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Germania (1)Annuario dei Testimoni di Geova del 1975
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Germania (1)
LA GERMANIA ha esercitato una profonda influenza sulla storia. Il suo popolo ha la reputazione di lavorare strenuamente e di ubbidire all’autorità. Queste qualità hanno costituito un fattore notevole nella crescita economica della nazione, così che oggi la Germania Occidentale, con la sua popolazione di oltre sessanta milioni di abitanti, è uno dei giganti industriali del mondo. Essa commercia con ogni parte della terra. E per soddisfare i bisogni della sua prospera economia, nei recenti anni è stato necessario far venire nel paese più di tre milioni di “lavoratori ospiti” da Grecia, Iugoslavia, Italia, Spagna, Portogallo, Turchia e altri paesi.
L’influenza della Germania si è sentita anche in altri modi. Durante la prima guerra mondiale, dal 1914 al 1918, gli eserciti tedeschi avanzarono verso oriente in Russia, e ad occidente attraverso il Belgio in Francia. Prima che il conflitto terminasse, erano impegnati nella guerra contro un’alleanza di ventiquattro nazioni di ogni parte del globo. La Germania fu sconfitta. Ma solo dopo breve tempo un veterano di quella guerra, Adolf Hitler, cominciò la sua ascesa al potere. Nel 1933, come capo del partito nazionalsocialista, fu fatto cancelliere della Germania. In breve tempo egli assoggettò il popolo tedesco a un regno di terrore e nel 1939 lanciò il mondo in un’altra guerra mondiale, assai più estesa e distruttiva della prima.
Che cosa facevano le chiese mentre avveniva tutto questo? Ogni domenica, in armonia con un concordato firmato nel 1933 fra il Vaticano e la Germania, il clero cattolico implorava la benedizione del Cielo sul Reich tedesco. Fece il clero protestante qualche protesta? Al contrario, nel 1933 espressero unitamente incondizionato sostegno allo stato nazista. E nel 1941, molto tempo dopo che la seconda guerra mondiale era cominciata, la Chiesa Protestante Evangelica di Magonza, in Germania, ringraziò Dio d’aver dato al popolo un Adolf Hitler.
AVVENIMENTI RELIGIOSI ANTERIORI
È interessante che fu qui in Germania che, il 31 ottobre 1517, Martin Lutero inchiodò le sue novantacinque tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg, per protestare contro le pratiche che credeva fossero in disaccordo con la Parola di Dio. Ma la protesta religiosa s’intrecciò presto con gli interessi politici, e molto prima del ventesimo secolo non solo la Chiesa Cattolica, ma anche le organizzazioni protestanti si erano chiaramente identificate come parte del mondo.
Comunque, mentre si avvicinava il tempo in cui “il regno del mondo” doveva da Dio esser dato a un re celeste, al Signore Gesù Cristo, in Germania, come in altre parti del mondo, c’era un’opera da compiere. (Riv. 11:15) Era un’opera che richiedeva persone con genuina fede nella Bibbia quale Parola di Dio. Essa richiedeva che comprendessero come per essere discepoli di Cristo non dovevano essere “parte del mondo”. (Giov. 17:16; 1 Giov. 5:19) Perché? Perché, invece di dare il loro sostegno ad alcun governo degli uomini, dovevano proclamare il messianico regno di Dio come la sola speranza per il genere umano. (Matt. 24:14; Dan. 7:13, 14) Chi avrebbe afferrato questa opportunità?
Nel decennio dopo il 1870, Charles Taze Russell aveva cominciato a radunare in America un gruppo di studenti biblici che erano vivamente interessati alla seconda venuta di Cristo. Essi videro il bisogno di condividere con altri le cose meravigliose che apprendevano dalla Parola di Dio. Mentre l’opera progrediva, e la distribuzione di letteratura biblica assumeva più estese proporzioni, fu necessario formare l’ente legale oggi noto come la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania (Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania), e il fratello Russell ne fu il primo presidente.
Avendo riconosciuto l’importanza di divulgare la buona notizia fino alle più lontane parti della terra, nel 1891 la Società Torre di Guardia prese disposizioni affinché il fratello Russell viaggiasse all’estero per determinare le possibilità di espansione dell’opera. (Atti 1:8) Durante questo viaggio il fratello Russell visitò Berlino e Lipsia. Ma in seguito riferì: “Non vediamo . . . nulla che ci incoraggi a sperare in qualche raccolta in Italia o in Austria o in Germania”. Ciò nondimeno, dopo il suo ritorno, furono prese disposizioni per pubblicare in Germania parecchi libri e volantini. Le persone che dalla Germania erano emigrate negli Stati Uniti e avevano letto la letteratura della Società la mandavano ai loro parenti e amici in Germania, incoraggiandoli a leggerla nel loro studio della Bibbia.
Fu dopo un certo numero d’anni, nel 1897, che fu pubblicato ad Allegheny, in Pennsylvania, il primo numero tedesco de La Torre di Guardia, intitolato Zions Wacht-Turm und Verkündiger der Gegenwart Christi. Charles T. Russell era il direttore editoriale; il suo assistente di redazione era Otto A. Kötitz. In quel tempo erano già stati stampati negli Stati Uniti i primi tre volumi dell’Aurora millenniale in tedesco.
Per semplificare la spedizione in Germania e in altri territori europei, un deposito di letteratura fu aperto in Nürnberger Strasse 66, a Berlino. La sorella Margarethe Giesecke aveva la sorveglianza e curava la regolare spedizione di 500 copie di ciascun numero della Zions Wacht-Turm. Al principio del 1899 il deposito della letteratura fu trasferito da Berlino a Brema sul Weser.
LENTO INIZIO
Nonostante gli accresciuti sforzi, nel 1898 la situazione era tale che la Società ritenne appropriato emanare questa dichiarazione: “Pur riconoscendo l’interesse e lo zelo dei nostri cari lettori, dobbiamo informarli che le ordinazioni di copie de La Torre di Guardia sono state lo scorso anno inferiori a quanto si attendeva, facendoci chiedere: Dovremmo smettere di stampare La Torre di Guardia completamente o forse stamparla solo una volta ogni due o tre mesi?” Per un po’ di tempo si stampò solo ogni tre mesi, sebbene col doppio di pagine.
Benché non fosse stato conseguito nessun risultato di particolare rilievo, gli sforzi compiuti non furono affatto vani. Per amore dell’efficienza nel 1902 si aprì un ufficio a Elberfeld (Wuppertal), di cui fu incaricato il fratello Henninges. Nell’ottobre del 1903 il fratello Russell mandò in Germania il fratello Kötitz ad assumere la soprintendenza, e il fratello Henninges fu mandato in Australia in un’assegnazione speciale. Dalla Germania il fratello Kötitz era emigrato in America con i suoi genitori e vi aveva intrapreso nella primavera del 1892 il servizio di Geova. Solo con una breve interruzione aveva prestato servizio come assistente di redazione de La Torre di Guardia tedesca finché il fratello Russell l’aveva mandato in Germania. Tuttavia, come erano ancora considerati dall’ufficio principale, nel 1903 i risultati erano ancora insoddisfacenti. Il rapporto annuale su questo periodo dice: “La filiale tedesca s’è aperta in condizioni abbastanza prospere, tuttavia non è ciò che avevamo sperato. L’unità del ‘corpo’ e dell’opera della ‘raccolta’ non sembra sufficientemente apprezzata dai fratelli tedeschi. . . . Si propone comunque di continuare la missione nel 1904, dando al campo una buona opportunità e attendendo dal Signore la guida per vedere se ci sono o no campi più favorevoli per l’uso di tempo e denaro consacrati”.
Questi erano anni difficili per la predicazione della buona notizia in Germania. I nemici religiosi e politici erano già comparsi nella scena. Il nazionalismo era fiorito con la fondazione nel 1871 del Reich del Kaiser tedesco ed era promosso non solo dai politicanti, ma anche dai capi religiosi. “Vogliamo un cristianesimo tedesco, non americano”, e altri detti simili, potevano udirsi nelle chiese. Le tenere piante della verità, che appena cominciavano a crescere, erano per così dire assoggettate a un improvviso gelo primaverile. Comunque, stavano felicemente per apparire le prime evidenze che gli sforzi compiuti non erano stati vani.
PRIME CONGREGAZIONI
Nel 1902 una sorella cristiana si trasferì a Tailfingen, situata a est della Selva Nera. Ella aveva appreso la verità in Svizzera e ora cercava di trasmetterla agli abitanti di Tailfingen. Il suo nome era Margarethe Demut, ma, in riconoscimento del fatto che parlava sempre di una nuova “età d’oro”, era dagli abitanti locali chiamata “Gretle d’Oro”. La sua attività le fece conoscere un uomo, che, insieme a sua sorella e a due uomini di loro conoscenza, cercava la verità. Essi avevano già cercato di trovarla nella Chiesa Metodista. Dopo aver letto il trattatino che ella aveva lasciato a casa loro, immediatamente scrissero per chiedere i volumi disponibili dell’Aurora millenniale. Essi erano noti all’intera comunità come uomini devoti, altamente rispettati per la loro buona condotta. Una delle prime congregazioni della Germania fu formata lì e divenne nota fra gli abitanti della comunità come la “Congregazione millenniale”.
Questi fratelli cristiani erano sostenuti con zelo da un’altra sorella, Rosa Möll. Siccome nella comunità ella parlava così liberamente a tutti del “Millennio”, subito le diedero il soprannome di “Rösle millenniale”. Questa sorella, ora ottantanovenne, ha servito Geova per più di sessant’anni, compresi otto anni di campo di concentramento di Hitler a Ravensbrück.
I semi di verità cominciarono a germogliare anche nella Bergische Land a nord-est di Colonia. Dalla Svizzera un rappresentante della Società Torre di Guardia si trasferì intorno al 1900 in questa regione. Si chiamava Lauper. A Wermelskirchen conobbe l’ottantenne Gottlieb Paas, inoltre Otto Brosius presbitero e membro del consiglio dei direttori della chiesa, e sua moglie Mathilde. Tutti cercavano la verità e dopo aver studiato la letteratura della Torre di Guardia, si resero conto d’averla trovata. Subito organizzarono le adunanze in un ristorante di Wermelskirchen. Molti componenti delle famiglie Paas e Brosius assistevano alle adunanze; spesso vi erano presenti da settanta a ottanta persone. Subito dopo Gottlieb Paas morì, ma sul letto di morte alzò La Torre di Guardia e disse: “Questa è la verità; afferratela”.
Intanto, nella provincia di Lubecca, in Vestfalia, una media di venticinque uomini e donne di vari luoghi si radunavano per considerare la Parola di Dio. Essi appartenevano alla Chiesa Protestante ma non erano diligenti frequentatori di chiesa, giacché spesso tornavano a casa insoddisfatti, specialmente quando il ministro predicava sull’inferno di fuoco. Uno dei loro vicini, mentre viaggiava verso Saarbrücken per assistere a una vendita all’asta, trovò sul treno un trattatino che menzionava che non c’è nessun inferno di fuoco. Pensando che questo dovesse essere per i suoi vicini, che egli chiamava “persone pie”, al ritorno lo diede loro. Immediatamente essi ordinarono tutta la letteratura disponibile, che divenne quindi il loro materiale di studio. Sebbene trascorresse considerevole tempo prima che lasciassero la Chiesa Protestante e fossero battezzati, si rallegravano alle regolari visite dei fratelli pellegrini, servitori viaggianti inviati dalla Società Torre di Guardia. Si pose così a Gehlenbeck il fondamento per una congregazione, la “congregazione madre” di parecchie altre.
La crescita avveniva anche in altre zone. Nel 1902 un proprietario terriero e agricoltore caseario chiamato Cunow conobbe la verità e pose il fondamento per le congregazioni nella zona a est di Berlino. A Dresda, il fratello Miklich, caporeparto del magazzino ferroviario, e sua moglie appresero verso questo stesso tempo la verità. La congregazione crebbe qui così rapidamente che, con più di 1.000 fratelli e sorelle, negli anni venti era in Germania di gran lunga la maggiore.
AFFRETTATA LA DIVULGAZIONE DELLA BUONA NOTIZIA
Benché fosse costoso, i fratelli decisero di cercar d’inserire esemplari di otto pagine de La Torre di Guardia di Sion dentro i giornali. Quanto grandemente fosse benedetta questa impresa è mostrato da alcune lettere ricevute. Eccone un esempio:
“Ho completamente letto l’esemplare della vostra Torre di Guardia, che è giunta oggi come inserto del Tilsiter Zeitung. Il mio interesse . . . è stato suscitato e vorrei ricevere ulteriori spiegazioni sui soggetti della morte e dell’inferno per mezzo delle vostre pubblicazioni. Vogliate inviarmi il libro menzionato nel vostro opuscolo . . . P. J., Prussia Orientale”.
Su ciò il numero de La Torre di Guardia dell’aprile 1905 diceva:
“Sono stati distribuiti più di un milione e mezzo di esemplari de La Torre di Guardia, dando in tal modo inizio all’opera. Ci rallegriamo dei risultati. Molte anime affamate han risposto e il numero di quelli che ricevono regolarmente La Torre di Guardia è aumentato a 1.000”.
Mentre il seme, la parola intorno al regno di Dio, continuava a spargersi con ogni mezzo possibile, si cominciavano a vedere sempre più risultati. Alcuni, come il fratello Lauper, cominciarono a lavorare come colportori per percorrere in breve tempo molto territorio.
ALCUNI CERCAVANO LA VERITÀ
Nel 1905 mentre lavorava vicino a Berlino per distribuire i numeri de La Torre di Guardia il fratello Lauper lasciò la sua ultima copia nella casa di un anziano signore battista chiamato Kujath. Suo figlio Gustav era tornato di recente da un congresso battista molto turbato per l’avvertimento enfatico che vi era stato dato contro un predicatore battista chiamato Kradolfer, che all’improvviso aveva cominciato a insegnare che l’anima è mortale. Preso nota di ciò, Gustav cominciò a investigare la Bibbia, invitando suo padre e i suoi amici a cercare con lui la verità sulla questione. Nell’agosto del 1905 Gustav Kujath visitò suo padre, che abitava alla distanza di un’ora di viaggio, e suo padre richiamò la sua attenzione su questa singola copia de La Torre di Guardia lasciata dal fratello Lauper. Questo era proprio ciò che entrambi avevan cercato. Era “cibo a suo tempo”. — Matt. 24:45.
Kujath si abbonò immediatamente a parecchie copie de La Torre di Guardia e cominciò a prestarne cinque collezioni ad altri. Dopo un certo tempo i suoi figli riprendevano le singole copie, ed egli le dava quindi ad altre persone interessate. Così molti vennero in contatto col messaggio. Egli cadde naturalmente in disfavore presso i battisti e alla Vigilia di Capodanno del 1905 ne fu disassociato, con le parole: “Tu segui la via del Diavolo”. Più di altri dieci suoi parenti lasciarono poi la Chiesa Battista.
Il più giovane Kujath aveva pure capito che i cristiani non devono trascurare la comune adunanza. Per questa ragione, scrisse alla filiale della Società Torre di Guardia in Elberfeld chiedendo gli indirizzi di altri con i quali potesse radunarsi e studiare. Il fratello Kötitz fu in grado di dargli solo l’indirizzo del diciannovenne Bernhard Buchholz a Berlino, col quale Kujath si mise immediatamente in contatto. In quel tempo Buchholz apparteneva a un gruppo chiamato “Congregazione del Salvatore”. Egli aveva appena bruciato i volumi dell’Aurora millenniale, essendo dell’opinione che egli, orfano e disoccupato a causa di un reato di poca importanza, non poteva proprio essere a Berlino la sola persona degna nelle cui mani dovesse cadere la verità. Ma Kujath lo incoraggiò a studiare i libri con lui e l’incoraggiò anche a divenire colportore. Poco tempo dopo Kujath lo condusse a casa sua.
Così per poter finanziare la diffusione della buona notizia in questo territorio, Kujath rinunciò al progetto di costruire una nuova casa. Vendette il terreno dove si sarebbe dovuta costruire la casa e usò i fondi resi così disponibili per convertire due stanze della casa di suo padre in una sala in cui si sarebbero potute tenere le adunanze. Nel 1908 si poté formare un piccolo gruppo di venti o trenta persone.
Verso lo stesso tempo un barone chiamato Von Tornow con estese proprietà in Russia cominciò a cercare la verità. Disgustato del licenzioso modo di vivere della nobiltà russa aveva deciso di andarsene in Africa passando per la Svizzera e di prestarvi servizio come missionario. La sera prima di partire, fece un’ultima visita in Svizzera a una piccola cappella di montagna. Mentre andava via, qualcuno gli offrì un opuscolo della Società Torre di Guardia. Ora invece di partire per l’Africa, il giorno dopo si accinse a ottenere altre pubblicazioni di questo genere. Questo avveniva verso il 1907.
Nel 1909 egli comparve nella congregazione di Berlino indossando i suoi abiti migliori e accompagnato dal suo servitore personale. Visto com’era semplice il luogo di adunanza e come le persone che vi si radunavano erano senza pretese e alla buona, ne fu deluso, poiché era dell’opinione che tali verità inestimabili pure meritassero un appropriato aspetto esteriore. Ma ciò che udì gli fece impressione. Mesi dopo, avendo superato i suoi sentimenti, tornò; ora il suo aspetto fu comunque meno cospicuo, poiché venne senza il suo servitore ed era vestito più modestamente. In seguito ammise che probabilmente non sarebbe tornato se non avesse letto nella Bibbia: “Poiché voi vedete la vostra chiamata, fratelli, che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo . . . onde nessuna carne si vanti dinanzi a Dio”. — 1 Cor. 1:26-29.
Convinto ora d’aver trovato la verità, tornò in Russia, vendé tutta la sua proprietà e si stabilì a Dresda. Volendo vivere una vita modesta, si preparò a dedicare tutta la sua ricchezza al servizio di Geova.
BEN ORGANIZZATI GIRI DI CONFERENZE
Nel 1913 il fratello Tornow fece prestabilire dalla filiale di Barmen tre giri di conferenze, che, in massima parte, egli finanziò personalmente. Il fratello Hildebrandt, panettiere di Golnow, in Pomerania, vendé la sua casa e pure contribuì a coprire le spese. Si formò un gruppo viaggiante di cinque fratelli e quattro giovani sorelle e appropriatamente si divisero in due gruppi minori.
Il fratello Hildebrandt, che agiva da “commissario” e “soprintendente editoriale”, arrivava sul posto in anticipo con tre o quattro sorelle, due delle quali sono oggi in età avanzata e ancora cercano di promuovere gli interessi del Regno. Dopo aver trovato l’alloggio per sé e per il gruppo che sarebbe arrivato alcuni giorni dopo, prendevano gli scatoloni di trattatini e altre pubblicazioni inviate all’ufficio postale e se li portavano al loro alloggio. Dopo aver timbrato sui trattatini l’indirizzo della sala e l’ora in cui si sarebbe tenuto il discorso (servendo i trattatini anche da invito), essi erano piegati in modo tale che nelle borse di cuoio portate dal fratello Tornow a tale scopo si potevano mettere almeno da 1.200 a 1.600 larghi trattatini. I fratelli e le sorelle lavoravano duramente per distribuirli, poiché cercavano di essere alla prima porta alle 8,30 della mattina e di solito lavoravano fino alle 19,00 della sera, prendendosi solo un’ora di riposo a mezzogiorno. Non c’era tempo per prendere un caffè.
Alcuni giorni dopo giungevano i fratelli Buchholz, Tornow e Nagel. Il fratello Buchholz pronunciava i discorsi. Le sale erano di solito gremite, e le persone che davano i loro indirizzi erano tante che il giorno dopo tre fratelli erano tenuti occupati a visitarle tutte.
Il secondo viaggio portò il nostro gruppo di conferenzieri attraverso Wittenberg e Halle fino ad Amburgo. Il terzo viaggio lo condusse sino al confine russo, permettendo così di dare una buona testimonianza in queste zone orientali prima che cominciasse la prima guerra mondiale.
FERMAMENTE SOSTENUTA LA VERITÀ
Nel 1908 si cominciò a far progresso nel Siegerland. Otto Hugo Lay, ora novantenne, conobbe la verità nel 1905 per mezzo di un professionista suo conoscente. Due anni dopo, insieme ai figli, si ritrasse dalla chiesa e si rifiutò di pagare le tasse ecclesiastiche, le quali poi furono ciò nondimeno confiscate. L’ufficiale incaricato del sequestro voleva applicare il suo timbro sul di dietro di uno degli armadi in modo che non si notasse, ma il fratello Lay protestò, dicendo che tutti potevano e dovevano vederlo; voleva dire a tutti quelli che l’avrebbero visto la verità sulla questione. Nel 1908 fu battezzato in una vasca da bagno a Weidenau e cominciò ad associarsi alla congregazione di Siegen.
Hermann Herkendell conobbe la verità nel 1905 per mezzo di un trattatino che aveva trovato nello scompartimento di un treno. Era un giovane insegnante ed era diretto a Jena per continuarvi gli studi all’università. Il contenuto di questo trattatino gli fece comunque un’impressione così grande che subito si dimise dalla Chiesa Luterana. Questo lo fece subito sospendere dall’impartire istruzione religiosa a scuola. Subito dopo fu radiato dal suo posto di insegnante.
Nel 1909 il fratello Herkendell già prestava servizio in sostituzione del fratello Kötitz visitando le congregazioni, e, alla fine dell’anno, il suo nome comparve per la prima volta ne La Torre di Guardia in relazione con un proposto viaggio per rappresentare la Società come uno dei suoi viaggianti “pellegrini”. Nel 1911 egli sposò la figlia del fratello Jander, ricco proprietario di una fonderia. Come dote, la giovane sorella Herkendell chiese che suo padre desse loro denaro per uno dei più insoliti viaggi di luna di miele. Vollero trascorrerla predicando il messaggio del Regno alle persone di lingua tedesca della Russia. L’ufficio di Barmen provvide loro gli indirizzi disponibili dei Russi-Tedeschi. Il viaggio durò molti mesi e fu davvero strenuo, poiché spesso ci volevano molte ore per andare dalla stazione ferroviaria al luogo dove abitavano i fratelli e le persone interessate. Essi non avevano nessun mezzo di trasporto personale, e non si poteva fare affidamento sulle comunicazioni per lettera e per telegramma, quindi di rado andavano a prenderli alla stazione ferroviaria. Quante coppie di giovani sposi d’oggi farebbero un tale viaggio durante la loro luna di miele?
Per breve tempo durante la prima guerra mondiale il fratello Herkendell ebbe il privilegio di assumere la responsabilità dell’ufficio di Barmen. Dopo la guerra prestò quindi servizio di nuovo come viaggiante pellegrino, morendo nel 1926 durante un viaggio in qualità di pellegrino.
Quando si compilò il rapporto annuale del 1908, fu incoraggiante vedere che per la prima volta la maggioranza dei trattatini distribuiti era stata collocata personalmente dagli stessi lettori de La Torre di Guardia e in paragone solo pochi per mezzo dei giornali. Comunque, fu come risultato di quest’ultimo metodo che abbiamo menzionato che un giovane di diciotto anni, ad Amburgo, venne in contatto con la verità. Finita la scuola, egli cominciò a leggere la Bibbia quotidianamente col sincero desiderio di capirla. Passarono parecchi anni e nel 1908 venne in possesso di un trattatino intitolato “Vendita del diritto di primogenitura”. Questo interessò moltissimo il giovane. Non prestando nessuna attenzione agli scherni dei suoi compagni di lavoro, scrisse immediatamente alla Società a Barmen per avere i sei volumi di Studi sulle Scritture. Poco tempo dopo ebbe l’opportunità di conoscere il fratello Kötitz, che lo invitò a venire qualche volta a Barmen. Il giovane accettò l’invito, osservando che il tempo di tale visita a Barmen sarebbe stato anche il giorno del suo battesimo. Questo avvenne, quindi, al principio del 1909. Il sorvegliante di filiale accompagnò il giovane amico, ora nostro fratello, alla stazione ferroviaria e prima che prendesse il treno gli chiese se gli sarebbe piaciuto fare il pioniere. Il nostro giovane fratello disse che la Società avrebbe avuto notizie da lui quando sarebbe giunto a tale determinazione.
Questo giovane fratello si chiamava Heinrich Dwenger. Subito dispose le sue cose per poter cominciare a fare il pioniere il 1º ottobre 1910. Nei successivi decenni ha avuto il privilegio di prestare servizio all’incirca in tutti i reparti di quasi tutte le case Betel europee della Società Torre di Guardia. A periodi viaggiava lietamente per la Società e spesso sostituiva i sorveglianti di filiale nei tempi di prova. Molti hanno provato amore per lui e lo riconoscono come un utile collaboratore. Attualmente ha ottantasei anni e si rallegra d’aver buona salute sia spirituale che fisica dopo un ininterrotto periodo di servizio continuo di oltre sessant’anni.
IL FRATELLO RUSSELL VISITA DI NUOVO LA GERMANIA
Allorché nel 1909 l’ufficio fu trasferito a Barmen in locali più ampi, ci fu un ulteriore miglioramento organizzativo. Questo significò naturalmente accresciute spese. Senza esitazione il fratello Cunow vendé la sua proprietà e usò il denaro per arredare la casa Betel. Nel 1909 si fece molto anche in quanto all’edificazione spirituale. Nel febbraio i fratelli della Sassonia disposero che il fratello Kötitz pronunciasse un certo numero di conferenze pubbliche. Sei volte fu in grado di testimoniare a un uditorio di almeno 250 o 300 persone.
Ma l’evento culminante nel 1909 fu senza dubbio la visita da lungo tempo attesa che il fratello Russell fece alla Germania. Dopo una breve sosta ad Amburgo, egli arrivò a Berlino e fu accolto da un gruppo di fratelli. Senza indugio andarono nella sala dell’assemblea piacevolmente adornata, dove da cinquanta a sessanta fratelli erano stati pazientemente in attesa dell’arrivo del fratello Russell. Il fratello Russell parlò della restaurazione di ciò che Adamo aveva perduto, additando specialmente il privilegio che avrebbero ricevuto quelli che avevano la prospettiva di divenire membri del corpo di Cristo. Dopo aver fatto insieme uno spuntino, andarono nella Sala Hohenzollern, dove si doveva tenere la conferenza pubblica. Era piena zeppa! Una folla di 500 persone ascoltò il discorso “Dove sono i morti?” Circa cento persone dovettero stare in piedi. Altre 400 furono mandate via per mancanza di spazio, ma fuori della sala furono dati loro trattatini. In seguito, a Dresda, almeno da 900 a 1.000 persone udirono il discorso di due ore del fratello Russell. Il viaggio continuò verso Barmen, dove approssimativamente mille persone udirono il suo discorso. Il pomeriggio seguente 120 fratelli si riunirono nella Casa della Bibbia, e quella sera circa 300 vennero insieme a udire il fratello Russell che rispose a domande bibliche. Questo portò alla conclusione la visita del fratello Russell in Germania, e poco dopo le ore 23,00 di quella notte egli prese il treno per la Svizzera, dove si doveva tenere a Zurigo un’assemblea di due giorni.
Durante l’anno i fratelli della Germania furono incoraggiati a usare le loro risorse per cercar di sostenere in Germania l’opera del Regno senza aiuto esterno. Ma alla fine dell’anno le spese di stampa, affrancatura, spedizione, pagamento di inserti, conferenze pubbliche e spese di viaggio, affitto, luce, riscaldamento e altre spese erano ammontate a un totale di 41.490,60 marchi, mentre le contribuzioni ammontavano solo a 9.841,89 marchi, lasciando un deficit di 31.648,71 marchi, che fu coperto col denaro anticipato dalla sede di Brooklyn. Questo spinse il fratello Russell a dire nel suo rapporto annuale quanto segue: “Quali grandi somme di denaro la Società ha speso in Germania per far conoscere la verità. . . . Gli sforzi compiuti in Germania sono comparativamente più grandi che in qualsiasi altro paese. Dovremmo attenderci risultati corrispondenti, a meno che la maggioranza dei consacrati tedeschi non siano già immigrati negli Stati Uniti”.
Il fratello Russell fece una breve sosta di circa dieci ore a Berlino nel suo giro del mondo del 1910 e, quando vi fu arrivato, parlò a duecento persone che lo attendevano.
Verso questo tempo cominciò ad attirare considerevole attenzione Emil Zellmann, un tranviere di Berlino. Egli approfittava di ogni opportunità per leggere la Bibbia o per testimoniare ai suoi passeggeri, a volte anche fra una fermata di tram e l’altra; una volta mentre era occupato a leggere annunciò con divertimento dei suoi passeggeri non la successiva fermata di tram, ma, anzi, “Salmo 91”, che aveva appena letto. Subito più di dieci colleghi tranvieri e le loro famiglie frequentavano le adunanze. Questo gruppo piccolo ma assai attivo fece molto per divulgare la buona notizia a Berlino. Sebbene questi fratelli cominciassero a lavorare alle 5,00, il loro esemplare zelo li faceva spesso andare al deposito dei tram due ore prima per mettere i trattatini sui sedili dei tram che entravano in servizio.
L’anno 1911 fu contrassegnato dai discorsi pronunciati dal fratello Russell sul soggetto “Sionismo e profezia”, che in alcuni casi suscitarono l’adirata reazione dell’uditorio. Per esempio, a Berlino ci fu un disordine, e quasi 100 persone lasciarono la sala all’inizio del discorso, mentre approssimativamente 1.400 rimanevano e seguivano con attenzione la conferenza del fratello Russell fino alla conclusione.
Nel rapporto sui suoi viaggi il fratello Russell si riferì di nuovo alla crescita dell’opera in Germania, menzionando che, quantunque ‘il numero dei fratelli e il loro interesse fossero cresciuti, egli era deluso del numero delle persone interessate, considerando la grande popolazione e anche gli sforzi compiuti e la quantità di denaro speso’. Gli anni avevano veramente indicato che in Germania i requisiti essenziali per la crescita non erano stati in principio così favorevoli come, per esempio, in America. Una grande percentuale della popolazione tedesca era cattolica, un altro gruppo socialista, una maggioranza antagonista verso la Bibbia e una maggioranza dei più istruiti alienata da Dio.
Il viaggio del fratello Russell in Europa nell’estate del 1912 lo portò a Monaco, Reichenbach, Dresda, Berlino, Barmen e Kiel. Per il suo discorso pubblico aveva scelto l’assai promettente soggetto “Oltre la tomba”. Era annunciato per mezzo di grossi striscioni su cui erano raffigurate parecchie chiese note per il loro insegnamento delle dottrine dell’immortalità dell’anima e dell’inferno di fuoco. In primo piano una grande Bibbia era chiusa in una catena, la quale, comunque, in un punto si spezzava. Sullo sfondo si poteva vedere il fratello Russell che indicava la Bibbia. Questi striscioni crearono in molte città notevole eccitazione e alcuni funzionari di polizia ne proibirono l’esposizione. Ma nonostante ciò, da 1.500 a 2.000 persone vennero a udire il discorso a Monaco, Dresda e Kiel.
Il discorso pubblico fu ben annunciato anche a Berlino. Nei giornali annunci eccezionalmente grandi avevano parecchie volte dato risalto all’avvenimento e dappertutto i tabelloni pubblicitari mostravano i nostri manifesti. Per giunta, i fattorini di tutti i principali giornali erano stati assunti perché contribuissero ad annunciare il discorso. Questi erano ragazzi vestiti con pantaloni blu e bianchi e con cappelli tenuti da un sottogola, elegantemente inclinati da una parte. Essi portavano cartelloni, sia davanti che di dietro, e percorrevano la città su pattini a rotelle. Ovunque questi ragazzi comparissero a Berlino, tutti sapevano che stava per accadere qualche cosa di importante.
Perciò, è comprensibile che nel pomeriggio grandi folle di persone affluissero di buon’ora alla Friedrichshain, la più grande sala della città, che poteva contenere circa 5.000 persone, per udire il discorso del fratello Russell. Ore prima che la sala si aprisse tutti i dintorni erano assediati. La moltitudine senza precedenti crebbe di ora in ora, e i mezzi di trasporto non poterono più contenere le folle. Molti, che pecuniariamente potevano permetterselo, vennero in carrozza. Molti altri non vi giunsero affatto a causa dei sovraffollati mezzi di trasporto. Il quartiere fu chiuso dalla polizia e variamente si stimò che da 15.000 a 20.000 persone furono mandate via alle porte della sala completamente strapiena. Zelanti fratelli e sorelle, approfittando della situazione, distribuirono migliaia di trattatini, e anche un gran numero di Studi sulle Scritture e altre pubblicazioni, tra le molte migliaia che non potevano entrare nella sala. Il fratello Russell poté così andar via con la soddisfazione che a questa sua ultima visita era stata data a Berlino un’impressionante testimonianza.
L’anno dopo, nel 1913, ci fu il sincero desiderio di dedicare, se possibile, anche più energia, tempo e denaro per far conoscere a più persone ancora la buona notizia del Regno. Furono prese le disposizioni per pubblicare i sermoni del fratello Russell nella rivista settimanale chiamata “Der Volksbote”, facendo in tal modo pervenire il messaggio ad altre persone. Si produsse anche letteratura in Braille per il beneficio dei ciechi. La Società espresse perfino la volontà di fornire gratuitamente ai fratelli la letteratura per la distribuzione.
Il programma del fratello Russell lo teneva così occupato che nel 1913 non gli consentì di visitare la Germania, ma i fratelli si rallegrarono grandemente quando mandò il fratello Rutherford, in quel tempo legale della Società. Ai suoi discorsi ci furono buoni uditori e le sale furono dappertutto piene al massimo. Le persone dovevano ripetutamente esser mandate via. A Dresda, per esempio, la sala aveva circa 2.000 posti, mentre da 7.000 a 8.000 furono mandati via per mancanza di spazio. Al suo discorso a Berlino, a cui assisterono 3.000 persone, ci fu disordine quando i disturbatori fecero tanto rumore che il fratello Kötitz, che traduceva il discorso del fratello Rutherford, trovò difficile farsi udire. Bisogna ricordare che in quel tempo non c’era nessun sistema di amplificazione acustica, quindi per controllare la situazione in tali difficoltà occorreva una voce potente. Il fratello Kötitz, benché compisse enormi sforzi, non fu all’altezza della situazione e si ridusse completamente al silenzio quando nel frattempo subì una lesione polmonare. Immediatamente un fratello saltò sopra un tavolino e con voce forte gridò: “Che cosa penseranno gli Americani di noi Tedeschi?”, il che sembrò calmare i disturbatori. Il fratello Kötitz completò il discorso, ma i fratelli che lo conoscevano riferiscono che da questo sforzo eccessivo non si rimise mai del tutto.
Alla fine dell’anno fu specialmente soddisfacente il fatto che le spese dell’opera poterono sostenersi con le contribuzioni volontarie, perfino con una piccola rimanenza in più. Così in Germania i fratelli giunsero alla fine di un anno pieno di abbondanti benedizioni convinti di avere dinanzi un altro anno di zelante attività, un anno che molti consideravano sarebbe stato ‘l’ultimo anno della mietitura’.
1914, ANNO LUNGAMENTE ATTESO
Era giunto ora l’anno 1914, un anno d’importanza storica che molti lettori de La Torre di Guardia avevano atteso da vari decenni. La prima metà dell’anno passò proprio così quietamente come l’anno prima. È vero che esisteva in Europa un’atmosfera di tensione, ma poiché questa non sfociò nella violenza, gli oppositori del Regno cominciarono a fare commenti negativi e non pochi furono troppo frettolosi nell’annunciare con gioia maligna la sconfitta degli “Auroristi millenniali”. Ma questo non poteva scuotere la fede di quelli che per molti anni avevano partecipato all’opera di testimonianza.
Nel frattempo la ruota del tempo continuava a girare. In parecchi paesi europei si facevano “solo per caso” manovre militari. Le cose ancora apparivano tranquille, ma il passo marziale dei soldati che facevano esercitazioni era come l’attutito boato di un vulcano pronto a eruttare in qualsiasi momento. All’improvviso il mondo intero trattenne il fiato. A Seraievo risuonò uno sparo. Nelle grandi città di tutto il mondo gli strilloni dei giornali percorrevano le vie ripetendo: “Edizione straordinaria! Edizione straordinaria!” ed era cominciata la più micidiale guerra che ci fosse stata fino a quel tempo nella storia del genere umano, una guerra che gli storici definirono per la prima volta “guerra mondiale”. Per molti la guerra scoppiò come un fulmine a ciel sereno, e altrettanto improvvisamente gli schernitori tacquero. Il fratello Grabenkamp di Lubecca disse ai suoi figli: “Be’, ragazzi miei, il tempo è venuto!” e i suoi fratelli in tutto il mondo pensarono e proferirono parole simili. Avevano atteso questi avvenimenti, sì, non solo, era stato loro ordinato da Geova d’annunciarli ad altri. Essi sapevano che queste cose avrebbero semplicemente preceduto le indescrivibili benedizioni di Geova per il genere umano.
Ora potevano guardare con i propri occhi il passato e vedere come la testimonianza che avevan data si era adempiuta. Un esempio è il fratello Dathe, che si battezzò con sua moglie nel 1912 e che, anni dopo, scrisse al suo buon amico e fratello Fritz Dassler quanto segue:
“Nelle due ultime ore che io trascorsi accanto alla mia cara moglie malata il 23 giugno 1954, due ore e mezza prima che si addormentasse nella morte, ricordammo il lontano giorno del 28 giugno 1914, che era stato sempre così importante per noi. Fu una domenica. Avevamo un bel tempo estivo. Quel pomeriggio avevamo bevuto una tazza di caffè sul balcone e ci meravigliavamo del cupo colore turchino del cielo. L’aria era pura e asciutta. Non si vedeva una nuvola. Menzionai il giornale quotidiano. Pareva che non ci fosse nessuna tensione in nessuna parte della terra; dappertutto era serenamente pacifico. E, ciò nondimeno, attendevamo quell’anno segni visibili del principio del dominio di Cristo. I giornali già trionfavano pubblicando un articolo diffamatorio dopo l’altro contro i veri credenti che avevano profetizzato la fine del mondo nel 1914. Il lunedì, 29 giugno 1914, aprimmo comunque di buon’ora quella mattina il nostro giornale quotidiano e leggemmo i titoli: ‘L’Erede austriaco al trono assassinato a Seraievo!’ In una notte i cieli politici si erano oscurati. Quattro settimane dopo scoppiò la prima guerra mondiale. Agli occhi dei nostri oppositori fummo ora ad un tratto i più grandi profeti”.
La determinazione di questi fedeli servitori di fare la rivelata volontà di Geova fece capire loro che li attendeva un’opera ancora più grande pure quando era venuto e trascorso il 1914. Geova guidava il suo popolo affinché si adempisse il suo proposito. L’opera di preparazione per l’enorme testimonianza data per mezzo del “Fotodramma della creazione” è un buon esempio. I necessari apparecchi, pellicole, diapositive e istruzioni giunsero in Germania poco prima dello scoppio della guerra. Alcune parti erano arrivate anche prima e già erano state proiettate il 12 aprile 1914, a un’assemblea in Barmen e a un’assemblea in Dresda, a cui, a proposito, dal 31 maggio al 2 giugno, furono presenti parecchi fratelli provenienti dalla Russia e dall’Austria-Ungheria.
Quando fu arrivato in Germania il resto della pellicola tre settimane prima dello scoppio della guerra, la Società prese immediatamente disposizioni per proiettare il Dramma nell’auditorio civico di Elberfeld. Considerando l’interesse pubblico per il Dramma, la sala fu di gran lunga troppo piccola e dovette essere proiettato due volte. Il grande debutto si ebbe comunque a Berlino, dove fu proiettato due volte al giorno a uditori strabocchevoli. La serie (proiettata in quattro parti per quattro giorni consecutivi) dovette esser proiettata cinque volte dal 1º novembre al 23 novembre 1914.
Ma la guerra portò problemi, il primo dei quali si ebbe quando fu temporaneamente interrotto il contatto con l’America.
PROBLEMI RIGUARDO ALLA SORVEGLIANZA DELL’OPERA
Il popolo di Dio entrava ora in Germania in un periodo di grande tensione, contrassegnato da problemi riguardo alla sorveglianza dell’opera. Verso la fine del 1914, circa undici anni dopo che il fratello Russell aveva autorizzato il fratello Kötitz a venire in Germania per assumervi la sorveglianza dell’opera, egli fu improvvisamente attaccato da varie parti e accusato di scorrettezze. Questo causò imbarazzo tra i fratelli e indusse il fratello Russell a toglierlo dal suo incarico di servizio.
Il bisogno di altri fratelli pellegrini in Germania aveva fatto decidere al fratello Russell di mandare dagli Stati Uniti un fratello chiamato Conrad Binkele, ex predicatore metodista che aveva conosciuto La Torre di Guardia solo da un anno circa, perché rendesse servizio con questo incarico, sebbene il fratello Russell avesse fatto ciò solo con esitazione. Il fratello Binkele arrivò in Germania proprio mentre i problemi tra i servitori cominciavano ad assumere proporzioni serie, e nel 1915 gli fu affidata la sorveglianza dell’opera in Germania.
Comunque, il fratello e la sorella Binkele tornarono poco dopo negli Stati Uniti. Le loro parole di addio furono notevolmente riportate in neretto nell’ultima pagina de La Torre di Guardia di ottobre, con il commento che ‘le condizioni avevano esaurito le loro risorse fino all’eccesso’. Queste “condizioni” erano probabilmente le difficoltà che nel 1915 continuavano a crescere. In ottobre il fratello Russell si sentì costretto a prestare al problema speciale attenzione e a prendere le misure necessarie per risolverlo. Una lettera intitolata “Lettera personale del fratello Russell agli Studenti Biblici tedeschi” diceva quanto segue:
“Brooklyn, ottobre 1915
“Cari fratelli,
“Nelle mie preghiere vi penso spesso e il mio fervido desiderio è che il Signore vi benedica. Comprendiamo le sofferenze che direttamente o indirettamente vi colpiscono a motivo della guerra. Desideriamo inoltre esprimervi la nostra comprensione per le sofferenze che sopportate in Germania nell’interesse della verità. Non spetta a noi giudicarci gli uni gli altri o punire pronunciando un giudizio finale. Se i fratelli che hanno sbagliato si pentono, dobbiamo esser contenti di lasciare il giudizio e la punizione finali al Signore che ha detto: ‘Il Signore giudicherà il suo popolo’. Ebr. 10:30, AV.
“Ciò nondimeno nell’interesse della verità, della giustizia e della condotta corretta, e per amore dell’influenza esercitata dai rappresentanti della Società, sembra necessario nominare in Germania nuovi rappresentanti della Società. La guerra ha causato certi inconvenienti, il servizio postale e telegrafico è irregolare ed è comprensibile che per un certo tempo sorgessero a Barmen alcune incomprensioni riguardo alla direttiva. Crediamo che il nostro caro fratello Binkele fece il suo meglio e che date le circostanze si comportò in maniera corretta. Ma come sapete il fratello Binkele è tornato in America.
“Vogliamo informare i fratelli tedeschi che da ora in poi tutte le cose della Società dovranno essere regolate da un comitato di tre fratelli: Ernst Haendeler, Fritz Christmann e Reinhard Blochmann. . . .
“Cari fratelli, vi raccomando di collaborare sotto ogni aspetto e di sostenere a Barmen la nuova direttiva. Il Corpo di Cristo è uno, non permettete divisioni nel corpo, come ci ammonisce anche l’Apostolo”.
Ma nemmeno questa disposizione riuscì come era stato prestabilito, poiché il fratello Blochmann era stato costretto a lasciare Barmen e il fratello Haendeler era morto prima ancora che la lettera del fratello Russell giungesse in Germania. Poiché nei mesi successivi la tensione non cessò, nel febbraio del 1916 il fratello Russell nominò un “comitato di sorveglianza” composto di cinque fratelli, H. Herkendell, O. A. Kötitz, F. Christmann, C. Stohlmann ed E. Hoeckle.
Questa disposizione del “comitato di sorveglianza” non ebbe comunque lunga durata. Solo alcuni mesi dopo che il comitato era stato di nuovo raggruppato, il fratello Binkele, che nel frattempo era tornato in Europa e aveva preso residenza a Zurigo, in Svizzera, fu nominato affinché prestasse servizio come rappresentante legale della Società per Germania, Svizzera e Olanda, mentre il fratello Herkendell fu reso responsabile dell’opera editoriale.
Il fratello Kötitz, che nel 1914 era stato sostituito dal fratello Binkele, aveva proiettato da quella data il Fotodramma. Egli rimase il bersaglio dell’attacco dei fratelli i quali erano comunque intenti a conseguire i loro propri desideri egoistici, anziché contribuire alla pace interna dell’organizzazione. Elisabeth Lang, che per anni aveva lavorato col fratello Kötitz, una volta lo trovò tristemente seduto sulla panchina di un parco vicino alla sala dove si stava proiettando il Fotodramma. Le disse che ancora una volta aveva ricevuto una lettera di accuse volta chiaramente a privarlo degli ultimi privilegi di servizio che gli rimanevano. Raccontò come aveva avuto il privilegio di lavorare accanto al fratello Russell per circa dieci anni prima che gli fosse assegnata la responsabilità dell’opera in Germania. Comunque, ora s’era spesso minuziosamente esaminato per vedere se era stato degno di questa fiducia. Si confortava, comunque, col pensiero: “Se a causa dei miei 24 anni di attività ho aiutato anche una sola persona a mostrarsi degna di appartenere ai 144.000, avrò quindi avuto il privilegio d’aver fatto 1/144.000a parte dell’opera”.
È comprensibile che questi continui assalti minassero la sua salute, la quale era stata severamente indebolita dalla lesione polmonare subìta a Berlino. Accadde così che il 24 settembre 1916 morì all’età di 43 anni. Ne La Torre di Guardia l’annuncio della Società fece menzione della sua “fedeltà” e disse che “il suo zelo, la sua perseveranza, la sua risolutezza, la sua forte fede e la sua volontà, la sua dedicazione e il suo fedele adempimento degli obblighi sono riconosciuti e apprezzati da tutti i cari fratelli”.
Dopo breve tempo i fratelli tedeschi ricevettero notizia che il 31 ottobre, circa cinque settimane dopo che era morto il fratello Kötitz, il fratello Russell aveva pure completato il suo corso terreno. Alcuni ne furono così depressi da smettere di seguire il loro corso e da allontanarsi. Ma la maggioranza prese la notizia della morte del fratello Russell come un incoraggiamento a dedicare le proprie energie e il proprio tempo ancor più intensamente alla continuazione dell’opera che avevano iniziata.
