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La pianificazione familiare diventa una questione di portata mondialeSvegliatevi! 1993 | 22 febbraio
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La pianificazione familiare diventa una questione di portata mondiale
“La pianificazione familiare potrebbe apportare maggiori benefici a un numero di persone maggiore e a costi minori di qualsiasi altra ‘tecnologia’ attualmente disponibile. . . . Ciò [sarebbe] vero anche a prescindere dal problema demografico”. — La condizione dell’infanzia nel mondo 1992, UNICEF/Anicia.
IN PASSATO era considerato desiderabile avere molti figli. Quasi quattromila anni fa, quando Rebecca stava per lasciare la Mesopotamia per sposare Isacco, sua madre e suo fratello la benedissero con le parole: “Possa tu, sorella nostra, divenire migliaia di volte diecimila”. (Genesi 24:60) I tempi sono cambiati. Oggi sempre più donne dicono di volere meno bambini.
“Ero la terza di sette figli”, ha detto Bu, un’indonesiana ventiduenne che ha una bambina. “Mio padre vendeva una bevanda zuccherina che si ricava dalle palme a Klaten, sull’isola di Giava, e i miei genitori avevano enormi difficoltà ad allevare una prole così numerosa. . . . È più facile tirar su una famiglia se si hanno solo pochi figli”.
Molti genitori, in tutto il mondo, la pensano come Bu. Sempre più coppie vogliono programmare quando cominciare ad avere figli, quanti averne, quanto distanziare le nascite e quando smettere di avere figli. Lo rivelano le statistiche dell’ONU, da cui risulta che l’uso volontario di contraccettivi nei paesi in via di sviluppo è salito drasticamente, passando dal 10 per cento delle coppie negli anni ’60 al 51 per cento attuale.
Anche i governi hanno molto interesse a incoraggiare la pianificazione familiare. Più di metà delle nazioni in via di sviluppo stanno seguendo strategie per rallentare la crescita demografica. Il Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche (UNFPA) calcola che attualmente si spendono ogni anno per i programmi di controllo demografico circa 4 miliardi e mezzo di dollari. Per far fronte alle esigenze future, le autorità sperano che questa cifra raddoppi entro il 2000.
Perché nazioni e individui hanno tanto interesse a controllare le nascite? E qual è il punto di vista cristiano su questa importante questione? I due articoli che seguono prenderanno in considerazione queste domande.
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I figli: Un bene prezioso o un peso?Svegliatevi! 1993 | 22 febbraio
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I figli: Un bene prezioso o un peso?
LA QUESTIONE della pianificazione familiare è strettamente legata a quel fenomeno che è spesso chiamato esplosione demografica. Per molta parte della storia umana la crescita demografica è stata relativamente lenta; il numero dei decessi era quasi uguale a quello delle nascite. Infine, verso il 1830, la popolazione mondiale raggiunse il miliardo di persone.
Poi i progressi in campo medico e scientifico fecero diminuire la mortalità dovuta a malattie, specie infantili. Verso il 1930 la popolazione mondiale si aggirava sui due miliardi di persone. Nel 1960 era cresciuta di un altro miliardo. Nel 1975, di un altro miliardo ancora. Nel 1987 la popolazione mondiale raggiunse i cinque miliardi.
Per dirla in un altro modo, attualmente gli abitanti della terra aumentano al ritmo di circa 170 al minuto. Questo significa circa 250.000 persone al giorno, sufficienti a formare una città di discrete dimensioni. Questo significa anche che ogni anno vi è un incremento demografico di oltre 90 milioni di persone, che equivale alla popolazione del Messico o a tre volte quella del Canada. Oltre il 90 per cento di questa crescita si sta verificando nei paesi in via di sviluppo, dove vive già il 75 per cento della popolazione mondiale.
