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Diamo prova d’essere “uomini di buona volontà”La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
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l’ira divina e siamo entrati nella mattina della sua buona volontà con “un grido di gioia”.
22 Possiamo noi essere sotto la buona volontà di Geova non semplicemente per una mattina, ma “per tutta la vita”. Abbiamo l’opportunità di restarci “tutta la vita” per l’eternità. Allora daremo sempre con apprezzamento un “grido di gioia” per il fatto d’essere sotto la buona volontà di Geova, e con il nostro grido renderemo grazie e lode a Lui per mezzo di Gesù Cristo.
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“Certo che puoi farlo, Kayoko. L’ho fatto anch’io!”La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
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“Certo che puoi farlo, Kayoko. L’ho fatto anch’io!”
Narrato da Gladys Gregory
IL SOGGETTO della nostra conversazione era caro al mio cuore, il servizio di pioniere, cioè la predicazione in servizio continuo sotto la guida della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Kayoko, una ragazza giapponese, era vivamente interessata.
“Pensi realmente che potrei fare la pioniera?” ella chiese.
“Certo che puoi farlo, Kayoko. L’ho fatto anch’io quando avevo pressappoco la tua età”.
“È un così grande privilegio poter dedicare tutto il proprio tempo al servizio del regno di Dio! Ma temo di non avere fiducia in me”.
“Be’, per quello che ricordo, neppure io avevo molta fiducia in me. Ma avevo fiducia che, se mettevo Geova e il suo servizio al primo posto nella mia vita, egli avrebbe provveduto a me in senso materiale e spirituale. Ed è stato realmente così. Non ho mai rimpianto di aver fatto questo importante passo, intraprendendo il ministero come pioniera”.
“Gregory-shimai,a tu compi il servizio di pioniera da lungo tempo, non è vero?”
“Non da così lungo tempo in paragone con alcuni fedeli che conosco. Alcuni hanno fatto i ministri pionieri per cinquant’anni e fanno ancora molto servizio. Io conobbi per la prima volta il vero messaggio della Bibbia nel 1940 a Roanoke, in Virginia, U.S.A., per mezzo di mia zia, Edna Fowlkes. Solo nel 1944 intrapresi il ministero di pioniera. Mia madre era stata cristadelfiana, ma amava veramente la Bibbia, e così, subito dopo che avevo cominciato ad associarmi con i testimoni di Geova, ella e mia sorella Grace mi seguirono. Sin dal principio, Grace e io ci prefiggemmo la meta del servizio di pioniere. Comunque, la nostra immediata attenzione fu necessariamente rivolta all’appoggio che dovevamo dare a nostra madre.
“Verso quell’epoca due zelanti giovani Testimoni, avendo lasciato la loro casa in Georgia a causa di forte opposizione familiare, vennero a Roanoke per esser liberi di servire più pienamente Geova. Erano Fred Rusk e sua sorella Mary. Eravamo in quattro a cercar di raggiungere la meta del servizio di pioniere. E ci riuscimmo tutti! Mio fratello Grey, non ancora Testimone, ma gentile e disposto a cooperare, tornò a casa dall’esercito e si offrì di provvedere alla mamma. Fu come un miracolo! Geova ci aveva aperto la strada! E anche Fred e Mary Rusk iniziarono, ed egli fu infine invitato alla sede centrale della Società a Brooklyn, dove presta ancora servizio”.
“È così emozionante! E i giovani qui nella nostra congregazione la pensano tutti nello stesso modo, non è vero? Quasi tutti i giovani sono pionieri o intendono conseguire tale meta”.
Sì, nelle congregazioni dei testimoni di Geova in Giappone regna lo spirito di pioniere. E Kayoko, che solo un anno fa era stata una tranquilla ragazza riservata quando aveva cominciato a studiare la Bibbia con noi, era divenuta una brillante, animata, entusiasta proclamatrice del Regno, traboccante di gioia per aver conosciuto gli amorevoli propositi di Dio. Ora, appena dedicata, anch’ella fu contagiata dallo spirito di pioniere!
I PRIMI ANNI IN CUI FECI LA PIONIERA
Abbandonandomi ai ricordi con Kayoko ripensai a quei primi anni di servizio di pioniera. Nella primavera del 1946 Mary Rusk, Grace e io fummo mandate a Loudoun County, in Virginia. Trainando la nostra roulotte con una sconquassata automobile del 1936, iniziammo due anni di ministero di predicazione in servizio continuo pieni di esperienze, alcune difficili, molte belle, molte divertenti, ma un periodo assai felice. La contea non era stata visitata dai Testimoni da qualche tempo, e tre ragazze che occupavano una roulotte parcheggiata presso una stazione di servizio suscitavano la disapprovazione di alcuni oltre a destare varie specie di interesse. Solo tirando fuori la Bibbia e dando testimonianza a tutti quelli che si avvicinavano si convincevano che facevamo sul serio.
