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  • Portogallo
  • Annuario dei Testimoni di Geova del 1984
  • Sottotitoli
  • LA BUONA NOTIZIA GIUNGE IN PORTOGALLO
  • IL PERIODO DELLA REPUBBLICA
  • UN GOVERNO DIVERSO
  • IL PRIMO BATTESIMO
  • AIUTO DALL’ESTERO
  • IL PRIMO COLPORTORE
  • CHIUSA LA FILIALE
  • HANNO INIZIO TEMPI DIFFICILI
  • SI RICOMINCIA DA CAPO
  • LA PREDICAZIONE ASSUME IMPORTANZA
  • LA PREDICAZIONE INCORAGGIA A STARE VICINI
  • ALTRI SEMI DI VERITÀ COMINCIANO A GERMOGLIARE
  • LA VERITÀ SI PROPAGA PIÙ A NORD
  • PRESA DI POSIZIONE
  • SI IMPARA A ORGANIZZARE L’OPERA
  • COMINCIA L’ATTIVITÀ MISSIONARIA
  • LA PRIMA SALA DEL REGNO
  • STABILITI I CONTATTI
  • PROGRESSO NONOSTANTE LO SPIRITISMO
  • HA INIZIO L’OPERA NELLE AZZORRE
  • ARRIVANO ALTRI MISSIONARI
  • LA VISITA DI F. W. FRANZ NEL 1951
  • PURIFICATA L’ORGANIZZAZIONE
  • IL FRATELLO COOKE È COSTRETTO A PARTIRE
  • L’ISOLA DI MADEIRA
  • CORDEIRO DIFFONDE LA BUONA NOTIZIA
  • NUBI TEMPESTOSE ALL’ORIZZONTE
  • PROGRESSO A PORTO
  • TESTIMONIANZA INFORMALE
  • ANNUNCIATA LA VERITÀ NEL CAPO VERDE
  • TEMPO DI ESPANSIONE
  • DISTRIBUZIONE DELLA BIBBIA
  • LA BUONA NOTIZIA GIUNGE A MACAO
  • TEMPI DIFFICILI NELL’ANGOLA
  • LA NEUTRALITÀ RECA VANTAGGI
  • UN UOMO DI FEDE
  • COMINCIA L’OPPOSIZIONE IN PORTOGALLO
  • LA SCUOLA DI MINISTERO DEL REGNO
  • I PIONIERI SONO IN PRIMA LINEA
  • LA FILIALE DIVENTA CLANDESTINA
  • LA PERSECUZIONE SI INTENSIFICA
  • PRIMO PROCESSO
  • ANNULLATA UN’ASSEMBLEA DI CIRCOSCRIZIONE
  • UN MISSIONARIO NELLE ISOLE DEL CAPO VERDE
  • AVVENTURE DI VIAGGIO
  • CONTINUA LA PERSECUZIONE ISTIGATA DAL CLERO
  • PRIGIONIERI DANNO TESTIMONIANZA NELL’ANGOLA
  • LE ATTIVITÀ DELLA POLIZIA
  • L’OPPOSIZIONE DEL GOVERNO SI INTENSIFICA
  • METODI POLIZIESCHI
  • SUPERATI IN ASTUZIA GLI OPPOSITORI
  • CRESCITA SULL’ISOLA DI MADEIRA
  • CHIUSE LE SALE DEL REGNO
  • UN PROCESSO IMPORTANTE
  • NECESSARIO ESSERE CAUTI
  • LA VERITÀ SI DIFFONDE MALGRADO LA PERSECUZIONE
  • UNA TATTICA DIVERSA
  • NELLE AZZORRE AUMENTANO LE DIFFICOLTÀ
  • LA CORTE SUPREMA EMANA LA SENTENZA
  • LA CONDOTTA DÀ TESTIMONIANZA
  • LE MOLESTIE CONTINUANO
  • ACCOGLIENZA ALLA FRONTIERA
  • MANIFESTATO CORAGGIO
  • PROGRESSO NEL CAPO VERDE
  • SCAMPATI PER UN PELO
  • I TEMPI CAMBIANO
  • CONGRESSO DI PARIGI NEL 1969
  • LA CHIESA SI IMMISCHIA NELLA POLITICA
  • PROGETTO DI LEGGE SULLA “LIBERTÀ RELIGIOSA”
  • I METODI TOTALITARI FANNO FATICA A SCOMPARIRE
  • CONTINUA LA PERSECUZIONE NELL’ANGOLA
  • LA PERSECUZIONE FAVORISCE IL PROGRESSO
  • I VENTI DEL CAMBIAMENTO
  • ALCUNI DEPUTATI RICEVONO TESTIMONIANZA
  • LA LEGGE SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA
  • ANNULLATA L’ASSEMBLEA DI DISTRETTO DEL 1971
  • FRATELLI SORDOMUTI TRATTI IN ARRESTO
  • TENDENZE OCCULTE
  • CAPI DELLA POLIZIA VENGONO IN NOSTRO AIUTO
  • DI NUOVO IN TRIBUNALE
  • MESSA ALLA PROVA LA FEDE DEI CRISTIANI NEUTRALI
  • CRESCITA RAPIDA
  • CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL 1973
  • IL COLPO DI STATO
  • PERIODO DI TRANSIZIONE
  • L’ULTIMO CONGRESSO TENUTO ALL’ESTERO
  • UN’OCCASIONE STORICA
  • PROVVEDUTO IL CIBO SPIRITUALE
  • DEPOSITI DI LETTERATURA DURANTE IL BANDO
  • PREPARATIVI IN VISTA DELL’ESPANSIONE
  • SI RIAPRONO LE SALE DEL REGNO
  • TIMOR
  • INDICE DI COSE PIÙ GRANDI AVVENIRE
  • CON LA LIBERTÀ SOPRAGGIUNGONO NUOVE PROVE
  • UNA PROVA D’ALTRO GENERE
  • SI APRE UNA GRANDE PORTA
  • PIONIERI NELLA GUINEA-BISSAU
  • PROGRESSO NEL CAPO VERDE
  • LA BUONA NOTIZIA SI DIFFONDE NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE
  • PROGRESSO A MADEIRA
  • AVVENIMENTI EMOZIONANTI NELL’ANGOLA
  • MESSA AL BANDO L’OPERA NELL’ANGOLA
  • PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE IN PORTOGALLO
  • ULTERIORI BENEDIZIONI
  • I RISULTATI SONO DA ATTRIBUIRE ALLA POTENZA DI DIO
Annuario dei Testimoni di Geova del 1984
yb84 pp. 130-256

Portogallo

“Dove finisce la terra e dove comincia il mare”: questo è il Portogallo, il paese più occidentale dell’Europa continentale. Trae il suo nome dalla città di Porto, sorta come centro commerciale romano presso la foce del Douro; era un Portus Cale, cioè un porto di scalo.

Questo paese situato nella parte occidentale della Penisola Iberica ha una popolazione di nove milioni e mezzo di abitanti che parlano il portoghese, una lingua neolatina simile allo spagnolo per struttura e vocabolario ma molto diversa per fonetica e pronuncia. Il Portogallo ha un’estensione pari a un quinto di quella della Spagna, con cui confina a est e a nord. Ma com’è vario il panorama qui!

La campagna meridionale è ricca di frutteti, con mandorli, fichi e anche carrubi. Puntando verso nord, passiamo attraverso distese di grano e i verdeggianti pascoli della provincia di Ribatejo dove troviamo allevamenti di bestiame, poi vigneti e oliveti, “abeti parasole” (Sciadopitys verticillata) ed eucalipti. Al centro del paese c’è la catena montuosa della provincia di Beira, che con le sue cime nevose dà al panorama una nota di splendore. Il nord è caratterizzato dai bei vigneti a terrazze della profonda valle del Douro, dove si produce il porto, un vino rinomato in tutto il mondo.

LA BUONA NOTIZIA GIUNGE IN PORTOGALLO

Il Portogallo acquistò fama mondiale per i suoi navigatori. Il XV secolo segnò il suo periodo aureo quando i suoi navigatori ed esploratori scoprirono il Brasile, le isole di Madeira, le Azzorre, le Isole del Capo Verde, São Tomé, buona parte dell’Africa, e una rotta marittima per l’India. Ma solo nel 1925 il Portogallo cominciò a scoprire il significato di Matteo 24:14. Fu allora che George Young, un canadese che faceva servizio in Brasile, venne in Portogallo per vedere quali possibilità c’erano di promuovere gli interessi del Regno. Prese accordi perché il 13 maggio 1925 il presidente della Watch Tower Society, J. F. Rutherford, pronunciasse a Lisbona il discorso pubblico “Come vivere sulla terra per sempre”.

Nonostante l’opposizione dei sacerdoti cattolici la conferenza fu un grande successo e più di duemila persone gremirono la palestra di una scuola superiore mentre altre duemila furono mandate via perché non c’era posto. Francisco Ullan, che era presente, ricorda l’avvenimento: “Il clero cattolico fece un vano tentativo di interrompere l’adunanza. Ci furono grida e sedie rotte, ma per fortuna il fratello Rutherford riuscì a tenere la situazione sotto controllo”.

Al termine del discorso gli interessati furono invitati a lasciare nome e indirizzo agli uscieri. Diversi lo lasciarono, tra gli altri Francisco Ullan e Angel de Castro. Sì, questi accettarono la verità e furono tra i primi fedeli servitori di Geova di questo paese. Quel notevole avvenimento segnò l’inizio dell’opera del Regno in Portogallo.

Gli avvenimenti che si susseguirono in rapida successione sono una chiara indicazione che lo spirito di Geova muoveva potentemente le cose. In quel primo anno fu pubblicata a Lisbona l’edizione portoghese della Torre di Guardia. Il primo numero uscì in settembre del 1925 con il nome di George Young come direttore responsabile in prima pagina. Alla fine del 1925 fu aperto a Lisbona, in Rua Santa Justa 95, un ufficio per l’inoltro degli abbonamenti e il disbrigo della corrispondenza. Entro l’anno La Torre di Guardia divenne così conosciuta che erano richiesti abbonamenti niente meno che dalle Azzorre.

IL PERIODO DELLA REPUBBLICA

Com’erano possibili tali cose in un paese cattolico per tradizione ultraconservatore? La situazione politica consentiva un clima di grande libertà. La monarchia aveva subìto un duro colpo con l’assassinio di re Carlo I e del principe ereditario Luigi Filippo avvenuto il 1º febbraio 1908. Poi il 5 ottobre 1910 una rivoluzione repubblicana pose fine al regno di Emanuele II; in tal modo anche la monarchia portoghese cessò di regnare. C’era ora libertà di parola e di stampa.

Il potere della Chiesa Cattolica cominciò a diminuire, perché la popolazione manifestava ostilità al clero. Ci furono dimostrazioni per le strade di Lisbona al fine di indurre il governo portoghese a richiamare il suo rappresentante presso la Città del Vaticano. I giornali pubblicarono discorsi di esponenti repubblicani anticlericali. Fu vietato all’esercito di partecipare alle celebrazioni religiose, e i giorni dei “santi” non si dovevano più osservare. I giuramenti religiosi cessarono d’avere forza legale. Il governo abolì l’istruzione religiosa nelle scuole e l’insegnamento della teologia nelle università. Nell’aprile del 1911 fu emanata la Legge della Separazione e la posizione della Chiesa Cattolica Romana ne risultò indebolita. I padri della repubblica consideravano il trono e la Chiesa istituzioni di poco valore.

In quel periodo a Lisbona un gruppetto di persone si interessava della verità, ma solo nel 1926 si cominciarono a tenere regolari corsi di studio biblico. A partire dal numero di aprile del 1926 il nome del direttore responsabile indicato sulla Torre di Guardia fu Virgílio Ferguson. George Young era rimasto solo un breve tempo, per organizzare l’opera. Il fratello Ferguson, accompagnato dalla moglie, aveva ora il compito di curare gli interessi del Regno in questa nazione.

Al discorso pubblico speciale pronunciato da J. F. Rutherford all’Alexandra Palace di Londra nel maggio del 1926 fu fatta un’estesa pubblicità a Lisbona. Nel corso della conferenza fu presentata una risoluzione intitolata “Testimonianza ai governanti del mondo”. Questa risoluzione fu tradotta in portoghese e stampata sotto forma di volantino da distribuire gratis.

UN GOVERNO DIVERSO

Il 28 maggio 1926, con l’appoggio di fazioni conservatrici spalleggiate dalla gerarchia cattolica, fu attuato un colpo di stato militare senza sparare un colpo. Questo portò all’instaurazione di una dittatura militare che venne chiamata O Estado Novo (Il Nuovo Stato). La personalità dominante di questo nuovo regime politico fu il ministro delle Finanze, António de Oliveira Salazar. Nel 1932 divenne presidente del consiglio (primo ministro).

Con l’instaurazione della dittatura O Estado Novo nel 1926 la libertà di parola era molto diminuita. A cominciare dalla Torre di Guardia del novembre 1926, ciascun numero fu soggetto a censura governativa, e sulla copertina compariva il seguente avviso: “Approvato dal comitato della censura”.

Il primo rapporto dell’Annuario (inglese), pubblicato nel 1927, riferisce quanto segue: “L’opera in Portogallo è diretta dalla filiale della Società con sede a Lisbona. Ora ci sono 450 abbonati alla Torre di Guardia portoghese. Durante l’anno sono stati distribuiti complessivamente 764 libri e opuscoli. Abbiamo ricevuto molte lettere contenenti domande sulla verità, e abbiamo risposto. Segue una citazione dal rapporto del fratello Ferguson, il direttore locale:

“‘Credo si debba ancora dare una grande testimonianza alla gente del posto, e sembra sia venuto il tempo in cui daranno ascolto al messaggio della verità e più persone si interesseranno d’esso’”. Come aveva ragione!

Queste parole si stavano adempiendo sull’isola di Flores, nelle Azzorre. A quell’epoca morì un uomo che si era interessato della Torre di Guardia. Mentre il figlio e la figlia riordinavano l’ufficio del padre trovarono vecchie copie della rivista. Particolarmente al figlio, Abílio Carlos Flores, piacquero le riviste. Egli narra: “La Torre di Guardia dava una spiegazione così chiara della Bibbia che scrissi immediatamente a Virgílio Ferguson chiedendo l’abbonamento”. I semi della verità portarono frutto. Fino alla sua morte avvenuta nel 1974 il fratello Flores fu un attivo servitore di Geova.

Nel maggio del 1927 La Torre di Guardia portoghese veniva stampata a Berna, in Svizzera, ed era distribuita dopo aver subito un rigoroso controllo governativo. Il politico Estado Novo controllava sempre più strettamente la stampa, limitando la libertà dei cittadini, ma questo non fermò l’espansione. Nel 1927 i fratelli distribuirono complessivamente 3.920 libri e opuscoli e 61.000 copie della Torre di Guardia.

IL PRIMO BATTESIMO

Nell’estate del 1927 ci fu un meraviglioso avvenimento, il primo battesimo. Due dei quattordici nuovi fratelli battezzati erano spagnoli, Francisco Ullan e Angel de Castro. Pieni di zelo per la loro nuova fede, si recarono nella loro terra nativa per divulgarvi il messaggio del Regno. Il 15 agosto 1927 andarono nei rispettivi villaggi. Francisco Ullan suscitò subito l’opposizione del clero spagnolo, e gli fu ordinato di lasciare il paese entro quindici giorni. Angel de Castro ricevette un trattamento simile. Essendosi messo a distribuire opuscoli biblici causò un tumulto. Il fratello Castro mandò un opuscolo al prete locale che tramite il suo inviato rispose: “Dica semplicemente a quest’uomo che mi dispiace che l’Inquisizione spagnola non ci sia più, altrimenti lo avrei liquidato”.

AIUTO DALL’ESTERO

Il 4 gennaio 1929 João Feliciano tornò in Portogallo dagli Stati Uniti con l’intenzione di divulgare la buona notizia che aveva conosciuto. Si mise in contatto con il fratello Ferguson e vennero iniziati corsi di studio biblico in un’altra parte di Lisbona. Con grande zelo cominciò a distribuire letteratura biblica di casa in casa. Aiutò molte persone e veniva chiamato “l’uomo col cesto”, dato che portava le pubblicazioni in un grande cesto per la frutta. Fu un fedele servitore di Geova fino alla sua morte avvenuta nel 1961.

Nel novembre del 1931 ebbe luogo l’adozione del nuovo nome “testimoni di Geova”. Venne fatta un’enorme distribuzione — 260.000 copie — di Luz e Verdade (Luce e Verità), contenente il discorso completo del fratello Rutherford intitolato “Il Regno, la speranza del mondo”.

IL PRIMO COLPORTORE

A questo punto Manuel da Silva Jordão aveva cominciato a lavorare come colportore, e andava da un’estremità all’altra del paese, visitando tutti gli abbonati e predicando la buona notizia. Poiché nella parte settentrionale del paese alcuni abbonati avevano mostrato interesse, si recò a Braga. Un giorno, per strada, un uomo corse verso di lui e gli disse: “Buongiorno, signore. Sono molto felice di conoscerla. Desidero imparare qualcosa sulla Bibbia da lei”. Il fratello Jordão gli chiese se sapeva nulla della Bibbia. “Sì”, rispose, “sono abbonato alla Torre di Guardia, e sono in corrispondenza con un uomo di Lisbona, Virgílio Ferguson. La cerco da quando è arrivata in questa città”.

A casa di quest’uomo interessato di Braga un gruppetto di forse sette persone cominciò a studiare la Bibbia. Essendo questa città conosciuta col nome di “Vaticano del Portogallo”, l’opposizione della Chiesa Cattolica non tardò molto a manifestarsi. Il clero denunciò il fratello Jordão alla polizia che andò a svegliarlo a mezzanotte e lo gettò in prigione.

Il giorno dopo fu scarcerato, ma un prete del posto incaricò il più importante cancelliere di organizzare un incontro tra lui e il fratello nella piazza principale della città. La loro mira era di dimostrare che Jordão era un falso cristiano, privo di istruzione superiore. Una cinquantina di persone si presentarono per questo “incontro casuale”. Apparve il sacerdote e ne seguì un’animata conversazione su chi sono i cristiani e la loro opera. Infine il magistrato disse al sacerdote ad alta voce: “Pensavo venisse per difendere la Chiesa Cattolica, ma non ha saputo citare neppure un versetto dalla Sacra Bibbia!” Testimoni oculari narrano che il sacerdote, pieno d’imbarazzo, scappò via.

CHIUSA LA FILIALE

Verso la fine del 1933 il fratello e la sorella Ferguson lasciarono il Portogallo, e la pubblicazione di Luz e Verdade fu sospesa. I contatti diretti con la filiale furono praticamente interrotti. Essa fu chiusa e da quel momento in poi il cibo spirituale non fu più provveduto dall’interno del paese. Fatto interessante, quello stesso anno fu emanata in Portogallo una nuova costituzione politica, che allargava i poteri dello Stato, concedendogli autorità assoluta e il completo controllo della stampa.

Successivamente, nel maggio del 1940, il Portogallo firmò un concordato col Vaticano, e la Chiesa Cattolica Romana venne a trovarsi in una posizione molto privilegiata. Venne ripristinata l’istruzione religiosa nelle scuole pubbliche, e vennero restituiti alla chiesa quei beni di cui era stata in possesso prima del 1910.

HANNO INIZIO TEMPI DIFFICILI

Ora l’opera dovette essere curata dal colportore Manuel da Silva Jordão. Nel difficile periodo che seguì egli riuscì a comunicare con alcuni fratelli in Spagna. In varie occasioni Herbert F. Gabler visitò i fratelli del Portogallo. Verso il 1938 il fratello O. E. Roselli, cittadino americano, visitò il Portogallo, incoraggiando i fratelli ad andare di casa in casa, servendosi della cosiddetta cartolina di testimonianza. Col tempo la predicazione organizzata cessò del tutto, ed ebbe inizio un periodo di inattività.

SI RICOMINCIA DA CAPO

Nel 1940 Angel de Castro visitò un amico a Lisbona con cui parlava spesso della Bibbia. Questo amico aveva un figlio sui quattordici anni, Eliseu Garrido, che cominciò a interessarsi delle conversazioni. Castro gli diede alcune vecchie Torre di Guardia da leggere. In seguito gli mostrò un libro scritto a mano che lui stesso aveva compilato con versetti biblici su varie dottrine. Il ragazzo apprezzò questo libro di riferimenti di 300 pagine e si mise a copiarlo. Nel frattempo lesse il libro contenente le fotografie del Fotodramma della Creazione, che produsse un notevole effetto sulla sua mente. Non appena ebbe finito di copiare il libro di versetti di Castro chiese: “Non c’è nessun altro a Lisbona che crede a queste cose?”

Dopo qualche giorno Manuel da Silva Jordão andò a casa sua per assisterlo ulteriormente. Il fratello Jordão mise Eliseu in contatto con Joaquim Carvalho, un calzolaio la cui casa era ora usata come generale luogo di adunanza dagli Studenti Biblici.

Joaquim Carvalho aveva conosciuto la verità al principio degli anni trenta. Tutta la letteratura disponibile quando la filiale era stata chiusa nel 1933 era ora conservata nella sua bottega di calzolaio a Lisbona.

Questi studi cominciarono a tenersi con maggiore frequenza. Ma c’era la tendenza ad allontanarsi dal materiale stampato e a dare interpretazioni private. Infine il giovane Garrido intervenne: “Perché non ci atteniamo al materiale stampato nelle riviste invece di presentare altre informazioni? Dopo tutto, quello di cui abbiamo bisogno non è tutto pubblicato dalla Società? Abbiamo già accertato che possiamo riporre piena fiducia nell’organizzazione di Geova. Suggerisco di limitare il nostro studio a fare le domande, cercare le scritture e poi leggere tutti i paragrafi della rivista e non solo quelli che ci piacciono”.

In questo periodo di risveglio i fratelli cominciarono a usare il Fotodramma della Creazione. Joaquim Carvalho aveva molte conoscenze in piccoli gruppi protestanti, soprattutto nella setta degli avventisti. Essi vennero a sapere del Fotodramma e chiesero ai fratelli di proiettarlo nel loro luogo di adunanza. Alcuni vollero anche la nostra letteratura da usare nel loro studio biblico. Un gruppo avventista ebbe la sfacciataggine di togliere dai libri della Società la copertina con il nome dell’editore. Poi vi timbravano l’orario e l’indirizzo delle loro adunanze!

Era ovvio che a Joaquim Carvalho piaceva mantenere i contatti con i capi di questi gruppi protestanti. I loro frequenti incontri rivelarono il forte desiderio da parte dei protestanti di formare un’alleanza con gli Studenti Biblici. Quando la cosa si riseppe, gli Studenti Biblici compresero che doveva esserci una separazione più netta se volevano le benedizioni di Geova. Perciò troncarono ogni rapporto.

LA PREDICAZIONE ASSUME IMPORTANZA

Fino a quell’epoca la testimonianza pubblica era consistita soprattutto nella distribuzione di volantini. Ma nel 1944 il gruppo manifestò il vivo desiderio di impegnarsi di più nel ministero. Compresero il bisogno di attenersi strettamente alle pubblicazioni dell’organizzazione. Dai fratelli del Brasile ricevevano per posta regolarmente copie dell’Informatore, che ravvivò il loro interesse per il servizio di campo.

I fratelli decisero dunque che era ora di andare di casa in casa e di presentare alle persone la cartolina di testimonianza stampata. Dopo che il padrone di casa aveva letto la cartolina gli offrivano letteratura.

I fratelli presero l’abitudine di uscire la domenica a due a due, predicando la buona notizia di casa in casa, usando queste cartoline di testimonianza. Solo in seguito però avrebbero cominciato a fare rapporto di questa attività di ministero.

Nello stesso tempo il piccolo gruppo fu molto felice di venire a sapere dell’esistenza del fonografo. I fratelli del Brasile inviarono al gruppo dieci dischi in portoghese e un fonografo. I fratelli furono entusiasti di questo nuovo mezzo da usare per dare testimonianza. I dischi spiegavano la verità su soggetti come purgatorio, anima, chiavi del Regno, ecc.

Coraggiosamente il gruppo decise di cominciare a servirsi di questo strumento. Eliseu Garrido rammenta una delle prime occasioni. “Andammo in quella parte di Lisbona detta Campolide, in un piccolo patio su cui s’affacciava un gruppo di case”, ha narrato. “Lì preparammo il fonografo e invitammo i padroni di casa a venire nel patio per sentire un interessante messaggio biblico. Vennero una trentina di persone che ascoltarono attentamente. Al termine fummo felici di offrire loro letteratura biblica”.

LA PREDICAZIONE INCORAGGIA A STARE VICINI

Da quel tempo in poi i fratelli divennero sempre più consapevoli del loro bisogno di stare vicini. Il gruppo di interessati che la domenica partecipava regolarmente allo studio biblico salì a una quindicina. Poiché il numero dei presenti aumentava, decisero di affittare una stanzetta da usare esclusivamente come luogo di adunanza. La principale pubblicazione usata a queste adunanze era La Torre di Guardia. A poco a poco i fratelli compresero la necessità di stare più uniti alla mondiale organizzazione del popolo di Geova.

Nell’ottobre del 1946 fu presa una decisione storica, quando Joaquim Carvalho ed Eliseu Garrido decisero che era ora di mettersi in comunicazione con la sede della Società a Brooklyn. Nella loro lettera chiesero alla Società di mandare un missionario in Portogallo.

ALTRI SEMI DI VERITÀ COMINCIANO A GERMOGLIARE

All’insaputa degli Studenti Biblici di Lisbona si stavano avendo degli interessanti sviluppi in altre parti della nazione. Ad Almada, sulla riva opposta del Tago, c’era una donna, Delmira Mariana dos Santos Figueiredo, che era rimasta fortemente scossa per la morte del figlio sedicenne. Essa rammenta: “Passavo le giornate al cimitero a pensare a mio figlio, dov’era e perché Dio aveva permesso che morisse. Mi vennero in mente delle cose sulla Bibbia che mio padre mi aveva detto. Nel 1927 aveva conosciuto Virgílio Ferguson e aveva assistito alle adunanze”.