Cosa preoccupa i governi
Ma perché i governi desiderano limitare la crescita della popolazione mediante la pianificazione familiare? Il dott. Babs Sagoe, responsabile nigeriano dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche), risponde a questa domanda con un esempio che però, avverte lui stesso, semplifica un po’ troppo una situazione complessa e controversa. Egli spiega:
‘Supponiamo che un agricoltore possieda cinque ettari di terreno. Se ha dieci figli e divide equamente il terreno fra loro, ogni figlio ne riceverà mezzo ettaro. Se ciascuno dei suoi figli ha a sua volta dieci figli e divide il terreno in modo simile, a ciascun nipote dell’agricoltore andranno solo cinque centesimi di ettaro. È chiaro che questi nipoti non saranno ricchi come il nonno, che possedeva cinque ettari’.
Questo esempio mette in luce la relazione che esiste fra la crescita della popolazione e il fatto che la terra ha dimensioni finite e risorse limitate. Mentre la popolazione cresce, molti paesi in via di sviluppo stanno lottando per la sopravvivenza già con la popolazione ai livelli attuali. Notate alcuni dei problemi che devono affrontare.
Risorse. Con l’aumento della popolazione, cresce anche lo sfruttamento delle foreste, del terreno di superficie, delle terre coltivate e dell’acqua dolce. Con che risultato? La rivista Populi osserva con rammarico: “I paesi in via di sviluppo . . . sono spesso costretti a sfruttare in maniera eccessiva le risorse nazionali da cui dipende il loro sviluppo futuro”.
Infrastrutture. Man mano che la popolazione aumenta, i governi trovano sempre più difficile provvedere abitazioni, scuole, sistemi igienico-fognari, strade e strutture sanitarie adeguate. Trovandosi fra l’incudine del pesante debito con l’estero e il martello della diminuzione delle risorse, le nazioni in via di sviluppo fanno già fatica a soddisfare i bisogni della popolazione attuale, figuriamoci se ne avessero una molto più numerosa.
Posti di lavoro. La pubblicazione dell’UNFPA Population and the Environment: The Challenges Ahead (Popolazione e ambiente: Le sfide da affrontare) afferma che in molti paesi in via di sviluppo il 40 per cento della forza di lavoro è già disoccupata. In tutto il mondo in via di sviluppo, oltre mezzo miliardo di persone sono disoccupate o sottoccupate, una cifra quasi pari all’intera forza di lavoro del mondo industrializzato.
Per evitare che la situazione peggiori, i paesi in via di sviluppo devono creare ogni anno oltre 30 milioni di nuovi posti di lavoro. Le persone che avranno bisogno di questi posti di lavoro sono già in vita: sono i bambini di oggi. Gli esperti ipotizzano che tassi altissimi di disoccupazione potrebbero portare a guerre civili, povertà sempre più grave e ulteriore distruzione delle risorse naturali.
Non c’è da meravigliarsi se sempre più nazioni in via di sviluppo stanno cercando di promuovere la pianificazione familiare. Commentando le prospettive future, un editoriale del periodico medico inglese Lancet ha affermato: “Le pressioni dovute all’incremento numerico [della popolazione], che colpiscono quasi esclusivamente i paesi poveri del mondo, aggravano enormemente il compito di questi paesi. . . . Milioni di persone passeranno la loro vita senza istruzione, senza lavoro, senza un’abitazione decente e senza avere accesso alle più elementari strutture sanitarie, assistenziali e igieniche, e uno dei motivi principali è l’incontrollato aumento della popolazione”.
Cosa preoccupa le famiglie
Fissare obiettivi e istituire programmi di pianificazione familiare a livello nazionale è una cosa; convincere la popolazione è tutt’altra cosa. In molte società la mentalità tradizionale che incoraggia ad avere una famiglia numerosa è ancora forte. Ad esempio, una madre nigeriana ha risposto così all’invito a diminuire la natalità lanciato dal suo governo: “Sono l’ultima di 26 figli di mio padre. Tutti i miei fratelli e le mie sorelle maggiori hanno dagli otto ai dodici figli. Devo essere io l’unica ad avere pochi figli?”
Questo punto di vista, però, non è più diffuso come un tempo, nemmeno in Nigeria, dove ogni donna partorisce in media sei figli. Visto che i prezzi aumentano, milioni di persone fanno fatica a sfamare e vestire la famiglia. Molti hanno imparato per esperienza quanto sia vero il detto yoruba: “Ọmọ bẹẹrẹ, òṣì bẹẹrẹ” (Molti figli, molta povertà).
