Corte turca manda testimoni di Geova in prigione
IL 12 DICEMBRE 1984 ad Ankara, in Turchia, la Corte di Sicurezza dello Stato ha emesso un verdetto scandaloso. Ha condannato cinque testimoni di Geova a sei anni e otto mesi di reclusione più due anni e due mesi di esilio ciascuno! Altri diciotto Testimoni sono stati condannati a quattro anni e due mesi di carcere più un anno e quattro mesi di esilio. Altri Testimoni devono comparire dinanzi a un tribunale penale.
Quale “reato” hanno commesso? Sono stati dichiarati colpevoli di aver violato l’articolo 163 del Codice Penale turco, secondo cui è perseguibile chi ‘fa propaganda religiosa allo scopo di mutare l’ordine sociale, economico, politico o legale dello stato’. Si è così sostenuto che uno sparuto gruppo di testimoni di Geova stesse tentando di mutare l’attuale ordine governativo della Turchia. Ma come avrebbe mai potuto questo gruppetto di persone pacifiche, disarmate e assolutamente non addestrate alla sovversione politica essere una minaccia per l’intero sistema nazionale?
Un popolo ossequente alle leggi
I testimoni di Geova sono ben noti in tutto il mondo perché sono persone che rispettano le leggi. Per esempio, un governatore generale della Nigeria disse di loro: “Hanno contribuito sensibilmente all’edificazione spirituale del popolo nigeriano”. Disse anche: “Se tutte le confessioni religiose fossero come i testimoni di Geova, non ci sarebbero omicidi, ladri, delinquenti, detenuti e bombe atomiche. Non ci sarebbe bisogno di chiudere a chiave le porte né di giorno né di notte”.
Inoltre i testimoni di Geova non si sono mai immischiati nella politica. È ben nota la loro neutralità sotto questo aspetto. Il Corriere di Trieste disse che i testimoni di Geova “debbono essere ammirati”. Perché, fra l’altro? Il quotidiano spiegò che la loro religione insegna a ‘rifiutarsi di portare la politica nella religione e di servire interessi terreni e partiti’.
Infatti nei loro oltre cento anni di storia non hanno mai tentato di mutare l’ordinamento politico di alcuno stato. Piuttosto si attengono a ciò che dice loro la Bibbia: riconoscono i governi attuali come “autorità superiori” a cui devono rispetto. (Romani 13:1) È pertanto contrario alle loro convinzioni religiose intraprendere qualsiasi attività sovversiva. Questo è il motivo per cui governi non dittatoriali riconoscono che senza meno i testimoni di Geova sono una religione e hanno garantito loro le stesse libertà degli altri cittadini, compresa quella di culto.
Inoltre quelle condanne sono completamente ingiustificate per un altro motivo. Il 24 marzo 1980 la Corte Suprema d’Appello turca stabilì che i testimoni di Geova non possono essere perseguiti in quanto la loro religione non viola la legge. La corte li aveva prosciolti dall’accusa di sovversione.
I precedenti del processo
Ci si domanda allora: Su quali informazioni si è basata la corte per giungere a questa decisione? I testimoni di Geova hanno forse mutato la loro attività o il loro credo dopo il 1980? Esaminiamo in breve le circostanze che hanno portato al processo e gli atti processuali.
Il 20 novembre 1974 una corte distrettuale di Istanbul concesse il riconoscimento legale ai testimoni di Geova come religione. Di conseguenza, i testimoni di Geova potevano legalmente far registrare, e lo fecero, la religione a cui appartenevano sulla carta di identità. E dal dicembre del 1974 in poi i testimoni di Geova cominciarono a radunarsi liberamente per l’adorazione in diverse città del paese. Anche il governo militare che salì al potere nel settembre del 1980 permise che tenessero adunanze pubbliche nelle loro “Sale di Culto”.
Ma nel marzo del 1984 tre famiglie di Eskişehir si rivolsero al tribunale per farsi registrare come testimoni di Geova. La notizia finì sulle pagine del giornale locale. Poiché in precedenza erano stati musulmani, la loro richiesta suscitò le ire di musulmani fanatici, i quali si misero ad attaccare e a calunniare i testimoni di Geova dalle colonne di vari quotidiani.