Un giorno, tornata a casa dal cimitero, Delmira si mise a cercare i vecchi libri che il padre aveva conservato. In breve tempo capì di avere trovato la verità della Parola di Dio, e nel 1945 scrisse a Brooklyn. Quando giunse la risposta, il suo viso si rigò di lacrime. Finalmente si era messa in contatto con il popolo di Dio.

La lettera era stata scritta da John Perry, un fratello nato nelle Azzorre e ora membro della famiglia Betel di Brooklyn. Le suggeriva di comprare la Bibbia se già non la possedeva e di leggere i versetti da lui citati sulla speranza della risurrezione e sulla promessa di Dio di portare un giusto Nuovo Ordine. Tramite John Perry la Società cominciò a spedire a Delmira pacchetti di libri e opuscoli, incoraggiandola a distribuirli gratis, ciò che fece subito. Il suo territorio principale era il cimitero, dato che lì essa aveva cominciato a pensare a Dio. Le amiche e le vicine pensarono che la morte del figlio le avesse fatto perdere la ragione. Diverse volte la settimana se ne andava tutta sola al cimitero e cercava di parlare della speranza della risurrezione ai familiari dei defunti. Venne soprannominata “la pazza”, ma questo non raffreddò il suo zelo per la predicazione della “buona notizia”, e più predicava più forte diventava la sua fede.

“Un giorno, al cimitero”, rammenta Delmira, “avvicinai una donna che da diversi giorni consecutivi si inginocchiava vicino a una tomba. Le parlai e seppi che aveva perso una figlia di ventidue anni. Udendo della risurrezione e del proposito di Dio di creare un Paradiso, questa donna, Deolinda Pinto Costa, fu così ansiosa di saperne di più che mi invitò a casa sua per fare un settimanale studio della Bibbia. Non passò molto che andavamo entrambe al cimitero, non a piangere, ma a parlare ad altri della nostra meravigliosa speranza”.

L’amore per la verità spinse queste donne zelanti a organizzare uno studio biblico per varie interessate. Tutti i mercoledì pomeriggio, a casa di Deolinda Pinto Costa, un gruppo di sei o più donne si riunivano per studiare la Bibbia servendosi delle pubblicazioni della Società. Dalle lettere di John Perry di Brooklyn questo gruppo di donne interessate apprese che c’era un nucleo di fratelli a Lisbona.

Contemporaneamente i fratelli di Lisbona erano stati informati che c’erano degli interessati ad Almada. Fu disposto un incontro. Che sorpresa per i fratelli trovare un gruppo di otto persone, tutte donne, che tenevano uno studio biblico settimanale. Furono subito organizzate adunanze regolari in casa di Deolinda a cui partecipavano i fratelli di Lisbona. Che gioia notare che le prime sorelle di questo gruppo di Almada sono ancora oggi integre e attive nel servizio del Regno!

LA VERITÀ SI PROPAGA PIÙ A NORD

In quel periodo ci furono degli interessanti sviluppi nella provincia più distante del Portogallo, quella di Trás-os-Montes. Nel novembre del 1945 Purificação de Jesus Barbosa, che aveva conosciuto la verità negli Stati Uniti, tornò nel paese nativo per predicare la buona notizia ai parenti. La sua città, Lousa, dista più di 400 chilometri da Lisbona. La maggioranza dei parenti respinse la verità e la trattò con disprezzo, ma due cugini, una ragazza e un ragazzo, mostrarono interesse. Purificação regalò alla ventiduenne Maria Cordeiro una Bibbia e vari opuscoli. Che emozione per il cugino più giovane, il tredicenne António Manuel Cordeiro, avere per la prima volta in mano una Bibbia! Egli rammenta la prima conversazione sulla Bibbia che la cugina fece con lui:

“Mi lesse il primo capitolo di Genesi e poi mi mostrò il nome di questo Dio che aveva creato la bella terra e tutte le cose che sono in essa. Per la prima volta nella mia vita sentii il nome di Dio, Geova, e da quel giorno in poi cominciai a nutrire profondo amore e gratitudine per il mio Grande Creatore”.

Per oltre un anno il fratello e la sorella attendevano con ansia ogni giorno di tornare a casa dal lavoro nei campi, e dopo che il padre era uscito per andare a giocare e bere sgattaiolavano fuori e si recavano a casa della cugina per imparare altre cose dalla Bibbia. Oltre a leggere i libri Geova, Salvezza e Fanciulli vennero a conoscenza di molte basilari verità della Parola di Dio. Poco più di un anno dopo la cugina tornò negli Stati Uniti. I suoi sforzi, però, erano stati riccamente benedetti, poiché c’erano ora due cugini e una donna che si interessavano della verità.

PRESA DI POSIZIONE

L’integrità di Maria e António Cordeiro, completamente isolati, fu ben presto messa alla prova. Essi troncarono i loro legami con la Chiesa Cattolica. Quando il sacerdote andò a far visita ai loro genitori schernì António e Maria perché si erano rifiutati di baciare la croce. Durante le feste religiose, per evitare problemi, uscivano di casa la mattina presto e andavano nei boschi, trascorrendo l’intera giornata a leggere la Bibbia e le pubblicazioni della Società.

Un paio d’anni dopo il ragazzo, ora quindicenne, si ammalò e fu ricoverato in un ospedale cattolico. Prima di un’operazione rifiutò di confessarsi e di ricevere la “benedizione”, facendo andare su tutte le furie il prete e le suore. Quando il padre andò a prenderlo gli fu riferita la sua condotta. A casa il padre ordinò ad António di andare a confessarsi, e di chiedere perdono per tutte le sue “cattive azioni”. Costretto, António vi andò. Solo col sacerdote, spiegò perché si era rifiutato, dal momento che la Bibbia mostra che solo Dio, mediante Cristo Gesù, può perdonare i peccati. Fu molto diverso da una confessione, e il giovane diede al sacerdote una completa testimonianza riguardo alla sua fede basata sulla Bibbia.

Il giovane António comprese che finché non diventava maggiorenne avrebbe dovuto rimanere in famiglia. Perciò, ubbidendo al desiderio dei suoi genitori, il giorno lavorava nei campi; ma la sera studiava la Bibbia con sua sorella, cogliendo ogni occasione per parlare ad altri delle belle cose che imparava. Sì, è emozionante dire che ‘la perseveranza ebbe la sua opera compiuta’, poiché anni dopo entrambi questi giovani furono tra i primi pionieri regolari della nazione. In seguito António si sposò, fece per molti anni il sorvegliante di circoscrizione ed è ancora pioniere. — Giac. 1:4.

SI IMPARA A ORGANIZZARE L’OPERA

Non c’è dubbio che era arrivato il momento di organizzare ulteriormente l’opera del Regno. In risposta alla lettera di Carvalho e Garrido, nel maggio del 1947 la Società mandò due rappresentanti in Portogallo. I fratelli F. W. Franz e H. C. Covington furono accolti il 5 maggio all’aeroporto di Lisbona da un gruppo di otto fratelli felici. Per questi pochi dedicati servitori di Geova che erano rimasti fedeli nel corso degli anni, quello fu un grande momento. I fratelli furono felicissimi di sentire il fratello Franz pronunciare un discorso in portoghese sul soggetto “Istruzioni organizzative”. A quell’epoca quattro servitori furono temporaneamente incaricati di curare la prima congregazione di Lisbona.

Durante questa visita i fratelli Covington, Franz, Carvalho e Garrido esaminarono le possibilità di legalizzare l’opera e ottenere il permesso di mandare missionari. La richiesta fu nettamente respinta.

Lo stesso anno, il 13 dicembre, si ebbe anche la prima visita in Portogallo dei fratelli Knorr e Henschel, e questa fu un’altra pietra miliare. Con loro c’era anche John Cooke, dell’ottava classe della Scuola di Galaad, che era stato mandato a servire in Spagna e Portogallo. A causa del cattivo tempo l’aereo ebbe un forte ritardo, per cui la visita di due giorni si ridusse a poche ore. Arrivarono a mezzanotte e ripartirono alle otto e un quarto della mattina dopo; passarono tutta la notte a rispondere a domande e a parlare del progresso dell’opera del Regno.

Era chiaro che non c’era completa unità in questo piccolo gruppo. Alcuni dei presenti rivelarono d’essere persone ostinate che criticavano l’organizzazione e perfino la verità. A causa di questo cattivo spirito c’era poco progresso. L’unico raggio di speranza era costituito dal gruppo di sorelle di Almada.

I fratelli comunque ricevettero la necessaria disciplina e l’opera progredì. Di grande aiuto fu l’accresciuto numero di copie dell’Informatore inviate dal Brasile, e l’opuscolo Istruzioni organizzative. Prima dell’arrivo del fratello Cooke il gruppo di Lisbona aveva inviato a Brooklyn il primo rapporto di servizio di quattro proclamatori. Erano state date istruzioni per iniziare sistematicamente l’opera di porta in porta. Nella prima strada dove cominciarono a dare testimonianza, lasciarono 400 opuscoli e furono iniziati molti studi biblici!

COMINCIA L’ATTIVITÀ MISSIONARIA

Nell’agosto del 1948, venuto per la seconda volta a Lisbona dalla Spagna, il fratello Cooke fu accolto da un gruppo desideroso di conoscere i metodi di predicazione teocratici. Tra i vecchi uno o due però furono riluttanti a seguire le istruzioni dell’organizzazione. La prima adunanza fu senz’altro un avvenimento per il missionario. Il fratello Cooke narra: “Feci il mio primo discorso al gruppo di Almada in spagnolo ed Eliseu Garrido lo tradusse in portoghese. Alla fine dell’adunanza, conclusa dal fratello Carvalho in qualità di presidente, egli si alzò in piedi davanti al gruppo e, con fare bigotto, stese le mani davanti all’uditorio e benedisse la congregazione. Carvalho aveva conservato nel corso degli anni molte usanze e idee di Babilonia la Grande per cui era molto difficile trattare con lui”.

Il 27 settembre 1948 fu tenuto il primo battesimo dopo l’arrivo del fratello Cooke, con un totale di otto battezzati, incluso Eliseu Garrido. Sei erano sorelle, tutte di Almada. Il gruppo di Lisbona, però, era “solo per uomini”. Le sorelle non erano gradite. Con l’adozione dei metodi organizzativi alcuni dei fratelli più vecchi di Lisbona non diedero un entusiastico appoggio al nuovo missionario. La partecipazione alle adunanze calò. Le sorelle di Almada, invece, erano zelanti e desiderose di partecipare al ministero di casa in casa. Il fratello Cooke narra:

“Non dimenticherò mai una delle prime volte che uscii nel ministero con le sorelle di Almada. Sì, andarono in sei alla stessa casa. Immaginatevi un gruppo di sei donne davanti a una porta mentre una di loro pronunciava un sermone! Ma a poco a poco le cose prendevano forma e si muovevano”.

L’arrivo di un missionario fu una vera benedizione. I fratelli furono aiutati a mettere da parte le loro opinioni personali e a conformarsi alle istruzioni dell’organizzazione. Furono organizzate la Scuola di Ministero Teocratico e l’Adunanza di Servizio. Delmira Mariana dos Santos Figueiredo narra: “Dopo l’arrivo del fratello Cooke cominciammo a studiare La Torre di Guardia con domande e risposte. Fino a quell’epoca un fratello leggeva e noi ascoltavamo”.

Era venuto il tempo di mettere da parte le cartoline di testimonianza stampate e di preparare brevi sermoni da usare nell’opera di porta in porta. Il fratello Cooke preparò i fratelli a presentare La Torre di Guardia nonché i volantini alle porte.

LA PRIMA SALA DEL REGNO

Con l’arrivo del missionario era stata affittata a Praça Ilha do Faial una stanzetta per tenervi le adunanze. Poiché l’opera prosperava era evidente che ci voleva un locale più grande.

La Commemorazione del 1949 si tenne in una casa privata di Almada. I fratelli furono colmi di gioia vedendo 116 presenti! Dato che non era possibile stipare tutta questa gente nel soggiorno normalmente usato, quelli che erano rimasti fuori si accalcarono in una stanza adiacente. L’oratore si mise nel vano della porta e parlò a due uditori contemporaneamente. Non molto tempo dopo il gruppo di Lisbona trovò un bell’appartamento per le adunanze al pianterreno di una casa in Rua Passos Manuel 20; ed essa fu la prima Sala del Regno dei Testimoni di Geova, ufficiosa, in Portogallo. Per molti anni essa servì come centro della pura adorazione.

Per non attirare l’attenzione degli altri inquilini, nella sala di Lisbona i fratelli non cantavano. Ma quando attraversavano il fiume per andare a trovare il gruppo di Almada, in una casa privata, erano felici di cantare ad alta voce e a lungo.

STABILITI I CONTATTI

Verso quell’epoca gli isolati di Lousa, nella provincia di Trás-os-Montes, avevano ricevuto dalla cugina negli Stati Uniti l’indirizzo dei fratelli di Lisbona. Maria Cordeiro, che in diverse occasioni era stata picchiata con violenza dai familiari contrari, scrisse: “Potreste mandare qualcuno ad aiutarci e incoraggiarci?” John Cooke partì per un viaggio di quattrocento chilometri. Fu un’esperienza molto emozionante, com’egli stesso narra:

“Dalla stazione ferroviaria più vicina mi arrampicai per tre ore sui monti fino al villaggio di Lousa. Questa zona è detta Trás-as-Montes, che significa ‘oltre i monti’. Scoprii che il nome corrispondeva alla realtà. Non c’erano strade, solo sentieri accidentati, e non c’erano nemmeno autobus, macchine, dottore, farmacia, polizia e neppure un telefono. Le case erano di sasso e il tetto era fatto di tegole grezze e senza camino. La gente accendeva il fuoco in terra per cucinare e il fumo usciva dalle fessure nel tetto o nella porta. Erano molto superstiziosi e completamente dominati dalla Chiesa Cattolica.

“A causa dell’opposizione della famiglia era molto difficile visitare Maria Cordeiro o suo fratello António. Riuscii a trovare alloggio presso la madre della Testimone che aveva portato la verità in questa zona dagli Stati Uniti. In alcune occasioni, però, riuscimmo a incontrarci per un’incoraggiante conversazione. Nel frattempo cominciai l’opera di casa in casa. Senza perdere tempo il prete cominciò a mettere in guardia i parrocchiani contro di me. Stavo facendo una visita ulteriore quando i vicini mi avvertirono che si parlava di assalire e bruciare la casa dov’ero ospitato. La famiglia che stavo visitando confermò quelle voci e mi convinse a passare la notte da loro, perché era troppo pericoloso tornare a casa col buio. La mattina dopo circolavano molte voci in paese e c’era un’atmosfera tesa.

“Ero ancora a casa della persona interessata quando il locale regedor (amministratore) della città venne a vedere personalmente cosa stavo facendo. Avuta una breve spiegazione se ne andò soddisfatto. Poi venne il prete. Non essendo egli entrato in casa, rimanemmo fuori in strada a parlare. Prima che me ne accorgessi una numerosa folla si era radunata per udire la conversazione. Benché giovane, il prete non era fanatico, e riuscii a mantenere la conversazione su un tono tranquillo e amichevole. Per trarsi d’imbarazzo in materia di dottrina faceva frequenti citazioni in latino, per fare impressione sulla gente di paese con la sua ‘superiore conoscenza’. Ammise di non possedere una Bibbia e mi chiese se potevo procurargliene una; poi se ne andò. Questo episodio allentò la tensione. Feci un discorso estemporaneo e distribuii molti volantini, concludendo così la mia visita in modo pacifico”.

PROGRESSO NONOSTANTE LO SPIRITISMO

Fu cominciato uno studio biblico con una vedova che scriveva poesie in francese sotto l’influenza demonica, e credeva d’essere guidata dallo spirito del famoso scrittore francese Victor Hugo. Dopo una particolareggiata conversazione sulla risurrezione fu aiutata a capire la verità; abbandonò lo spiritismo e fu battezzata. Venne iniziato un altro studio con una spiritista, una famosa medium di Lisbona. Questa donna dovette ingaggiare un grande combattimento mentale per liberarsi dall’influenza demonica, ma infine anche lei fu battezzata.

Senz’altro a motivo di questi fatti, alcuni dei principali spiritisti vennero alla Sala del Regno, chiedendo un dibattito. Il missionario fece notare che ai testimoni di Geova non interessano i pubblici dibattiti. I capi di questi gruppi insisterono che la conversazione sarebbe stata privata, dato che il loro principale obiettivo era di sentire come la pensavamo su soggetti religiosi. Acconsentirono a venire alla Sala del Regno e a basare la conversazione sulla Bibbia.

La sera dell’incontro si presentarono una cinquantina di membri del gruppo di spiritisti. Sul podio c’erano due rappresentanti, uno per ciascuna delle due parti. La prima domanda posta dall’esponente degli spiritisti era basata su Matteo 10:28, ed egli chiese: “Come possono i testimoni di Geova credere che l’anima muore quando la Bibbia dice che non muore?” Il fratello Cooke, con molta semplicità, disse che era facile. Se solo leggeva l’ultima parte dello stesso versetto avrebbe notato che diceva: “Abbiate timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. Questo demolì l’argomento del gruppo degli intellettuali. Visto che una conversazione basata esclusivamente sulla Bibbia era troppo difficile per loro, chiesero al fratello Cooke di pronunciare un discorso biblico esponendo le nostre credenze. Fu data un’ottima testimonianza.

HA INIZIO L’OPERA NELLE AZZORRE

Intanto stavano succedendo cose interessanti nelle Azzorre. A eccezione dell’isola di Santa Maria, le nove isole che formano l’arcipelago delle Azzorre sono di origine vulcanica. Grazie alle primavere calde, all’abbondante pioggia, e alle estati piene di sole, la vegetazione è lussureggiante. Abbondano gli alberi da frutto, come ad esempio aranci, albicocchi, limoni, banani e fichi. Gli isolani si nutrono anche di pesce, che abbonda.

Nelle Azzorre la Chiesa Cattolica domina da secoli la vita degli abitanti. Inoltre, tutti si conoscono. Fu in un tale ambiente che vari uomini dalla giusta inclinazione manifestarono sincero amore per la Bibbia. Nel 1902, molti anni prima che la buona notizia arrivasse in queste isole, si era verificato un episodio sorprendente sull’isola di Pico.

Sei abitanti delle Azzorre, persone timorate di Dio, fecero il funerale a un bambino di cinque anni. Celebrarono la funzione senza la presenza di un prete cattolico, e gli uomini cantarono un inno evangelico. Tale audacia attirò le ire del prete locale, che fece finire quegli uomini in tribunale dietro l’accusa di avere offeso non solo la religione del paese ma anche Dio stesso! Il processo fu dibattuto nel 1903 davanti alla Corte d’Appello delle Azzorre e infine giunse alla Corte Suprema di Lisbona, che ordinò il non luogo a procedere per mancanza di prove.

Prima del processo uno di questi sei uomini, João Alves Pereira (John Perry), emigrò negli Stati Uniti. Venne in contatto con il popolo di Geova e, come abbiamo già detto, divenne membro della famiglia Betel di Brooklyn, dove prestò servizio fino alla sua morte avvenuta nel 1965. Tra le prime pubblicazioni che spedì alla sua famiglia e ai suoi amici sull’isola di Pico c’erano i libri L’Arpa di Dio e Milioni ora viventi non morranno mai.

In seguito anche i figli di altri due uomini che avevano partecipato a quel funerale nel 1902 emigrarono negli Stati Uniti, dove entrambi vennero alla conoscenza della verità. Uno di essi, Isaac Ávila Fontes, spedì letteratura a suo padre, José Silveira Fontes, che studiò per proprio conto e poi cominciò a dire ad altri la buona notizia. Nel 1940 Aníbal Nunes, il figlio di un terzo uomo che aveva partecipato a quel funerale, venne a contatto con i Testimoni.

Aníbal e sua moglie, pieni di zelo e decisi ad aiutare i loro connazionali, nel 1947 lasciarono gli Stati Uniti per tornare nella nativa Pico. Una delle prime persone a cui parlarono fu una loro vicina, una giovane signora di nome Maria Ávila Leal. Mentre Aníbal le dava testimonianza le campane della chiesa suonarono tre volte, ed essendo essa una devota cattolica spiegò quanto era importante dire l’Ave Maria.

Il fratello Nunes le chiese se sapeva chi era il Creatore di questa terra. La donna rispose: “Certo, Dio”. “Ne è sicura?”, replicò lui. Avendo essa confermato, le chiese: “Dov’era Sua madre quando egli fece la terra?” Subito essa rispose: “Dio non ha madre”. Allora lui domandò: “Cosa intende quando dice: ‘Santa Maria, madre di Dio’? Si riferisce a Dio o a Gesù che è Figlio di Dio?” La donna capì all’istante che la Trinità era falsa. Comprese lì per lì che Gesù non era Dio, ma che Maria era la madre terrena di Gesù, che è Figlio di Dio.

A dieci giorni dal suo arrivo il fratello Nunes aveva persuaso molti ad ascoltare la verità. Organizzò un’adunanza pubblica in casa di suo fratello, e ci furono 82 presenti, molti dei quali rimasero fuori ad ascoltare vicino alla porta e alle finestre. Il discorso fu pronunciato di sera a lume di candela. Questo discorso, oltre al fatto che Maria Ávila Leal aveva smesso di andare in chiesa, provocò grande subbuglio nella piccola comunità formata di alcune centinaia di case. Solo sentieri per carri collegavano le case e i villaggi fra loro in quest’isola che ha un’estensione di poco più di 460 chilometri quadrati, ma la notizia che la chiesa aveva perso una delle parrocchiane più zelanti si diffuse in un baleno.

Il sacerdote, esasperato, fece un disperato tentativo per incutere paura alla giovane Maria. Disse ogni sorta di falsità sul suo conto. I vicini la coprirono di scherni e di insulti. Ma non servì. La verità della Parola di Dio era caduta su un buon terreno, e Maria divenne una proclamatrice molto zelante e intrepida, e per alcuni anni fece il servizio di pioniera speciale.

Nel 1949 il ventitreenne fratello di Maria tentò di persuaderla a non seguire questa nuova religione. Un giorno essa gli diede l’opuscolo La religione miete la tempesta. Benché pieno di pregiudizi fino al punto di non voler neppure toccare l’opuscolo, per qualche motivo lo accettò. Avendo paura d’essere trovato con la letteratura dei Testimoni, lo portò in una grotta sulle colline dove lo lesse attentamente da cima a fondo. Il messaggio dell’opuscolo produsse un effetto immediato su Manuel Ávila Leal. Troncò i suoi legami con la Chiesa Cattolica e cominciò a radunarsi con i Testimoni. Egli ricorda ancora vivamente il grande effetto che ebbe su di lui il messaggio di questo unico opuscolo, e dice:

“Furono le vigorose verità bibliche espresse in questo indimenticabile opuscolo in modo così chiaro e coraggioso contro la falsa religione a convincermi della verità della Parola di Dio”.

Verso la stessa epoca José Silveira Fontes, un altro dei sei uomini processati nel 1902 per aver tenuto un funerale senza prete, si trasferì nell’isola di São Miguel. È la più grande delle nove isole, ed è formata di due vulcani che si sono uniti in seguito all’eruzione di grandi quantità di lava e cenere. Su questa isola dove crescono le orchidee e la pianta del tè egli parlò ad altri delle cose che imparava leggendo La Torre di Guardia. La predicazione informale che compì nella principale città, Ponta Delgada, produsse i primi quattro Testimoni nativi. Le due sorelle del gruppo, Maria Rosa e Maria Leite, dichiarano ancora con zelo il nome di Geova.

Su un’altra isola, quella di Graciosa, un portuale vide cadere un opuscolo dalla tasca di un compagno di lavoro. Lo raccolse e chiese se poteva leggerlo. Il compagno di lavoro acconsentì di buon grado, dicendo che gli era stato dato da un passeggero di una nave, ma lui non sapeva leggere. Il portuale, Manuel Moniz Bettencourt, lesse l’opuscolo, intitolato “Il Nuovo Mondo”. Scrisse alla Società chiedendone altri e li distribuì in tutta l’isola. I semi della verità venivano sparsi sull’isola di Graciosa. Così un altro Testimone intraprese il ministero.

ARRIVANO ALTRI MISSIONARI

Nel 1950 ebbe inizio un nuovo periodo per l’opera nelle Azzorre con l’arrivo nell’isola di Pico di due diplomati di Galaad, Paul Baker e Kenneth Williams. In quest’isola ultraconservatrice e dominata dalla religione cattolica l’opera cominciò a progredire. Ma il governo, sotto le pressioni del clero, espulse i missionari. Ad ogni modo era stato fatto un buon lavoro e si ebbe un massimo di 21 proclamatori. Paul Baker chiese nuovamente il visto, che gli fu concesso. Dopo non molto, però, la polizia si recò alla pensione dov’era alloggiato e lo arrestò dietro l’accusa di partecipazione ad attività comuniste. Fu scortato fino alla prima nave in partenza per Lisbona, dove rimase una settimana in prigione. Le accuse inventate contro di lui furono poi ritirate, e gli fu ordinato di lasciare il paese.

In quel periodo l’opera in Portogallo era andata avanti costantemente. Dopo essere rimasto tre anni nella Penisola Iberica da solo, John Cooke fu felice che nel 1951 si unissero a lui altri due missionari, Mervyn Passlow e Bernard Backhouse.

LA VISITA DI F. W. FRANZ NEL 1951

Il fratello F. W. Franz doveva tornare a Lisbona e l’attesa era vivissima. Quella settimana di intensa attività culminò con un’assemblea di un giorno tenuta al riparo di alberi dalla chioma a ombrello. Ci furono novanta presenti e undici battezzati. In quei primi tempi dell’opera in Portogallo, le frequenti visite di membri del Corpo Direttivo aiutarono i fratelli a sentirsi vicini al centro dell’attività.