La guerra rese necessari ripetuti cambiamenti nella sorveglianza. Dall’ottobre del 1916 al febbraio del 1917, prestò servizio in questo incarico Paul Balzereit; dal febbraio del 1917 al gennaio del 1918, il fratello Herkendell; e dal gennaio del 1918 al gennaio del 1920, il fratello M. Cunow, che fu quindi sostituito dal fratello Balzereit.
NEUTRALITÀ
Lo scoppio della prima guerra mondiale offrì al Diavolo l’opportunità di suscitare tra i fratelli incertezza sulla questione della neutralità, incertezza che si manifestò anche nella Casa Biblica di Barmen dove i fratelli Dwenger, Basan e Hess erano tutti soggetti alla leva. Mentre i fratelli Dwenger e Basan eran decisi a non fare il giuramento di fedeltà o a non prendere le armi, il fratello Hess era indeciso. Egli andò al fronte nel Belgio, compagno di quelli che non riponevano la loro speranza nel regno di Dio. Non fece mai ritorno. Una successiva chiamata di leva diede luogo alla coscrizione dei fratelli Dwenger e Basan. Il fratello Basan poté subito tornare a casa, mentre il fratello Dwenger non fu rilasciato, ma, anzi, fu costretto ad archiviare registrazioni in un ufficio militare. Egli fu disposto a far ciò, poiché in quel tempo era compatibile con la sua comprensione della questione. Il fratello Balzereit, un fratello pellegrino, fu comunque in disaccordo col fratello Dwenger quando questi gli disse che in caso di emergenza si sarebbe rifiutato di rispondere alla chiamata e di prendere le armi. Il fratello Balzereit espresse questo disaccordo, chiedendo: “Capisci quali saranno le conseguenze per l’opera, se assumi tale determinazione?”
A causa dell’incertezza che prevaleva tra loro, non tutti i fratelli seguirono verso le questioni delle nazioni un corso di stretta neutralità cristiana. Un considerevole numero di fratelli fecero il servizio militare e combatterono al fronte. Altri si rifiutarono di compiere il servizio militare come combattenti, ma furono disposti a prestare servizio nei reparti di sanità dell’esercito. Alcuni presero comunque una ferma determinazione, rifiutandosi di partecipare in qualsiasi modo, e furono condannati alla prigione. Come risultato della determinazione presa, Hans Hölterhoff fu assoggettato a crudele inganno quando fu condotto sul terreno con la finta d’esser posto dinanzi a un plotone d’esecuzione. Infine, fu condannato a due anni di prigione da una corte militare.
In vista dell’incertezza che c’era fra il popolo di Dio su tale importante questione della neutralità cristiana, possiamo senza dubbio ringraziare Geova che egli continuasse a trattarli con misericordia.
ULTERIORE ESPANSIONE NONOSTANTE LE CONDIZIONI SFAVOREVOLI
In quegli anni il Fotodramma della creazione contribuì grandemente all’espansione. Ora veniva proiettato in città più piccole come Kiel, dove a una ricchissima signora, che subito divenne nostra sorella, fece tale impressione che immediatamente donò alla congregazione, ora di circa quarantacinque o cinquanta persone, la grande somma di 2.000 marchi affinché potessero ottenere una sala migliore.
Fu il libro Il divin piano delle età a indurre Christian Könninger a prestare attenzione. Una crisi familiare lo spinse a chiedere a un ben noto studente biblico chiamato Ettel di visitarlo, e fu iniziato uno studio, a cui assisté in seguito sua moglie. Il loro successivo passo fu quello di chiedere gli indirizzi di altre persone interessate e dei lettori de La Torre di Guardia nelle città vicine. Insieme invitarono i loro vicini, amici e conoscenti al discorsi che si facevano nella casa del fratello Ettel. Il fratello Könninger e gli altri fratelli approfittavano di ogni opportunità che si presentava loro per invitare gli oratori a Eschweiler e a Mannheim, in seguito anche a Ludwigshafen, dove i loro discorsi erano annunciati sia oralmente che per mezzo di giornali, manifesti e cartelloni messi nelle vetrine dei negozi.
Nel 1917 il fratello Ventzke di Berlino cercava di divulgare la verità oltre i confini di questa città. Egli prendeva uno zaino pieno di libri e andava a piedi a Brandeburgo, circa cinquanta chilometri a ovest di Berlino, per tornare parecchi giorni più tardi solo dopo aver fatto la distribuzione di tutta la sua letteratura. Nello stesso tempo i fratelli pellegrini visitavano la città di Danzica e vi ponevano il fondamento di una congregazione nella casa del fratello Ruhnau.
NESSUN ARRESTO DELL’OPERA
I fratelli nutrivano riguardo all’anno 1918 varie aspettative. Alcuni avevano avuto la certezza che esso segnasse la fine del loro corso terreno e avevano ripetutamente espresso questa speranza ai loro amici e conoscenti. La sorella Schünke di Barmen, per esempio, aveva spiegato ai suoi compagni di lavoro che, se qualche giorno non si fosse presentata al lavoro, ciò sarebbe avvenuto perché era stata “portata a casa”. Allorché le loro attese restarono comunque inadempiute, alcuni si ritrassero con delusione come alcuni avevano fatto anche nel 1914. Altri si chiedevano ora che cosa sarebbe accaduto.
C’era ancora lavoro da fare. La maggioranza dei fratelli ne era felice, poiché il desiderio del loro cuore era di rendere sacro servizio a Geova. Questi continuarono l’opera. Essi riscontrarono che nei tempi critici ora addensati sulla Germania c’erano più orecchie che udivano che non in precedenza. Questo è confermato dall’esperienza di Fritz Winkler (di Berlino).
Nel 1919 egli era impiegato ad Halle (Saale) e ogni sabato andava in treno dai suoi genitori a Gera. Un sabato un uomo e sua figlia salirono sul treno alla fermata di una stazione, lui con uno zaino pieno e sua figlia con una borsa pure piena di qualche cosa. Il treno aveva appena cominciato a muoversi che l’uomo, un fratello di Zeitz, aperto lo zaino pieno fino all’orlo del libro Il divin piano delle età, fece ai viaggiatori un discorso usando la “Tabella delle età” che si trovava nella prima pagina del libro. Alla conclusione egli offrì a tutti loro il primo volume degli Studi sulle Scritture. Quando alcune fermate dopo scese dal treno, il suo zaino era vuoto e la borsa di sua figlia era vuota quasi per metà. Questa esperienza fece assistere Fritz Winkler a un discorso pubblico, per mezzo del quale venne alla conoscenza della verità.
VAGLIATURA
Ma non tutti erano d’accordo con la maniera in cui si proclamava la buona notizia. Specialmente fra alcuni ‘anziani’ che le congregazioni avevano eletti in modo democratico c’erano di quelli che facevano di più per ostacolare l’opera che non per promuoverla. Divenne necessario avvertire i fratelli di non discutere con loro. Era meglio lasciare che seguissero la loro propria via e impiegare nel ministero del Regno il tempo che altrimenti si sarebbe perduto in inutili dibattiti. La Torre di Guardia non lasciò nessun dubbio che ci sarebbe stata tale vagliatura, per cui i cristiani erano stati ammoniti di guardarsi da quelli che causavano divisioni e controversie e di allontanarsi da loro. Ciò rese necessari nel 1919 alcuni cambiamenti in paesi vicini, e questi influirono sui fratelli e sull’opera in Germania. Nel corso dell’anno, per esempio, il fratello Lauper cominciò a lavorare secondo il suo proprio concetto delle cose. Gli si chiese, perciò, di restituire il suo deposito di libri e riviste, che appartenevano alla Società Torre di Guardia ma di cui aveva avuto per parecchi anni la sorveglianza.
Verso la fine del 1919 i fratelli furono informati di un problema ancora più grande. Il fratello Russell aveva nominato alcuni anni prima A. Freytag perché avesse cura dell’opera franco-belga dall’ufficio della Società in Ginevra. La sua autorizzazione comprendeva la stampa di una traduzione francese de La Torre di Guardia inglese e anche degli Studi sulle Scritture. Egli abusò comunque di questa autorizzazione e cominciò a stampare sue proprie pubblicazioni, causando in tal modo considerevole confusione tra i fratelli. Freytag fu rimosso dal suo incarico e l’ufficio della Società fu sciolto, essendo un nuovo ufficio aperto a Berna sotto la direttiva del fratello E. Zaugg e sotto la soprintendenza generale del fratello Binkele.
Intanto, i sostenitori di Freytag avevano cominciato a tenere adunanze separate e a lavorare in Germania tra i fratelli, alcuni dei quali persero la loro chiara visione a causa delle critiche e delle diffamazioni di Freytag che accusava la Società di divulgare insegnamenti falsi. Nel settembre del 1920 il fratello Binkele ritenne necessario confutare le false accuse di Freytag e rispondere a molte domande inviate dalla Germania, con una lettera circolare di quattro pagine. Ciò nonostante, i semi del dubbio che erano stati seminati da Freytag cominciarono a germogliare, e parecchi di quelli che non erano saldi lo seguirono istituendo le loro proprie congregazioni. Questo gruppo esiste ancora in Germania fino al giorno attuale.
ATTESA DI ULTERIORI ASSEGNAZIONI DI SERVIZIO
A cominciare dal gennaio del 1919 La Torre di Guardia si pubblicò di nuovo in un’edizione di sedici pagine e una pagina per il titolo (che negli anni della guerra era stata omessa per ridurre le spese). L’opera dei pellegrini fu rafforzata e quattro fratelli visitavano regolarmente le congregazioni. Nello stesso tempo lavoravano con fervore alla traduzione del settimo volume degli Studi sulle Scritture, il libro Il mistero compiuto. Per giunta, fu preparato un trattatino di quattro pagine intitolato “La caduta di Babilonia”, che era un’epitome del libro.
Furono fatti elaborati preparativi. A cominciare dal 21 agosto e nei mesi successivi si fece una virtuale inondazione con la distribuzione di trattatini e del libro Il mistero compiuto. Fu un’estesa campagna, sebbene non tutti vi partecipassero, specialmente non gli ‘anziani elettivi’, i quali, preferirono piuttosto pronunciare solo discorsi. Anche alcuni fratelli e sorelle altrimenti volenterosi esitarono dopo essersi resi conto del contenuto del libro.
Il fratello Richard Blümel, di Lipsia, che si era battezzato nel 1918, non aveva prestato attenzione al fatto che, sebbene battezzato, era ancora un formale membro di una chiesa della cristianità. Egli era stato dell’opinione che “se non la frequento, non appartengo più alla chiesa”. Ma avendo letto il trattatino e avendo compreso che avrebbe dovuto invitare altri a lasciare Babilonia, si rese conto che avrebbe potuto rettamente partecipare a quest’opera solo dopo avere egli stesso lasciato la chiesa. Di buon’ora la mattina del 21 agosto, fece togliere ufficialmente il suo nome dal registro della chiesa e nel pomeriggio andò a distribuire con coscienza pura il trattatino La caduta di Babilonia.
In seguito, a un’assemblea tenuta quell’anno a Lipsia, il fratello Cunow, che in quel tempo aveva la sorveglianza dell’opera in Germania, parlò dell’espansione dell’opera — erano ora attivi circa 4.000 fratelli — e annunciò che la rivista L’Età d’Oro si sarebbe pubblicata in Germania non appena fossero giunte le istruzioni dall’ufficio principale. I presenti furono davvero entusiasti e tutti espressero la determinazione di sostenere finanziariamente l’opera.
CAMPO MATURO PER LA MIETITURA
Com’era cambiata la Germania in soli pochi mesi! Prima della prima guerra mondiale pochi erano stati in paragone quelli disposti ad ascoltare la buona notizia del Regno. Ma il kaiser, che nel 1914 aveva trionfalmente proclamato per la Germania un glorioso futuro, era ora fuggito in esilio in Olanda. L’esercito tedesco, mandato a conquistare la Francia, era tornato in patria con umiliazione. Il motto sulla fibbia delle loro cinture “Dio con noi!” era risultato falso. I soldati che tornavano avevan visto la futilità della guerra, una guerra che non era mai stata sostenuta da Dio, come il clero aveva ripetutamente tentato di persuaderli.
Molti fratelli ancora viventi confermano che fu questa guerra assai inutile e insensata a indurli a destarsi alla verità. Molti si rifiutarono di credere che Dio avesse avuto a che fare in alcun modo con questa vana distruzione di vite umane; piuttosto, ne ritennero responsabile il clero, che, nelle loro cosiddette “funzioni religiose da campo”, prometteva una ricompensa celeste a quelli che perdevano la vita in battaglia. Altri, ricevuta la comunicazione che il proprio marito, padre o figlio era caduto sul “campo dell’onore”, cominciavano a chiedersi se fossero realmente in cielo o forse in un inferno di fuoco come predicava il clero. Per questi il discorso “Dove sono i morti?” era molto opportuno. I fratelli erano in grado di distribuire libri come non avevano mai fatto prima. Si dice che due sorelle colportrici collocassero insieme, in un mese, una media di 400 volumi Studi sulle Scritture. I fedeli servitori di Geova si valevano al massimo delle loro opportunità. In un tempo comparativamente breve fiorirono in molti luoghi forti congregazioni.
A Berlino, il giovedì 27 maggio 1920, sette oratori parlarono a 8.000 o 9.000 individui affamati di verità in sette grandi sale di vari quartieri della città sul soggetto “La fine è vicina! Che avverrà poi?” L’interesse fu così grande che 1.500 persone chiesero d’esser visitate, e si collocarono 2.500 libri oltre ad altre pubblicazioni.
Ora era realmente tempo per il Fotodramma. Una delle più notevoli proiezioni fu fatta a Stoccarda nella Gustav-Siegle-Haus per mille persone. Fu mostrato tanto interesse che i fratelli cedettero i loro posti alle persone interessate. Una proiezione speciale fu fatta per loro la domenica solo con un breve intervallo a mezzogiorno, mentre il programma intero fu normalmente presentato in quattro sere.
Il Fotodramma fu accettato con grande apprezzamento in Sassonia, fortezza del pensiero socialista, dove ora le congregazioni cominciavano a sorgere come i funghi dopo una leggera pioggia. Fra queste fu una congregazione di Waldenburg con oltre cento persone che subito si radunavano regolarmente per studiare la Parola di Dio in un grande podere, il cui proprietario era stato fino a poco tempo prima membro del consiglio del direttori della chiesa.
IMPORTANTI PASSI VERSO L’ORGANIZZAZIONE TEOCRATICA
Il fratello Rutherford, che in questo tempo desiderava visitare personalmente la Germania ma non era riuscito a ottenere il permesso d’entrarvi, invitò ora ventisei fratelli della Germania a venire il 4 e il 5 novembre 1920 a Basilea, in Svizzera, per considerare i modi e i mezzi di compiere più efficacemente l’opera in Germania. La “filiale tedesca” fu sciolta e fu aperto un nuovo ufficio chiamato “Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, Ufficio dell’Europa Centrale”, la cui sede rimaneva temporaneamente a Zurigo ma doveva essere trasferita il più presto possibile a Berna. Questo ufficio, sotto la direttiva di un sorvegliante principale pienamente dedito al Signore e nominato dal presidente, avrebbe dovuto avere la sorveglianza dell’opera in Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Austria, Germania e Italia. Ciascuno dei summenzionati paesi doveva avere un sorvegliante locale, pure nominato dal presidente. Lo scopo di questa disposizione era quello di unire l’opera nell’Europa centrale affinché potesse compiersi nella maniera più vantaggiosa.
La conferenza di due giorni con i ventisei fratelli venuti dalla Germania, compresi i fratelli Hoeckle, Herkendell e Dwenger, si tenne specialmente allo scopo di trovare i modi e i mezzi per compiere con la massima efficacia l’opera in Germania e per determinare chi doveva essere il sorvegliante locale. Il comitato che aveva prestato servizio in Germania per molti anni fu sciolto. Il fratello Cunow, che fino ad allora aveva diretto per alcuni anni l’opera, chiese d’essere esentato da questo incarico e di essere mandato nell’opera di pellegrino, quindi fu necessario trovare un nuovo sorvegliante. Paul Balzereit fu scelto come sorvegliante locale per la Germania e il fratello Binkele fu nominato sorvegliante principale dell’Ufficio dell’Europa Centrale.
CAMPAGNA DEI “MILIONI”
Si annunciò che nel febbraio del 1921 sarebbe stato presentato l’opuscolo Milioni ora viventi non morranno mai in tedesco e si dispose ufficialmente d’iniziare il 15 febbraio una campagna di conferenze che sarebbe dovuta durare parecchi anni. A pronunciare i discorsi furono assegnati i migliori oratori e, dove non ce n’era nessuno disponibile, le congregazioni potevano scrivere alla Società perché disponesse di inviare tali oratori.
Si aprì così la porta per dare una potente testimonianza, come un anno prima la maggioranza dei nostri fratelli non avrebbero sognato ne fosse possibile l’uguale. Il rapporto annuale della Società riferì: “Non s’è mai avuto in precedenza tanto interesse nella Germania quanto ce n’è attualmente. Grandi folle vengono e, quantunque cresca l’opposizione, la verità si diffonde”.
Questo è quanto avveniva a Costanza. La sorella Berta Maurer, che ha servito Geova per più di cinquant’anni, ancora ricorda come il discorso pubblico “Il mondo sta per finire — Milioni ora viventi non morranno mai!” era annunciato da grandi cartelloni e quindi tenuto nella più grande sala della città, la sala in cui Jan Huss fu condannato ad essere arso al rogo. Furono fatti discorsi ulteriori, e il 15 maggio 1921 furono battezzate quindici persone, il principio della congregazione di Costanza.
A Dresda il discorso fece molta impressione. La congregazione aveva affittato tre grandi sale, ma in alcuni casi due ore prima che si facessero i discorsi, fu sospeso il servizio tranviario perché l’enorme folla aveva bloccato il traffico. Le sale sovraffollate non potevano accogliere più nessuno. Gli oratori ebbero difficoltà ad attraversare le folle per giungere alle sale. Solo dopo aver ottenuto la promessa che il discorso sarebbe stato ripetuto per il beneficio di quelli che attendevano, la folla fu disposta a cedere il passaggio.
Per via la sig.ra Elisabeth Pfeiffer trovò a Wiesbaden un volantino che annunciava il discorso dei “Milioni”. Ella si disse: “Che insensatezza! Ciò nondimeno vi andrò, poiché vorrei vedere che genere di persone crederebbero una tal cosa”. Vi andò e si sorprese vedendo nella via una grande folla che invano cercava di entrare nell’auditorio della scuola superiore già sovraffollato dove si sarebbe dovuto tenere il discorso. In quel tempo i Francesi occupavano ancora il paese ed essi ebbero gentilmente cura del servizio d’ordine. Avendo visto che la sala era piena e che altre centinaia di persone erano in piedi nella via, parlarono al fratello Bauer, l’oratore, e dissero alla folla in attesa che egli sarebbe stato disposto a parlare anche a loro dopo aver finito il suo discorso. Da tre a quattrocento persone, compresa la sig.ra Pfeiffer, attesero con pazienza. Ciò che ella udì quella sera le fece un’impressione così profonda che in seguito assisté a tutte le adunanze e presto divenne una zelante sorella.
Un’altra volta i fratelli Wandres e Bauer avevano preso disposizioni per il discorso, ma contrariamente alle esperienze che avevano avute con le sale sovraffollate, quella sera in principio non venne nessuno. Mentre si avvicinava l’ora di cominciare, uscirono entrambi nella via per vedere se si poteva attendere qualcuno. Trovarono alcuni che erano interessati a udire il discorso ma che, per qualche ragione sconosciuta ai fratelli, esitavano a entrare nell’edificio. Quando ne fu chiesta loro la ragione, dissero che siccome era il primo di aprile erano incerti se alcuni burloni avevano voluto fare un pesce d’aprile. Tuttavia, in circa mezz’ora arrivarono da trenta a quaranta persone per ascoltare il discorso.
Il fratello Erich Eickelberg da Remscheid distribuiva l’opuscolo dei Milioni a Solingen quando ebbe l’interessante esperienza che segue: Si presentò a un uomo che incontrò, dicendo: “Le porto la buona notizia che milioni ora viventi non morranno mai, ma vivranno in pace e felicità per sempre sulla terra. Questo opuscolo lo prova e costa solo dieci pfennig”. Il signore rifiutò l’offerta, ma il ragazzino che gli stava accanto disse: “Papà, perché non lo compri? Una bara costa assai di più”.
ORGANIZZAZIONE PREPARATA PER LA NUOVA ATTIVITÀ
Gli anni del dopoguerra dal 1919 al 1922 furono per i fratelli in Germania anni di vero sviluppo e preparazione.
La Società, interessata a rafforzare l’opera sia internamente che esternamente, ora fece i necessari passi per stabilire in maniera legale l’opera riguardo al suo stato giuridico presso il governo. I risultati furono che la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati costituita nel 1884 ad Allegheny, negli U.S.A., fu riconosciuta il 7 dicembre 1921 in Germania come società estera legale.
Il messaggio proclamato nel 1922 si concentrava principalmente sul tema “Milioni ora viventi non morranno mai”. La Società riservò il 26 febbraio 1922 come giorno di conferenze dei “Milioni” in tutto il mondo. In Germania il discorso fu pronunciato quel giorno in 121 diverse città e fu udito da circa 70.000 persone. Un secondo grande giorno di testimonianza mondiale fu il 25 giugno, in cui si tennero in Germania 119 conferenze, con circa 31.000 presenti. Due altre “conferenze mondiali” simili furono pronunciate durante l’anno in Germania, e il 29 ottobre vi assisterono 75.397 persone e il 10 dicembre 66.143 persone. Così la buona notizia giungeva a migliaia di persone.
IL FRATELLO RUTHERFORD VISITA DI NUOVO L’EUROPA
Nel 1922 il fratello Rutherford intraprese un lungo viaggio attraverso l’Europa, visitando in quel tempo Amburgo, Berlino, Dresda, Stoccarda, Karlsruhe, Monaco, Barmen, Colonia e Lipsia. Ad Amburgo per un giorno di assemblea si presentarono circa 500 fratelli, un eccellente aumento dalla sua visita di soli otto anni prima! A Stoccarda era disponibile per la conferenza pubblica una sala che aveva solo 1.200 posti; alle porte si dovettero mandar via centinaia di persone. E a Monaco il fratello Rutherford parlò a 7.000 persone nel gremito “Zirkus Krone”. Prima che cominciasse il discorso si seppe che un gruppo di antisemiti e anche parecchi sacerdoti gesuiti erano fra i presenti e che eran venuti con l’intenzione di disturbare e, se possibile, interrompere l’assemblea. Il fratello Rutherford dichiarò: “In questa città (Monaco) e in altri luoghi è stato dichiarato che l’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali sia finanziata dagli Ebrei”. Aveva appena finito di dire queste parole che si udirono grida: “È vero”, e così via. Ma il fratello Rutherford parlò con convinzione ed enfasi e subito chiuse la bocca di quelli che causavano disturbo, sebbene tentassero d’impossessarsi del palco dell’oratore per impedirgli di completare il suo discorso.
Nel 1922 il più grande avvenimento fu in Germania il congresso di Lipsia del 4 e 5 giugno. La Società aveva scelto la città di Lipsia come luogo adatto per il congresso tedesco. I fratelli, che in maggioranza abitavano in Sassonia, erano molto poveri e non sarebbero stati in grado di sostenere le spese di un viaggio lungo. Quindi il luogo più appropriato sarebbe stato in realtà Lipsia.
Era stato predisposto che il lunedì mattina il fratello Rutherford tenesse una sessione con domande e risposte. Fra le domande, che erano state presentate per iscritto in anticipo, ce ne fu una di particolare interesse. Si riferiva al “Völkerschlachtdenkmal” (“Monumento della battaglia delle nazioni”) di Lipsia, dedicato con appropriate cerimonie nel 1913 per commemorare l’insurrezione avvenuta presso Lipsia cento anni prima. La domanda che si riferiva a questo monumento, in breve, diceva quanto segue: “Si riferisce Isaia 19:19 a questo monumento quando dice: ‘In quel giorno ci sarà un altare a Geova in mezzo al paese d’Egitto, e una colonna a Geova accanto alla sua linea di confine’?”
Si noti che tre anni prima, cioè al congresso di Lipsia tenuto nel 1919, parecchi fratelli erano andati a vedere una mattina questo “Monumento della battaglia delle nazioni”. Quel pomeriggio era stato pronunciato un discorso dal fratello Alfred Decker, un ‘anziano elettivo’ che in seguito divenne un accanito oppositore della verità, il quale aveva tentato di provare che questo “Monumento della battaglia delle nazioni” fosse davvero la colonna menzionata in Isaia 19:19. Il costruttore del monumento, il membro del consiglio della corona Thieme, era stato pure invitato in questa occasione festiva ed egli e i suoi architetti erano stati invitati a dare appropriate spiegazioni.
Prima di rispondere alla domanda, il fratello Rutherford era andato a vedere questa straordinaria costruzione. Più tardi, quando si rivolse all’intero gruppo riunito in assemblea, non lesinò parole, dichiarando che Isaia 19:19 non si riferiva a questo monumento. Esso era stato eretto unicamente a causa dell’ardente ambizione di un uomo sostenuto dall’influenza del grande avversario. Non ci sarebbe stata nessuna ragione per cui Geova facesse erigere sulla terra un tale monumento alla fine dell’epoca evangelica. Ogni parte del gigantesco monumento indicava che aveva avuto origine dal Diavolo e che era opera sua e dei suoi alleati e complici, i demoni, i quali avevano influito sugli uomini affinché erigessero questo “monumento di follia”. Il kaiser tedesco aveva sperato una volta di poter dire: “Fu qui che stette una volta Napoleone il quale tentò di conquistare il mondo, ma il suo piano fallì completamente, ed è qui che il kaiser tedesco, il quale similmente si accinse a conquistare il mondo e il cui piano ha avuto grande successo, ora si erge, per la quale ragione il mondo intero dovrebbe inchinarsi davanti a lui”.
“L’ARPA DI DIO”
Per preparare il terreno a una rapida distribuzione del nuovo libro L’Arpa di Dio, che ora era divenuto disponibile in tedesco, la Società preparò e stampò cinque milioni di copie di un opuscolo intitolato “Perché?” Per sfortuna lo stabilimento tipografico a cui fu affidato il compito di stampare L’Arpa di Dio era di continuo in ritardo e aveva fatto rimandare parecchie volte la data della pubblicazione. Il prezzo del libro indicato nell’opuscolo della Società non poteva essere rispettato a causa del rapido peggiorare dell’inflazione; e al principio del gennaio 1923 il prezzo di 100 marchi si era dovuto aumentare a 250, equivalente a cento grammi di margarina, nonostante che in questo tempo il costo della pubblicazione de L’Arpa avesse già raggiunto i 350 marchi. Il contenuto del libro suscitò enorme entusiasmo non solo tra i fratelli, ma anche tra gli amici della verità.
A Langenchursdorf, che apparteneva alla congregazione di Waldenburg, un giovane fratello chiamato Erich Peters, molto dotato in quanto all’eloquenza, fu così entusiasta del contenuto del libro e del suggerimento di iniziarvi studi che chiese a suo padre il permesso d’invitare i suoi amici e vicini a venire una data sera una volta la settimana nella casa paterna per poter considerare con loro L’Arpa di Dio. A questo studio serale assistevano in seguito tante persone da doverle far sedere in tutte le stanze del pianterreno. Questo giovane fratello, parlando con entusiasmo del regno di Geova e delle sue benedizioni, stava in piedi sulla soglia della porta fra le stanze in modo da essere udito e visto da tutti. Questo esempio fu presto seguìto da altre congregazioni e il cosiddetto “studio de L’Arpa” divenne subito parte del programma normale.
IL PRIMO STABILIMENTO
Dall’aprile del 1897 al dicembre del 1903 La Torre di Guardia (edizione tedesca) era stata stampata ad Allegheny (U.S.A.), e dal gennaio 1904 al 1º luglio 1923, in Germania da ditte secolari. Per decenni libri e altre pubblicazioni della Società erano stati stampati da ditte secolari, a meno che non fossero mandati direttamente dall’America. Col passar del tempo, per ridurre le spese, furono installate a Barmen due grandi macchine da stampa piane, insieme ad altri macchinari, nonostante che lo spazio fosse estremamente limitato.
Poiché, in principio non c’erano fratelli esperti per fare la composizione dei caratteri o la rilegatura dei libri, da Berna, in Svizzera, il fratello Ungerer, esperto stampatore di libri e tipografo, fu mandato a Barmen per addestrare i primi lavoratori volontari. La loro volontà di lavorare e la determinazione con cui tentarono di produrre eccellente materiale stampato malgrado gli umili mezzi di cui disponevano, furono sorprendenti.
Dato che tutte le stanze erano usate come camere da letto, e così via, le macchine da stampa furono messe nella casa a due piani, nel vano delle scale, sotto una tettoia di legno di metri 20 per 8. Il fratello Hermann Görtz ancora ricorda d’aver stampato ulteriori 100.000 copie del primo numero della rivista L’Età d’Oro (1º ottobre 1922). Dovevano mettere ciascun foglio di carta per due volte nella macchina, poiché si alimentava a mano. Siccome i fratelli potevano difficilmente soddisfare la richiesta di materiale stampato, per quasi un anno intero lavorarono spesso fino a mezzanotte.
COME ALCUNI IMPARARONO LA VERITÀ
Strane circostanze contribuirono a volte a richiamare l’attenzione di qualcuno sulla verità, come fu il caso del fratello Eickelberg, che assisté a una proiezione del Fotodramma. Parlando della “riforma”, l’oratore dichiarò che ‘i protestanti hanno smesso di protestare’, al che qualcuno nell’uditorio gridò: “Noi protestiamo ancora!” L’oratore chiese di accendere le luci, e tutti i presenti si voltarono per vedere chi era questo “coraggioso”. Chi poteva essere se non un ecclesiastico protestante, seduto fra due ecclesiastici cattolici! L’uditorio si indignò e chiese che l’ecclesiastico fosse espulso dalla sala. Il fratello Eickelberg si rese conto che la verità non si trovava nei sistemi ecclesiastici.
Eugen Stark andò a Stoccarda per vedere il Fotodramma. La sala era già gremita da 3.000 persone quando fu annunciato che il proiettore aveva qualche sorta di difetto e quella sera non si poteva riparare. Furono tutti invitati a tornare la sera seguente. Eugen Stark andò via deluso e si recò a visitare sua madre, che apparteneva alla Nuova Chiesa Apostolica. Entrambi conclusero che gli Studenti Biblici non potevano avere la verità, altrimenti una tal cosa non sarebbe accaduta. Il fratello Stark decise di non tornare la sera dopo, ma di visitare invece sua sorella. Il suo tram passò comunque proprio accanto alla sala dove si doveva tenere la conferenza, ed egli si sorprese vedendo che c’erano tante persone che cercavano di entrare nella sala quante ce n’erano state la sera precedente. Senza pensarci due volte, saltò giù dal tram, quasi cadendo sotto le sue ruote. Ma nonostante le sue ferite, si alzò ed entrò nella sala. Ne fu poi così entusiasta da ottenere le pubblicazioni per lo studio biblico che furono offerte e da lasciare il suo indirizzo così che potesse essere visitato. Ora nessuno poteva impedirgli di studiare la Bibbia.
Kurt Diessner si disgustò della religione a causa di una canzone che il suo predicatore gli insegnò a scuola durante l’anno di guerra del 1915. Essa diceva di distruggere le nazioni nemiche e asseriva che gli eserciti tedeschi dovessero ricacciarle nei laghi, nei pantani, nel Vesuvio o nell’oceano. In seguito, nel 1917, le campane della chiesa furono tolte e fuse per farci anelli di granate, e un giornale ecclesiastico pubblicò un’immagine di una grossa campana che veniva benedetta da un ecclesiastico a braccia tese. Sotto l’immagine era la seguente didascalia: “E ora andate e riducete in frantumi i corpi dei nostri nemici”. Kurt Diessner prese ora la sua decisione. All’inizio degli anni venti egli identificò e abbracciò la vera adorazione di Geova, e ancora è in grado di prestare di tanto in tanto servizio come pioniere temporaneo.
CON TUTTO IL CUORE NELL’OPERA DI ESPANSIONE
Alcuni di quelli che cinquanta o più anni fa udirono l’invito di Geova a prestare servizio e l’accettarono sono ancora fra noi e parlano con fervore dell’attività che compirono in quel tempo quando erano ancora “giovani e forti”. Poveri materialmente, erano ricchi in senso spirituale.
Minna Brandt di Kiel narra che faceva a piedi lunghe camminate per predicare il messaggio del Regno e, quando non poteva tornare lo stesso giorno, passava la notte nei campi dormendo nei fienili. Più tardi, chiedeva un passaggio verso le città più settentrionali di Schleswig-Holstein, spesso viaggiando in autocarro. In quei giorni i fratelli erano forniti di grandi altoparlanti che usavano per tenere conferenze pubbliche nei luoghi di mercato o in qualche altro luogo appropriato il pomeriggio, dopo aver predicato nel villaggio la mattina.
Ernst Wiesner (che in seguito fece l’opera di circoscrizione) e altri viaggiavano in bicicletta, per andare a predicare a una distanza da 90 a 100 chilometri da Breslavia. I fratelli di Lipsia, dove prestavano servizio Erich Frost e Richard Blümel, erano molto ingegnosi nei loro tentativi di richiamare l’attenzione del popolo sul messaggio del Regno. Per un periodo di tempo fecero uso di un piccolo gruppo musicale composto da fratelli, che suonavano marciando nelle vie. Quelli che li accompagnavano davano una breve testimonianza nelle case lungo il percorso per correre poi a riunirsi col gruppo musicale in marcia.
Nel 1923 l’attenzione fu rivolta alla predicazione continua, con l’urgente invito: “Cerchiamo mille pionieri”. Questo creò fra il popolo di Dio una notevole emozione, poiché questo significava che quasi una persona su quattro dei 3.642 “operai” che allora facevano rapporto era invitata a fare il pioniere. L’invito non rimase inascoltato.
Willy Unglaube, per esempio, si rese conto che era per lui, quindi intraprese l’opera di pioniere, come egli disse, “non solo per uno o due anni, ma finché Geova potrà impiegarmi in questo incarico”. Egli lavorò in varie regioni della Germania e in seguito fu per parecchi anni nella Betel di Magdeburgo. Nel 1932 ascoltò l’invito di fare il pioniere in campi esteri. Fu mandato prima in Francia, quindi in Algeria, Corsica, Francia meridionale, in seguito di nuovo in Algeria e poi in Spagna. Di lì andò a Singapore, quindi in Malaysia, poi a Giava e, nel 1937, in Thailandia, dove stette finché nel 1961 tornò il Germania. Quando prestò ascolto all’invito di fare il pioniere aveva venticinque anni e ora, pur essendo prossimo ai settantotto, è ancora fra i nostri pionieri più volenterosi che hanno successo.
Il 1º febbraio 1931, Konrad Franke intraprese l’opera di pioniere. Iniziò presto nella sua giovinezza a ricordarsi del suo Creatore. Ora, come membro della famiglia Betel, è felice di poter ripensare ai suoi quarantadue anni di ininterrotto servizio continuo, quattordici dei quali li trascorse in Germania come sorvegliante di filiale.
SERVIZIO DEI PELLEGRINI
Gli incoraggianti discorsi pronunciati negli anni venti dai fratelli pellegrini contribuirono per certo grandemente a edificare i fratelli. In quel tempo i mezzi di trasporto erano assai limitati e non particolarmente comodi. Poiché i fratelli pellegrini avevano molto territorio rurale da percorrere, non era raro che il loro mezzo di trasporto fosse un carro agricolo trainato da un cavallo. A volte era inevitabile camminare a piedi per lunghe distanze.
Emil Hirschburger aveva ricevuto una volta l’incarico di pronunciare un discorso nella Germania meridionale. Viaggiava in treno e si trovò seduto nello stesso scompartimento con sei uomini i cui abiti li identificavano chiaramente come ecclesiastici cattolici. Erano occupati a discutere sul discorso che il fratello Hirschburger avrebbe dovuto tenere, non sapendo, naturalmente, che il fratello Hirschburger era proprio lì in mezzo a loro. Sembra che fossero stati a una conferenza religiosa e che all’ecclesiastico abitante nella città in cui si doveva tenere il discorso del fratello Hirschburger fosse stato consigliato di sfidarlo a un pubblico dibattito. A questo ecclesiastico interessava sapere dai suoi colleghi come avrebbe potuto svolgere la sua argomentazione per non essere sconfitto nel confronto pubblico da “questo Studente Biblico”. Ma evidentemente i suoi colleghi non gli raccomandarono nulla che lo soddisfacesse. A uno a uno lasciarono il treno, ciascuno salutando gli altri. Mentre l’ultimo si preparava a scendere, l’ecclesiastico preoccupato chiese con tono confidenziale al collega che andava via cosa pensava della questione e se riteneva saggio andare all’adunanza. La risposta fu pronta e pronunciata con un marcato dialetto svevo: “Be’, se pensi di essere alla sua altezza, vacci”. Il fratello Hirschburger non lo vide al discorso.
DRAMMA DELLA CREAZIONE
Al principio degli anni venti, le pellicole del Fotodramma erano quasi consumate. Comunque, la Società fu in grado di acquistare cortometraggi del cinegiornale, e anche pellicole bibliche, da diverse società cinematografiche secolari, e, dopo averli riveduti tagliando certe parti non appropriate o aggiungendone altre, era in grado di farne la proiezione. In questo modo furono messe insieme pellicole completamente nuove da 5.000 a 6.000 metri. Oltre a ciò, le diapositive che erano state proiettate furono pure sostituite con immagini nuove prese dal libro Creazione o da altri libri pubblicati dalla Società Torre di Guardia o con diapositive ottenute sul pubblico mercato. In quel tempo non c’era la fotografia a colori, ma Wilhelm Schumann della Betel di Magdeburgo era instancabile nei suoi sforzi per dare colore alle fotografie in bianco e nero. Le belle immagini colorate facevano sempre una durevole impressione agli spettatori e, poiché molte immagini erano della meravigliosa creazione di Geova, il titolo della pellicola fu cambiato in “Dramma della creazione”. A questo sottotitolo, l’Annuario tedesco del 1932 disse:
“Del precedente dramma della creazione non è rimasto nulla eccetto il nome e l’uso delle diapositive. Il testo . . . è preso dal libro Creazione e da altre pubblicazioni, e il nome ‘Dramma della creazione’ è tratto similmente dal libro Creazione”.
Nel 1928, quando si doveva cominciare a Stettino una proiezione, Erich Frost, musicista di professione e fino a quel tempo direttore di un’orchestra mondana, fu invitato a venire a Stettino per provvedere l’accompagnamento musicale per la pellicola, che, naturalmente, era muta. Presto altri musicisti si unirono al gruppo. In seguito usarono i loro strumenti anche per imitare il canto degli uccelli e lo stormire degli alberi. Durante una proiezione a Monaco nell’estate del 1930, Heinrich Lutterbach, eccellente violinista, conobbe il complesso musicale e subito fu invitato a fare il viaggio con loro. Egli accettò con gioia, completando in tal modo l’orchestra, che era ascoltata dappertutto con molto piacere. Due anni dopo la Società diede al fratello Frost una seconda serie di pellicole e diapositive e gli diede istruzione di andare nella Prussia orientale. Dopo ciò il fratello Lutterbach prese la bacchetta da direttore della piccola orchestra.
Era stato predisposto di proiettare la pellicola a Monaco nel 1930. In precedenza il “Dramma della creazione” vi era già stato proiettato con grande successo, quindi i capi religiosi erano naturalmente assai turbati. Nella loro disperazione diedero istruzione a centinaia di individui delle loro congregazioni di Monaco di ottenere i biglietti per il dramma alle biglietterie pubblicamente annunciate, ma poi di non assistervi. Il risultato sarebbe stato una sala vuota. I fratelli lo scoprirono comunque abbastanza presto, così che poterono prestabilire le contromisure. Il risultato fu che l’intera azione si ritorse contro i perturbatori.
TRASFERIMENTO DELLA SOCIETÀ
I fratelli incaricati cominciarono subito a capire che i macchinari dello stabilimento disponibili a Barmen non erano sufficienti. Diretti evidentemente dallo spirito di Geova, la loro attenzione fu rivolta a Magdeburgo dove la proprietà divenne disponibile per l’acquisto immediato. Pur essendo forzata a decidere in fretta, la Società vi acquistò la proprietà sulla via Leipziger. Il trasferimento ufficiale da Barmen a Magdeburgo avvenne il 19 giugno 1923. All’improvviso le truppe francesi occuparono le zone del Reno e della Ruhr, comprese Barmen ed Elberfeld. Ciò significò, naturalmente, che l’ufficio postale, la stazione ferroviaria e la banca tedesca furono pure presi, il che avrebbe reso assai difficile badare da Barmen agli interessi delle congregazioni. Il rapporto annuale del 1923 riguardo a questo avvenimento dichiarò: “La sede di Brooklyn ricevette una mattina la comunicazione che la filiale tedesca si era trasferita a Magdeburgo senza difficoltà. Subito la mattina dopo i giornali riferivano che i Francesi avevano occupato Barmen. Ringraziamo il nostro prezioso Signore per la sua protezione e benedizione”.
Fu ora possibile stampare La Torre di Guardia nel nostro proprio stabilimento. Il primo numero che si stampò fu quello del 15 luglio 1923. Circa tre o quattro settimane dopo fu installata una grande macchina piano-cilindrica, dotata di un dispositivo mettifoglio per l’alimentazione automatica della carta, e si cominciò a lavorare al primo volume degli Studi sulle Scritture. Subito dopo si stampò con la stessa macchina il libro L’Arpa di Dio.
Ma occorrevano altre macchine. Per questa ragione il fratello Balzereit chiese al fratello Rutherford il permesso di acquistare una macchina rotativa. Il fratello Rutherford vide la necessità e acconsentì, ma a una condizione. Egli aveva notato che nel corso degli anni il fratello Balzereit si era fatto crescere una barba molto simile a quella che aveva avuta il fratello Russell. Il suo esempio era stato subito seguito, poiché c’erano altri che pure volevano assomigliare al fratello Russell. Questo avrebbe potuto dar luogo a una tendenza verso il culto della personalità, e il fratello Rutherford voleva impedirlo. Così durante la sua visita successiva, essendo udito da tutta la famiglia della Casa Biblica, disse al fratello Balzereit che egli avrebbe potuto acquistare la macchina rotativa ma solo a condizione che si radesse la barba. Il fratello Balzereit acconsentì tristemente e in seguito andò dal barbiere. Nei pochi giorni che seguirono ci furono poi diversi casi di errata identificazione e si crearono alcune situazioni curiose a causa dell’“estraneo” che a volte non era riconosciuto dai compagni di lavoro.
Un anno dopo fu possibile installare la prima parte della macchina da stampa nel seminterrato, e la seconda parte fu consegnata dopo breve tempo. Ora si poteva parlare di una stamperia ben fornita e di una legatoria in grado di produrre libri di 400 pagine al ritmo di 6.000 copie al giorno.
Nel 1923 e nel 1924 ci fu un grande aumento nella distribuzione di letteratura. Per soddisfare la domanda, nel 1925 la Società comprò la proprietà adiacente al suo primo edificio. Furono aumentate e migliorate le macchine sia dello stabilimento che della legatoria. Sul terreno appena acquistato si costruì un solido edificio in cemento per installarvi la legatoria e le macchine da stampa piano-cilindriche, con spazio per due macchine rotative, al pianterreno, col reparto della composizione tipografica e anche gli altri reparti preparatori al primo piano e gli uffici al secondo piano. Ciò nonostante, era necessario molto lavoro straordinario, poiché la distribuzione di letteratura continuava ad aumentare. Nel 1928 si ottenne una seconda macchina rotativa, ma il bisogno era così grande che i fratelli tenevano in funzione le macchine in due turni di dodici ore ciascuno, anche la domenica. Questo significò che le macchine funzionavano giorno e notte senza interruzione per parecchi anni. Nella legatoria avveniva naturalmente la stessa cosa, poiché i fratelli dovevano finirvi il lavoro dopo che la letteratura era stata stampata. In questo modo furono in grado di produrre 10.000 libri al giorno.
Inoltre fu ora possibile erigere sul nuovo terreno acquistato una dignitosa sala per assemblee. Fu piacevolmente decorata e aveva posti per circa 800 persone. I fratelli la chiamarono la “Sala dell’Arpa”, senza dubbio per apprezzamento verso il libro L’Arpa di Dio.
Quelli della famiglia della Casa Biblica che la domenica potevano assentarsi viaggiavano in un grande autocarro, che poteva provvisoriamente contenere cinquantaquattro persone a sedere, o in autobus, treno, auto o bicicletta, e andavano a predicare nel territorio di Magdeburgo e dintorni. Essi lavoravano entro un raggio di parecchie centinaia di chilometri e furono in grado di gettare le fondamenta di molte congregazioni.
Con l’andar del tempo il numero dei lavoratori aumentò nella Casa Biblica a oltre 200.
CONGRESSO DEL 1924 A MAGDEBURGO
Il più grande avvenimento del 1924 fu il congresso di Magdeburgo, a cui assisté il fratello Rutherford. Da ogni parte della Germania vennero approssimativamente 4.000 fratelli e sorelle, alcuni in bicicletta. La maggioranza non poté portare null’altro che un inadeguato portavivande per la colazione, poiché l’intera nazione era nell’indigenza. Molti non avevano denaro per pagare il viaggio e migliaia dovettero restare a casa. Quelli che fecero il viaggio in bicicletta dovettero tener conto di un percorso di diversi giorni. Essi pure avevano solo magri mezzi per procurarsi vitto e alloggio. Molti si portarono il cibo consistente primariamente di pane secco. Quando durante i discorsi gli stimoli della fame divenivano acuti, i fratelli tiravano fuori un pezzo di pane secco e gli davano un morso. Il fratello Rutherford ne fu così commosso che immediatamente prese disposizioni affinché il giorno dopo a ciascuno dei quasi 4.000 presenti si provvedessero un paio di salsicce calde, due panini e una bottiglia di acqua minerale senza alcuna spesa. Possiamo facilmente immaginare la gioia dei presenti quando, a entrambe le estremità dell’auditorio dove si teneva l’assemblea, comparvero all’improvviso grosse marmitte piene di salsicce. I fratelli fecero la fila per farsi servire. Ristorati dal pasto consumato insieme, tornarono ai loro posti nell’auditorio sentendosi come gli ospiti di un banchetto.
Nel suo discorso di benvenuto all’assemblea il fratello Rutherford chiese a tutti quelli che avevano già fatto la dedicazione e l’avevano simboleggiata col battesimo in acqua di alzare la mano. Visto il gran numero, aggiunse: “Cinque anni fa non ce n’erano tanti in tutta l’Europa”.
