. Il simbolico “cedro del Libano” sarà reso compagno di letto delle nazioni e delle potenze mondiali perite di spada. Questo è richiamato alla nostra attenzione dalla dichiarazione di Geova: “E nella terra di sotto tutti gli alberi d’Eden, i più scelti e i migliori del Libano, tutti [quegli alberi] che bevono acqua, saranno confortati. Con lui [il cedro simbolico] essi stessi saranno anche scesi allo Sceol, agli uccisi di spada, e a quelli che come suo seme han dimorato alla sua ombra in mezzo alle nazioni”. — Ezec. 31:16, 17.
26. In qual senso quelle nazioni che hanno dimorato all’ombra del “cedro del Libano” possono chiamarsi “suo seme”?
26 Il “suo seme”, che ha dimorato all’ombra del “cedro del Libano” in mezzo alle nazioni, rappresenterebbe quelle organizzazioni politiche e militari nazionali che sorsero dal “presente sistema di cose malvagio”, come progenie o posterità d’esso. Naturalmente son cresciute o si sono edificate sotto il patrocinio del sistema di cose mondano. Molte di queste organizzazioni nazionali sono già perite scendendo nella morte alla terra di sotto, il reame dei morti, divenendo estinte.
27. Come le organizzazioni nazionali che sono già nel paese di sotto saranno confortate alla caduta del “cedro del Libano”?
27 Così han cessato di esistere come alberi simbolici, benché il generale sistema di cose continui ad andare avanti, avvicinandosi sempre più alla propria distruzione. Quando esso stesso sarà tagliato e subirà la caduta permanente, questo sarà un grande conforto per tutti gli altri alberi simbolici nel paese di sotto, la generale “fossa”, Sceol o reame dei morti. Tutti sappiamo che “chi soffre cerca compagnia”, e questi simbolici “alberi” già tagliati dalla “spada” della violenza saranno molto lieti d’avere la compagnia del magnifico “cedro del Libano” con sé nella condizione di morte. Essi saranno confortati vedendo come questo sistema di cose che dominava il mondo risulterà proprio così debole come essi lo furono dinanzi alla “spada” esecutiva di Geova. — Confronta Isaia 14:9-12.
28. Così il “cedro del Libano” non potrà adombrare quale futuro “giardino di Dio”?
28 Il sistema di cose non risulterà dunque più forte dei suoi sostenitori che si rifugiano sotto la sua ombra protettiva. Geova non vuole che questo simbolico “cedro del Libano” adombri il suo reale, letterale “giardino di Dio” che sarà restaurato sulla terra dopo il suo combattimento di Har-Maghedon e dopo che avrà legato e gettato nell’abisso Satana il Diavolo, “l’iddio di questo sistema di cose”. — 2 Cor. 4:4.
LA “BELLEZZA” AGLI OCCHI UMANI NON LO SALVERÀ
29, 30. Geova informa questo “malvagio sistema di cose” che andrà a finire dove, benché assomigli al più bel cedro del Libano?
29 Gli uomini sono inclini a idoleggiare le creature. Essi hanno ceduto all’adorazione del ‘bell’albero’ simbolico, il figurativo “cedro del Libano”. Questo sistema di cose mondano si ritiene più bello e più desiderabile del regno di Dio retto dal suo Messia, Gesù il Figlio di Dio. Oh sì, agli occhi umani, questo “presente sistema di cose malvagio” assomiglia per bellezza al maestoso “cedro del Libano”. Tuttavia, che differenza fa per il Piantatore dei letterali cedri del Libano? Egli dice a questo sistema di cose che abbraccia l’intero globo:
30 “‘A chi somigli così in gloria e grandezza fra gli alberi dell’Eden? [Malgrado ciò, che accade?] Ma per certo sarai precipitato con gli alberi dell’Eden alla terra di sotto. In mezzo agli incirconcisi giacerai con gli uccisi di spada. Questo è Faraone e tutta la sua folla’, è l’espressione del Sovrano Signore Geova”. — Ezec. 31:18, NW.
31. Avrebbe avuto valore presso Dio la giustizia di “Faraone e tutta la sua folla”, e così la sorte di chi essi pure avrebbero condiviso?
31 Nei tempi antichi “Faraone e tutta la sua folla” forse praticarono la circoncisione e pensarono dunque d’esser puri e giusti quanto gli Israeliti, i discendenti di Abraamo l’Ebreo. “Faraone e tutta la sua folla” forse pensarono che non avrebbero mai condiviso la sorte delle nazioni incirconcise e delle potenze mondiali della terra essendo seppelliti con loro. Ma la loro propria giustizia non ebbe valore presso Geova Dio. Così, a suo tempo, il dominio camitico del paese del Nilo, l’antico Egitto, sarebbe cessato. In questo modo la circoncisione di “Faraone e tutta la sua folla” e la bellezza mondana della loro organizzazione istituita dagli uomini non li avrebbero salvati dalla sorte di tutte le altre organizzazioni minori.
