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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • del regno di Artaserse (468 a.E.V.). (Esd 7:1-26; 8:24-36) Durante il 20º anno di Artaserse (455 a.E.V.), Neemia ebbe il permesso di tornare a Gerusalemme per ricostruire la città. (Ne 1:3; 2:1, 5-8) In seguito Neemia tornò per qualche tempo alla corte di Artaserse, nel 32º anno del suo regno (443 a.E.V.). — Ne 13:6.

      Gli storici non sono pienamente concordi sui regni di Serse e di Artaserse. Alcune opere di consultazione pongono l’anno di accessione di Artaserse nel 465 a.E.V. Certi documenti attribuiscono a suo padre Serse un regno che continuò fino al 21º anno. Il regno di Serse viene generalmente fatto iniziare nel 486 a.E.V., con la morte del padre Dario. Il suo primo anno di regno viene fatto iniziare nel 485 a.E.V., e il suo 21º anno, e anno di accessione di Artaserse, viene spesso identificato col 465 a.E.V. In quanto ad Artaserse, gli studiosi in genere ritengono che il suo ultimo anno di regno abbia avuto inizio nel 424 a.E.V. Secondo certi documenti, quello sarebbe stato il 41º anno del regno di Artaserse. Se così fosse, il suo anno di accessione sarebbe stato il 465 a.E.V. e il suo primo anno di regno sarebbe iniziato nel 464 a.E.V.

      Ci sono però validi motivi per ritenere che l’ultimo anno di Serse e anno di accessione di Artaserse sia stato il 475 a.E.V. Le testimonianze sono di triplice fonte: greca, persiana e babilonese.

      Fonti greche. Un episodio della storia greca ci può aiutare a determinare quando cominciò a regnare Artaserse. Temistocle, uomo politico e generale ateniese, cadde in disgrazia presso i suoi concittadini e cercò scampo in Persia. Secondo lo storico greco Tucidide (I, CXXXVII, 3), noto per la sua accuratezza, in quel tempo Temistocle “inviò una lettera al re Artaserse figlio di Serse, che era salito al trono da poco”. Il biografo greco Plutarco (Vita di Temistocle, XXVII, 1) afferma che “Tucidide, e Carone di Lampsaco, riferiscono che dopo che Serse era morto Temistocle incontrò il figlio, Artaserse”. Carone era un suddito persiano che visse nel periodo del passaggio del regno da Serse ad Artaserse. Dalle testimonianze di Tucidide e di Carone di Lampsaco si desume che quando Temistocle arrivò in Persia, Artaserse aveva da poco cominciato a regnare.

      Possiamo stabilire quando Artaserse cominciò a regnare mediante un calcolo a ritroso, partendo dalla morte di Temistocle. Non tutte le opere di consultazione indicano lo stesso anno come data della sua morte. Tuttavia lo storico Diodoro Siculo (XI, 54, 1; XI, 58, 3) descrive la morte di Temistocle insieme ad altri avvenimenti verificatisi “quando Prassiergo era arconte in Atene”. Prassiergo fu arconte ad Atene nel 471/470 a.E.V. (Alan E. Samuel, Greek and Roman Chronology, Monaco, 1972, p. 206) Secondo Tucidide, l’arrivo di Temistocle in Persia fu seguito da un anno di studio della lingua in preparazione dell’udienza con Artaserse. Dopo ciò il re gli concesse di stabilirsi in Persia con grandi onori. Se Temistocle morì nel 471/470 a.E.V., non può essersi stabilito in Persia più tardi del 472 a.E.V., e deve esservi arrivato un anno prima, nel 473 a.E.V. A quel tempo Artaserse “era salito al trono da poco”.

      Riguardo al tempo in cui Serse morì e Artaserse ascese al trono, M. de Koutorga scrisse: “Abbiamo visto che, secondo la cronologia di Tucidide, Serse morì verso la fine del 475 a.E.V., e che, secondo il medesimo storico, Temistocle arrivò in Asia Minore poco dopo l’ascesa al trono di Artaserse Longimano”. — Mémoires présentés par divers savants à l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres de l’Institut Impérial de France, prima serie, vol. VI, parte II, Parigi, 1864, p. 147.