Trovammo molte persone interessate e iniziammo alcuni ottimi studi biblici. Quell’estate organizzammo una serie di discorsi all’aperto nel pascolo della sig.ra Kelly, e gli oratori venivano da alcune delle più vicine congregazioni. C’erano molti interessati fra i presenti. Quell’autunno incontrammo per la prima volta Bob e Jane Harris. Si era sparsa la voce della nostra presenza e così quando in una calda giornata arrivammo a casa loro Bob smise di trebbiare il grano per venire a vedere che cosa volevano “quelle donne che dicono che non c’è l’inferno”, come ci aveva chiamato uno degli uomini che lavoravano con lui. Egli disse a Jane: “Prendi i libri se vuoi. Se parlano della Bibbia devono essere buoni”. Accettarono prontamente uno studio biblico, e quando la seguente primavera fu formata una congregazione, le adunanze vennero tenute nella loro cucina.
Quell’estate ci fu un massimo di trenta attivi Testimoni in quella piccola congregazione, tutta gente di campagna. Poi, durante l’inverno, ricevemmo l’invito a frequentare la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad per ricevere addestramento come missionarie. Connie, figlia di otto anni degli Harris, disse: “Mamma, non possiamo smettere le adunanze e l’opera di predicazione del Regno solo perché se ne vanno!” E, naturalmente, non smisero. Ora, in quel territorio, ci sono due congregazioni, ciascuna con la sua Sala del Regno.
Così si chiuse un capitolo del nostro servizio continuo, ma ci rallegriamo ancora udendo dei frutti prodotti dai semi piantati allora. La stazione di servizio dove avevamo parcheggiato era di proprietà di Calvin e Lucille Athey. Benché gentili, non avevano mai mostrato profondo interesse per il nostro messaggio. Ma sedici anni dopo in Giappone ricevetti una lettera da Lucille in cui diceva: “Non ci crederai, ma ora sono la tua sorella cristiana”. Fui molto felice di sapere che avevano fatto progresso spiritualmente.
LA SCUOLA DI GALAAD E DOPO
Frequentare la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad fu una rara e meravigliosa esperienza. Non sapevamo che avremmo ricevuto tanta conoscenza della Bibbia. Allora Galaad si trovava nella regione dei Finger Lakes, nello stato di New York. I verdi prati e i quieti ruscelli spinsero Asano Asayama, uno dei primi diplomati giapponesi di Galaad a dichiarare: “È come un angolo di Paradiso!”
Otto di noi che eravamo originariamente fra i venticinque diplomati assegnati al Giappone fummo in seguito assegnati alla Corea. Successe tutto in fretta. Impiegammo due mesi nel viaggio da New York alla Corea, e lungo il tragitto vedemmo molte cose e facemmo molti incontri interessanti. Poi tre mesi dopo che eravamo arrivati lì cominciò la guerra, e perciò l’esercito ci trasferì in Giappone. Stemmo prima tre mesi a Kobe e nell’ottobre del 1950 fummo mandati a Nagoya. Fu un anno pieno di avvenimenti.
Nessuno di noi dimenticherà mai la breve permanenza in Corea. Non ho mai visto uno zelo maggiore di quello dei Testimoni coreani. Poveri di cose materiali, molti di essi profughi fuggiti dalla comunista Corea del Nord, di solito avevano fra i magri resti dei loro possedimenti una Bibbia logora. Queste persone venivano in gran numero ai nostri discorsi per invitati, e al termine di ogni adunanza si affollavano intorno a ciascun missionario presente con le loro domande bibliche. Erano soddisfatti solo quando la risposta era letta nella loro Bibbia.
Ricordo che al tempo dell’evacuazione eravamo preoccupati per doverci separare dai nostri conservi Testimoni coreani quasi come per l’effettivo pericolo fisico. Serberemo a lungo il ricordo di quando ci salutarono con il viso rigato di lagrime. In realtà, questo per qualche tempo ci rese difficile abituarci all’opera in Giappone. Del nostro gruppo solo Don Steele e sua moglie poterono tornare in Corea per un tempo abbastanza lungo. Nel frattempo, fu suggerito che, siccome avevamo cominciato a imparare il giapponese, potevamo benissimo restare in Giappone. Altri missionari sarebbero stati mandati in Corea se e quando fosse stato loro permesso di entrarvi.