32. Come questo ‘bel’ sistema di cose subirà un’esperienza simile a quella di “Faraone e tutta la sua folla”, e perché?
32 Geova il Sovrano Signore decretò che “Faraone e tutta la sua folla” fossero giustiziati dal suo strumento e che prendessero posto con tutto il resto degli impuri morti umani. La loro era un’organizzazione politica malvagia, e Geova disse: “Per certo lo caccerò secondo la sua malvagità”. (Ezec. 31:11) La stessa cosa avverrà di “Faraone e tutta la sua folla” dei tempi moderni. Il sistema di cose che Faraone e la sua folla rappresentarono fu disapprovato da Geova Dio. Egli ne scopre la malvagità non importa quanto possa apparire “bello” all’idolatra mondo del genere umano. Meritava d’esser trattato come il “cedro del Libano” straordinariamente bello, doveva cioè esser tagliato dalla “spada” della “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Riv. 16:13-16) Alla sua caduta tutte le nazioni della terra saranno scrollate, sapendo che non potranno più esistere come non potrà più esistere l’intero “sistema di cose” del mondo. Poiché si oppone ostinatamente al messianico regno di Dio sarà abbattuto.
URGENTE ORA L’AZIONE GIUSTA!
33. In qual senso la scure è ora alla radice del bel “cedro del Libano”?
33 Come Giovanni Battista disse del sistema di cose giudaico del suo giorno: “Già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero, dunque, che non produce frutto eccellente sarà tagliato”, così accadrà al simbolico “cedro del Libano”. (Matt. 3:10) È molto vicino il tempo in cui Geova farà usare da ‘estranei, tiranni delle nazioni’, la scure contro il “presente sistema di cose malvagio”. La sua caduta si avvicina sempre più. Nonostante tutta la sua “bellezza” agli occhi di questo mondo del genere umano, non è la piantagione di Geova e non fa parte dell’organizzazione di Geova. Esso è la parte visibile dell’organizzazione di Satana il Diavolo. “Per certo lo caccerò secondo la sua malvagità”, dice Geova. — Ezec. 31:11, 12.
34. Di chi sono il “seme” i funzionari di questo “presente sistema di cose malvagio”?
34 In questo malvagio sistema di cose le controparti moderne di “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla” hanno operato per più di quattromila anni da che fu fondata l’antica Babilonia del giorno di Nimrod. Questi elementi governanti mondani non sono stati posti al potere dal Sovrano Signore Geova. Non sono il “seme” o progenie del Padre celeste; non sono il “seme” della “donna” di Dio, intorno a cui Egli fece nell’originale “giardino di Eden” una promessa che genera speranza. Sono piuttosto il “seme” del grande Serpente, vale a dire il Seme di Satana il Diavolo. (Gen. 3:15) Questo può sembrare un linguaggio duro, ma è completamente in armonia con le parole che Gesù pronunciò agli oppositori del suo giorno: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate fare i desideri del padre vostro. Egli fu omicida quando cominciò, e non si attenne alla verità, perché in lui non vi è verità”. (Giov. 8:44) Questo “seme” moderno del grande Avversario di Dio non serve Dio come non lo servirono l’antico Faraone e la sua folla. In qualità di “Egitto” spirituale, somiglia a loro. — Riv. 11:8.
35. Alla luce dei precedenti fatti rivelati, cosa dovremmo fare in questo tempo minaccioso, e come?
35 Alla luce di questi fatti rivelati e di fronte al prossimo adempimento della profezia di Ezechiele circa il “cedro del Libano”, che cosa abbiamo l’obbligo di fare? Che cosa ci conviene fare? Cosa dovremmo fare in questo tempo minaccioso? Questo: Abbandonare l’ombra di quell’“albero” simbolico. Non vogliamo subire le conseguenze eterne della sua caduta. Perciò abbiamo bisogno di abbandonare il “presente sistema di cose”, gli antitipici “Faraone re d’Egitto e [la] sua folla”. Abbiamo bisogno di metterci dalla parte dell’organizzazione di Geova. Siamo stati privi di vita verso quell’organizzazione finché abbiamo fatto parte di questo mondo di peccatori. Siamo stati “morti nei [nostri] falli e peccati, nei quali un tempo [camminammo] secondo il sistema di cose di questo mondo, secondo il governante [Satana il Diavolo] dell’autorità dell’aria”. (Efes. 2:1, 2) Dovremmo smettere di camminare “secondo il sistema di cose di questo mondo”. Dobbiamo cessar di dimorare sotto la protettiva ombra di ciò che fu prefigurato da “Faraone e tutta la sua folla”.