Più tardi, durante il discorso pubblico, si ebbe nella sala principale uno sfortunato incidente. A causa della sconsideratezza di qualcuno cadde al suolo una piccola lampada di emergenza, al che una persona ancor più sconsiderata gridò “fuoco”, causando così del panico. Siccome questo accadeva tutto in fondo alla sala, sul palco nessuno sapeva esattamente che cosa stesse accadendo, e da principio i fratelli supposero che dei disturbatori cercassero di interrompere l’adunanza. Poiché il disturbo non cessava, il fratello Rutherford fece cenno all’orchestra di cominciare a suonare. Essi risposero col cantico “Adoro il potere dell’amore” e allora le migliaia di persone che erano nella sala cominciarono a cantare. Le ondate d’isterismo subito si calmarono e il fratello Rutherford poté continuare il suo discorso senza ulteriore interruzione.
“CONDANNATI GLI ECCLESIASTICI”
Questo fu il titolo di una risoluzione preparata nel 1924 per la distribuzione mondiale. In Germania i fratelli vi parteciparono, specialmente nella primavera del 1925. Era una risoluzione estremamente importante che smascherava il clero senza risparmio, suscitando una reazione simile a quella che si ha quando con una bacchetta si smuove un vespaio. Specie in Baviera il clero cominciò ad attaccare e a ostacolare i nostri fratelli nella loro opera. Il primo presidente tedesco della Repubblica di Weimar era appena morto ed erano state indette nuove elezioni. I politicanti dicevano: ‘Nessun cattolico osi divenire presidente’, a ciò la cattolica Baviera rispondeva allora considerando con la massima sfiducia ogni pubblicazione non amichevole verso Roma. Non solo in Baviera, ma anche in altre regioni della Germania, il clero controbatteva con ogni mezzo disponibile.
La vita del fratello Balzereit fu minacciata. Una lettera anonima che gli fu inviata in parte diceva:
“Diavolo vestito da pecora!
“Le accuse che fai contro il clero saranno la tua caduta! Prima che tu te ne renda conto il mondo avrà visto l’ultimo di voi e la tua morte spaventerà i tuoi seguaci nella restrizione . . . È stato emesso il giudizio contro di te!
“Pretendiamo entro tre settimane quanto segue: Che sia ritirata dal pubblico la vostra pubblicazione ‘Condannati gli ecclesiastici’. Se questo non sarà fatto . . . sarai un candidato alla morte.
“Questa non è una minaccia vuota . . .”
Ma questa non era nemmeno una ragione per fare compromesso. Al contrario, la piccola ma coraggiosa schiera dell’unto rimanente prese le contromisure. Fu distribuito un trattatino intitolato “Vero o falso?” che informava il pubblico di queste minacce. Si faceva la domanda se le accuse contenute nell’opuscolo “Condannati gli ecclesiastici” erano ‘vere o false’. Erano quindi presentate le dichiarazioni fatte da ecclesiastici e brani tratti da riviste religiose.
Disperato, un ecclesiastico della Pomerania denunciò al tribunale la Società Torre di Guardia e i suoi dirigenti. Si fece quindi il processo a Magdeburgo. Ma il pubblico ministero fece lo sbaglio di leggere al processo l’intera risoluzione, confutando così la sua stessa asserzione che la risoluzione fosse diretta contro il concistoro di Stettino. Nell’aula del tribunale tutti si resero conto che la risoluzione denunciava non solo il concistoro di Stettino, ma il clero di tutto il mondo. Il tribunale, prendendone nota, prosciolse il fratello Balzereit, ma si sentì obbligato a consigliare di non pubblicare in futuro attacchi così mordaci.
INFLAZIONE
Nell’agosto del 1921 era già stato consigliato ai proclamatori di distribuire con parsimonia il trattatino Mensile degli studenti biblici in vista dell’alto costo della stampa. Le copie non dovevano essere distribuite indiscriminatamente, ma si dovevano dare solo a quelli che mostravano vero interesse.
Al principio del 1922 la Società fu costretta ad annunciare che il prezzo per l’abbonamento annuo a La Torre di Guardia, in quel tempo ancora stampata solo mensilmente, sarebbe stato fissato a 16 marchi. Un mese dopo fu necessario aumentarlo a 20 marchi, e nel luglio dello stesso anno a 30 marchi. L’inflazione ebbe nei mesi successivi una tale incidenza, comunque, che in ottobre la Società fu costretta ad annunciare che nel futuro gli abbonamenti si sarebbero potuti accettare solo in base a un periodo trimestrale. Nel frattempo per un trimestre il prezzo era salito a 70 marchi. Per il primo trimestre del 1923 i fratelli dovettero pagare 200 marchi, e per il secondo trimestre 750 marchi. Il 15 giugno un abbonamento annuo costava 3.000 marchi, e un mese dopo 40.000 marchi. Il 1º agosto la Società fu costretta a porre completamente fine al servizio degli abbonamenti, ed erano disponibili solo singole copie per un pagamento immediato. Ma il 1º settembre una singola copia già costava 40.000 marchi. Un mese dopo una singola copia costava 1.660.000 marchi, e il 25 ottobre l’inflazione aveva raggiunto un tale apice che una singola copia costava due miliardi e mezzo di marchi. Il denaro non aveva nessunissimo valore.
Questa breve considerazione del critici anni dell’inflazione può mostrare in quali difficili condizioni dovesse compiersi in quel tempo l’opera del Signore. Infatti, nell’ultimo trimestre del 1923 la distribuzione delle pubblicazioni della Società giunse quasi a un completo arresto. Si poteva continuare solo con l’aiuto di Geova.
‘ANZIANI ELETTIVI’
La disposizione democratica di eleggere gli anziani era qualche cosa che avrebbe potuto esser sufficiente a rallentare negli anni venti l’avanzata dell’opera. C’erano varie opinioni sul modo di dover tenere tali elezioni. Alcuni richiedevano che i candidati fossero in grado di rispondere in maniera corretta almeno all’85 per cento delle domande del V.D.M. (V.D.M. significa Verbi Dei Minister, o Ministro della Parola di Dio). Questo accadde, per esempio, a Dresda. Ma i fratelli di Halle ebbero un’esperienza che ci mostra a quale genere di difficoltà conducessero tali esigenze arbitrarie. Nella congregazione c’erano fratelli la cui attitudine verso l’opera non era buona, ma che, d’altra parte, volevano fare i capi della congregazione. Quando infine fu detto loro che non avevano nemmeno risposto alle domande del V.D.M., per cui non erano eleggibili a incarichi direttivi nella congregazione, rimediarono immediatamente a questa apparente omissione. In seguito non avendo ancora ottenuto l’incarico a cui aspiravano, scoppiò una ribellione che diede luogo alla divisione della congregazione, così che degli originali 400 proclamatori ne rimasero solo da 200 a 250 circa.
In alcune congregazioni al tempo delle elezioni c’erano spesso gravi controversie. Nel 1927 ce ne furono per esempio a Barmen, quando si doveva fare la votazione su certi candidati per alzata di mano. Un testimone oculare riferisce che dopo non molto tempo tutti urlavano, ognuno nello stesso tempo, e i fratelli furono costretti a cambiare votazione facendo uso di una scheda segreta, metodo che, a proposito, era seguìto da molte congregazioni. A Kiel fu perfino necessario fare le elezioni degli anziani sotto la protezione della polizia.
Queste cose avvenivano perché alcuni candidati non erano cristiani maturi. Infatti, alcuni fra loro direttamente o indirettamente si opponevano all’opera del Regno.
Per esempio, quando la Società incoraggiò il regolare studio di congregazione de La Torre di Guardia, furono specialmente parecchi ‘anziani elettivi’ a opporsi a questo suggerimento e a causare divisioni in numerose congregazioni. Il direttore di Remscheid dichiarò che nel futuro per condurre lo studio Torre di Guardia sarebbero stati impiegati solo quelli che la domenica mattina andavano nel servizio di campo, al che uno degli ‘anziani elettivi’ prese una sedia e, dopo aver minacciato con essa il direttore, uscì dalla congregazione, conducendo con sé quaranta persone. Qualche cosa di simile accadde a Kiel, dove, nonostante gli sforzi della Casa Biblica, se ne andarono via 50 dei 200 fratelli e sorelle della congregazione.
Riguardando il passato, possiamo per certo dire che la seconda metà degli anni venti fu qui in Germania un tempo di vagliatura. Alcuni che fino a quel tempo erano stati con noi divennero aperti nemici del Regno. La loro deviazione non fu per certo una perdita per l’organizzazione di Dio, perché gli anni trenta risultarono per quelli che rimanevano fedeli un vero tempo di prova!
PROBLEMI LEGALI
Dal 1924 al 1926 l’Erario dello Stato aveva considerato la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di natura strettamente filantropica e non aveva richiesto il pagamento delle tasse sulle ricevute della letteratura distribuita, ma questa esenzione fu ritrattata nel 1928. Ne risultò una causa che diede luogo a molta pubblicità, poiché la Società aveva fatto in modo che il pubblico fosse avvertito per mezzo de La Torre di Guardia e de L’Età d’Oro intorno a questo attacco istigato dai capi dei due grandi sistemi ecclesiastici. Che questo attacco fosse venuto dalle chiese fu in seguito apertamente ammesso da esse con la spiegazione che era ‘per impedire agli Studenti Biblici la loro distribuzione di informazioni bibliche’. I fratelli esortarono tutte le persone dalla disposizione giusta a firmare una petizione contro questa azione iniqua. È comprensibile che alla corte fece profonda impressione quando fu presentata una petizione con non meno di 1.200.000 firme. In seguito le decisioni delle corti furono a nostro favore.
Un altro mezzo mediante cui i capi religiosi cercarono di arrestare l’enorme progresso dell’opera fu quello di porre i proclamatori in contrasto con le leggi del paese. Sin dal 1922 si ebbero le prime cause per “illegale vendita ambulante e rifiuto di pagare le tasse sulla vendita ambulante”. Nel 1923 ci furono altre cause, e di nuovo l’accusa fu di “violazione dei regolamenti sulla vendita ambulante”. Furono emesse severe sentenze. Nel 1927 furono arrestati e processati 1.169 fratelli per “violazione delle leggi sulla vendita ambulante” e per “vendita ambulante senza licenza”. Nel 1928 si fecero 1.660 cause, e nel 1929 se ne fecero 1.694. Ma il clero continuava a cercare una legge da poter usare come arma per mettere a tacere gli Studenti Biblici. Infine, pensarono di aver trovato ciò che cercavano. Il Saarbrücker Landes Zeitung del 16 dicembre 1929 si riferì a questo:
“Per sfortuna la polizia è stata impotente a fare alcuna cosa circa l’opera degli Studenti Biblici. Gli arresti compiuti finora . . . son finiti tutti col proscioglimento . . . Ora, comunque, in una causa simile la Corte di Giustizia di Berlino ha sostenuto una sentenza, in cui si espone il principio che l’offerta di letteratura religiosa di casa in casa e nelle vie è soggetta agli ordinamenti di polizia relativi all’osservanza del riposo sabatico della domenica e dei giorni festivi in quei casi nei quali vi è implicato lo sforzo fisico, ponendolo così sotto la giurisdizione del lavoro, e dove il pubblico ne prenda nota.
“Per fortuna parecchie corti nel territorio della Saar sono state in grado di condannare in casi simili gli imputati, da che si è saputo di questa norma. Ciò offre ora l’opportunità di porre fine all’opera degli Studenti Biblici”.
AZIONE IN BAVIERA
Tentativi di far questo si compirono in tutta la Germania, ma la Baviera ebbe un posto predominante, essendovi compiuti più arresti che in qualsiasi altro luogo. Per un certo tempo le leggi locali riuscirono perfino a mettere brevemente al bando l’opera. Nel 1929 la Società decise di fare nella regione a sud di Regensburg un concertato “attacco di un giorno”, mandandovi a predicare circa 1.200 proclamatori in una sola domenica. Furono prese le disposizioni con la compagnia ferroviaria per due treni speciali, uno in partenza da Berlino che prendesse i fratelli di Lipsia, e un secondo da Dresda che prendesse i fratelli di Chemnitz e di altre città della Sassonia. Ciascun passeggero avrebbe pagato un biglietto di circa 25 marchi, che, in quel tempo, era una bella somma. Ma i fratelli erano più che disposti a fare questo sacrificio. Non volevano che assicurarsi di poter prendere parte a questa azione, poiché il nemico non dormiva.
Mentre si prendevano le disposizioni per questa campagna, i fratelli erano convinti che il clero avrebbe fatto uso della propria influenza per prevenirla se ne avesse udito parlare in anticipo. Per questa ragione i fratelli fecero tutto il possibile al fine di mantenerla segreta. Ciò nonostante, non furono in grado d’impedire al clero di scoprirla, in un modo o l’altro, circa una settimana prima. Ad un tratto le ferrovie non vollero farci avere i due treni speciali. Immediatamente tutte le congregazioni interessate ebbero istruzione di affittare autobus. Il clero venne a sapere anche questo, e dispose che il successivo fine-settimana tutte le strade che uscivano dalla Sassonia fossero strettamente sorvegliate dalla polizia. Questi agenti di polizia avrebbero trovato qualche ragione per fermare tutte le auto piene di Studenti Biblici, facendoli ritardare tanto che sarebbero dovuti tornare a casa senza compiere la loro missione.
La compagnia ferroviaria aveva saputo intanto che avevamo disposto di servirci degli autobus e, ritenendo che avrebbe perduto un buon affare, acconsentì all’ultimo minuto di permettere dopo tutto la partenza dei due treni speciali. I fratelli annullarono subito gli autobus. Quest’ultimo cambiamento di piani, solo due giorni prima del tempo della partenza, non fu scoperto dal clero. Così, mentre erano in gran numero a vigilare in tutte le strade, i due treni speciali si riunirono a Reichenbach (Vogtland) ed entrarono nelle vicinanze di Ratisbona come un solo treno speciale verso le 2,00 del mattino. Di lì in poi, il treno si fermò a ogni stazione ferroviaria per far scendere alcuni fratelli, alcuni dei quali avevano portato con sé le proprie biciclette per andare a lavorare anche in campagna.
Quel giorno fu data un’enorme testimonianza, poiché tutti erano stati provvisti non solo di sufficiente letteratura da collocare a una contribuzione, ma anche di una quantità da dare gratis. I fratelli avevano deciso di cercar di lasciare qualche cosa in ogni casa. Un certo numero di fratelli furono arrestati e non furono in grado di tornare a casa col treno speciale, ma quelli che ebbero il privilegio di prendere parte a questa campagna non erano poi mai stanchi di parlarne. Per certo non ci sbagliamo dicendo che i nostri avversari pure si ricordarono a lungo di questo fine-settimana.
FALLIMENTO DELLA BANCA
Nel mezzo della crescente disoccupazione e dell’instabilità economica, la banca, nella quale eran depositati in massima parte i fondi per finanziare l’opera in Germania e nell’Europa centrale, fece fallimento. La sola filiale tedesca subì una perdita di 375.000 marchi. La Società fu costretta a comunicare alle congregazioni che il congresso indetto per l’estate del 1930 a Berlino doveva essere annullato. Nella sua lettera, si faceva menzione inoltre di una possibile “interruzione della produzione”. Ma questo annuncio fu come un campanello d’allarme. Sebbene i fratelli fossero pecuniariamente molto poveri, poiché molti di essi erano disoccupati, tuttavia per assicurare una ininterrotta fornitura di pubblicazioni furono immediatamente disposti a offrire il denaro che avevano già risparmiato per il congresso di Berlino, e anche qualsiasi altra cosa che potessero risparmiare dalle loro limitate risorse pecuniarie. Infatti, molti sacrificarono il loro anello nuziale e altri gioielli.
Come risultato, le disposizioni prese per espandere l’opera prima che sorgesse il problema della banca non vennero ostacolate, no, nemmeno rimandate. Nella primavera del 1930 fu acquistata un’altra proprietà che confinava con la nostra proprietà precedente. I vecchi edifici che sorgevano nella proprietà acquistata da poco tempo furono demoliti e, fin dove fu possibile, il materiale fu usato dai fratelli per costruire un nuovo grande edificio Betel di settantadue stanze, ciascuna delle quali provvedeva alloggio a due persone, e un’ampia sala da pranzo.
ALTRE CAUSE
Nel 1930 furono iniziate altre 434 cause. Questo significò che, insieme alle cause già pendenti, c’erano ora da dibattere nelle corti 1.522 cause.
Ma i nostri nemici religiosi incontrarono difficoltà nel 1930 allorché tentarono di farci considerare violatori della legge, perché una circolare inviata dal Ministero dell’Interno a tutti i funzionari di polizia, in data 19 aprile, conteneva la seguente dichiarazione: “Attualmente l’associazione persegue solo obiettivi religiosi e non è attiva politicamente . . . nel futuro si dovrà evitar d’intentare procedure penali, specialmente riguardo alle violazioni delle leggi sulla vendita ambulante nel Reich”.
CONGRESSI A PARIGI E A BERLINO
Ancora una volta il fratello Rutherford dispose di fare un viaggio in Europa nel 1931. Si dovevano tenere un congresso dal 23 al 26 maggio a Parigi e uno dal 30 maggio al 1º giugno a Berlino. A causa della povera situazione economica della Germania, il fratello Rutherford suggerì di prendere disposizioni per invitare i fratelli della Germania meridionale e della Renania a Parigi, dato che per loro sarebbe stato meno costoso andare lì che fare il viaggio fino a Berlino. Furono organizzati treni speciali che sarebbero partiti da Colonia, Basilea e Strasburgo. I fratelli l’apprezzarono moltissimo e risultò che, delle 3.000 persone circa che si radunarono a Parigi, 1.450 erano venute dalla Germania.
Il congresso di Berlino si tenne nel Palazzo dello Sport. Non si attendeva un grande uditorio, prima di tutto, perché c’era la crisi economica e, in secondo luogo, perché quasi 1.500 erano andati a Parigi. Così, quale gioia fu vedere quasi 10.000 persone presenti, un numero del tutto inaspettato!
Il fratello Rutherford, che approfittava di ogni opportunità per eliminare tra i fratelli ogni usanza religiosa mondana, a un congresso precedente aveva già provocato con i suoi abiti una piccola rivoluzione. Egli aveva notato che in Europa, e questa comprendeva la Germania, i fratelli alle assemblee preferivano specialmente vestirsi di nero. Gli uomini non solo indossavano il vestito nero, e ai funerali mettevano il cilindro, ma portavano anche cravatte nere proprio come ce n’era l’usanza nelle false organizzazioni religiose. Questa osservazione indusse il fratello Rutherford ad acquistare un vestito di colore estremamente chiaro e una cravatta rosso scuro da mettere con esso. Dopo esser venuto in Germania vestito in questo modo, molti cominciarono a disfarsi dei loro vestiti neri.
Ora all’assemblea di Berlino egli richiamò l’attenzione sulle molte fotografie sue e del fratello Russell che si vendevano in forma di cartoline o di immagini, alcune delle quali erano perfino in cornice. Dopo avere scoperto queste immagini sui numerosi tavolini nei corridoi intorno alla sala, le menzionò nel suo discorso successivo, esortando i presenti a non acquistarne alcuna e chiedendo chiaramente ai servitori incaricati di togliere le immagini dalle cornici e di distruggerle, il che poi fu fatto. Egli voleva evitare qualsiasi cosa che potesse condurre al culto della personalità.
In relazione col congresso di Berlino il fratello Rutherford visitò naturalmente la filiale di Magdeburgo. Come le visite precedenti, questa fu come un ristoro, una brezza liberatrice. Poco prima della visita del fratello Rutherford, le immagini sue e del fratello Russell erano state appese in tutte le stanze. Ora queste furono tutte tolte, appena il fratello Rutherford l’ebbe scoperte.
Nel corso degli anni il fratello Rutherford non aveva nemmeno mancato di vedere parecchie altre cose. Non solo lui, ma gran numero di quelli della Betel avevano riconosciuto il pericolo in cui si trovava il fratello Balzereit. È un fatto innegabile che egli era un buon organizzatore e che sotto la sua direttiva l’opera aveva fatto in Germania buon progresso. Il suo grande errore era comunque quello d’attribuire l’enorme crescita più alla sua capacità personale che allo spirito di Geova. Durante un pasto alla tavola della Betel, Balzereit chiese che la famiglia Betel non lo chiamasse più “fratello” alla presenza di persone mondane. In tali casi si sarebbero dovuti rivolgere a lui come al “Sig. Direttore”, e sulla porta del suo ufficio fece perfino mettere la scritta “direttore”.
In questo tempo l’integrità di Balzereit verso Geova era minacciata da un’altra direzione. Evidentemente aveva sempre avuto timore della persecuzione. Quale dirigente responsabile dell’ufficio tedesco era stato processato riguardo alla distribuzione della risoluzione “Condannati gli ecclesiastici”. È vero che era stato prosciolto, ma quando il giudice gli chiese di evitare in futuro tali vigorose affermazioni nella nostra letteratura, determinò evidentemente di seguirne il consiglio, poiché quando ne La Torre di Guardia o in altre pubblicazioni di Brooklyn c’erano espressioni e dichiarazioni che gli sembravano troppo vigorose, egli “le annacquava”.
Cominciarono a sorgere anche desideri materialistici. A Balzereit era piaciuto scrivere poesie e farle pubblicare nella rivista L’Età d’Oro con lo pseudonimo di Paul Gerhard, e ora aveva scritto un libro e l’aveva fatto pubblicare a Lipsia. Questo libro fu quindi aggiunto all’elenco della letteratura che doveva essere distribuita dalle congregazioni, le quali, non conoscendo le vere circostanze, lo ordinavano e procuravano così al fratello Balzereit un considerevole profitto finanziario. Una volta fece anche costruire nella Betel un campo da tennis, non tanto per il beneficio dell’intera famiglia quanto per il suo proprio uso.
Nel tentativo di finire il nuovo edificio in tempo per la cerimonia della dedicazione durante la visita del fratello Rutherford, il fratello Balzereit aveva aumentato il numero dei lavoratori della Betel da 165 alla fine del dicembre 1930 a 230, ma su ciò non era stato sincero. Per timore che il fratello Rutherford non approvasse il numero dei lavoratori, Balzereit aveva disposto che cinquanta fratelli fossero mandati fuori in un “giro di predicazione” per tenerli lontano dalla vista. Al loro ritorno, fu chiesto loro se preferivano andarsene a casa o intraprendere il servizio di pioniere. Parecchi fratelli, compreso che vi era implicata l’opera di Geova e non una questione di personalità umane, afferrarono questa opportunità per iniziare il servizio di pioniere, mentre altri se ne andarono via amareggiati.
AUMENTA LA PERSECUZIONE
Nel 1931, furono ancora i funzionari della Baviera a prendere la direttiva nella lotta contro il popolo di Dio. Applicando in maniera errata l’ordinanza d’emergenza del 28 marzo 1931, che si riferiva alle agitazioni politiche, all’improvviso videro l’opportunità di mettere al bando la letteratura degli Studenti Biblici. A Monaco, il 14 novembre 1931, i nostri libri furono confiscati. Quattro giorni dopo i funzionari della polizia di Monaco emisero una dichiarazione, applicabile a tutta la Baviera, che metteva al bando tutta la letteratura edita dagli Studenti Biblici.
Naturalmente i fratelli fecero subito appello. Nel febbraio del 1932 il governo della Baviera settentrionale sostenne questo bando. Immediatamente si fece appello al Ministero dell’Interno bavarese, che il 12 marzo 1932 respinse l’appello come “senza fondamento”.
Conforme a tale decisione della corte, il 14 settembre 1932 il capo della polizia di Magdeburgo venne in nostra difesa, dicendo: “Qui riscontriamo che l’associazione degli Studenti Biblici Internazionali è unicamente implicata in questioni bibliche e religiose. Fino a questo tempo non è stata attiva in senso politico. Non c’è stata nessuna tendenza indicante inimicizia contro lo stato”.
Ma le difficoltà continuarono a crescere di mese in mese, anche negli altri stati tedeschi. Paul Köcher era venuto con sei pionieri speciali a Simmern per proiettarvi in due sere il Fotodramma accorciato. Egli fu costretto comunque a interrompere la proiezione, poiché quando fu mostrato Davide con la sua arpa e fu citato uno dei suoi salmi tutta la sala fu presa dall’isterismo. Presto si scoprì che quasi tutti i presenti appartenevano alle SA, truppe d’assalto di Hitler.
Esperienze simili si ebbero nella Saar. Nel dicembre del 1931 si fece appello al governo perché agli agenti di polizia fosse dato l’ordine di non ostacolare ivi l’opera. Questo ordine fu emanato, ma fece tanto infuriare il clero che ogni settimana dal pulpito si pronunciavano avvertimenti contro gli Studenti Biblici. Le ostilità aumentarono di continuo, e alla fine del 1932 erano pendenti non meno di 2.335 cause. Nonostante ciò, il 1932 risultò il miglior anno in quanto alla pubblicazione di letteratura.
Il 30 gennaio 1933, Hitler assunse la carica di cancelliere del Reich. Il 4 febbraio emanò un decreto che permetteva alla polizia di confiscare la letteratura ‘pericolosa per l’ordine pubblico e la sicurezza’. Questo decreto limitava anche le libertà di riunione e di stampa.
PERIODO DI TESTIMONIANZA “RENDIMENTO DI GRAZIE DEL RIMANENTE”
La Commemorazione cadeva quell’anno il 9 aprile e rispetto a essa si dispose che dall’8 al 16 aprile ci fosse il “Periodo di testimonianza ‘Rendimento di grazie del rimanente’”. Si doveva dare una testimonianza mondiale con l’uso dell’opuscolo Crisi.
In Germania i fratelli non poterono finire comunque in pace questo periodo di testimonianza di otto giorni. La campagna con l’opuscolo Crisi portò il 13 aprile a un bando nella Baviera. A questo fecero seguito i bandi del 18 aprile nella Sassonia, del 26 aprile in Turingia e del 15 maggio in Baden. Seguirono altri stati tedeschi. Il fratello Franke, che in quel tempo faceva il pioniere a Magonza, riferisce che la congregazione di oltre 60 proclamatori aveva lì 10.000 opuscoli da distribuire. I fratelli compresero che dovevano agire presto per distribuirli. Essi avevano organizzato il loro tempo in modo tale che già nei primi tre giorni della campagna diedero 6.000 opuscoli. Ma il quarto giorno parecchi fratelli furono arrestati e le loro case furono perquisite. La polizia poté trovare solo alcune copie dell’opuscolo, comunque, dato che i fratelli si eran resi conto di questa azione e avevano nascosto gli altri 4.000 opuscoli in luogo sicuro.
Tutti i fratelli arrestati furono rilasciati lo stesso giorno. Disposero subito di fare una campagna mediante cui i 4.000 opuscoli sarebbero stati distribuiti fra tutti i fratelli della congregazione che vi avrebbero potuto partecipare. Quella sera andarono in bicicletta a Bad Kreuznach, città a circa quaranta chilometri di distanza, dove distribuirono il resto degli opuscoli fra la popolazione, dandone alcuni gratuitamente. Il giorno dopo si ebbe la prova che questa azione era stata corretta, poiché nel frattempo la Gestapo aveva perquisito le case di tutti quelli che erano noti come Studenti Biblici. Ma tutti i 10.000 opuscoli erano stati distribuiti.
A Magdeburgo, i funzionari governativi avevano comunicato all’ufficio che l’illustrazione della pagina del titolo (un guerriero che impugnava una spada grondante sangue) era inaccettabile e avevan chiesto di toglierla. Il fratello Balzereit, che ripetutamente si era mostrato disposto a fare compromesso, diede immediate istruzioni perché le copertine a colori degli opuscoli fossero tolte.
Fu una settimana di testimonianza piena di emozioni. Quotidianamente il nemico rivelava in maniera sempre più chiara la determinazione di colpire con forza implacabile. Così fu tanto più incoraggiante quando, dopo aver compilato il rapporto, si trovò che alla celebrazione della Commemorazione avevano assistito 24.843 persone, in paragone con le 14.453 dell’anno precedente. Il numero dei proclamatori attivi durante il periodo di testimonianza fu similmente causa d’allegrezza: 19.268, in contrasto con i 12.484 della campagna dell’opuscolo Regno di un anno prima. Negli otto giorni della campagna erano stati distribuiti 2.259.983 opuscoli Crisi.
LA GESTAPO PERQUISISCE LA CASA BETEL
I Nazisti speravano di trovare qualche specie di materiale che ci mettesse in relazione col comunismo quando il 24 aprile occuparono gli uffici e lo stabilimento della Società. In tal caso avrebbero potuto applicare una nuova legge e confiscare l’intera proprietà e darla allo stato, qualche cosa che si era già fatto con gli edifici appartenenti ai comunisti. Dopo aver perquisito l’edificio, una sera la polizia chiamò i funzionari governativi e disse loro che non aveva trovato nulla di incriminante. Fu dato il comando: “Dovete trovare qualche cosa!” Ma il loro tentativo fallì e la proprietà dovette essere restituita il 29 aprile ai fratelli. L’ufficio di Brooklyn aveva protestato quello stesso giorno per mezzo del governo americano contro l’illegale sequestro della proprietà (appartenente a una società americana).
CONGRESSO A BERLINO IL 25 GIUGNO 1933
Nell’estate del 1933 l’opera dei testimoni di Geova era stata messa al bando nella maggioranza degli stati tedeschi. Le case dei fratelli erano perquisite regolarmente e molti fratelli erano stati arrestati. La fornitura di cibo spirituale era stata in parte intralciata, sebbene solo per un tempo; tuttavia molti fratelli chiedevano per quanto tempo si sarebbe potuta continuare l’opera. In questa situazione le congregazioni furono invitate con breve preavviso a un congresso che si sarebbe tenuto il 25 giugno a Berlino. Siccome si prevedeva che molti non potessero assistere a causa dei vari bandi, le congregazioni furono incoraggiate a mandare almeno uno o diversi delegati. Ma, accadde che vi andarono 7.000 fratelli. Molti di essi impiegarono tre giorni, alcuni viaggiando in bicicletta per l’intera distanza, mentre altri andarono in autocarro, non avendo voluto le società di autobus affittare gli autobus a un’organizzazione proscritta.
Il fratello Rutherford, che insieme al fratello Knorr era venuto in Germania solo alcuni giorni prima per vedere cosa potesse farsi allo scopo di garantire la sicurezza della proprietà della Società, aveva preparato col fratello Balzereit una dichiarazione da presentare per l’adozione ai delegati del congresso. Era una protesta contro il governo di Hitler perché s’immischiava nell’opera di predicazione che noi compivamo. Tutti gli alti funzionari governativi, dal presidente del Reich in giù, dovevano ricevere una copia della dichiarazione possibilmente per posta raccomandata. Parecchi giorni prima dell’inizio del congresso il fratello Rutherford tornò in America.
Molti presenti furono delusi alla “dichiarazione”, poiché in molti punti non era così vigorosa come i fratelli avevano sperato. Il fratello Mütze di Dresda, che fino a quel tempo aveva lavorato strettamente col fratello Balzereit, l’accusò in seguito di aver svigorito il testo originale. Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della Società per evitare difficoltà con il potere governativo.
Un gran numero di fratelli si rifiutò di adottarla proprio per questa ragione. Infatti, un ex fratello pellegrino di nome Kipper si rifiutò di proporne l’adozione e dovette sostituirlo un altro fratello. Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all’unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata.
I congressisti tornarono a casa stanchi e molti erano delusi. Essi si portarono comunque a casa 2.100.000 copie della “dichiarazione”, e fecero un rapido lavoro di distribuzione mandandola a numerose persone in incarichi di responsabilità. La copia che fu mandata a Hitler fu accompagnata da una lettera che, in parte diceva:
“La presidenza di Brooklyn della Società Torre di Guardia è ed è sempre stata estremamente amichevole verso la Germania. Nel 1918 il presidente della Società e sette membri del Consiglio dei Direttori furono condannati in America a 80 anni di prigione per la ragione che il presidente si era rifiutato di far usare in America due riviste, da lui dirette, nella propaganda bellica contro la Germania”.
Nonostante che la dichiarazione fosse stata svigorita e che molti fratelli non potessero adottarla con tutto il cuore, tuttavia il governo si infuriò e diede inizio a un’ondata di persecuzione contro quelli che l’avevano distribuita.
OCCUPATA DI NUOVO LA SEDE DI MAGDEBURGO
La distribuzione in tutta la Germania della dichiarazione adottata a Berlino, solo un giorno dopo che l’opera era stata messa al bando in Prussia, fu per la polizia di Hitler il segnale di entrare in azione. Il 27 giugno tutti i funzionari di polizia ebbero ordine di ‘perquisire immediatamente tutti i gruppi locali e i posti di lavoro e di confiscare qualsiasi materiale ostile verso lo stato’. Un giorno dopo, il 28 giugno, l’edificio di Magdeburgo fu occupato da trenta uomini delle SA, che chiusero lo stabilimento e issarono la svastica sopra l’edificio. Secondo il decreto ufficiale dei funzionari di polizia, era perfino proibito studiare la Bibbia e pregare nella proprietà della Società. Il 29 giugno questa azione fu comunicata per radio all’intera nazione tedesca.
Nonostante gli energici tentativi del fratello Harbeck, sorvegliante di filiale in Svizzera, per impedirlo, libri, Bibbie e pellicole per un peso totale di 65.189 chilogrammi furono presi il 21, il 23 e il 24 agosto dallo stabilimento della Società, caricati su venticinque autocarri e quindi bruciati pubblicamente alla periferia di Magdeburgo. La spesa per stampare il materiale ammontava a circa 92.719,50 marchi. Per di più, c’erano numerose pubblicazioni in varie congregazioni che furono confiscate e quindi bruciate o altrimenti distrutte, come, per esempio, a Colonia, dove furono distrutte pubblicazioni per un valore di almeno 30.000 marchi. Il numero del 1º giugno 1934 de L’Età d’Oro riferì che il probabile valore totale della proprietà (mobili, letteratura, ecc.) distrutta andava dai due ai tre milioni di marchi.
La perdita sarebbe stata anche più grande se non fossero state prese le misure per trasferire la maggior parte della letteratura da Magdeburgo, in alcuni casi via mare, e non fosse stata depositata in altri luoghi appropriati. In questo modo fu possibile mantenere grandi quantità di letteratura nascoste agli occhi e alle mani della polizia segreta per molti anni. Molta di questa letteratura fu usata negli anni successivi nell’attività di predicazione clandestina.
Come risultato dell’intervento del governo americano, l’edificio della Società a Magdeburgo fu restituito alla Società in ottobre. Il documento di rilascio, in data 7 ottobre 1933, diceva che ‘la proprietà della Società era rilasciata e restituita nella sua interezza per il suo libero impiego, pur essendo ancora proibito compiervi qualsiasi attività, stampare letteratura o tenere adunanze’.
“AMICIZIA DEL MONDO”
Il clero della cristianità non si vergognò di mostrare apertamente il proprio appoggio a Hitler e ai suoi sforzi di perseguitare i testimoni di Geova. Come riferì l’Oschatzer Gemeinnützige, del 21 aprile 1933, il ministro luterano Otto, in un discorso radiodiffuso il 20 aprile in onore del compleanno di Hitler, disse:
“La Chiesa Luterana Tedesca dello Stato di Sassonia è consapevolmente d’accordo con la nuova situazione e nella più stretta cooperazione con i capi politici del nostro popolo tenterà ancora una volta di rendere disponibile all’intera nazione la forza dell’antico vangelo di Gesù Cristo. I primi risultati di questa cooperazione possono già notarsi nel bando che oggi è stato imposto in Sassonia all’Associazione Internazionale degli Zelanti Studenti Biblici e alle sue suddivisioni. Sì, quale svolta per mezzo della guida di Dio! Finora Dio è stato con noi”.
INIZIO DELL’ATTIVITÀ CLANDESTINA
Quantunque nel primo anno che i nazisti erano ascesi al potere l’attività di testimonianza clandestina si compisse in maniera praticamente non organizzata e le adunanze in piccoli gruppi non si tenessero dappertutto, ciò nondimeno la Gestapo trovò nuove ragioni per arrestare i fratelli.
Subito dopo che erano stati arrestati i primi fratelli e ne erano state perquisite le case, quelli che erano obiettivi nel loro modo di pensare cominciarono a capire che queste misure erano semplicemente il principio di una campagna di persecuzione più violenta. Si resero conto che sarebbe stato del tutto insensato cercar di risolvere queste questioni alla tavola delle conferenze. L’unico corso appropriato era quello di lottare per la verità.
Ma un gran numero esitò, ritenendo meglio aspettare, poiché Geova avrebbe di sicuro fatto qualche cosa per impedire questa persecuzione del suo popolo. Mentre questo gruppo perdeva il suo tempo nell’esitazione, cercando ansiosamente di non rendere le cose peggiori con alcuna azione da parte loro, gli altri proclamatori eran decisi a continuare l’opera. Coraggiosi fratelli cominciarono subito a tenere le adunanze in piccoli gruppi nelle loro case, pur sapendo che questo avrebbe potuto condurre ad arresti e a dura persecuzione.
In alcuni luoghi i fratelli cominciarono a ciclostilare le copie di articoli de La Torre di Guardia, alcune copie della quale erano sempre inviate dai paesi vicini eludendo la sorveglianza. Karl Kreis di Chemnitz fu uno dei primi a disporre di far questo. Dopo avere scritto le matrici egli le portava al fratello Boschan a Schwarzenberg, dove se ne facevano copie ciclostilate. Fra quelli specialmente attivi in quel tempo furono Hildegard Hiegel e Ilse Unterdörfer. Appena fu emanato il bando, decisero di non lasciare che alcuna cosa impedisse loro di adempiere il mandato loro affidato da Dio. La sorella Unterdörfer si comprò una motocicletta e faceva la spola fra Chemnitz e Olbernhau, portando ai fratelli le copie ciclostilate de La Torre di Guardia. Quelli che abitavano più vicino ella andava a visitarli in bicicletta per non attirare indebita attenzione.
Il fratello Johann Kölbl dispose che a Monaco si facessero 500 copie ciclostilate de La Torre di Guardia e queste erano poi distribuite tra i fratelli sia lì che in lontani territori della Selva Bavarese.
Ad Amburgo c’era il fratello Niedersberg che immediatamente prese l’iniziativa. Egli era stato per parecchi anni un fratello pellegrino prima di smettere per una sclerosi multipla. Nonostante questo ostacolo aveva fatto quello che poteva. In questo tempo di prova i fratelli lo visitavano con gioia, poiché questo dava sempre luogo a un rafforzamento della loro fede. Il suo amore verso i fratelli subito lo spinse a fare i passi per assicurarsi che ricevessero ancora regolarmente il cibo spirituale. Egli cominciò a ciclostilare La Torre di Guardia nella sua casa. Insegnò a Helmut Brembach a scrivere le matrici e gli mostrò come adoperare il ciclostile. Quindi, visto che il lavoro poteva farsi senza di lui, disse agli altri che prestabiliva di fare un viaggio per visitare le congregazioni sulla costa occidentale dello Schleswig-Holstein al fine d’incoraggiarle e di disporre di far pervenire loro La Torre di Guardia. Ancora una volta considerò attentamente con i fratelli come si potevano mandare le riviste e con loro escogitò un codice secondo cui avrebbero saputo da quello che egli scriveva quante copie mandare a ciascuna congregazione.
Il 6 gennaio 1934 il fratello Niedersberg, nonostante la sua salute cagionevole, partì da casa. Egli poteva camminare solo col massimo sforzo e con l’aiuto di un bastone, ma partì confidando in Geova. Dopo aver visitato parecchie congregazioni, cominciarono ad arrivare ad Amburgo i primi messaggi in codice e si iniziò la spedizione delle copie ciclostilate de La Torre di Guardia. Egli giunse nei pressi di Meldorf proprio quando morì un ben noto fratello della comunità. Poiché al funerale sarebbero stati presenti molti fratelli delle congregazioni vicine, il fratello Niedersberg fu invitato a pronunciare il discorso funebre. Egli si valse di questa opportunità per pronunciare un vigoroso discorso, col proposito di rafforzare i fratelli presenti che da molti mesi non avevano potuto assistere a nessuna adunanza. Come si attendeva, molti assisterono per tornare poi ai loro territori assegnati grandemente incoraggiati da ciò che avevano udito.
Altri, naturalmente, furono pure presenti, perfino agenti della Gestapo. Dopo il discorso del fratello Niedersberg ne chiesero il nome e l’indirizzo, ma non lo arrestarono, evidentemente non osando far ciò a causa della circostanza. Egli poté quindi continuare il suo viaggio, che gli diveniva progressivamente più difficile. Arrivato al posto dov’era il fratello Thode a Hennstedt, fu afflitto ad un tratto da un forte mal di capo e poco dopo morì per un colpo apoplettico. Le sue ultime energie furono così impiegate per prestabilire che ai fratelli fosse provveduto edificante cibo spirituale. Due settimane dopo la Gestapo si presentò alla sua casa di Amburgo-Altona per arrestarlo.
Oltre alle copie ciclostilate de La Torre di Guardia prodotte in Germania, alcune erano mandate in Germania dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Cecoslovacchia, sì, perfino dalla Polonia, e compariva in varie forme, spesso di grandezza variabile. In principio molti articoli de La Torre di Guardia erano mandati da Zurigo, Svizzera, col titolo “I Gionadab”. Dopo che la Gestapo aveva scoperto questo metodo, a tutti gli uffici postali furono date in Germania le istruzioni di confiscare tutte le buste che portavano questo titolo e di agire appropriatamente contro quelli ai quali le riviste erano indirizzate. Nella maggioranza dei casi questo portò al loro arresto.
In seguito il titolo e la maniera di avvolgere La Torre di Guardia furono cambiati praticamente a ogni numero. Nella maggioranza dei casi si usava il titolo dell’articolo de La Torre di Guardia, e questo appariva in genere una sola volta, come, per esempio, “Le tre feste”, “Abdia”, “Il combattente”, “Il tempo”, “I cantori del tempio”, e così via. Ma anche alcune di queste copie cadevano nelle mani della Gestapo, nel qual caso una circolare era inviata a ogni comando di polizia della Germania per informarlo che questa particolare rivista era proscritta. Ma nel maggior numero dei casi queste informazioni giungevano troppo tardi, perché allora era già comparso un altro articolo de La Torre di Guardia di formato del tutto diverso e con un titolo completamente differente. La Gestapo dovette subito ammettere con amara ira che i testimoni di Geova li precedevano nella strategia bellica.
La stessa cosa si faceva con L’Età d’Oro. Per un certo tempo non fu elencata fra le riviste proscritte. In seguito, essendo stata proscritta ufficialmente, era mandata in privato ai fratelli tedeschi, generalmente da fratelli di paesi stranieri, in special modo dalla Svizzera. Quelli che mandavano le riviste facevano sempre in modo che l’indirizzo fosse scritto a mano e ogni volta da una persona diversa.
Più la Gestapo falliva nel suoi tentativi di stroncare queste fonti di fornitura più diveniva brutale con i fratelli. In genere li arrestavano dopo avere perquisito le loro case, benché spesso senza alcuna ragione. Generalmente al comando di polizia i fratelli erano crudelmente maltrattati nel tentativo di strappare loro qualche specie di ammissione di colpa.
“LIBERE” ELEZIONI
Un’altra arma per intimidire la popolazione, e in special modo diretta contro i testimoni di Geova per costringerli a fare compromesso, erano le cosiddette “libere” elezioni. Quelli che si rifiutavano di farsi costringere a votare erano denunciati come “Ebrei”, “traditori della Patria” e “scellerati”.
Max Schubert di Oschatz (Sassonia) il giorno delle elezioni fu visitato cinque volte dai coadiutori elettorali che volevano portarlo alle urne. Sua moglie fu visitata da donne che avevano le stesse intenzioni. Ogni volta il fratello Schubert disse comunque ai visitatori che era testimone di Geova e che aveva votato per Geova, il che era sufficiente e rendeva inutile un’ulteriore votazione per qualcun altro.
Il giorno dopo ebbe difficoltà. Era controllore delle ferrovie e veniva di continuo a contatto con le persone. Quel giorno lo salutavano in particolar modo con “Heil Hitler”. Egli ricambiava il saluto con “Buon giorno” o qualche cosa di simile. Sentiva comunque che c’era qualche cosa “nell’aria”, e ne parlò a pranzo con sua moglie, dicendole d’esser pronta a ogni eventualità. Finito quel pomeriggio il servizio, fu prelevato verso le diciassette da un poliziotto e portato a casa del locale direttore del partito nazionalsocialista. Davanti alla porta era un carro trainato da due cavalli. Il fratello Schubert fu costretto a stare in piedi in mezzo al carro con parecchi uomini delle SA seduti intorno a lui, ciascuno con una torcia accesa in mano. Di fronte stava uno con una tromba e di dietro uno con un tamburo, e a turno suonavano l’allarme così che tutti guardavano fuori per vedere la processione. Sul carro due uomini delle SA tenevano una grande scritta che diceva: “Sono uno scellerato e un traditore della Patria, perché non ho votato”. Subito qualcuno dietro la processione aveva formato un gruppo che cantava di continuo le parole della scritta. Alla fine della frase chiedevano: “Dove andrà?” al che i ragazzi della folla all’unisono dicevano: “In un campo di concentramento!” Il fratello Schubert fu portato per le vie della città di circa 15.000 abitanti per due ore e mezza. La stazione radio del Lussemburgo lo riferì il giorno dopo.
Alcuni fratelli erano impiegati nel servizio civile. Siccome non facevano “il saluto tedesco” o non partecipavano alle elezioni e alle dimostrazioni politiche, dall’estate del 1934 il governo aveva preso disposizioni per approvare una legge che mettesse al bando nazionalmente gli Studenti Biblici così che si sarebbero potuti espellere dal servizio civile. Questo richiedeva una legge nazionale che mettesse al bando la loro attività, anziché semplici leggi di stato locali. Una tale legge fu approvata il 1º aprile 1935. Ma alcuni singoli uffici avevano già agito di loro propria autorità.
Ludwig Stickel era contabile nella città di Pforzheim. Il 29 marzo 1934, ricevette dal sindaco una lettera che diceva: “Intenterò un processo penale contro di lei allo scopo di destituirla dall’incarico. È accusata d’essersi rifiutata di votare alle elezioni del Reichstag del 12 novembre 1933. . . .” Con una lunga lettera il fratello Stickel spiegò la sua situazione, ma poiché il giudizio era stato già emesso, gli fu comunicato che era stato destituito il 20 agosto.
La loro mira era quella di privare i testimoni di Geova dei mezzi per procurarsi da vivere, licenziandoli dai loro impieghi, cacciandoli dai loro posti di lavoro, chiudendo le loro botteghe e proibendo loro di esercitare la propria professione.