Tra gli oppositori figurava l’“Alto Consiglio della Religione della Direzione degli Affari Religiosi”, un ente governativo musulmano. Questo ente ha affermato: “Questo movimento [i testimoni di Geova], che in nessun paese è riconosciuto come religione . . . è un ordine cristiano sotto l’influenza ebraica”. Ha sostenuto anche che “se questo movimento verrà tollerato [in Turchia] si rivelerà un pericolo tanto per lo Stato quanto per l’Islam”.
Dopo questa maligna campagna giornalistica, all’improvviso due Testimoni vennero arrestati ad Ankara per aver offerto a un’altra persona le loro pubblicazioni. Eppure quelle pubblicazioni erano state legalmente stampate in Turchia.
Nei giorni successivi la polizia di Ankara arrestò i cinque anziani di una congregazione e altre persone note come testimoni di Geova. In tutto furono fermate 31 persone. Alcune furono arrestate a casa, altre sul lavoro e altre ancora dopo che avevano assistito alle adunanze nella loro “Sala di Culto”. Delle 31 originariamente fermate, 23 furono trattenute e le altre rilasciate.
Accuse false
Nel corso dell’udienza è divenuto sempre più chiaro che in realtà non si trattava di un caso di violazione della legge. La corte doveva piuttosto pronunciarsi su una controversia religiosa.
Per esempio, come presunta prova di colpevolezza l’accusa ha esibito un’affermazione della Direzione degli Affari Religiosi, in cui i testimoni di Geova sono definiti “un movimento cristiano folle” che non ha “né profeti né un particolare libro sacro”. Al contrario i testimoni di Geova sono noti per essere un gruppo di persone molto equilibrate, ossequenti alle leggi e pacifiche. E hanno senz’altro un profeta, Gesù Cristo, il quale, tra parentesi, viene riconosciuto come tale anche dai musulmani. Inoltre non hanno bisogno di alcun “particolare libro sacro”, dato che ce l’hanno già: la Sacra Bibbia, che è “ispirata da Dio”. — II Timoteo 3:16.
È stato anche sostenuto che i testimoni di Geova non accettano “le nazioni e gli stati esistenti e i relativi confini nazionali”. Anche questo è del tutto falso. La loro religione impone loro specificamente di ‘essere sottoposti alle autorità [governative] superiori’ e a tutte le leggi che non contrastano con le leggi di Dio. Questo è ciò che comanda loro la Bibbia. — Romani 13:1; Atti 5:29.
Inoltre la Direzione degli Affari Religiosi ha asserito che i testimoni di Geova sono impegnati “a instaurare un ordinamento religioso basato sulla Bibbia in tutto il mondo” e che il Regno di Dio verrebbe stabilito tra “l’Eufrate e il Nilo”. Quest’affermazione è volta a dimostrare che i testimoni di Geova intendano cambiare l’ordinamento politico turco, dato che l’Eufrate attraversa la Turchia orientale.
Questa è un’altra accusa del tutto falsa. I testimoni di Geova non hanno mai creduto che il Regno di Dio sarà terreno. Hanno sempre insegnato che si tratta di un governo celeste. Perciò sarebbe impossibile instaurarlo in una qualsiasi parte della Turchia. — Matteo 4:17; 6:9, 10.
Falsa testimonianza religiosa
Inoltre la corte ha nominato tre “periti” per esaminare le pubblicazioni e gli insegnamenti dei testimoni di Geova. Di questi, uno era membro della Direzione degli Affari Religiosi. Il secondo era un assistente universitario di una facoltà islamica. Il terzo un assistente universitario della facoltà di legge dell’Università di Ankara.
Il collegio di difesa ha sollevato obiezioni contro la nomina di due dei “periti” religiosi. Essi avevano già espresso in un libro opinioni contrarie ai testimoni di Geova. Non ci si poteva pertanto aspettare che davanti alla corte dessero un parere imparziale. Ma la corte ha respinto le richieste della difesa e lasciato come “periti” due persone con pregiudizi religiosi.
La relazione presentata dai tre uomini è stata conforme alle aspettative. Gli esaminatori religiosi hanno dichiarato colpevoli i testimoni di Geova, mentre il professore della facoltà di legge non ha riscontrato alcuna colpevolezza. Ha affermato: “Essi attendono l’imminente cambiamento del mondo da parte di Dio dopo la guerra di Armaghedon”, e non tramite un intervento umano.
