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  • Fatevi un buon nome ora!
    La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
    • 15. Quale sorta di persone dovremmo essere?

      15 Quale sorta di persone dovremmo dunque essere? L’apostolo Paolo fa il seguente elenco di cose comandate e di cose vietate, e non è facile conformarvisi:

      “Il vostro amore sia senza ipocrisia. Aborrite ciò che è malvagio, stringetevi a ciò che è buono. Con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi. Non vi attardate nelle vostre faccende. Siate ferventi nello spirito. Siate schiavi di Geova. Rallegratevi nella speranza che vi sta davanti. Perseverate nella tribolazione. Siate costanti nella preghiera. Condividete con i santi secondo i loro bisogni. Seguite il corso dell’ospitalità. Continuate a benedire quelli che perseguitano; benedite e non maledite. Rallegratevi con le persone che si rallegrano; piangete con le persone che piangono. Abbiate verso gli altri i medesimi sentimenti che avete verso voi stessi; non pensate alle cose alte, ma siate attirati dalle cose modeste. Non divenite discreti ai vostri propri occhi. Non rendete a nessuno male per male. Provvedete cose eccellenti dinanzi a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’. Non vi fate vincere dal male, ma vincete il male col bene”. — Rom. 12:9-19, 21.

      16. Cosa dovremmo evitare e cosa dovremmo cercare?

      16 Questa è la sorta di persone che dovremmo essere! Sarebbe spaventoso se la misericordia di Dio non intervenisse nei casi in cui veniamo meno per debolezza. Ecco dove possiamo trovare un grande aiuto: frequentando persone che hanno gli stessi obiettivi. “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. Fuggite dall’adultero impero mondiale della falsa religione che adultera la Parola di Dio. “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati”. La sua coscienza è così incallita che non sente neppure la colpa, anche se i suoi peccati si ammassano fino al cielo. Essa si comporta come una meretrice letterale: “Ecco la via di una donna adultera: ella ha mangiato e s’è pulita la bocca e ha detto: ‘Non ho commesso nessun torto’”. È dunque essenziale acquistare forza frequentando coloro che cercano di farsi un buon nome presso Dio, “non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine”. — Prov. 13:20; I Cor. 15:33; Riv. 18:4; Prov. 30:20; Ebr. 10:25.

      ORA È IL TEMPO!

      17, 18. In che cosa dovremmo impegnarci ora, e perché non dovremmo rimandare?

      17 Mentre si avvicina la fine del malvagio sistema di Satana, impegniamoci per essere ‘la sorta di persone che dovremmo essere’, per rinnovare la mente, per toglierci la vecchia personalità e rivestire la nuova e per farci un buon nome presso Dio ‘affinché il giorno della nostra morte sia meglio del giorno della nostra nascita’. (Eccl. 7:1) O, nel caso di quelli che sperano di ereditare il paradiso terrestre, affinché il giorno della morte possa non venire mai!

      18 Forse pensate che a quest’ora la fine sarebbe già dovuta essere arrivata. Pensate che il Signore abbia rimandato la sua venuta? Cominciate a rallentare la vostra partecipazione all’importantissima opera di proclamare il regno di Dio, o vi lasciate addirittura andare a una condotta errata? Indipendentemente da quando verrà la fine, questo è il tempo di fare ciò che la nostra mano trova da fare per avere un buon nome. Chiunque di noi domani potrebbe non esserci più. Siamo come un fiore che appassisce, come un vapore che scompare, come un’ombra che passa. (Giob. 14:1, 2; Giac. 4:14) Ecclesiaste 9:12 avverte: “Neanche l’uomo conosce il suo tempo. Proprio come i pesci che son presi in una cattiva rete, e come gli uccelli che sono presi in una trappola, così sono accalappiati gli stessi figli degli uomini in un tempo calamitoso, quando cade su di loro all’improvviso”.

      19, 20. (a) Oltre a vivere una vita moralmente pura, cos’altro è richiesto? (b) Perché è urgente agire ora?