Gertrud Franke di Magonza lo scoprì dopo che il marito era stato arrestato nel 1936 per la quinta volta e che la polizia segreta le aveva assicurato di non avere nessuna intenzione di rilasciarlo nuovamente. Dopo essere stata rimessa in libertà — era stata tenuta in prigione per circa cinque mesi — la sorella Franke andò all’ufficio di collocamento per trovare lavoro. Scoprì, comunque, che siccome era stata in prigione nessuno voleva assumerla. Infine un cementificio fu costretto ad accettarla. Due settimane dopo ebbe la sua successiva sorpresa, quando scoprì che senza il suo consenso era stata iscritta al “Fronte del lavoro” tedesco e che le tasse d’iscrizione erano state trattenute dal suo salario. Avendo riconosciuto le mire politiche di questa organizzazione, ella andò immediatamente all’ufficio e si lamentò che dal suo salario fosse stato trattenuto denaro per un’organizzazione che non riconosceva in nessun modo, richiedendo di risolvere la questione. Questo la fece licenziare immediatamente. Presentatasi di nuovo all’ufficio di collocamento, le fu detto che l’ufficio di collocamento non le avrebbe trovato lavoro e non le avrebbe dato nessuna sorta di sussidio di disoccupazione. Se si rifiutava di iscriversi al “Fronte del lavoro”, era suo compito vedere come procurarsi il sostentamento.
I GIOVANI AFFRONTANO PROVE
In numerosi casi i figli dei testimoni di Geova furono privati dell’opportunità di ottenere istruzione. Lasciamo che Helmut Knöller ci racconti la sua esperienza con le proprie parole:
“Proprio al tempo in cui in Germania l’attività del testimoni di Geova era messa al bando, i miei genitori si battezzarono in simbolo della loro dedicazione a Geova! Per me il tempo della decisione venne quando avevo tredici anni e fu annunciato il bando. A scuola c’erano spesso decisioni da prendere in quanto al saluto alla bandiera, che io risolvevo a favore della fedeltà e della dedicazione a Geova. In queste circostanze, era impensabile continuare per acquistare un’istruzione superiore e così cominciai a frequentare a Stoccarda una scuola commerciale; questo richiedeva che si frequentasse due volte la settimana la scuola commerciale dove si faceva quotidianamente la cerimonia dell’alzabandiera. Essendo io più alto di qualsiasi mio compagno di scuola, quando mi rifiutavo di salutare la bandiera attiravo naturalmente indebita attenzione.
“Allorché l’insegnante entrava nell’aula, gli studenti si dovevano alzare in piedi, salutare con le parole ‘Heil Hitler’ e levare la mano destra. Io non lo facevo. L’insegnante rivolgeva naturalmente l’attenzione solo a me e spesso c’erano scene come: ‘Knöller, vieni qui! Perché non saluti, dicendo “Heil Hitler”?’ ‘È contro la mia coscienza, signore’. ‘Che cosa? Porco! Va via da me, tu puzzi, più lontano. Vergogna! Traditore!’ ecc. Fui quindi trasferito a un’altra classe. Mio padre parlò al preside e ricevette la caratteristica spiegazione che segue: ‘Può il suo Dio, in cui confida, darle sia pure un pezzo di pane? Adolf Hitler lo può, e ne ha dato prova’. Ciò significava che bisognava onorarlo e salutarlo con le parole ‘Heil Hitler’”.
Dopo aver finito il suo tirocinio, scoppiò la seconda guerra mondiale e il fratello Knöller fu chiamato al servizio militare. Su ciò egli narra quanto segue:
“Fui arruolato il 17 marzo 1940 per il servizio militare. Da molto tempo mi ero reso conto di ciò che sarebbe accaduto. Immaginavo che appena mi fossi presentato alla commissione di leva ma avessi quindi opposto un rifiuto al giuramento, sarei stato condotto dinanzi a una corte marziale e fucilato. Infatti, lo preferivo al campo di concentramento! Ma non andò a finire così. Non fui processato dinanzi a una corte militare, ma fui messo in prigione con una razione di pane e acqua. Cinque giorni dopo venne la Gestapo e mi portò a un’udienza che durò parecchie ore nella quale fu fatta ogni sorta di minacce. Quella notte fui riportato nella prigione. Ero molto felice; non c’era più nessuna traccia di timore, ma solo gioia e attesa di ciò che serbava il futuro e di come Geova mi avrebbe ancora aiutato. Tre settimane dopo preminenti agenti della Gestapo mi lessero un ordine che diceva che a causa della mia attitudine di inimicizia verso lo stato e del pericolo che io potessi essere attivo per conto dei proscritti Studenti Biblici Internazionali, dovevo rimanere sotto custodia protettiva. Ciò significava ‘campo di concentramento’. Avvenne così esattamente l’opposto di ciò che avevo sperato. Insieme ad altri prigionieri, fui gettato il 1º giugno nel campo di concentramento di Dachau”.
Il fratello Knöller conobbe la vita non solo di Dachau ma anche di Sachsenhausen. In seguito fu trasferito, insieme a parecchi altri prigionieri, nell’isola del canale inglese di Alderney. Un drammatico viaggio lo portò a Steyr, in Austria, dove egli e quelli che erano con lui furono infine rilasciati il 5 maggio 1945. La turbolenza di quegli anni può comprendersi dal fatto che il fratello Knöller, che era stato oggetto di tanta persecuzione, non aveva ancora avuto l’opportunità di simboleggiare per mezzo del battesimo in acqua la sua dedicazione a Geova, sebbene i suoi anni di fedeltà nelle più difficili circostanze provassero che aveva fatto tale dedicazione. Nel piccolo gruppo di superstiti coi quali tornò a casa c’erano nove altri fratelli, che avevan tutti sopportato fedelmente da quattro a otto anni di campi di concentramento e che ora colsero con gratitudine l’opportunità di battezzarsi a Passau.
FIGLI STRAPPATI VIA AI PROPRI GENITORI
Il fratello e la sorella Strenge provarono esattamente quale piccola opportunità avessero i testimoni di Geova di far garantire in quei turbolenti anni i loro diritti legali. Il fratello Strenge fu arrestato e condannato a tre anni di prigione, al che la sorella Strenge, lasciata ora sola con i suoi figli, si trovò in una situazione nella quale aveva bisogno di ogni briciola di energia che potesse raccogliere. Ella narra:
“A scuola mio figlio doveva imparare un canto patriottico e una poesia patriottica a memoria. Non potendolo mettere in armonia con le sue convinzioni religiose, si rifiutò. Il suo insegnante lo fece condurre da due ragazzini come un prigioniero dal direttore, un certo sig. Hanneberg, il quale gli disse che si sarebbe dovuto percuotere il suo dito fino a farlo divenire così sanguinante e gonfio e nero e blu da ‘non poterselo più ficcare nel [retto]’. Egli continuò a minacciarlo e a dire che non avrebbe più visto suo padre. Infine chiese a questo fanciullo di dieci anni se si sarebbe rifiutato di fare il servizio militare. Günter si riferì alla Bibbia e disse: ‘Chi prende la spada perirà di spada’, al che il direttore diede istruzione all’insegnante di Günter di ‘punirlo come al solito’. In seguito il direttore lo mandò a casa, dicendo che avrebbe dato istruzioni alla polizia affinché cinque minuti dopo lo prelevasse da casa per metterlo in un riformatorio. Mio figlio era appena tornato a casa quando la polizia giunse davanti alla nostra abitazione con una grossa auto. Parecchi agenti chiesero tempestosamente di entrare, ma io mi rifiutai di aprire la porta. Dopo un po’ la polizia andò dalla mia vicina, e le chiese prove contro di me per incriminarmi. Non potendo ella fornire nessuna prova del genere per incriminarmi, le fecero pressione per tanto tempo che infine ammise di averci uditi cantare un cantico e dire la preghiera ogni mattina. Quindi la polizia andò via.
“La mattina dopo verso le 10,30 la polizia tornò. Poiché non volevo aprire la porta, gli agenti della Gestapo gridarono: ‘Dannata Studentessa Biblica! Apri!’ Andarono poi da un fabbro che abitava nei pressi e gli fecero forzare l’ingresso.
“Puntandomi una pistola al petto, un agente della Gestapo gridò: ‘Dacci i figli’. Ma io me li tenevo stretti ed essi si attaccavano a me in cerca di protezione. Per timore che ci separassero con la forza, strillammo chiedendo aiuto con quanto fiato avevamo nei polmoni.
“La finestra era aperta e un folto gruppo di persone radunatosi di fronte alla casa udì i miei alti strilli di disperazione: ‘Generai i miei figli con le più penose doglie di parto e non ve li darò mai. Dovrete prima percuotermi a morte’. Quindi, sopraffatta dall’emozione, svenni. Rinvenuta, fui interrogata dalla Gestapo per tre ore. Cercarono di farmi incriminare mio marito. L’interrogatorio fu interrotto parecchie volte dai miei svenimenti. Intanto, la folla che era andata aumentando di fronte alla casa indicava sempre più col suo rumore di non essere d’accordo con quanto avveniva. Infine la Gestapo si ritirò di nuovo, senza compiere ciò che si era proposta di fare. Ora disposero di portar via i miei figli segretamente. Alcuni giorni dopo, evidentemente per attuare questo piano, fui convocata a Elbing dinanzi a una corte speciale. Lo stesso giorno i miei figli si sarebbero dovuti presentare a un custode costituito su di loro. Sospettai il peggio e con entrambi i figli andai il giorno prima a visitare il custode. Egli disse che mia figlia quindicenne doveva esser messa in un campo di lavoro e che Günter di dieci anni doveva essere affidato a una famiglia che l’avrebbe educato secondo le idee del nazionalsocialismo. Nel caso di un rifiuto si sarebbero dovuti mettere entrambi in un riformatorio. Nella mia eccitazione chiesi: ‘Mi dica, viviamo già in Russia, o siamo ancora in Germania?’ al che egli rispose: ‘Sig.ra Strenge, non terrò conto di ciò che ha appena detto. Anch’io vengo da una famiglia religiosa; mio padre è un ministro!’ Quando chiesi che a mia figlia fosse almeno permesso di fare in qualche luogo un tirocinio, questo procuratore ribatté: ‘Non voglio avere fastidio per causa vostra. Preferirei avere a che fare con altri venti ragazzi anziché con un Studente Biblico’.
“Arrivò il sabato, giorno in cui dovevo andare alla corte di Elbing per difendere la mia fede in Geova e nelle sue promesse. Per rafforzarmi e affinché potessi ancora una volta versare il mio cuore, prima di andarvi feci una visita a mio marito che era in prigione. Dopo che egli venne condotto, gli caddi singhiozzando fra le braccia. Tutta l’angoscia e i terribili avvenimenti dei pochi giorni trascorsi ancora una volta mi sovrastarono: mio marito condannato a tre anni di prigione, i figli strappatimi via e separati l’uno dall’altro. Il mio spirito era affranto ed ero giunta al limite della sopportazione. Ma le parole di mio marito furono come le parole degli angeli, ed egli mi confortò raffigurando le esperienze di Giobbe e le sue sofferenze e tuttavia la sua incrollabile fedeltà in Dio, così che, anche dopo aver perduto ogni cosa, egli non accusò Dio di aver agito male. Narrò come egli pure era stato riccamente benedetto da Geova dopo la dura prova recata dalle numerose udienze e dal processo. Questo mi diede rinnovata forza. Ora andai all’udienza a testa alta per udire orgogliosamente con quale zelo i miei figli avevan recato testimonianza a Geova e al suo Regno e alla loro fede di fronte ai loro insegnanti e ad altri alti funzionari. La ‘corte tedesca’ sentenziò: Non avendo lo allevato i miei figli nel senso del nazionalsocialismo, e siccome avevo cantato con loro cantici alla lode di Geova, dovevo essere condannata a otto mesi di prigione”.
ESCLUSI DAI COMPAGNI DI CLASSE
Il fratello dodicenne Willi Seitz di Karlsruhe ebbe una diversa specie di esperienza. Egli stesso racconta:
“Posso difficilmente descrivere ciò che ho dovuto sopportare finora. Gli studenti miei compagni di scuola mi hanno percosso; quando facciamo gite, mi lasciano da una parte, se mi è affatto permesso di seguirli, e non posso parlare ai miei amici di scuola, quelli che ho ancora. In altre parole, ‘sono odiato e schernito come un cane rognoso’. Il mio unico conforto è stato che il regno di Dio verrà presto. . . .”
Il 22 gennaio 1937, Willi fu espulso dalla scuola “a causa del rifiuto di fare il saluto tedesco, di cantare canti patriottici e di prendere parte alle celebrazioni scolastiche”.
CONDANNATI PER AVER PREGATO E CANTATO
Max Ruef di Pocking pure scoprì come si facevano sistematici tentativi per forzare i testimoni di Geova a infrangere la loro integrità. Fu del tutto privato del suo mezzo di sostentamento. Si richiese il rimborso di un’ipoteca che aveva accesa per apportare cambiamenti all’edificio. Non potendo estinguere immediatamente l’ipoteca, tutta la sua proprietà fu messa all’asta nel maggio del 1934.
“La persecuzione non cessò qui”, racconta il fratello Ruef. “Al contrario, per istigazione dei dirigenti politici fui falsamente accusato e trascinato in tribunale. Poiché non c’era nulla di cui potessero accusarmi, mi condannarono a sei mesi di prigione mediante una corte speciale di Monaco perché nella mia casa mi ero dedicato a preghiere e canti proibiti. Cominciai a scontare la mia condanna il 31 dicembre 1936. Mia moglie, che attendeva il suo terzo figlio, non riceveva, oltre l’affitto per un ammontare di 12 marchi del Reich, nessuna specie di sostentamento per sé e per i due figli di nove e dieci anni. Venne il tempo che doveva partorire. Entrambi richiedemmo che la mia condanna fosse interrotta per alcune settimane così che potessi badare a certe cose necessarie. Circa una settimana prima che il bambino nascesse, la nostra richiesta fu respinta come ‘inappropriata’.
“Il 27 marzo ebbi la comunicazione che mia moglie era morta e che io dovevo essere rilasciato per tre giorni per sbrigare le faccende necessarie. Andai subito nella clinica dove era stata portata mia moglie dopo aver partorito il bambino, benché fosse morta prima di giungervi. Il medico e un’infermiera, che erano ancora inconsapevoli del fatto che io ero testimone di Geova, mi sollecitarono con vigore a ‘fare le denunce contro il medico e l’ostetrica, poiché sua moglie era sana e non aveva alcun male’, ma solo risposi stancamente: ‘Quindi avrei molto da fare’. A casa, col bambino morto che giaceva nella stanza da letto, trovai gli altri due figli di nove e dieci anni, in uno stato di mente che si può facilmente immaginare. Avrei dovuto ora lasciarli soli senza nessuno che ne avesse cura, forse per non vederli mai più?”
I suoceri del fratello Ruef chiesero che il cadavere di sua moglie fosse mandato a Pocking, dove, al cimitero, non fu permesso di parlare a nessuno che non fosse della sua famiglia intima. Avvenne così che lo stesso fratello Ruef fece il discorso funebre per sua moglie, e Geova gliene diede la forza.
Il fratello Ruef non riusciva ora a sopportare il pensiero di dover lasciare soli i suoi due figli senza nessuno che ne avesse cura. Poiché gli restavano ancora alcune ore di libertà dalla prigione, portò uno dei due figli dai suoi suoceri, nonostante che non fossero testimoni di Geova, e l’altro lo portò da fratelli che abitavano vicino al confine svizzero. Infine, fece una drammatica fuga attraverso il confine entrando in Svizzera, dove ricevette asilo con suo figlio.
PRIMA PUNIZIONE, POI “AMICIZIA”, PER INFRANGERE L’INTEGRITÀ
Ci furono casi nei quali i figli che erano stati separati dai loro genitori divennero per qualche tempo deboli nella fede e furono effettivamente in pericolo d’esser trascinati in campi nazisti, proprio come i capi del movimento avevano prestabilito. Prendete, per esempio, Horst Henschel di Meissen, che, nel 1943, fu battezzato a dodici anni con suo padre. Egli scrive:
“La mia fanciullezza fu piena di alti e bassi. Mi ritirai dalla Gioventù di Hitler, almeno fin dove ciò era possibile, ed ero felice e forte. Quando mi rifiutavo di fare il saluto a Hitler, che a scuola era richiesto ogni giorno, venivo percosso, ma mi rallegravo, rafforzato dai miei genitori, sapendo d’esser rimasto fedele. Ma a volte a causa della punizione fisica o per timore della situazione dicevo ‘Heil Hitler’. Ricordo come poi andavo a casa, con gli occhi pieni di lagrime, e come pregavamo insieme Geova e come di nuovo mi facevo coraggio per resistere la volta successiva agli attacchi del nemico. Quindi accadeva nuovamente la stessa cosa.
“Un giorno la Gestapo venne a perquisire la nostra casa. ‘È lei testimone di Geova?’ chiese a mia madre uno degli uomini delle SS dalle spalle larghe. Come se fosse oggi, posso vederla appoggiata allo stipite della porta e dire con fermezza ‘Sì’, pur sapendo che ciò significava essere presto o tardi arrestata. Lo fu, due settimane dopo.
“Ella stava badando alla mia sorellina, che il giorno dopo avrebbe compiuto un anno, quando la polizia giunse con un mandato per arrestarla. . . . Poiché allora mio padre era in casa noi rimanemmo sotto la sua giurisdizione. . . . Due settimane dopo fu arrestato anche mio padre. Lo rivedo abbassarsi di fronte alla stufa della cucina per guardare nel fuoco. Prima di andare a scuola l’avevo abbracciato il più strettamente che avevo potuto, ma egli non si era voltato a guardarmi. Spesso ho pensato alla dura lotta che dovette combattere e fino a questo giorno sono grato a Geova Dio d’avergli provveduto la forza necessaria per darmi tale buon esempio. Tornai a casa e mi trovai solo. Era stato ordinato a mio padre di fare il servizio militare ed egli era andato al consiglio di leva della città per spiegare il suo rifiuto. Fu immediatamente arrestato. I miei nonni e i nostri altri parenti — che eran tutti contrari ai testimoni di Geova e alcuni del quali eran membri del partito nazista — avevano fatto i passi per ottenere la custodia mia e della mia sorellina di un anno affinché non ci mettessero in una casa per minorenni o forse in un riformatorio. Una mia seconda sorella, già ventunenne, fu arrestata solo due settimane dopo mio padre, e tre settimane dopo morì in prigione di difterite e scarlattina.
“La mia sorellina e io eravamo ora con i miei nonni. Ricordo che mi inginocchiavo davanti al letto della mia sorellina per pregare. Non mi era permesso di leggere la Bibbia, ma dopo averne ottenuto in segreto una da una signora vicina, la leggevo.
“Mio nonno, che non era nella verità, andò una volta a visitare mio padre in prigione. Tornò a casa altamente indignato e terribilmente adirato. ‘Questo criminale, questo buono a nulla! Come può abbandonare i suoi propri figli?’ Mano e piede incatenati, mio padre fu condotto davanti a mio nonno, il quale, insieme ad altri, cercò di argomentare con lui onde facesse il servizio militare per amore dei figli. Ma egli continuò a mantenersi fedele e respinse con fermezza il suggerimento, al che un agente osservò a mio nonno: ‘Anche se quest’uomo avesse dieci figli, non agirebbe in modo diverso’. Benché terribile agli orecchi di mio nonno, fu per me la prova che mio padre rimaneva fedele e che Geova l’aiutava.
“Qualche tempo dopo ricevetti da lui una lettera. Fu la sua ultima. Non sapendo dove mia madre era in prigione, la scrisse a me. Andai nella mia stanza da letto in soffitta e lessi le prime parole: ‘Quando ricevi questa lettera, rallègrati, perché ho perseverato. Fra due ore la mia sentenza sarà eseguita. . . .’ Fui triste e piansi, benché allora non afferrassi la profondità della questione come la comprendo oggi.
“Dinanzi a tutti questi avvenimenti decisivi rimasi relativamente forte. Senza dubbio Geova mi diede la forza necessaria per risolvere i miei problemi. Ma Satana ha molti modi per attirare le persone nella sua trappola e presto ne avrei fatto esperienza. Uno dei miei parenti si rivolse ai miei insegnanti chiedendo loro d’esser pazienti con me. All’improvviso tutti divennero verso di me molto, molto amichevoli. Gli insegnanti non mi punivano nemmeno quando non salutavo con ‘Heil Hitler’, e i miei parenti divennero verso di me specialmente amichevoli e gentili. Quindi accadde.
“Di mia propria iniziativa tornai nella Gioventù di Hitler, benché nessuno mi ci costringesse e benché fosse solo alcuni mesi prima della fine della seconda guerra mondiale. Ciò che Satana non era riuscito a ottenere con la severità, poté ottenerlo con l’adulazione e l’astuzia. Oggi posso dire che la severa persecuzione dal di fuori può mettere alla prova la nostra lealtà, ma che gli insidiosi attacchi di Satana da altre parti sono non meno pericolosi degli attacchi brutali. Oggi comprendo quali difficili prove di fede dovette sopportare mia madre mentre era in prigione. Io avevo ricevuto l’ultima lettera di mio padre a conferma della sua fedeltà e dedicazione fino alla morte e questo mi aveva rafforzato immensamente. A lei, d’altra parte, furono mandati i suoi indumenti e abiti, su cui erano ancora chiaramente visibili le macchie di sangue, tacite testimonianze dei tormenti della sua morte. Mia madre mi disse in seguito che tutte queste cose furono per lei molto difficili da sopportare, ma che la sua prova più difficile furono in questo tempo le mie lettere le quali indicavano che avevo smesso di servire Geova.
“Presto la guerra finì. Mia madre venne a casa e mi aiutò a tornare nella via della dedicazione. Ella continuò a educarmi nell’amore di Geova e nella dedicazione a lui. Riguardando il passato, vedo che allora ebbi molti dei medesimi problemi che hanno oggi molti nostri fratelli giovani. Ma mia madre non smise mai di lottare per aiutarmi a restare nel sentiero della dedicazione. Per immeritata benignità di Geova ho avuto il privilegio di fare il servizio continuo per ventidue anni, e sei anni e quattro mesi di questo tempo li ho trascorsi in prigione nella Germania Orientale, in prigione come lo furono i miei genitori.
“Spesso mi sono chiesto che cosa ho fatto per meritare in passato d’essere così riccamente benedetto da Geova. Oggi credo che siano state le preghiere di mio padre e di mia madre. Essi non avrebbero potuto darmi con la loro propria condotta un miglior esempio di contegno cristiano”.
Ci sono 860 casi conosciuti nei quali i figli furono tolti ai loro genitori, per quanto il numero esatto possa essere un bel po’ maggiore. In vista di tale trattamento disumano non è strano che nel corso del tempo le autorità giungessero fino al punto di rendere impossibile generare figli con la semplice affermazione che uno dei genitori avesse una “malattia ereditaria”. Poteva quindi essere sterilizzato conforme alle disposizioni della legge.
METODI ALLE UDIENZE
Una delle crudeli tattiche seguite era quella di far sentire al coniuge e ad altri componenti della famiglia i tormenti che il loro caro congiunto doveva subire durante l’interrogatorio. Emil Wilde ne descrive la crudeltà, essendo stato costretto a sentire dalla sua cella come sua moglie era letteralmente torturata a morte.
“Il 15 settembre 1937”, egli comincia, “la mattina di buon’ora verso le 5,00, due agenti della Gestapo vennero a perquisire la nostra casa, dopo aver interrogato i miei figli. In seguito mia moglie e io fummo portati al comando di polizia e immediatamente rinchiusi in celle di prigione. La nostra prima udienza si tenne circa dieci giorni dopo. Mi dissero che mia moglie pure avrebbe avuto quello stesso giorno la prima udienza, e questo avvenne.
“Da mezzogiorno in poi, verso le 13,00, udii le alte grida di una donna. Ella era percossa e mentre le grida si facevano sempre più alte e io potevo udirle più chiaramente, riconobbi che venivano da mia moglie. Suonai il campanello e chiesi perché la donna, mia moglie, era percossa; mi fu detto che non era mia moglie, ma un’altra, che meritava le percosse a causa di cattiva condotta. Quel tardo pomeriggio gli strilli ripresero e crebbero tanto di intensità che ancora una volta suonai per lamentarmi del trattamento che veniva fatto a mia moglie. La Gestapo continuò a negare che fosse mia moglie. Verso l’una di quella notte non potei più sopportarlo e suonai ancora una volta, e questa volta il funzionario di polizia, di cui non conosco il nome, disse: ‘Se suoni ancora una sola volta, faremo a te la stessa cosa che abbiamo fatto a tua moglie!’ Ci fu poi silenzio in tutta l’intera prigione, poiché nel frattempo avevano portato mia moglie alla clinica per malattie nervose. La mattina di buon’ora il 3 ottobre, il capoguardia della Gestapo, Classin, venne nella mia cella e mi disse che mia moglie era morta nella clinica per malattie nervose. Gli dissi in faccia che la colpa della morte di mia moglie ce l’avevano loro, e il giorno del suo funerale feci contro la Gestapo denuncia di assassinio. Come risultato la Gestapo denunciò me per diffamazione.
“Questo significò che oltre al primo avrei dovuto avere un altro processo. Quando si tenne, due sorelle si alzarono durante l’udienza della corte speciale e testimoniarono: ‘Udimmo la sig.ra Wilde gridare: “Diavoli, mi percuotete a morte”’. Il giudice rispose: ‘Ma non lo videro, solo lo udirono. Vi condanno a un mese di prigione’. Parecchie sorelle, che videro mia moglie dopo la sua morte, confermarono che era terribilmente sfigurata con larghe striscie intorno alla gola e sul viso. Mi rifiutarono il permesso di assistere al funerale”.
In altri casi furon fatti tentativi per ipnotizzare i fratelli. Ad alcuni di loro fu dato cibo che era stato drogato, così che per un tempo perdevano il controllo di ciò che dicevano. Nel tentativo di costringere altri a confessare, per l’intera notte legavano loro mani e piedi dietro il dorso. Poiché alcuni non furono in grado di sopportare tali terribili forme di tortura, la Gestapo poté ottenere informazioni sul modo in cui era organizzata e compiuta l’opera dei testimoni di Geova.
UFFICIALI E DIPENDENTI AMICHEVOLI
Nonostante che i funzionari usassero il ‘nuovo potente e alto linguaggio’, che caratterizzava in special modo tutti i capi del nuovo stato, fondato così com’era sul cosiddetto, ‘principio del Führer’, faceva tuttavia piacere che qua e là alcuni funzionari di polizia, quando trattavano i testimoni di Geova sia dentro la prigione che fuori, mostrassero d’essere ancora in grado di aver compassione verso i loro simili.
Carl Göhring, a causa del suo rifiuto di fare il “saluto tedesco” e di aderire all’“Organizzazione del fronte dei lavoratori”, era stato licenziato dal suo posto presso la società ferroviaria privata delle Opere di Leuna a Merseburg. L’ufficio di collocamento si era rifiutato di trovargli un posto e l’assistenza sociale si era rifiutata di dargli qualsiasi specie di aiuto. Ma Geova, che conosce le necessità del suo popolo, fece in modo che il fratello Göhring trovasse subito lavoro nella cartiera di Weissenfels. Il suo direttore, un certo sig. Kornelius, assunse tutti i fratelli dei dintorni che erano stati licenziati dal loro lavoro e non richiese da loro nulla che contrastasse con la loro coscienza.
Come avvenne in seguito, ci furono anche altri datori di lavoro simili a questo, benché non molti. Diversi fratelli furono così salvati dagli artigli della Gestapo.
Ci furono anche singoli giudici che nel loro intimo non erano affatto d’accordo con i metodi violenti seguiti dal governo di Hitler. Specialmente in principio, parecchi giudici presentavano ai fratelli un innocuo foglio da firmare, che semplicemente dichiarava che si sarebbero astenuti dall’impegnarsi in qualsiasi attività politica. Poiché i fratelli potevano firmarlo senza alcuna riserva, non fece perdere a molti la libertà.
Le perquisizioni nelle case spesso indicavano che non tutti i funzionari odiavano i testimoni di Geova come poteva apparire esteriormente. Il fratello e la sorella Poddig ebbero questa esperienza quando fu perquisita la loro casa. Avevano appena ricevuto la posta, che comprendeva copie de La Torre di Guardia e altre pubblicazioni, dalla sorella carnale della sorella Poddig, che abitava in Olanda. Prima che avessero comunque l’opportunità di leggere alcuna cosa, cominciò improvvisamente a suonare il campanello della porta.
“Presto”, gridò la sorella Poddig, “metti tutto nella dispensa e chiudi la porta”. Siccome questo avrebbe potuto comunque attrarre l’attenzione, decise all’ultimo minuto di lasciare la porta aperta. Nel frattempo l’agente della Gestapo, accompagnato da un uomo delle SA, era entrato nella casa. “Così”, egli cominciò, “diamo inizio proprio da qui”. Con ciò intendeva la dispensa con la sua porta aperta. Il ragazzino del fratello Poddig improvvisamente disse: “Potete guardare a lungo nella dispensa prima di trovarvi alcuna cosa”, al che l’agente rise e rispose: “Be’, allora andiamo nell’altra stanza”. L’intera perquisizione non ebbe successo. Infatti, il fratello Poddig e la sua famiglia ebbero l’impressione che essi, o almeno l’agente della Gestapo, non volessero trovare niente. Fu evidente che l’uomo delle SA non ritenne che la perquisizione fosse stata compiuta interamente e voleva continuare la perquisizione. Ma l’agente della Gestapo lo rimproverò e gli proibì di cercare ancora. Mentre stavano per andar via egli tornò all’improvviso da solo e sussurrò alla sorella Poddig: “Sig.ra Poddig, ascolti ciò che le dico. Le porteranno via i figli perché non sono nella Gioventù di Hitler. Mandi i suoi figli, anche se è solo per amore dell’apparenza”. “Quindi entrambi andarono via e noi potemmo leggere in pace la posta che ci era giunta dall’Olanda”, scrive il fratello Poddig. “Ringraziammo Geova delle molte cose nuove e de La Torre di Guardia che ancora una volta era stata acclusa”.
SUPERATI IN ASTUZIA
Ci sono, naturalmente, numerosi casi, nei quali gli agenti della Gestapo furono apparentemente colpiti da cecità quando facevano le loro perquisizioni e nelle quali furono sovente superati in astuzia mediante le rapide azioni lampo dei fratelli, che indicano con chiarezza la protezione di Geova e l’aiuto angelico.
La sorella Kornelius di Marktredwitz narra un’esperienza: “Un giorno un altro poliziotto comparve per fare una perquisizione. Avevamo nella casa parecchie pubblicazioni, incluse parecchie Torri di Guardia ciclostilate. Sul momento, non vidi altra possibilità che metterle tutte dentro una caffettiera vuota, che si trovava per caso sulla tavola. Dopo che avevano guardato in ogni luogo, era solo questione di tempo prima che questo nascondiglio fosse scoperto. Proprio in quel momento la mia sorella carnale entrò inaspettatamente nell’appartamento. Senza preliminare le dissi: ‘Ecco, portati il tuo caffè’. Ella guardò dapprima un po’ sorpresa, capì comunque quello che volevo dire, e subito andò via portando con sé la caffettiera. Le pubblicazioni erano fuori pericolo e gli agenti non notarono che erano stati superati in astuzia”.
Divertente è la storia che il fratello e la sorella Kornelius narrano del loro figlio Siegfried di cinque anni, che in quel tempo non aveva nessuna difficoltà col “saluto tedesco” e cose del genere perché non era ancora in età scolare. Ma siccome i suoi genitori lo educavano nella verità, sapeva che le pubblicazioni dei suoi genitori, che essi sempre nascondevano dopo averle lette, erano molto importanti e non bisognava farle trovare alla Gestapo. Un giorno, avendo visto due agenti venire dal cortile nel luogo dei suoi genitori, comprese immediatamente che avrebbero cercato le pubblicazioni nascoste e subito seppe cosa fare per impedir loro di trovarle. Pur non essendo ancora in età da andare a scuola, egli prese la borsa con la quale il fratello maggiore andava a scuola, la vuotò di ogni cosa e la riempì di tutte le pubblicazioni. Si mise la borsa sulle spalle e uscì con essa nella via. Lì aspettò finché gli agenti non se ne furono andati via, dopo aver fatto un’infruttuosa perquisizione. Tornò poi a casa e nascose di nuovo le pubblicazioni dove le aveva trovate.
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Germania (2)Annuario dei Testimoni di Geova del 1975
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Germania (2)
IN PRIGIONE SI TROVANO “PECORE”
Mentre erano in prigione, i fratelli vennero in contatto con persone di ogni specie e naturalmente, nel limite del possibile, parlarono loro della propria speranza. Quale grande gioia provarono allorché un loro compagno di prigionia accettò la verità! Willi Lehmbecker ci narra una tale esperienza. Era stato incarcerato con parecchi altri prigionieri in una stanza dove era permesso fumare:
“La mia cuccetta era di sopra, ma il prigioniero che dormiva sotto di me fumava tanto che quasi non riuscivo a respirare. Mentre tutti gli altri dormivano gli potevo testimoniare con la Bibbia intorno al proposito di Dio per il genere umano. Riscontrai che era un ascoltatore attento. Questo giovane era attivo nella politica ed era stato messo sotto custodia perché aveva distribuito riviste illegali. Ci promettemmo l’un l’altro che, una volta tornati liberi, se ancora in vita, avremmo cercato di visitarci a vicenda. Ma le cose andarono a finire diversamente. Nel 1948 lo incontrai di nuovo a una nostra assemblea di circoscrizione. Mi riconobbe subito, mi salutò gioiosamente e poi mi raccontò la sua storia. Dopo aver scontato la sua condanna ed essere stato rilasciato, era stato chiamato per il servizio militare ed era stato mandato al fronte in Russia. Lì aveva avuto l’opportunità di ripensare a tutte le cose che gli avevo dette. . . . Infine mi disse: ‘Oggi sono divenuto tuo fratello’. Potete immaginare come mi commossi e la gioia che provai?”
Hermann Schlömer ebbe un’esperienza simile. Egli pure era a un’assemblea di circoscrizione dove un fratello gli si accostò e chiese: “Mi riconosci?” Il fratello Schlömer rispose: “Il tuo viso mi è familiare, ma non so chi sei”. Il fratello si presentò quindi come la guardia della prigione a cui il fratello Schlömer era stato affidato nella prigione di Frankfurt-Preungesheim nei cinque anni che vi aveva trascorsi come detenuto. Il fratello Schlömer aveva detto alla guardia tantissime cose intorno alla verità. Gli aveva chiesto anche una Bibbia, che l’ecclesiastico s’era rifiutato di procurargli. La guardia della prigione era stata compassionevole procurando la Bibbia al fratello Schlömer. Affinché nella segregazione cellulare avesse qualche cosa da fare, gli portava anche da rammendare le calze della famiglia. Sì, il fratello Schlömer aveva realmente motivo di rallegrarsi, comprendendo che in questo caso la parola di Geova era caduta su un terreno fertile.
IL CIBO SPIRITUALE DIVIENE SCARSO
Il menu spirituale in Germania continuò a ridursi. Quanto fosse pericoloso sia per gli individui che per i gruppi, allorché persero il contatto con l’organizzazione e non ebbero più l’opportunità di ottenere cibo spirituale, è riferito da Heinrich Vieker:
“Quando i nazisti presero il potere, nella nostra congregazione eravamo da trenta a quaranta proclamatori. L’atteggiamento di sfida assunto da questo sistema sùbito indusse molti fratelli a ‘ritirarsi nell’ombra’, divenendo così inattivi, e circa la metà dei proclamatori non si fece più vedere. Ciò significò che dovevamo stare molto attenti quando trattavamo con quelli che si erano ritirati, salutandoli quando li incontravamo, ma non provvedendo loro le riviste quando erano disponibili. Durante una discussione, scoprimmo una volta che tutti i fratelli, a eccezione di circa quattordici, avevano votato alle elezioni che si eran tenute”.
Naturalmente c’era il pericolo che alcuni fratelli fossero privati del cibo spirituale solo a causa di qualche infelice circostanza che ne avesse fatto sospettare il ritiro dall’organizzazione di Geova. Questo è ciò che accadde a Grete Klein e a sua madre in Stettino. Udiamone il racconto:
“Ci riunivamo in piccoli gruppi nelle case di vari fratelli. Il nostro sorvegliante di congregazione mi diede La Torre di Guardia onde facessi le matrici per ciclostilarla. Ma solo per breve tempo, e poi questo privilegio, che avevo tanto apprezzato, mi fu tolto. I fratelli si erano spaventati e temevano di poter essere scoperti, dopo aver saputo che mio padre era contrario alla verità. Noi, mia madre e io, non ottenevamo nemmeno una copia de La Torre di Guardia. Infatti, il timore dei fratelli giunse fino al punto che quando ci incontravano per via non ci salutavano neppure. Fummo entrambe del tutto stroncate dall’organizzazione. A Stettino una congregazione di Studenti Biblici cessò d’esistere perché, pur essendo ancora liberi, eravamo senza direttiva e senza cibo spirituale. . . .
“Star fermi significa in effetti tornare indietro; subito lo vedemmo dalla nostra attitudine spirituale. Dopo che era cominciata la guerra, continuai a pregare per i nostri fratelli spirituali che erano nei campi di concentramento; comunque, subito pregavo anche per i miei fratelli carnali che facevano la guerra con armi letterali in Russia e in Grecia. In quel tempo non mi accorsi nemmeno che ciò che facevo era sbagliato. Spesso sorgeva nella mia mente il pensiero se sotto il regno di Dio fosse del tutto possibile istituire un ordine nuovo.
“Oltre a me, c’erano nella congregazione di Stettino molti altri giovani che non sapevano da quale parte stavano. Parecchi giovani, come Günter Braun, Kurt e Artur Wiessmann, facevano il servizio militare combattendo con armi carnali. Kurt Wiessmann fu perfino ucciso in azione. Un’importante ragione del nostro comportamento negativo era senza dubbio il fatto che nella nostra congregazione di Stettino la direttiva era caduta vittima del timore dell’uomo. . . .
“D’altra parte, questi fratelli che in quel tempo si indebolirono sono un esempio della pazienza, dell’amore e del perdono di Geova, giacché, come scoprii in seguito, alcuni di essi quando l’opera fu ripresa si pentirono sinceramente delle proprie azioni e furono ristabiliti nel favore di Geova. Alcuni di essi sono ancora oggi nel servizio continuo, come, per esempio, l’ex sorvegliante di congregazione di Stettino, che per timore degli uomini interruppe con me e con mia madre ogni contatto e si trasferì con sua moglie in un luogo dove erano completamente sconosciuti. Ma come mi rallegrai quando li incontrai di nuovo a Wiesbaden dopo aver cominciato il servizio alla Betel e ho potuto vederli perseverare nel servizio continuo fino alla vecchiaia. A causa della sua condotta alcuni fratelli soffrirono grandemente nei campi di concentramento e nelle prigioni, e molti trovarono difficile perdonarlo. Ma la misericordia di Geova li aiutò a far questo e servì per loro come un esempio meraviglioso”.
INCERTEZZA A MAGDEBURGO E ALTROVE
Tornando al racconto del 1933 quando Hitler divenne cancelliere, troviamo che il fratello Rutherford subito si rese conto che il governo tedesco aveva rivolto lo sguardo al nostro edificio di Magdeburgo e alle preziose macchine da stampa che vi si trovavano. Si compirono vigorosi sforzi per provare ai funzionari responsabili che la Wachtturm Bibel-und Traktat-Gesellschaft era sussidiaria della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania e che, siccome la proprietà di Magdeburgo consisteva in gran parte di doni ricevuti dall’America, era in realtà proprietà americana. In queste circostanze il fratello Balzereit come cittadino tedesco aveva un’efficacia parziale nella lotta per liberare la proprietà americana. Il fratello Rutherford chiese perciò al fratello Harbeck, sorvegliante di filiale della Svizzera, di intervenire nella controversia, facendo uso della sua cittadinanza americana.
Il fratello Balzereit, che aveva preferito trasferirsi in Cecoslovacchia per starsene al sicuro, ora sentì che la sua autorità veniva limitata, e il suo orgoglio fu ferito. Tuttavia mostrò poco desiderio di tornare in Germania a dirigere personalmente i negoziati in corso per ritenere il possesso della proprietà della Società e sostenere i suoi fratelli nella lotta per la fede. Nello stesso tempo, il fratello Balzereit e parecchi fratelli che nella controversia si erano schierati dalla sua parte accusarono il fratello Harbeck d’essere stato negligente nella cura degli interessi tedeschi, mentre altri arrivarono fino a telegrafare al fratello Rutherford a favore di Balzereit.
Il fratello Rutherford rispose a Balzereit come segue: “Torna a Magdeburgo e restavi e assumi responsabilità e fa quello che puoi, ma comunica ogni cosa al fratello Harbeck. . . . Infatti non ti dovrebbe essere necessario chiedere il permesso di tornare in Germania, dato che, per quanto mi riguarda, e tu lo sai, vi potevi restare fin dal principio. Hai cercato comunque di farmi credere che la tua sicurezza personale dipendesse dal tuo rifugiarti fuori del paese”.
L’anno 1933 giunse al termine senza che si conseguisse alcuna unità in quanto a tenere regolari adunanze e a compiere l’opera di predicazione. Il fratello Poddig descrive la situazione: “Si formarono due gruppi. I timorosi sostenevano che eravamo disubbidienti e mettevamo in pericolo sia loro che l’opera di Geova”. Una lettera scritta dal fratello Harbeck nell’agosto del 1933 fu estesamente distribuita tra i fratelli tedeschi e fu usata dai timorosi nelle loro conversazioni come prova della giustezza del loro atteggiamento. Frattanto la Società pubblicò ne La Torre di Guardia un articolo intitolato “Non li temete!” che sosteneva l’azione di quelli i quali, nonostante l’accresciuta persecuzione e il maltrattamento, avevan seguito la voce della propria coscienza e avevano continuato a riunirsi in piccoli gruppi compiendo clandestinamente l’opera di predicazione. Esso mostrava loro che la loro azione era stata in armonia con la volontà divina.
I negoziati per ottenere il rilascio della proprietà di Magdeburgo erano stati interrotti, così che il 5 gennaio 1934 il fratello Rutherford scrisse al fratello Harbeck: “Ho poca speranza di ottenere dal governo tedesco alcuna cosa. Sono dell’opinione che tale ala dell’organizzazione di Satana continuerà a opprimere il nostro popolo finché non intervenga il Signore”.
Nel frattempo, da fratelli della Germania erano giunte al fratello Rutherford altre lettere, che gli davano una più accurata idea della condizione dell’opera in Germania e anche dell’attitudine spirituale dei fratelli. Una di queste, proveniente dal fratello Poddig, si riferiva all’articolo de La Torre di Guardia “Non li temete!” Essa spiegava che alcuni fratelli si rifiutavano di accettare questa Torre di Guardia come “cibo a suo tempo”. Alcuni perfino cercavano d’impedire ai fratelli di compiere qualsiasi predicazione clandestina. La risposta del fratello Rutherford fu trasmessa ai fratelli dappertutto. In parte, essa diceva: “L’articolo ‘Non li temete!’ che comparve ne La Torre di Guardia [inglese] del 1º dicembre fu scritto specialmente per il beneficio dei nostri fratelli della Germania. È sorprendente che qualche fratello si opponga a quelli che si interessano di trovare le opportunità per rendere testimonianza al Signore. . . . Il summenzionato articolo si applica alla Germania esattamente come si applica a qualsiasi altra parte della terra. Si applica in special modo al rimanente ovunque se ne trovino i singoli membri. . . . Questo significa che né il servitore della letteratura, né il direttore del servizio, il conduttore dell’opera della mietitura o qualsiasi altro ha il diritto di dirvi cosa fare o di rifiutarsi di provvedervi tale letteratura secondo che sia disponibile. La vostra attività nel servizio del Signore non è illegale, poiché la fate ubbidendo al comando del Signore . . .”
PRESTABILITI A BASILEA I PIANI PER UN’AZIONE UNITA
Si dispose di tenere, dal 7 al 9 settembre 1934, un congresso nell’esposizione di Basilea, in Svizzera. Il fratello Rutherford sperava di incontrarvi diversi fratelli della Germania, per udire direttamente da loro quale fosse l’effettiva situazione nel paese. Nelle più avverse condizioni, poterono assistervi quasi mille fratelli della Germania. In seguito riferirono quanto il fratello Rutherford fosse afflitto, allorché ebbe udito personalmente ciò che i fratelli erano già stati costretti a soffrire.
D’altra parte, egli dovette riconoscere che neanche i sorveglianti viaggianti presenti avevano riguardo all’opera di predicazione un unico pensiero. Parlò loro dei passi da fare in Germania dopo il congresso. Furono fatti i piani per un’azione unita.
Il 7 ottobre 1934 rimarrà per sempre come qualche cosa di speciale nella memoria di tutti quelli che ebbero il privilegio di partecipare agli avvenimenti di quel giorno. Hitler e il suo governo furono affrontati quel giorno dall’intrepida azione dei testimoni di Geova, ai suoi occhi una ridicola minoranza.
I particolari furono indicati in una lettera del fratello Rutherford, una copia della quale doveva essere portata da uno speciale messaggero a ogni congregazione in Germania. Nello stesso tempo questi messaggeri ebbero istruzione di fare i preparativi perché in questo particolare giorno si tenessero adunanze in tutta la Germania. La lettera del fratello Rutherford in parte diceva:
“Ogni gruppo dei testimoni di Geova della Germania dovrebbe riunirsi, alle ore 9,00 della domenica mattina 7 ottobre 1934, in un luogo conveniente della città dove abitano. Questa lettera dovrebbe essere letta a tutti i presenti. Dovreste unirvi nella preghiera a Geova per chiedergli mediante Cristo Gesù, nostro Capo e Re, la sua guida, la sua protezione, la sua liberazione e la sua benedizione. Immediatamente dopo, mandate ai funzionari del governo tedesco una lettera il cui testo sarà stato preparato in anticipo e sarà quindi disponibile. Si dovrebbero dedicare alcuni minuti alla considerazione di Matteo 10:16-24, tenendo presente che, facendo come dice questo testo, ‘starete in difesa delle vostre vite’. (Ester 8:11, AV) L’adunanza dovrebbe quindi esser chiusa e voi dovreste andare fuori dai vostri vicini a dar loro testimonianza intorno al nome di Geova, intorno al nostro Dio e al suo Regno retto da Cristo Gesù.
“In tutto il mondo i vostri fratelli vi penseranno e nello stesso tempo rivolgeranno a Geova una preghiera simile”.