      A ulteriore conferma di ciò, E. Levesque osservò: “È pertanto necessario, stando al Chronicon Alexandrinum, collocare la morte di Serse nel 475 a.E.V., dopo undici anni di regno. Lo storico Giustino [Giuniano], III, 1, conferma questa cronaca e le affermazioni di Tucidide. Secondo lui, all’epoca dell’assassinio di Serse, il figlio Artaserse non era che un fanciullo, puer, il che è vero se Serse morì nel 475. Artaserse aveva allora 16 anni, mentre nel 465 ne avrebbe avuti 26, e ciò non giustificherebbe più l’espressione di Giustino. Secondo questa cronologia, dato che Artaserse cominciò a regnare nel 475, il 20º anno del suo regno dev’essere stato il 455 e non il 445 come abbastanza spesso si sente dire”. — Revue apologétique, Parigi, 1939, vol. 68, p. 94.

      Se Dario morì nel 486 a.E.V. e Serse nel 475 a.E.V., come mai alcuni documenti antichi attribuiscono a Serse un regno di 21 anni? È ben noto che un re e suo figlio potevano regnare insieme, in una coreggenza. Se questo è ciò che avvenne nel caso di Dario e Serse, gli storici potevano contare gli anni del regno di Serse o dall’inizio della reggenza col padre o dalla morte del padre. Se Serse regnò 10 anni col padre e 11 da solo, alcune fonti possono attribuirgli 21 anni di regno, mentre altre 11 anni.

      Ci sono validi motivi per credere che Serse e il padre Dario abbiano regnato insieme. Lo storico greco Erodoto (VII, 3) scrive: “Dario, che aveva riconosciuto giusto quanto [Serse] gli diceva [cioè di farlo re], designò re proprio lui. Secondo il mio parere, Serse sarebbe stato re anche senza questo consiglio”. Questo indica che Serse fu designato re durante il regno di suo padre Dario.

      Fonti persiane. L’esistenza di una coreggenza di Serse e Dario è particolarmente evidente dall’esame di alcuni bassorilievi persiani. Vari bassorilievi rinvenuti a Persepoli rappresentano Serse in piedi dietro il trono del padre, con lo stesso abbigliamento del padre e con la testa al medesimo livello. Questo è inconsueto, dato che di solito la testa del re viene raffigurata più in alto di tutte le altre. Ernst E. Herzfeld (A New Inscription of Xerxes From Persepolis, 1932) fa notare che sia le iscrizioni che gli edifici scoperti a Persepoli presuppongono una reggenza di Serse col padre Dario. A pagina 8, Herzfeld scrive: “Il carattere particolare delle iscrizioni di Serse a Persepoli, la maggior parte delle quali non distingue fra le attività sue e quelle di suo padre, e la relazione altrettanto particolare esistente fra i loro edifici, che non possono essere attribuiti specificamente a Dario o a Serse, hanno sempre lasciato presupporre un qualche tipo di coreggenza da parte di Serse. A Persepoli ci sono inoltre due sculture che illustrano questa relazione”. Riferendosi a una di queste sculture, Herzfeld spiega: “Dario, con tutti gli attributi regali, è raffigurato su un trono che poggia su un’alta piattaforma sorretta da rappresentanti delle varie nazioni dell’impero. Dietro di lui sul bassorilievo, cioè in realtà alla sua destra, si vede in piedi Serse con gli stessi attributi regali, con la mano sinistra appoggiata sull’alta spalliera del trono. Questo è un gesto che attesta chiaramente un ruolo non di semplice successore; indica una coreggenza”.

      In quanto alla datazione dei bassorilievi che raffigurano Dario e Serse in questo modo, Ann Farkas (Achaemenid Sculpture, Istanbul, 1974, p. 53) afferma che “i bassorilievi possono essere stati installati nel Tesoro durante la costruzione del primo ampliamento, 494/493–492/491 a.C.; questo sarebbe stato certamente il tempo più adatto per trasferire tali ingombranti lastre di pietra. Ma a prescindere dalla data in cui vennero rimosse e trasferite nel Tesoro, le sculture furono forse eseguite nel decennio anteriore al 490”.

      Fonti babilonesi. A Babilonia sono state trovate testimonianze che Serse iniziò a regnare insieme al padre nel decennio anteriore al 490 a.E.V. Scavi eseguiti sul luogo hanno portato alla luce un palazzo di Serse ultimato nel 496 a.E.V. A questo riguardo A. T. Olmstead scrive: “Apprendiamo che il 23 ottobre del 498 a Babilonia era in corso di costruzione la casa del figlio del re [cioè del figlio di Dario, Serse]; senza dubbio si tratta del palazzo di Dario nella parte centrale che abbiamo già descritto. Due anni dopo [nel 496 a.E.V.], un documento commerciale della vicina Borsippa fa riferimento al ‘nuovo palazzo’ come già ultimato”. — History of the Persian Empire, cit., p. 215.

