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  • “Geova, Iddio misericordioso e clemente”
    La Torre di Guardia 1998 | 1° ottobre
    • 14. Cosa decise di fare il figlio prodigo, e perché si può dire che in questo dimostrò umiltà?

      14 Ma cosa possono fare quelli che si sono sviati? Nella parabola di Gesù il figlio prodigo decise di tornare a casa e implorare il perdono del padre. “Fammi come uno dei tuoi salariati”, pensò di dire. Un salariato era un operaio assunto a giornata, che poteva essere licenziato dall’oggi al domani. Era una condizione più precaria di quella di uno schiavo, che, sotto un certo aspetto, era come un componente della famiglia. Perciò il figlio prodigo non intendeva chiedere di tornare come figlio. Era disposto ad accettare la posizione più umile, per dimostrare giorno dopo giorno la sua rinnovata lealtà al padre. Ma lo attendeva una sorpresa.

      Un’accoglienza commovente

      15-17. (a) Come reagì il padre alla vista del figlio? (b) Cosa significava il fatto che il padre provvide al figlio la lunga veste, l’anello e i sandali? (c) Cosa indica il fatto che il padre diede un banchetto?

      15 “Mentre era ancora lontano, suo padre lo scorse e fu mosso a pietà, e corse e gli si gettò al collo e lo baciò teneramente. Quindi il figlio gli disse: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Fammi come uno dei tuoi salariati’. Ma il padre disse ai suoi schiavi: ‘Presto, portate una lunga veste, la migliore, e vestitelo, e mettetegli un anello nella mano e sandali ai piedi. E conducete il giovane toro ingrassato, scannatelo e mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato alla vita; era perduto ed è stato ritrovato’. Ed essi cominciarono a rallegrarsi”. — Luca 15:20-24.

      16 Qualsiasi genitore amorevole desidererebbe tanto vedere il proprio figlio riprendersi spiritualmente. Possiamo quindi immaginarci il padre del figlio prodigo che ogni giorno scruta il sentiero di casa, sperando con ansia di veder tornare il figlio. Ora lo scorge da lontano mentre viene su per il sentiero! L’aspetto del giovane è sicuramente cambiato. Eppure il padre lo riconosce ‘mentre è ancora lontano’. Non fa caso alle vesti lacere né allo spirito abbattuto: vede suo figlio, e gli corre incontro!

      17 Quando arrivò dal figlio, il padre gli si gettò al collo e lo baciò teneramente. Poi ordinò agli schiavi di dare al figlio una lunga veste, un anello e dei sandali. Non doveva essere una veste qualsiasi, ma “la migliore”, forse un abito finemente ricamato di quelli che si offrivano a un ospite d’onore. Dato che di solito gli schiavi non portavano né anelli né sandali, il padre stava rendendo noto che riaccoglieva suo figlio come membro della famiglia a pieno titolo. Ma fece di più. Diede un banchetto per festeggiare il ritorno del figlio. Chiaramente non gli stava concedendo il perdono a denti stretti o semplicemente perché, essendo tornato, non poteva fare diversamente: voleva perdonarlo. Era felice di farlo.

      18, 19. (a) Cosa ci insegna riguardo a Geova la parabola del figlio prodigo? (b) Come indica il modo in cui agì con Giuda e Gerusalemme, in che senso Geova ‘si tiene in aspettazione’ per quanto concerne il ritorno dei peccatori?

      18 Cosa abbiamo imparato finora dalla parabola del figlio prodigo riguardo all’Iddio che abbiamo il privilegio di adorare? Primo, che Geova è “misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità e verità”. (Esodo 34:6) In effetti la misericordia è una sua qualità fondamentale. È il suo modo normale di agire verso chi è nel bisogno. Secondo, la parabola di Gesù ci insegna che Geova è “pronto a perdonare”. (Salmo 86:5) È come se stesse sempre attento per notare nei peccatori qualsiasi cambiamento di cuore che gli dia una base per mostrare misericordia. — 2 Cronache 12:12; 16:9.

      19 Pensate, ad esempio, al modo in cui Dio agì con Israele. Geova ispirò il profeta Isaia a dire che Giuda e Gerusalemme erano ‘malate dalla testa ai piedi’. Ma disse pure: “Geova si terrà in aspettazione per mostrarvi favore, e perciò sorgerà per mostrarvi misericordia”. (Isaia 1:5, 6; 30:18; 55:7; Ezechiele 33:11) Come il padre della parabola di Gesù, Geova ‘scruta il sentiero’, per così dire. Aspetta ansiosamente il ritorno di tutti quelli che hanno lasciato la sua casa. Non è ciò che ci aspetteremmo da un padre amorevole? — Salmo 103:13.

      20, 21. (a) In che modo oggi molti vengono attratti dalla misericordia di Dio? (b) Cosa considereremo nel prossimo articolo?

      20 Ogni anno la misericordia di Geova induce molti a tornare in sé e alla pura adorazione. Che gioia reca questo ai loro cari! Prendete, ad esempio, il padre cristiano menzionato all’inizio: la figlia si riprese spiritualmente e ora svolge il ministero a tempo pieno. “Sono felice nei limiti in cui è possibile esserlo in questo vecchio sistema di cose”, dice il padre. “Le mie lacrime di dolore si sono trasformate in lacrime di gioia”. Sicuramente anche Geova si rallegra! — Proverbi 27:11.

      21 Ma possiamo imparare dell’altro dalla parabola del figlio prodigo. Gesù continuò il racconto per fare un contrasto fra la misericordia di Geova e l’inflessibile atteggiamento di condanna comune fra gli scribi e i farisei. Nel prossimo articolo considereremo come lo fece e cosa significa per noi.

  • Imitate la misericordia di Geova
    La Torre di Guardia 1998 | 1° ottobre
    • Imitate la misericordia di Geova

      “Continuate ad essere misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. — LUCA 6:36.

      1. In che modo i farisei dimostrarono di non avere misericordia?

      BENCHÉ creati a immagine di Dio, spesso gli esseri umani non imitano la sua misericordia. (Genesi 1:27) Prendete il caso dei farisei. Come gruppo non si rallegrarono quando, di sabato, Gesù guarì misericordiosamente un uomo con una mano secca. Anzi, tennero consiglio contro Gesù “per poterlo distruggere”. (Matteo 12:9-14) In un’altra occasione Gesù sanò un uomo che era cieco dalla nascita. Ancora una volta “alcuni dei farisei” non provarono gioia per la compassione di Gesù. Brontolarono dicendo: “Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato”. — Giovanni 9:1-7, 16.

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