I fanatici religiosi hanno sostenuto che i testimoni di Geova non sono una religione. Questa, naturalmente, è un’altra accusa falsa. Hanno anche asserito che i testimoni di Geova credono in Dio e Gesù Cristo solo per avere “una copertura religiosa che nasconda l’obiettivo reale”. E quale sarebbe questo presunto “obiettivo reale”? I consiglieri religiosi hanno detto: “Sotto la parvenza del Regno di Dio, essi pongono le basi per qualche azione politica in un imprecisato futuro”. Citando dalle pubblicazioni dei testimoni di Geova frasi tolte dal loro contesto, ne hanno dedotto che essi siano ‘un’organizzazione segreta sotto l’influenza del sionismo che usa le adunanze religiose come copertura’.
Queste persone, però, non hanno addotto nemmeno una sola prova del fatto che i testimoni di Geova abbiano mai tentato di sovvertire lo stato turco. Non ci sono riusciti per il fatto che i Testimoni non sovvertono i governi esistenti. È Dio stesso a dire che i governi devono rendere conto. È lui il Giudice, e non un uomo. E chiunque conosca i Testimoni sa che non hanno assolutamente nulla a che vedere con il sionismo.
La difesa fornisce prove
D’altra parte la difesa ha fornito molte prove del fatto che i testimoni di Geova non sono colpevoli della violazione di alcuna legge. Oltre alla decisione della Corte Suprema d’Appello del 24 marzo 1980, la difesa ha presentato altre tre decisioni della Corte Suprema. Anche in queste i testimoni di Geova sono stati prosciolti dalle stesse accuse.
Inoltre la difesa ha esibito un secondo parere da parte di un altro professore di legge che ha esaminato le pubblicazioni dei testimoni di Geova. In esse egli non ha ravvisato alcuna violazione della legge.
Alla corte sono anche state sottoposte una ventina di altre sentenze emesse in Turchia negli ultimi 30 anni. In tutte quelle sentenze i Testimoni erano stati prosciolti dalle stesse accuse.
Ultimo, ma non meno rilevante, persino il funzionario di polizia incaricato di controllare le adunanze dei Testimoni ha deposto dinanzi alla corte. Ha dichiarato di ‘non aver riscontrato alcuna violazione della legge nel corso di tutto l’anno’ in cui ha sorvegliato le adunanze.
La corte respinge le prove
Ciò nondimeno, la corte ha respinto tutte le prove della difesa. Ha accettato solo gli scritti calunniosi e del tutto infondati presentati dal pubblico ministero, cioè le affermazioni della Direzione degli Affari Religiosi e anche la relazione dei due prevenuti esaminatori religiosi.
Le sentenze hanno fatto sorgere domande molto serie. Anche i giudici della corte erano forse prevenuti a motivo della loro fede musulmana? È stata forse fatta pressione sulla corte perché condannasse i testimoni di Geova?
Naturalmente è stato presentato appello. Così la Corte Suprema avrà la possibilità di riesaminare il caso. Si spera che questa corte emetta una sentenza in completa armonia con i fatti. Purtroppo, fino ad allora i 23 Testimoni — 15 uomini e 8 donne — dovranno rimanere in prigione.
Certamente in tutto il mondo le persone equanimi e che amano la libertà si domandano: Come è potuta accadere una cosa simile in un paese che si proclama stato democratico? Come ha potuto una corte in Turchia fare una cosa del genere, dal momento che anche il governo turco ha sottoscritto la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, in cui viene garantita la libertà di religione?
Se provate indignazione per il fatto che persone innocenti e pacifiche siano state condannate in modo tanto ingiusto, avete l’opportunità di esprimere la vostra opinione. Potete scrivere a uno o a ciascuno dei funzionari sottoelencati e far loro conoscere quali sono i vostri sentimenti al riguardo:
Presidente della Repubblica:
Sua Eccellenza Kenan EVREN, Bakanliklar, Ankara, Turchia
Primo Ministro:
Sig. Turgut ÖZAL, Bakanliklar, Ankara, Turchia
Ministro dell’Interno:
Sig. Yildirim AKBULUT, Bakanliklar, Ankara, Turchia
Ministro della Giustizia:
Sig. M. Necat ELDEM, Bakanliklar, Ankara, Turchia
Potete inoltre scrivere all’Ambasciatore turco nel vostro paese.
[Testo in evidenza a pagina 30]
I testimoni di Geova non sovvertono alcun governo
[Testo in evidenza a pagina 31]
Come è potuta accadere una cosa simile in un paese che si proclama democratico?