L’ultima sera della visita il fratello Franz pronunciò un discorso d’addio nella casa missionaria. L’avvincente soggetto trattato fu “Battesimo di fuoco”. Più tardi una folla più numerosa del solito si aggirò nei paraggi. Qualche vicino doveva essersi lamentato, perché la mattina dopo di buon’ora un agente della polizia segreta venne a controllare. Sembrò soddisfatto. Ma quella non sarebbe stata l’ultima volta che i missionari avrebbero visto agenti della polizia segreta. Avevano imparato un’utile lezione comunque. Da quel momento in poi non avrebbero più potuto svolgere così apertamente le loro attività.

Il fratello Cooke partì da Lisbona per accompagnare il fratello Franz in una visita alle congregazioni della Spagna e poi per assistere al congresso internazionale in Inghilterra. Il visto del fratello Backhouse scadde e le autorità rifiutarono di rinnovarglielo. Poco dopo dovette quindi partire per la Spagna. Il fratello Cooke si ammalò e non poté tornare. Il solo missionario rimasto ad aver cura dell’opera era il fratello Passlow, egli pure gravemente ammalato. In seguito, ancora relativamente giovane, morì dopo una vita intensa di devoto servizio compiuto in Australia e Portogallo.

PURIFICATA L’ORGANIZZAZIONE

Gravi problemi si profilavano all’orizzonte. Alcuni cominciarono a muovere critiche e calunnie. Due fratelli in particolare erano turbati per il modo in cui veniva diretta l’opera. Uno di questi, un orologiaio di nome Santos, si mise a vendere foto di John Cooke, con impresse le parole O Nosso Pastor (Il nostro pastore). Quest’uomo volitivo riuscì a trascinarsi dietro alcuni dei fratelli più anziani.

Santos non riusciva a capire perché non era stato nominato servitore, per cui scrisse lunghe lettere a Brooklyn. Si può capire quello che aveva in mente da questa dichiarazione contenuta in una lettera inviata a Brooklyn: “Ho anche dato ai missionari un orologio da mettere nella Sala del Regno ma neppure allora mi hanno fatto servitore”.

Cominciò a lagnarsi sempre più con Joaquim Carvalho, che da diversi mesi non andava alle adunanze. Con altri dicevano che i missionari non erano portoghesi, che non conoscevano bene la lingua, per cui non capivano bene come loro la situazione locale. In questo modo seminavano i semi del malcontento. Che effetto ebbe questo sulla maggioranza dei proclamatori? I presenti alle adunanze calarono. Alcuni si allontanarono dall’organizzazione e cominciarono a tenere adunanze per conto loro. Il fedele missionario, comunque, perseverò, confidando nella direttiva di Geova.

Le sue preghiere furono esaudite nel febbraio del 1952 con la visita dei fratelli Knorr e Henschel e il ritorno di John Cooke rimessosi in salute. Venne disposto un incontro fra lamentatori, servitori e missionari. Fu un’occasione memorabile. I lamentatori e i servitori avevano preparato lunghe dichiarazioni dattiloscritte. Ma con un semplice gesto il fratello Knorr mise da parte tutti i fogli e disse: “No, non voglio carte. Ecco i vostri fratelli. Se avete qualcosa contro di loro, ditelo”. Questo modo di affrontare il problema, semplice, diretto e conforme alla Bibbia, sconcertò i disturbatori. Per un bel po’ rimasero impappinati, senza sapere esattamente cosa dire.

Allora il fratello Knorr disse: “Ebbene, sono rimasto seduto qui per un’ora e quello di cui vi siete effettivamente lamentati è che questa sorella (che faceva da interprete) ha sorriso per qualcosa che uno di voi ha detto in un’adunanza”. Dopo di che alcuni menzionarono punti specifici in cui ritenevano d’essere stati trascurati. I due principali lamentatori, i fratelli Santos e Carvalho, manifestarono chiaramente un cattivo spirito e furono ripresi. Naturalmente tutti i presenti ricevettero buoni, schietti consigli su come mettere da parte le divergenze personali e impegnarsi nell’opera veramente importante, quella di predicare la buona notizia.

Quel pomeriggio, a un’adunanza ad Almada, il fratello Knorr diede vigorosi consigli ai 122 fratelli presenti. Spiegò il giusto atteggiamento che tutti dovevano manifestare verso l’organizzazione di Geova. Il fratello Cooke fu nominato sorvegliante dell’unica congregazione, formata di due gruppi.

Le reazioni non tardarono. Il fratello Santos rifiutò di riconoscere la nomina e annunciò che il gruppo di studio era suo, dato che si teneva in casa sua; e se qualcuno voleva seguire l’organizzazione era libero di farlo. Chiese anche indietro il suo orologio. Quando il fratello Cooke cercò di partecipare allo studio di libro tenuto dal fratello Carvalho gli fu vietato di entrare. In breve tempo questi gruppi indipendenti cessarono di funzionare, e infine Santos e Carvalho furono disassociati.

Evidentemente Satana cercava di silurare l’organizzazione teocratica in Portogallo. Ma non ci riuscì. Dopo la visita del fratello Knorr la situazione migliorò rapidamente. Alla fine dell’anno di servizio 62 proclamatori avevano fatto rapporto; alla Commemorazione c’era stato un nuovo massimo di 207 presenti e vi erano nuovi interessati.

La situazione fu riassunta da un rapporto dell’Annuario del 1954 (inglese) con queste parole: “Per quanto riguarda i testimoni di Geova ha avuto luogo una drastica opera di purificazione nel 1952. Il rapporto nazionale di quest’anno mostra l’importanza di mantenere pura l’organizzazione del nuovo mondo, poiché c’è stato un magnifico aumento. . . . Le congregazioni non dovrebbero mai avere timore di perdere quei proclamatori che non si attengono alla Parola di Dio e non seguono gli eccellenti principi che egli continuamente ci insegna. Dobbiamo ricordare che Geova ha cura della sua organizzazione”.

IL FRATELLO COOKE È COSTRETTO A PARTIRE

Le due congregazioni del Portogallo crescevano ora per numero e maturità. In gennaio Eliseu Garrido si trasferì a Porto, dando inizio al servizio del Regno nella seconda città del Portogallo. Era comunque in serbo qualcosa di imprevisto. Le autorità rifiutarono al fratello Cooke il rinnovo del visto. Il suo servizio missionario in Portogallo era finito. Addio Portogallo! In viaggio per l’Angola! Ora egli presta fedelmente servizio nella filiale della Repubblica Sudafricana.

L’ISOLA DI MADEIRA

Stava ora iniziando l’opera del Regno sull’isola di Madeira. La parola portoghese madeira significa “legno”. Quando verso il 1420 fu scoperta, quest’isola montuosa era disabitata e coperta di fitte foreste, di qui il nome. La popolazione di circa 257.000 persone viveva in paesi e villaggi costruiti all’imboccatura di gole o sulle pendici più basse dei monti. Il fratello Freitas, un pioniere di New York, trascorse alcuni mesi su quest’isola e sembra sia stato lui a iniziarvi la predicazione della buona notizia. Il suo lavoro fu riccamente benedetto poiché subito quattro proclamatori facevano rapporto. Alla prima Commemorazione tenuta nel 1954 ci furono ben 21 presenti.

CORDEIRO DIFFONDE LA BUONA NOTIZIA

Nel frattempo, in Portogallo, António Manuel Cordeiro, il ragazzo di Trás-os-Montes, cominciò a fare il pioniere ausiliario, essendo uno dei primi nel paese. Era andato a Lisbona dove aveva trascorso il suo tempo in compagnia dei fratelli e nel servizio di campo. Per la seconda volta giunse dagli Stati Uniti sua cugina che questa volta portò con sé il figlio. António rammenta:

“Nell’estate del 1954 il figlio di mia cugina ed io decidemmo di trascorrere sei mesi in un territorio isolato per diffondervi la buona notizia. Demmo testimonianza in decine di villaggi nelle remote regioni di Bragança e Guarda, e nel villaggio di Sandim fummo arrestati perché un prete aveva sporto querela. Fummo condotti nella città di Guarda e trascorremmo la notte in una cella sotterranea. Dopo un lungo interrogatorio ci presero le impronte digitali e ci rilasciarono. Per spostarci non avevamo altro che le nostre gambe, a parte i passaggi che qualcuno ci dava ogni tanto su un carro trainato da buoi. Portavamo le cibarie in un fagotto e compravamo pane e formaggio lungo il cammino. Ogni tanto facevamo un buon pasto caldo in una pensão [pensione]”.

Al loro arrivo a Seixo de Carrazeda de Ansiães, non trovarono l’ombra di una pensão, ma, fortunatamente, una delle prime famiglie a cui António diede testimonianza offrì loro da mangiare e da dormire per tutto il tempo necessario a dare testimonianza a ogni famiglia del villaggio. Quando giunsero a sera inoltrata in un altro villaggio, scoprirono che l’unico posto dove potevano dormire era un letto di fieno vicino all’asino. Rammentando quei giorni, António dice: “Quelle condizioni non ci scoraggiavano né ci rendevano scontenti. Eravamo invece pieni di felicità per il privilegio di portare la buona notizia a quella gente”.

NUBI TEMPESTOSE ALL’ORIZZONTE

Nel novembre del 1954 arrivò dal Brasile un diplomato di Galaad, Eric Britten, insieme a sua moglie, Christine, per aver cura della filiale. Si prese l’abitudine di fare dei regolari “picnic” nei boschi vicino alla spiaggia. In seguito queste zone boscose vennero chiamate O Salão do Reino Verde (La Sala del Regno verde). Queste occasioni erano momenti di grande ristoro spirituale. Nel maggio del 1955 venne organizzato per la zona di Cova de Vapor uno speciale “picnic” di un giorno. I fratelli noleggiarono un traghetto per attraversare il fiume Tago e raggiungere la spiaggia. Si accorsero subito di avere dei visitatori non invitati. Due poliziotti in borghese li accompagnarono per tutto il giorno. Un numero mai raggiunto di 230 persone parteciparono al “picnic”.

La mattina successiva agenti della polizia segreta si presentarono a casa di alcuni fratelli a cui vennero fatte domande come: A che tipo di organizzazione appartenete? Chi sono gli oratori? Non vi sono degli stranieri fra loro? È vero che ieri avete tenuto un’adunanza sulla spiaggia? Con che frequenza fate questi picnic? Questo fu uno dei primi episodi indicanti che la polizia teneva i Testimoni sotto stretta sorveglianza.

Nel 1956 la polizia segreta, chiamata P.I.D.E. (Polícia Internacional e Defesa do Estado), comparve con maggiore frequenza alle adunanze. In luglio un amichevole vicino disse al missionario Mervyn Passlow che la polizia teneva lui e la moglie sotto sorveglianza. Poco dopo questa coppia fu espulsa dal Portogallo, nonostante la moglie fosse cittadina portoghese. A causa dell’ingerenza della polizia furono anche chiusi due luoghi di adunanza a Lisbona.

PROGRESSO A PORTO

L’opera stava ora facendo un eccellente progresso a Porto. Nel 1955 fu formata la prima congregazione. Nel 1956 fu affittata la prima Sala del Regno, e nel 1957 il fratello F. W. Franz vi pronunciò un discorso che venne udito da un gioioso uditorio di una trentina di persone. Tra coloro che cominciarono a studiare poco dopo ci furono Armando e Luiza Monteiro, una zelante coppia che avrebbe avuto una parte notevole nel promuovere gli interessi del Regno in questa storica città. Porto ricevette ora una nuova benedizione: due missionari, Domenick A. Piccone e sua moglie Elsa, che erano stati espulsi dalla Spagna. Nel 1959 il Portogallo ricevette ulteriori aiuti con l’arrivo di missionari della 33ª classe di Galaad, le coppie Roberts e Beveridge.

TESTIMONIANZA INFORMALE

Sia a Porto che in altre parti del Portogallo i fratelli riscontrarono che la testimonianza informale era un modo eccellente per aiutare altri a conoscere la verità. Per esempio, una delle prime proclamatrici del Portogallo, Alpina Mendes, stava facendo una cura termale a Caldelas. Durante il suo soggiorno in quel posto diede testimonianza a José Maria Lança, un giornalista. Nei successivi quindici giorni parlarono quotidianamente dei propositi di Dio. Nello stesso tempo Lança lesse due volte il libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Quando tornò a Lisbona fu iniziato uno studio biblico con lui, e cominciò subito a partecipare alle adunanze. Quattro mesi dopo fu battezzato e al presente è un sorvegliante viaggiante.

I parchi e i giardini di Lisbona sono un piacevole ambiente naturale in cui parlare del Paradiso restaurato. Armando Lourenço, che ora è un anziano, narra come conobbe la verità nel 1956: “In un luminoso pomeriggio ero seduto nel parco Campo Grande di Lisbona e stavo leggendo la Bibbia quando Josué Guilhermino si sedette accanto a me e mi fece la domanda che Filippo aveva fatto all’etiope: ‘Capisci effettivamente quello che leggi?’ Risposi con la stessa domanda che l’etiope aveva fatto a Filippo: ‘Realmente, come posso, se qualcuno non mi guida?”’ (Atti 8:30, 31) Il fratello Lourenço fu battezzato quattro mesi dopo, in seguito andò alla Scuola di Galaad, tornò in Portogallo e per molti anni servì come sorvegliante di circoscrizione in diverse parti del paese.

ANNUNCIATA LA VERITÀ NEL CAPO VERDE

I primi semi della verità del Regno furono portati nelle Isole del Capo Verde nel 1958. Questo gruppo di 10 isole è situato nell’Oceano Atlantico a circa 440 chilometri dalla costa occidentale dell’Africa. Un abitante delle isole che era emigrato negli Stati Uniti nel 1958 tornò per breve tempo in patria e distribuì molta letteratura, ottenendo abbonamenti alla Torre di Guardia.

Verso la fine del 1958 alcune pubblicazioni della Società finirono nelle mani di persone interessate sull’isola di São Tiago. Mentre si trovava da un amico fotografo, Luis Alves Andrade notò due opuscoli, “Questa buona notizia del regno” e “Ecco, faccio ogni cosa nuova”, e chiese di leggerli. L’uomo studiò attentamente ciascun opuscolo e verificò ogni riferimento in una vecchia Bibbia. La settimana dopo tornò dal suo amico ed ebbe la gioia di trovare un libro, “Sia Dio riconosciuto verace”. Lo accettò di buon grado e lo studiò per proprio conto da cima a fondo. Non aveva dubbi che i testimoni di Geova insegnavano la verità della Parola di Dio. Si abbonò alle due riviste che, per parecchi anni, furono l’unico mezzo con cui riceveva cibo spirituale.

TEMPO DI ESPANSIONE

L’interesse aumentava e le Sale del Regno erano strapiene. Era tempo di espansione in Portogallo. Così il fratello Piccone divenne il primo sorvegliante di circoscrizione a tempo pieno; egli visitava i gruppi isolati e le persone interessate in ogni parte del paese. Quando giunse a casa di una signora interessata di Monção, nella provincia di Minho, la più settentrionale del paese, la notizia che c’era uno straniero in città si diffuse rapidamente. Aveva appena cominciato a dare testimonianza che arrivarono i vicini. Non ebbe bisogno di allontanarsi per parlare ad altri, dato che quella casa era sempre piena di persone ansiose di udire la buona notizia.

Nell’autunno del 1959 il fratello Piccone visitò le Azzorre. Egli narra: “Visitare le Azzorre è un’avventura dato che solo due delle nove isole hanno un molo. Essendo situate in mezzo all’Atlantico, queste isole sono spesso investite dal mare in tempesta, ciò che accadde anche al nostro arrivo. Fu una bella impresa scendere dalla scaletta del piroscafo nella barca in attesa. Dovemmo attendere che un’onda portasse la barca all’esatto livello della scaletta e poi saltare, sperando che fosse il momento giusto! Non fu facile scaricare dalla nave il proiettore della Società, il bagaglio e la letteratura senza che riportassero danni. Dopo di che abili rematori ci trasportarono sulle onde, calcolando bene il momento per toccare terra affinché la barca non si capovolgesse.

“Altri ostacoli si ebbero quando si trattò di proiettare il film sull’isola di Pico. Dato che i fratelli abitavano in un villaggio dove non c’era l’elettricità, dovemmo fare circa otto chilometri a piedi per raggiungere la città più vicina e vedere cosa si poteva fare. Mentre eravamo in cammino un uomo che vendemmiava notò che ero uno straniero, così ci invitò a visitare la sua cantina e ci offrì gentilmente da bere. Durante la conversazione menzionammo la proiezione del film e con nostro stupore apprendemmo che il proprietario del locale cinematografo era suo fratello, che stava torchiando l’uva! Fu disposto di proiettare il film della Società la sera successiva. Il giorno dopo, giunti vicino alla sala, avemmo una piacevole sorpresa. Stavano sparando razzi per informare del film tutto il vicinato. Circa centocinquanta persone vennero a vederlo”.

La verità continuava a diffondersi nelle Azzorre. Nel 1960 la verità giunse a Santa Maria, un’isola ben nota a chi fa voli transoceanici. Trattenuto all’aeroporto mentre veniva riparato l’aereo, un fratello fece buon uso del tempo e diede testimonianza a un uomo che si abbonò alla Torre di Guardia e fu incoraggiato a parlare ad altri. Gli fu detto che se riusciva a ottenere un certo numero di abbonamenti alla rivista, poteva essere visitato da un rappresentante della Società che lo avrebbe aiutato a capire la Bibbia. L’uomo fece il giro dei suoi amici e ottenne diversi abbonamenti. Scrisse quindi alla Società, chiedendo che qualcuno andasse a visitarli. Il sorvegliante viaggiante fu sorpreso quando diciannove persone vennero a vedere il film della Società.

Che momenti emozionanti ci furono nel 1961! Da diversi anni i proclamatori portoghesi attendevano vivamente di toccare la punta di 1.000 predicatori del Regno. Quel memorabile avvenimento si ebbe in gennaio quando si ottenne un aumento del 30 per cento rispetto alla media dell’anno precedente!

DISTRIBUZIONE DELLA BIBBIA

Negli anni quaranta, quando non era facile acquistare Bibbie, Eliseu Garrido andava nei negozi di libri di seconda mano e acquistava molte Bibbie usate. In un’occasione ne comprò ben venticinque al prezzo di soli cinque escudos (250 lire) la copia.

Nel 1960 il fratello Manuel Almeida ebbe un’interessante esperienza con un’importante società biblica. Egli spiega: “Acquistavo per tutti i Testimoni di Lisbona un numero sempre crescente di Bibbie, ottenendo lo sconto del 20 per cento. Un giorno il direttore della società biblica mi disse di fare un’ordinazione fissa affinché sapessero quante importarne. Quando gli dissi che i Testimoni potevano distribuirne almeno 125 al mese rimase sbalordito, dato che l’ordinazione mensile totale di quella società biblica era solo di 250 copie”.

Com’era incoraggiante sapere che i testimoni di Geova distribuivano metà del numero complessivo di Bibbie ricevute da questa società biblica! Evidentemente però questi “amanti della Bibbia” si lasciarono influenzare dal fanatismo religioso, perché verso la fine del 1960 il fratello Almeida fu informato che non avrebbero più fornito ai Testimoni grandi quantità di Bibbie.

LA BUONA NOTIZIA GIUNGE A MACAO

Nel 1961 ebbe inizio l’opera del Regno a Macao, città e provincia portoghese situata sulla costa meridionale della Cina, nel delta del Fiume delle Perle o Canton. Macao si distingue per essere il più antico avamposto europeo per gli scambi commerciali con la Cina continentale, e risale al 1557. Una sorella vi si trasferì con il marito, che era nelle forze armate. Benché pochi parlassero la sua lingua, essa piantò i semi della verità del Regno. L’anno seguente la sorella tornò in Portogallo, e i pochi interessati e abbonati vennero quindi curati dalla filiale di Hong Kong.

TEMPI DIFFICILI NELL’ANGOLA

Nel 1960, per migliorare i contatti, la sorveglianza dell’opera nell’Angola passò dalla Repubblica Sudafricana al Portogallo. La polizia dell’Angola intensificò la sua vigilanza sui Testimoni. Nel febbraio del 1959 la P.I.D.E. negò al sorvegliante di zona, il fratello Arnott, il permesso di entrare nel paese. Quindi la polizia diede severi ordini, vietando le adunanze e qualsiasi contatto fra i Testimoni europei e i fratelli africani. Per cui da questo momento in poi i due gruppi tennero adunanze clandestine separate.

Nel marzo del 1961 un’ondata di terrore, violenza e devastazione si abbatté sull’Angola, proveniente dal confine congolese. Interi villaggi furono incendiati e rasi al suolo, e furono trovati corpi mutilati e irriconoscibili sia di bianchi che di negri. Uomini furono impiccati o uccisi come maiali; donne furono sventrate e bambini trucidati. Poco dopo questa esplosione di insensata violenza i testimoni di Geova cominciarono a essere accusati di atti terroristici. La Chiesa Cattolica ebbe una parte di rilievo nel diffondere queste gravi calunnie. Un periodico cattolico, A Provincia de Angola, definì sovversive le pubblicazioni dei Testimoni.

Mentre la guerra contro il terrorismo assumeva il carattere di uno scontro aperto e di vaste proporzioni, le pubblicazioni ufficiali del governo cercavano di presentare i Testimoni come istigatori del terrorismo nell’Angola. La pubblicazione Ultramar dichiarò: “Il professor Silva Cunha ammette che prima che si manifestasse il terrorismo, questa setta aveva influenzato la popolazione angolese, specialmente nelle regioni di Luanda e Moxico. Anche noi crediamo che le sue supposizioni siano fondate. . . . La Watch Tower è un movimento americano di grandi proporzioni e mezzi. Anche se gli U.S.A. non avessero nessun altro risultato, ne riceverebbero come minimo immediatamente grande prestigio. . . . Non ci vorrebbe molta fantasia per pensare che la Casa Bianca ha dato una certa protezione a questo movimento in Africa”. — Vol. 5, 1964, numero 17, pag. 54.

Non è difficile immaginare che questo modo di ragionare contorto sfociò in un violento spirito nazionalistico e di conseguenza i fratelli furono posti sotto stretta sorveglianza. In base ai severi provvedimenti adottati non più di tre africani potevano riunirsi insieme. Per cui i fratelli di Luanda riorganizzarono le loro adunanze, tenendole in gruppi più piccoli. Nonostante la grande tensione ebbero la gioia di vedere 130 presenti alla Commemorazione del marzo 1961.

LA NEUTRALITÀ RECA VANTAGGI

Quando cominciarono gli atti di terrorismo molti si chiedevano se i Testimoni ne fossero veramente i responsabili. Carlos Agostinho Cadi lavorava in una piantagione dell’Angola settentrionale, vicino al confine congolese. La vita delle persone era talmente in pericolo che il proprietario della piantagione fuggì nel Congo, lasciandola nelle mani del fratello Cadi. Il proprietario se n’era appena andato quando giunse l’esercito portoghese che radunò tutti gli operai africani. Sospettando che fossero terroristi, i portoghesi ordinarono di fucilarli tutti.

Le domande di grazia caddero su orecchi sordi. Allora Carlos Cadi mostrò ai soldati le carte in suo possesso indicanti che era un testimone di Geova e che non era immischiato in nessun modo col terrorismo. L’esecuzione fu pertanto sospesa. Quando l’ufficiale comandante arrivò ed esaminò le lettere, consegnò il fratello Cadi alla P.I.D.E. per le indagini. Così il fratello ebbe salva la vita.

UN UOMO DI FEDE

A quell’epoca si trovava a Luanda João Mancoca, un africano che aveva conosciuto le pubblicazioni della Società nel 1943. Il 25 giugno 1961, mentre conduceva lo studio Torre di Guardia a Luanda, comparve improvvisamente la polizia militare con la baionetta inastata. La polizia mandò a casa le sorelle e i bambini, dopo di che i fratelli furono sottoposti a un orribile trattamento. Lo stesso Mancoca narra:

“Non ho parole per descrivere il trattamento che ricevemmo. Il caporale che comandava i soldati disse apertamente che ci avrebbero picchiato a morte. Quando ci ebbero brutalmente percossi fino a ridurci poco più di un mucchio di carne, parve che egli avesse ragione. Steso a terra, ammanettato, ricevetti colpi così forti con un bastone di legno che poi vomitai sangue per novanta giorni. Ma quello che ora mi preoccupava era la vita dei miei compagni che erano barbaramente picchiati con bastoni di legno. Chiesi a Geova in preghiera di aver cura della loro vita, poiché erano sue pecore. Convinti che alcuni di noi sarebbero morti, durante la notte, ogni mezz’ora circa, i soldati venivano a vedere se qualcuno era morto. Sembravano molto perplessi per il fatto che eravamo sopravvissuti a quelle disumane torture, e qualcuno fu udito dire che il nostro Dio doveva essere quello vero dato che eravamo ancora vivi”.

Per cinque mesi i fratelli rimasero nella prigione di São Paulo a Luanda. Trasferiti in un grande dormitorio occupato da circa seicento uomini approfittarono delle opportunità di dare testimonianza, e in tre occasioni il fratello Mancoca pronunciò un discorso a oltre trecento compagni di prigionia. Molti che in seguito furono scarcerati accettarono la verità. Alcuni servono oggi come anziani a Luanda. Il piano delle autorità carcerarie di mettere a tacere e intimidire i servitori di Geova ebbe l’effetto contrario.

I fratelli furono quindi trasferiti nell’Angola meridionale e per altri cinque mesi rimasero nelle prigioni della Pubblica Sicurezza a Mossâmedes. Pur essendo sotto stretta sorveglianza poterono dare testimonianza informale e tenere anche un regolare studio di libro. Fu data un’altra splendida testimonianza. In breve tempo alcuni detenuti colpevoli di attività politiche illecite compresero che il Regno di Dio era la sola speranza dell’uomo. Quindi i fratelli furono trasferiti a Baía dos Tigres, e condannati al “soggiorno obbligato”, potendosi muovere solo entro i campi di lavoro governativi.