UNITA DICHIARAZIONE DELLA DETERMINAZIONE DI UBBIDIRE A DIO
I preparativi dovevano farsi, naturalmente, nella completa segretezza. Si richiedeva che ogni fratello che aveva da fare qualsiasi cosa con loro acconsentisse di non parlare di quanto si predisponeva per il 7 ottobre nemmeno alla propria moglie o agli altri componenti della propria famiglia. Nonostante queste precauzioni, all’ultimo minuto sorse la situazione che, se non fosse stato per il possente e protettivo braccio di Geova, si sarebbero potute avere conseguenze terribili. Riguardo a ciò che accadde a Magonza, Konrad Franke narra:
“Ero stato arrestato la prima volta all’inizio del 1933 ed ero stato messo in un campo di concentramento, quindi dopo il mio rilascio dovevo spesso presentarmi alla Gestapo, che ogni volta mi accusava d’essere incaricato di organizzare l’opera in questa città, e così il continuo numero di arresti testimoniava che era in corso un’organizzata campagna di predicazione. Mi feci mandare perciò la posta a un indirizzo segreto, a un indirizzo che il nostro direttore del servizio regionale, il fratello Franz Merck, conosceva. Ma per qualche inspiegabile ragione egli non mi aveva consegnato personalmente la lettera del fratello Rutherford contenente le necessarie istruzioni come si era convenuto a Basilea, ma me l’aveva mandata per posta e questa al mio indirizzo normale e letteralmente ‘all’ultimo minuto’. Felicemente la mia attenzione era già stata richiamata sulla campagna dal fratello Albert Wandres, col quale avevo lavorato strettamente, e conoscevo così tutti i particolari esposti nella lettera. Poiché i giorni che mancavano al 7 ottobre passavano molto presto e ancora non avevo ricevuto dal fratello Merck queste importanti informazioni, andai avanti senza il suo aiuto e disposi che l’adunanza si tenesse nella casa di un fratello in un sobborgo di Magonza, alla cui adunanza furono invitate quasi venti persone.
“Due giorni prima che venisse tenuta l’adunanza fu necessario fare un improvviso cambiamento, poiché la casa dove ci saremmo dovuti radunare era risultato un luogo pericoloso. Dopo aver comunicato il nuovo indirizzo a tutti i fratelli e le sorelle, all’improvviso si scoprì che anche in questa casa una famiglia aveva espresso grande inimicizia e aveva minacciato di far arrestare immediatamente qualsiasi testimone di Geova che conoscevano se in qualsiasi tempo futuro avesse messo piede nella loro casa. Quindi i fratelli proprietari della casa, nel cui appartamento si sarebbe dovuta tenere l’adunanza la mattina successiva, chiesero di farla in qualche altro luogo. Perciò, il 6 ottobre fu necessario visitare di nuovo tutti i fratelli, comunicando loro un terzo luogo per l’adunanza della mattina seguente alle 9,00. Ma dove? Sembrava che non rimanesse nessuna possibilità. Dopo aver fatto una considerazione in preghiera, decisi d’invitare i fratelli nel mio piccolo appartamento da pioniere, sebbene ciò fosse pericoloso.
“La sera del 6 ottobre tornai a casa stanco e mi fu consegnata da mia moglie una lettera ch’era stata recapitata a tarda sera oltre la normale ora del recapito della posta, e questo nonostante il fatto che fosse una lettera normale e non un espresso, il che avrebbe richiesto che il recapito fosse fatto dalla Posta a quell’ora. L’aprii e scoprii che era la lettera del fratello Rutherford. Il fratello Merck me l’aveva inviata probabilmente perché non aveva avuto la possibilità di farmela avere in tempo di persona.
“Il modo in cui era stato fatto il recapito era comunque per me una prova che la lettera era andata prima alla Gestapo, come avveniva di tutta la mia corrispondenza privata, e che essa aveva poi disposto di farla recapitare, evidentemente pensando che io non sapessi ancora nulla della campagna. Essi calcolarono che io avrei preso quindi le disposizioni necessarie in armonia con il contenuto della lettera in qualche ora della notte, così che la mattina dopo avrebbero dovuto trovarci tutti insieme e arrestarci senza nessuno speciale sforzo da parte loro. Infatti, c’era stato tempo sufficiente per avvertire i funzionari di tutta la Germania. Sarebbe stata una cosa semplice arrestare tutti i testimoni di Geova radunati la mattina dopo nelle varie città.
“Che cosa avrei dovuto fare? Il mio appartamento, situato in un edificio dov’era anche una taverna, era tutt’altro che sicuro. Tutti quelli che abitavano nella casa, a eccezione della sorella che era proprietaria dell’edificio e la cui stanza da letto era adiacente al nostro appartamento, erano accanitamente contrari. D’altra parte, non c’era nessun’altra possibilità di avere un posto per radunarci. Confidando nell’aiuto di Geova, decisi di non fare nessun altro cambiamento né di far agitare indebitamente i fratelli e le sorelle, che, in maggioranza, vivevano in famiglie divise e non avevano la minima idea di quale fosse lo scopo dell’adunanza. Intimamente mi preparai per essere arrestato di nuovo.
“Alle 7,00 della mattina del 7 ottobre, erano già arrivati i primi fratelli, essendo state prese le disposizioni perché ciascuno venisse singolarmente in un periodo di due ore in modo da non farsi notare troppo. I fratelli comparvero a uno a uno, tutti assai ansiosi di sapere ciò che sarebbe avvenuto, nonostante che in armonia con le istruzioni non fossero stati informati della vera ragione dell’adunanza. Ma fra loro non c’era nessuno che non sentisse che questo doveva essere un giorno estremamente significativo. Tutti, comprese le sorelle i cui mariti nella maggioranza dei casi erano contrari e la maggioranza delle quali avevano figli piccoli a cui badare, mi fecero impressione per la determinazione e la volontà di fare qualsiasi cosa si chiedesse loro di fare negli interessi della rivendicazione del nome di Geova.
“Alle 9,00 meno dieci minuti eravamo tutti radunati nel nostro appartamento da pioniere di una sola stanza. Mi aspettavo di vedere per certo la Gestapo arrivare con una grossa auto in qualsiasi minuto per arrestarci tutti. Mi sentii perciò spinto a spiegare ai fratelli la situazione e a dar loro l’opportunità di ritirarsi dalla partecipazione all’adunanza nel caso che avessero avuto timore delle possibili conseguenze. Dissi loro: ‘La situazione è tale che nei prossimi dieci minuti potremmo tutti essere arrestati. Non voglio che alcuno di voi possa accusarmi in seguito d’avervi messo in questa situazione senza avervi informato della sua gravità. Vi chiedo perciò di aprire la vostra Bibbia a Deuteronomio 20’. Lessi il versetto 8: ‘Chi è l’uomo che ha timore e gli vien meno il cuore? Vada e torni alla sua casa, onde non faccia struggere il cuore dei suoi fratelli come il suo proprio cuore’. Dopo averlo letto ai presenti, dissi: ‘Chiunque pensa che la situazione sia ora troppo pericolosa ha l’opportunità di ritirarsi e non partecipare all’adunanza’.
“Ma nessuno, nemmeno le sorelle che avevano i mariti contrari e i figli piccoli, pensò di ritirarsi per timore. Ciò che ora successe è qualche cosa che difficilmente può esprimersi con parole. Nei pochi minuti che seguirono prima delle 9,00 ci fu nella sala un silenzio solenne. Era evidente che tutti i presenti in tacita preghiera affidavano la questione alla protettiva mano di Geova. Giunsero le 9,00. E mentre voleva continuare ad affacciarsi alla mia mente il pensiero che ‘ora la Gestapo entrerà da un momento all’altro nel cortile’, aprii l’adunanza con preghiera. All’improvviso tutti avemmo la sensazione che un forte cerchio di protezione ci fosse stato posto all’intorno, includendo non solo i fratelli in pericolo in Germania ma i fratelli in tutto il mondo che, in armonia con le istruzioni, si erano riuniti nella stessa ora in molti paesi e naturalmente avevan pure cominciato le loro adunanze con preghiera, tutto questo allo scopo di protestare presso Hitler contro l’inumano trattamento dei loro fratelli in Germania.
“Pronunciai poi un discorso ai fratelli ripetendo i pensieri principali del notevole discorso che il fratello Rutherford aveva tenuto a Basilea per l’incoraggiamento dei fratelli tedeschi. Esso presentava le prove bibliche che, malgrado le mutate condizioni, non eravamo stati esentati dinanzi a Geova dalla nostra responsabilità di radunarci regolarmente per studiare la sua Parola e per lodarlo, né dal nostro obbligo di rendere servizio come suoi testimoni e di far conoscere pubblicamente il Regno”.
In armonia con l’azione che i testimoni di Geova stavano per compiere in tutta la Germania, tutti nel gruppo acconsentirono entusiasticamente che quel giorno fosse mandata per posta raccomandata al governo la lettera che segue:
“AI FUNZIONARI DEL GOVERNO:
“La Parola di Geova Dio, com’è contenuta nella Sacra Bibbia, è la legge suprema, e per noi è la nostra sola guida per la ragione che ci siamo dedicati a Dio e siamo veri e sinceri seguaci di Cristo Gesù.
“Lo scorso anno, e contrariamente alla legge di Dio e in violazione dei nostri diritti, ci avete proibito quali testimoni di Geova di radunarci per studiare la Parola di Dio e adorarlo e servirlo. Nella sua Parola egli ci comanda di non abbandonare la nostra comune adunanza. (Ebrei 10:25) Geova ci comanda: ‘Voi mi siete testimoni che io sono Dio. Andate e annunciate al popolo il mio messaggio’. (Isaia 43:10, 12; Isaia 6:9; Matteo 24:14) C’è un diretto contrasto fra la vostra legge e la legge di Dio, e, seguendo la direttiva dei fedeli apostoli, ‘noi dobbiamo ubbidire a Dio anziché agli uomini’, e questo faremo. (Atti 5:29) Perciò qui vi comunichiamo che ad ogni costo ubbidiremo ai comandamenti di Dio, ci raduneremo per studiare la sua Parola, e lo adoreremo e lo serviremo come ha comandato. Se il vostro governo o i vostri funzionari ci faranno violenza perché avremo ubbidito a Dio, il nostro sangue ricadrà quindi su di voi e ne risponderete a Dio Onnipotente.
“Non ci interessiamo di questioni politiche, ma siamo interamente devoti al regno di Dio retto da Cristo suo Re. Non faremo nessun male o danno a nessuno. Vorremmo rallegrarci dimorando in pace e facendo il bene a tutti gli uomini secondo che ce ne fosse data l’opportunità, ma, siccome il vostro governo e i suoi funzionari continuano nel vostro tentativo di costringerci a disubbidire alla più alta legge dell’universo, siamo obbligati a comunicarvi ora che, per sua grazia, ubbidiremo a Geova Dio e confideremo pienamente in Lui perché ci liberi da ogni oppressione e da ogni oppressore”.
A pieno sostegno dei loro fratelli tedeschi, i testimoni di Geova di tutta la terra si radunarono il 7 ottobre e, dopo l’unita preghiera a Geova, mandarono al governo di Hitler il cablogramma che avvertiva:
“Il maltrattamento che fate ai testimoni di Geova sorprende tutte le persone buone della terra e disonora il nome di Dio. Astenetevi dal perseguitare ulteriormente i testimoni di Geova; altrimenti Dio distruggerà voi e il vostro partito nazionale”.
È sorprendente che quel giorno furono arrestati pochi fratelli, nonostante che la Gestapo avesse scoperto, anche se all’ultimo minuto, ciò che stava per farsi. Torniamo al rapporto del fratello Franke:
“Nonostante che fosse già passata più di un’ora da che avevamo chiuso l’adunanza con preghiera, non era ancora comparso nessuno della Gestapo. Ora i primi ricominciarono ad andar via, come in precedenza, a intervalli. C’erano ancora circa otto fratelli quando partii in bicicletta per andare nella vicina città di Wiesbaden a consegnare io stesso la lettera alle autorità postali. La lettera era stata scritta durante la notte ed era stata lasciata a Wiesbaden, dove i fratelli avrebbero dovuto spedirla se io, come per certo mi aspettavo, fossi stato arrestato. Mentre oltrepassavo il cancello del giardino, un agente della Gestapo venne in sù con la sua bicicletta ma non mi riconobbe. Gli altri otto fratelli furono avvertiti e fuggirono nell’adiacente stanza da letto della sorella Darmstadt, la sorella a cui la casa apparteneva. Le domande che l’agente della Gestapo rivolse a mia moglie mentre perquisiva il nostro appartamento indicarono che la Gestapo sapeva tutto della nostra adunanza. Ciò nonostante, né io né alcun altro fratello fummo arrestati quel giorno. Solo parecchi mesi dopo, quando fui arrestato di nuovo dalla Gestapo, mi dissero che erano in possesso della lettera del fratello Rutherford”.
Mentre alcuni fratelli erano occupati subito dopo l’adunanza a visitare i loro vicini richiamando la loro attenzione sul regno di Dio, in molti uffici postali fuori della Germania ci fu grande costernazione. Specialmente nel continente europeo, le autorità postali di molti luoghi si rifiutarono di accettare il telegramma. Questo è quanto accadde a Budapest. Martin Pötzinger vi assisté all’adunanza e fu invitato a portare il telegramma all’ufficio postale. Egli narra: “Il telegramma fu accettato, ma il giorno dopo fui avvertito dall’ufficio postale principale che mi sarei dovuto presentare ivi personalmente. Tutti pensammo che la Gestapo mi avrebbe messo sotto custodia, espellendomi dal paese, e che avrebbe così posto fine alla mia attività . . . ma questo non accadde. Solo mi fu detto che l’Ungheria non avrebbe trasmesso il telegramma e mi fu ridato il denaro”. A Doorn (Olanda), dove viveva in esilio il kaiser tedesco Guglielmo II, l’ufficio postale prima si rifiutò di mandare il telegramma, ma in seguito notificò ad Hans Thomas, che l’aveva consegnato, che esso era stato inviato e ne era stato confermato l’arrivo a Berlino.
L’effetto che le lettere, e specialmente i telegrammi, fecero su Hitler può comprendersi da una relazione scritta da Karl R. Wittig, autenticata da un pubblico notaio di Francoforte sul Meno il 13 novembre 1947:
“DICHIARAZIONE: Il 7 ottobre 1934, essendo stato precedentemente convocato, visitai il dott. Wilhelm Frick, in quel tempo Ministro dell’Interno del Reich e della Prussia, nel suo Ministero dell’Interno del Reich, situato a Berlino, 6 am Köenigsplatz, poiché ero plenipotenziario del generale Ludendorff. Dovevo accettare le comunicazioni, il cui contenuto era un tentativo di persuadere il generale Ludendorff a smettere di fare obiezione al regime nazista. Durante la mia conversazione col dott. Frick, apparve improvvisamente Hitler e cominciò a prendere parte alla conversazione. Quando la nostra discussione trattò obbligatoriamente l’azione contro l’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali [testimoni di Geova] della Germania che era stata compiuta finora, il dott. Frick mostrò a Hitler parecchi telegrammi che protestavano contro la persecuzione del Terzo Reich verso gli Studenti Biblici, dicendo: ‘Se gli Studenti Biblici non si conformano immediatamente agiremo contro di loro usando mezzi più forti’. Dopo di che Hitler saltò in piedi e con i pugni chiusi istericamente strillò: ‘Questa razza sarà sterminata in Germania!’ Quattro anni dopo questa discussione, in base alle osservazioni che avevo fatte nei miei sette anni di custodia preventiva nell’inferno dei campi di concentramento nazisti di Sachsenhausen, Flossenbürg e Mauthausen — fui in prigione finché venni rilasciato dagli Alleati — mi potei convincere che l’esplosione d’ira di Hitler non era stata solo una futile minaccia. Nessun altro gruppo di prigionieri fu esposto nei nominati campi di concentramento al sadismo dei soldati delle SS nel modo in cui lo furono gli Studenti Biblici. Fu un sadismo contrassegnato da un’interminabile catena di torture fisiche e mentali, di cui nessun linguaggio al mondo può esprimere l’uguale”.
Dopo aver mandato le nostre lettere a Hitler ci fu un’ondata di arresti. La più duramente colpita fu Amburgo dove, solo alcuni giorni dopo il 7 ottobre, la Gestapo arrestò 142 fratelli.
ORGANIZZATA L’OPERA CLANDESTINA
Avendo ora notificato a Hitler con la nostra lettera del 7 ottobre che, nonostante il suo bando, avremmo continuato a ubbidire esclusivamente ai comandi di Dio, cercammo di organizzare tutti i fratelli e le sorelle coraggiosi e disposti in piccoli gruppi sotto la direttiva di un fratello maturo, il cui obbligo era quello di custodire e pascere con tutto il cuore le pecore del Signore.
Il paese fu diviso in tredici regioni, e un fratello con buone qualità pastorali fu costituito su ciascuna regione perché prestasse servizio come direttore del servizio regionale, come allora era chiamato. Questi dovevano essere fratelli i quali, indipendentemente dai pericoli che vi erano implicati, fossero disposti a visitare i piccoli gruppi per provvedere loro il cibo spirituale, sostenerli nella loro attività di predicazione e rafforzarli nella fede. Eccetto che per alcuni, gli incarichi furono ricoperti da servitori finora completamente sconosciuti ai fratelli. Essi avevano comunque dato prova, da che Hitler era asceso al potere, di voler assoggettare i loro interessi personali a quelli del Regno.
CICLOSTILATA E DISTRIBUITA “LA TORRE DI GUARDIA”
I fratelli ciclostilavano e distribuivano copie de La Torre di Guardia in molti diversi luoghi di tutta la Germania. Ad Amburgo, per esempio, Helmut Brembach continuò a fornire ai fratelli in Schleswig-Holstein e ad Amburgo le copie che egli e sua moglie facevano di notte. Delle molte esperienze che ella e suo marito ebbero, la sorella Brembach narra la seguente:
“Era mattina quando all’improvviso suonò il campanello della porta, ma assai più forte del solito. Aperta la porta, vi trovai tre uomini. Sospettai chi fossero. ‘Gestapo’ disse uno di loro e tutt’e tre erano già dentro l’appartamento. Il cuore mi saltò in gola mentre pensavo a tutte le cose nascoste nella casa. Tremando interiormente per il timore, pregai Geova.
“Da un punto di vista umano non sarebbe stato un problema trovare Le Torri di Guardia impacchettate e l’intera apparecchiatura che usavamo per farle. Siccome nella nostra casa abitavano diverse famiglie, comprese quelle di due agenti di polizia, non c’era posto per nascondere nulla, specialmente in vista del fatto che il materiale necessario — carta, ciclostile, macchina da scrivere e inchiostro, oltre al materiale per avvolgere — era tutto voluminoso. Non sapendo come nascondere queste cose agli occhi di quelli che non avrebbero dovuto vederle — ne avevamo bisogno ogni due settimane — decidemmo di avvolgere ogni cosa e di metterlo dentro il nostro ripostiglio delle patate, che era al centro del seminterrato e dove poteva entrare qualsiasi altro abitante della casa. Ogni volta che avevamo finito di fare La Torre di Guardia, rimettevamo attentamente ogni cosa in questo ripostiglio, lo coprivamo di sacchi vuoti e vi ammucchiavamo poi sopra cassette vuote per pomodori fino al soffitto, sperando che, nel peggiore dei casi, chi cercasse di trovare qualche cosa non lo notasse o fosse troppo indifferente e pigro per voler rimuovere ogni cosa di sopra il ripostiglio delle patate. Confidavamo in Geova; non c’era nient’altro che potessimo fare.
“L’agente mi chiese se avevamo nella casa pubblicazioni proibite. Per evitar di mentire, dissi: ‘Prego, guardi pure da sé’. Perquisirono l’appartamento, aprendo la porta della dispensa in modo tale da non vedere la macchina da scrivere, che avevamo dimenticato di rimettere nel ripostiglio e che avrebbero riconosciuta come la macchina necessaria per scrivere La Torre di Guardia, se l’avessero scoperta. Ma Geova li accecò. Non avendo trovato nulla nell’appartamento, chiesero se potevano guardare nel seminterrato. Sentii ora che la scoperta di tutto il materiale e delle registrazioni era inevitabile. Cercai di nascondere loro il mio timore benché il mio cuore battesse sempre più forte. A peggiorare le cose, una valigia piena di Torri di Guardia ciclostilate, che mio marito avrebbe dovuto portare in viaggio il giorno dopo, stava proprio dietro il ripostiglio. Ma che cosa accadde? I tre agenti stettero in mezzo alla stanza, pensate, proprio lì dov’era il ripostiglio con la valigia piena di Torri di Guardia di dietro. Ma sembrò che nessuno di essi la notasse; fu come se fossero stati colpiti da cecità. Nessuno d’essi fece nessuno sforzo di nessuna specie per guardare nel ripostiglio oppure per vedere cosa c’era nella valigia. Infine uno degli agenti chiese del nostro attico; dove trovarono parecchie vecchie pubblicazioni, che sembrarono soddisfarli, e quindi andarono via. Ma le cose più importanti, grazie all’aiuto di Geova e a quello dei suoi angeli, eran rimaste nascoste ai loro occhi”.
Si potrebbero raccontare molti casi simili che mostrarono come la guida di Geova mantenne intatte queste attività di riproduzione col ciclostile per lunghi periodi di tempo, affinché il suo popolo fosse così fornito di letteratura.
OPERA DI PREDICAZIONE ORGANIZZATA
Non tutti gli associati con noi si impegnavano nell’attività di predicazione. Al contrario, in alcune congregazioni vi partecipava solo la metà. A Dresda, per esempio, la congregazione aveva raggiunto una volta un massimo di circa 1.200 proclamatori, ma dopo il bando questo scese rapidamente a 500. Ciò nondimeno, in tutta la Germania potevano esserci almeno diecimila che si dichiaravano disposti a predicare senza tener conto del pericolo che vi era implicato.
In principio la maggioranza lavorava solo con la Bibbia, mentre quando si facevano visite ulteriori si collocavano vecchi opuscoli e libri che erano stati salvati dagli artigli della Gestapo. Altri facevano cartoline di testimonianza. Altri ancora scrivevano lettere a persone che conoscevano, approfittando di qualche occasione speciale. L’attività di porta in porta continuava, sebbene comportasse grandi pericoli. Ogni volta che qualcuno apriva la porta poteva essere un uomo delle SA o delle SS. Dopo essere stati a una porta, i proclamatori saltavano in genere a un’altra casa di abitazione o, nel casi dove era estremamente pericoloso, anche a un’altra strada.
Per almeno due anni quasi dappertutto in Germania, in alcuni luoghi anche più a lungo, si poté predicare di casa in casa. Non c’è dubbio che questo fu possibile solo a causa della speciale protezione di Geova.
Le piccole quantità di letteratura disponibili per l’opera di predicazione furono subito esaurite. Vedemmo pertanto se si poteva ottenere letteratura da paesi esteri. Ernst Wiesner di Breslavia ci fa sapere alcuni interessanti particolari sul modo in cui questo avveniva:
“La letteratura ci era mandata dalla Svizzera attraverso la Cecoslovacchia. Era immagazzinata al confine presso estranei e di lì era quindi portata oltre i monti Riesen in Germania. Il lavoro, che era fatto da una squadra di fratelli maturi e volenterosi, era pericolosissimo ed estremamente faticoso. Attraversavamo il confine a mezzanotte. I fratelli erano bene organizzati e forniti di grossi zaini. Facevano il viaggio due volte la settimana, benché dovessero essere ogni giorno anche al loro lavoro. D’inverno usavano slitte e sci. Conoscevano ogni sentiero e passo, avevano buone torce elettriche, binocoli e scarponi da montagna. La legge suprema era quella d’esser cauti. Arrivati al confine tedesco verso mezzanotte e anche dopo averlo attraversato, per molto tempo nessuno osava proferire una parola. Due fratelli andavano avanti e, ovunque incontrassero qualcuno, facevano subito segnale con le torce elettriche. Questo era un segnale per i fratelli con i pesanti zaini che li seguivano a circa 100 metri di distanza, affinché si nascondessero fra gli arbusti lungo il percorso sino a che i due fratelli che andavano avanti non tornavano e non dicevano una certa parola d’ordine, che era cambiata di settimana in settimana.
“Questo poteva accadere diverse volte la notte. Una volta che il percorso era di nuovo libero, i fratelli procedevano verso una certa casa di un villaggio dalla parte tedesca dove i libri erano messi quella stessa notte o di buon’ora la mattina dopo in piccoli pacchi, i quali, dopo avervi scritto nome e indirizzo, erano quindi portati in bicicletta all’ufficio postale di Hirschberg o di altre città vicine. In tutta la Germania i fratelli ricevevano la letteratura in questo modo. . . . Questa squadra di fratelli, zelanti e straordinariamente abili, fu in grado di portare in Germania una grande quantità di letteratura per un periodo di due anni senza farsi prendere, rafforzando in tal modo molti in tutto l’intero paese”. Disposizioni simili furono seguite anche ai confini di Francia, Saar, Svizzera e Olanda.
È interessante a questo proposito una lettera scritta da una sorella: “Quando leggerete il rapporto dell’Annuario sulla Germania vi chiederete com’è possibile che in tali condizioni si collocasse tanta letteratura. Noi ci facciamo la stessa domanda. Se Geova non fosse stato con noi, sarebbe stato impossibile. Molti fratelli sono costantemente guardati dalla polizia ogni volta che lasciano la loro casa. . . . Ma Geova ne è consapevole e, ciò nonostante, ci permette di rafforzarci ripetutamente con l’abbondante cibo che riceviamo”.
Prima che fosse annunciato il bando, avemmo sufficiente tempo per nascondere in vari luoghi la letteratura. Per capire comunque ciò che avvenne, è importante tener presente che i fratelli non avevano mai avuto l’esperienza di far provvista di letteratura in tempo di proscrizione. Invece di dividerla dunque tra molti fratelli, ci fu in principio la tendenza a depositarla in grandi depositi, pensando che questo fosse più sicuro, specialmente in vista del fatto che gli incaricati consideravano il bando solo temporaneo. Alcuni depositi avevano spazio per immagazzinarvi da trenta a cinquanta tonnellate di letteratura. Col passar del tempo alcuni fratelli cominciarono comunque a preoccuparsi, chiedendosi che cosa sarebbe accaduto se i nemici avessero trovato e confiscato questi grandi depositi. Per questa ragione i fratelli incaricati dei depositi cominciarono a dar via i libri onde fossero usati nel ministero, sia che fossero collocati a una contribuzione o no.
Una volta divenuto evidente che la persecuzione sarebbe continuata e che i nascondigli sarebbero stati sempre più pericolosi, i fratelli cominciarono a dar via quanti più libri e opuscoli fosse possibile. Mentre partecipavano al ministero di campo semplicemente li mettevano nelle abitazioni quando nessuno stava a guardare o li infilavano sotto la stuoia dell’ingresso, sperando che in alcuni casi cadessero nelle mani di persone sincere desiderose della forza e della speranza che potevano dare.
COMMEMORAZIONE
Poiché eravamo decisi a non trascurare la comune adunanza, in armonia con il comando di Geova, è ovvio che saremmo stati estremamente consapevoli di celebrare la Commemorazione. In tali giorni la Gestapo era specialmente attiva, avendo nella maggioranza dei casi determinato la data della Commemorazione da pubblicazioni stampate fuori della Germania o da La Torre di Guardia ciclostilata, che a volte cadeva nelle loro mani. La loro ira si concentrava in particolar modo sugli unti, che erano menzionati non solo relativamente alla Commemorazione, ma anche in quanto a campagne speciali. Essi vedevano in loro i “capi” dell’organizzazione che si sarebbero dovuti schiacciare per primi al fine di distruggere l’organizzazione.
La Commemorazione del 17 aprile 1935 fu specialmente emozionante. Diverse settimane prima, la Gestapo aveva già saputo la data e aveva avuto molto tempo per avvertire tutti i suoi uffici. Una circolare segreta in data 3 aprile 1935 diceva:
“Un attacco di sorpresa lanciato in questo tempo contro i noti capi degli Studenti Biblici avrebbe completo successo. Vogliate comunicare qualsiasi informazione relativa al successo entro il 22 aprile 1935”.
Ma poté esserci poca “informazione relativa al successo”, poiché la maggioranza degli ufficiali, come quello di Dortmund, poté riferire solo che le case di quelli che eran ritenuti capi dell’Associazione degli Studenti Biblici erano state poste sotto sorveglianza ma in nessun caso si erano tenute adunanze. Come motivo di pacificazione essi aggiunsero che “i principali e attivi membri degli Studenti Biblici di questo distretto sono già sotto custodia così che non rimane nessuno per organizzare tali adunanze”.
Comunque, la polizia segreta si sbagliava, poiché poco dopo che era stata mandata questa circolare segreta, ne ricevemmo una copia da un amico della verità che aveva accesso a tali informazioni segrete. I direttori del servizio regionale avevano avvertito tutti i servitori abbastanza in tempo e avevano dato loro appropriati consigli sul modo di evitar d’essere scoperti ubbidendo ciò nondimeno alle istruzioni del nostro Signore e Maestro.
Avvenne così che molti si radunarono immediatamente dopo le 18,00, mentre altri attesero che la Gestapo fosse venuta e se ne fosse andata prima di uscire per radunarsi con i loro fratelli in piccoli gruppi, celebrando alcuni la Commemorazione nel mezzo della notte. In ogni caso, la maggioranza dei reparti della Gestapo mandò rapporti simili a quello inviato da Dortmund.
Willi Kleissle riferisce che i fratelli di Kreuzlingen celebrarono la Commemorazione esattamente alle 18,00. Avevano avuto istruzione che prima di lasciare l’edificio dovevano andare nel negozio situato nell’edificio stesso e appartenente a un fratello, dove potevano comprare zucchero, caffè e simili. Quindi potevano andar via passando per la regolare uscita del negozio. Il “corpo dei manganelli”, come lo chiamava il fratello Kleissle, in effetti comparve, ma solo dopo che i fratelli eran tutti andati dentro il negozio, quindi non poté provare nulla. Ma le domande fatte dalla Gestapo e anche vari commenti espressi dalla polizia indicarono con chiarezza che per mezzo de La Torre di Guardia avevano ottenuto le informazioni sulla data della Commemorazione.
I fratelli erano sempre preparati alle sorprese, comunque, e questo era bene. Essi cercavano di porre in relazione non soltanto la loro presenza alle adunanze settimanali, ma, soprattutto, la loro presenza alla Commemorazione con qualche inoffensiva attività quotidiana, e questo li salvava spesso dall’arresto. Franz Kohlhofer dai pressi di Bamberg narra:
“In questo particolare giorno le spie erano specialmente attive, osservando le case dei testimoni di Geova con la speranza di poterne sorprendere alcuni in attività illegali e quindi arrestarli. . . . Parecchi giorni prima avevamo deciso di radunarci per la celebrazione nella casa di un fratello che allevava maiali. Ognuno doveva portare un cesto pieno di bucce di patate e altri rifiuti. Tutto questo doveva avvenire in fretta, perché la Gestapo poteva comparire in qualsiasi momento. Nel caso che ciò fosse avvenuto, e la polizia ci avesse sorpresi, l’avremmo ingannata con le carte da gioco che pure portammo con noi. E indovinate che cosa accadde! Esattamente quando il fratello aveva completato la sua preghiera finale, si udì bussare alla porta. Ma allora noi quattro eravamo seduti intorno alla tavola, giocando innocentemente una partita a carte. Non riuscivano a credere ai loro occhi, mentre li guardavamo con calma e senza malizia. Non essendo riusciti a sorprenderci al tempo giusto, furono costretti ad andar via senza compiere quanto si eran prefissi”.
BATTESIMO
Non pochi di quelli che in questo tempo impararono la verità furono battezzati nelle più difficoltose circostanze. Subito molti di questi nuovi battezzati furono gettati in prigioni o campi di concentramento, e parecchi di essi persero la vita come quelli che avevano portato loro la buona notizia.
L’attenzione di Paul Buder era già stata richiamata sulla conferenza dei “Milioni” sin dal 1922, ma non era venuto a stretto contatto con la verità fino al 1935 allorché una giovanetta impiegata nello stesso luogo dove egli era, e circa la quale era stato avvertito da altri, gli diede il libro Creazione. “Questo accadde il 12 maggio 1935”, egli scrive nelle sue memorie, “e fu ciò che avevo atteso. Il 19 maggio 1935, mi ritirai dalla chiesa e dissi alla giovanetta che desideravo divenire testimone di Geova. Come fu felice! Ella era già stata in prigione per sei settimane con l’accusa d’essere colportrice. Mi misi quindi in contatto col fratello e con la sorella Woite della congregazione di Forst. Nonostante il fatto che in quella congregazione io fossi considerato una spia dei nazisti, andai regolarmente di casa in casa in tutti i villaggi con la mia piccola Bibbia luterana. Il 23 luglio 1936, fui battezzato a Forst nel fiume Neisse in presenza del fratello e della sorella Woite e anche di un fratello anziano che pronunciò il discorso”.
I battesimi si facevano spesso in piccoli gruppi in case private. Di tanto in tanto si facevano all’aperto, a volte solo con pochi, altre volte con più candidati. Heinrich Halstenberg ci narra un battesimo nel fiume Weser.
“Nel 1941 parecchie persone interessate espressero il desiderio d’esser battezzate. Avendo riscontrato che nei dintorni parecchi avevano lo stesso desiderio, cominciammo a cercare un luogo appropriato e lo trovammo a Dehme sul fiume Weser. Dopo avere ben considerato e attentamente predisposto ogni cosa, si stabilì di tenere il battesimo l’8 maggio 1941. Fratelli e candidati al battesimo vi erano dalla mattina di buon’ora. Agli altri sembrava che fossimo un gruppo che si divertiva a nuotare. Quindi, affinché non ci sorprendesse nessuno, alcuni furono mandati a fare la guardia e dopo aver parlato dell’importanza del battesimo pregammo Geova. Furono poi battezzati nel fiume sessanta candidati al battesimo. Altri, che eran troppo vecchi o malati per bagnarsi nell’acqua fredda, furono battezzati in privato in una vasca da bagno, portando quel giorno il numero totale dei battezzati a ottantasette”.
INIZIA UNA CACCIA ALL’UOMO
Albert Wandres era stato uno dei direttori del servizio regionale anche prima del 7 ottobre 1934 e il suo nome divenne subito ben noto alla Gestapo, specialmente a causa della continua serie di processi nelle corti di varie città della Ruhr dove lavorava. Rispondendo alla domanda dove gli imputati avevano preso le loro pubblicazioni, spesso si udiva il nome di “Wandres”. La Gestapo compì ogni sforzo per metterlo sotto custodia. Previdentemente egli aveva comunque chiesto a tutti i fratelli che avevano le sue fotografie di restituirgliele o di distruggerle. Il risultato fu che, sebbene la Gestapo ne conoscesse il nome, non aveva nessuna idea di quale fosse il suo aspetto. Egli non cadde nelle mani dei suoi persecutori che dopo una caccia all’uomo di tre anni e mezzo. Ascoltiamo il fratello Wandres mentre ci narra alcune esperienze della sua attività clandestina.
“Per un certo tempo incontrai parecchi fratelli nel negozio di generi alimentari di un fratello di Düsseldorf. Pensavamo che se fossimo entrati e usciti dal negozio poco prima della chiusura si sarebbe notato meno. Una volta eravamo stati insieme per circa un’ora, quando all’improvviso la Gestapo chiese di entrare. Fuggii appena in tempo dalla stanza del deposito, dove avevamo avuto la nostra conversazione, ed entrai nel negozio, che era solo a pochi passi. Per fortuna la luce era già stata spenta. Un momento dopo, irruppero nella stanza del deposito e arrestarono tutti i fratelli presenti. Perquisirono l’intera stanza, e trovarono la mia borsa piena di Torri di Guardia. Improvvisamente, uno degli agenti con gioia gridò: ‘Questo è ciò che cerchiamo! A chi appartiene la borsa?’ Nessuno rispose. Ora domandò per sapere dov’era l’abitazione del proprietario del negozio. ‘Al terzo piano’, fu la risposta. ‘Fuori’, urlò l’agente della Gestapo, e tutti i fratelli corsero su per le scale all’appartamento, con gli agenti della Gestapo alle loro calcagna, che speravano di trovare colui che cercavano nell’appartamento del fratello.
“Io rientrai quindi cautamente nella stanza del deposito, mi misi cappotto e cappello, presi la mia borsa e guardai per assicurarmi che fuori nella via non ci fosse nessuno. Quindi me ne andai in fretta. Quando i signori furon tornati dal piano superiore, scoprirono con loro delusione che il ricercato aveva preso il volo ed era già in viaggio verso Elberfeld-Barmen”. Il fratello Wandres aggiunge: “Tutto questo è molto divertente e piacevole da raccontare, ma quando vi ci dovete trovare voi stesso è un’altra cosa”.
“Una volta”, continua il fratello Wandres, “portavo a Bonn e a Kassel due pesanti valige piene di libri Preparazione. Erano state mandate da oltre il confine vicino a Trier. La sera arrivai tardi a Bonn e lasciai le valige in un posto sicuro nel seminterrato del servitore di congregazione. Verso le 5,30 della mattina dopo suonò il campanello della porta. La Gestapo era venuta di nuovo a perquisire l’appartamento. Il fratello Arthur Winkler, in quel tempo servitore di congregazione, bussò alla mia porta e richiamò la mia attenzione sul fatto che stavano venendo ospiti indesiderati. Non essendovi nessuna possibilità di scampo, decidemmo di prendere le cose come venivano. Entrata la polizia nella mia stanza, mi chiese che facevo lì e io risposi brevemente che stavo facendo un viaggio lungo il fiume Reno e che volevo visitare gli “Orti botanici” di Bonn. Essi controllarono attentamente i miei documenti e poi, sebbene un po’ incerti, me li restituirono. Il fratello Winkler dovette andare con loro al comando di polizia dove uno degli agenti disse al suo superiore, come mi narrò in seguito il fratello Winkler: ‘Lì c’era un altro’. ‘Non l’avete portato? Voi eravate proprio quelli giusti da mandare’. ‘Perché?’ chiese uno. ‘Dovremmo tornare a prenderlo?’ ‘A prenderlo? Pensi che stia ad aspettare il tuo ritorno?’ In effetti gli agenti avevano appena lasciato la casa che io pure partii con una delle due valige (essi non le avevano trovate), che portai a Kassel.
“Arrivato a Kassel, il servitore di congregazione, fratello Hochgräfe, mi disse: ‘Non puoi stare qui. Devi partire subito. La Gestapo è venuta ogni mattina alla casa per un’intera settimana’. Convenimmo che egli camminasse circa 50 metri davanti a me per mostrarmi come andare in un luogo dove avrei potuto lasciare la letteratura. Avevamo percorso per poco più di duecento metri la bella Kastanienallee che ci si accostarono gli agenti della Gestapo che conoscevano bene il servitore di congregazione. Siccome lo seguivo a circa cinquanta metri di distanza, potei vedere la loro espressione di scherno, ma non lo fermarono. Alcuni minuti dopo la letteratura per mezzo della quale i fratelli si sarebbero potuti rafforzare nella fede era stata portata ancora una volta in luogo sicuro.
“Un’altra volta portavo due pesanti valige di letteratura a Burgsolms presso Wetzlar. Erano le ore 23,00 della notte ed era buio come la pece. Difficilmente qualcuno avrebbe potuto vedermi ma avevo tuttavia la strana sensazione d’essere osservato. Dopo essere arrivato alla mia destinazione, consigliai ai fratelli di nascondere le valige in un luogo sicuro. Intorno alle 5,30 della mattina dopo, venne il vicebrigadiere della polizia civica. Io stavo in piedi in mezzo alla stanza e mi accingevo a lavarmi, quando egli si volse verso la sorella e disse: ‘Ieri sera un uomo venne qui con due pesanti valige. Senza dubbio avete ricevuto di nuovo letteratura. Dove l’avete?’ La sorella rispose: ‘Mio marito è già andato a lavorare. E io non so che cosa accadde ieri sera perché non ero a casa!’ Il vicebrigadiere rispose: ‘Se non cedete le valige volontariamente, dovremo perquisire la casa per trovarle. Andrò a prendere il sindaco, poiché senza di lui non posso fare la perquisizione. Ma finché io non torni vi è proibito lasciare la casa’. Durante tutta questa conversazione io ero stato in mezzo alla stanza, chiedendomi perché l’agente avesse uno sguardo così vitreo e perché non mi avesse nemmeno parlato. Potei solo supporre che era stato come colpito di cecità. Dopo che se ne fu andato a prendere il sindaco, mi preparai per partire all’istante. Andai fuori e attesi dietro la casa finché il sindaco e il vicebrigadiere di polizia non fossero entrati nella casa dal davanti. In quel momento io sgattaiolai dal di dietro. I vicini che videro questo furono evidentemente felici che io fuggissi. Finii di vestirmi nel bosco e poi corsi più in fretta che potei alla successiva stazione ferroviaria e proseguii il viaggio”.
Gli altri direttori del servizio regionale ebbero esperienze simili.
UN’ALTRA SORTA DI PROVA
Negli anni dal 1934 al 1936 i fedeli pastori sostenevano i loro fratelli in tutta la Germania, incoraggiandoli a partecipare alle adunanze e, se possibile, in tutti i rami del servizio, nonostante la persecuzione. Intanto il 17 dicembre 1935 si tenne ad Halle un processo contro Balzereit, Dollinger e sette altri, ritenuti fratelli “preminenti”. Per almeno metà di essi fu la fine della loro corsa cristiana.
In quel tempo, nei numerosi processi che si facevano in Germania, molti fratelli ammisero apertamente ciò che avevano fatto per promuovere gli interessi del Regno in condizioni difficoltose. In contrasto, questi uomini che furono processati ad Halle negarono di aver mai fatto alcuna cosa proibita dal governo. Interrogato dal presidente su ciò che aveva da dire in sua difesa, Balzereit disse che non appena era stato annunciato il bando nella Baviera egli aveva emanato istruzioni di non lavorarvi, e che aveva fatto la stessa cosa per tutti gli altri stati. Disse che non aveva mai dato istruzioni per incoraggiare nessuno a non tener conto del bando.
Interrogato dal presidente sull’annuale celebrazione della Commemorazione, Balzereit rispose che egli pure aveva udito che i fratelli disponevano di radunarsi per celebrarla nonostante il bando. Egli li aveva avvertiti di questo, comunque, poiché sapeva che la polizia prestabiliva di compiere quel giorno una speciale azione.
Sorse naturalmente la questione dell’attitudine personale dell’imputato riguardo al servizio militare, come avveniva in tutte le altre cause che si facevano in quel tempo. Egli si dichiarò completamente soddisfatto della spiegazione del Führer, cioè che la guerra in se stessa era un crimine, ma che ogni paese aveva il diritto e il dovere di proteggere la vita dei suoi cittadini.
Poco tempo dopo il fratello Rutherford scrisse ai fratelli tedeschi la lettera che segue:
“Al fedele popolo di Geova in Germania:
“Nonostante la malvagia persecuzione contro di voi, e la grande opposizione che hanno fatta in questo paese gli agenti di Satana, è soddisfacente sapere che il Signore ha ancora in questo paese alcune migliaia che nutrono fede in Lui e perseverano nella proclamazione del messaggio del Suo regno. La fedeltà che avete mostrata resistendo ai persecutori e rimanendo fedeli al Signore è in netto contrasto con l’azione compiuta da colui che in precedenza era in Germania l’amministratore della Società, e da altri con lui associati. Di recente mi è stata fornita una copia della deposizione resa da quegli uomini al processo di Halle e mi stupisco riscontrandovi che in quel tempo nessuno di quelli sotto processo rese una fedele e verace testimonianza al nome di Geova. Spettava specialmente all’ex amministratore Balzereit tenere alto lo stendardo del Signore e dichiararsi in mezzo a tutta l’opposizione a favore di Dio e del suo regno, ma non fu pronunciata una sola parola per mostrare la sua completa fiducia in Geova. Più volte avevo richiamato la sua attenzione sulle cose che si sarebbero potute fare in Germania ed egli mi aveva assicurato che compiva ogni sforzo per incoraggiare i fratelli ad andare avanti con la testimonianza. Ma al processo egli affermò enfaticamente che non era stato fatto nulla. È inutile discuterne qui ulteriormente. Basti dire che da ora in poi la Società non avrà nulla a che fare con lui, né con nessuno di quelli che in quell’occasione ebbero l’opportunità di recare testimonianza al nome di Geova e al Suo regno e se ne astennero. La Società non farà nessuno sforzo per cercare di farli uscire dalla prigione, neanche se avrà il potere di fare qualche cosa.
“Tutti quelli che amano il Signore volgano ora la faccia a Lui, Geova, e al Suo Re, e rimangano leali e saldi dalla parte del regno, indipendentemente da ogni opposizione che possa venire contro di voi. . . .”
La questione fu considerata nel numero tedesco de La Torre di Guardia del 15 luglio 1936, come un avvertimento per quelli che sinceramente desideravano essere in ogni circostanza fedeli testimoni per Geova.
In contrasto con molti fedeli fratelli che erano stati condannati in Germania a periodi fino a cinque anni di prigione, Balzereit fu condannato a due anni e mezzo e Dollinger a due anni. Dopo aver scontato la sua condanna alla prigione, Balzereit fu messo nel campo di concentramento di Sachsenhausen dove fu costretto a ricoprire un ruolo estremamente inglorioso. Egli aveva firmato la dichiarazione che rinunciava ad associarsi coi fratelli e che evitava ogni contatto con loro. A causa della sua condotta fu rilasciato circa un anno dopo, ma nel frattempo fu costretto a sopportare molte umiliazioni, poiché, basilarmente, anche le SS odiavano i traditori. Furono le stesse SS a dargli il nome “Beelzebub”, e una volta un uomo delle SS gli ordinò di stare di fronte a tutti i suoi fratelli — in quel tempo ce n’erano circa 300 nel campo — e di ripetere la dichiarazione che aveva firmata secondo cui rinunciava ad associarsi con i testimoni di Geova, e così fece!
Nel 1946 Balzereit, che in quel tempo era divenuto un violento oppositore della verità, scrisse una lettera alle autorità preposte per le riparazioni rivelando l’attitudine ostile che egli aveva avuto anche prima che si facesse il processo. Terminò così un oscuro capitolo della storia del popolo di Dio in Germania, le cui prime righe erano già state scritte negli anni venti.
ATTACCO DELLA GESTAPO: 28 AGOSTO 1936
Erano passati due anni di zelante attività, in cui la Gestapo non era riuscita ad avere nessuna vera influenza sull’organizzata attività clandestina nonostante che spiassero attentamente tutti i testimoni di Geova conosciuti. Ma con l’andar del tempo conobbero sempre più la nostra attività e subito furono bene informati di ciò che facevamo. Per contribuire alla lotta contro di noi fu formato uno “speciale comando della Gestapo”, secondo una comunicazione confidenziale inviata in data 24 giugno 1936 alla Polizia Segreta Prussiana di Stato.
