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  • g98 8/1 pp. 26-27
  • Com’è possibile temere un Dio d’amore?

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  • Com’è possibile temere un Dio d’amore?
  • Svegliatevi! 1998
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Svegliatevi! 1998
g98 8/1 pp. 26-27

Il punto di vista biblico

Com’è possibile temere un Dio d’amore?

“FELICE È L’UOMO CHE TEME GEOVA”. — Salmo 112:1.

SE VERAMENTE “Dio è amore”, come dice la Bibbia, perché mai dovremmo temerlo? (1 Giovanni 4:16) Amore e timore di solito sono considerati incompatibili. Perciò, che ruolo dovrebbe avere il timore nella nostra relazione con Dio? Perché temere un Dio d’amore? Se analizziamo più da vicino com’è usata nella Bibbia la parola “timore” possiamo capirlo meglio.

In quasi tutte le lingue una parola può avere diverse sfumature di significato, a seconda del contesto in cui è usata. Ad esempio, in certe lingue si può dire sia: “Amo la musica classica” che: “Amo i miei figli”. C’è una bella differenza tra l’intensità e il tipo di amore di cui si parla nel primo e nel secondo caso. Analogamente, la Bibbia parla di diversi tipi di timore. Quando usa questo termine in relazione all’adorazione di Dio non si riferisce al terrore, alla paura o a un senso di punizione imminente. Al contrario, il timore di Dio produce sentimenti salutari: rispetto e profonda riverenza. Questi nobili sentimenti sono accompagnati da amore per Dio e dal desiderio di avvicinarsi a lui, non dall’istinto di sfuggirgli o di nascondersi alla sua vista.

Il timore di Dio elimina la paura morbosa e paralizzante. Riguardo all’uomo che teme Dio, il salmista scrisse: “Non avrà timore nemmeno di cattive notizie. Il suo cuore è saldo, confida in Geova”. (Salmo 112:7) Nessuna minaccia da parte di uomini malvagi o di Satana stesso può vincere il profondo rispetto e la riverenza che proviamo per Geova Dio. (Luca 12:4, 5) Né dobbiamo temere di accostarci a Lui in preghiera. Al contrario, in questo contesto “l’amore . . . caccia via il timore”. — 1 Giovanni 4:18.

I cieli e la grandezza di Dio

Il re Davide era un uomo timorato di Dio. Quando contemplava la bellezza e la complessità della creazione provava riverente timore. Egli esclamò: “Ti loderò perché sono fatto in maniera tremendamente meravigliosa. Meravigliose sono le tue opere, come la mia anima sa molto bene”. (Salmo 139:14) Alzando gli occhi al cielo notturno esclamò: “I cieli dichiarano la gloria di Dio”. (Salmo 19:1) Pensate che in quelle occasioni Davide fosse spaventato? Al contrario, fu spinto a cantare lodi a Geova.

Oggi, l’accresciuta conoscenza dei cieli ci dà motivi anche maggiori per provare riverente timore. Di recente, grazie al telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno scrutato nei cieli più a fondo di quanto abbia mai fatto qualsiasi essere umano prima di loro. Hanno scelto una regione del cielo che ai telescopi a terra sembrava vuota e hanno puntato il telescopio su una zona non più grande di un granello di sabbia posto a un metro di distanza. L’immagine che ne è risultata era piena non di singole stelle, ma di galassie — vasti sistemi formati da miliardi di stelle — che nessun uomo aveva mai visto prima!

La grandiosità dell’universo e il senso di mistero e di meraviglia che ispira infondono riverente timore in un attento osservatore. Eppure tali meraviglie non sono che un semplice riflesso della gloria e della potenza del Creatore. La Bibbia chiama Geova Dio “Padre delle luci celestiali” e ci dice che “conta il numero delle stelle; le chiama tutte per nome”. — Giacomo 1:17; Salmo 147:4.

L’immensità dell’universo si intuisce anche dall’arco di tempo in cui si verificano gli avvenimenti celesti. La luce delle galassie fotografate dal telescopio spaziale Hubble aveva viaggiato nello spazio per miliardi di anni! La nostra piccolezza e il fatto che esistiamo da così poco tempo in paragone con la stabilità dei cieli non dovrebbero farci provare timore reverenziale e profondo rispetto per Colui che ha creato le stelle? (Isaia 40:22, 26) Quando ci rendiamo conto che l’Iddio che ha creato tutto questo ‘si ricorda dell’uomo mortale e ne ha cura’ proviamo ancora più stima per Lui e ci sentiamo spinti a volerlo conoscere e servire. (Salmo 8:3, 4) Questo elevato rispetto e apprezzamento è ciò che la Bibbia chiama timore di Dio.

Un Dio che perdona

Siamo tutti imperfetti. Anche quando ci sforziamo di fare ciò che è giusto, pecchiamo involontariamente. Quando questo accade, dovremmo avere il terrore di perdere il favore di Dio? Il salmista scrisse: “Se tu guardassi gli errori, o Iah, o Geova, chi potrebbe stare in piedi? Poiché presso di te c’è il vero perdono, affinché tu sia temuto”. (Salmo 130:3, 4) Il fatto che il nostro “grande Fattore” sia così benigno e pronto a perdonare infonde grande apprezzamento e riverenza nei suoi adoratori. — Isaia 54:5-8.

Il timore di Dio ci induce a fare il bene e anche ad astenerci dal fare ciò che Dio dice che è male. La relazione che abbiamo con il nostro Padre celeste si può paragonare a quella che esiste tra un bravo padre umano e i suoi figli. Può darsi che a volte i bambini non ricordino perché il padre non vuole che giochino nella strada. Ma quando provano l’istinto di rincorrere il pallone fra il traffico, il ricordo del divieto paterno li trattiene, e forse salva loro la vita. Allo stesso modo, il timore di Geova può trattenere un adulto dal commettere un atto che potrebbe rovinare la vita sia a lui stesso che ad altri. — Proverbi 14:27.

Il timore del giudizio di Dio

Chi invece non ha una coscienza che lo trattiene dal dispiacere a Dio ha motivo di provare un timore di natura molto diversa. Proprio come i governi umani puniscono i criminali, Dio ha il diritto di agire contro i trasgressori volontari e impenitenti. Avendo Dio temporaneamente tollerato la malvagità, alcuni si sono incalliti in una condotta errata. Tuttavia la Bibbia indica chiaramente che fra breve egli eliminerà dalla terra tutti i malvagi. (Salmo 37:9, 10; Ecclesiaste 8:11; 1 Timoteo 5:24) I malvagi che non si pentono hanno motivo di temere la punizione di Dio. Ma non è questo il tipo di timore che la Bibbia raccomanda.

Al contrario, la Bibbia mette il timore di Geova in relazione con cose meravigliose della vita, come canto, gioia, fiducia, sapienza, longevità, sicurezza, protezione, prosperità, speranza e pace, per menzionarne solo alcune.a Se continuiamo a camminare nel timore di Geova, godremo di tali benedizioni per sempre. — Deuteronomio 10:12-14.

[Nota in calce]

a Vedi Esodo 15:11; Salmo 34:11, 12; 40:3; 111:10; Proverbi 10:27; 14:26; 22:4; 23:17, 18; Atti 9:31.

[Fonte dell’immagine a pagina 26]

Per gentile concessione dell’Anglo-Australian Observatory, fotografia di David Malin

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