La letteratura inviata ai fratelli in un campo di lavoro fu intercettata. Adirato, l’amministratore del campo punì i fratelli mandandoli in un campo di lavoro recentemente costruito nel remoto interno, vicino a Serpa Pinto. Tre mesi dopo Sala Ramos Filemon insieme a João Mancoca e altri tre fratelli, in compagnia di altri 130 prigionieri, vennero trasportati in questo campo su carri bestiame. L’accoglienza che ricevettero faceva tristemente presagire quello che li attendeva.

Tirati giù dai carri come bestie, i fratelli furono crudelmente picchiati e sbattuti qua e là. Di nuovo le percosse furono così selvagge che pensarono d’essere prossimi alla morte. Il campo era completamente circondato di filo spinato. Vivevano quotidianamente in condizioni opprimenti: lavoro pesante, poco da mangiare e niente da mettersi addosso. I fratelli si sostenevano con pesce secco, farina gialla scadente e una fede risoluta. Non potendo più sopportare quel trattamento disumano, quattro prigionieri politici tentarono la fuga, ma furono presi e, come ammonimento, torturati a morte sotto gli occhi di tutti.

COMINCIA L’OPPOSIZIONE IN PORTOGALLO

Le prime manifestazioni di terrorismo nell’Angola nel 1961 ebbero immediate ripercussioni sull’opera in Portogallo. Essendo il paese inondato da falsa propaganda che accusava i Testimoni di incitare le masse alla ribellione, la polizia portoghese cominciò a ostacolare le loro attività di predicazione. Nella città di Evora, circa 130 chilometri a est di Lisbona, un pioniere, Horácio Arnaldo Duarte, fu convocato alla sede locale della P.I.D.E. per essere interrogato. La polizia gli fece vedere foto di soldati portoghesi smembrati, attribuendone la responsabilità ai Testimoni.

Nell’estate del 1961 Artur Canaveira, un pioniere speciale, fu seguito per molte settimane da agenti della P.I.D.E. Poi in settembre lo arrestarono. Egli narra quanto accadde: “Fui accusato di attività sovversive e di legami con il comunismo. Per tre mesi fui sottoposto a interrogatori e picchiato con violenza nel tentativo di costringermi ad ammettere che ero comunista. Quattro o cinque agenti contemporaneamente mi facevano domande a bruciapelo per confondermi. Gli interrogatori avvenivano sempre di notte quando la mia resistenza era al minimo, e con la radio accesa per coprire eventuali grida”.

In tutto questo tempo non poté comunicare con nessuno e infine fu trasferito nella prigione della P.I.DE. a Fort Caxias, un sobborgo di Lisbona. Poi il 22 gennaio 1962 fu messo in libertà.

Appena quattro giorni dopo, il 26 gennaio 1962, i fratelli Eric Britten, allora sorvegliante di filiale, Domenick Piccone ed Eric Beveridge con le rispettive mogli, tutti missionari, furono convocati alla sede della P.I.D.E. dove ricevettero l’ordine di lasciare il paese entro 30 giorni. Furono informati che la ragione per cui venivano espulsi era che parlavano ad altri della loro religione e insegnavano la neutralità. In un colloquio col fratello e la sorella Beveridge, il direttore della P.I.D.E. fece riferimento al recente episodio di un giovane portoghese che si era rifiutato di prestare servizio militare e asserì che i Testimoni erano responsabili delle sue azioni. Aggiunse che in Portogallo l’obiezione di coscienza non era tollerata.

Fu doloroso veder partire i missionari e molti piansero. Si erano veramente prodigati con tutta l’anima ed erano caramente amati per il loro zelo e il loro ottimo esempio. I Britten tornarono infine in Brasile dove prestano ancora servizio a tempo pieno nell’opera di circoscrizione. Per quanto riguarda i Piccone, era la seconda volta che venivano espulsi dal paese in cui facevano i missionari. Andarono in Marocco, ma ora si trovano nel Salvador. I Beveridge furono assegnati alla Spagna, dove prestarono servizio per diciannove anni prima di entrare a far parte della famiglia Betel di Brooklyn.

LA SCUOLA DI MINISTERO DEL REGNO

Come fu opportuno che proprio prima d’essere espulsi i missionari potessero tenere la prima classe della Scuola di Ministero del Regno! Fu un provvedimento che giunse veramente a proposito per i venti servitori di congregazione del paese, poiché li preparò per i difficili tempi che li attendevano. Siamo lieti di poter dire che la maggioranza di questi fratelli sono ancora fedeli nel servizio. I vari corsi tenuti col passare degli anni hanno provveduto preziosa istruzione, e come risultato l’opera è stata unificata e lo spirito di evangelizzazione è stato mantenuto vivo.

I PIONIERI SONO IN PRIMA LINEA

Non essendoci più i missionari, i fratelli locali accettarono la sfida di portare avanti l’opera di predicazione. Ricordando quei tempi, il sorvegliante di circoscrizione Gilberto Sequeira dice:

“Quando la Società inviò missionari in Portogallo nel 1958, compresi che anche noi dovevamo dare a Geova il meglio di noi stessi e, se solo era possibile, unirci alle file dei pionieri. Pur avendo una bambina, nel 1959 cominciai a fare il pioniere speciale e non cambierei con nessuna cosa al mondo le benedizioni che ho ricevute. La mia prima assegnazione fu la congregazione di Moscavide alla periferia di Lisbona. Cominciai studi in varie località. Molte volte davo la letteratura in cambio di uova, arance, limoni, torte, eccetera, perché i soldi scarseggiavano. Com’è bello vedere alcuni con i quali studiai servire ora come anziani nelle congregazioni che ho il privilegio di visitare! Nulla è paragonabile al servizio continuo e alla preziosa relazione che si stringe con Geova”.

Il fratello Henrique Arques fu un altro il cui cuore lo spinse in quell’epoca a entrare nelle file dei pionieri. Nel servizio continuo da oltre vent’anni, insieme alla moglie, egli fa questo commento: “Fu annunciato che ci volevano pionieri e io mi offrii di buon grado. Ho imparato a non disprezzare mai il giorno dei piccoli inizi. Ho avuto il privilegio di andare in ogni parte del paese, e ho fatto servizio anche a Madeira, nelle isole Azzorre e del Capo Verde. Ho avuto offerte di impieghi ben rimunerati ma non erano nulla in paragone con ciò che Geova offre”.

LA FILIALE DIVENTA CLANDESTINA

A causa dell’accresciuta sorveglianza della polizia si dovette riorganizzare la filiale per l’attività clandestina. Essa venne trasferita in un posto che non dava nell’occhio, una baracca dietro la casa di Antonio Matias, un sarto di Lisbona. Un missionario diplomato a Galaad, Paul Hundertmark, e sua moglie Evelyn erano stati espulsi dalla Spagna nel 1960 ed erano ora in Portogallo, dove stavano imparando il portoghese. Paul si trovò all’improvviso a doversi occupare di una filiale clandestina. E che impresa sarebbe stata!

LA PERSECUZIONE SI INTENSIFICA

Dopo l’espulsione dei missionari avvenuta nel 1962, le autorità inasprirono la campagna di persecuzione contro i testimoni di Geova. Inviarono a tutti gli uffici postali una comunicazione che vietava la circolazione della nostra letteratura biblica, definendola “perniciosa”. Sequestrarono grandi quantità di Bibbie e letteratura pubblicata dalla Watch Tower Society, e questa letteratura fu fatta a pezzi e bruciata. A migliaia di abbonati alla Torre di Guardia e a Svegliatevi! fu negato il diritto di ricevere le riviste.

In rapida successione la polizia perquisì la casa di decine di fratelli, confiscando la letteratura, e li minacciò di metterli in prigione se continuavano ad assistere alle adunanze. Uno dei primi fratelli a ricevere la visita della polizia fu Manuel Almeida, che al presente fa parte del Comitato della Filiale. Pur non avendo nessun mandato di perquisizione, la polizia confiscò tutte le pubblicazioni della Società. Prima che quell’ondata di persecuzione cessasse, non solo la casa di questo fratello era stata perquisita sette volte ma egli era stato convocato dalla P.I.D.E. un ugual numero di volte per essere sottoposto a lunghi interrogatori. Quindi la polizia cominciò a fare irruzione nelle Sale del Regno di Lisbona, e al principio del 1962 fu chiusa la prima per ordine della polizia.

PRIMO PROCESSO

Nel 1962 un gruppo di dodici fratelli fu denunciato alla polizia per avere tenuto un’adunanza. I fratelli furono chiamati alla sede della polizia per l’interrogatorio e furono minacciati di imprigionamento se continuavano a riunirsi per studiare la Bibbia. Nel gennaio del 1963 alcuni fratelli ricevettero dal comandante della Polizia di Pubblica Sicurezza di Caldas da Rainha il seguente ordine:

“Ordino a qualsiasi agente autorizzato . . . di informare con tutte le formalità legali [nome del fratello], residente a [indirizzo] nella città di Caldas da Rainha, comune di Caldas da Rainha, che: Non può continuare a svolgere le sue attività di lettura della Bibbia o di testimone di Geova o qualsiasi altra attività di carattere religioso, e, oltre a ciò, promuovere, stabilire, organizzare o dirigere associazioni di carattere internazionale come quella a cui si afferma egli appartenga”.

Il pubblico ministero accusò i fratelli di tenere adunanze religiose senza la debita autorizzazione. All’apertura del processo il 21 marzo 1963, il giudice rimase sbalordito vedendo che il pubblico gremiva l’aula del tribunale. Di solito i processi di questo genere, in cui l’accusatore era lo Stato, si concludevano in pochi minuti. Ma il giudice imparziale era così interessato a che fosse fatta giustizia che il processo durò quasi tre ore. Egli ascoltò tre testimoni della difesa e fece varie domande su soggetti biblici. La sentenza fu favorevole alla vera adorazione, e gli accusati vennero prosciolti.

ANNULLATA UN’ASSEMBLEA DI CIRCOSCRIZIONE

Nel luglio del 1963 si doveva tenere un’assemblea di circoscrizione a Faro, sulla costa meridionale del Portogallo. I fratelli affittarono un grande magazzino per proiettare un film della Società, ma qualcuno fece reclamo alla polizia. All’ultimo minuto i fratelli annullarono l’assemblea, e fu una decisione saggia. La polizia era stata informata che c’era una “riunione politica”, quindi verso mezzanotte un reparto della polizia celere circondò il magazzino. Spianarono i fucili mitragliatori e si prepararono per un’eventuale resistenza armata. Che sorpresa quando scoprirono che il magazzino era vuoto! Il sorvegliante di circoscrizione, Césario Gomes, fu in seguito sottoposto a un lungo interrogatorio. Egli narra quanto accadde:

“Tutti gli oggetti confiscati nella mia macchina furono messi sulla scrivania del capo della polizia. Quello che mi preoccupava di più era un elenco di nomi e indirizzi dei sorveglianti dell’intera circoscrizione. Ero sicuro che l’avrebbe trovato. Immediatamente pregai Geova, chiedendogli di aiutarmi a proteggere i fratelli, in armonia con i pensieri di Salmo 118:6-8. Quindi, mentre il capo della polizia esaminava gli oggetti uno per uno e ne metteva per iscritto la descrizione, misi il gomito sull’angolo della scrivania. In un momento in cui era distratto presi il pezzo di carta con i nomi. Chiesi poi il permesso di andare al bagno e gettai l’elenco nel gabinetto tirando in fretta l’acqua”.

UN MISSIONARIO NELLE ISOLE DEL CAPO VERDE

Un anno memorabile nella storia dell’opera nelle Isole del Capo Verde fu il 1962, con l’arrivo di George Amado, un diplomato di Galaad. Subito dopo arrivò un pioniere speciale, Jack Pina, che si unì al missionario nel compiere l’opera sull’isola di Brava. Nel giro di due mesi il missionario faceva rapporto di 14 studi biblici a domicilio, e subito 20 persone si riunivano per il settimanale studio biblico. Alla Commemorazione celebrata nel 1963 ci furono ben 45 presenti. Poi ci fu una svolta negli avvenimenti. I due pionieri ricevettero l’ordine di lasciare le isole. Comunque i semi della verità erano stati seminati e avevano messo radice.

AVVENTURE DI VIAGGIO

L’Assemblea “Eterna Buona Notizia” tenuta in Italia, a Milano, nel 1963 è ricordata in modo particolare per diverse ragioni. Fu il primo congresso internazionale a cui assisterono delegati portoghesi, e l’intero programma fu presentato da fratelli portoghesi nella loro lingua. Anche il viaggio di andata e ritorno di 4.000 chilometri fu indimenticabile. Per la maggioranza dei fratelli era il primo viaggio all’estero. Per fare il viaggio alcuni avevano comprato la loro prima automobile dopo aver fatto la scuola guida. Un fratello ebbe problemi con la frizione e il cambio, e ad una ad una le marce si ruppero. Fu uno spettacolo vederlo infine arrivare in città a marcia indietro, essendo quella l’unica marcia che ancora funzionava.

Il fratello Américo Campos di Almada narra ciò che accadde al loro gruppo formato di tre automobili: “A Barcellona, in Spagna, due fratelli furono derubati di tutto il denaro e dei passaporti. Nel viaggio di ritorno scoprimmo che i ladri francesi erano anche più abili dei loro colleghi spagnoli. Mentre dormivamo sodo, forzarono le serrature delle automobili e portarono via tutto. Entrarono perfino nelle tende, portandoci via denaro e souvenir. Rimanemmo materialmente a secco ma al congresso avevamo ricevuto tanto in senso spirituale che, essendo positivi, commentammo la veracità delle parole di Gesù riportate in Matteo 6:19: “Smettete d’accumularvi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sfondano e rubano”.

CONTINUA LA PERSECUZIONE ISTIGATA DAL CLERO

La pubblicità negativa sui Testimoni era sempre più frequente nei giornali. Nell’estate del 1963 fu trasmessa da Lisbona una serie di cinque programmi televisivi sui Testimoni. Un prete cattolico dirigeva le conversazioni, e si dilettava a calunniare a più non posso il popolo di Geova.

La sera del 22 agosto 1963 cinque agenti della P.S.P. (Polizia di Pubblica Sicurezza) con le pistole spianate fecero irruzione in una casa privata di Aveiro, una città della costa settentrionale, e interruppero l’adunanza. Tutti i presenti furono arrestati e condotti al posto di polizia. Alle quattro del mattino furono rilasciati i bambini. Gli altri dovettero aspettare fino alle sette e mezzo della sera seguente. Furono formalmente accusati di avere tenuto un’adunanza illegale. Fu così preparato il terreno per il secondo processo dei Testimoni in Portogallo. Furono presentate le prove che c’era stata una violazione di domicilio. Il giudice temporeggiò per quasi un mese prima di dichiarare colpevoli tutt’e dieci i Testimoni. Il fratello António Beirão e sua moglie furono ritenuti responsabili dell’adunanza e nonostante avessero due figli piccoli furono condannati a un mese di prigione.

PRIGIONIERI DANNO TESTIMONIANZA NELL’ANGOLA

Intanto, nel campo di lavoro penale dell’Angola si sentivano gli effetti del Concilio Ecumenico cattolico del 1963. Rappresentanti delle sette della cristianità chiesero all’amministratore del campo il permesso di osservare speciali giornate di preghiera interconfessionali. I prigionieri più qualificati per rappresentare ciascuna religione furono invitati a partecipare a queste sessioni di preghiera. Il fratello Mancoca, invitato a rappresentare i testimoni di Geova, rifiutò. Colse ad ogni modo l’opportunità per chiarire la posizione dei Testimoni, una posizione di non partecipazione alle adunanze interconfessionali.

I capi cosiddetti amichevoli della cristianità considerarono il fratello Mancoca molto audace e cercarono di vendicarsi. Servendosi dell’amministratore del campo fecero un tentativo per mettere a tacere il fratello. Le autorità del campo gli proibirono espressamente di fare conversazioni religiose con gli altri prigionieri o di svolgere attività religiose di qualsiasi sorta, pena la morte. Gli dissero che ‘se disubbidiva agli ordini i suoi seguaci sarebbero stati banditi e inviati nelle colonie penali delle Isole del Capo Verde’. Il fratello Mancoca scrisse una lettera all’amministratore del campo, spiegando cortesemente che non poteva ubbidire a tali ordini e che in realtà essi andavano contro la Costituzione Portoghese, che garantisce libertà di religione.

Le reazioni alla sua lettera non si fecero attendere. Separarono Mancoca da tutti gli altri prigionieri e lo tennero alla distanza di una sessantina di metri perché non potesse parlare con nessuno. Le guardie del campo intensificarono la loro vigilanza per essere certe che non praticasse la sua religione e che non leggesse la Bibbia. Malgrado queste difficoltà, Mancoca riuscì a tradurre l’opuscolo “Questa buona notizia del regno” nel dialetto umbundu.

Era evidente che i gruppi isolati di Luanda avevano bisogno di assistenza, così dietro invito della Società nel marzo del 1963 Manuel da Silva, sua moglie e i loro due figli si trasferirono nell’Angola. Poiché erano entrambi pionieri speciali, l’opera fu rapidamente organizzata e si ebbero ottimi risultati. Poi il 14 ottobre 1963, Manuel da Silva e Manuel Acácio Santos furono arrestati e messi in prigione a Luanda. Il mese seguente la P.I.D.E. arrestò Manuel Gonçalves Vieira, il fratello responsabile dell’opera a Luanda. Il capo della polizia disse: “L’opera dei testimoni di Geova è stata messa al bando in tutta l’Angola”.

Ora la polizia diede a Vieira un ultimatum: O firmare una dichiarazione promettendo di rinunciare a ogni attività in relazione coi testimoni di Geova o finire in prigione. Al suo rifiuto di lasciarsi intimidire, fu tenuto in isolamento per due mesi, malgrado il fatto che la moglie fosse incinta del terzo figlio, atteso entro poche settimane. Nel frattempo anche Manuel da Silva era stato messo in isolamento per avere predicato la buona notizia ai compagni di prigionia.

Infine, il 23 gennaio 1964, i tre fratelli furono informati che sarebbero stati deportati in Portogallo.

LE ATTIVITÀ DELLA POLIZIA

Nel frattempo, a Lisbona, il fratello Joaquim Martins, fedele Testimone dal 1939, e ora importante uomo d’affari, gestiva varie tintorie. Nel febbraio del 1964 ricevette una visita inattesa! Agenti della P.I.D.E. frugarono in tutta la sua casa e nei suoi negozi nel tentativo di trovare pubblicazioni della Società. Gli confiscarono la letteratura, inclusa una preziosa biblioteca del 1925.

In un negozio teneva una grande vasca per i battesimi segreti, e nel corso degli anni vi erano stati battezzati decine di fratelli. In seguito il fratello Martins cedette i suoi negozi e divenne pioniere. Morì fedele nel 1979.

Durante il 1964 vari numeri della rivista Svegliatevi! e lettere scritte da ogni parte del mondo portarono a conoscenza di autorevoli cittadini portoghesi quello che succedeva nel loro paese.

Nelle Azzorre il fratello Manuel Leal decise che era opportuno mettere nelle mani delle autorità locali copie di Svegliatevi!. Ne consegnò una copia al governatore distrettuale, ai funzionari di polizia, eccetera. Parecchi giorni dopo la P.S.P. lo mandò a chiamare per interrogarlo. Dopo un duro interrogatorio, la polizia gli ordinò di rivelare nome e indirizzo delle persone a cui aveva dato le riviste. Leal rifiutò, dicendo che non avrebbe dato loro informazioni a causa delle quali persone innocenti sarebbero state perseguitate. Il vicecapo cominciò a stendere il verbale dell’interrogatorio ma si trovò in imbarazzo quando dovette scrivere che la ragione per cui Leal non voleva rivelare i nomi e gli indirizzi era che la polizia avrebbe perseguitato quella gente. Non sapendo come regolarsi, strappò il foglio e uscì dalla stanza.

Il lavoro fu infine affidato a un segretario assistito dal vicecapo. Così erano in due a essere confusi. Alla fine, quando il verbale fu terminato, il fratello Leal si rifiutò di firmarlo perché svisava i fatti. Leal narra: “Quando tentai di spiegare le nostre credenze e pronunciai il nome Geova, il vicecapo gridò: ‘Non pronunci quel nome! Se lo ripete la faccio mettere in prigione!’ Risposi che dovevo pronunciare quel nome se volevo difendermi, e poi quel nome era anche nel messale, e glielo feci vedere immediatamente, con loro disappunto. Fu data un’eccellente testimonianza”.

L’OPPOSIZIONE DEL GOVERNO SI INTENSIFICA

Le autorità stavano indurendo il proprio cuore. Nell’ottobre del 1964 fu distribuito dal ministro dell’Interno un bollettino estremamente pregiudizievole che diceva:

“Bisogna capire bene che la setta dei ‘testimoni di Geova’ non è una setta religiosa, perché le loro finalità sono puramente materiali: annientamento dei governi, delle autorità e delle chiese e dei culti esistenti per preparare la strada all’insediamento della Teocrazia Universale. L’uso della Bibbia non è null’altro che un semplice mezzo di propaganda e di difesa davanti alle autorità di un movimento con ambiziose mire politiche [il corsivo è loro]”.

Facendosi forte di questo bollettino governativo, la polizia cominciò a fare irruzioni quotidiane nelle case dei fratelli in ogni parte del paese.

Al fine di chiarire la nostra posizione e con l’aiuto del Dipartimento di Stato americano, si dispose che una delegazione straniera formata di tre Testimoni parlasse con il dottor Franco Nogueira, allora ministro degli Affari Esteri. La delegazione straniera, composta dai fratelli Philip Rees, Richard Abrahamson e Domenick Piccone, si recò a Lisbona e il 25 febbraio 1965 spiegò la nostra posizione di stretta neutralità. Il dottor Nogueira promise di esaminare la situazione, poiché, disse, non c’era nessuna apparente ragione per negare la libertà di religione ai testimoni di Geova. La sola risposta, comunque, fu un costante intensificarsi degli interventi della polizia.

Malgrado i tempi difficili, l’organizzazione cresceva. Nell’aprile del 1965 fu raggiunto un nuovo massimo di 2.839 proclamatori, e vennero organizzate quattro circoscrizioni per aver cura delle molte nuove congregazioni che stavano sorgendo.

METODI POLIZIESCHI

Perché molti considerassero il Portogallo uno stato poliziesco si può facilmente capire dai vari organi preposti alla tutela della legge. C’erano la Polizia di Pubblica Sicurezza (P.S.P.); la Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.); la Polizia Militare (P.M.); la Polizia Stradale (P.V.T.); la Polizia Giudiziaria (P.J.); e la Polizia Internazionale e Difesa dello Stato (P.I.D.E.), comunemente nota come polizia segreta. I fratelli furono trattati duramente dalla G.N.R. e dalla P.I.D.E. Il pubblico in genere temeva particolarmente la P.I.D.E., che faceva assegnamento soprattutto su informatori pagati. A quanto si afferma, era organizzata secondo il modello della Gestapo nazista e si avvaleva di agenti della Gestapo della seconda guerra mondiale.

A motivo della loro neutralità alcuni giovani Testimoni furono trattati brutalmente da agenti della P.I.D.E. Luís António de Silva Canilhas, di Larajeiro (Almada), dice quanto gli accadde il 9 luglio 1965 dopo due ore di interrogatorio:

“Chiuse tutte le porte e le finestre, cominciarono a picchiarmi in ogni parte del corpo. Un colpo allo stomaco mi fece cadere a terra. Un altro mi fece venire un occhio nero. Avendo una gamba zoppicante non riuscivo a tirarmi su, per cui mi afferrarono per le orecchie e ricominciarono a picchiarmi. Questi uomini, che mi trattavano come un cane, non avevano nulla di umano”.

Anche persone anziane furono trattate in modo vergognoso. In luglio un sorvegliante di Lisbona, Manuel Vaz, settantaduenne, fu convocato alla sede della P.I.D.E. per essere interrogato. Per cinque ore fu bersagliato di domande e coperto di insulti. “La vera religione è quella cattolica”, disse al fratello Vaz un agente della P.I.D.E. “Essa ha preservato la Bibbia e segue Gesù Cristo e gli apostoli. Non sta a te, uomo ignorante, insegnare la Bibbia. Solo quelli che sono autorizzati possono farlo. Ma tu vorresti che la tua religione fosse libera, non è vero? Questo non avverrà mai, no, mai!”

Mentre si avvicinava l’estate del 1965, circa quattrocento fratelli si preparavano al lungo viaggio per assistere all’Assemblea “Parola di verità” a Basilea, in Svizzera. All’ultimo minuto la P.I.D.E. decise di ostacolare i nostri progetti. Proprio il giorno prima della partenza la polizia informò cinquanta fratelli che avevano ricevuto il permesso di fare il viaggio che l’autorizzazione era stata revocata. Con grande disappunto della polizia, un autobus di fratelli era già partito. Un’urgente telefonata al confine si dimostrò inutile. L’autobus era in Spagna da un bel pezzo!

Nel novembre del 1965, a Rossio ao Sul do Tejo, tre poliziotti si recarono nel luogo dove un gruppo di 17 fratelli erano riuniti per lo studio Torre di Guardia; interruppero l’adunanza e confiscarono tutte le Bibbie e la letteratura. Perquisirono i fratelli e li condussero al posto di polizia fra gli scherni e le calunnie di una folla di curiosi che andava assumendo le caratteristiche di una turba minacciosa.

Quella sera i fratelli furono informati che sarebbero stati messi in libertà dietro versamento di una cauzione di 2.000 escudos ciascuno (70 dollari). Solo sette di essi riuscirono a raccogliere la somma. Poi le autorità di polizia rilasciarono tutti eccetto António Manuel Cordeiro e Tiago Jesus da Silva, considerati gli organizzatori dell’adunanza. Per loro fu richiesta una cauzione di 20.000 escudos ciascuno (700 dollari), una somma esorbitante per un comune cittadino, il cui salario mensile era di appena 1.700 escudos (60 dollari). Per diversi giorni non poterono comunicare con nessuno e rimasero in prigione tre mesi finché le accuse furono lasciate cadere.