Nella prima metà del 1936 la Polizia Segreta di Stato compilò un grande schedario che conteneva gli indirizzi delle persone sospettate d’esser testimoni di Geova o almeno amichevoli verso di loro. Questo schedario si basava in notevole grado sugli indirizzi trovati nel libro Manna celeste giornaliera, confiscato durante le perquisizioni nelle case. Per gli agenti della Gestapo si tennero perfino corsi speciali. Erano istruiti sul modo di tenere lo studio de La Torre di Guardia; dovevano studiare con cura i più recenti articoli de La Torre di Guardia così che potessero rispondere alle domande come se fossero fratelli. Infine, dovettero anche imparare a pregare. Tutto questo allo scopo d’infiltrarsi, se possibile, in mezzo all’organizzazione per distruggerla dal di dentro.
Anton Kötgen di Münster riferisce che, dopo aver consegnato le pubblicazioni a una signora “amichevole”, fu prontamente arrestato e messo in prigione. Nello stesso tempo, il fratello Kötgen continua, dicendo: “Gli agenti della Gestapo andarono da mia moglie che era fuori in giardino. Si presentarono come fratelli, ma solo allo scopo di scoprire i nomi di altri fratelli. Mia moglie si accorse comunque del loro stratagemma e li smascherò come agenti della Gestapo”. Ma non in ogni caso la Gestapo era riconosciuta in tempo.
Intanto, il fratello Rutherford stava predisponendo di fare un viaggio in Svizzera e voleva, se possibile, parlare con i fratelli della Germania. Si presero disposizioni per tenere un congresso a Lucerna dal 4 al 7 settembre 1936. L’ufficio centrale della Svizzera aveva suggerito di compilare diversi rapporti di fratelli da tutta la Germania in quanto agli arresti e ai maltrattamenti che avevano subìto dalla Gestapo, ai licenziamenti dal lavoro perché si eran rifiutati di fare “il saluto tedesco”, e rapporti di casi nei quali i fratelli erano morti in seguito ai maltrattamenti e così via. Questi rapporti dovevano portarsi segretamente in Svizzera prima che iniziasse il congresso, affinché il fratello Rutherford avesse l’opportunità di esaminarli.
Ma all’improvviso, il 28 agosto 1936, la Gestapo inflisse un concertato, spietato colpo, con una campagna nella quale si dava la caccia ai testimoni di Geova come a bestie selvagge. Furono mobilitate per l’azione sia diurna che notturna, ma specialmente notturna, tutte le forze disponibili nel tentativo di catturare i testimoni di Geova. Tutte le informazioni che la Gestapo aveva raccolte nei mesi precedenti risultarono ora molto utili per loro. Furon prese nella rete persone prive di sospetto, compresi alcuni che non avevano mai preteso d’essere testimoni di Geova. Tali persone furono naturalmente più che disposte a dire alla Gestapo tutto ciò che sapevano sui testimoni di Geova per poter riguadagnare la loro libertà; e sebbene risultasse che sovente potevano dire di sapere pochissimo, tuttavia questi frammenti di informazioni contribuirono a completare il quadro che la Gestapo era stata finora in grado di costruire. Alle udienze successive la Gestapo spesso si vantava che tali informazioni l’avevano aiutata a catturare migliaia di persone, la maggioranza delle quali fu messa in prigione e poi in campi di concentramento.
Quando la campagna della Gestapo aveva infine raggiunto la massima rapidità, una grande offensiva riuscì a mettere sotto custodia il fratello Winkler, che in quel tempo era incaricato dell’intera opera in Germania, e la maggioranza dei direttori del servizio regionale, i cui nomi e territori nella maggioranza dei casi erano già conosciuti. La Gestapo giudicò questa “campagna” di tale importanza che per colpire i testimoni di Geova fu implicata l’intera rete della polizia, lasciando indisturbati gli elementi criminali della malavita.
La particolareggiata opera compiuta dalla Gestapo in un periodo di mesi aveva portato alla scoperta che tra il fratello Winkler e altri servitori responsabili di tutta la Germania si tenevano nel giardino zoologico di Berlino importanti adunanze. Questo avveniva specialmente nella parte più calda dell’anno. Queste adunanze si eran potute mascherare per mezzo del negozio del fratello Varduhn che vi affittava sedie. Senza dare nell’occhio egli poteva dire ai fratelli che arrivavano dove un fratello li aspettava nel giardino zoologico, indirizzandoli in un punto sicuro dove poteva quindi aver luogo la conversazione. Ogni qualvolta c’era aria di pericolo li avvertiva andando semplicemente dai fratelli a farsi pagare per le sedie che avevano “affittate”. Ma questa meravigliosa disposizione non doveva rimanere segreta per molto tempo. In un modo o nell’altro la Gestapo aveva scoperto i particolari, e risultarono loro utili nel loro astuto piano d’attacco. Il fratello Klohe, che vi era egli stesso implicato, ci narra quello che avvenne a Berlino in quegli emozionanti giorni:
“Attendevo il congresso di Lucerna; avevo buone opportunità di potervi assistere, poiché ero già stato in grado di ottenere un visto svizzero. Ma prima volevo andare a Lipsia per parlare di cose inerenti all’organizzazione con il fratello Frost di cui dovevo prendere il territorio quale direttore del servizio regionale, dato che c’era un posto vacante a causa dell’arresto del fratello Paul Grossmann. Non potei comunque andare dal fratello Frost e dove avevo creduto d’incontrarlo fui invece accolto dalla Gestapo. Da principio fui del tutto sorpreso, poiché appena ero stato in grado di iniziare tale soddisfacente servizio dovevo esser privato dell’associazione dei miei fratelli e portato a Lipsia dalla Gestapo. [Di lì fu portato a Berlino].
“Intanto la Gestapo aveva saputo che tenevamo un luogo di adunanza nel giardino zoologico e aveva scoperto molte altre cose intorno alla nostra organizzazione. Queste informazioni erano state ottenute in diversi modi, compreso il ricatto.
“Alcuni giorni dopo cinque agenti armati comparvero all’improvviso con le pistole puntate, mi dissero di indossare i miei abiti borghesi e mi condussero al posto vicino al laghetto dei pesci dorati dove il fratello Varduhn affittava le sue sedie da giardino. Non sospettavano comunque che egli fosse un testimone di Geova. Ora io dovevo servire da ‘esca’ per i miei fratelli che eventualmente sarebbero venuti alla prestabilita adunanza, della quale la Gestapo aveva ora avuto informazioni.
“Mi ero appena messo a sedere dove mi era stato detto che vidi accostarmisi la nostra sorella Hildegard Mesch. Ella si era chiesto perché io non fossi andato da loro, giacché ero stato atteso, e ora voleva vedere perché non ero andato. Siccome i miei stinchi gonfi mi facevano molto male per i colpi che avevo ricevuti, gli agenti non sospettarono nulla quando ad un tratto mi curvai con una smorfia di dolore proprio nel momento in cui ella mi passava accanto dall’altra parte del vialetto e tentai nello stesso tempo di farle segno con gli occhi che la Gestapo era nel giardino zoologico. Ella comprese, esitò solo per un secondo e quindi tornò dal fratello Varduhn, informandolo di questa nuova situazione. Ciò significò il massimo pericolo per il fratello Winkler, che venne in effetti poco dopo e senza sospettare nulla si mise a sedere su una sedia libera. Immediatamente dopo il fratello Varduhn gli si accostò, gli chiese di pagare l’affitto della sedia e nello stesso tempo l’avvertì che gli agenti della Gestapo erano nel giardino zoologico. Il fratello Winkler subito si alzò, lasciandosi dietro la borsa e fuggì, come parve, attraverso il cerchio degli agenti della Gestapo. Scoprii in seguito che quella notte egli si presentò a tarda ora all’appartamento del fratello Kassing, dove un gruppo di agenti della Gestapo che stava ad aspettarlo lo trasse immediatamente in arresto”.
In pochi giorni furono arrestati almeno metà dei direttori del servizio regionale della Germania, insieme a migliaia di altri fratelli e amici. Questi inclusero il fratello Georg Bär, che racconta:
“Ogni sera verso le ore 22,00 udivo i prigionieri che eran presi dalle loro varie celle. Poco dopo udivo che erano percossi giù nel sotterraneo; ne udivo le grida e i gemiti. Ogni sera quando sentivo aprire le porte delle celle pensavo: Ora è il mio turno. Ma non fui disturbato finché da ultimo fui chiamato verso le ore 6,00 del quarto o quinto giorno per essere interrogato. Questa volta fu un uomo delle SS che mi condusse nella sua stanza e mi disse di sedere. Quindi disse: ‘Sappiamo che potresti dirci più di quello che vuoi’. Si alzò, prese una matita che appuntì sull’orlo di un cestino della carta straccia, e continuò il suo breve discorso: ‘Non ti renderò la cosa difficile; vieni qui’. Mi chiese di venire alla sua scrivania, mi mostrò parecchie pagine dattiloscritte e me le fece leggere. Era un elenco di tutti i servitori viaggianti della Germania, col mio nome in fondo. Lessi i nomi delle congregazioni che avevamo visitate e anche i nomi dei fratelli che a esse appartenevano. Nero su bianco lessi quanti pezzi di pubblicazioni, fonografi e dischi avevamo ordinati. Vi erano anche elencati contribuzioni e altro denaro che avevamo versato. Non riuscivo a crederci. La nostra intera organizzazione clandestina era qui nelle mani della Gestapo. Ebbi veramente bisogno di alcuni minuti prima che io potessi afferrare del tutto la situazione. Dove aveva potuto prendere la Gestapo tutti questi dati? mi chiesi. Se la mia propria attività non fosse stata accuratamente elencata, avrei dubitato della veracità del rapporto. L’uomo della Gestapo delle SS di Dresda, Bauch, che dirigeva l’udienza, mi diede il tempo di raccogliere i miei pensieri. Temo di avere avuto un’espressione facciale piuttosto stupida quando mi rimisi a sedere. Quindi egli disse: ‘Ora non c’è in realtà motivo di rimanere in silenzio’.
“Per mesi mi tormentò il pensiero dove la Gestapo aveva potuto prendere le nostre registrazioni. In seguito venni a sapere che tutte le nostre ordinazioni, tutti i nostri rapporti e tutto il nostro denaro versato erano stati accuratamente registrati in un archivio tenuto a Berlino. Questo era stato poi trovato e confiscato dalla Gestapo”.
L’INTREPIDA ATTIVITÀ CONFONDE LA POLIZIA
Il congresso di Lucerna, attentamente predisposto per il 4-7 settembre 1936, assunse ad un tratto un nuovo aspetto in seguito agli arresti in massa che erano stati fatti due settimane prima. Forse il congresso, di cui la Gestapo era pure informata, aveva determinato la data della loro campagna contro di noi. Almeno essi fecero tutto il possibile per non permettere ai fratelli tedeschi di assistervi. Questo può comprendersi da una circolare riservata della Polizia Segreta di Stato in data 21 agosto 1936, che riguardo ai fratelli in viaggio verso il congresso dice: “Si deve impedire a tali persone di lasciare il paese. In tali casi si deve confiscare il passaporto”.
In realtà, dei più di mille che avevano predisposto di fare il viaggio, solo trecento circa furono in grado di andarvi. Ma la maggioranza di questi dovettero attraversare illegalmente il confine e molti al loro ritorno furono arrestati.
Il fratello Rutherford approfittò naturalmente dell’opportunità per parlare ai servitori presenti che eran venuti dalla Germania e considerare i loro problemi. Egli s’interessava specialmente di come aver cura dei fratelli in senso spirituale. Heinrich Dwenger fu presente e sull’ulteriore discussione riferisce:
“I direttori del servizio regionale furono ora invitati a dare suggerimenti. Essi raccomandarono che il fratello Rutherford mi rimandasse in Germania. Mi avevano chiesto di fare io stesso il suggerimento, ma avevo detto loro che non potevo poiché ero stato mandato a Praga e non potevo dire di voler tornare in Germania. Sarebbe sembrato come se io fossi insoddisfatto della mia assegnazione. Avvenne così che, per il momento, il fratello Frost fu incaricato di assumere la responsabilità. Quindi il fratello Rutherford chiese: ‘Che accade se sei arrestato?’ Nel caso dell’arresto del fratello Frost, i fratelli raccomandarono che l’incarico fosse assunto dal fratello Dietschi”.
Si adottò una risoluzione e circa due o tremila copie furono mandate a Hitler e ai suoi uffici governativi in Germania. Un’altra copia fu mandata al papa a Roma. La conferma della consegna sia al Vaticano a Roma che alla cancelleria del Reich a Berlino fu ricevuta a Berna da Franz Zürcher, il quale, il 9 settembre 1936, aveva mandato le risoluzioni per istruzione del congresso. La risoluzione, che era un dattiloscritto di tre pagine e mezza, comprendeva i pensieri seguenti:
“Leviamo vigorose proteste al crudele trattamento dei testimoni di Geova da parte della Gerarchia Cattolica Romana e dei loro alleati sia in Germania che in tutte le altre parti del mondo, ma lasciamo la soluzione della questione completamente nelle mani del Signore, il nostro Dio, che secondo la sua Parola ricompenserà appieno. . . . Mandiamo di cuore saluti ai nostri fratelli perseguitati in Germania e chiediamo loro di rimanere coraggiosi e di confidare completamente nelle promesse dell’Iddio Onnipotente, Geova, e di Cristo. . . .”
Si presero le disposizioni per distribuire la risoluzione qui adottata a un gran numero di persone in Germania mediante una campagna lampo. Delle 300.000 copie stampate a Berna, 200.000 furono mandate a Praga, da dove furono portate oltre confine presso Zittau e in altri luoghi dei monti Riesen. Le altre 100.000 copie si sarebbero dovute portare in Germania dall’Olanda, ma, triste a dirsi, furono confiscate in Olanda. Così parecchi direttori del servizio regionale dovettero fare le loro proprie per Berlino e per la Germania settentrionale. La data della distribuzione doveva essere il 12 dicembre 1936, dalle ore 17,00 alle ore 19,00.
Secondo rapporti successivi, vi presero parte circa 3.450 fratelli e sorelle. Ciascuno ne aveva venti o, al massimo, quaranta copie, e l’idea era di disfarsene il più presto possibile nel territorio al quale si era stati assegnati. Dovevano semplicemente metterle nelle cassette della posta o infilarle sotto la porta.
Ne fu lasciata una copia in ogni casa; nei grandi edifici di abitazione, in genere non più di tre copie. Quindi quelli che distribuivano i volantini correvano nelle vie vicine e vi facevano la stessa cosa affinché le copie fossero distribuite in una zona la più estesa possibile.
L’effetto sugli oppositori fu rovinoso! Erich Frost, che negli otto mesi che fu incaricato dell’opera in Germania fu a stretto contatto con l’ufficio di Praga, in uno dei suoi viaggi a Praga consegnò su questa campagna il seguente rapporto:
“La distribuzione della risoluzione è stata per il governo e per la Gestapo un colpo tremendo. Fu consegnata in un’improvvisa esplosione d’attività, il 12 dicembre 1936. Ogni cosa era stata preparata nei più minuti particolari, tutti i fedeli conservi erano stati avvertiti e a ciascuno furono dati il suo territorio e il suo pacco di risoluzioni ventiquattro ore prima che il lavoro avesse inizio alle ore 17,00 precise. In un’ora la polizia e gli uomini delle SA e delle SS correvano in giro pattugliando le vie, nel tentativo di prendere qualcuno dei coraggiosi distributori. Ma ne presero solo pochissimi, scarsamente più di una dozzina nell’intero paese. Il martedì successivo gli agenti comparvero comunque a molte case di fratelli, accusandoli di punto in bianco d’aver preso parte all’opera di distribuzione. I nostri fratelli, naturalmente, non ne sapevano nulla, e furono fatti pochissimi arresti.
“Ora, secondo la stampa, c’è non solo un senso di orribile ira a causa della nostra baldanza, ma anche di accresciuto timore. Sono completamente sorpresi che dopo quattro anni di terrore del governo di Hitler sia ancora possibile compiere una tale campagna, con tale segretezza e in tali vaste proporzioni. E, soprattutto, hanno timore della popolazione. Molti si lamentarono alla polizia, ma quando gli agenti di polizia e altri uomini in uniforme andarono nelle case e chiesero agli abitanti se avevano ricevuto tali volantini o no, lo negarono. Questo accadde perché in ciascuna casa, infatti, solo due o, al massimo, tre famiglie ricevettero una tale risoluzione. La polizia naturalmente non lo sapeva, ma supponeva che ne fosse stata lasciata una a ogni porta.
“Pensano dunque che la popolazione abbia ricevuto la nostra risoluzione ma si sia rifiutata per certe ragioni d’ammetterlo quando è stata interrogata dalla polizia, e questo suscita in loro estrema confusione e timore”.
La Gestapo fu amaramente delusa, poiché pensava di avere del tutto schiacciato la nostra attività con la sua estesa campagna del 28 agosto. E ora la distribuzione della nostra risoluzione, che considerarono ancor più estesa di quanto in realtà non fosse! Fu un fatto innegabile che il nemico era riuscito ad aprire nelle file del popolo di Dio serie brecce, ma non fu mai in grado di arrestare completamente l’opera. I fratelli continuarono ad adempiere il loro mandato di predicazione, come si può vedere dal rapporto dei direttori del servizio regionale compilato per il fratello Rutherford, che si riferisce al periodo dal 1º ottobre al 1º dicembre 1936. I risultati furono i seguenti: (tutte le cifre sono approssimative) 3.600 lavoratori, 21.521 ore, 300 Bibbie, 9.624 libri e 19.304 opuscoli. Questo poteva paragonarsi favorevolmente con l’ultimo rapporto mensile anteriore all’ondata di arresti (dal 16 maggio al 15 giugno): 5.930 lavoratori, 38.255 ore, 962 Bibbie, 17.260 libri e 52.740 opuscoli.
DENUNCIA MEDIANTE UNA “LETTERA APERTA”
Quasi a ogni udienza e processo, tenuto dopo la risoluzione che fu distribuita il 12 dicembre 1936, se ne faceva menzione. I funzionari resero le cose ancor più difficili a molti nostri fratelli perché, essi asserivano, quelle dichiarazioni non erano vere e noi non potevamo dare nessuna prova per le nostre asserzioni. I fratelli incaricati suggerirono perciò al fratello Rutherford che si distribuisse una “lettera aperta” in una “campagna lampo” come si era fatto con la stessa risoluzione. Avrebbe dato alla Gestapo una risposta che avrebbe provato la falsità delle sue asserzioni. Il fratello Rutherford acconsentì e chiese al fratello Harbeck in Svizzera di scrivere la “lettera aperta”, giacché aveva accesso a tutto il materiale raccolto fino al 1936 inerente alla persecuzione.
Il paragrafo che segue, da essa tratto, mostra con chiarezza la specie di inesorabile argomentazione che i fratelli usarono per rispondere pubblicamente al loro nemico:
“La pazienza e la vergogna cristiane ci han trattenuto abbastanza a lungo dal richiamare l’attenzione del pubblico, sia in Germania che altrove, su queste gravi violenze. Abbiamo in nostro possesso una schiacciante quantità di documenti che mostrano come i summenzionati crudeli maltrattamenti hanno avuto luogo contro i testimoni di Geova. Specialmente notevole per tali maltrattamenti è la responsabilità di un certo Theiss di Dortmund e di Tennhoff e Heimann della Polizia Segreta di Gelsenkirchen e Bochum. Essi non si sono astenuti dal maltrattare donne con sferze e manganelli. Theiss di Dortmund e un uomo della Polizia di Stato di Hamm sono specialmente noti per la loro sadica crudeltà nel maltrattare le donne cristiane. Siamo in possesso dei nomi e dei particolari di circa diciotto casi nei quali testimoni di Geova sono stati uccisi violentemente. Al principio di ottobre del 1936, per esempio, un testimone di Geova chiamato Peter Heinen, di Via Neuhüller, Gelsenkirchen, Vestfalia, fu percosso a morte da agenti della Polizia Segreta nella sala civica di Gelsenkirchen. Questo tragico avvenimento fu denunciato al Cancelliere del Reich, Adolf Hitler. Copie furono anche mandate al Ministro del Reich, Rudolf Hess, e al capo della Polizia Segreta, Himmler”.
Dopo aver finito la “lettera aperta”, l’intero testo fu scritto a Berna su matrici di alluminio e mandato a Praga. Di tanto in tanto Ilse Unterdörfer, che lavorava strettamente col fratello Frost nell’attività clandestina, aveva da lui l’istruzione di prendere i rapporti e di raccoglierne le informazioni. In uno di questi viaggi a Praga, furono dati alla sorella Unterdörfer le matrici con le quali si doveva stampare la “lettera aperta” in una macchina a rotazione per ciclostile ch’era stata appena acquistata. Il 20 marzo 1937, la sorella Unterdörfer arrivò a Berlino con il suo prezioso pacco.
“Accettai il pacco”, narra il fratello Frost, “e passai quindi questo materiale ‘pericoloso’ a un’altra sorella che fece in modo di farlo mettere in luogo sicuro. Quella notte io e la sorella Unterdörfer, che aveva portato queste preziose matrici, fummo entrambi arrestati nel luogo dove stavamo. Per quanto ci fosse difficile accettare il fatto che avevamo perduto la nostra libertà per il resto della dittatura nazista, eravamo tuttavia felici di sapere che avevamo assicurato la riuscita della campagna del nuovo volantino”.
Ma il fratello Frost si sbagliava. Mentre era portato in prigione, scoprì che la macchina a rotazione per ciclostile era proprio lì accanto a lui nell’auto della polizia. La Gestapo l’aveva trovata durante una sua perquisizione. Inoltre, le matrici, che non si potevano usare in nessun’altra macchina, erano apparentemente scomparse e non furono più trovate.
Ida Strauss, a cui il fratello Frost aveva dato le matrici e che conosceva bene i particolari della campagna, la pensava allo stesso modo. “Avevo le matrici d’alluminio nella mia borsa”, ella ricorda, “e le stavo portando al luogo dove si trovava la macchina. Era tarda notte ed era buio; il padrone della casa, una persona interessata, stava in cima alle scale e disse: ‘Vada immediatamente via, si metta al sicuro. La Gestapo ha confiscato la macchina, ha arrestato i fratelli e fino a poco fa l’aspettavano, ma alla fine gli agenti vi hanno rinunciato’. Che cosa sarebbe accaduto ora? Nei pochi giorni che seguirono scoprii che quella notte erano stati arrestati molti fratelli e non trovai tra i fratelli nessuno che avesse qualche contatto con l’organizzazione.
“Cominciai ora a cercare un fratello e parecchie sorelle abbastanza intrepidi da dedicarsi ulteriormente agli interessi dell’opera di Geova. Sapevo d’essere nel libro nero della Gestapo e di poter essere arrestata in qualsiasi momento. Quando ciò avvenne fui felice che gli interessi dell’opera erano in mani fedeli”.
In quanto alle matrici della “lettera aperta”, la sorella Strauss pure si sbagliava. Le matrici non potevano più essere usate, poiché la macchina era stata confiscata e non ne era disponibile un’altra.
Ora che il fratello Frost era stato arrestato, assunse l’incarico dell’opera Heinrich Dietschi, come era stato deciso a Lucerna nella discussione col fratello Rutherford. Il suo primo obiettivo era quello di distribuire questa “lettera aperta”. Si mise perciò in contatto col fratello Strohmeyer a Lemgo. Entrambi il fratello Strohmeyer e il fratello Kluckhuhn erano stati appena rilasciati dalla prigione dopo aver scontato sei mesi per avere stampato l’Annuario del 1936. Ma il fratello Strohmeyer acconsentì di dare il suo aiuto.
Il problema consisteva nell’ottenere di nuovo le matrici dalla Svizzera. Questa volta avemmo i flan, da cui i fratelli dovettero prima di tutto ricavare le forme di fusione per produrre le lastre stereotipiche per la stampa. Il fratello Dietschi aveva ottenuto le matrici dalla Svizzera dopo che vi erano state stampate 200.000 copie della “lettera aperta”, ma eran falliti i tentativi per portarle oltre il confine dentro la Germania.
Risolta la faccenda della stampa, si decise che la “lettera aperta” fosse distribuita in una “campagna lampo” da farsi il 20 giugno 1937. La sorella Elfriede Löhr racconta: “Il fratello Dietschi organizzò la campagna. Eravamo tutti coraggiosi, ogni cosa era stata predisposta in maniera meravigliosa e ciascuna regione aveva sufficienti lettere. Io ne presi alla stazione ferroviaria una grossa valigia per il territorio intorno a Breslavia e le portai ai fratelli a Liegnitz. Inoltre, avevo le mie proprie, che al tempo fissato distribuii come tutti gli altri fratelli”.
La distribuzione della “lettera aperta” dovette cogliere la Gestapo di sorpresa, perché per mesi si erano vantati di aver completamente distrutto l’organizzazione. Questo non fece che accrescere la loro eccitazione. Fu come se qualcuno avesse ad un tratto smosso un formicaio. Come presi da frenesia senza avere dinanzi una chiara mèta, correvano in giro nella massima confusione, specialmente le persone come Theiss di Dortmund.
Ma il tempo del trionfo di Theiss era pure giunto alla fine. Poiché Theiss credeva di non dover mostrare nessuna misericordia nel trattamento che riservava ai testimoni di Geova, un giorno diede ordine di perquisire la casa di un ex fratello chiamato Wunsch, il quale, nel frattempo, si era comunque allontanato dalla verità e prestava servizio come sergente maggiore nell’aviazione di Hitler. Quando Wunsch tornò a casa, sua moglie gli disse che la casa era stata perquisita. Egli andò immediatamente da Theiss a Dortmund e gli chiese perché aveva fatto questo. Sorpreso di vedersi dinanzi un sergente maggiore dell’aviazione, Theiss balbettò: “È lei con gli Studenti Biblici?” Wunsch rispose: “Ho udito alcuni loro discorsi, ma sono andato ovunque potessi udire qualche cosa”. Ora la sig.ra Theiss interruppe. Eccitato, Theiss ora esclamò, dicendo: “Se l’avessi saputo, non avrei mai cominciato a tentar di distruggere gli Studenti Biblici. Può far impazzire. Si pensa di aver messo in prigione una bestia e all’improvviso ne scappano fuori dieci. Mi dispiace di aver iniziato tutta questa faccenda”.
Non c’è da supporre che la coscienza di questo agente del Diavolo si calmasse mai. Al contrario, il libro Kreuzzug gegen das Christentum (Crociata contro il cristianesimo) al sottotitolo “Hai vinto, Galileo!” concludeva, dicendo:
“Abbiamo udito che Theiss da Dortmund, che è stato ripetutamente menzionato, ha avuto da qualche tempo spaventevoli rimorsi di coscienza a causa dei suoi atti criminosi e che i demoni lo sospingono lentamente verso la pazzia. Parecchi mesi fa, si vantò di aver ‘fatto a pezzi’ 150 testimoni di Geova. Fu lui a dire in atto di sfida: ‘Geova, io invoco su di te disprezzo eterno; viva il re di Babilonia’.
“Ora, comunque, egli ha cercato queste persone, ha promesso di non tormentarle più e le supplica di dirgli cosa deve fare per sfuggire alla minacciosa punizione e liberarsi dal terribile tormento mentale che soffre. Dice che aveva ricevuto il ‘comando di maltrattare dall’alto’ e ora vuole smettere, perché nuovi testimoni di Geova non fanno altro che venir fuori di continuo. Come Giuda dopo aver tradito il Signore al nemico, Theiss cerca il pentimento e non lo può trovare. Benché pochi, tuttavia ci sono casi in cui agenti della Gestapo e altri membri del partito sono stati così scossi dalla saldezza dei testimoni di Geova da vedere l’errore della loro via e rinunciare al loro lavoro”.
La distribuzione della “lettera aperta” causò alla Gestapo grande ansietà, e subito dopo tese una rete. Solo dopo alcuni giorni un indizio li portò direttamente a Lemgo e ai fratelli Strohmeyer e Kluckhuhn che avevano stampato la “lettera aperta”. Poterono provare che ne avevano stampato almeno 69.000 copie. Entrambi furono condannati a tre anni di prigione, e dopo avere scontato la loro condanna la Gestapo li mise sotto custodia preventiva, chiamandoli “incorreggibili”.
Siccome in maggioranza i direttori del servizio regionale erano stati arrestati, a occupare i posti vuoti e mantenere il contatto fra il fratello Dietschi e le congregazioni furon chiamate le sorelle. Una di queste fu Elfriede Löhr, che cercò di mettersi in contatto col fratello Dietschi dopo che il fratello Frost e la sorella Unterdörfer erano stati arrestati. Ella andò a Württemberg e, dopo ricerca, trovò il fratello Dietschi a Stoccarda. Egli la condusse con sé per farle conoscere i vari metodi di mantenersi in contatto con i fratelli. Si fecero anche esaurienti preparativi perché una radio trasmittente portatile fosse costruita in Olanda ed entrasse in funzione in qualche tempo dell’autunno del 1937. La Gestapo ne aveva già avuto notizia ed era furiosa col fratello Dietschi, di cui conoscevano il nome ma che risultava così inafferrabile come il fratello Wandres.
Dovette essere verso questo stesso tempo che la sorella Dietschi fu arrestata dalla Gestapo e rinchiusa nell’infame “Steinwache” di Dortmund. Cercarono di costringerla a dire dove si nascondeva suo marito, ma si rifiutò di parlare. Fu maltrattata così malamente che in seguito aveva una gamba più corta dell’altra. Oltre a ciò, dopo il suo rilascio dovette stare per parecchie settimane completamente avvolta in bende imbevute di alcool.
CONSEGUENZE DEL CONGRESSO DI PARIGI DEL 1937
Al congresso di Parigi del 1937, come a quello dell’anno prima a Lucerna, doveva assistere il fratello Rutherford. Questa volta dalla Germania poterono andarvi solo alcuni fratelli. Nelle file dei fratelli il nemico aveva creato larghi vuoti. Il fratello Riffel, uno dei pochi che poterono andarvi, disse in seguito che solo a Lörrach e dintorni erano stati messi in prigione quaranta fratelli e sorelle, dieci dei quali erano stati impiccati, uccisi col gas o fucilati, o eran morti di fame o in seguito agli “esperimenti di medicina” nel campo di concentramento.
Un’altra risoluzione fu adottata a Parigi, esponendo ancora una volta il nostro chiaro e incrollabile atteggiamento riguardo a Geova e al suo regno retto da Gesù Cristo e richiamando apertamente l’attenzione sulla brutale persecuzione che subivamo in Germania, per avvertire i responsabili del giusto giudizio di Dio.
Durante l’assenza per due settimane dell’ultimo direttore del servizio regionale in Germania, avevano avuto luogo diversi avvenimenti. La sorella Löhr, che in genere era stata presente alle adunanze settimanali tenute dal fratello Dietschi con circa quindici fratelli e sorelle per considerare i problemi di servizio, era stata arrestata. Avvenne in questo modo:
Poiché le adunanze cominciavano nella maggioranza dei casi verso le 9,00 della mattina e spesso duravano fino alle 17,00 del pomeriggio, i fratelli e le sorelle avevano chiesto se non potevano mangiare insieme il loro pasto di mezzogiorno. La sorella Löhr era stata invitata a fare la cucina. Per ragioni di sicurezza, i fratelli avevano cambiato di settimana in settimana il luogo di adunanza, rendendo in tal modo necessario trasferire da un luogo a quello successivo la grossa marmitta che usavano per preparare il pasto. Se la Gestapo lo scoprisse dai fratelli arrestati di recente o in qualche altro modo, nessuno lo sa, ma scoprirono in effetti dove si era tenuta l’ultima adunanza prima del congresso di Parigi. La Gestapo tenne questo appartamento sotto osservazione, e quando la sorella Löhr venne a prendere la marmitta circa tre o quattro giorni prima che si tenesse l’adunanza successiva, fu seguita dalla Gestapo sino al nuovo luogo di adunanza e prontamente arrestata. Subito la Gestapo si rese conto d’aver trovato non solo il nuovo luogo di adunanza, ma anche il nascondiglio segreto del fratello Dietschi. Dopo il congresso di Parigi egli tornò direttamente a Berlino e, senza accertarsi se c’era qualche possibile pericolo, andò all’appartamento. Il fratello Dietschi cadde nella trappola e fu subito arrestato. Naturalmente, si dovettero cambiare il tempo e il luogo delle adunanze del gruppo di servitori viaggianti ora ancor più piccolo.
Il fratello Dietschi aveva prestato instancabilmente, servizio nell’attività clandestina per molti anni e non si era tirato indietro di fronte al pericolo. Egli fu condannato a quattro anni, ma, a differenza della maggioranza dei suoi fratelli, non fu messo in un campo di concentramento dopo aver scontato la sua condanna.
Nel 1945, quando si cominciò a riorganizzare l’opera, fu uno dei primi che cominciarono a prestare servizio presso le congregazioni come “servitore per i fratelli”. Ma, tristemente, anni dopo cominciò a concepire sue proprie teorie e si allontanò dall’organizzazione di Geova.
Ma torniamo al 1937. Essendosi di nuovo creati nelle file dei nostri fratelli pericolosi vuoti, il fratello Wandres cercò almeno temporaneamente di colmarli, per assicurare ai fratelli il loro cibo spirituale. Dopo l’arresto del fratello Franke egli ne aveva preso il territorio, ma ora si sentiva responsabile anche degli altri territori non occupati, quindi chiese alla sorella Auguste Schneider da Bad Kreuznach di consegnare il cibo spirituale ai fratelli di Bad Kreuznach, Mannheim, Kaiserslautern, Ludwigshafen, Baden-Baden e del territorio dell’intera Saar. Come tutti i fratelli che dovevano viaggiare in questo tempo estremamente difficile, le fu dato un altro nome; da ora in poi ella fu “Paula”.
Il fratello Wandres, comprendendo che il nemico in Sassonia era stato specialmente furioso, chiese a Hermann Emter di Friburgo di aver cura di questo territorio. Il 3 settembre, andarono entrambi a Dresda. Nonostante che il fratello Wandres non vi fosse mai stato prima, la Gestapo li aspettava. Terminò una caccia all’uomo che era durata tre anni!
Verso la metà di settembre, in armonia con le disposizioni prese col fratello Wandres, la non sospettosa “Paula” attendeva nella stazione ferroviaria di Bingen con due grosse valige piene di letteratura. Ad un tratto un signore le si accostò, dicendo: “Buon giorno, Paula! Albert non viene e lei dovrà venire con me!” Era inutile cercar di resistere, poiché l’estraneo era un agente della Gestapo. Egli aggiunse: “Non occorre che aspetti Albert; l’abbiamo già arrestato e abbiamo preso tutto il suo denaro. . . . Il sig. Wandres ha detto che lei sarebbe stata qui con due grosse valige e che lei è Paula!” Fino a questo giorno è un mistero dove la Gestapo ottenesse queste informazioni. Ma questo era un solito metodo della Gestapo, pretendere cioè che certi fratelli avessero detto certe cose per infrangere la fiducia tra i fratelli, inducendoli così a ritirarsi da tali “traditori”.
PIANO DI DETENZIONE PERPETUA
Con questa serie di arresti finì per i fratelli tedeschi un’epoca importante. Ebbe termine il periodo dell’attività bene organizzata. Nella lotta ogni cosa additava ora l’inizio di una nuova fase. La Gestapo aveva ora la mèta: Ciascun individuo abbastanza coraggioso da attenersi a Geova doveva essere distrutto, per distruggere così l’organizzazione.
Secondo una circolare emanata dalla Gestapo di Düsseldorf del 12 maggio 1937, da ora in poi gli Studenti Biblici dovevano esser messi nei campi di concentramento anche nei casi nei quali non c’era nessun mandato di cattura dell’autorità giudiziaria ma solo a causa di sospetto. Notifiche simili furono emesse in tutta la Germania. Inoltre, gli Studenti Biblici dovevano esser messi automaticamente in campi di concentramento dopo aver scontato la condanna alla prigione decisa dalla corte. Questa decisione fu resa più severa ed estesa nell’aprile del 1939. Da ora in poi, si dovevano liberare soltanto quelli disposti a firmare una dichiarazione secondo cui si dissociavano da Geova e dalla sua organizzazione. Molti fratelli non ebbero nemmeno l’opportunità di decidere se firmare la dichiarazione.
Quando Heinrich Kaufmann di Essen ebbe scontato la sua condanna alla prigione ed ebbe indossato i propri abiti civili un agente penale semplicemente gli disse che era soggetto a custodia preventiva. Prima lo condussero comunque a casa sua, che non aveva vista da un anno e mezzo, e gli chiesero. “Vuole rinunciare alla sua fede e seguire Hitler?” Nello stesso tempo gli mostrarono le chiavi della sua casa e un pacco di dieci chili di generi alimentari, promettendogli che anche sua moglie sarebbe tornata dal campo di concentramento di Ravensbrück. Il fratello Kaufmann rifiutò l’offerta.
A volte furon fatti tentativi per intrappolare i fratelli, come narra Ernst Wiesner. Poco tempo prima che fosse rilasciato, gli fu posto dinanzi un foglio di carta. La dichiarazione era di natura così generale che, dopo averla letta attentamente, decise di poterla firmare. Ma ora venne il trucco. Il fratello Wiesner doveva apporre la sua firma in fondo alla pagina, ma la seconda metà della pagina era vuota. Non c’era dubbio che la Gestapo avrebbe aggiunto in seguito altre cose che il fratello Wiesner non avrebbe potuto firmare con buona coscienza. Ma subito si rese conto di ciò che avevano intenzione di fare e, prima che potessero fermarlo, appose la propria firma immediatamente sotto il testo dattiloscritto. Il risultato fu che, pur avendo firmato, non venne rilasciato, ma tre settimane prima della scadenza della sua condanna fu informato dalla polizia segreta che sarebbe stato subito trasferito a un campo di concentramento.
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO: UNO SPALANCATO ABISSO
Nella Vierteljahresheft für Zeitgeschichte (Storia trimestrale) Hans Rothfels scrive nel suo secondo opuscolo del 1962: “Sotto i nazionalsocialisti quando gli Zelanti Studenti Biblici eran messi nei campi di concentramento erano nell’ultima e più difficile fase del loro periodo di sofferenze. . . .”
Per la maggioranza una consolazione era il fatto che vi erano già incarcerati fedeli fratelli i quali erano stati temprati dal calore della persecuzione. Era confortante essere con loro e sentire le loro amorevoli cure, e il cuore di ciascun nuovo che vi “entrava” ne era vivificato.
Ma ogni qualvolta si vedeva la saldezza dei nostri fratelli e se ne faceva rapporto al governo, il suo unico pensiero era come poter accrescere le loro sofferenze. Avvenne così che per un periodo di tempo i testimoni di Geova, come trattamento ordinario, ricevevano venticinque colpi con una sferza d’acciaio, oltre ai molti altri brutali mezzi di tortura, quando arrivavano nei campi. I loro lavori forzati cominciavano alle 4,30 della mattina, quando la campana del campo suonava per tutti la sveglia. Subito dopo scoppiava un tumulto: rifare i letti, lavarsi, bere il caffè, andare all’appello, e tutto questo in gran fretta. Non era permesso a nessuno di fare alcuna cosa a ritmo normale. Marciavano per andare all’appello, quindi uscivano dalle file per unirsi ai vari gruppi di lavoratori. Ciò che ora succedeva era un vero dramma: trasportare ghiaia, sabbia, pietre, pali, intere sezioni di baracche, e questo per l’intero giorno, tutto in gran fretta. I soprintendenti, che urlavano senza posa ai prigionieri e li forzavano sino al limite della sopportazione, erano i peggiori che Hitler potesse offrire.
Il ricordo che Gesù aveva sofferto cose simili era di conforto e incoraggiamento e dava loro la forza di perseverare sotto i trattamenti disumani.
Per amore della varietà, gli “esercizi di punizione” si facevano a volte senza particolare ragione. I fratelli erano spesso costretti a restare senza cibo. Poteva essere una vera prova quando, invece di potersi mettere a sedere per mangiare un pasto, un fratello stanco era costretto a stare in cortile sull’attenti per altre quattro o cinque ore, e questo solo perché uno dei fratelli non aveva un bottone alla giacca o per qualche altra insignificante infrazione dei regolamenti.
Infine era permesso loro di andare a dormire, se la fame lo consentiva. Ma le notti non sempre erano solo per dormire. Spesso uno, o a volte parecchi, degli infami “capi isolato” si mostravano nel mezzo della notte per terrorizzare i prigionieri. Questi episodi cominciavano a volte con colpi di pistola in aria o nelle travi delle baracche. Quindi gli internati eran costretti a correre intorno alle baracche, o, a volte, perfino ad arrampicarvici sopra, con le camicie da notte, questo finché lo desideravano i “capi isolato”. È comprensibile che i fratelli più anziani soffrivano maggiormente a causa di tale trattamento, e a molti di essi costò la vita.
Nel marzo del 1938, fu imposta ai testimoni di Geova nei campi di concentramento un’assoluta proibizione della corrispondenza. Questa durò nove mesi, e in tale tempo i fratelli non poterono mettersi in contatto con i loro parenti e viceversa. Anche dopo che questa proibizione venne abolita, la limitazione che ciascun testimone di Geova poteva scrivere ai suoi parenti solo cinque righe al mese durò da tre anni e mezzo a quattro anni, in alcuni campi anche più a lungo. Il testo era preparato e diceva: “La tua lettera è stata ricevuta; molte grazie. Sto bene, sono sano e contento. . . .” Ma ci sono casi nei quali la comunicazione della morte arrivò prima della lettera che diceva: “Sto bene, sono sano e contento”. Nello spazio vuoto della lettera si timbrava il testo seguente: “Il prigioniero rimane, come in precedenza, un ostinato Studente Biblico e si rifiuta di rinunciare ai falsi insegnamenti degli Studenti Biblici. Per questa ragione gli sono stati negati i soliti privilegi di corrispondenza”.
“QUADRATO” INCONTRA IL SUO AVVERSARIO
Nel campo di concentramento la vita era piena delle sue ansietà quotidiane, spesso causate dallo stesso comandante del campo. A Sachsenhausen il comandante fu per un periodo di tempo un uomo chiamato Baranowsky, e, a causa della sua costituzione robusta, i prigionieri gli misero subito il soprannome di “Quadrato”.
In genere egli accoglieva personalmente i prigionieri a ogni nuovo arrivo, facendo loro un “discorso di benvenuto”. Di solito cominciava con le parole: ‘Io sono il comandante del campo e mi chiamo “Quadrato”. Ora, ascoltate tutti! Da me potete ottenere tutto quello che volete, un colpo alla testa, un colpo al petto, un colpo allo stomaco! Potete tagliarvi la gola se volete o aprirvi le arterie! Potete correre nel recinto elettrico se vi fa piacere. Solo ricordate che i miei ragazzi sono buoni tiratori! Vi manderanno direttamente in cielo!’ Egli non perdeva mai un’opportunità per schernire Geova e il suo santo nome.
Ma al principio del bando contro i testimoni di Geova, un giovane di circa ventitré anni da Dinslaken aveva imparato la verità. Si chiamava August Dickmann. Benché non fosse ancora stato battezzato, la Gestapo l’aveva arrestato e sottoposto a processo. Scontata la sua condanna, s’era lasciato indurre dalla Gestapo a firmare la “dichiarazione”, sperando senza dubbio che questo lo liberasse dall’ulteriore persecuzione. Ciò nonostante, fu messo in Sachsenhausen nell’ottobre del 1937 immediatamente dopo aver scontato la sua condanna alla prigione. Lì i fratelli approfittavano d’ogni opportunità per tenere fra loro gioiose e incoraggianti conversazioni, e ora, essendo fra loro, si rese conto che aveva fatto compromesso col nemico a causa di debolezza. Si pentì e chiese che la dichiarazione da lui firmata fosse annullata.
Nel frattempo era stato messo nel campo di Sachsenhausen anche suo fratello carnale Heinrich. August gli disse che aveva firmato la dichiarazione ma che, intanto, aveva chiesto che fosse annullata.
Le poche settimane successive passarono rapidamente. Scoppiata nella seconda metà del 1939 la seconda guerra mondiale, il comandante del campo, Baranowsky, cominciò ad attuare i suoi piani. Egli vide la sua opportunità quando la moglie di August Dickmann mandò al marito la chiamata al servizio militare, che era stata inviata a casa loro in Dinslaken. Tre giorni dopo lo scoppio della guerra, Dickmann fu convocato dal “reparto politico”. Prima che si facesse l’appello, Heinrich, a cui August aveva comunicato questo nuovo avvenimento, l’avvertì che essendo ora scoppiata la guerra doveva prepararsi a tutto. Doveva essere completamente sicuro di ciò che voleva fare. August rispose: “Possono farmi quello che vogliono. Non firmerò e non farò di nuovo compromesso”.
L’udienza fu tenuta quel pomeriggio, ma August non tornò dai fratelli. Come si seppe in seguito, non solo si era rifiutato di firmare la chiamata al servizio militare ma aveva dato un’eccellente testimonianza. Fu messo in segregazione cellulare nella prigione sotterranea mentre il comandante del campo notificava il caso a Himmler, chiedendogli il permesso di giustiziare pubblicamente Dickmann alla presenza dei fratelli e dell’intero campo. Egli era convinto che, qualora i testimoni di Geova si fossero trovati in effetti di fronte alla morte, avrebbero firmato in gran numero. Finora la maggioranza si era rifiutata di firmare, ma erano state fatte solo minacce. A giro di posta Himmler rispose che Dickmann era condannato a morte e doveva essere giustiziato. Ora “Quadrato” aveva la via libera per fare la sua ‘grande manifestazione’.
Era un venerdì. Una lugubre quiete sovrastava l’intero campo quando all’improvviso giunse dal comando un gruppo e, in breve tempo, istituì nel cortile un poligono di tiro. Questo diede luogo naturalmente a ogni sorta di voci. L’emozione divenne ancor più intensa quando fu dato ordine di smettere il lavoro un’ora più presto del solito. Paul Buder ancora ricorda come, quando il loro gruppo di lavoratori tornava marciando, un uomo delle SS gli disse ridendo: “Oggi è Giorno di Ascensione! Uno di voi oggi andrà in cielo”.
Entrato il gruppo a cui era assegnato Heinrich Dickmann, l’anziano del campo gli si accostò e gli chiese se sapeva ciò che stava per accadere. Avendo risposto che non lo sapeva, gli fu detto che suo fratello August doveva essere fucilato.