Molte coppie capiscono i benefìci della pianificazione familiare, tuttavia non la praticano. Il risultato? Il rapporto La condizione dell’infanzia nel mondo 1992, pubblicato dall’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), diceva che quell’anno circa 1 gravidanza su 3 nei paesi in via di sviluppo sarebbe stata non soltanto non pianificata, ma nemmeno desiderata.
La pianificazione familiare salva delle vite
A parte le difficoltà di ordine economico, un motivo importante per pensare alla pianificazione familiare è la salute della madre e dei figli. “La gravidanza è un rischio e il parto è una lotta fra la vita e la morte”, dice un proverbio dell’Africa occidentale. Ogni anno nel mondo in via di sviluppo 500.000 donne muoiono per cause connesse con la gravidanza e il parto, un milione di bambini rimangono orfani di madre, e altri 5-7 milioni di donne rimangono invalide in maniera più o meno grave a motivo di problemi di salute legati alla maternità.
Non tutte le donne nei paesi in via di sviluppo corrono gli stessi rischi. Come indica l’accluso riquadro, le donne più a rischio sono quelle che hanno parti troppo numerosi o troppo ravvicinati, oppure in età troppo giovane o troppo avanzata. Fonti dell’ONU calcolano che la pianificazione familiare potrebbe prevenire da un quarto a un terzo di questi decessi e milioni di casi di invalidità.
Ma salvando milioni di vite non si contribuirebbe solo all’aumento della popolazione mondiale? Cosa sorprendente, molti esperti dicono di no. “Si potrebbe pensare”, afferma il Human Development Report (Rapporto sullo sviluppo umano) del 1991, “che se sopravvivessero più bambini i problemi demografici si aggraverebbero. Al contrario. La fertilità tende a diminuire drasticamente quando i genitori hanno più fiducia che i loro figli sopravvivranno”.
Resta il fatto che milioni di donne, specie nelle zone povere del mondo, continuano a dare alla luce molti figli. Perché? Perché nella società in cui vivono è quello che ci si aspetta da loro, perché avendo molti figli è più probabile che qualcuno di loro sopravviva e perché forse non sanno niente della pianificazione familiare o non hanno i mezzi per attuarla.
Ad ogni modo, molte donne che hanno una famiglia numerosa non cambierebbero la loro situazione per nessuna cosa al mondo. Considerano ciascun figlio un dono di Dio.
[Riquadro a pagina 6]
Gravidanze ad alto rischio nei paesi in via di sviluppo
Troppo presto: Per le donne tra i 15 e i 19 anni il rischio di morire durante la gravidanza e il parto è fino a tre volte maggiore che per quelle tra i 20 e i 24 anni. I bambini nati da madri adolescenti hanno maggiori probabilità di morire o di nascere prematuri o sottopeso.
Troppo ravvicinate: L’intervallo di tempo fra una gravidanza e l’altra influisce molto sulla sopravvivenza dei bambini. I figli nati a meno di due anni dal parto precedente hanno il 66 per cento di probabilità in più di morire nel periodo dell’infanzia. Se sopravvivono, è più probabile che crescano gracili e che il loro sviluppo intellettuale sia compromesso. Circa un caso di morte infantile su 5 si potrebbe prevenire distanziando debitamente le nascite. Il rischio minimo si ha distanziando le nascite di tre o più anni.
Troppo numerose: Avere più di quattro figli aumenta i rischi connessi con la gravidanza e il parto, specie se le gravidanze precedenti non sono state distanziate di oltre due anni. Dopo quattro gravidanze è più probabile che le madri soffrano di anemia e di emorragie, e i figli corrono un maggiore rischio di nascere con difetti congeniti.
Troppo tardi: Le donne sopra i 35 anni hanno una probabilità cinque volte maggiore di morire durante la gravidanza o il parto rispetto a quelle fra i 20 e i 24 anni. Anche i bambini nati da madri più anziane hanno maggiori probabilità di morire.