Lo stesso giorno che la polizia interruppe l’adunanza a Rossio ao Sul do Tejo, agenti della P.I.D.E. si presentarono nella Sala del Regno della città di Coimbra, dove ha sede un’università. Ascoltarono per una ventina di minuti, dopo di che sospesero l’adunanza; poi confiscarono tutte le Bibbie e la letteratura della Società. Quando il sorvegliante chiese che fossero lasciate loro le copie personali della Bibbia, la polizia rispose: “No, non possiamo permetterlo. Dobbiamo prendere le vostre Bibbie perché sono sottolineate, il che significa che a quei particolari versetti è stata data un’interpretazione diversa”!

SUPERATI IN ASTUZIA GLI OPPOSITORI

Se la polizia intensificava la sua attività, anche i fratelli diventavano più ingegnosi nel risolvere situazioni delicate. Lo illustra l’esperienza di un proclamatore diciassettenne, che racconta:

“A causa di problemi inevitabili arrivai alla Sala con quindici minuti di ritardo. Immediatamente notai qualcosa di strano: Un uomo camminava su e giù davanti alla Sala. Pensai subito che doveva trattarsi di un agente della P.I.D.E. Cominciai a camminare su e giù anch’io, ma nella direzione opposta. Ci superammo diverse volte. Poi, dopo un quarto d’ora l’uomo mi si avvicinò e sussurrò: ‘Avevo avuto l’impressione che fosse uno di loro, ma capisco che non lo è. Non farebbe la stessa cosa che faccio io, vero?’ Con tono sicuro risposi: ‘Ovviamente; mi scusi comunque per il ritardo’. Egli rispose: ‘Si figuri; ma la prego, tenga d’occhio questo posto mentre vado a mangiare un boccone. Torno subito!’ Risposi: ‛Non si preoccupi, ci penso io’. Aspettai qualche minuto e poi entrai nella Sala. Spiegai ai fratelli l’accaduto dopo di che ce ne andammo tutti in fretta!”

CRESCITA SULL’ISOLA DI MADEIRA

Anche sull’isola di Madeira i fratelli incontravano opposizione, ma l’opera progrediva. Nel 1966 un fratello di Madeira ebbe la singolare esperienza d’essere accompagnato di porta in porta da un poliziotto. Era stato arrestato mentre svolgeva il ministero di casa in casa, e in questura erano sorti dubbi che la sua missione nelle case avesse un carattere puramente biblico. La polizia decise che il modo migliore per definire la questione era di tornare nelle case che aveva visitate per appurarlo. Così il fratello vi tornò accompagnato dal poliziotto. A ciascuna porta fu controllato quello che era stato detto e fu data un’ulteriore testimonianza. Molti che la prima volta non avevano ascoltato rimasero sbalorditi vedendo un poliziotto col fratello, e stavolta prestarono molta attenzione! Dopo un po’ il poliziotto voleva smettere, ma il fratello insisté di continuare a effettuare il controllo in tutte le case che aveva visitate. Alla fine il poliziotto, piuttosto stanco, disse che avrebbe fatto senz’altro un buon rapporto sulla tenacia del nostro fratello e sulla sua capacità di spiegare il messaggio biblico!

CHIUSE LE SALE DEL REGNO

Le Sale del Regno del Portogallo erano prese di mira dalla polizia con crescente frequenza. Prezioso materiale andava perduto. Gli sforzi per legalizzare l’organizzazione non avevano dato nessun risultato tangibile. Così nel 1966 giunse il momento di fare una onesta valutazione della nostra situazione. Vari fattori indicavano che si sarebbe potuta compiere meglio l’opera del Regno se ci fossimo riuniti in piccoli gruppi in case private. Malgrado il rifiuto del governo di riconoscerci legalmente, la nostra esistenza non poteva essere negata. Il numero dei testimoni di Geova cresceva di continuo e la predicazione della buona notizia aveva successo.

Benché confidassero pienamente nella guida dello “schiavo fedele e discreto”, per molti fratelli fu un periodo duro. Alcuni si chiedevano come avrebbe fatto l’organizzazione ad andare avanti. Erano in diversi a domandarsi come una congregazione potesse funzionare bene in piccoli gruppi di studio di libro di una ventina di proclamatori. Non c’è dubbio che comportava molto più lavoro, dato che ciascun gruppo doveva svolgere l’intero programma delle cinque adunanze settimanali. Molti fratelli e sorelle avevano parti nell’Adunanza di Servizio o nella Scuola di Ministero Teocratico, o in entrambe, tutte le settimane! I loro timori, però, si dimostrarono infondati, poiché il maggior lavoro incrementò la spiritualità e la crescita.

UN PROCESSO IMPORTANTE

Nel giugno del 1966 fu celebrato davanti alla Corte Plenaria di Lisbona un processo a carico di 49 membri della congregazione di Feijó, processo che richiamò l’attenzione di tutto il Portogallo. Tutto era cominciato un anno prima quando la polizia aveva interrotto un’adunanza con una settantina di presenti tenuta in casa di Afonso Mendes e arrestato i sorveglianti, Arriaga Cardoso e José Fernandes Lourenço.

Questi fratelli erano in prigione da quattro mesi e venti giorni quando furono scarcerati dietro versamento della cauzione. Nel tempo trascorso in prigione era stata negata loro qualsiasi cosa da leggere, inclusa la Bibbia, ed erano stati sottoposti a interrogatorio per ore. Lo Stato istruì un processo contro i due sorveglianti e 47 altri membri della congregazione. Fu fissata una cauzione di 2.000 escudos (70 dollari) per ciascuno. Il governo preparò un fascicolo di 416 pagine. I Testimoni furono accusati di “crimine contro la sicurezza dello Stato”. L’accusa aggiunse: “Formano un movimento politico, proveniente da vari paesi con mire di disubbidienza, agitazione e sovversione delle masse popolari e specie dei giovani di leva”.

Quando giunse il giorno del processo erano presenti fratelli venuti da ogni parte del paese per dare appoggio morale. Anche a Porto, nel nord, fu noleggiato un autobus. La polizia non aveva mai visto uno spettacolo simile, con centinaia di Testimoni tutti diretti al tribunale.

In un servizio sull’avvenimento, O Século di Lisbona dichiarò: “Chi fosse stato ieri a Largo da Boa Hora [la piazza del palazzo di giustizia] avrebbe visto uno spettacolo sorprendente. . . . Le finestre del primo e del secondo piano nonché i corridoi, che sono numerosi, erano pieni di gente, stipata anche sotto il portico. . . . Non ci sono stati disordini. Si è calcolato che oltre duemila persone fossero presenti dentro e fuori dell’edificio. Era la prima volta che si vedeva tanta gente in quel luogo. Per la maggioranza erano simpatizzanti degli accusati e della loro religione”.

Senza perdere tempo il giudice António de Almeida Moura disse al primo imputato, Arriaga Cardoso, che le garanzie costituzionali della libertà di culto non si applicano alla religione dei testimoni di Geova. Il Diário Popular di Lisbona del 24 giugno 1966 riportò i suoi commenti: “Non c’è libertà per chi inventa una religione e fa quello che vuole nel nome di Dio o di chissà chi. Bisogna essere sottoposti agli uomini che governano la terra. . . . Lei è accusato di disubbidienza di carattere generale alle leggi della Nazione”.

Quando il fratello Cardoso fece per prendere la Bibbia, con l’intenzione di leggere Romani 13:1 dov’è indicato che dobbiamo essere sottoposti alle “autorità superiori” terrene quando le loro leggi non sono in contrasto con le leggi di Dio (Atti 5:29), il giudice, come riferì il giornale, lo interruppe rapidamente, dicendo:

“Non legga la Bibbia! Per lei ciò che conta è la Bibbia; per la corte ciò che conta è la legge. La Bibbia non regola l’attività civile. Non si appelli ad essa; ognuno la interpreta a modo suo e secondo i suoi interessi. La Bibbia non è la costituzione dello Stato. La corte non deve accettare la Bibbia come costituzione politica della Repubblica Portoghese secondo l’interpretazione di qualche americano”.

Il secondo giorno del processo la difesa presentò esaurienti prove per dimostrare che i testimoni di Geova non consigliano né incoraggiano nessuno a infrangere la legge di alcun governo. Nell’ultima udienza, quella del 7 luglio 1966, l’avvocato della difesa, il dottor Vasco de Almeida e Silva, disse senza mezzi termini che il fascicolo del governo non si basava sui fatti. Indicò in modo vigoroso che non era stata presentata la minima prova per dimostrare che i Testimoni “formano un movimento politico” e incoraggiano ‘l’agitazione e la sovversione delle masse popolari’.

Egli concluse la sua intrepida difesa invitando la corte, con un magistrale appello, a considerare rispettosamente il consiglio di Gamaliele, un maestro della legge del primo secolo. Guardò i giudici e con tono supplichevole citò le sue parole: “Non vi intromettete con questi uomini, ma lasciateli stare; (perché, se questo progetto o quest’opera è dagli uomini, sarà rovesciata; ma se è da Dio, non li potrete rovesciare); altrimenti, potete trovarvi a combattere effettivamente contro Dio”. — Atti 5:38, 39.

Il pubblico ministero non produsse un solo testimone nei tre giorni del processo, né tentò di controinterrogare gli imputati o i testimoni della difesa. Anzi, durante il processo aveva parlato una volta sola, e ora, al termine, le sue uniche parole furono: “Chiedo giustizia”.

Due giorni dopo la Corte Plenaria emise sentenze a carico di tutt’e 49 i Testimoni, e le condanne andavano da 45 giorni a cinque mesi e mezzo di prigione. Gli avvocati portoghesi definirono il processo “una buffonata”, “una burla”, un “errore giudiziario”. Immediatamente si fece ricorso alla Corte Suprema contro la sentenza, ma era più chiaro che mai che si doveva impegnare una lotta per la vera adorazione.

NECESSARIO ESSERE CAUTI

Era appena terminato il processo che si dovette partire per assistere all’Assemblea di Distretto “Figli di libertà di Dio” tenuta in Francia. Ancora una volta venne a galla l’animosità delle autorità nei confronti dei Testimoni. Questa volta la richiesta di passaporto collettivo presentata da circa centocinquanta fratelli fu respinta proprio mentre facevano i preparativi del viaggio.

Un’interessante esperienza avuta in relazione al congresso in Francia del 1966 mostra come a volte si riceve protezione in modo sorprendente. Il sorvegliante di filiale, Paul Hundertmark, aveva scritto alla filiale di Parigi spiegando i suoi piani per il viaggio in aereo. Intendeva portare alcuni importanti documenti fuori del paese. Dato che l’indirizzo della filiale era segreto usò come mittente l’indirizzo di Manuel Almeida. Poco dopo agenti della P.I.D.E. fecero irruzione nella casa di Manuel cercando inutilmente letteratura. L’ispettore di polizia minacciò Manuel che avrebbe perso il lavoro se non rivelava dov’era nascosta la letteratura. Per dare peso alla sua minaccia gli chiese l’indirizzo del suo datore di lavoro che scrisse su un pezzo di carta che aveva in mano. Durante la perquisizione l’ispettore lasciò sul tavolo il foglietto. Quando poi uscì di casa dimenticò il biglietto. Manuel lo prese immediatamente e a tergo notò uno strano messaggio che diceva semplicemente: “Corrispondenza. L. Pontes, Parigi”. Quelle parole non significavano nulla per lui.

Qualche giorno dopo il fratello Hundertmark andò a trovare Manuel che gli mostrò il foglietto. Egli capì subito cosa significava! La P.I.D.E. aveva intercettato la sua nota anonima inviata al sorvegliante della filiale di Parigi, L. Jontès (avevano sbagliato a scrivere il nome), e ovviamente erano al corrente di tutti i suoi progetti per il viaggio a Parigi. È superfluo dire che rinunciò ad andare al congresso, e ancora una volta sia il sorvegliante di filiale che i documenti riservati furono salvi.

Il giornale di Lisbona Diário da Manha, nel numero del 14 luglio 1966, pubblicò un articolo in prima pagina che mise in guardia i fratelli e insegnò loro un’utile lezione. In qualche modo una lettera riservata contenente istruzioni sul viaggio per l’assemblea di distretto in Francia era finita nelle mani delle autorità e l’intero contenuto fu pubblicato nel giornale. Ora i fratelli dovevano prestare più attenzione al consiglio di Gesù d’essere “cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Matt. 10:16) Circa quattrocentotrenta fratelli, però, riuscirono ad assistere all’assemblea di distretto. Essi ricordano ancora i primi drammi biblici, come quello di Giuseppe in Egitto col suo fermo rifiuto di farsi sedurre dalla moglie di Potifar.

Che questi drammi giungessero a proposito è dimostrato dall’esperienza di un fratello nell’Angola. Faceva il camionista in una grande piantagione ed era spesso deriso perché non mangiava le pietanze fatte di sangue e non gradiva la compagnia delle prostitute. Un giorno, dopo un pranzo speciale, diede ai lavoratori presenti un’eccellente testimonianza spiegando che le arti magiche erano contro la volontà di Dio. La cosa irritò molto uno spiritista, che, insieme ad altri operai, decise di mettere alla prova la resistenza del fratello agli allettamenti sessuali. Quella notte, mentre era fuori per svolgere un lavoro, fu pagata una prostituta perché lo seducesse. Tornato al suo alloggio rimase sbalordito trovando una donna nel suo letto. Quando le ordinò di uscire dalla stanza, dalla camera adiacente provennero delle risate fragorose. Ma il loro brutto scherzo non era riuscito.

LA VERITÀ SI DIFFONDE MALGRADO LA PERSECUZIONE

Nell’Angola, però, la prova più grande continuava a essere quella della persecuzione violenta. Nella colonia penale vicino a Serpa Pinto, il fratello Mancoca fu ripetutamente invitato a firmare un documento con cui rinnegava la sua fede. La piccola quantità di letteratura che riuscì a procurarsi fu nuovamente sequestrata, ma l’amministratore del campo gli offrì in dono due libri da leggere, libri scritti da oppositori dei Testimoni. Mancoca rammenta: “Mi diedero questi libri e mi incoraggiarono ripetutamente a seguire l’esempio di queste persone che avevano scritto contro i Testimoni. Mi fu promessa la completa libertà a patto che cooperassi con le autorità. Anche se dopo avere scontato una condanna a cinque anni dovevo essere rimesso in libertà, rifiutarono di rilasciarmi perché non cooperavo nel modo da essi desiderato”.

Di conseguenza nel 1966 Mancoca fu trasferito in un campo di lavoro isolato, São Nicolau, nel distretto di Mossâmedes. Rabbrividì quando vide chi dirigeva questo nuovo campo; altri non era che il caporale che nel 1961 lo aveva quasi ucciso di botte a Luanda, la prima volta che lo avevano arrestato. Mancoca fu informato che avrebbe imparato molto presto chi aveva ragione, se i Testimoni o lo Stato. Ricordando quei giorni, Mancoca dice: “Anche in quell’occasione, nonostante i continui interrogatori per costringermi a cambiare idea, non incrociai le braccia in attesa della libertà. Sapevo che l’inattività è sinonimo di morte. Non ero ancora morto, così avrei continuato a usare il mio alito di vita per lodare Geova”.

Mancoca cercò le occasioni di dare testimonianza informale ai prigionieri, con grande cautela. Il ministero di questo fratello fedele fu riccamente benedetto, poiché fu formato un gruppo di dodici interessati. A volte alcuni di loro, i prigionieri più fidati, venivano mandati a fare commissioni a Mossâmedes, e così riuscivano a introdurre nel campo, nascoste nelle scarpe, preziose riviste.

I fratelli svolgevano l’opera nell’Angola in mezzo alle più grandi difficoltà, sotto l’incessante sorveglianza della polizia. Nel 1967 i fratelli João Pedro Ginga e António Sequeira stavano camminando per una strada di Mossâmedes, occupati a sbrigare le loro faccende personali, quando comparvero all’improvviso dei poliziotti che li arrestarono. Vennero consegnati a un comitato amministrativo e, senza processo, condannati a due anni di lavori forzati. Entrambi questi fratelli avevano già scontato condanne a tre anni di prigione.

Grazie agli zelanti sforzi dei fratelli nel divulgare il messaggio del Regno, gruppi di prigionieri in ogni campo di lavoro penale vennero alla conoscenza della verità. I prigionieri scrivevano a Lisbona chiedendo aiuto. Citiamo in parte una lettera pervenuta da Mossâmedes: “Abbiamo chiesto a Geova di mandare un fratello qualificato per aiutarci. Siamo un discreto numero pronti per simboleggiare la nostra dedicazione. Anche se vi è grande opposizione, siamo stati largamente protetti. Con l’aiuto di un amichevole poliziotto abbiamo ricevuto un po’ di letteratura al porto. Il potere di Dio di sostenerci è davvero grande”.

UNA TATTICA DIVERSA

I nemici della pura adorazione non si stancano mai di cercare di calunniare o intrappolare i servitori di Geova. Nell’ottobre del 1966 le autorità portoghesi escogitarono un audace piano per indurre i testimoni di Geova a fare una dimostrazione in massa contro il governo. Al principio del mese diversi sorveglianti di Lisbona ricevettero la seguente comunicazione, firmata col nome di un sorvegliante locale:

“Fratello Geova,

“In seguito alla decisione delle congregazioni degli Stati Uniti di sostenere la nostra grande campagna di protesta contro il governo, si prega di fare la massima pubblicità possibile affinché tutti i testimoni di Geova si concentrino per una MANIFESTAZIONE SILENZIOSA di protesta presso il Ministero dell’Interno, Praça do Comercio [una piazza di Lisbona], il 15 del mese in corso, all’una del pomeriggio [sabato].

Per il nostro Dio Geova,

Silvério Silva”

La filiale inviò immediatamente una comunicazione, in data 12 ottobre 1966, a tutte le congregazioni di Lisbona, informandole che si trattava di una trappola.

È inutile dire che il piano di questi lupi in manto di pecore fu completamente sventato. Non un’anima si presentò per la dimostrazione. Due fratelli inviati sul posto a controllare videro reparti celeri della polizia e dei militari con tubi per l’acqua e tintura blu pronti per innaffiare qualsiasi eventuale dimostrante!

NELLE AZZORRE AUMENTANO LE DIFFICOLTÀ

Il 12 ottobre 1966, nelle Azzorre, il pioniere Manuel Leal stava parlando con un suo vicino quando un agente della P.I.D.E. lo arrestò. Durante il tragitto in automobile fino al quartier generale della polizia l’agente chiese varie volte a Manuel di dirgli il nome e l’indirizzo delle persone alle quali aveva dato testimonianza. Con grande sgomento dell’agente della polizia segreta, il pioniere rispose: “Suo padre!” Leal aveva veramente parlato più volte al padre del poliziotto. Leal narra: “Ebbene, quando feci il nome di suo padre fu così sconvolto che mi disse: ‘Non menzioni mai più il nome di mio padre!’ Per il resto del tragitto non chiese altro”.

Al commissariato gli agenti della P.I.D.E. si rivolsero a Leal, usando un linguaggio molto offensivo, e gli ordinarono di lasciare l’isola di Terceira. Come reagì il fratello? “Spiegai che vivevo su quell’isola da oltre sedici anni, che i miei figli erano nati lì e che non desideravo trasferirmi. Mi minacciarono di ottanta giorni di prigione se mi ritrovavano a predicare. Mi dissero che per rimanere sull’isola avrei dovuto trovare un cittadino locale, rispettabile, disposto a pagare la cauzione per me e ad assumersi la responsabilità della mia residenza. Dopo di che mi ordinarono di tornare a casa. Poiché mi avevano preso tutto quello che avevo, incluso il denaro, chiesi loro di darmi almeno i soldi per il viaggio di ritorno di diciannove chilometri. Il capo della polizia rifiutò, ingiungendomi di fare la strada a piedi”.

Il fratello Leal riuscì a trovare un cittadino influente disposto a pagare la cauzione e ad assumersi la responsabilità della sua residenza nonostante le minacce della polizia. Ora, con il tacito consenso della polizia, il clero cominciò a istigare i giovani dell’Azione Cattolica a molestare i Testimoni. Nel 1966 i fratelli furono più volte presi a sassate da bande scatenate. Cani rabbiosi vennero aizzati contro di loro. Alcuni Testimoni furono presi a spintoni, mentre altri vennero inseguiti con le zappe levate in atto minaccioso! In quei tempi difficili i fratelli non si fecero prendere dalla tristezza e dal pessimismo. Come reagirono? Leal racconta: “Il nostro spirito era quello espresso in II Corinti 6:10: ‘Come rattristati, ma sempre rallegrandoci, come poveri ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa’”.

LA CORTE SUPREMA EMANA LA SENTENZA

Il 22 febbraio 1967 la Corte Suprema emise la sentenza in merito al ricorso che avevamo presentato contro il verdetto emesso nel caso Feijó. Essa confermò la sentenza della Corte Plenaria che infliggeva condanne al carcere ai 49 membri della congregazione. I diritti politici furono sospesi a tutt’e 49 per un periodo di quattro anni. Dieci persone interessate, non battezzate, ricevettero condanne con il beneficio della condizionale. Le condanne al carcere andavano da un minimo di un mese e mezzo a cinque mesi e mezzo. La corte condannò anche ciascun Testimone al pagamento di una somma variabile da 1.350 escudos (47 dollari) a 5.000 escudos (175 dollari) e delle spese processuali di 1.000 escudos (35 dollari) ciascuno.

Dato che alcuni mariti non erano nella verità e preferirono pagare la somma necessaria perché le rispettive mogli non finissero in prigione, un totale di 24 Testimoni furono infine messi in prigione. Il più giovane aveva vent’anni e il più vecchio settanta. In alcuni casi sia il marito che la moglie furono messi in prigione, così che i figli si trovarono in difficoltà. Venti figli, dai quindici mesi ai sedici anni d’età, furono separati dai genitori cristiani. Altri fratelli e sorelle, però, mostrarono amore offrendosi di occuparsi di questi ragazzi. Furono offerte più case del necessario! Vennero anche inviate generose contribuzioni per il mantenimento di questi bambini. Solo dagli Stati Uniti giunse l’equivalente di 130.000 escudos (4.600 dollari). Che meravigliosa dimostrazione di premura e amorevole interesse!

Il 18 maggio 1967 i Testimoni condannati si presentarono alla Corte Plenaria per farsi mettere in prigione. Le sorelle furono destinate alla prigione di Mónicas e i fratelli a quella di Limoeiro, entrambe a venti minuti di cammino dal palazzo di giustizia. Fu uno spettacolo davvero senza precedenti. Ai fratelli fu detto di recarsi a piedi alla prigione senza scorta e di consegnarsi. Immaginate! Ecco dei “pericolosi cittadini”, mariti e mogli — condannati al carcere perché erano un pericolo per “la sicurezza dello Stato” — assolutamente liberi di andare in prigione a piedi! L’avvocato che aveva difeso i fratelli, il dottor Vasco de Almeida e Silva, salutò personalmente ognuno di loro. Fece la seguente osservazione: “Non ci sono stati né schiamazzi né grida. Non ci sono state crisi di pianto da parte delle sorelle. Hanno mantenuto una calma e una dignità ammirevoli e il loro comportamento è stato quello che mi sarei aspettato da veri Testimoni dell’Altissimo. Di una cosa si può star certi: Sarà data una grande testimonianza in quelle prigioni”. Mai parole furono più vere.

LA CONDOTTA DÀ TESTIMONIANZA

La direttrice della prigione decise di riservare un trattamento particolare ad Alda Vidal Antunes, una pioniera speciale di 55 anni. Quando la direttrice le ordinò di ricamare una tovaglia per l’altare della chiesa, la sorella Antunes spiegò gentilmente perché si rifiutava di farlo ma disse che avrebbe fatto volentieri altro lavoro. Per questo motivo fu rinchiusa in una cappella dove rimase parecchie ore; infine venne trasferita nella prigione di Tires, sotto la sorveglianza di suore cattoliche.

All’arrivo della Testimone, la madre superiora cercò di costringerla ad assistere alla messa, ma la sorella rifiutò recisamente. Allora le suore la misero in isolamento in una fredda cella di cemento dove rimase oltre un mese. La condotta cristiana della nostra sorella influì gradualmente sulle altre detenute che cominciarono a comportarsi meglio, urlando e picchiando molto meno sulle porte delle celle. Infine la madre superiora ammise riguardo ai testimoni di Geova: “Vedete, questa gente crede veramente nella Bibbia. Sembra che tutta la loro personalità sia diversa. Quando osservo persone della mia religione noto un tale contrasto”.

Mentre il fratello Afonso Costa Mendes, padre di quattro figli, era in prigione, il suo caporeparto, molto contrario ai Testimoni, colse l’occasione per farlo licenziare presentando un rapporto negativo sul suo lavoro. Il fratello Mendes aveva quasi trent’anni di servizio ed era in gioco la sua pensione, ma sapeva di dover lasciare la cosa nelle mani di Geova. Le autorità carcerarie lo misero a lavorare con il direttore del programma sociale che osservò l’eccellente condotta del fratello. Un giorno, quando la sua condanna stava per finire, il direttore lo chiamò nel suo ufficio. Che sorpresa vedere il direttore del personale della sua fabbrica il quale fu informato che il nostro fratello era un ottimo lavoratore, degno della massima fiducia da parte di qualsiasi datore di lavoro! Il direttore del programma sociale raccomandò di ridare al fratello il posto di prima, con tutti i relativi vantaggi, il che fu fatto.

LE MOLESTIE CONTINUANO

Mentre i fratelli scontavano le condanne, in tutto il Portogallo e l’Angola continuavano gli arresti. Il 28 febbraio 1967, a Luanda, nell’Angola, un gruppo di sette fratelli riuniti in una casa privata furono circondati da sette agenti della P.S.P. armati di fucili e mitra. Sequestrarono tutta la letteratura, incluse le Bibbie, e scortarono il gruppo al commissariato per un interrogatorio che durò fino alle due di notte. Il capo della polizia pose fine all’incidente dicendo che aveva un buon consiglio per il gruppo: “Il mio avvertimento è che la facciate finita con questo studio della Bibbia e che usiate più saggiamente il vostro tempo, ad esempio per sedurre le ragazze. Se proprio volete sapere qualcosa della Bibbia, andate dal prete, che sa di cosa parla”.