Ma non c’era tempo per lunghe discussioni. A tutti i prigionieri eran dati comandi perché marciassero nel campo. I testimoni di Geova furono posti direttamente di fronte al posto dove sarebbe stato il plotone d’esecuzione. Tutti gli occhi erano fissi su questo punto. Entrarono marciando le guardie delle SS; le precauzioni di sicurezza erano quattro volte maggiori del normale. Fu tolta la custodia dalle mitragliatrici e furono introdotte nelle armi le munizioni per l’uso immediato. Gli uomini delle SS erano appollaiati sull’alto muro e guardavano ciò che stava per aver luogo: erano in tanti che si aveva la sensazione che l’intero gruppo avesse avuto il comando d’esser presente a questo sanguinoso spettacolo. Il cancello principale era stato costruito con forti sbarre di ferro cilindriche e gli uomini delle SS amanti di emozioni vi stavano dietro appesi come a grappoli. Alcuni di essi si erano perfino arrampicati sulle sue spranghe trasversali per poter vedere meglio. I loro occhi erano non solo pieni di curiosità, ma anche assetati di sangue. Alcune facce rivelavano un certo orrore, poiché tutti sapevano ciò che presto avrebbe avuto luogo.
Accompagnato da vari ufficiali superiori delle SS, August fu condotto, con le mani legate sul davanti. Fecero impressione a tutti la sua calma e la sua compostezza, come qualcuno che aveva già vinto la battaglia. Erano presenti approssimativamente seicento fratelli, e suo fratello carnale Heinrich stava solo a pochi metri di distanza.
Allorché si accesero i microfoni, improvvisamente si sentì dagli altoparlanti un crepitìo. Si poteva udire la voce di “Quadrato”: “Prigionieri, ascoltate!” Ci fu un immediato silenzio. C’era solo il respiro leggermente asmatico di questo mostro mentre continuava:
“Il prigioniero August Dickmann di Dinslaken, nato il 7 gennaio 1910, si rifiuta di compiere il servizio militare, asserendo di essere ‘cittadino del regno di Dio’. Egli ha detto: Chi versa sangue umano, sarà versato il suo sangue. Si è posto al di fuori della società e conforme alle istruzioni del capo delle SS Himmler dev’essere giustiziato”.
Mentre nell’intero cortile regnava un silenzio mortale, “Quadrato” continuò: “Un’ora fa ho comunicato a Dickmann che la sua miserabile vita sarebbe stata cancellata alle ore 18,00”.
Uno dei funzionari si accostò e chiese se si doveva di nuovo chiedere al prigioniero se aveva cambiato pensiero e voleva firmare le carte della chiamata alle armi, al che “Quadrato” rispose: “Sarebbe inutile”. Rivolgendosi a Dickmann, comandò: “Vòltati, porco”, e poi diede il comando di far fuoco. A ciò, Dickmann fu colpito alle spalle da tre uomini delle SS. In seguito un ufficiale delle SS gli si accostò e gli sparò alla testa, facendogli colare sangue dalla gota. Avendogli un subalterno delle SS tolto le manette, quattro fratelli ebbero ordine di metterlo in una cassa nera e di portarlo nel posto di guardia.
Mentre a tutti gli altri prigionieri fu ora permesso di rompere le righe e andare alle loro baracche, i testimoni di Geova dovettero rimanere. Ora era per “Quadrato” il tempo di far valere la sua pretesa. Con grande enfasi chiese ora chi era pronto a firmare la dichiarazione, non solo a rinunciare alla propria fede ma anche a indicare di voler fare il soldato. Non rispose nessuno. Quindi due fecero un passo avanti! Ma non per firmare la dichiarazione. Essi chiesero che la firma che entrambi avevano messa circa un anno prima fosse annullata!
Questo era troppo per “Quadrato”. Furioso, lasciò il cortile. Come ci si può aspettare, i fratelli se la passarono molto male quella sera e per alcuni giorni successivi. Ma rimasero saldi.
Per alcuni giorni successivi l’esecuzione capitale di Dickmann fu annunciata parecchie volte dalla radio, evidentemente nella speranza di intimidire altri Testimoni ancora liberi.
Tre giorni dopo suo fratello Heinrich fu convocato dal “reparto politico”. Due ufficiali superiori della Gestapo erano venuti da Berlino per vedere quale effetto aveva avuto su di lui l’esecuzione del fratello. Secondo il suo proprio racconto, ci fu la seguente conversazione:
“‘Hai visto come è stato fucilato tuo fratello?’ Risposi: ‘Sì’. ‘Che cosa hai imparato da questo?’ ‘Sono e rimarrò testimone di Geova’. ‘Quindi sarai il prossimo a essere fucilato’. Potei rispondere a parecchie domande bibliche, finché da ultimo un agente urlò: ‘Non voglio sapere ciò che è scritto, voglio sapere ciò che tu pensi’. E mentre cercava di mostrarmi la necessità di difendere la patria, continuò a dire frasi come: ‘Sarai il prossimo a esser fucilato . . . la prossima testa a rotolare . . . il prossimo a cadere’. Finché l’altro agente disse: ‘È inutile. Via, finisci il verbale’”.
Di nuovo fu posta dinanzi al fratello Dickmann la dichiarazione affinché la firmasse. Egli si rifiutò, dicendo: “Se firmando questo io riconoscessi lo stato e il governo, firmerei d’essere d’accordo con l’esecuzione di mio fratello. Non posso farlo”. La risposta: “Quindi puoi cominciare a contare quanto ti rimane da vivere”.
Ma che cosa accadde a “Quadrato”, che aveva schernito e sfidato Geova come avevano fatto solo pochi uomini? Dopo ciò fu visto nel campo solo poche volte, e poi non fu più visto affatto. I prigionieri seppero comunque che poco dopo l’esecuzione capitale di August Dickmann, egli fu colpito da una terribile infermità. Morì cinque mesi dopo senza avere mai più l’opportunità di schernire Geova o i suoi testimoni. “Ho impegnato un combattimento con Geova. Vedremo chi è più forte, io o Geova”, aveva detto “Quadrato” il 20 marzo 1938, quando aveva messo i fratelli nel “gruppo dell’isolamento”. La battaglia era stata decisa. “Quadrato” aveva perduto. E mentre i nostri fratelli furono liberati alcuni mesi dopo dal “gruppo dell’isolamento”, e, in certi casi, ricevettero una certa quantità di sollievo, continuò a circolare in tutto il campo la voce che “Quadrato” era gravemente malato e che quando gli agenti lo visitavano presso il suo letto da infermo sussurrava: “Gli Studenti Biblici pregano per farmi morire, perché ho fatto fucilare il loro uomo!” È anche un fatto che dopo che egli era morto, sua figlia, quando le era chiesta la causa della morte del padre, sempre rispondeva: “Gli Studenti Biblici hanno pregato per far morire mio padre”.
DACHAU
Il fratello Friedrich Frey di Röt narra il trattamento che facevano a Dachau nel “gruppo dell’isolamento”: “A mala pena si possono descrivere la fame, il freddo, i tormenti. Una volta con i suoi stivali un agente mi prese a calci nello stomaco, causandomi una grave infermità. Un’altra volta con ripetute percosse mi fu deformato il dorso nasale in modo che fino a questo giorno respiro con difficoltà. Una volta un uomo delle SS mi sorprese a mangiare un paio di frammenti di pane secco durante le ore di lavoro per calmare la mia fame. Col suo stivale mi diede un calcio nello stomaco, abbattendomi al suolo. Come ulteriore punizione fui appeso a un palo alto tre metri con le braccia incatenate di dietro. Questa posizione anormale del corpo e il suo peso fecero arrestare la circolazione sanguigna, causandomi pene atroci. Un uomo delle SS mi afferrò entrambe le gambe e le fece dondolare avanti e indietro, gridando: ‘Sei ancora testimone di Geova?’ Ma non ero in grado di rispondere perché già mi usciva dalla fronte un sudore mortale. Come conseguenza di ciò ho fino a questo giorno un tic nervoso. Non potei fare a meno di pensare alle ultime ore che il nostro Signore e Maestro trascorse con le mani e i piedi trafitti da chiodi”.
A Dachau, poco prima di “Natale”, fu eretto un grande albero natalizio e adornato con candele elettriche e altre forme di ornamento. I 45.000 prigionieri del campo, compresi oltre cento testimoni di Geova, speravano di trascorrere alcuni giorni in pace. Ma che cosa accadde? Alle 8,00 della Vigilia di Natale quando tutti i prigionieri erano nelle loro baracche, all’improvviso cominciarono a suonare le sirene del campo; i prigionieri dovettero uscire nel cortile il più presto possibile. Si poteva udir suonare la banda delle SS. Entrarono cinque compagnie di truppe delle SS pienamente equipaggiate. Il comandante del campo, accompagnato dagli ufficiali delle SS, pronunciò un breve discorso dicendo ai prigionieri che quella sera volevano celebrare con loro il Natale alla loro particolare maniera. Prese quindi dalla borsa un elenco di nomi e per quasi un’ora lesse i nomi dei prigionieri che nelle ultime settimane erano stati raccomandati per la punizione. Fu portato fuori ed eretto il ceppo e su di esso fu legato il primo prigioniero. Due uomini delle SS muniti di sferze d’acciaio presero quindi posto a destra e a sinistra del ceppo e cominciarono a colpire il prigioniero mentre la banda suonava “Tacita notte”; si attendeva che tutti i prigionieri cantassero insieme. Nello stesso tempo il prigioniero al quale venivano date venticinque sferzate era costretto a contarle ad alta voce. Ogni volta che al ceppo era legato un nuovo prigioniero, due nuovi uomini delle SS venivano avanti per infliggere la punizione. Davvero un degno modo di celebrare il Natale per una “nazione cristiana”.
Di fronte a tale trattamento i nostri fratelli avevano bisogno di forte fede, di una fede resa forte con l’attento studio della Parola di Dio. Quanto la mancanza di studiare possa esser pericolosa e possa lasciare impreparato a tali prove, fu provato da Helmut Knöller. Lasciamo che egli racconti la sua propria esperienza:
“I miei primi giorni a Dachau furono molto difficili. A vent’anni, ero il più giovane dei nuovi arrivati. Fui assegnato a un gruppo speciale che doveva lavorare anche la domenica. Il mio sorvegliante era specialmente severo con me. Dovevo fare i lavori più difficili, a cui non ero abituato, in gran fretta. Ripetute volte caddi a terra per collasso ma ogni volta ero rianimato essendo posto nel sotterraneo con l’acqua fino ai fianchi e con acqua che mi era quindi versata sulla testa.
“Fui portato quasi fino al completo esaurimento fisico. Questo continuò un giorno dopo l’altro ed ero vicino al punto della disperazione, sapendo che poteva andare avanti per settimane, sì, anche per mesi. . . . Ma le difficoltà divennero così grandi che infine andai dai capi del campo e firmai la dichiarazione secondo cui non avevo più nulla a che fare con gli Studenti Biblici Internazionali. Che io firmassi questo fu il diretto risultato dell’insufficiente studio che avevo fatto a casa. I mei genitori avevano studiato troppo poco essi stessi e noi figli avevamo ricevuto da loro solo un’istruzione difettosa. . . . Mi era stato detto che potevamo andare avanti e firmare tale dichiarazione, poiché, prima di tutto, non vi si diceva nulla dei testimoni di Geova, ma solo degli Studenti Biblici, e, secondariamente, non era sbagliato ingannare il nemico se questo ci faceva ottenere la libertà per servire meglio Geova di fuori”. Fu solo più tardi mentre era a Sachsenhausen che fratelli maturi l’aiutarono ad apprezzare il significato dell’integrità cristiana e a edificare la sua fede.
MAUTHAUSEN
Benché a Dachau molti fossero uccisi col gas o in altri modi crudeli, tuttavia Mauthausen era un regolare campo di distruzione. Il comandante del campo, Ziereis, disse ripetutamente che si interessava solo di vedere certificati di morte. Infatti, nei due moderni forni crematori che vi avevano furono cremati in un periodo di sei anni 210.000 uomini, una media di cento al giorno.
Quando ai prigionieri si faceva compiere qualche lavoro, era in genere nella cava. C’era una ripida rupe che le disumane SS chiamavano la “parete dei paracadutisti”. Centinaia di prigionieri eran sospinti giù dall’alto di questa rupe e poi lasciati immobili di sotto. Essi morivano per la caduta o annegavano in un fossato pieno d’acqua piovana. Per la disperazione molti prigionieri perfino saltavano nell’abisso di loro propria volontà.
Un’altra attrazione erano i cosiddetti “gradini della morte”. Un cumulo di 186 sciolti massi di varia altezza ammucchiati l’uno sull’altro era chiamato la scalinata. Dopo che i prigionieri s’eran caricati pesanti pietre sulle spalle e le avevano portate fino alla cima, gli uomini delle SS si divertivano a farli scivolare in massa colpendoli col piede o col calcio dei loro fucili, facendoli così cadere all’indietro giù per i “gradini”. Questo fece morire molti e il numero dei morti aumentava per le pietre che cadevano dal di sopra. Valentin Steinbach di Francoforte ricorda che i gruppi di 120 uomini formati la mattina spesso tornavano la sera solo con circa 20 ancora in vita.
CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER DONNE
Erano istituiti campi di concentramento non solo per uomini ma anche per donne. Uno di questi entrò in funzione all’inizio del 1935 a Moringen presso Hannover. Quando nel 1937 la pressione sui testimoni di Geova divenne più severa, si cominciò a evacuare il campo di Moringen. In dicembre circa 600 prigioniere, comprese parecchie sorelle, furono portate al campo di Lichtenburg. Essendo falliti gli sforzi per far cambiare alle nostre sorelle la loro determinazione, fu formata una “squadra penale”. I loro sorveglianti davano loro pochissimo da mangiare e cercavano costantemente di trovar ragioni per infliggere punizioni. Il comandante del campo disse loro: ‘Se volete restare in vita, venite da me e firmate’.
Un metodo adottato per far infrangere alle nostre sorelle la loro integrità è riferito da Ilse Unterdörfer: “Un giorno la sorella Elisabeth Lange di Chemnitz fu chiamata dal direttore. Ella si rifiutò risolutamente di firmare la dichiarazione, al che fu portata in una cella situata nel sotterraneo di questo vecchio castello. Come tutti quelli che conoscono i vecchi castelli e le loro prigioni sotterranee possono immaginare, questo costituiva una prova estrema. Le celle erano buche oscure con una piccola finestra chiusa da sbarre. Il letto era di pietra e per la maggior parte del tempo la persona era costretta a giacere su questo ‘letto’ freddo e duro senza nemmeno un pagliericcio. La sorella Lange trascorse mezzo anno in segregazione cellulare in questa buca del sotterraneo. Benché soffrisse fisicamente, ciò non scosse la sua determinazione di rimanere fedele”.
Un altro metodo a cui ricorsero per cercar d’infrangere la fermezza delle nostre sorelle fu quello della dura fatica fisica. Per questa ragione parecchie sorelle furono portate a Ravensbrück. Il 15 maggio 1939 arrivò il primo gruppo, seguìto dopo breve tempo da altri. Subito il campo crebbe fino a comprendere 950 donne, circa 400 di esse testimoni di Geova. Eran tutte chiamate a fare i più difficili lavori di costruzione e ripulitura, lavori normalmente richiesti solo dagli uomini. Il nuovo comandante del campo, che era specialmente noto per la sua brutalità, pensava di poter logorare le sorelle facendo compiere loro duro lavoro fisico.
Tale trattamento finì naturalmente con molti decessi. Quindi, gruppi completi furon portati inoltre ad Auschwitz, campo che, come Mauthausen, era specialmente preparato per lo sterminio in massa. Le donne vecchie, di salute instabile o incapaci di raggiungere le norme degli uomini delle SS in quanto a donne che potessero generare una “razza superiore” andavano incontro alla morte. Berta Mauerer ci narra ciò che vi accadeva:
“Fummo costrette a star nude davanti a una commissione che faceva la sua selezione. Immediatamente dopo, il primo gruppo partì per Auschwitz. Fra loro erano parecchie sorelle che erano state ingannate col pensiero che venissero portate in un campo dove avrebbero avuto condizioni più facili, pur sapendo tutte che Auschwitz era ancor più insopportabile. A quelle che formarono il secondo gruppo fu detta la stessa cosa. In questo gruppo erano molte sorelle deboli e malate”. Subito dopo fu comunicato ai loro parenti che erano morte. Nella maggioranza dei casi si indicavano come causa della morte i ‘disturbi circolatori’.
Un’altra cosa che per le sorelle avrebbe potuto costituire una prova è riferita da Auguste Schneider di Bad Kreuznach:
“Un giorno venne da me una prigioniera e disse: ‘Sig.ra Schneider, io parto da qui!’ Le chiesi dove andava ed ella rispose: ‘Qui ci sono tanti uomini che si sta facendo un bordello per i prigionieri. Siamo state invitate e da venti a trenta donne circa ci siamo offerte volontarie. Ci vengono dati bei vestiti e siamo rese graziose!’ Le chiesi dove sarebbe stato, e rispose: ‘Nel campo degli uomini’.
“A mala pena si può descrivere ciò che vi accadde. Ma un giorno un capo delle SS mi disse: ‘Sig.ra Schneider, avrà udito ciò che accade nel campo degli uomini. Volevo solo farle sapere che non vi ha preso parte nessuno dei testimoni di Geova!’”
Ravensbrück divenne estesamente noto come il più famigerato di tutti i campi di concentramento per donne. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, il numero delle sorelle vi era salito a circa cinquecento.
Un giorno parecchie sorelle furono improvvisamente chiamate dalle loro celle e messe al lavoro per ripulire l’intero edificio, poiché Himmler aveva indicato che sarebbe venuto per l’ispezione. Ma passò il giorno ed egli non si fece vedere. Le nostre sorelle si erano già preparate per andare a letto, si erano cioè tolte le scarpe, che servivano loro da cuscino, ma a causa del freddo dormivano con le vesti addosso. Si mettevano a giacere il più strettamente possibile per mantenersi calde. Di tanto in tanto cambiavano posizione, così che ognuna veniva a trovarsi una volta all’esterno, dove, naturalmente faceva più freddo. All’improvviso ci fu nei corridoi molto rumore e cominciarono ad aprirsi le porte delle celle. Le nostre sorelle stettero ora dinanzi all’uomo che in Germania decideva della vita e della morte. Himmler esaminò criticamente le sorelle, rivolse loro alcune domande e fu costretto a rendersi conto che non erano disposte a fare nessuna concessione.
Quella stessa sera, dopo che Himmler e i suoi se ne erano andati, un gran numero di prigioniere furono fatte uscire e le altre prigioniere poterono udirne le urla. Himmler aveva introdotto anche per le donne l’“inasprimento” della pena; esse ricevettero venticinque colpi di sferza d’acciaio sulle natiche nude.
Una sorella narra il coraggio con cui molte affrontavano i loro problemi: “Nel mio isolato c’era un’Ebrea che aveva accettato la verità. Una notte fu svegliata anche lei. La udii mentre si alzava e cercai di dirle una parola di conforto. Ma ella disse: ‘So quello che mi aspetta. Ma sono felice di avere appreso la meravigliosa speranza della risurrezione. Attendo con calma la morte’. E coraggiosamente uscì”.
LE DIVISIONI AUMENTANO LE DIFFICOLTÀ
Recisi dai fratelli di fuori, quelli che erano nei campi bramavano grandemente cibo spirituale. I nuovi arrivati erano interrogati dai fratelli per sapere che cosa era stato pubblicato ne La Torre di Guardia. A volte le informazioni erano comunicate con accuratezza e a volte no. C’erano anche fratelli che cercavano di usare la Bibbia per stabilire la data in cui sarebbero stati liberati, e, sebbene gli argomenti fossero deboli, alcuni si afferravano con speranza a queste “pagliuzze”.
In questo tempo un fratello che aveva una memoria eccezionale fu messo a Buchenwald. In principio la sua capacità di ricordare e condividere con altri le cose imparate fu per i fratelli una fonte d’incoraggiamento. Ma con l’andar del tempo divenne un idolo, “la meraviglia di Buchenwald”, e le sue dichiarazioni, perfino la sua opinione personale, eran considerate come finali. Dal dicembre del 1937 al 1940 egli pronunciava un discorso ogni sera, circa mille in tutto, e molti di questi erano stenografati così che si potessero ciclostilare. Quantunque nel campo ci fossero molti fratelli più anziani capaci di pronunciare discorsi, questo fratello era l’unico che li tenesse. A quelli che non eran pienamente d’accordo con lui si faceva riferimento come ai “nemici del Regno” e alla “famiglia di Acan”, che i “fedeli” avrebbero dovuto evitare. Quasi quattrocento fratelli aderirono più o meno volontariamente a questa disposizione.
Quelli che furono così definiti “nemici” eran pure fratelli che erano stati disposti a rischiare la vita per promuovere gli interessi del Regno secondo il meglio delle loro capacità. Essi pure erano stati messi nel campo a causa della determinazione di provare la loro integrità, fino alla morte. Alcuni di loro non mettevano pienamente in pratica i princìpi biblici, è vero. Tuttavia quando cercarono di mettersi in contatto con i responsabili affinché essi pure ricevessero il beneficio del cibo spirituale che si rendeva disponibile a Buchenwald, questi considerarono come “al disotto della loro dignità” discutere la questione.
Wilhelm Bathen di Dinslaken, che ancora rende servizio a Geova, narra come ne risentì personalmente: “Quando compresi che ero stato disassociato anch’io, fui spiritualmente così scosso e depresso che mi domandai come una tal cosa fosse possibile. . . . Spesso mi misi in ginocchio e pregai Geova perché mi desse un segno. Mi chiesi se la colpa della situazione era mia e se egli pure mi aveva disassociato. Avevo una Bibbia e la leggevo alla fievole luce e trovai una grande quantità di conforto al pensiero che questo si abbatteva su di me come una prova, altrimenti sarei già stato distrutto, poiché questo essere stroncato dai fratelli era una pena tremenda”.
Così le imperfezioni umane e un’esagerata veduta della propria importanza portarono fra il popolo di Dio a divisioni, che recarono ad alcuni severe prove.
SOPRAFFATTI DALLA PREOCCUPAZIONE DI “SOPRAVVIVERE”
Alcuni che furono messi nei campi con la determinazione di non fare compromesso lasciarono in seguito che la preoccupazione di “sopravvivere” eclissasse il loro amore verso Geova e verso i loro fratelli. Se un individuo poteva ottenere qualche incarico di responsabilità nell’organizzazione del campo, facendosi affidare la sorveglianza di qualche sfera di attività, non doveva più stancarsi con il lavoro forzato. Ma questo era pericoloso. In molti casi richiedeva che lavorasse strettamente con le SS, che facesse andare i prigionieri al lavoro a ritmo più affrettato e che denunciasse i prigionieri, anche i suoi propri fratelli, per farli punire.
Un fratello chiamato Martens si trovò in tale condizione mentre era nel campo di Wewelsburg. In principio ebbe la sorveglianza di 250 Studenti Biblici. Costantemente egli si sforzava per essere agli occhi delle SS un ottimo “anziano del campo”. Con l’andar del tempo, si aggiunsero al campo molti prigionieri politici e altri. Martens non voleva perdere il suo posto, quindi dovette difendere gli interessi delle SS e seguirne i metodi.
Non passò molto tempo che egli proibiva ai fratelli di considerare la scrittura del giorno o di pregare insieme. Presto perquisiva e percuoteva con un tubo di gomma quelli addosso ai quali trovava una copia della scrittura del giorno. Una mattina, mentre parecchi fratelli pregavano insieme, saltò in mezzo a loro e interruppe la riunione, dicendo: “Non conoscete le regole del campo? Pensate che io voglia avere difficoltà solo per causa vostra?” Così su un gran numero di fratelli fedeli furon recate molte altre sofferenze da pochissimi che persero di vista la loro mèta.
IL PROBLEMA DELLA FAME
Dopo che era cominciata la seconda guerra mondiale i viveri disponibili erano mandati al fronte. I pasti nei campi di concentramento consistevano per lo più di un tipo di rapa che in genere era usato solo per dare da mangiare agli animali. Ogni cosa era preparata con tale mancanza di amore che spesso si udivano i prigionieri dire che pure i porci si sarebbero rifiutati di mangiare il cibo. Ma non si trattava di avere cibo appetitoso, si trattava semplicemente di sopravvivere. Molti morirono di fame. “La mia prova più grande fu la fame”, scrive il fratello Kurt Hedel, e spiega, dicendo: “Sono alto 1 metro e 90 centimetri e normalmente peso circa 105 chili. Ma nell’inverno del 1939/1940 pesavo solo 40 chili e anche meno. Non ero altro che pelle e ossa. Nonostante la mia statura non mi veniva dato da mangiare più che a quelli più piccoli di me. Sovente mi ficcavo i pugni nello stomaco per il dolore finché un fratello maturo mi consigliò di presentare il mio problema a Geova in preghiera e di chiedergli d’aiutarmi a sopportare il dolore. Subito compresi di quale aiuto risultasse la preghiera in tali situazioni”. Un altro fratello ricorda che per combattere gli stimoli della fame si metteva spesso in bocca la sabbia.
Com’era confortante in tali situazioni la compagnia fraterna. Sì, era molto commovente vedere fratelli, essi stessi segnati dalla morte, dare qualche loro scarsa razione di pane a quelli che erano in difficoltà più di loro. Spesso erano solo briciole che in segreto nascondevano sotto il cuscino di quelli ai quali per una ragione o l’altra non era stato dato nulla da mangiare e i quali erano stati costretti a stare al freddo intenso nel cortile quasi senza nulla addosso. Quale balsamo era per quelli che il nemico aveva quasi “infranti” udire dalla bocca di un fratello maturo parole d’incoraggiamento, che scendevano come l’olio su una ferita e davano nuova forza nel momento in cui pensavano che la loro situazione fosse insopportabile! E come si dimostrava potente l’unìta preghiera! Frequentemente, la sera, quando le baracche erano state chiuse a chiave e nei dormitori tutto era tranquillo, i problemi erano unicamente presentati a Geova in preghiera. Spesso erano questioni che si riferivano a tutti loro, ma altrettanto spesso problemi di singoli fratelli. Ogni qualvolta Geova, come fece in molti casi, arrecava immediatamente un cambiamento in meglio, questo era, il giorno dopo, motivo per una unita preghiera di ringraziamento. Allorché una persona si trovava in una situazione che non poteva superare da sola, ancora una volta i fratelli si rendevano conto che “non siamo mai soli”.
CIÒ CHE ACCADDE A QUELLI CHE FECERO COMPROMESSO
È interessante che le SS, che spesso ricorrevano ai più sordidi inganni per tentar di indurre qualcuno a firmare la dichiarazione, con frequenza gli si rivoltavano contro una volta che l’avesse effettivamente firmata angariandolo dopo più di quanto non facessero prima. Karl Kirscht lo conferma: “Più di qualsiasi altro nei campi di concentramento i testimoni di Geova erano vittime dell’inganno. Si pensava che in questo modo potessero essere persuasi a firmare la dichiarazione. Fummo ripetute volte invitati a far questo. Alcuni in effetti firmarono, ma, nella maggioranza dei casi, essi dovettero aspettare più di un anno prima d’esser rilasciati. Durante questo tempo erano spesso oltraggiati in pubblico dalle SS come ipocriti e codardi ed eran costretti a fare una cosiddetta ‘passeggiata dell’onore’ intorno ai loro fratelli prima che fosse loro permesso di lasciare il campo”.
Wilhelm Röger ricorda che un fratello aveva firmato la dichiarazione quando eran venute a visitarlo sua moglie e sua figlia, ma non lo disse ai fratelli. “Parecchie settimane dopo fu informato che doveva prepararsi per il rilascio. (Tali individui in genere dovevano stare al cancello finché eran chiamati per nome). Questo fratello stette al cancello per tutto il giorno e vi stava ancora quella sera, quindi dové tornare dai fratelli nelle baracche. Dopo l’appello della sera, che fu fatto da un capitano molto temuto di nome Knittler, questo fratello fu mandato a prendere nelle baracche un piedistallo e fu poi costretto a salirvi nel cortile, di fronte ai fratelli che rientravano marciando. Knittler richiamò ora l’attenzione sul fratello e, rivolgendo a noi tutti un acuto sguardo, disse: ‘Guardate il vostro codardo; ha firmato senza dirlo a nessuno di voi!’ In realtà le SS avrebbero desiderato che firmassimo tutti. Ma nel momento che qualcuno firmava, scompariva il rispetto che segretamente avevano per noi”.
La sorella Dietrichkeit ricorda due sorelle che firmarono la dichiarazione. Quando furon tornate, dissero alla sorella Dietrichkeit d’aver firmato perché avevano timore di morire di fame. Non nascosero il fatto che le SS avevano chiesto loro: “Ora che avete rinnegato il vostro Dio, Geova, quale Dio servirete?” Le due sorelle furono subito rilasciate, ma quando i Russi invasero il paese entrambe furono riarrestate per una ragione o l’altra e i Russi le misero in una prigione dove morirono realmente di fame. In un altro caso una sorella che aveva firmato fu violentata dai Russi gli ultimi giorni della guerra e quindi da essi assassinata.
Un gran numero di fratelli che aveva firmato la dichiarazione fu arruolato nelle forze armate e fu portato al fronte, dove in maggioranza perse la vita.
Pur essendoci sufficiente prova che quei fratelli che firmarono si posero in tal modo fuori della protezione di Geova, nella maggioranza dei casi non è vero che fossero “traditori”. Molti fecero annullare la loro firma prima del loro rilascio, una volta che fratelli comprensivi e maturi li avevano aiutati a rendersi conto di ciò che avevano fatto. Avendo chiesto a Geova dopo essersi pentiti che fosse concessa loro un’altra opportunità di mostrarsi fedeli, molti di questi, in seguito alla caduta del regime di Hitler, entrarono spontaneamente nelle file dei proclamatori e cominciarono a lavorare come proclamatori di congregazione, a suo tempo come pionieri, sorveglianti, perfino come sorveglianti viaggianti, promuovendo in modo esemplare gli interessi del regno di Geova. Molti furono confortati dall’esperienza di Pietro, che pure rinnegò il suo Signore e Maestro, ma fu riammesso nel suo favore. — Matt. 26:69-75; Giov. 21:15-19.
TRADIMENTO
Mentre alcuni persero temporaneamente il loro equilibrio spirituale a causa degli ingannevoli metodi adottati o a motivo di debolezze umane, ci furono altri che divennero traditori e causarono ai loro fratelli molte sofferenze.
Julius Riffel narra che nel 1937/1938 “un certo fratello Hans Müller di Dresda venne alla Betel di Berna e cercò di mettersi in contatto con i fratelli della Germania, con la presunta mèta di ‘riedificare in Germania l’organizzazione clandestina dopo che tanti fratelli erano stati arrestati’.
“Naturalmente dichiarai che ero disposto a cooperare, come fecero parecchi altri fratelli. È triste dire che in quel tempo non sapevamo che questo ‘fratello’ Müller lavorava in Germania con la Gestapo. Senza nutrire sospetti facemmo a Berna i piani e cominciammo la nostra opera. Io dovevo prendere Baden Württemberg. Nel febbraio del 1938 attraversai il confine tedesco e cercai di riorganizzare l’attività, mettendomi in contatto con i fratelli che erano ancora liberi. Due settimane dopo fui arrestato. . . . La Gestapo conosceva la nostra attività in tutti i particolari e questo per mezzo di quel falso fratello che aveva aiutato a riedificare l’organizzazione clandestina, solo per tradirla poi alla Gestapo. Questo ‘fratello’ fece la stessa cosa un anno dopo in Olanda e anche in Cecoslovacchia. . . .
“Nel 1939 fui portato con il furgone della prigione a Coblenza, dove dovetti testimoniare al processo di tre sorelle con le quali avevo lavorato clandestinamente a Stoccarda. Lì io stesso udii un agente della Gestapo dire a un funzionario di corte che conoscevano tutti i particolari della nostra opera, cose come sia gli indirizzi della corrispondenza e i nomi finti che la struttura dell’organizzazione. Una volta quando aspettavamo di fuori nel corridoio, questo stesso agente della Gestapo mi disse che non avrebbero potuto seguire così facilmente la nostra attività se non fosse stato per il fatto che avevamo nelle nostre file dei buoni a nulla. Mi dispiace dire che non potei smentirlo. Di tanto in tanto fui in grado di avvertire dalla prigione i fratelli riguardo a questo ‘fratello’ traditore, ma il fratello Harbeck non tenne conto dell’avvertimento, essendo semplicemente incapace di credervi. Secondo la mia opinione, questo Müller fu il responsabile che fece gettare in prigione centinaia di fratelli”.
IL FIUME CONTINUA A SCORRERE
Nonostante che il nemico aprisse ripetutamente nuove brecce nelle file del popolo di Dio e decimasse il numero di quelli ancora liberi, c’erano sempre altri che riconoscevano la necessità di provvedere ai fratelli cibo spirituale. Facevano questo malgrado il pericolo per la loro vita. Uno dei fratelli che riedificò tra i fratelli il sistema di distribuzione de La Torre di Guardia, mentre Müller continuava a Dresda la sua sordida opera, fu Ludwig Cyranek. Egli fece questo finché non fu arrestato e condannato a due anni di prigione. Quindi, appena fu uscito dalla prigione, il fratello Cyranek tornò subito all’opera.
Molte sorelle occuparono con gioia i posti lasciati vacanti dai fratelli arrestati, pur comprendendo che secondo le più severe leggi belliche se fossero state prese avrebbero potuto perdere la vita. Fra quelle impiegate per distribuire La Torre di Guardia furono, per esempio, la sorella Neuffert a Holzgerlingen, la sorella Pfisterer a Stoccarda e la sorella Franke a Magonza. Il fratello Cyranek scriveva a queste sorelle lettere contenenti innocue informazioni, lettere che le sorelle stiravano con il ferro da stiro per poterne leggere il messaggio segreto ch’egli vi aveva scritto sotto col succo di limone, dicendo loro dove prendere Le Torri di Guardia e quante erano.
Di tanto in tanto il fratello Cyranek andava a Stoccarda, dove per lui lavorava come segretaria Maria Hombach. A lei dettava i rapporti dell’opera in Germania, che egli mandava poi in Olanda ad Arthur Winkler, il quale si occupava di Germania e Austria. La sorella Hombach pure scriveva queste lettere col succo di limone, così che le informazioni importanti non cadessero in mani non autorizzate.
Che questa attività clandestina fosse compiuta per almeno un anno può attribuirsi solo alla guida di Geova. Spesso egli fece in modo che il suo popolo fosse condotto per vie strane, affinché fosse fornito del cibo spirituale a suo tempo. Presto Müller sentì che era venuto il tempo opportuno per tradire questo intero cerchio dell’organizzazione alla Gestapo. Tutti quelli che vi erano connessi furono arrestati in diversi giorni. Al processo di Dresda, il fratello Cyranek fu condannato a morte e gli altri ricevettero lunghe condanne alla prigione. Il 3 luglio 1941, solo alcune ore prima della sua esecuzione capitale, scrisse ai suoi parenti la lettera che segue:
“Miei cari fratello, cognata, genitori, e tutti gli altri fratelli compresi,
“Temete Dio e attribuitegli onore! Devo scrivervi la penosa notizia che quando riceverete questa lettera io non sarò più in vita. Non siatene eccessivamente rattristati. Ricordate che per l’Iddio Onnipotente è semplice risuscitarmi dai morti. Sì, egli può fare ogni cosa e se mi permette di bere questo amaro calice, servirà certamente a uno scopo. Sappiate che nella mia debolezza ho cercato di servirlo e sono completamente convinto che è stato con me sino alla fine. Mi affido alla sua cura. Miei cari, in queste ultime poche ore i miei pensieri sono rivolti a voi. Il vostro cuore non si sgomenti, ma, piuttosto, mantenete la vostra compostezza, poiché è per voi molto meglio che sapermi sofferente in prigione, il che sarebbe stato per voi una continua preoccupazione. E ora, miei cari madre e padre, lasciate che vi ringrazi entrambi per tutte le buone cose che avete fatte per me. Posso solo balbettare un debole grazie. Geova vi ricompensi di tutto ciò che avete fatto. La mia preghiera è che egli vi protegga e vi benedica, poiché solo la sua benedizione rende ricchi. Caro Toni, credo benissimo che avresti fatto tutto il possibile per liberarmi dalla ‘fossa dei leoni’, ma questo è vano. Questa notte ho ricevuto la comunicazione che la petizione di clemenza è stata respinta e che la mia condanna sarà eseguita domattina. Non ho fatto nessuna supplica di nessuna specie né ho chiesto misericordia per mano degli uomini. Capisco comunque la vostra buona volontà d’aiutarmi, e ringrazio dal profondo del mio cuore sia te che Luise per tutte le buone cose che mi avete date. Le vostre righe di simpatia mi hanno fatto bene. Molti saluti a voi tutti e lasciate che a voi tutti io mandi un bacio. Nel mio cuore ho un posto specialmente per Karl. Dio sia con te fino a quando ci incontreremo di nuovo. Ti do l’abbraccio dell’addio. [Firmato] Ludwig Cyranek”.
Julius Engelhardt, che ciclostilava Le Torri di Guardia a Bruchsal con la sorella Frey, aveva lavorato strettamente con il fratello Cyranek nella parte meridionale della Germania. Si dispose che in caso di arresto del fratello Cyranek egli continuasse l’opera. Ci dispiace dire che Müller tradì anche lui alla Gestapo, e subito trovarono il suo nascondiglio nella sua propria città di Karlsruhe. Ma il fratello Engelhardt aveva sempre incoraggiato le sorelle, dicendo loro: ‘Non ci può costare niente di più della testa’, ed era deciso a vendere la sua libertà al più alto prezzo possibile. Sebbene l’agente della Gestapo l’avesse già tratto in arresto, all’improvviso fuggì via, saltò giù dalle scale e scomparve tra la folla della via così rapidamente che la polizia non lo poté fermare. È interessante ciò che gli storici secolari, nel libro Widerstand und Verfolgung in Essen 1933-1945 (Opposizione e Persecuzione a Essen nel 1933-1945), dicono dell’attività del fratello Engelhardt, com’è stato tratto dagli archivi della Gestapo:
“Con l’arresto di Cyranek, Noernheim e altri, non si pose in nessun modo fine alla distribuzione delle pubblicazioni illegali, poiché Engelhardt, che in principio era stato attivo nel sud-ovest, era stato costretto nel 1940 a fuggire nel territorio della Ruhr quando l’avevano minacciato di arresto nella sua precedente base di Karlsruhe. Dopo una breve permanenza in Essen egli trovò un luogo illegale in cui abitare a Oberhausen-Sterkrade dove, dal principio del 1941 all’aprile del 1943, produsse 27 diversi numeri de La Torre di Guardia in un’edizione di 240 e in seguito 360 copie. Dal territorio della Ruhr egli dispose basi sia a Monaco, Mannheim, Speyer, Dresda, sia a Friburgo in Sassonia e prestò servizio come tesoriere per l’intero paese. . . . Il 18 settembre 1944 severe condanne alla prigione furono emesse dalla corte superiore di Hamm contro gli appartenenti al gruppo di Essen che avevano tenuto adunanze e regolarmente distribuito La Torre di Guardia in relazione con l’attività di Engelhardt. . . . Molti furon messi a morte”.
Christine Hetkamp pure ci fa un incoraggiante rapporto sull’attività del fratello Engelhardt: “Mio marito, che era battezzato, divenne un malizioso oppositore. . . . Io non avevo perduto nessuna adunanza tenuta alternatamente nella casa di mia madre, nella mia e in quella di mio fratello. A casa mia potevo averle perché mio marito partiva il lunedì e stava da sua sorella fino al sabato; ella abitava a poca distanza fuori della città. Quella di lei era una fanatica famiglia nazista ed egli vi trovò riparo, giacché non poteva più sopportare il nostro spirito, il che è comprensibile. Così durante la sua assenza, per quasi tre anni, La Torre di Guardia si stampava nella nostra casa. Un fratello (il fratello Engelhardt) che da tre anni viveva con noi dattilografava con una macchina da scrivere le matrici e poi le usava per fare le copie ciclostilate de La Torre di Guardia. In seguito andava con mia madre a Berlino, Magonza, Mannheim, ecc. dove consegnavano le riviste a persone degne di fiducia che ulteriormente le distribuivano. Il fratello Engelhardt e mia madre erano incaricati dell’intera disposizione, mentre io facevo la cucina e lavavo. Quando mia madre fu messa in prigione assunsi il lavoro di consegnare La Torre di Guardia a Magonza e a Mannheim. . . . Nell’aprile del 1943, mia madre fu arrestata la seconda volta, questa volta per sempre. Subito dopo fu arrestato anche il fratello Engelhardt, che per tanto tempo aveva avuto l’incarico di dirigere l’opera clandestina”.
Furono poi arrestati la figlia della sorella Hetkamp, suo cognato, sua sorella, sua cognata e sua zia. Furon tutti processati il 2 giugno 1944. Il fratello Hengelhardt e sette altri imputati, compresa la madre della sorella Hetkamp, furono condannati a morte. Tutti furono decapitati poco dopo.
Da allora in poi le condizioni della Germania continuarono a divenire sempre più confuse. Non si poteva più determinare con sicurezza dove erano ciclostilate Le Torri di Guardia, ma venivano prodotte.
FEDELI FINO ALLA MORTE
Le numerose esecuzioni capitali che ebbero luogo durante il Terzo Reich hanno un posto speciale nella storia della persecuzione. Almeno 203 fratelli e sorelle, secondo rapporti incompleti, furono decapitati o fucilati. Questa cifra non comprende quelli che morirono di fame, di malattie e di altri brutali maltrattamenti.
Riguardo a un fratello che fu condannato a morte, il fratello Bär riferisce: “Tutti i prigionieri e anche i dirigenti della prigione si sorprendevano di lui. Era magnano e faceva lavori di riparazione per tutta la prigione. Compiva il suo lavoro quotidiano senza nessun segno di abbattimento o tristezza; al contrario, mentre era occupato a lavorare cantava cantici di lode a Geova”. Un giorno fu preso verso mezzogiorno dalla bottega, e quella sera fu messo a morte.
Il fratello Bär continua la sua relazione, dicendo: “Mia moglie vide una volta nella prigione di Potsdam una sorella che non conosceva. Ella la oltrepassò nel cortile della prigione. Avendo visto mia moglie, la sorella alzò entrambe le braccia con le manette ai polsi e le fece un gioioso gesto di saluto. Benché fosse stata condannata a morte, non aveva nello sguardo nessun segno di dolore o di tristezza”. Questa calma e pace che irradiava dai nostri fratelli e sorelle condannati a morte acquista un ulteriore valore quando si ricorda ciò che avevan dovuto sopportare nelle loro celle.
Mentre i nostri fratelli e sorelle eran risoluti e rassegnati, infatti, a volte perfino col viso gioioso di fronte alle difficoltà che erano invitati a sopportare, altri che non eran Testimoni spesso crollavano o, per il loro intenso timore della morte, emettevano alte grida finché venivano repressi con la forza.
Jonathan Stark di Ulm, comunque, non cedette a tale timore. È vero che aveva solo diciassette anni quando fu arrestato dalla Gestapo e, senza formalità legali, fu mandato a Sachsenhausen, dove fu messo nelle baracche della morte. Il suo reato? Rifiuto di fare lavoro premilitare. Emil Hartmann di Berlino udì che Jonathan era stato confinato in quelle baracche e, benché questo potesse fargli subire una severa punizione, il fratello Hartmann ottenne d’entrare a parlare a questo giovane fratello e di rafforzarlo. Per entrambi queste brevi visite erano assai incoraggianti. Jonathan era sempre molto felice. Sebbene egli stesso andasse incontro alla morte, confortava sua madre con la meravigliosa speranza della risurrezione. Quando fu condotto dal comandante del campo al luogo dell’esecuzione capitale solo due settimane dopo il suo arrivo, le ultime parole di Jonathan furono “Per Geova e per Gedeone”. (Gedeone fu un fedele servitore di Geova che prefigurò Gesù Cristo). — Giud. 7:18.
Elise Harms di Wilhelmshaven ricorda che suo marito fu invitato sette volte e ritrattarsi dopo ch’era stato condannato e, quando egli si fu rifiutato, le fu offerto il permesso di visitarlo a condizione che facesse tutto il possibile per persuaderlo a cambiar pensiero. Ma ella non poté far questo. Quando fu decapitato, ella fu felice che si era mantenuto fedele a Geova e non era più pressato all’infedeltà. Nel frattempo suo padre, Martin Harms, era stato arrestato per la terza volta e messo in Sachsenhausen. La lettera che il figlio gli scrisse poco prima della sua esecuzione capitale, il 9 novembre 1940, suscita profonda commozione:
“Caro papà,
“Mancano ancora tre settimane al 3 dicembre, il giorno che ci vedemmo due anni fa per l’ultima volta. Riesco ancora a vedere il tuo caro sorriso di quando lavoravi nel sotterraneo della prigione e io camminavo fuori nel cortile della prigione. La mattina di buon’ora non sospettavamo che la mia cara Lieschen (sua moglie) e io saremmo stati rilasciati quel pomeriggio né che tu, caro papà, con nostro dolore, saresti stato portato quello stesso giorno a Vechta e quindi in seguito a Sachsenhausen. Quegli ultimi momenti nei quali eravamo soli nella stanza dei visitatori della prigione di Oldenburg sono ancora indelebilmente impressi nella mia memoria, come ti cinsi col braccio e ti promisi che per quanto era in mio potere avrei avuto cura della mamma e di te. Le mie ultime parole furono: ‘Rimani fedele, caro papà!’ Durante l’ultimo anno e tre quarti (21 mesi) di ‘schiavitù nella libertà’ ho mantenuto la mia promessa. Allorché il 3 settembre fui arrestato, trasmisi la responsabilità ai tuoi altri figli. In questo tempo ti ho considerato con orgoglio e anche con meraviglia per il modo in cui hai portato il tuo peso fedelmente verso il Signore. E ora è stata data anche a me l’opportunità di provare al Signore la mia fedeltà fino alla morte, sì, la fedeltà non solo fino alla morte, ma anche nella morte. La mia condanna a morte è già stata annunciata e sono incatenato sia di giorno che di notte — i segni (sulla carta) sono quelli delle manette — ma non ho ancora vinto pienamente. A un testimone di Geova non è reso facile rimaner fedele. Ho ancora un’opportunità di salvare la mia vita terrena, ma solo per perdere in tal modo la vera vita. Sì, a un testimone di Geova viene data l’opportunità d’infrangere il suo patto anche quando è in vista del patibolo. Perciò, sono ancora in mezzo al combattimento e devo ancora vincere molte vittorie prima di poter dire che ‘ho combattuto l’eccellente combattimento, ho osservato la fede, mi è riservata la corona della giustizia che Dio, il giusto giudice, mi darà’. Il combattimento è senza dubbio difficile, ma sono grato con tutto il cuore al Signore che non solo mi ha dato la forza necessaria per stare finora in piedi dinanzi alla morte, ma mi ha dato una gioia che vorrei condividere con tutti quelli che amo.