      Due insolite tavolette d’argilla potrebbero costituire un’ulteriore testimonianza della coreggenza di Serse e Dario. Una è un testo commerciale relativo all’affitto di un edificio nell’anno di accessione di Serse. La tavoletta porta la data del primo mese dell’anno, nisan. (R. Campbell Thompson, A Catalogue of the Late Babylonian Tablets in the Bodleian Library, Oxford, Londra, 1927, p. 13, tavoletta A. 124) Un’altra tavoletta reca la data: “mese di ab(?), anno di accessione di Serse”. Fatto degno di nota, quest’ultima tavoletta non attribuisce a Serse il titolo di “re di Babilonia, re di paesi”, che era comune a quel tempo. — M. San Nicolò e A. Ungnad, Neubabylonische Rechts- und Verwaltungsurkunden übersetzt und erläutert, Lipsia, 1934, vol. I, parte 4ª, p. 544, tavoletta n. 634, classificata VAT 4397.

      Queste due tavolette lasciano perplessi. Ordinariamente l’anno di accessione di un re comincia dopo la morte del suo predecessore. Tuttavia ci sono testimonianze che il predecessore di Serse (Dario) visse fino al settimo mese del suo ultimo anno, mentre questi due documenti relativi all’anno di accessione di Serse recano date anteriori al settimo mese (una porta la data del primo mese, l’altra del quinto). Perciò questi documenti non si riferiscono a un periodo di accessione di Serse posteriore alla morte del padre, ma a un anno di accessione durante la sua reggenza con Dario. Se tale anno di accessione fu il 496 a.E.V., quando il palazzo di Serse a Babilonia era stato ultimato, il suo primo anno come coreggente sarebbe iniziato il nisan successivo, nel 495 a.E.V., e il suo 21º e ultimo anno di regno avrebbe avuto inizio nel 475 a.E.V. In tal caso Serse avrebbe regnato 10 anni con Dario (dal 496 al 486 a.E.V.) e 11 anni da solo (dal 486 al 475 a.E.V.).

      Dall’altro lato, gli storici sono concordi nel dire che il primo anno di regno di Dario II iniziò nella primavera del 423 a.E.V. Una tavoletta babilonese indica che nel suo anno di accessione Dario II era già sul trono il 4º giorno dell’11º mese, cioè il 13 febbraio del 423 a.E.V. (R. A. Parker e W. H. Dubberstein, Babylonian Chronology, 626 B.C.–A.D. 75, 1971, p. 18) Comunque, due tavolette mostrano che Artaserse continuò a regnare dopo il 4º giorno dell’11º mese del suo 41º anno. Una porta la data del 17º giorno dell’11º mese del suo 41º anno. (Ibid.) L’altra reca la data del 12º mese del suo 41º anno. (Old Testament and Semitic Studies, a cura di Harper, Brown e Moore, 1908, vol. 1, p. 304, tavoletta n. 12, classificata CBM, 5505) Perciò Artaserse non fu sostituito nel trono durante il suo 41º anno di regno, ma regnò per l’intero anno. Questo indica che Artaserse deve aver regnato più di 41 anni e che il suo primo anno di regno non deve quindi contarsi dal 464 a.E.V.

      Una prova che Artaserse Longimano continuò a regnare dopo il suo 41º anno è data da un documento commerciale di Borsippa datato al 50º anno di Artaserse. (E. Leichty e A. K. Grayson, Catalogue of the Babylonian Tablets in the British Museum, vol. VII: Tavolette provenienti da Sippar 2, 1987, p. 153; tavoletta classificata B. M. 65494) Una delle tavolette che collegano la fine del regno di Artaserse con l’inizio del regno di Dario II è così datata: “51º anno, anno di accessione, 12º mese, giorno 20, Dario, re di paesi”. (Albert T. Clay, The Babylonian Expedition of the University of Pennsylvania, Series A: Cuneiform Texts, 1908, vol. VIII, parte I, pp. 34, 83, e tavola 57, tavoletta n. 127, classificata CBM 12803) Poiché il primo anno di regno di Dario II fu il 423 a.E.V., il 51º anno di regno di Artaserse dev’essere stato il 424 a.E.V. e il suo primo anno di regno il 474 a.E.V.