“Gregory-shimai, il tuo servizio di pioniera ti ha fatto fare il giro del mondo. Non tutti quelli che intraprendono il ministero di pionieri hanno tali privilegi, non è vero?”
“I privilegi di pioniere sono vari. Alcuni non lasciano mai il loro paese, Kayoko. E qui in Giappone il bisogno è ora così grande che non credo che nessuno vorrebbe lasciare questo campo fruttuoso”.
GIAPPONE, PAESE DI CONTRASTI
Nei vent’anni in cui sono stata qui ho visto molti cambiamenti. Da un paese dilaniato e impoverito dalla guerra, il Giappone è diventato uno dei paesi più progrediti del mondo. La gente è veramente laboriosa e ansiosa di ricevere istruzione e sperimentare nuove idee.
Dapprima, la predicazione del Regno diede pochi risultati. Con la nostra limitata conoscenza della lingua e pochissima letteratura adatta, non c’è da meravigliarsene. Ciò nondimeno, alcuni rimasero con noi, e mentre essi maturavano nella conoscenza della Bibbia, noi divenivamo più esperti nella lingua. Alcuni di quei primi studenti servono ancor oggi fedelmente in Giappone.
I nostri sbagli dovuti alla lingua erano frequenti. Un missionario, per esempio, scoprì che, per un piccolo errore nella scelta di una parola, aveva detto: “Sono un tram cristiano”. In un’occasione ricordo di aver detto molto solennemente a qualcuno che “Cristo Gesù venne sulla terra a dichiarare il nome e l’indirizzo di Geova”.
Dovemmo imparare molte nuove usanze. Dovemmo abituarci a sedere sulle gambe incrociate. Anche ora alla maggioranza dei miei studi biblici con i nuovi interessati lo faccio. Ma tutto è reso così facile dall’inesauribile pazienza dei Giapponesi.
Malgrado la modernizzazione di gran parte della vita giapponese, si può ancora vedere molto del vecchio. Per le strade delle città si possono vedere tanto il chimono che la minigonna. Il Giappone è al secondo posto per il numero di cervelli elettronici in uso, tuttavia quasi nessuna casa privata ha il riscaldamento centrale. Di solito c’è una tavola bassa con una coperta sopra e il caldo sotto, per cui le mani e i piedi sono caldi mentre la schiena è gelata. I Giapponesi, che danno grande importanza all’istruzione, sanno leggere e scrivere quasi al 100 per cento. Tuttavia sentii per caso una signora che diceva all’amica: “Mia figlia è un ‘coniglio’. Che cos’è la tua?” La figlia dell’amica era un “cavallo” e così fu espressa comprensione per questa sfortuna. Secondo la superstizione c’è un ciclo di dodici anni, ciascuno rappresentato da un diverso animale. La ragazza nata nell’“anno del cavallo” sarà una cattiva moglie, così che anche in questi giorni farà fatica a trovare marito.
Mentre da una parte i giovani giapponesi si ribellano e i tumulti nelle università sono una cosa comune, il 70 per cento dei matrimoni in Giappone è ancora combinato dalla famiglia. In realtà, il Giappone è un paese di contrasti.
ENTUSIASMANTE PROGRESSO
Se in principio l’interesse per la nostra opera cristiana qui crebbe lentamente, esso ha riguadagnato il tempo perduto. Ci vollero dieci anni per avere i primi mille proclamatori del Regno. Ora, dieci anni dopo, ce ne sono oltre 9.000 che partecipano regolarmente al ministero di predicazione di casa in casa, e di questi ben più di 1.000 sono ministri pionieri. È stata una storia di successo? Del gruppo originale di missionari siamo ancora qui in quindici, e che gioia e privilegio aver partecipato a tutta questa espansione! Certo, ci sono anche problemi, ma sono di gran lunga superati dalle gioie.
Le stesse qualità che qui hanno contribuito al progresso economico hanno avuto vari effetti sull’attività del Regno. L’operosità è certamente lodevole ma qui alcuni che hanno acquistato conoscenza della vera ragione delle attuali condizioni non fanno progresso cristiano a causa della radicata abitudine di mettere il lavoro secolare e l’ambizione prima di ogni altra cosa.