Fonti: Organizzazione Mondiale della Sanità, UNICEF e Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche.
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Pianificazione familiare: Il punto di vista cristianoSvegliatevi! 1993 | 22 febbraio
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Pianificazione familiare: Il punto di vista cristiano
ALLA prima Conferenza sulla Popolazione Mondiale, tenuta nel 1974, i 140 paesi riuniti dichiararono che tutte le coppie “hanno il diritto fondamentale di decidere in maniera libera e responsabile quanti figli avere e quanto tempo far passare tra un figlio e l’altro nonché di avere le informazioni, l’istruzione e i mezzi per attuare le loro decisioni”.
Molti sono d’accordo con questa dichiarazione. È vero che Dio disse ad Adamo ed Eva, e in seguito alla famiglia di Noè, di ‘essere fecondi e moltiplicarsi e riempire la terra’, ma nessun comando del genere è stato dato ai cristiani. (Genesi 1:28; 9:1) Le Scritture non incoraggiano le coppie cristiane ad avere figli né dicono loro di non averli. Le coppie sposate possono decidere da sé se avere figli o no e, nel caso decidano di averli, quanti averne e quando.
Una responsabilità affidata da Dio
Avete notato, però, che la dichiarazione della Conferenza sulla Popolazione Mondiale diceva che le coppie dovrebbero decidere “in maniera . . . responsabile quanti figli avere e quanto tempo far passare tra un figlio e l’altro”? Questo principio della responsabilità è pure in armonia con la Bibbia. I genitori cristiani si rendono conto che anche se è vero che i figli sono un prezioso dono di Dio, tale dono comporta anche una notevole responsabilità.
Innanzi tutto c’è la responsabilità di provvedere ai figli in senso materiale. La Bibbia dice: “Certo, se qualcuno non provvede ai suoi, e specialmente a quelli della sua casa, ha rinnegato la fede ed è peggiore di uno senza fede”. — 1 Timoteo 5:8.
Provvedere il necessario per la propria famiglia non significa solo mettere cibo sulla tavola e pagare le bollette, anche se spesso già questo è tutt’altro che facile. Le coppie cristiane responsabili, nel pianificare le dimensioni della propria famiglia, tengono conto della salute della madre come pure del suo benessere emotivo, psicologico e spirituale. Badare a un bambino richiede molto tempo, e quando i bambini nascono uno dopo l’altro, spesso la madre sacrifica non solo il riposo, lo svago, il suo progresso personale e la partecipazione alle attività cristiane, ma anche la propria salute fisica e spirituale.
I genitori cristiani responsabili tengono anche conto dei bisogni dei figli. “I figli nati a poca distanza l’uno dall’altro in famiglie numerose devono contendersi cibo, vestiario e l’affetto dei genitori. Sono anche più soggetti alle infezioni. Se questi bambini superano il periodo dell’infanzia, in cui sono più vulnerabili, è più probabile che crescano gracili e che il loro sviluppo intellettuale sia compromesso. Le prospettive di questi figli nella vita adulta sono molto più grame”. (The State of the World’s Population 1991) È ovvio che questo non succede necessariamente in tutte le famiglie numerose, ma è una cosa che le coppie cristiane dovrebbero valutare nel decidere quanti figli avere.
I genitori cristiani hanno l’obbligo di provvedere ai figli in senso spirituale, in quanto la Bibbia comanda: “Voi, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nella norma mentale di Geova”. — Efesini 6:4.
Emeka, un cristiano che insegna legge in Nigeria, è sposato da un anno e non ha alcuna fretta di farsi una famiglia numerosa. “Mia moglie ed io abbiamo ragionato su quanti figli avere. Pensavamo di averne cinque, ma poi abbiamo deciso di limitarci a tre. In seguito abbiamo concluso che è meglio averne due. È difficile allevare i figli secondo i princìpi della Bibbia. È una grande responsabilità”.