In questo periodo William Roberts e sua moglie, Dorothy, compivano l’opera missionaria nel Portogallo settentrionale, dov’erano dal 1959. La polizia lo scovò infine a Braga, la città più cattolica della nazione, durante una visita di circoscrizione nell’aprile del 1967. Le autorità ritirarono loro il permesso di soggiorno e poco dopo questa zelante coppia di evangelizzatori lasciò il Portogallo per andare a servire in Irlanda.

ACCOGLIENZA ALLA FRONTIERA

L’Assemblea di Distretto “Facciamo discepoli” per i fratelli portoghesi si tenne nell’estate del 1967 a Marsiglia, in Francia. Al loro ritorno in Portogallo sui nove autobus noleggiati, i fratelli ricevettero un’accoglienza inattesa da uno speciale comitato. Agenti della P.I.D.E., insieme a funzionari della dogana, confiscarono una quarantina di scatole di letteratura sui primi sei autobus giunti alla frontiera vicino a Elvas. Quando i turisti chiesero cosa c’era nelle decine di scatole ammucchiate che venivano confiscate, quasi non credettero ai loro orecchi sentendo rispondere: “Bibbie e letteratura biblica”.

Un fratello sveglio, parlando con un turista in partenza per la Spagna, osservò: “E non è tutto! Altri tre autobus stanno venendo qui e ne trasportano ancora”. Questo completo estraneo allora propose: “Farò in modo di andarmene più in fretta che posso. Forse potrò fermare gli altri autobus e dire quello che sta succedendo”. E così fece. La preziosa letteratura fu temporaneamente depositata in una stanza presa in affitto a Badajoz, in Spagna. Ci sono prove che qualcuno aveva informato le autorità della letteratura che i fratelli stavano riportando dalla Francia.

Isabel Vargas, una brava sorella di Lisbona piuttosto robusta, ci narra come, in un’altra occasione, riuscì a salvare un po’ di letteratura: “La polizia salì sul nostro autobus e ci disse di consegnare tutta la letteratura biblica che avevamo altrimenti ce l’avrebbero presa comunque. L’ammucchiarono sul sedile proprio davanti a me. In cima vi era la mia Bibbia personale, con tutte le note prese nel corso degli anni. Non seppi resistere: Quando girarono la testa, respirai profondamente e la feci rapidamente scivolare nella scollatura. Diversi altri libri la seguirono. Nessuno s’accorse che improvvisamente ero diventata più grossa!”

Severi provvedimenti furono presi contro la sorella Emília Afonso Gonçalves di Lisbona. Era nata in Spagna e aveva sposato uno spagnolo, ma suo padre era portoghese. Viveva a Lisbona da quarant’anni. Ora quest’umile vedova di cinquantadue anni fu informata che doveva lasciare il paese entro quarantott’ore. Il console spagnolo a Lisbona non poté prolungare questo breve periodo e le mostrò la comunicazione ufficiale della P.I.DE., dov’era detto esplicitamente che veniva espulsa perché apparteneva alla “setta dei testimoni di Geova”. Il 16 settembre 1967 partì per la Spagna.

MANIFESTATO CORAGGIO

Il popolo di Geova non ha nulla da temere quando è davanti alle autorità. Anziché piegarsi e tremare, manifestano l’atteggiamento menzionato in Ebrei 13:6: “Così che possiamo aver coraggio e dire: ‘Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che cosa mi può fare l’uomo?’” Questo è illustrato dall’esperienza del fratello Joaquim Freitas. Era stato cattolico e aveva un’impresa che dava lavoro a molta gente. Quando ricevette l’ingiunzione di presentarsi alla sede della P.I.D.E., fu evidente che le autorità non sapevano da che parte incominciare. Il fratello Freitas è il più indicato per raccontare quello che accadde:

“Furono estremamente gentili e mi dissero che era un peccato che avessero dovuto chiamarmi dato che il mio tempo era così prezioso. Poiché parevano imbarazzati a dire la ragione per cui volevano parlarmi, osservai: ‘Sì, il mio tempo è prezioso, come lo è il vostro. Voi signori vorrete senz’altro sapere qualcosa. Forse volete sapere se sono un testimone di Geova. Ebbene, lo sono! Volete sapere altro?’

“Questa introduzione così schietta ruppe per così dire il ghiaccio, ed essi seguitarono a dire quanto era cattiva l’organizzazione e perché dovevo lasciarla e tornare ad essere un buon cattolico. Mi fu quindi concesso di parlare. Dissi loro che avevo ricevuto un’educazione cattolica e avevo perfino un amico prete che avevo visto ubriaco. Avevo condotto una vita immorale, come tanti altri, ma da quando studiavo la Bibbia con i Testimoni avevo purificato la mia vita e ora vivevo come si addice a un marito cristiano: con una sola moglie. ‘Signori’, continuai, ‘vorrei farvi una domanda: Devo tornare cattolico o continuare ad essere testimone di Geova?’” Non occorre dire che fu subito congedato.

PROGRESSO NEL CAPO VERDE

Dall’espulsione del missionario nel 1963, l’opera nel Capo Verde era andata avanti lentamente. Ma nel 1966 giunse un visitatore speciale: Un fratello abitante negli Stati Uniti tornò nelle sue isole native, distribuì molta letteratura e diede testimonianza in merito al Regno nelle isole di São Vicente e Santo Antão.

Nell’isola di São Tiago c’era un unico interessato; l’uomo che aveva conosciuto la verità da solo nel 1958 leggendo il libro “Sia Dio riconosciuto verace”, trovato a casa di un amico fotografo. Egli era rimasto in corrispondenza con la filiale di Lisbona. Nel 1965 riunì otto persone per celebrare la Commemorazione. Scrivendo alla filiale in merito a questa felice occasione, disse:

“Mi dispiace comunicarvi che solo sei degli otto presenti hanno preso gli emblemi. Questo senza dubbio perché gli altri due sono ancora immaturi”. Era chiaro che avevano bisogno di aiuto. Che gioia fu per loro ricevere la prima visita di un sorvegliante viaggiante nel 1968! All’epoca della Commemorazione tre proclamatori fecero rapporto e un totale di 31 persone furono presenti. Questa volta nessuno prese gli emblemi.

SCAMPATI PER UN PELO

Nell’estate del 1968 si doveva tenere un’assemblea di distretto in Francia. Ciò richiese parecchi mesi di preparativi, dato che l’intero programma, drammi compresi, dovette essere tradotto, provato e registrato. La famiglia Ruas ebbe un’esperienza a questo riguardo. Celeste narra quello che accadde:

“Avevamo finalmente terminato di registrare il dramma della figlia di Iefte, e il nastro era stato lasciato a casa nostra per la successiva prova. Una mattina alle sette suonò il campanello. Quando chiedemmo: ‘Chi è?’ i visitatori dissero d’essere agenti della P.I.D.E. Dissi loro di aspettare un minuto che mi vestivo. Essendo già stati visitati diverse volte dalla polizia, avevamo poca letteratura in casa, ma ricordai subito il nastro. Lo portai frettolosamente in cucina, sollevai la parte superiore della cucina a gas e vi infilai il nastro, rimettendo tutto a posto.

“Appena entrata, la polizia si mise a perquisire la casa da cima a fondo e infine arrivò alla cucina. Stavano per finire la perquisizione quando entrò mia figlia Dina, dicendo: ‘Mamma, faccio il caffè’, e si accinse ad accendere il fornello. Che potevo fare? Se dicevo qualcosa, avrebbero scoperto e confiscato il nastro. Pensavo alle ore e ore di preparativi che sarebbero finiti in fumo. Per fortuna nostra figlia accese il fornello dalla parte opposta! Il caffè fu fatto e la polizia non trovò mai il nastro”.

Alcuni giorni più tardi poco mancò che i documenti di viaggio di 100 congressisti finissero nelle mani di agenti della P.I.D.E. Il fratello Diamantino Fernandes narra quello che accadde:

“Insieme a mia moglie e al sorvegliante di distretto ci recammo a casa del fratello Almeida per consegnare tutti i documenti e il denaro per due autobus noleggiati. Eravamo appena entrati nell’edificio di cui egli era portiere e posato le buste sul tavolo dell’ingresso quando arrivarono all’improvviso tre agenti della P.I.D.E. per perquisire l’appartamento del fratello Almeida. Due agenti andarono di sopra col fratello Almeida mentre il terzo si accinse a esaminare le buste sul tavolo. Trattenemmo il respiro e pregammo Geova di accecarlo. Senza dire una parola rimise le buste sul tavolo e salì di sopra per raggiungere i suoi colleghi. Non appena fu scomparso ci riprendemmo i preziosi documenti e ce ne andammo. Ancora una volta la protezione di Geova fu molto evidente”.

Le istruzioni che Gesù diede ai suoi discepoli in Matteo 10:17 — “Guardatevi dagli uomini; poiché vi consegneranno” — sono sagge, come si vede dalla seguente esperienza:

“Avevamo deciso di fare un ‘picnic’ con tutta la congregazione il giorno della Festa della mamma, perché sarebbe stata una buona occasione per giustificare una riunione nei boschi di Monsanto. Appostammo sentinelle nei punti strategici e i fratelli avevano con sé i cestini della colazione, vino, pallone e giradischi. Era quasi mezzogiorno. Il discorso pubblico era stato fatto e stavamo considerando gli ultimi paragrafi dello studio Torre di Guardia quando le sentinelle diedero il segnale di pericolo. Tutti passarono all’azione, e nel giro di pochi minuti i cestini erano stati aperti, veniva servito il vino, il giradischi suonava e i ragazzi giocavano a pallone nelle vicinanze. Quindi apparve un poliziotto. Valutata la situazione chiese: ‘Cosa succede qui? State tenendo un’adunanza religiosa?’ Il fratello che aveva l’incarico di parlare in queste occasioni rispose: ‘Può vedere da sé quello che sta succedendo. Stiamo facendo un picnic’. Senza dire una parola il poliziotto se ne andò.

“Come misura precauzionale fu annunciato di raccogliere tutta la letteratura e le Bibbie e di metterle in una macchina posteggiata nella strada a una certa distanza. Avevamo appena finito che il poliziotto tornò, accompagnato da 15 soldati della G.N.R. armati di fucile. Perquisirono attentamente tutti i cestini della colazione ma non poterono trovare né una pubblicazione né una Bibbia. Con un sogghigno il sergente e i suoi uomini si allontanarono a mani vuote, dicendo: ‘Per stavolta ce l’avete fatta, ma sappiamo quello che stavate facendo!’”

I TEMPI CAMBIANO

Al principio di settembre del 1968 il primo ministro Salazar ebbe un colpo apoplettico. Fu formato un nuovo governo e il professor Marcello Caetano fu nominato presidente del consiglio. Salazar morì nel 1970 senza sapere del cambiamento avvenuto. Il passaggio dei poteri fu assai più pacifico di quanto molti non si fossero aspettati.

Ai primi del 1969 notammo un netto rallentamento nelle interferenze della polizia. Quando i fratelli venivano arrestati, la polizia li trattava con molta più cortesia e gentilezza. Questo fatto fu portato all’attenzione di un fratello da un agente della P.I.D.E. che gli disse: “Non vede come la trattiamo gentilmente? La maltrattiamo in qualche modo? Non siede su una comoda sedia?” Era davvero incoraggiante notare questo trattamento più umano. Giungevano perfino notizie di poliziotti che proteggevano i fratelli, anziché maltrattarli.

Un rapporto dice quello che accadde a Lisbona quando una sera alle dieci due poliziotti suonarono il campanello in una casa dove era in corso un’adunanza. Quando la sorella rispose, essi dissero chi erano e che erano venuti perché qualcuno s’era lamentato che era in corso un’adunanza. Con discrezione la sorella rispose: “Capisco benissimo che state facendo il vostro dovere, ma mio marito mi ha severamente ordinato di non far entrare uomini sconosciuti in casa quando lui non c’è. Quindi sono sicura che capite la mia situazione. Se volete, domattina per prima cosa vengo al commissariato per rispondere a eventuali domande”. I poliziotti accettarono la proposta. La mattina dopo essa fu cordialmente salutata dai poliziotti. Ecco come si svolse la conversazione:

“Buongiorno. Com’è andata l’adunanza ieri sera?”

“Benissimo, grazie”, rispose la sorella.

“Quanti eravate?”

“Veramente non lo so, forse venticinque”.

“No, di più, 32 per essere esatti, perché li abbiamo contati quando uscivano dall’edificio”, disse il poliziotto che aggiunse: “Lo sapete che avete dei vicini piuttosto cattivi in quel palazzo. Non la smettono mai di lamentarsi per qualcosa. Ieri sera siamo venuti solo in risposta a un reclamo. Ma lo sapevamo da tempo che tenevate le adunanze. È pregata di dire ai suoi amici di fare più silenzio che sia possibile quando entrano nell’edificio, così nessuno avrà motivo di lamentarsi. Forse ogni tanto fareste bene a usare anche altre case”.

Un altro avvenimento senza precedenti ebbe luogo a Vila Nova de Gaia, una città situata di fronte a Porto, sull’altra riva del fiume. Due sorelle stavano facendo una delle ultime visite prima di pranzo e una donna accettò il libro Verità. Disse alle sorelle di attendere mentre andava a prendere i soldi, e telefonò in fretta alla polizia. Quando arrivarono i poliziotti, rimase sorpresa apprendendo che anche lei doveva andare al commissariato. Nonostante le sue proteste — stava preparando il pranzo per il marito che ben presto sarebbe arrivato — i poliziotti insisterono.

Al commissariato fu fatto un rapporto dettagliato sull’incidente mentre la donna diventava sempre più nervosa. La polizia osservò che questo era solo l’inizio, perché se la cosa finiva in tribunale avrebbe perso molto più tempo. Turbata la donna rispose: “Povera me! L’unica ragione per cui ho telefonato è stata perché il nostro prete ha detto che il modo migliore per liberarci dei testimoni di Geova era di chiamare immediatamente la polizia. Se avessi saputo a cosa andavo incontro, mi sarei ben guardata dal farlo!” Dietro suggerimento della polizia fu molto lieta di ritirare le accuse.

CONGRESSO DI PARIGI NEL 1969

Il grande avvenimento del 1969 fu l’Assemblea Internazionale “Pace in terra” tenuta a Parigi dal 5 al 10 agosto, allo stadio Colombes. Fu una gioia per tutti vedere ben 2.731 presenti alla sessione portoghese, più di tre volte il numero dei presenti che c’erano stati a Tolosa solo un anno prima. Fummo particolarmente felici d’avere rappresentanti da Madeira, dalle Azzorre, dalle Isole del Capo Verde e dalla lontana Angola. Per molti era il primo congresso.

Il sorvegliante di filiale ebbe un’interessante esperienza a questo congresso. Per ragioni di sicurezza le sessioni portoghesi erano tenute separatamente. Solo chi era munito di uno speciale permesso poteva entrare. Quando arrivò insieme al fratello Knorr, che doveva pronunciare un discorso, l’usciere di guardia, non riconoscendoli, non voleva lasciarli passare. Be’, almeno le misure di sicurezza funzionavano!

LA CHIESA SI IMMISCHIA NELLA POLITICA

Era chiaro che certe fazioni della Chiesa Cattolica non erano contente. Il 27 settembre 1970 il primo ministro Marcello Caetano, in una trasmissione radiotelevisiva diffusa in tutta la nazione, denunciò pubblicamente e vigorosamente il clero inquieto. Come riferiva il giornale O Século di Lisbona del 28 settembre 1970, egli dichiarò:

“Certe sfere della Chiesa Cattolica manifestano tendenze che non possono non turbare le autorità civili. . . . Coloro che governano non possono rimanere indifferenti al fatto che certi rappresentanti del clero approfittano della loro posizione di sacerdoti e del tradizionale rispetto che ispirano, nonché della libertà di culto e della facoltà di istruire di cui godono, per svolgere un’attività politica antisociale e antipatriottica”.

PROGETTO DI LEGGE SULLA “LIBERTÀ RELIGIOSA”

Specialmente interessante per i testimoni di Geova era l’intenzione del governo di presentare alla Camera corporativa, il 6 ottobre 1970, un progetto di legge intitolato “Libertà religiosa”. La legge avrebbe ampliato la sfera della libertà religiosa. Quali reazioni suscitò questo progetto di legge? La Chiesa Cattolica mosse forti critiche. Temendo di perdere la loro posizione privilegiata, i vescovi cattolici si espressero apertamente contro di essa.

La Chiesa Cattolica era particolarmente preoccupata per il IV Articolo del progetto di legge, che dice: “(1) Lo Stato non ha nessuna religione particolare e i suoi rapporti con le corrispondenti organizzazioni che rappresentano diversi gruppi religiosi si basano sul principio della separazione. (2) Le confessioni religiose hanno diritto a un uguale trattamento”.

I METODI TOTALITARI FANNO FATICA A SCOMPARIRE

La mentalità tipica dello stato poliziesco, però, continuava a esistere, come si vede dal seguente dispaccio “riservato” sui testimoni di Geova, firmato dal ministro dell’Interno:

“(1) Tramite la circolare n. S.I. — 981/70, Prec. 21088 della 1ª Sez/2ª Divisione del Comando G., in data 21 ottobre 1970, sono state date istruzioni circa l’illegalità della setta in questione e specialmente circa la sua propaganda.

“(2) La stampa ha recentemente pubblicato i termini di un progetto di legge sulla ‘Libertà religiosa’, che per la sua stessa natura potrebbe condurre a una diversa interpretazione del suo obiettivo, specie da parte di alcuni giovani che pretendono l’esenzione dal servizio militare.

“(3) Sulla base di quanto è detto nella Clausola 2, questi fatti sono stati presentati a Sua Eccellenza il ministro dell’Interno che ha ritenuto opportuno formulare il seguente dispaccio:

“‘Il progetto di legge sulla Libertà religiosa non modifica in alcun modo le condizioni imposte ai testimoni di Geova per ragioni di alto interesse nazionale, e si deve continuare a impedire le loro attività’”.

CONTINUA LA PERSECUZIONE NELL’ANGOLA

Intanto, nell’Angola, stava per scatenarsi una nuova ondata di persecuzione. Il 16 marzo 1970, a Nova Lisboa, sette persone interessate furono arrestate perché studiavano la Bibbia con le pubblicazioni della Società. Tutt’e sette ricevettero condanne da due a cinque anni. Una lettera scritta da uno di loro descrive com’erano trattati: “Il 10 giugno siamo stati trasferiti a Sá da Bandeira, nel distretto di Huíla. Ci siamo rimasti quattro giorni, dormendo sul tavolaccio, senza coperte e in una cella senza luce. L’unica cosa che ci hanno dato da mangiare è stata una cucchiaiata di brodo alle quattro di ciascun pomeriggio”.

C’erano buone ragioni per pensare che le autorità coloniali angolesi ritenevano fosse ora di “fermare e sopprimere” l’opera dei Testimoni. Il fratello João Mancoca era stato finalmente rilasciato nell’agosto del 1970, dopo avere scontato più di nove anni nei campi di lavoro penali; ma nell’aprile del 1971 era di nuovo in prigione, insieme a più di trenta altri fedeli Testimoni.

LA PERSECUZIONE FAVORISCE IL PROGRESSO

Nonostante la nuova offensiva scatenata contro i testimoni di Geova nell’Angola, il messaggio del Regno continuava a toccare il cuore di quelli che avevano la giusta disposizione per la vita eterna. Fra gli oltre cinque milioni di abitanti di questo vasto paese — più grande di Francia, Germania e Italia messe insieme — centinaia di persone venivano alla conoscenza della verità. Nel 1971 ci fu un massimo di 487 proclamatori, un aumento dell’88 per cento rispetto alla media dell’anno precedente, e i presenti alla Commemorazione furono 1.311.

Nel 1961, proprio quando erano cominciate le difficoltà, c’erano un migliaio di proclamatori in Portogallo; dieci anni dopo fu raggiunto un massimo senza precedenti di 9.086 proclamatori! Lo stesso anno alla celebrazione della Commemorazione assisterono 20.824 persone, un altro massimo!

I VENTI DEL CAMBIAMENTO

Il 15 giugno 1971 l’Assemblea nazionale, formata di 120 deputati, si riunì per discutere il progetto di legge sulla libertà religiosa. Giornali e riviste scrivevano ora editoriali che molti non si sarebbero mai sognati sarebbero stati fatti passare dalla censura governativa. Per esempio, nel principale settimanale di attualità del paese, Vida Mundial, del 26 marzo 1971, in un articolo intitolato “Cattolicesimo e nazionalità”, si leggeva quanto segue:

“Sono state fatte recentemente alcune affermazioni al fine di ottenere [per la Chiesa Cattolica] privilegi camuffati che non si conciliano in alcun modo con la vera situazione della Nazione portoghese per quanto riguarda la sua vita religiosa. Non siamo una Nazione cattolica. Siamo una nazione in cui la maggioranza dicono d’essere cattolici, e siamo, soprattutto, una nazione con molte razze e molte religioni. Non possiamo negarlo. . . . Per quanto sembri allettante, non è giusto che le autorità civili propendano per una certa religione . . . Se una religione è riconosciuta, tutte le religioni devono essere riconosciute in nome dei più nobili principi di libertà”.

ALCUNI DEPUTATI RICEVONO TESTIMONIANZA

Era giunto il momento di informare i legislatori della nazione in merito ai testimoni di Geova. Furono ottenuti abboccamenti con quattordici membri dell’Assemblea nazionale noti per essere favorevoli alla libertà religiosa. Per la prima volta i testimoni di Geova riuscirono a parlare con alcuni componenti del più alto organo legislativo del paese. In alcuni casi furono invitati nelle case di questi deputati, e le conversazioni furono amichevoli e durarono ore. A ciascun deputato fu consegnata una relazione di dodici pagine sulle nostre credenze insieme a varie pubblicazioni.

Il fratello Armando Monteiro di Porto ebbe modo di parlare con un deputato che era stato suo compagno alle scuole superiori, il dottor Sá Carneiro. Si era fatto la fama d’essere il massimo sostenitore delle libertà civili nel paese. Egli disse al fratello Monteiro: “Dovrete lottare molto per ottenere il riconoscimento, specie per via della guerra nell’Angola e del fatto che non vi immischiate in conflitti del genere. Ad ogni modo io sono a favore della libertà religiosa per tutti e farò ogni cosa in mio potere affinché sia emanata una legge che garantisca la libertà religiosa”. Fatto degno di nota, questo uomo divenne poi il primo ministro del paese e tale rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1980.

LA LEGGE SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA

Il 21 agosto 1971, quando venne approvata la legge 4/71 sulla libertà religiosa, segnò una tappa fondamentale nella storia delle libertà civili in Portogallo. In base a questa legge, se una religione voleva ottenere il riconoscimento legale doveva presentare una domanda ufficiale firmata da 500 membri, accompagnata da informazioni molto particolareggiate su credenze, adunanze, pubblicazioni, eccetera.

L’anno seguente, con grande sorpresa di tutti, fu emanata un’altra legge, in base alla quale ogni firma della domanda doveva essere autenticata. Nel novembre del 1972 fu presentato al ministero della Giustizia un fascicolo dello spessore di cinque centimetri. I testimoni di Geova furono così il primo gruppo religioso a chiedere il riconoscimento legale in base alla nuova legge. Da commenti di funzionari fu chiaro che non ci si doveva attendere una risposta entro breve tempo.

ANNULLATA L’ASSEMBLEA DI DISTRETTO DEL 1971

Poiché in Portogallo i congressi continuavano a essere vietati, l’annuale viaggio in Francia fu il grande avvenimento dell’anno. I tremilacinquecento fratelli che attendevano con impazienza di assistere all’Assemblea di Distretto “Nome Divino” a Tolosa furono sorpresi quando seppero, appena una settimana prima della data della partenza, che era stata annullata per la minaccia di un’epidemia di colera. Che fare? I fratelli di Lisbona scoprirono che nella stessa data si sarebbe tenuto un congresso a Londra. Freneticamente furono presi accordi con le società degli autobus per rifare i contratti. L’ultimo ostacolo fu superato quando il governo, a tempo di record, rilasciò i permessi di viaggio per i dieci autobus che erano stati noleggiati.

Al termine del lungo viaggio i fratelli rimasero sorpresi per l’estensione della città di Londra e per i giri apparentemente infiniti che dovettero fare per trovare Twickenham, il luogo del congresso. Alcuni, non riuscendo a raccapezzarsi, riuscivano solo a dire in un pessimo inglese: “Io testimone di Geova. Dove Twickenham?” La polizia inglese fu molto gentile, e alcuni fratelli furono accompagnati al luogo del congresso. Parecchi autobus si presentarono infine alla Betel a Mill Hill alle prime ore dell’alba. I fratelli non dimenticheranno mai la calorosa accoglienza che ricevettero mentre la Sala del Regno della Betel di Londra era frettolosamente trasformata in dormitorio.

FRATELLI SORDOMUTI TRATTI IN ARRESTO

Nell’ottobre del 1971 uno zelante gruppo di fratelli sordomuti teneva regolarmente le adunanze a Lisbona. La polizia si presentò all’improvviso al loro studio di libro di congregazione, ma nessuno rispose alla porta, perché non sentivano bussare. Perplessi, i poliziotti attesero la fine dell’adunanza e, mentre i fratelli uscivano dalla casa, li arrestarono. Parve strano ai poliziotti che nessuno rispondesse alle loro domande o dicesse anche una sola parola!

Mentre i fratelli con calma facevano segni e gesti per indicare che non potevano né parlare né udire, i poliziotti diventavano sempre più sospettosi. Era abbastanza comico vedere i poliziotti confusi e alcuni pensavano si trattasse di uno scherzo. Nelle vicinanze fu trovato il padrone di casa, che venne accompagnato assieme ai diciassette fratelli al posto di polizia. La polizia fece dei controlli per vedere se gli arrestati erano veramente sordomuti. Quando le autorità furono persuase lasciarono cadere le accuse.