      Perciò, testimonianze provenienti da fonti greche, persiane e babilonesi concordano nell’additare il 475 a.E.V. come anno di accessione di Artaserse e il 474 a.E.V. come suo primo anno di regno. Di conseguenza il 20º anno di Artaserse, anno da cui cominciano a contarsi le 70 settimane di Daniele 9:24, fu il 455 a.E.V. Se sulla base di Daniele 9:25 contiamo 69 settimane di anni (483 anni) a partire dal 455 a.E.V., arriviamo a un anno significativo per l’arrivo di Messia il Condottiero.

      Dal 455 a.E.V. all’1 E.V. ci sono 455 anni interi. Aggiungendo i rimanenti 28 anni (per fare 483 anni) si arriva al 29 E.V., l’anno esatto in cui Gesù di Nazaret fu battezzato in acqua e unto con spirito santo, e in cui cominciò il suo ministero pubblico come Messia, o Cristo. — Lu 3:1, 2, 21, 22.

      Fino alla caduta e alla divisione dell’impero. Circa i successori di Artaserse Longimano al trono di Persia, Diodoro Siculo (XII, 71, 1) fornisce questa informazione: “In Asia il re Serse morì dopo aver regnato un anno, o, secondo alcuni, due mesi; gli succedette suo fratello Sogdiano, che regnò sette mesi. Questi fu ucciso da Dario, che regnò diciannove anni”. Questo Dario (conosciuto come Dario II) in origine si chiamava Oco, ma una volta salito al trono assunse il nome di Dario. Sembra che sia il “Dario” menzionato in Neemia 12:22.

      A Dario II succedette Artaserse II (Mnemone), durante il cui regno l’Egitto si ribellò e i rapporti con la Grecia peggiorarono. Il suo regno (404-359 a.E.V.) fu seguito da quello di suo figlio Artaserse III (anch’egli chiamato Oco), il quale pare abbia regnato circa 21 anni (358-338 a.E.V.) e si dice sia stato il più sanguinario di tutti i sovrani persiani. La sua maggiore impresa fu la riconquista dell’Egitto. Secondo la storia secolare seguirono poi Arse che regnò due anni e Dario III (Codomano) che regnò cinque anni; durante il regno di Dario III, Filippo il Macedone fu assassinato (336 a.E.V.) e gli succedette il figlio Alessandro. Nel 334 a.E.V. Alessandro cominciò la sua campagna contro l’impero persiano, sconfiggendo gli eserciti persiani prima presso il fiume Granico all’estremità NO dell’Asia Minore e poi a Isso all’estremità opposta (333 a.E.V.). Infine, dopo che i greci ebbero conquistato la Fenicia e l’Egitto, nel 331 a.E.V. cadde Gaugamela, l’ultimo caposaldo persiano, e l’impero persiano giunse alla sua fine.

      Dopo la morte di Alessandro e la successiva divisione dell’impero, Seleuco Nicatore si impadronì di gran parte dei territori asiatici con al centro la Persia. Ebbe così inizio la dinastia dei Seleucidi, che continuò fino al 64 a.E.V. Sembra che con Seleuco Nicatore abbia cominciato a manifestarsi la figura profetica del “re del nord” della profezia di Daniele, in opposizione ai Tolomei che regnavano in Egitto, i quali inizialmente sembra abbiano assunto il ruolo del simbolico “re del sud”. — Da 11:4-6.

      I Seleucidi dovettero ritirarsi nella parte occidentale del loro regno a motivo delle incursioni dei parti, che nel III e II secolo a.E.V. conquistarono la Persia propriamente detta. Nel III secolo E.V. questi furono sconfitti dai Sassanidi, che regnarono fino alla conquista araba avvenuta nel VII secolo.

      La profezia di Ezechiele (27:10) include dei persiani fra gli uomini di guerra che prestavano servizio nell’esercito della ricca Tiro e che contribuirono al suo splendore. La Persia è menzionata anche fra le nazioni che fanno parte delle orde guidate dal simbolico “Gog del paese di Magog” contro il popolo del patto di Geova. — Ez 38:2, 4, 5, 8, 9.

  • Perside
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • PERSIDE

      (Pèrside) [persiana].

      Diletta cristiana di Roma che Paolo loda per le sue molte opere cristiane e alla quale invia saluti. — Ro 16:12.

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