Alcune coppie cristiane hanno deciso di non avere figli per dedicare tutto il loro tempo a servire Dio. Una missionaria in un paese africano che, insieme al marito, ha deciso di non avere figli, ha detto: “Non sento che mi manca qualcosa di fondamentale perché non ho figli. Anche se mio marito e io non abbiamo provato le gioie che derivano dall’essere genitori, la nostra vita è stata piena di altre gioie. Dedicandoci ad aiutare altri a imparare la verità della Bibbia, abbiamo figli spirituali in molte parti del mondo. Li amiamo, e loro amano noi. C’è uno speciale vincolo tra noi. Non a caso l’apostolo Paolo si paragonò a una madre che alleva i figli a motivo del tenero affetto che provava per quelli che aveva aiutato spiritualmente”. — 1 Tessalonicesi 2:7, 8.
Controllo delle nascite
La Bibbia condanna forse il controllo delle nascite? No, non lo condanna. È una scelta che spetta alla coppia. Se una coppia di sposi decide di praticare il controllo delle nascite, la scelta dei contraccettivi è una loro questione personale. Tuttavia, il metodo contraccettivo che una coppia cristiana adotta dovrebbe rispettare la santità della vita. Visto che la Bibbia indica che la vita di una persona inizia al concepimento, i cristiani eviteranno metodi contraccettivi abortivi, tali cioè da mettere fine alla vita del bambino che si sta sviluppando. — Salmo 139:16; confronta Esodo 21:22, 23; Geremia 1:5.
Le coppie, perciò, possono fare scelte diverse in relazione alla pianificazione familiare. Alcune possono desiderare di limitare il numero dei figli che avranno. Altre, usando qualche metodo contraccettivo, possono decidere di non avere nessun figlio. Esistono molti metodi per praticare il controllo delle nascite, ciascuno dei quali presenta vantaggi e svantaggi. Nel decidere quale metodo è migliore nel loro caso, le coppie dovrebbero ricordare che alcuni metodi sono molto più efficaci di altri. Dovrebbero anche informarsi sui possibili effetti collaterali. Medici e centri per la pianificazione familiare sono qualificati per dare consigli sui metodi per il controllo delle nascite e per aiutare le coppie a scegliere quello che meglio soddisfa le loro esigenze.
Quanti figli avere, se molti, pochi o nessuno, è una decisione personale della coppia. È anche una decisione importante, che ha effetti di vasta portata. Sarebbe saggio che le coppie sposate soppesassero la questione attentamente e in preghiera.
[Riquadro alle pagine 8 e 9]
Diffusi metodi contraccettivi
Sterilizzazione
Maschile: Semplice intervento chirurgico consistente nel praticare una piccola incisione nello scroto e quindi recidere i dotti deferenti che trasportano gli spermatozoi.
Femminile: Intervento chirurgico nel corso del quale le tube di Falloppio vengono legate o recise per impedire all’ovulo di passare nell’utero.
Vantaggi: È il più efficace di tutti i metodi contraccettivi.
Svantaggi: Può non essere reversibile. In alcuni casi la fertilità è stata ripristinata chirurgicamente, sia in uomini che in donne, ma questo non si può garantire.a
Pillole anticoncezionali
Fra queste vi è anche la minipillola, a base di solo progestinico. Modificano i normali livelli ormonali della donna così da inibire la maturazione dell’ovulo e l’ovulazione.b
Vantaggi: Molto efficaci per evitare gravidanze.
Svantaggi: Ci sono alcuni effetti collaterali, che però sono minori nel caso di donne sane non fumatrici sotto i 40 anni.
Diaframma e spermicida
Il diaframma è un cappuccio di gomma teso su un anello flessibile. Dopo avervi spalmato sopra lo spermicida (una crema o gelatina che ha la funzione di provocare la morte degli spermatozoi), il diaframma viene inserito nella vagina e posizionato sul collo dell’utero.
Vantaggi: È una forma di contraccezione senza effetti collaterali e alquanto efficace se usata dovutamente.
Svantaggi: Il diaframma va usato ogni volta che la coppia ha un rapporto. Ci vuole una certa abilità per posizionarlo dovutamente, inoltre va inserito prima del rapporto e dopo mantenuto in sede per sei-otto ore.