36. Una volta usciti dall’ombra dell’organizzazione visibile di Satana, come dovremmo prestare ascolto al consiglio di Isaia 31:1?
36 Una volta usciti dall’ombra dell’organizzazione visibile del grande Avversario di Dio, non dovremmo più ricorrervi per aiuto e protezione. Mostriamo buon senso e sapienza divina se prestiamo ascolto alle ispirate parole: “Guai a quelli che scendono in Egitto per assistenza, quelli che confidano nei semplici cavalli, e che ripongono la loro fiducia nei carri da guerra, perché son numerosi, e nei destrieri, perché sono molto potenti, ma che non hanno guardato al Santo d’Israele e che non hanno ricercato Geova stesso”. — Isa. 31:1.
37, 38. Riguardo a ciò, quale esempio ammonitore abbiamo nel rimanente dei Giudei che furono lasciati nel paese dopo la desolazione di Gerusalemme?
37 Abbiamo un esempio che ci avverte di non ricorrere all’Egitto per aiuto nonostante che sia condannato. La profezia di Ezechiele fu data nell’undicesimo anno della sua cattività, il terzo mese, il primo giorno. (Ezec. 31:1) Il nono giorno del quarto mese (9 Tammuz 607 a.E.V.) il “despota delle nazioni” babilonese catturò Gerusalemme. Il mese dopo la distrussero, e deportarono la maggioranza dei superstiti a Babilonia. Nel settimo mese (Tishri 607 a.E.V.) il governatore che era stato costituito su di loro fu assassinato.
38 Per timore di ciò che ora i Babilonesi avrebbero potuto fare, questo rimanente di Giudei decise di abbandonare il paese di Giuda e di fuggire in Egitto per rifugiarsi sotto il simbolico “cedro del Libano”. Il profeta Geremia consigliò di non fare questo. Egli avvertì che il re di Babilonia avrebbe conquistato l’Egitto e così li avrebbe assoggettati in ogni modo al suo potere. Non ascoltando l’avvertimento di Geremia, il rimanente giudaico fuggì in Egitto portando con sé il profeta di Geova. Ma l’Egitto venne loro meno, poiché alcuni anni dopo il re di Babilonia aggiunse al suo impero il paese d’Egitto. Di nuovo, come in passato, l’Egitto venne meno ai Giudei infedeli, ma la Parola di Dio non venne meno. — 2 Re 25:1-26; Ezec. 29:17-20; Ger. da 40:7 a 43:13.
39. Qual è dunque la speranza del genere umano, e perché?
39 Il sistema di cose mondano è ora nei suoi ultimi giorni. Come l’antico Egitto, che venne meno a quelli che si ripararono sotto i lunghi rami di quel simbolico “cedro del Libano”, esso verrà meno a quelli che continuano a riporvi fiducia scendendovi per avere l’assistenza delle sue risorse militari ed economiche. Il suo dominio sulle attività della terra dev’essere abbattuto. Il prossimo regno di Geova lo taglierà per mezzo del Suo reale Figlio Gesù Cristo. La speranza del genere umano è in questo regno di Dio, poiché recherà un nuovo e giusto sistema di cose che sarà veramente “bello”. Esso ristabilirà il “giardino di Dio”, un letterale paradiso edenico, sopra la terra e coprirà l’intera terra della sua gloria e della sua bellezza.
40. Perché non fa per noi l’associazione con questo mondo, ma cosa significherà per noi l’essere stati simili a Gesù e ai suoi apostoli?
40 Non è all’associazione con questo condannato mondo di persone empie e con il suo sistema di cose che dobbiamo attenerci in questa condizione disperata delle attività del mondo. Se desideriamo partecipare alle benedizioni eterne che il re Gesù Cristo conferirà ai suoi sudditi, dobbiamo essere proprio come disse che furono lui e i suoi apostoli: “Non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo”. (Giov. 17:14, 16) Essendone dunque separati, non prenderemo parte alla distruzione di questo “mondo di empi”. (2 Piet. 2:5; 3:6) Saremo preservati per godere una dimora eterna sotto il giusto nuovo sistema di cose, in cui non Faraone e la sua folla, ma Gesù Cristo e i suoi glorificati coeredi renderanno servizio come re e sacerdoti di Dio per la benedizione del genere umano. — Riv. 20:4, 6.
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