TENDENZE OCCULTE

Per quanto possa sembrare strano, data la tendenza verso la libertà religiosa, nella primavera del 1972 cominciarono a circolare voci di un ritorno a misure repressive. Attraverso un poliziotto che si interessava della verità finì nelle nostre mani un bollettino della Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.). Era il “Bollettino n. 1441/3a. Sede Generale Repubblicana”, datato 9 marzo 1972, e intitolato “ATTIVITÀ DELLA SETTA DEI TESTIMONI DI GEOVA”. In parte esso diceva:

“Riguardo al soggetto di cui sopra, il generale e comandante in capo mi ha incaricato di informare che si devono intensificare gli sforzi per scoprire le loro attività e agire di conseguenza. È chiaro che si tratta di una setta di natura sovversiva e le leggi attualmente in vigore permettono di limitarne le attività”.

Non fu perciò una sorpresa quando il 29 marzo 1972, la sera della Commemorazione, la polizia fece irruzione in tre luoghi di adunanza a Lisbona, conducendo tutti al posto di polizia. Ma non chiesero i soldi della cauzione e rilasciarono subito tutti i fratelli. Non furono denunciati altri incidenti, segno che il grosso di questo corpo speciale della polizia non intendeva scatenare una campagna nazionale contro i testimoni di Geova.

CAPI DELLA POLIZIA VENGONO IN NOSTRO AIUTO

Molti poliziotti mostrarono un atteggiamento davvero tollerante verso i Testimoni. Due sorelle narrano questa esperienza: “Mentre svolgevamo il ministero di casa in casa, un uomo arrabbiato venne alla porta in pigiama. Ce ne andammo cortesemente e continuammo l’opera di testimonianza. Uscendo dall’edificio trovammo l’uomo in pigiama ad attenderci. Era un poliziotto e insisté che lo accompagnassimo. Gli suggerimmo di mettersi un soprabito e gli assicurammo che non saremmo scappate. Nei pochi minuti durante i quali si assentò per andare a prendere il soprabito nascondemmo la letteratura in un bidone della spazzatura nelle vicinanze.

“Entrando nel commissariato, il nostro catturatore disse con tono arrogante: ‘Ho sorpreso queste due Testimoni a predicare. Arrestatele!’ Che sorpresa ebbe quando il capo della polizia lo rimproverò, dicendogli: ‘Dovresti vergognarti, un poliziotto fuori per strada in pigiama. Va a casa e vestiti come si deve!’ Dopo di che ci congedò e noi tornammo a prendere la letteratura”.

In un’altra occasione due fratelli furono arrestati nel ministero di campo. Quando arrivarono al commissariato il poliziotto disse altezzosamente: “Ecco altri due Testimoni. Gettateli in prigione!” Il capo della polizia rispose: “Che le prende? Non voglio che mi si portino più Testimoni. Di questo passo, la prossima volta porterete qui mia madre!” Il capo della polizia lasciò andare i fratelli senza ulteriore chiasso.

DI NUOVO IN TRIBUNALE

Dato che il bollettino emesso dalla Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.) nel marzo del 1972 non era servito a sopprimere le attività dei testimoni di Geova, nel novembre del 1972 fu emanata una legge di cui la Polizia di Pubblica Sicurezza (P.S.P.) si servì per ostacolare le nostre adunanze. Seguì un’ondata di arresti contro i fratelli a Gondomar, Torres Vedras, Parede, Lisbona e Funchal a Madeira. Ne seguì una serie di processi nei quali giudici coraggiosi emisero sentenze di assoluzione a favore dei Testimoni e che costituivano un’intrepida difesa della libertà religiosa.

Il processo che si doveva celebrare a Peso da Régua, una tradizionale roccaforte del cattolicesimo situata in una provincia del nord, era vivamente atteso. Solo di recente si era cominciato a lavorare questo territorio isolato, e il processo era a carico di diciotto nuovi interessati trovati a studiare la Bibbia in una casa privata. Il fratello Agostinho Valente, il pioniere speciale che curava il gruppo, dice quanto accadde:

“In effetti, la migliore testimonianza fu quella di due donne interessate di origini molto modeste. A differenza di quanto avviene di solito non furono per nulla impressionate dall’atmosfera di austerità del tribunale. Esse spiegarono in modo così naturale, semplice e vigoroso com’erano state felici di imparare tante cose meravigliose nella Bibbia che lo stesso giudice fu visibilmente colpito”. Ed emise una sentenza favorevole.

MESSA ALLA PROVA LA FEDE DEI CRISTIANI NEUTRALI

Il fratello Fernando Silva di Porto rammenta vivamente i difficili momenti che attraversò per mantenere l’integrità quando rifiutò di fare il servizio militare per motivi di coscienza cristiana: “Fui arrestato nel dicembre del 1972 e messo in prigione dove rimasi quindici mesi. Nonostante i ripetuti sforzi per farmi cedere, inclusi i mezzi di ‘persuasione’ fisica, rimasi fermo. Fui trasferito alla prigione di Trafaria vicino a Lisbona e il mio ‘trattamento’ includeva anche le frustate. Infine mi fecero salire su un aereo e fui portato nell’Angola.

“Capii subito che mi aspettavano giorni tristi. Finii a Nova Lisboa sotto un capitano militare famoso per la sua crudeltà. Le percosse divennero un aspetto normale della mia vita e crescevano di numero e di intensità. Mi indebolivo ogni giorno di più perché spesso mi lasciavano senza mangiare. Pregavo Geova di continuo e posso dire che non mi abbandonò. Più mi picchiavano, meno lo sentivo. Soldati amichevoli mi portavano pane e frutta.

“Una sera il capitano venne nella mia cella con carta e penna. Mi disse di scrivere una lettera di addio ai miei genitori, perché sarei stato fucilato. Supplicai Geova di darmi la forza di sopportare e scrissi la lettera, convinto che sarei morto! Poi seppi che mi avevano preso in giro! Infine fui processato davanti a un tribunale militare e condannato a due anni e quattro mesi di carcere”.

Un medico appartenente a una famiglia in vista mantenne la neutralità pur non essendo ancora battezzato. Suo fratello era stato decorato al valore durante la guerra coloniale, e ci si aspettava che anche lui manifestasse lo stesso spirito patriottico. Ma avendo egli deciso di non partecipare al conflitto coloniale in Africa, scelse il momento appropriato per spiegare la sua posizione basata sulla Bibbia in occasione di una riunione di famiglia. Non potendo rassegnarsi alla decisione del figlio, la madre organizzò un incontro al quartier generale. Ma nessuno potrebbe raccontare ciò che accadde in quell’occasione meglio dello stesso José Manuel Paiva:

“Era ovvio sin dai primi momenti che mia madre era sconvolta perché ero la ‘pecora nera’ della famiglia, così chiesi se potevo spiegare le ragioni della mia decisione. Mentre l’ufficiale ascoltava attentamente, mia madre interruppe la conversazione, dicendo: ‘Sono quei testimoni di Geova. Hanno fatto il lavaggio del cervello a mio figlio. Sono fanatici!’ Sorprendentemente l’ufficiale rispose: ‘No, non credo che siano fanatici. Ho ascoltato suo figlio spiegare ciò che crede. Sa quello che fa e perché lo fa. Naturalmente, non posso essere d’accordo con lui perché sono un militare di carriera. Ma rispetto questa gente. Ho sentito altri Testimoni spiegare le ragioni per cui non partecipano alla guerra, e ho riscontrato che sanno tutti esporre la loro fede in modo intelligente. Fanatici sono quelli che vanno a Fátima [sede di un santuario cattolico in Portogallo], senza sapere perché e cosa credono’.

“Poi mi disse: ‘Lei è medico, perché allora non fa firmare da due suoi colleghi una dichiarazione giurata in cui dice di avere qualche malattia? L’archivieremo insieme alle sue carte, e sarà esentato dal servizio militare’. Lo ringraziai della sua premura ma gli dissi che non potevo fare una cosa simile, perché sarebbe stato falso. Con mia sorpresa egli guardò mia madre e disse: ‘Ha sentito? L’ho fatto apposta perché sapevo che i testimoni di Geova non dicono neppure bugie. Lei ha un figlio di grande valore. Dovrebbe esserne fiera!’” Ora questo fratello serve come anziano.

CRESCITA RAPIDA

Alla fine dell’anno di servizio 1972 l’organizzazione teocratica progrediva con vigore. Ci furono sei massimi consecutivi nel numero dei proclamatori e per il terzo anno di seguito ci furono più di mille battezzati. Si tenevano oltre diecimila studi biblici, e un totale di 23.092 persone assisterono alla Commemorazione. A Lisbona c’era ora una proporzione di un Testimone ogni 226 abitanti, per cui la filiale incoraggiò i fratelli a trasferirsi in luoghi dove il bisogno era più grande.

C’erano anche grandi città bisognose d’aiuto. Una di queste era Setúbal, con una popolazione di sessantamila abitanti e situata appena quaranta chilometri a sud di Lisbona. Nel 1968 la congregazione aveva solo 27 proclamatori. La filiale vi assegnò cinque pionieri speciali, e nel 1972 la congregazione era cresciuta raggiungendo un massimo di 140 proclamatori con 375 presenti alla Commemorazione. Oggi a Setúbal ci sono tre congregazioni.

CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL 1973

Mentre l’espansione continuava, all’Esposizione Universale di Bruxelles si tenne l’Assemblea “Vittoria Divina” e alle sessioni portoghesi ci furono 8.150 presenti, una cifra senza precedenti. Vi erano altre migliaia di fratelli spagnoli e belgi, e il totale complessivo dei presenti superò i cinquantamila, un massimo. È sorprendente che tanti congressisti portoghesi potessero assistere, perché la maggioranza era sprovvista di passaporto e il governo non glielo voleva rilasciare. Venne rilasciato uno speciale “passaporto collettivo” ai Testimoni i quali promisero che il loro gruppo formato di venticinque viaggiatori sarebbe tornato in Portogallo. Per il trasporto furono prenotati quattro treni speciali su ognuno dei quali viaggiarono 1.000 congressisti, oltre a sei aerei charter e decine di autobus. Per questi fratelli portoghesi di luoghi così lontani come Mozambico, Angola, Capo Verde, Madeira e Azzorre, la possibilità di ritrovarsi nuovamente insieme fu un’occasione per rafforzare la fede.

L’amore parla ed è compreso in tutte le lingue. Questo fatto fu dimostrato ancora una volta con le disposizioni prese al congresso di Bruxelles per alloggiare i congressisti. Immaginate, una congregazione di Bruxelles con cinquanta proclamatori trovò alloggio per 350 fratelli! Molti furono lieti di offrire il proprio letto ai fratelli venuti da fuori. Alcuni sistemarono in casa propria fino a 25 persone. Un fratello che doveva ospitare quindici congressisti volle fare di più. Così prenotò tutte le stanze di un piccolo albergo vicino al luogo del congresso per l’intero periodo dell’assemblea e disse al fratello responsabile del reparto alloggi: “Puoi assegnare queste stanze a chi ne ha veramente bisogno”.

Il momento del commiato alla stazione ferroviaria offrì uno spettacolo indimenticabile. In quella memorabile occasione ci furono baci e abbracci, vennero offerti fiori e ricordini. Un poliziotto fu così commosso da questa manifestazione di amore cristiano che decise di offrire anch’egli un dono!

Che effetto produsse questo congresso sui nostri fratelli! La scorta della polizia che guidava un convoglio di fratelli attraverso la città spinse un fratello a fare questo commento: “Che differenza! Qui la polizia è davanti a noi, e ci guida. In Portogallo è sempre dietro, e ci insegue”.

Le ultime parole del fratello Knorr all’assemblea portoghese furono: “Continuate a servire Geova fedelmente. Non si sa mai quello che Geova permetterà. Chissà, forse assisterete al vostro prossimo congresso internazionale in Portogallo!”

IL COLPO DI STATO

Fu tra le file stesse dei militari che venne progettata una rapida rivoluzione, messa in atto il 25 aprile 1974. A seguito della lunga guerra coloniale in Africa, serpeggiava il malcontento. Non si poteva prevedere nessuna vittoria militare nell’Angola, nel Mozambico o nella Guinea-Bissau. Data la rigida politica del governo nei confronti delle colonie, gli stessi militari decisero che era ora di far finire la guerra.

La popolazione in generale diede pieno appoggio alla rivoluzione quasi incruenta. Fu una cosa sbalorditiva vedere potenti istituzioni che avevano tenuto il paese in una stretta d’acciaio crollare in una notte. Centinaia di agenti della P.I.D.E. furono arrestati. La situazione si era capovolta ed era uno spettacolo vedere i militari che portavano via gli agenti della P.I.D.E. sotto la minaccia delle armi!

PERIODO DI TRANSIZIONE

Il nuovo regime proclamò subito la libertà di parola e il ripristino delle libertà civili. Poco dopo il ministero della Giustizia informò il nostro legale che tutti i processi pendenti a carico dei testimoni di Geova erano stati annullati.

Apprendemmo inoltre che il precedente governo aveva insabbiato la nostra richiesta di riconoscimento legale. Ora avevamo contatti settimanali con le autorità, che erano desiderose di vedere stabilita legalmente la nostra opera.

L’ULTIMO CONGRESSO TENUTO ALL’ESTERO

Nell’estate del 1974 un totale di 12.102 congressisti portoghesi assisterono all’Assemblea di Distretto “Proposito Divino” tenuta a Tolosa, in Francia. Nella storia di questa nazione non s’era mai visto un impiego così massiccio dei mezzi di trasporto per un congresso all’estero. Un ispettore delle ferrovie osservò i fratelli che pulivano un vagone e disse: “Lavoro da venticinque anni nelle ferrovie ma non ho mai visto niente di simile. È piuttosto insolito. Siete diversi da tutta l’altra gente che viaggia su questi treni”.

Fu il gran finale per quello che era diventato un annuale soggiorno all’estero. I fratelli fecero ogni sacrificio per assistere all’assemblea di distretto e ascoltarono con profonda attenzione dalle iniziali parole di benvenuto all’ultima parola della preghiera. Gli sforzi di tutti coloro che ci hanno ospitati nel corso degli anni saranno sempre ricordati con viva gratitudine.

UN’OCCASIONE STORICA

Il 18 dicembre 1974 i testimoni di Geova ottennero il riconoscimento legale. Solo tre giorni dopo furono tenute due indimenticabili adunanze con la partecipazione dei fratelli N. H. Knorr e F. W. Franz, una a Porto con 7.586 presenti e l’altra a Lisbona con 39.284 presenti.

Il significato dell’avvenimento fu riassunto dal giornale di Lisbona O Diário Popular del 26 dicembre 1974: “Fino al 25 aprile essere testimone di Geova era pericoloso e considerato perfino sovversivo. Ma i tempi sono cambiati. Ora in Portogallo non solo è possibile essere Testimoni ma ci si può anche riunire pubblicamente. È accaduto a Lisbona, allo stadio Tapadinha, dove migliaia di persone si sono riunite liberamente. . . . Dagli altoparlanti echeggiava il tema della pace sotto l’impareggiabile ‘governo di Dio’. E tutto questo è avvenuto in uno stadio per il gioco del calcio dove abbiamo assistito a raduni molto meno edificanti”.

PROVVEDUTO IL CIBO SPIRITUALE

Negli anni del bando, Geova, per mezzo della sua organizzazione, ci aveva provveduto il cibo spirituale. Molte filiali ci spedivano regolarmente pacchetti di letteratura, ma col passare degli anni il numero di quelli confiscati era aumentato sempre più. Nel corso degli anni preziose quantità di pubblicazioni ci sono state portate dai fratelli che venivano a fare le vacanze in Portogallo. Siamo grati dello spirito coraggioso manifestato da questi fratelli e ringraziamo tutti coloro che così di buon grado hanno partecipato a questa attività. — II Tim. 1:7.

DEPOSITI DI LETTERATURA DURANTE IL BANDO

Mentre l’organizzazione cresceva ci occorrevano posti da cui lavorare, e avevamo trovato luoghi adatti in diverse città. Uno di questi fu soprannominato “il buco”. Poiché la luce naturale non ci arrivava si era dovuto fare un buco nel muro per la ventilazione. Un fratello lavorò fedelmente in questo luogo per otto anni. Egli rammenta: “Ho sempre provato una particolare avversione per i topi e le zanzare. Purtroppo, nel ‘buco’ abbondavano entrambi. Dapprima dovevo saltare sopra i topi quando entravo nel ‘buco’ ed essi correvano a nascondersi. Quando si furono abituati alla mia presenza mi passavano accanto lentamente mentre lavoravo. Era strano, ma in quelle speciali circostanze riuscii a sopportarli”.

Servendoci dei fratelli che lavoravano presso ditte commerciali, fummo in grado di importare una speciale edizione della Torre di Guardia, e ovviamente i funzionari della dogana non ‘vedevano’ quello che autorizzavano. La cosa riuscì per alcuni anni, finché le nostre necessità non divennero troppo grandi. Anche durante la crisi della carta al principio degli anni settanta Geova fece in modo che tonnellate di carta finissero nelle nostre mani.

Nel corso degli anni alcuni fedeli anziani hanno lavorato strenuamente per lunghe ore, dopo un’intera giornata di lavoro secolare, per fare in modo che le pubblicazioni indispensabili fossero pronte in tempo. Le registrazioni mostrano che oltre un milione quattrocentomila libri sono stati stampati attraverso tipografie commerciali, oltre a milioni di opuscoli, riviste e volantini. La protezione e la benedizione di Geova erano molto evidenti.

Ma dato che ora l’opera era legalmente riconosciuta, avremmo potuto importare la letteratura dalla sede centrale. Che emozione ricevere nel 1975 il primo container di quattordici tonnellate che ci portava la nuova pubblicazione di 416 pagine Il millenario regno di Dio si è avvicinato!

PREPARATIVI IN VISTA DELL’ESPANSIONE

Avendo libertà di adorazione, facemmo i passi per rendere efficiente l’organizzazione a ogni livello. A Estoril, un sobborgo di Lisbona, trovammo dei locali che potevamo usare come filiale. Il proprietario di un moderno edificio di due piani esitava ad affittarlo ai Testimoni. Ogni dubbio fu dissipato dopo che ebbe consultato il suo avvocato, il quale gli disse: “Non potrebbe avere inquilini migliori. I testimoni di Geova avranno cura dei locali come se fossero di loro proprietà”. Nel 1976 acquistammo questo edificio e nel 1977 lo ampliammo, per avere spazio per la letteratura nonché per una piccola tipografia offset.

Un nuovo privilegio che i fratelli accettarono con gioia fu quello di organizzare da soli le assemblee di circoscrizione e di distretto. Non era un’impresa da poco poiché le circoscrizioni non possedevano materiale di alcun genere, neppure una pentola o un tegame. La filiale organizzò una serie di adunanze per garantire la standardizzazione di tutto il materiale fabbricato per le 12 circoscrizioni. In seguito il materiale per la mensa e per l’impianto acustico delle varie circoscrizioni veniva raggruppato e usato per le assemblee di distretto. Tutto questo materiale fu pronto e se ne fece buon uso nell’estate del 1975 quando vennero tenute le prime tre assemblee di distretto in Portogallo con un numero complessivo di 34.529 presenti al discorso pubblico.

SI RIAPRONO LE SALE DEL REGNO

Nel gennaio del 1975 la filiale informò le congregazioni che potevano aprire Sale del Regno. Fu con grande gioia che colsero questa occasione e prima della fine dell’anno erano state aperte più di cento sale. Dato l’alto costo degli immobili, l’unica soluzione era di prendere le sale in affitto. In molti casi, la Sala del Regno è uno dei migliori locali della comunità. È veramente lodevole notare che, in parecchi casi, la Sala del Regno ha la moquette, le tende e altre cose che i fratelli non potrebbero permettersi neppure nella propria casa! Per risolvere il problema degli affitti esorbitanti — in alcuni casi supera le 900.000 lire mensili — nella maggioranza delle città quattro o cinque congregazioni usano la stessa sala.

TIMOR

Timor è un’isola delle Indie Orientali, situata a nord dell’Australia. La parte orientale dell’isola divenne un territorio portoghese al principio del XVI secolo. Nel 1975 gli abitanti di Timor chiesero l’indipendenza. Verso quell’epoca la sede centrale della Società chiese alla filiale portoghese di cercare una coppia di pionieri speciali esperti da mandare a Dili, la capitale di Timor, per coltivare l’interesse destatovi da un fratello australiano di passaggio.

Il fratello Gabriel Santos e sua moglie accettarono di buon grado questa assegnazione missionaria. Arrivarono a Dili nell’aprile del 1975, ma il loro ministero in quel luogo fu di breve durata. Ai primi di agosto di quell’anno scoppiò la guerra civile fra i due partiti politici rivali. Il fratello Santos narra gli avvenimenti:

“Solo due giorni prima che cominciassero gli scontri avevo comprato una provvista di viveri per due settimane, senza rendermi conto che ben presto saremmo stati prigionieri nel nostro appartamento. Quando le pallottole cominciarono a investire l’edificio dove abitavamo, comprendemmo che preoccupandoci non avremmo migliorato la situazione e così pregammo Geova, mettendo la nostra vita nelle sue mani. Dopo quasi due settimane, quando i viveri stavano per finire, ci trovammo soli nell’edificio, perché le altre sette famiglie si erano rifugiate nel campo profughi. Proprio quando ci stavamo chiedendo cosa fare, il capitano di una nave bussò alla nostra porta. Avevamo studiato la Bibbia con sua moglie e ora lui aveva sfidato il fuoco intenso per venire a prenderci. Mentre uscivamo per andare al campo profughi, per qualche ragione gli spari cessarono: era la prima volta in due settimane. Per quanto possa sembrare strano, non appena entrammo nel campo la sparatoria ricominciò. Stemmo tre giorni in quel campo dopo di che quel capitano ci condusse su una nave norvegese che ci portò, insieme ad altri 1.157 profughi, fino a Darwin, in Australia. Avendo sentito la protezione di Geova, siamo più desiderosi che mai di continuare a servirlo fedelmente”.

Questi pionieri distribuirono 567 libri in soli tre mesi, e alcuni di coloro che avevano cominciato ad assistere alle adunanze a Dili furono infine battezzati dopo il loro ritorno in Portogallo. Ora questo territorio è amministrato dall’Indonesia, e resta da vedere quali saranno i futuri sviluppi.

INDICE DI COSE PIÙ GRANDI AVVENIRE

Alla fine dell’anno di servizio 1975 fu interessante dare uno sguardo retrospettivo e vedere quante cose notevoli erano successe in un anno soltanto, da che avevamo la libertà religiosa. C’erano stati massimi nel numero dei proclamatori per nove mesi consecutivi e si era raggiunta la cifra di 16.183 proclamatori. Questo rappresentava un aumento del 23 per cento rispetto alla media dell’anno precedente. Il numero complessivo dei battezzati fu di 3.925 e i presenti alla Commemorazione salirono a 41.416! Tutto lasciava presagire un’espansione anche maggiore.

CON LA LIBERTÀ SOPRAGGIUNGONO NUOVE PROVE

La rivoluzione del 1974 portò grandi cambiamenti nella società portoghese. Seguì un periodo di agitazione durante il quale forze radicali causavano subbuglio in mezzo alla popolazione. Furono organizzate “cellule di quartiere” insieme a “comitati di fabbrica” che spesso licenziavano il personale con procedure irregolari. Per le strade comparvero manifesti e grandi dipinti murali di Stalin, Lenin, Marx e Mao. Con la vendita dei giornali comunisti la falce e il martello divennero uno spettacolo comune.

Per colmo dell’ironia, i metodi oppressivi impiegati dallo spodestato regime di destra, che tante critiche avevano suscitato, divennero ora lo strumento del potere di sinistra. Lo si può vedere dall’esperienza narrata da Olegário Virginio: “Il governo invitò tutti a lavorare una certa domenica come dimostrazione volontaria di appoggio collettivo. Tutti i cittadini furono invitati ad andare nei campi, nelle fabbriche, negli uffici per ‘una giornata festiva di lavoro in omaggio alla vittoria delle forze armate’. Decisi di non offrirmi volontario, per cui quella stessa domenica ricevetti una telefonata intimidatoria, con cui venivo informato che se non mi presentavo sarei andato incontro a serie difficoltà. Quando il giorno dopo andai al lavoro vidi un’effigie appesa a un grosso albero all’ingresso della fabbrica con la scritta ‘impiccate i Geova’.

“Fu quindi indetta una sessione plenaria di tutti i dipendenti. Ne erano presenti circa 400 quando fui convocato, e la corte era formata dai 17 membri del comitato al completo. Non appena cominciai a difendere la mia neutralità in relazione alla causa rivoluzionaria fui interrotto dai membri comunisti che criticarono le mie credenze religiose. Accusarono i testimoni di Geova d’essere assassini per via del rifiuto delle trasfusioni di sangue e di non avere spirito patriottico; chiesero che fossi licenziato. Altri membri però non erano d’accordo con loro. Uno prese la parola e disse che la riunione non era stata convocata per giudicare le convinzioni religiose di un individuo, ma per prendere in esame i suoi meriti come dipendente. Fu presentato un rapporto favorevole sul mio stato di servizio, e al termine della sessione fui informato che per la mia condotta esemplare mi conservavano il posto. Degno di nota è che colui che aveva messo l’effigie in seguito si suicidò”.

UNA PROVA D’ALTRO GENERE

In questo periodo si cominciò a rendere omaggio a esponenti della rivoluzione morti, come Salvador Allende, osservando cinque minuti di silenzio. In una di queste occasioni — si rendeva omaggio alla morte di un soldato portoghese — ecco cosa accadde a Mário Neto:

“I miei colleghi comunisti approfittarono del fatto che non avevo partecipato a questa cerimonia per accusarmi. Il giorno della sessione plenaria 250 dipendenti si riunirono nella sala. Al lungo tavolo sedevano nove giudici, che rappresentavano varie sezioni del personale amministrativo. Posi le seguenti condizioni alla mia difesa, condizioni che furono accettate: (1) non sarei stato interrotto mentre parlavo; (2) chiunque avrebbe potuto fare domande al termine della mia difesa; (3) mi avrebbero permesso di usare la Bibbia.