Benché la gente sia portata ad acquistare istruzione e accetti prontamente letteratura, l’influenza religiosa buddista profondamente stabilita contribuisce ancora a mantenere una certa forma di adorazione degli antenati. Nel loro fondamento nulla provvede una base per capire l’esistenza di Dio il Creatore. Quindi, con la moderna istruzione scientifica, la maggioranza delle persone sotto i sessant’anni e alcuni più anziani ci dicono d’essere atei.
Comunque, sono persone mansuete e ammaestrabili, e alcuni hanno fatto rimarchevole progresso. Come in ogni altro luogo, quello che conta è la giusta condizione di cuore. Quelli che impariamo ad amare e conoscere meglio sono i mansueti.
Il servizio di pioniera, soprattutto nel campo missionario, mi ha dato per certo una numerosa e amorevole famiglia, avverando la promessa di Cristo Gesù. (Mar. 10:29, 30) Recentemente un giovane Testimone, da poco alla Betel (sede filiale della Società Torre di Guardia) di Tokyo, disse: “Ti ricordi di me?” Felicemente il suo viso non era cambiato molto. Ricordai che frequentava la scuola elementare al tempo in cui studiavo con sua madre a Nagoya. In un’altra famiglia con la quale studiai tre figli sono ora ministri pionieri speciali.
Un giovane con cui avevo tenuto uno studio biblico quando andava a scuola mi presentò la figlia dodicenne che quel giorno si battezzava per simboleggiare la dedicazione della sua vita a Dio. Alcuni miei figli spirituali si sono diplomati alla Scuola Torre di Guardia di Galaad e hanno continuato a fare servizio come rappresentanti viaggianti della Società, altri alla Betel.
Per mio conto devo dire che la protezione e la guida di Geova non si sentono mai così da vicino come quando si è impegnati nel servizio continuo. Egli dà una gioia che permette di sapere sia “d’esser sazio che d’aver fame, sia d’avere abbondanza che d’essere nel bisogno”. (Filip. 4:12) Nei vent’anni da che sono venuta in Giappone sono tornata in America tre volte, sempre con l’aiuto datomi per mezzo della Società da generosi Testimoni di ogni parte del mondo. L’ultima volta ebbi il privilegio di assistere all’Assemblea Internazionale “Pace in terra” dei Testimoni di Geova ad Atlanta e di andare a trovare mio fratello e mia sorella e molti amici che non vedevo da undici anni. Che gioia essere riuniti!
Ciò nondimeno, ora il Giappone è la mia casa! Spero di continuare a servire qui durante Armaghedon e dopo, occupata in qualche modo nell’adorazione e nel servizio di Geova. E Kayoko? Svolge il servizio di pioniera speciale da tre anni. L’altro giorno ho ricevuto una lettera da lei in cui diceva che tiene dieci studi biblici a domicilio, e una con cui aveva studiato è già impegnata nel ministero di pioniera regolare. Penso che le abbia detto, come io dissi a lei: “Certo che puoi fare la pioniera. L’ho fatto anch’io!”
[Nota in calce]
a Sorella Gregory.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
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Domande dai lettori
● Dato che i pagani offrivano fiori ai morti, è appropriato che i cristiani mandino fiori a un funerale o mettano fiori su una tomba? — G. T., U.S.A.
È vero che gli antichi pagani offrivano fiori ai morti. La pubblicazione How Did It Begin?, di R. Brasch, dichiara: “Quella di mandare una corona di fiori a un funerale o di posarla sulla bara o sulla tomba è una traccia di antica superstizione e adorazione degli idoli”.
Per quale scopo facevano questo? L’autore della stessa pubblicazione aggiunge: “La corona di fiori è una traccia della credenza che era necessario provvedere conforto ai defunti. I fiori erano anche considerati, letteralmente, un’offerta floreale, un sacrificio ai morti. Avevano lo scopo di mantenerli felici, per timore che, essendo insoddisfatti, molestassero quelli che facevano lutto”. Quindi, i pagani, nella loro errata credenza che i defunti avessero un’anima immortale, onoravano questi morti con offerte floreali.
Comunque, furono i pagani a dare origine ai fiori? Dovremmo pensare che l’uso di fiori in tali occasioni sia sbagliato solo perché i pagani li usavano per fare sacrifici ai loro morti? È interessante notare che lo scrittore Brasch pure osserva: “Non si ricorda nessuna di queste varie prime origini. Nella corona non resta alcuna magia, e ‘dirlo con i fiori’ è
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