Capsula cervicale
Dispositivo a forma di coppetta più piccolo del diaframma. Come quest’ultimo, va posizionata sul collo dell’utero (cervice) ma vi aderisce meglio e richiede meno crema o gelatina spermicida.
Vantaggi: La capsula ha un’efficacia paragonabile a quella del diaframma, e può rimanere in sede per 48 ore. In caso di rapporti ripetuti non occorre riapplicare lo spermicida.
Svantaggi: È più difficile da inserire del diaframma, e il posizionamento sul collo dell’utero va controllato prima e dopo ogni rapporto. Tra i rischi ci sono possibili infezioni dell’utero o della cervice. La capsula va usata solo da donne con pap-test normale.
Spugna vaginale monouso
Spugna poliuretanica che contiene spermicida e che va inserita nella vagina fino a ricoprire il collo dell’utero, così da formare una barriera fisica e chimica allo sperma. Va gettata dopo l’uso.
Vantaggi: La spugna può rimanere in sede fino a 24 ore conservando la sua efficacia nel caso di rapporti ripetuti.
Svantaggi: Si ha notizia di alcune reazioni allergiche e di qualche caso di sindrome da shock tossico.
Dispositivo intrauterino
Noto anche come IUD o spirale, è una struttura metallica o di plastica che viene introdotta nell’utero. Non si conosce esattamente il suo meccanismo di azione, ma i medici ritengono che impedisca la gravidanza in diversi modi. Uno di questi, probabilmente, consiste nell’impedire all’ovulo fecondato di annidarsi nella parete dell’utero.
Vantaggi: È un metodo di controllo delle nascite efficace.
Svantaggi: A volte provoca emorragie o dolore, e talvolta potrebbe agire in modo abortivo.c
Profilattico
Guaina che riveste il pene impedendo allo sperma di entrare nella vagina.
Vantaggi: Anticoncezionale efficace privo di effetti collaterali. Riduce il rischio di contagio di malattie trasmissibili per via sessuale, tra cui l’AIDS.
Svantaggi: Ad alcuni non piace perché per applicarlo bisogna interrompere l’atto sessuale.
Coito interrotto
Consiste nel ritirare il pene dalla vagina subito prima dell’eiaculazione.
Vantaggi: Non richiede spese, preparativi o dispositivi esterni.
Svantaggi: Non è sessualmente soddisfacente, richiede grande autocontrollo ed è molto inaffidabile.
Astinenza periodica
La coppia si astiene dai rapporti sessuali durante i giorni del ciclo mestruale in cui la donna è più fertile.
Vantaggi: Non ci sono pericoli né effetti collaterali dannosi, non occorre far nulla al momento del rapporto.
Svantaggi: Non è un metodo anticoncezionale molto efficace a meno che la coppia non sia molto determinata e non segua attentamente le istruzioni.
Impianto ormonale
Ultimo ritrovato in fatto di contraccezione, consiste nell’impiantare sotto la pelle del braccio della donna una serie di minuscole capsule di silicone. Per un periodo che dura fino a cinque anni, queste rilasciano continuamente una piccolissima quantità di ormoni nel torrente sanguigno. Durante questo periodo la donna non può rimanere incinta.
Vantaggi: Molto efficace. La fertilità può essere ripristinata eliminando l’impianto.
Svantaggi: Minimi. Simili a quelli della pillola anticoncezionale solo progestinica (minipillola). Se si usano impianti a base di solo progestinico, è possibile che la gravidanza venga evitata con mezzi abortivi.d
[Note in calce]
a Se la sterilizzazione è compatibile o no con i princìpi cristiani è stato preso in esame nella Torre di Guardia del 1º maggio 1985, pagina 31.
b Il meccanismo in base al quale le pillole anticoncezionali impediscono la gravidanza è analizzato nella Torre di Guardia del 15 giugno 1989, pagina 29.
c Se lo IUD è compatibile o no con i princìpi cristiani è stato preso in esame nella Torre di Guardia del 15 novembre 1979, pagine 30-1.
d Il meccanismo in base al quale le pillole anticoncezionali impediscono la gravidanza è analizzato nella Torre di Guardia del 15 giugno 1989, pagina 29.
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