“Dato che l’accusa riguardava il rispetto per i morti, spiegai quello che dice la Bibbia sulla condizione dei morti. Additai la speranza del Regno come unica soluzione dei problemi dell’inquieta e sfruttata umanità. Questa riunione durò tre ore e lo considero il più importante discorso pubblico che abbia avuto il privilegio di pronunciare. Dopo la sessione fui avvicinato da colleghi d’ufficio che fecero commenti favorevoli. Per esempio un comunista disse: ‘Ho sempre avuto paura della morte e specialmente di quello che i morti possono farmi. Quello che hai spiegato è ragionevole e ti ringrazio vivamente’. Una cattolica mi disse: ‘Congratulazioni. Sentivo d’essere alla presenza di un vero cristiano, di un moderno San Paolo. Hai sostenuto brillantemente la tua posizione. È stato un privilegio sentirti parlare’. La decisione unanime, annunciata una settimana più tardi, fu di tenermi al mio posto di impiegato”.

SI APRE UNA GRANDE PORTA

L’opera procedeva ora a passi da gigante. Nei tre anni che vanno dal 1975 al 1977 fu formata in media una congregazione ogni settimana! Considerate queste cifre: Nel biennio 1976-1977 furono distribuite oltre centodiecimila Bibbie, ciò che fece dei testimoni di Geova i massimi diffusori della Bibbia in Portogallo! Nello stesso periodo la filiale spedì alle congregazioni oltre un milione di libri! Nel 1977 ci fu un massimo di 20.335 proclamatori e i presenti alla Commemorazione furono 47.787, cifra mai raggiunta prima.

In quel periodo venne organizzata una estesa campagna per portare la buona notizia in tutto il territorio non assegnato. Decine di pionieri speciali temporanei si riunirono in gruppi e partirono in macchina. In alcuni casi furono chiesti telefonicamente alla filiale altri 1.000 libri, da inviare per espresso! Non era raro che gruppi di quattro pionieri che viaggiavano insieme in una macchina distribuissero oltre duemila libri in un mese. Fu data così una poderosa testimonianza!

PIONIERI NELLA GUINEA-BISSAU

La Guinea-Bissau è situata sulla costa occidentale dell’Africa, tra il Senegal e la Guinea, e ha una popolazione di cinquecentotrentamila abitanti. È una delle nuove repubbliche africane, che dichiarò l’indipendenza unilateralmente nel 1973 e l’ottenne in senso completo dopo la rivoluzione in Portogallo del 1974. Gli abitanti sono in gran parte di fede musulmana.

Nel corso degli anni diversi proclamatori hanno visitato questo paese, facendo il possibile per piantare i semi della verità del Regno. Ma l’attività organizzata ebbe inizio nell’aprile del 1976 con l’invio di due pionieri speciali dal Portogallo. Nei successivi quattordici mesi essi compirono un’opera davvero straordinaria, come narra Manuel Silvestre: “La gente è sensibile alla verità e fra il mio compagno ed io conduciamo complessivamente 67 studi biblici”.

Essi progettarono di predicare nelle città isolate durante la visita del sorvegliante di circoscrizione nel maggio del 1977. Il rapporto del fratello Rodrigo Guerreiro indica i risultati: “Si poteva noleggiare un’auto solo per breve tempo, così vi caricammo più letteratura che potemmo. I due pionieri speciali, mia moglie ed io partimmo, diretti a Mansôa, Bafatá e Nova Lamego. Riscontrammo che era normale lasciare cinque o sei libri alla stessa persona. In due giorni e mezzo soltanto distribuimmo un totale di 774 libri e Bibbie”.

Fu disposto di mandare altri predicatori della buona notizia, ma la Chiesa Cattolica non gradiva la presenza dei pionieri. Un giorno un prete disse al fratello Manuel Silvestre con tono beffardo: “Vi abbiamo reso la vita difficile in Portogallo perché non combattevate in Africa, perciò è meglio che vi prepariate all’opposizione anche qui!”

Poco dopo i due pionieri speciali ricevettero l’avviso di lasciare il paese entro quarantott’ore col pretesto che le loro “attività compromettevano la sicurezza interna dello Stato”. Nel settembre del 1977 avemmo un colloquio con l’ambasciatore a Lisbona e chiedemmo cosa avessero fatto i pionieri espulsi per compromettere la sicurezza interna dello Stato, ma egli non diede nessuna spiegazione.

Il tempo dirà cosa ha in serbo Geova per questo paese, ma nel periodo in cui i pionieri speciali vi hanno fatto servizio, hanno dato personalmente testimonianza a molti ministri del governo e anche al presidente.

PROGRESSO NEL CAPO VERDE

Nel 1968 c’erano tre proclamatori nel Capo Verde. Nel 1974, l’anno in cui le colonie portoghesi divennero indipendenti, ci fu un massimo di 14 proclamatori. L’arcipelago era nella morsa del settimo anno consecutivo di siccità. Per contrasto si profilavano all’orizzonte grandi benedizioni spirituali.

Quattro pionieri speciali del Portogallo furono assegnati a due diverse isole. Fecero un magnifico lavoro, e alla fine dell’anno di servizio del 1976 ci fu un massimo di 60 proclamatori, vale a dire un aumento del 130 per cento rispetto all’anno prima. Quell’anno furono distribuiti più di tremila libri e Bibbie da uno zelante gruppo, che ora comprendeva dieci pionieri. Alla Commemorazione assisterono 130 persone, una cifra senza precedenti.

Un avvenimento veramente degno di nota fu la prima assemblea di distretto completa tenuta nel 1977 a Praia, la capitale. Per il congresso di quattro giorni i fratelli presero in affitto il cinema principale e rappresentarono tre drammi biblici completi. Un totale di 284 persone assisterono al discorso pubblico.

Nel gennaio del 1978 ci fu un avvenimento imprevisto quando i quattro pionieri speciali portoghesi furono espulsi come persone non grate. Questo provvedimento non fece altro che incitare i fratelli a maggiore attività. Nel 1982 abbiamo avuto un totale di 21 pionieri nel Capo Verde e un massimo di 147 proclamatori. I presenti alla Commemorazione nel 1982 sono stati 470. Ora la predicazione del Regno viene svolta in cinque isole. Si può davvero prevedere una mietitura più grande in questo territorio.

LA BUONA NOTIZIA SI DIFFONDE NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE

La storia recente di queste isole è contrassegnata da una costante emigrazione. Nello stesso tempo le persone mansuete che continuano ad affluire sono state radunate in unità, “come un gregge in un recinto”, nelle congregazioni del popolo di Geova. La voce di questi predicatori del Regno si fa ora sentire in ogni isola. — Mic. 2:12.

Considerate questo esempio: La congregazione di Santa Cruz das Flores fu formata nel 1975. Il fratello José Lima tornò nella sua isola nativa dagli Stati Uniti con l’obiettivo di portare la buona notizia ai suoi parenti e compaesani. Quando il sorvegliante di circoscrizione li visitò, fu offerta per il discorso pubblico una lussuosa sala per banchetti e 33 persone furono presenti. Dopo l’adunanza il padrone della sala disse: “Tra parentesi, questa sala è vostra una volta al mese, gratis, per qualsiasi adunanza speciale vogliate tenervi”.

Nel dicembre del 1981 ci fu un massimo di 12 proclamatori in questa isoletta, e quell’anno cinquanta persone assisterono alla Commemorazione. Essi hanno recentemente finito di costruire una bella Sala del Regno.

Il terremoto del 1º gennaio 1980 devastò gran parte dell’isola di Terceira, uccidendo 56 persone e lasciandone 15.000 senza tetto. Con gioia dei fratelli nessuno fra loro perse la vita, anche se le case di molti furono lesionate. La Sala del Regno della città principale, Angra do Heroísmo, fu il solo edificio religioso a non riportare danni, e fu utilizzato come alloggio provvisorio per i fratelli. Insieme ai primi soccorsi inviati dal governo la filiale portoghese mandò oltre 450 chili di viveri e altri generi di prima necessità. Un sorvegliante di distretto mandato a vedere come stavano le cose riferì: “Tra i fratelli non si è riscontrato lo spirito abbattuto e di lamento da cui si sono lasciati prendere tanti terremotati. La sincera sollecitudine mostrata dai fratelli di altre isole che sono stati mandati immediatamente sul posto per valutare la situazione di ognuno è stata fonte di grande incoraggiamento”.

Il canto di lode a Geova su queste isole in mezzo all’Atlantico cresce ogni anno di intensità, e al presente vi partecipano un massimo di 303 leali proclamatori.

PROGRESSO A MADEIRA

Al principio degli anni settanta, dopo quasi vent’anni di predicazione, fu raggiunto su quest’isola il numero di 100 proclamatori del Regno. Nessuno avrebbe potuto immaginare che nel giro di pochi anni sarebbe stato superato il massimo di 300 predicatori della buona notizia. Ora il numero massimo di proclamatori è 396, e nel 1981 per la prima volta hanno assistito alla Commemorazione oltre mille persone.

Nel 1973 un uomo dirigeva un’orchestrina negli alberghi di lusso di Funchal, la capitale di Madeira. Egli narra la sua esperienza: “Ero mondano all’eccesso, mi ubriacavo di frequente e conducevo una vita dissoluta. Dopo che mia moglie mi aveva lasciato, un ex suonatore della mia orchestra cominciò a parlarmi della sua nuova speranza basata sulla Bibbia. Leggendo le prime pubblicazioni che mi aveva date, mi resi conto che la speranza del Regno era anche la mia speranza. Dopo il secondo studio biblico andai alla Sala del Regno ma mi sentii a disagio per via dei miei capelli scarmigliati e della barba incolta. Cambiai il mio aspetto ma sapevo di dover fare altri cambiamenti per piacere a Dio.

“Desideravo vivamente dire ad altri le cose che imparavo ma avevo firmato un contratto per suonare nelle Azzorre. Prima di partire presi una settantina di numeri arretrati delle riviste da studiare. Le lessi tutte dopo di che volli passarle ad altri. Dopo avere suonato fino alle tre di notte andai di casa in casa, mettendo una rivista sotto ciascuna porta e vi acclusi un biglietto personale. Alla fine del secondo mese di studio biblico dedicai la mia vita a Geova.

“Mia madre, una fervente cattolica, fu sbalordita vedendo che avevo cambiato vita. Un giorno mi disse: ‘Avevo spesso pregato Dio di liberarti da quella vita irregolare. Come sono felice di vedere che Geova è quel Dio e che ha esaudito le mie preghiere’. Dopo avere studiato per sei mesi, mia madre, a 73 anni, fu battezzata”. Oggi il fratello John Vieira presta servizio come anziano.

Molti fratelli quasi non credevano ai propri orecchi quando udirono l’annuncio che per l’Assemblea di Distretto “Lealtà al Regno” del 1981 era stato affittato l’Estádio dos Barreiros. Il comune di Funchal offrì generosamente legname per un valore di 3 milioni di lire da usare al congresso. Stampa, radio e televisione fecero un’ottima pubblicità. Al discorso pubblico ci furono 832 presenti, una cifra mai raggiunta prima.

AVVENIMENTI EMOZIONANTI NELL’ANGOLA

Nel gennaio del 1974 l’Angola ricevette notizie elettrizzanti: Il ministero dei territori d’Oltremare annunciò che le leggi sulla libertà religiosa andate in vigore in Portogallo sarebbero state applicate anche nelle colonie. Ci fu poi un susseguirsi di avvenimenti che produssero un enorme effetto sull’opera del Regno. Nel marzo del 1975 i fratelli presentarono tutti i documenti necessari per ottenere il riconoscimento legale con il nome e l’indirizzo di 500 proclamatori. Essendo stato ripristinato il diritto di libera assemblea, colsero immediatamente l’occasione per tenere la prima assemblea di circoscrizione pubblica. Dove? Nei migliori impianti sportivi di Luanda, la Cidadela Desportiva, nei fine settimana del 16 e del 23 marzo.

Octacílio Figueiredo ricorda con piacere gli avvenimenti: “Alla prima assemblea poterono partecipare solo i proclamatori e quelli che assistevano regolarmente alle adunanze. Che emozione vedere 2.888 presenti al discorso pubblico. Poiché tutto andò liscio tenemmo la seconda assemblea. Questa volta invitammo tutti gli interessati. È difficile descrivere lo stupore che provammo vedendo 7.713 presenti al secondo discorso pubblico! Alcuni dei presenti avevano trascorso più di quindici anni nelle prigioni e nei campi di lavoro delle colonie. Lacrime di gioia scendevano loro dagli occhi mentre cantavano l’ultimo cantico”. Che momento commovente per questi fedeli fratelli!

Il fratello Luis Sabino narra un’esperienza che si ebbe a questa assemblea di circoscrizione: “I tre movimenti politici che avevano combattuto i portoghesi erano ora in lotta, per cui venne mandata la polizia per proteggere l’assemblea. La settimana prima, durante un raduno politico, era scoppiato un tumulto proprio nello stesso padiglione. Un poliziotto decise di entrare nel padiglione per ascoltare quello che veniva detto, avendo sentito tanti discorsi controversi sui Testimoni. Rimase così colpito che corse a casa e tornò con la moglie e i figli. Come risultato fu iniziato uno studio biblico con lui e la sua famiglia”.

Il 5 settembre 1975 il Bollettino Ufficiale del Governo dichiarò che i testimoni di Geova erano una “religione autorizzata”. Da lettere ricevute si venne a sapere che in ogni provincia vi erano centinaia di interessati. Quando un sorvegliante di circoscrizione visitò un gruppo isolato in una zona remota, che sorpresa ebbe allorché 583 persone vennero a udire il discorso pubblico!

MESSA AL BANDO L’OPERA NELL’ANGOLA

In questo paese che tanto disperatamente desiderava l’indipendenza scoppiò la guerra civile. Benché l’11 novembre 1975 avesse segnato la fine ufficiale del dominio coloniale e la nascita della nuova repubblica, seguì un periodo difficile, con molti problemi interni. All’improvviso, il 14 marzo 1978, i testimoni di Geova furono messi al bando. Essi però continuano a condurre una vita esemplare e a pregare che quelli che sono nelle alte sfere governative esaminino i fatti i quali parlano da sé e sono una chiara prova che i testimoni di Geova sono persone che amano la pace. I Testimoni dell’Angola sono decisi a continuare “a condurre una vita calma e quieta con piena santa devozione e serietà”. — I Tim. 2:1, 2.

PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE IN PORTOGALLO

Nel frattempo, in Portogallo, era stato annunciato che il Congresso Internazionale “Fede Vittoriosa” del 1978 sarebbe stato tenuto a Lisbona. La cosa suscitò un’immensa aspettativa. Invece d’essere ospiti in un altro paese i fratelli portoghesi, per la prima volta, avrebbero avuto il privilegio di ospitare altri.

Il luogo ideale per questo congresso era lo Stadio Restelo, da cui si gode la vista del Tago e del ponte sospeso più lungo d’Europa. Vennero congressisti da oltre una dozzina di paesi, e ci fu un massimo di 37.567 presenti, con un totale di 1.130 battezzati. Circa seimila congressisti parteciparono al servizio di campo, e molti per la prima volta alla testimonianza per le strade. Si concentrarono nella stazione ferroviaria e in quella delle corriere, nei giardini pubblici e nei mercati, distribuendo 250.000 foglietti d’invito e 25.000 riviste.

Verso quell’epoca un fratello filippino si trovava su una nave cisterna che si stava avvicinando al Portogallo. Aveva tanto desiderato assistere a un congresso internazionale ma si trovava in mare. Nondimeno continuò a menzionare la cosa in preghiera. Mentre la nave stava risalendo il Tago, puntò il binocolo sulla costa. E cosa vide? Un enorme manifesto che annunciava il discorso pubblico del congresso internazionale di Lisbona! La nave avrebbe dovuto restare in porto solo per qualche ora, ma, fatto sorprendente, il capitano annunciò che una piccola riparazione li avrebbe costretti a trattenersi per diversi giorni. Il fratello ringraziò Geova di poter essere tra i felici congressisti.

A questo congresso ci fu una felice riunione. Anni prima Maria ed Elisa erano state intime amiche. Poi Maria era emigrata in Olanda. Nel frattempo Elisa era diventata una Testimone. Nel luglio del 1974, mentre si accingeva a partire per assistere a un’assemblea di distretto in Francia, qualcuno suonò alla porta. Era Maria, venuta dall’Olanda per trascorrere qualche giorno di vacanza in Portogallo insieme a lei. Notando le valigie, Maria chiese: “Dove vai?”

“Andiamo a Tolosa per assistere a un’assemblea”.

“Ma come, non hai mai viaggiato: di che assemblea si tratta, comunque?”

“Di un’assemblea dei testimoni di Geova”.

“No, non è possibile! Come puoi frequentare gente come quella?”

Maria, contrariata, prese frettolosamente congedo. Ma adesso dove avrebbe passato le vacanze? Una cosa era certa: non in casa di una Testimone! Andò a trovare un’altra amica, ma quando fu invitata a entrare in casa, notò che anche lì c’erano parecchie valigie in giro. Con un po’ di esitazione chiese: “Dove vai con tutte queste valigie?”

La risposta: “Parto domani per la Francia!”

“Non andrai a Tolosa, spero!”

“Proprio così! Vado a un congresso dei testimoni di Geova. Ma come lo sai?”

“Non ha importanza — è terribile — me ne vado subito”.

Passarono gli anni e nessuna delle nostre due sorelle ebbe più notizie di Maria. Poi, poco prima del congresso internazionale, Elisa ricevette una lettera da Maria, che le chiedeva perdono delle sue parole aspre e dei suoi modi scortesi. La sua unica richiesta era: “Puoi riservare a tua sorella un letto in casa tua durante l’assemblea internazionale di Lisbona?” Immaginate la gioia di queste due donne che un tempo erano state intime amiche, unite ora come sorelle dalla loro fede vittoriosa!

In un servizio sul congresso, la rivista di attualità Opção del 10-16 agosto 1978 dichiarò: “Chiunque sia stato a Fátima al tempo dei pellegrinaggi può notare che qui le cose sono veramente molto diverse. . . . L’atmosfera religiosa è diversa. Il misticismo cede il posto a un convegno dove i credenti discutono di comune accordo i loro problemi, la loro fede e la loro prospettiva spirituale. Il modo in cui si comportano gli uni verso gli altri dimostra che la loro è una relazione basata sull’affetto”.

ULTERIORI BENEDIZIONI

Nel settembre del 1981 la filiale comunicò ai fratelli che potevano nuovamente ricevere in abbonamento le riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Gli abbonamenti personali erano stati sospesi dall’inizio della persecuzione nel 1961.

Nel febbraio del 1982 la Sala dei Congressi di Lisbona, appena terminata, fu dedicata dal fratello F. W. Franz. Fu come una riunione di famiglia, poiché egli era stato il primo membro del Corpo Direttivo a visitare il Portogallo dopo la seconda guerra mondiale nel 1947. Questa magnifica costruzione, con posti a sedere per 1.315 persone, è opera dei fratelli e viene utilizzata da nove circoscrizioni della zona di Lisbona e dintorni.

I RISULTATI SONO DA ATTRIBUIRE ALLA POTENZA DI DIO

Nel 1947, quando fu inviato a Brooklyn il primo rapporto del servizio di campo, nessuno immaginava che l’organizzazione teocratica in Portogallo avrebbe raggiunto le attuali dimensioni. Zelanti fratelli e sorelle, troppo numerosi per riportarne il nome in questo racconto, sono andati coraggiosamente a predicare la buona notizia in ogni angolo del paese sostenuti dalla Sua potenza. Pionieri sono andati a Madeira, nelle Azzorre, nel Capo Verde, nella Guinea-Bissau, nell’Angola, a Timor e a Macao. Come disse l’apostolo Paolo, “secondo la sua potenza che opera in noi”, Dio ha fatto “più che sovrabbondantemente oltre tutte le cose che chiediamo o concepiamo”, ed è stata data una magnifica testimonianza. — Efes. 3:20.

Alcuni dei primi pionieri sono ancora attivi nelle rispettive assegnazioni. Il numero dei pionieri speciali è salito a 202. Quali sono i loro sentimenti? La sorella Maria José Henriques, che serve come pioniera speciale da oltre vent’anni, dice: “Ho sessant’anni, ma ho ancora la stessa gioia nel servizio e lo stesso desiderio di servire altri. Ho avuto il privilegio di aiutare 89 persone fino al battesimo e di lasciarne molte altre a buon punto sulla strada della dedicazione quando venivo trasferita in nuove assegnazioni. Ringrazio Geova di tutta la sua sollecitudine e della sua immeritata benignità”.

Un’altra sorella, Graciete Andrade, che serve come pioniera speciale da 18 anni, fa questi commenti: “È stato emozionante aiutare 106 persone a conoscere la verità, nonché a porre le basi per la formazione di tre congregazioni. Provo profonda soddisfazione vedendo uomini maturi che prendono la direttiva nelle congregazioni come anziani e sapendo che ho avuto il privilegio di aiutarli”.

L’opera continua a crescere e nell’anno di servizio 1982 c’è stato un massimo di 22.515 proclamatori del Regno in 393 congregazioni e gruppi isolati. Anche se la proporzione è di un Testimone ogni 413 abitanti, c’è ancora molto lavoro da fare, poiché il 10 per cento della popolazione vive in territorio non assegnato. All’ultima Commemorazione ci sono stati 58.003 presenti, segno che ci sono splendide possibilità di futura espansione.

L’organizzazione di Geova ha guidato e diretto l’opera in Portogallo in tempi di difficoltà nonché in quelli di rapida espansione. Geova stesso, il Grande Pastore del suo gregge, sta veramente adempiendo la sua meravigliosa promessa riportata in Geremia 23:3: “E io stesso radunerò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi nei quali le avevo disperse, e per certo le ricondurrò al loro pascolo, e per certo saranno feconde e si moltiplicheranno”. I nostri fratelli portoghesi avanzano felicemente verso il finale completamento dell’opera di predicare il Regno, aiutando molte altre persone simili a pecore a valersi di questo giorno di salvezza.

[Grafico a pagina 234]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Aumento nel numero dei proclamatori

22a

1982

20

1978

18

16

14

12

10

8

6

1968

4

2

1958

1948

1938

0

[Nota in calce]

a migliaia di proclamatori

[Cartine a pagina 135]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Portogallo

Moncão

Bragança

Braga

Porto

Gondomar

Peso da Régua

Vila Nova de Gaia

Aveiro

Guarda

Coimbra

Lousa

Caldas da Raínha

Torres Vedras

Estoril

Parode

Lisbona

Almada

Setúbal

Faro

SPAGNA

OCEANO ATLANTICO

Azzorre

FLORES

Santa Cruz

GRACIOSA

PICO

TERCEIRA

Angra do Heroismo

SÃO MIGUEL

Ponta Delgada

SANTA MARIA

Madeira

PORTO SANTO

MADEIRA

Funchal

OCEANO ATLANTICO

AZZORRE

MADEIRA

EUROPA

AFRICA

[Cartine a pagina 175]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Macao

ASIA

MACAO

AUSTRALIA

OCEANO INDIANO

CINA

MACAO

MAR DI MACAO

TAIPA

COLÒANE

[Cartine a pagina 177]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

OCEANO ATLANTICO

AFRICA

CAPO VERDE

GUINEA-BISSAU

ANGOLA

OCEANO INDIANO

ASIA

Angola

Luanda

Nova Lisboa

Mossâmedes

ZAIRE

ZAMBIA

NAMIBIA

OCEANO ATLANTICO

Capo Verde

SANTO ANTÃO

SÃO VINCENTE

SANTA LUZIA

SÃO NICOLAU

SAL

BOA VISTA

MAIO

SÃO TIAGO

Praia

FOGO

BRAVA

Guinea-Bissau

Nova Lamego

Bafatá

OCEANO ATLANTICO

SENEGAL

GUINEA

[Cartine a pagina 239]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Timor

TIMOR

Dili

MAR DI TIMOR

INDONESIA

AUSTRALIA

OCEANO INDIANO

ASIA

AFRICA

OCEANO INDIANO

OCEANO PACIFICO

TIMOR

AUSTRALIA

[Immagine a pagina 138]

Virgilio Ferguson, a cui nel 1926 fu affidato il compito di curare gli interessi del Regno in Portogallo, e João Feliciano, che nel 1929 tornò nel suo paese per divulgarvi la buona notizia

[Immagine a pagina 143]

Eliseu Garrido che era un ragazzo quando cominciò a interessarsi della verità e che fu tra i primi a compiere l’opera in Portogallo

[Immagine a pagina 146]

Delmira M. S. Figueiredo e Deolinda P. Costa, le zelanti sorelle che organizzarono il gruppo di studio biblico di Almada

[Immagine a pagina 151]

John Cooke fu il primo missionario inviato in Portogallo ed ebbe un ruolo chiave nell’organizzare l’opera. Qui è con sua moglie Kathleen.

[Immagine a pagina 153]

L’appartamento al pianterreno di questo edificio di Lisbona fu usato come prima Sala del Regno del Portogallo

[Immagine a pagina 159]

La casa dove furono pronunciati i primi discorsi pubblici nelle Azzorre quando A. Nunes tornò nella sua isola nativa di Pico

[Immagine a pagina 167]

António Manuel Cordeiro, uno dei primi pionieri ausiliari del Portogallo, e sua moglie Odete, entrambi pionieri ancor oggi

[Immagine a pagina 169]

Uno dei “picnic” organizzati per ricevere ristoro spirituale

[Immagine a pagina 191]

D. Piccone, il primo sorvegliante di circoscrizione a tempo pieno del Portogallo, con sua moglie Elsa (coppia a sinistra), e Joaquim Martins, uno zelante predicatore della buona notizia, con la sua famiglia

[Immagine a pagina 240]

L’edificio della filiale a Estoril

[Immagine a pagina 255]

Sala dei Congressi di Lisbona

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