      19 Dobbiamo fare qualcosa di più del giovane che andò da Gesù a chiedere come poteva ottenere la vita eterna. Evidentemente conduceva una vita moralmente pura, ma questo non bastava. In aggiunta Gesù gli disse: “Vieni, sii mio seguace”. Gesù è il modello. (Matt. 19:16-22; I Piet. 2:21) Non solo egli seguì nella sua vita le norme di condotta stabilite da Dio ma proclamò anche ad altri “la buona notizia del regno”. “Pentitevi”, dichiarò, “poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Egli “intraprese un giro di tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona notizia del regno”. (Matt. 4:17; 9:35) Quando le folle volevano che restasse più a lungo con loro e tentarono di trattenerlo, Gesù disse: “Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato”. Quando vide le folle che erano spiritualmente “mal ridotte e disperse”, fu “mosso a pietà verso di loro, perché erano come pecore senza pastore. E cominciò a insegnar loro molte cose”. (Luca 4:43; Matt. 9:36; Mar. 6:34) Egli mandò gli apostoli a predicare, dando loro queste istruzioni: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. — Matt. 10:7, 8.

      20 Ora viviamo nei difficili ultimi giorni di questo sistema satanico. “Il tempo rimasto è ridotto”. È urgente che dichiariamo la “buona notizia”. (I Cor. 7:29; 9:16) Ora è il tempo predetto in cui ‘questa buona notizia del regno dev’essere predicata in tutta la terra abitata in testimonianza, prima che venga la fine’. (Matt. 24:14) Qualunque sia il tempo fissato da Geova per portare la fine di questo sistema malvagio, non dimenticate mai che ORA, mentre siete vivi, ORA, prima che una morte imprevedibile sopraggiunga su di voi, ORA è il tempo di partecipare alla predicazione della “buona notizia” e di farsi un buon nome presso Dio!

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ● In che senso si può dire, come afferma I Corinti 6:18, che “ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del suo corpo, ma chi pratica la fornicazione pecca contro il proprio corpo”?

      Alla suddetta affermazione Paolo fa precedere il comando: “Fuggite la fornicazione”. È evidente che aveva molto a cuore l’argomento, poiché passa dalle osservazioni precedenti al comando “Fuggite la fornicazione” senza alcun collegamento. E usa l’imperativo. Egli ci dice che ogni volta che si presenta la tentazione o l’opportunità di commettere fornicazione, non dobbiamo temporeggiare o pensarci sopra ma fuggire immediatamente. Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, ci diede a questo riguardo un ottimo esempio. Importunato dalla moglie del suo padrone Potifar, fuggì. — Gen. 39:12.

      Perché l’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, si espresse così energicamente al riguardo? Perché Corinto era una città molto licenziosa, dove le tentazioni di commettere immoralità erano frequenti. Era un centro dell’adorazione di Venere, la dea dell’intemperanza sessuale. Non è strano che Corinto fosse considerata la città più immorale della Grecia. Dall’adorazione di Venere deriva il nome delle malattie causate dai rapporti sessuali immorali, le malattie veneree. A questo proposito ci è detto che la gonorrea è una delle malattie più antiche e più diffuse che affliggono la razza umana, mentre la sifilide è uno dei peggiori flagelli dell’umanità.

      Come sono terribili gli effetti delle malattie veneree! Possono causare sterilità nella donna, cecità alla propria progenie e senilità, per non menzionare che alcuni degli effetti più tragici. Malgrado queste atroci conseguenze, le malattie veneree sono in aumento e si dice che stiano addirittura raggiungendo proporzioni epidemiche. Non c’è dubbio: alcuni altri peccati, come l’ubriachezza, possono nuocere in una certa misura al corpo se si persiste, ma commettendo fornicazione si pecca molto più gravemente contro il proprio corpo.

      Il saggio re Salomone comprese che chi commette fornicazione pecca in questo senso contro il proprio corpo. Commentando le conseguenze delle relazioni con una meretrice, egli dice: “L’effetto che produce è più amaro dell’assenzio; è come un’affilata spada a due tagli. I suoi piedi scendono alla morte”. “Una freccia gli spacca il fegato, proprio come un uccello s’affretta nella trappola, ed egli non ha conosciuto che vi è implicata la sua medesima anima”. Sì, le malattie veneree colpiscono spesso il fegato, il più grande organo del corpo, e lo rovinano. — Prov. 5:3-11; 7:23.

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