“Caro papà, anche tu sei ancora prigioniero, e non so se questa lettera ti giungerà mai. Comunque, se tu dovessi mai essere rimesso in libertà, rimani quindi fedele proprio come lo sei ora, poiché sai che chiunque ha messo mano all’aratro e si volta indietro non è degno del regno di Dio. . . .
“Quando tu, caro papà, sarai di nuovo a casa, fa quindi in modo di avere particolare cura della mia cara Lieschen, poiché per lei sarà particolarmente difficile, sapendo che il suo diletto non tornerà. So che farai questo e ti ringrazio prima del tempo. Caro papà, ti invoco nello spirito, rimani fedele, come io ho tentato di rimaner fedele, e quindi ci rivedremo. Penserò a te proprio sino alla fine.
“Tuo figlio Johannes
“Auf Wiedersehen!”
PAROLE D’INCORAGGIAMENTO A QUELLI DI FUORI
Non soltanto i candidati alla morte erano incoraggiati dai fratelli di fuori; quelli in libertà di fuori erano spesso incoraggiati anche di più dai loro fratelli che stavano in prigione. La sorella Auschner di Kempten lo conferma. Il 28 febbraio 1941 ricevette dal figlio ventunenne una lettera, che conteneva le seguenti brevi righe indirizzate al fratello di diciotto anni e mezzo: “Caro fratello, nella mia ultima lettera richiamai la tua attenzione su un libro e spero che tu abbia preso a cuore ciò che dissi, poiché questo potrà esserti solo utile”. Due anni e mezzo dopo la sorella Auschner ricevette da questo suo figlio più giovane una lettera di addio. Egli aveva preso a cuore ciò che il fratello maggiore gli aveva scritto, seguendolo fedelmente nella morte.
I due fratelli Ernst e Hans Rehwald di Stuhm, nella Prussia Orientale, pure si assisterono l’un l’altro in modo simile. Dopo che Ernst era stato portato dinanzi a una corte militare e condannato a morte, dalla sua cella della morte scrisse una lettera al fratello Hans che era nella prigione di Stuhm: “Caro Hans, nel caso che ti accada la stessa cosa, ricorda il potere della preghiera. Io non conosco timore, poiché la pace di Dio è dentro il mio cuore”. Dopo breve tempo il fratello si trovò nella stessa condizione e, nonostante che a quel tempo avesse solo diciannove anni, fu giustiziato.
PROVA DI LEALTÀ PER I CONIUGI
Faceva impressione vedere come intimi parenti incoraggiavano i loro cari a non vacillare nella propria integrità. La sorella Höhne di Francoforte sull’Oder fu una che accompagnò il marito alla stazione ferroviaria quando egli ebbe ricevuto la chiamata per il servizio militare, per non rivederlo mai più. Le sue ultime parole furono: “Sii fedele”, parole che il fratello Höhne tenne a mente fino alla morte.
In molti casi i fratelli si erano appena sposati e, se non avessero avuto un così forte amore verso Geova e verso Cristo Gesù, non avrebbero certamente potuto sopportare che si infrangessero i vincoli di comunicazione con i loro diletti. Due sorelle, che sono vedove da oltre trentadue anni, ripensano con gratitudine a quei tempi turbolenti per l’aiuto che Geova diede loro. Le sorelle Bühler e Ballreich, di Neulosheim presso Speyer, si sposarono entrambe verso l’inizio del bando e appresero la verità intorno allo stesso tempo. Nel 1940 entrambi i mariti ebbero la chiamata di leva e, rifiutatisi di intraprendere il servizio militare, furono arrestati.
La sorella Ballreich andò dagli ufficiali dell’ufficio di leva del distretto di Mannheim, dove apprese che i due fratelli erano stati mandati a Wiesbaden per comparire dinanzi a una corte militare. La sorella Ballreich ricevette il permesso di visitare il marito a condizione che cercasse di persuaderlo a cambiar pensiero. Alla sorella Bühler fu dato il permesso di visitare il marito alle stesse condizioni. Entrambe le sorelle andarono subito a Wiesbaden. La sorella Bühler racconta:
“A mala pena posso descrivere quanto la riunione fosse triste. Egli (suo marito) chiese: ‘Perché sei venuta?’ Risposi che si supponeva io cercassi d’influire su di lui. Ma egli mi confortò, mi diede consigli biblici e mi disse di non esser triste come gli altri che non hanno speranza, ma di riporre la mia intera fiducia nel nostro grande Dio, Geova. . . . Un giovane cancelliere, che ci aveva accompagnate alla prigione, ci consigliò di stare a Wiesbaden fino al martedì, che era il giorno in cui si sarebbe dibattuta la causa. Se fossimo state lì ci avrebbero per certo permesso di assistere. Restammo dunque fino al martedì. Aspettammo fuori nella via finché i nostri mariti, accompagnati da due soldati con le armi cariche, furono condotti per la via come delinquenti abituali. Veramente uno spettacolo per gli uomini e per gli angeli. La sorella Ballreich e io camminammo insieme a loro. Fummo in grado di assistere al processo. Durò meno di un’ora e finì con la condanna a morte di due uomini innocenti e coraggiosi. Più tardi potemmo stare con loro per circa due ore in una stanza al pianterreno. Ma dopo aver lasciato la corte, camminammo per le vie di Wiesbaden come due pecore smarrite”.
Dopo breve tempo le due giovani sorelle ricevettero la comunicazione che i loro mariti erano stati fucilati il 25 giugno 1940 ed erano morti pronunciando le parole: “Geova per sempre!”
GENITORI E FIGLI METTONO GEOVA AL PRIMO POSTO
Una causa che suscitò l’attenzione non solo di corti, pubblici ministeri e difensori, ma anche del pubblico, implicava due fratelli Kusserow di Paderborn. In base alla buona istruzione sulle vie di Geova che avevan ricevuta a casa, furono disposti a cedere la loro vita senza timore. E la madre si servì della loro morte come di un’ulteriore opportunità per annunciare ad altri della sua comunità la speranza della risurrezione. Un terzo fratello, Karl, fu arrestato tre mesi dopo e portato in un campo di concentramento; morì quattro settimane dopo il suo rilascio. In questa famiglia c’erano tredici componenti; dodici furon messi in prigione, condannati a un totale di sessantacinque anni dei quali ne scontarono, quarantasei.
Simile al caso dei Kusserow, in cui, non solo i genitori, ma anche i figli misero gli interessi del Regno al di sopra di sé fu quello della famiglia Appel di Süderbrarup. Essi vi possedevano un piccolo stabilimento tipografico. Udiamo dalla sorella Appel il racconto di ciò che accadde:
“Nel 1937 quando in Germania imperversava la grande ondata di arresti, mio marito e io fummo portati via ai nostri quattro figli nella tarda notte del 15 ottobre. Otto persone (agenti della Gestapo e della polizia) entrarono nella nostra casa e perquisirono l’intera casa dal sotterraneo all’attico. Ci portarono quindi con loro. . . . Dopo che eravamo stati condannati, mio marito fu portato a Neumünster e io alla prigione delle donne di Kiel. . . . Nel 1938 dopo una serie di amnistie fummo rilasciati. . . . Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, sapevamo comunque che cosa ci attendeva, poiché mio marito era deciso a mantenere la neutralità. Parlammo ai nostri figli dell’intera cosa e richiamammo la loro attenzione sulle dichiarazioni bibliche inerenti alla persecuzione.
“Nel limite del possibile disponemmo di provvedere per i figli indumenti sufficienti così che a questo riguardo avessero il necessario. Dopo aver detto agli ufficiali del consiglio di leva le ragioni bibliche per cui non poteva fare la guerra, mio marito mise in ordine tutte le sue altre cose personali. Quotidianamente presentavamo a Geova in preghiera tutti i nostri problemi. Il 9 marzo 1941, alle 8,00 del mattino suonò il campanello della porta e due soldati vennero a prendere mio marito. Essi aspettarono di fuori e gli diedero quindici minuti per dirci addio. Nostro figlio Walter era già andato a scuola. Gli altri tre figli e la sorella Helene Green, che lavorava nella nostra stamperia, furono subito invitati a venire nell’appartamento. L’ultima richiesta di mio marito fu che cantassimo il cantico ‘Ogni fedele e dedicato non cederà al terror’. Cantammo, sebbene le parole ci si fermassero in gola. Dopo la preghiera, i soldati entrarono e portarono via mio marito. Quella fu l’ultima volta che i figli videro il padre. Egli fu portato a Lubecca, dove un alto ufficiale gli parlò a lungo in maniera paterna, cercando di persuaderlo a indossare l’uniforme. Ma l’immutabile legge di Geova era così fermamente ancorata al cuore di mio marito che non tornò indietro. . . .
“Fu di buon’ora la mattina del 1º luglio 1941 che agenti di polizia mi presentarono una lettera . . . che mi comunicava che la nostra auto era stata confiscata come proprietà comunista e che lo stabilimento tipografico era stato chiuso dalla polizia. Quindi mi diede un’altra lettera che diceva: ‘Dovrà condurre i suoi figli nella sala civica la mattina del 3 luglio 1941. Si dovranno portare anche indumenti e scarpe’. Questo fu un duro colpo.
“Accadde così che la mattina del 3 luglio, i sorveglianti di due case di educazione per minorenni vennero a prendere i nostri figli. La donna che si incaricò delle mie ragazze di quindici e dieci anni, Christa e Waltraud, mi disse: ‘So da parecchie settimane che devo prendere le sue figlie, e da allora non ho potuto dormire la notte, sapendo che prendo le figlie di una famiglia bene organizzata. Ma devo farlo’.
“Alcuni vicini non si trattennero dal mostrare la loro disapprovazione per l’azione compiuta, ma le autorità responsabili misero subito in circolazione l’avvertimento che ‘chiunque parla del caso Appel commette una sedizione nazionale!’ Per sicurezza, a sorvegliare l’azione di portar via i figli furono mandati tre agenti di polizia. . . . I funzionari comunicarono naturalmente a mio marito i passi che erano stati compiuti riguardo all’azienda e ai figli. Speravano che questo lo intenerisse. Fu accusato d’esser disonesto e senza scrupoli, avendo abbandonato la famiglia in difficoltà. Mio marito mi scrisse una lettera molto amorevole e mi disse che la mattina seguente si era alzato assai presto, si era messo in ginocchio e in preghiera aveva affidato la sua famiglia a Geova. . . .
“Lo stesso giorno che presero i figli, ricevetti dalla corte militare di Berlino-Charlottenburg la notifica di convocazione. Fui condotta dinanzi al principale pubblico ministero, il quale mi chiese di cercar d’influire su mio marito affinché indossasse l’uniforme. Avendogli detto la ragione biblica per cui non ero in grado di far questo, pieno d’ira urlò: ‘Allora gli sarà tagliata la testa!’ Nonostante ciò, chiesi il permesso di parlare a mio marito. Non mi diede nessuna risposta ma premette un campanello che fece venire un soldato il quale mi fece scendere un piano dove alcuni ufficiali mi salutarono con sguardi glaciali e accuse. Quando me ne andavo via, uno di essi mi seguì, mi prese la mano e disse: ‘Sig.ra Appel, resti sempre salda come lo è ora. Lei fa la cosa giusta’. Fui invero sorpresa. Comunque l’importante fu che io potessi parlare a mio marito.
“Mentre ero a Berlino i nazisti avevano già venduto la nostra azienda. Fui costretta a firmare l’atto di vendita perché, come mi fu detto, altrimenti sarei stata messa in un campo di concentramento.
“Dopo che avevo visitato parecchie volte mio marito a Berlino, egli fu condannato a morte. L’avvocato che lo ‘difese’ osservò: ‘È stata data a suo marito un’opportunità d’oro perché ne venga fuori, ma si è rifiutato di valersene’. Al che mio marito rispose: ‘Ho preso la mia decisione per Geova e per il suo regno e questo pone fine a ogni questione’.
“L’11 ottobre 1941, mio marito fu decapitato. Nell’ultima lettera, che gli fu permesso di scrivere solo alcune ore prima della sua esecuzione capitale, egli disse: “Quando riceverete questa lettera, mia diletta Maria e miei quattro figli, Christa, Walter, Waltraud e Wolfgang, sarà già tutto finito e io avrò riportato mediante Gesù Cristo la vittoria che spero di ottenere. Di cuore desidero che vi sia concessa la benedizione d’entrare nel regno di Geova. Rimanete fedeli! Tre giovani fratelli, che seguiranno la stessa via che io farò domattina, sono qui accanto a me. I loro occhi sono raggianti!’
“Dopo breve tempo fui costretta a sgombrare la mia casa di Süderbrarup. I mobili furono depositati in cinque luoghi diversi. Personalmente andai a finire senza un soldo a casa di mia madre.
“Mio figlio Walter fu tolto dalla scuola presso la casa di educazione per minorenni e mandato ad Amburgo dove cominciò ad apprendere il lavoro tipografico. Nel 1944, ebbe la chiamata alle armi, benché avesse solo diciassette anni. Prima di ciò era venuto in possesso del libro L’Arpa di Dio in un modo molto meraviglioso e nella sua piccola stanza in soffitta ad Amburgo, durante i bombardamenti notturni, aveva imparato molto del suo contenuto. Il suo desiderio era quello di dedicarsi a Geova. In seguito a molte difficoltà poté andare a Malente, al tempo del nuovo anno del 1943/1944, dove, in una lavanderia oscurata, un fratello lo battezzò segretamente. . . .
“Egli poté mettersi segretamente in contatto con me e per parecchie ore lo attesi nelle vie di Amburgo finché venne, dato che mi era proibito vedere i miei figli in qualsiasi circostanza.
“Per suo incoraggiamento potei dirgli che avevo ricevuto una lettera dai fratelli di Sachsenhausen i quali avevan sentito parlare della nostra sorte. Il fratello Ernst Seliger scrisse che dopo che il campo si era acquietato di notte diverse centinaia di fratelli di varie nazioni piegavano le ginocchia a Geova menzionandoci nelle loro preghiere. Quindi mio figlio fu portato con la forza nella Prussia Orientale al gruppo militare a cui era stato assegnato. Al freddo glaciale gli tolsero gli indumenti e gli misero davanti l’uniforme, ma egli si rifiutò d’indossarla. Passarono due giorni prima che avesse qualche cosa di caldo da mangiare. Ma rimase fermo.
“Ad Amburgo ci eravamo detti addio. Mi dichiarò che avrebbe seguito la via di suo padre. Circa sette mesi più tardi, dopo che erano stati falsificati i suoi documenti per farlo apparire più adulto, fu effettivamente decapitato, senza aver mai avuto un processo. Secondo la legge, egli era ancora minorenne e sotto la giurisdizione minorile.
“Un poliziotto di Süderbrarup venne a trovarmi e mi lesse la relazione della polizia della Prussia Orientale. A me non fu dato proprio nulla. Sebbene io non avessi realmente ritenuto che il mio ragazzo dovesse subire la sorte del padre, dato che era così giovane e la fine della guerra era tanto vicina, tuttavia, nonostante la grande pena che provavo, rivolsi a Geova una preghiera di ringraziamento. Potei ora dire: ‘Grazie, Geova, che egli sia caduto nel campo di battaglia per te’.
“Venne poi il cambiamento radicale del 1945. Con gioia riabbracciai i miei rimanenti tre figli. I due più giovani erano stati tolti dalla casa di educazione per minorenni e negli ultimi tre anni avevano vissuto con un direttore dell’ufficio del lavoro, perché dovevano essere educati nel senso del nazionalsocialismo. Mi era permesso di visitarli una sola volta in quattordici mesi e di parlar loro per diverse ore, ma sempre con qualcun altro presente. Ciò nonostante, le mie due ragazze una volta poterono sussurrarmi di avere un piccolo testamento che tenevano attentamente nascosto. Quando erano sole una origliava alla porta per assicurarsi che non veniva nessuno e l’altra ne leggeva parecchi versetti. Come ne fui felice!
“Ora nel 1945 i fratelli fedeli cominciarono a tornare dalla loro prigionia. A Flensburg arrivò una nave con molti fratelli e sorelle principalmente dall’est. In quel tempo ebbe inizio un periodo di intensa attività. Fu lì che conobbi il mio attuale marito, il fratello Josef Scharner. Egli pure era stato privato di nove anni di libertà. Entrambi avevamo trascorso tempi davvero difficili ed entrambi avevamo lo stesso desiderio di passare gli ultimi anni che ci rimanevano servendo Geova con tutta la nostra forza”.
FACEVANO DISCEPOLI ANCHE NELLA CELLA DELLA MORTE
Che si potessero far discepoli anche nella cella della morte sembra difficile a credersi, ma il fratello Massors narra una tale esperienza in una lettera che inviò a sua moglie in data 3 settembre 1943:
“Negli anni 1928/1930/1932 feci il pioniere a Praga. Si tenevano conferenze e la città era percorsa con la letteratura. In quel tempo conobbi un conferenziere politico del governo chiamato Anton Rinker. Gli parlai a lungo. Accettò una Bibbia e parecchi libri ma spiegò che non aveva tempo per studiare tali cose, giacché doveva badare alla sua famiglia e procurarsi da vivere. Disse, comunque, che i suoi parenti eran tutti di inclinazione molto religiosa, benché non andassero in chiesa.
“Doveva essere il 1940/1941 quando, come spesso accadeva, fu mandato nella mia cella un nuovo compagno. Egli era molto depresso, ma da principio lo sono tutti. Solo quando la porta della cella le si chiude dietro, la persona si rende improvvisamente conto di dove si trova. ‘Mi chiamo Anton Rinker e sono di Praga’, mi disse il mio nuovo compagno di cella. Lo riconobbi subito e dissi: ‘Anton, sì, Anton, non mi conosce?’ ‘Sì, mi sembra di conoscerla, ma . . .’ Gli ci volle solo un po’ per ricordare che ero stato nel suo luogo nel 1930/1932 e che aveva preso allora da me una Bibbia e diversi libri. ‘Che cosa!’ disse Anton, ‘lei è qui a causa della sua fede? Non riesco a capirlo; nessun ministro fa niente del genere. Che cosa crede effettivamente?’ Doveva scoprirlo.
“‘Ma perché il clero non ci dice queste cose?’ fu la sua domanda. ‘Questa è la verità. Ora so perché dovevo venire in questa prigione. Devo dire, caro Franz, che prima di entrare in questa cella ho pregato Dio affinché mi mandasse da una persona credente, altrimenti pensavo di suicidarmi. . . .’
“Passarono settimane e mesi. Quindi Anton mi disse: ‘Prima che io lasci questo mondo, Dio aiuti mia moglie e i miei figli a trovare la verità, così che io possa andarmene in pace’. . . . Un giorno ricevette da sua moglie una lettera in cui ella scriveva:
“‘. . . Come saremmo felici se solo tu potessi leggere la Bibbia e i libri che anni fa acquistasti da quel Tedesco. Ogni cosa è accaduta esattamente come dicono i libri. Questa è la verità per cui non avevamo mai tempo’”.
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Cortile e ingresso del campo di concentramento di Mauthausen, con un gruppo di nuovi arrivati spogliati nudi
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Germania (3)Annuario dei Testimoni di Geova del 1975
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Germania (3)
CIBO SPIRITUALE NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
In quegli anni, quando i fratelli, specialmente quelli che erano nei campi di concentramento, erano “isolati”, avevano pochissime opportunità di ottenere una Bibbia o altre pubblicazioni. Tanto più si compiva lo sforzo di ricordare il contenuto di importanti articoli de La Torre di Guardia quando dovevano stare per ore nel cortile, o la sera quando nelle loro baracche avevano un po’ di quiete. La loro gioia era specialmente grande allorché si poteva ottenere in qualche modo una Bibbia.
A volte Geova faceva giungere nelle mani dei suoi servitori una Bibbia in modo interessante. Franz Birk di Renchen (Selva Nera) ricorda che a Buchenwald un giorno un prigioniero mondano gli chiese se gli avrebbe fatto piacere avere una Bibbia. Ne aveva trovata una nella cartiera dove lavorava. Naturalmente il fratello Birk accettò l’offerta con gratitudine.
Anche il fratello Franke ricorda che, nel 1943, un uomo anziano delle SS, che si era associato a quell’organizzazione solo a causa della pressione dei tempi in cui si trovavano, andò nel suo giorno libero da parecchi ecclesiastici a chiedere una Bibbia. Tutti dissero che si rammaricavano di non avere più una Bibbia. Era sera quando infine trovò un ecclesiastico che gli disse d’avere una piccola Bibbia di Lutero che aveva tenuta per ragioni speciali. Egli fu comunque così felice che un uomo delle SS manifestasse interesse nella Bibbia che gli disse di prendersela. La mattina dopo quest’uomo delle SS dai capelli grigi diede la Bibbia al fratello Franke, ovviamente gioioso di poter fare questo dono a un prigioniero a cui faceva la guardia.
Col passar del tempo fu possibile eludere la sorveglianza e introdurre nei campi di concentramento nuovi articoli de La Torre di Guardia. Nel campo di concentramento di Birkenfeld si faceva in questo modo: Fra i prigionieri era un fratello che, a causa della sua conoscenza dell’architettura, lavorò con un civile amichevole verso i testimoni di Geova. Per mezzo di quest’uomo amichevole il fratello si mise in contatto con i fratelli fuori del campo che presto gli provvidero le più nuove Torri di Guardia.
I nostri fratelli del campo di Neuengamme ebbero opportunità simili. La maggioranza di approssimativamente settanta fratelli furon messi lì a fare lavoro di sgombero dopo le incursioni aeree su Amburgo. Ad Amburgo vi potevano ottenere Bibbie, e una volta ne poterono trovare tre in un volgere di minuti. Willi Karger, che ebbe personalmente questa esperienza, narra: “Desidero parlarvi dell’altro cibo spirituale che ci portò una sorella di Döbeln. Questo non sia mai dimenticato. Il fratello di lei, Hans Jäger, apparteneva alla nostra squadra di operai di Bergedorf vicino ad Amburgo, e fu messo a lavorare nella ferriera di Glunz. La nostra sorte erano il duro lavoro e la stretta sorveglianza. Ciò nondimeno, il fratello Jäger riuscì a eludere la sorveglianza e mandò fuori una lettera con cui comunicò alla sorella dove si sarebbe trovato a mezzogiorno. La sorella andò in treno ad Amburgo e con attenzione ‘tastò il terreno’ fino a trovare il luogo dove lavoravamo. Ella riuscì a metterci in mano le riviste richieste, così, nonostante le guardie delle SS e grazie alla sovrintendenza di Geova, le preziose riviste furono introdotte nel campo senza essere scoperte”.
Ognuno escogitava modi diversi, e con l’andar del tempo ci furono nel campo parecchie Bibbie. Un fratello scrisse a sua moglie che era a Danzica che avrebbe mangiato volentieri del “pane allo zenzero di Elberfelder”, e con il successivo pacco di viveri (che i fratelli in quel tempo potevano ricevere in questo campo) egli ricevette una Bibbia di Elberfelder cotta con cura in un pane allo zenzero. Certuni avevano contatto con i prigionieri che lavoravano nel crematorio. Questi avevano narrato che vi eran bruciati molti libri e riviste, i fratelli presero dunque in segreto disposizioni per ricevere Bibbie e riviste, in cambio di alcune loro razioni alimentari.
A Sachsenhausen alcune Bibbie giunsero nelle mani dei fratelli mentre erano ancora nell’“isolamento”. Per quanto sembri strano, l’isolamento risultò in questo caso una certa protezione, poiché un fratello era non solo assegnato a guardia della porta che conduceva alla zona di isolamento ma ne aveva anche la chiave e ne doveva perciò chiudere e aprire la porta. In una stanza c’erano sette grosse tavole a cui potevano sedere cinquantasei fratelli. Per un bel po’ di tempo un fratello faceva un commento di quindici minuti sulla scrittura mentre gli altri fratelli mangiavano la loro colazione. Questo si faceva quindi a turno sia tra le tavole che tra i fratelli che vi sedevano. Questo commento era quindi il soggetto della conversazione quando i fratelli eran costretti a stare per ore nel cortile.
Nel rigido inverno del 1939/1940 i Testimoni invocarono Geova in preghiera su questa questione della letteratura, ed ecco un miracolo! Geova pose la sua mano di protezione su un fratello che poté portare nell’“isolamento” tre Torri di Guardia nascondendole dentro la sua gamba di legno, e questo nonostante l’attenta sorveglianza. Quantunque i fratelli dovessero strisciare sotto i loro letti per leggere alla luce di una lampada portatile mentre altri facevano la guardia a destra e a sinistra, fu una prova della meravigliosa guida di Geova. Da buon Pastore, egli non abbandona il suo popolo.
Nell’inverno del 1941/1942, quando i fratelli erano stati rilasciati dall’“isolamento”, sette Torri di Guardia che trattavano i capitoli 11 e 12 di Daniele, il primo numero con la considerazione di Michea, un libro intitolato “Kreuzzug gegen das Christentum” (Crociata contro il cristianesimo) e un Bollettino (ora Ministero del Regno) arrivarono tutti in una volta. Questo fu veramente un dono dal cielo poiché, insieme ai loro fratelli d’altri paesi, potevano ora acquistare un chiaro intendimento del “re del sud” e del “re del nord”.
Grazie al fatto che i prigionieri non relegati nell’“isolamento” avevano la domenica pomeriggio libera e che quel pomeriggio il capo politico dell’isolato andava a trovare i suoi amici in altre baracche, i fratelli poterono tenere per parecchi mesi lo studio Torre di Guardia ogni domenica. A questo studio partecipavano in media da 220 a 250 fratelli, mentre da 60 a 70 facevano la guardia per tutto il percorso fino all’ingresso del campo, e ogni volta che sorgeva il pericolo davano un certo segnale. Avvenne così che durante il loro studio non furono mai sorpresi da un uomo delle SS. Lo studio che tennero nel 1942 rimane indimenticabile per quelli che vi assisterono. Le meravigliose spiegazioni inerenti alla profezia dei capitoli 11 e 12 di Daniele fecero ai fratelli una tale impressione che, al termine, con gioioso tempo di marcia, cantarono canzoni popolari inframmezzate da cantici del Regno, non dando così alla guardia di servizio su una torre a pochi metri dalle baracche motivo di sospetto; anzi, il bel canto gli fece piacere. Immaginate: La voce di 250 uomini che, sebbene in prigione, erano in realtà liberi, inneggiavano con tutta l’anima cantici alla lode di Geova. Che spettacolo! In cielo avrebbero potuto gli angeli cantare insieme a loro?
ALLEGGERITA LA PRESSIONE SUGLI INTERNATI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Nonostante che nei centri di esecuzione capitale nazisti il sangue dei fedeli testimoni di Geova continuasse a scorrere fino al crollo completo del regime, tuttavia le armi di quelli che più volte avevan giurato di far uscire i testimoni di Geova dai campi di concentramento solo attraverso le ciminiere dei crematori incominciarono a indebolirsi. C’erano anche i problemi che la guerra presentava. Così specialmente dal 1942/1943 in poi, ci furono periodi nei quali i testimoni di Geova furon lasciati relativamente in pace.
La guerra, che ora era una guerra totale, era cambiata fino al punto che venivano mobilitate tutte le forze disponibili. Per questa ragione, nel 1942 cominciarono a includere nel limite del possibile i prigionieri in imprese produttive per l’economia. È, interessante a questo riguardo un commento che il dirigente delle SS Pohl fece al suo capo, Himmler, sullo “stato nei campi di concentramento”:
“La guerra ha recato un visibile cambiamento nella struttura dei campi di concentramento e in quanto all’impiego dei prigionieri ne ha cambiato in maniera basilare la funzione.
“L’incarcerazione dei prigionieri solo a causa di sicurezza, istruzione o prevenzione non prevale più [la distruzione in massa non è nemmeno menzionata]. L’enfasi si è riversata sull’aspetto economico della questione. Il fattore predominante diviene sempre più la mobilitazione di tutti i prigionieri, in primo luogo, per occupazioni che hanno relazione con la guerra (aumento della produzione degli armamenti) e, secondariamente, per attività che hanno relazione con la pace.
“Le necessarie misure che vengono prese derivano da questa comprensione e richiedono il graduale passaggio dei campi di concentramento dal loro unilaterale disegno politico precedente a un’organizzazione che soddisfi le necessità economiche”.
Questa trasformazione richiese naturalmente che i prigionieri fossero alimentati meglio affinché potessero essere impiegati di più nel lavoro. Questo recò ai fratelli ulteriore sollievo. Con poche eccezioni, i funzionari furono inoltre abbastanza giudiziosi da non cercar di mettere i fratelli in stabilimenti per la produzione di armamenti, ma da impiegarli nei vari laboratori secondo le loro capacità professionali.
Intanto Geova fece la sua parte, poiché egli può dirigere i cuori degli uomini, anche quelli dei nemici, come corsi d’acqua. Un esempio sorprendente è Himmler. Per anni egli aveva creduto d’essere il solo a poter decidere della vita dei fedeli servitori di Geova, ma all’improvviso cominciò a cambiar pensiero riguardo agli “Studenti Biblici”. Il suo medico personale, un dottore finlandese chiamato Kersten, ebbe un ruolo importante.
Il massaggiatore Kersten cominciò a esercitare una forte influenza su Himmler, che era sempre molto malato. Egli aveva udito che i testimoni di Geova erano crudelmente perseguitati e un giorno chiese a Himmler di dargli alcune donne per farle lavorare nel suo podere di Harzwalde, circa settanta chilometri a nord di Berlino. Dopo aver esitato, Himmler acconsentì, e in seguito acconsentì all’ulteriore richiesta di Kersten rilasciando una sorella da un campo di concentramento così che potesse lavorare nella seconda casa di Kersten, in Svezia. In principio fu da queste sorelle che Kersten seppe la verità sulle condizioni dei campi di concentramento e sull’indescrivibile sofferenza inflitta per anni specialmente ai testimoni di Geova. Egli fu preso da grande sgomento, sapendo che i suoi massaggi ridavano ripetutamente a questo demonio sufficiente salute per continuare la sua attività omicida. Decise perciò di valersi della propria influenza almeno per alleviare in qualche modo la sofferenza di tutti questi prigionieri. Si può così attribuire alla sua influenza che, specialmente verso la fine della guerra, decine di migliaia di essi non fossero sterminati. In particolar modo per i testimoni di Geova la sua influenza risultò molto utile. Ciò può comprendersi da una lettera che Himmler scrisse ai suoi più intimi associati, ai principali dirigenti delle SS Pohl e Müller. Questa lettera, col timbro “Segreto”, comprendeva i seguenti brani:
“È accluso un rapporto sulle dieci Studentesse Bibliche che lavorano nel podere del mio medico. Ho avuto l’opportunità di studiare la questione degli Zelanti Studenti Biblici sotto ogni aspetto. La sig.ra Kersten fece un ottimo suggerimento. Disse che non aveva mai avuto un personale così buono, volenteroso, fedele e ubbidiente come queste dieci donne. Queste persone fanno molto per amore e benignità. . . . Una delle donne ricevette una volta da un ospite una mancia di 5,00 RM. Ella accettò il denaro perché non voleva diminuire il prestigio della casa, e lo diede alla sig.ra Kersten poiché era proibito avere denaro nel campo. Le donne facevano volontariamente qualsiasi lavoro fosse loro richiesto. La sera lavoravano a maglia, la domenica eran tenute occupate in qualche altro modo. In estate non perdevano l’opportunità d’alzarsi due ore più presto per raccogliere cesti pieni di funghi, nonostante che si richiedesse loro di lavorare dieci, undici e dodici ore al giorno. Questi fatti completano il mio quadro degli Studenti Biblici. Essi sono incredibilmente fanatici, volenterosi, pronti al sacrificio. Se potessimo mettere il loro fanatismo all’opera per la Germania o instillare tale fanatismo nel nostro popolo, saremmo quindi più forti di quanto non siamo oggi. Naturalmente, poiché rigettano la guerra, la loro dottrina è così dannosa che non possiamo permetterla se no faremmo alla Germania il massimo danno. . . .
“Punendoli non si ottiene nulla, giacché ne parlano poi solo con entusiasmo. . . . Ogni punizione serve come un merito per l’altro mondo. Per questo ogni vero Studente Biblico si farà giustiziare senza esitazione. . . . Ogni segregazione nella prigione sotterranea, ogni stimolo della fame, ogni periodo di congelamento è un merito, ogni punizione, ogni colpo è un merito presso Geova.
“Se in futuro dovessero sorgere nel campo problemi riguardo agli Studenti Biblici, proibisco che il comandante del campo infligga quindi qualsiasi punizione. Tali casi dovrebbero essermi riferiti con una breve descrizione delle circostanze. Da ora in poi dispongo di fare l’opposto e di dire al rispettivo individuo: ‘Ti è proibito lavorare. Devi essere alimentato meglio degli altri e non devi fare nulla’.
“Poiché secondo la credenza di questi lunatici di buona natura cessa quindi il merito, sì, al contrario, i meriti precedenti saranno dedotti da Geova.
“Ora il mio suggerimento è che tutti gli Studenti Biblici sian messi al lavoro, per esempio, al lavoro nei poderi, che non ha nulla a che fare con la guerra e con tutta la sua pazzia. Se debitamente assegnati si possono lasciare senza vigilanza; non fuggiranno via. Si possono dare loro lavori incontrollati, e mostreranno d’essere i migliori amministratori e lavoratori.
“Un altro impiego che se ne può fare, come suggerì la sig.ra Kersten: Possiamo occupare le Studentesse Bibliche nelle nostre ‘Lebensbornheime’ (case erette per educare i figli generati dagli uomini delle SS per produrre una razza superiore) non come nutrici, ma, piuttosto, come cuoche, domestiche, o per fare qualsiasi lavoro di lavanderia o simili. Nei casi in cui ancora abbiamo uomini che prestano servizio come custodi, possiamo impiegare forti donne degli Studenti Biblici. Sono convinto che, nella maggioranza dei casi, avremo con loro poca difficoltà.
“Sono anche d’accordo con i suggerimenti che le Studentesse Bibliche siano assegnate alle famiglie numerose. Si dovrebbero trovare le Studentesse Bibliche qualificate che hanno le capacità necessarie e inviarmene comunicazione. Le assegnerò quindi personalmente tra le famiglie numerose. In tali case non dovranno comunque indossare gli indumenti della prigione, ma abiti civili e la loro permanenza dovrebbe essere disposta in modo simile a quella delle Studentesse Bibliche libere e internate ad Harzwalde.
“In tutti questi casi dove le prigioniere sono parzialmente libere e sono state assegnate a tale lavoro, vogliamo evitare le registrazioni scritte o le firme e prendere tali accordi solo con una stretta di mano.
“Vogliate inviare le vostre raccomandazioni per l’inizio di questa azione e farne rapporto”.
Così avvenne. In breve tempo parecchie sorelle furono mandate a lavorare in case, orti, poderi e “Lebensbornheime” delle SS.
Ci furono comunque altre ragioni per cui le SS furon disposte a prendere nelle loro case testimoni di Geova. Le SS sentivano il segreto odio che cresceva fra la popolazione. Si rendevano conto che in privato non erano solo oggetto di scherni. Molti non avevano più fiducia nemmeno delle loro domestiche e temevano che potessero avvelenare il loro cibo o che li uccidessero in qualche altro modo. Con l’andar del tempo, i principali ufficiali delle SS non osarono più andare da un barbiere qualsiasi, per timore che tagliasse loro la gola. Max Schröer e Paul Wauer furono assegnati a radere regolarmente la barba ai principali ufficiali delle SS, poiché sapevano che i testimoni di Geova non si sarebbero mai vendicati uccidendo i loro nemici umani.
A questi fratelli e sorelle che lavoravano fuori dei campi fu anche permesso d’esser visitati dai loro parenti o potevano essi stessi andare a visitare i parenti a casa. Ad alcuni furono date parecchie settimane di vacanza per questo scopo. Infine questo significò che i fratelli e le sorelle ottenevano più cibo, il che diede luogo a un rapido miglioramento della loro salute e a un ridotto numero di decessi per fame e maltrattamenti.
Fino a qual punto nei campi di concentramento l’attitudine cambiasse a vantaggio dei testimoni di Geova si può vedere da un’esperienza che ebbe Reinhold Lühring. Nel febbraio del 1944, ebbe improvvisamente ordine di lasciare la sua squadra di lavoro e di presentarsi all’ufficio del campo. Era qui che tanti erano stati maltrattati e tentativi erano stati fatti per persuaderli a rinunciare alla loro fede in Geova. Quale sorpresa fu per il fratello Lühring quando gli ufficiali che gli sedevano di fronte gli chiesero se voleva soprintendere a un podere, dirigendo appropriatamente il lavoro e i lavoratori. Avendo risposto a tutte le loro domande in modo affermativo, egli fu portato poi in Cecoslovacchia insieme a quindici altri fratelli, per assumere la responsabilità di amministrare il podere della sig.ra Heydrich.
Un’altra squadra di lavoratori composta di quarantadue fratelli, tutti buoni artigiani, fu portata al lago Wolfgang in Austria per costruirvi una casa a un ufficiale superiore delle SS. Sebbene il lavoro sul pendio del monte non fosse facile, i fratelli si trovarono tuttavia molto meglio. Per esempio, Erich Frost, che apparteneva a questo gruppo, ebbe il permesso di farsi mandare da casa la sua fisarmonica. Avendola ricevuta, egli e gli altri fratelli avevano spesso il permesso di andare la sera al lago, dove egli suonava canzoni popolari e pezzi di concerto, che erano ascoltati con piacere non solo dai suoi fratelli, ma anche da quelli che abitavano lungo il lago, comprese le SS, sotto la cui soprintendenza lavoravano.
Continuò inoltre a essere più facile fornire cibo spirituale ai fratelli nei campi di concentramento. Il dott. Kersten ebbe in ciò una parte non piccola, giacché spesso faceva viaggi dalla sua casa di Svezia al suo podere di Harzwalde. Egli si faceva sempre preparare le valige dalle sorelle che Himmler gli aveva date per farle lavorare nel suo podere e nella sua casa di Svezia. Si era stabilito fra loro il tacito accordo che la sorella della Svezia preparava la valigia di Kersten mettendovi un certo numero di Torri di Guardia. Appena arrivato ad Harzwalde, egli diceva alla sorella che lì lavorava per lui di disfargli la valigia, il che le lasciava sempre fare da sola. Dopo aver studiato attentamente queste Torri di Guardia, le sorelle le passavano al vicino campo di concentramento.
Il podere del dott. Kersten ad Harzwalde era situato in un luogo ideale, circa trentacinque chilometri a sud del campo delle donne a Ravensbrück e circa trenta chilometri a nord del campo degli uomini di Sachsenhausen. Da Harzwalde si facevano di continuo trasporti a entrambi i campi, quindi non era difficile introdurre cibo spirituale nei campi per i fratelli e le sorelle eludendo la sorveglianza.
Ci fu così un sempre più stretto contatto fra i vari campi e le case private dov’erano assegnate le nostre sorelle che lavoravano per le famiglie delle SS. Circa questo interessante tempo, Ilse Unterdörfer narra:
“Siccome dove lavoravamo avevamo considerevole libertà, riuscimmo a mandare lettere ai nostri parenti senza farle verificare dalla censura. Potemmo inoltre corrispondere con i nostri fratelli che lavoravano fuori o che lavoravano per gli uomini delle SS con incarichi di fiducia, godendo così maggiore libertà. Sì, fummo anche in grado di metterci in contatto con fratelli che vivevano in libertà e di ottenere Torri di Guardia. Dopo molti anni che vivevamo di cose apprese in precedenza e di nuove verità portate dai nuovi arrivati, era un meraviglioso ristoro poter di nuovo leggere personalmente La Torre di Guardia. Io fui assegnata a un podere delle SS vicino a Ravensbrück sotto la giurisdizione dell’ufficiale delle SS Pohl. Quale prigioniera sorvegliante io ero responsabile del lavoro delle nostre sorelle. Alcune di noi vi dormivano pure e non dovevano più andare affatto nel campo. Mi fu così possibile, conforme alle disposizioni prese con una lettera consegnata da una sorella, mettermi in contatto con Franz Fritsche di Berlino, che una sera incontrai in una parte boschiva del podere. Egli mi provvedeva sempre parecchie Torri di Guardia. Oltre a ciò ricevevamo cibo spirituale anche in un altro modo. Due sorelle lavoravano in uno stabilimento ed esse pure introducevano copie de La Torre di Guardia nel campo. In questo modo Geova ebbe amorevolmente cura di noi in un tempo in cui era molto urgente”.
Geova benedisse i fratelli che avevano più facile accesso al cibo spirituale e che cercavano di renderlo disponibile per altri, come può capirsi dal racconto di Frank Birk. Egli era fra quelli che erano stati portati nel podere di Harzwalde. Subito udirono che altri fratelli prigionieri, che lavoravano sotto la sorveglianza di un soldato, stavano costruendo un edificio nella foresta a circa dieci chilometri di distanza. Poiché i fratelli del podere di Harzwalde già godevano una certa libertà, cercarono l’opportunità d’incontrare questi fratelli nella foresta.
“Una domenica mattina”, narra il fratello Birk, “il fratello Krämer e io prendemmo le biciclette e ci mettemmo a cercare i nostri fratelli. Mentre percorrevamo il bosco, subito vedemmo un tratto disboscato dove si stava costruendo un nuovo edificio. Visto un prigioniero che attraversava il tratto disboscato, gli facemmo cenno, ed egli si avviò verso di noi nel bosco. Appena vedemmo il triangolo lilla sul suo abito comprendemmo che era un fratello. Dopo che gli dicemmo d’essere della squadra di Harzwalde egli ci condusse nel nuovo edificio. Poiché avevamo con noi le nuove Torri di Guardia, ci mettemmo a sedere e cominciammo lo studio. Dopo ciò visitammo i nostri fratelli ogni domenica. Essi erano sotto la vigilanza di un sergente maggiore di Friburgo, che era benevolmente disposto verso i fratelli. Poco prima di Natale gli chiesi: ‘Che ne direbbe di venire lei e i nostri fratelli a fare una visita al podere di Harzwalde durante le feste?’ Meditando, rispose che voleva andare con i suoi uomini in qualche luogo dove potessero tagliarsi i capelli. Quando ebbe udito che ad Harzwalde avevamo un barbiere, immediatamente acconsentì. E così la mattina di Natale, accompagnati da questo sottufficiale, i nostri fratelli vennero presto al podere. La sorella Schulze di Berlino, che lavorava in cucina, ebbe specialmente buona cura del sottufficiale così che noi potessimo essere indisturbati nella nostra associazione gli uni con gli altri. Quella sera i fratelli tornarono a casa, pieni di gioia per la benedetta adunanza che avevan tenuta. Pensate, questo era avvenuto in mezzo ai nostri nemici!”
Col passar del tempo ci furono maggiori opportunità di ottenere cibo spirituale in tutti i campi di concentramento. Gertrud Ott e diciotto altre sorelle incarcerate ad Auschwitz furono mandate a lavorare in un albergo dove abitavano le famiglie degli uomini delle SS. Poiché ci venivano a mangiare e a bere anche altre persone, non passò molto tempo che le sorelle ancora libere scoprirono le sorelle prigioniere che lavavano le finestre. “Siamo sorelle anche noi”, mormoravano passando, senza alzare lo sguardo. Tre settimane dopo disposero d’incontrarsi nella toilette. Da allora in poi, le sorelle di fuori venivano regolarmente e portavano alle sorelle che lavoravano nell’albergo Torri di Guardia e altre pubblicazioni, che poi erano mandate a Ravensbrück.
Al principio del dicembre 1942, circa quaranta fratelli lasciati a Wewelsburg per compiervi un lavoro speciale ebbero un’opportunità specialmente meravigliosa. Pur essendo ancora trattati come internati, essi godevano di un certo grado di libertà poiché non c’era più il filo spinato collegato alla corrente elettrica o non si appostavano le sentinelle per tenerli dentro il campo.
Il fratello Engelhardt era in quel tempo ancora libero e aveva dato ai fratelli che abitavano nei dintorni l’istruzione di trovare il modo d’introdurre le Torri di Guardia nel campo. Dopo aver risolto parecchi problemi, Sandor Beier di Herford e Martha Tünker di Lemgo esaminarono la situazione semplicemente facendo una passeggiata nella zona come la farebbe una giovane coppia. Subito si misero in contatto con i fratelli e in seguito provvidero loro regolarmente Le Torri di Guardia. La prima volta, incontrarono i fratelli in un cimitero a una certa tomba; la volta successiva, nascosero le riviste in un pagliaio, o andarono in qualche luogo prestabilito e le consegnarono personalmente ai fratelli a mezzanotte. A ciascuna consegna, si stabiliva un nuovo luogo d’incontro. Dopo che il fratello Engelhardt e le sorelle che avevan prodotto e distribuito le riviste furono arrestati, sorse la domanda come quelli ancora liberi sarebbero stati provvisti di cibo spirituale.
Questa volta i fratelli di Wewelsburg tentarono di trovare loro stessi una soluzione. Essi furono in grado di ottenere una macchina da scrivere, che un fratello usò per scrivere le matrici. Un altro fratello costruì un primitivo ciclostile in legno. Le sorelle di fuori, con le quali avevano ancora contatto, portavano ai fratelli le forniture necessarie per ciclostilare. Infine qui si producevano tante copie de La Torre di Guardia da poter rifornire una grande parte della Germania settentrionale. Elisabeth Ernsting ricorda che riceveva sempre cinquanta copie da provvedere al territorio a lei affidato. Così per quasi due anni, fino al crollo del regime nel 1945, fu possibile provvedere La Torre di Guardia ai fratelli che abitavano in Vestfalia e in altre zone.
La fornitura di cibo spirituale per i fratelli e le sorelle dentro i campi di concentramento migliorò così grandemente che nel 1942 a Sachsenhausen poteva paragonarsi a un piccolo fiume. Condannato a morte poco prima del crollo del regime nazista ma non giustiziato, il fratello Fritsche di Berlino fu in grado di rifornire i fratelli per un periodo di un anno e mezzo non solo di tutte le riviste nuove, ma anche di parecchi numeri anteriori, oltre che di tutti i libri e gli opuscoli che erano stati presentati nel frattempo. Era come se i fratelli fossero stati condotti a ricchi pascoli, poiché ogni fratello aveva ogni sera una copia d’una pubblicazione della Società per lo studio. Quale cambiamento! Ma questo non è tutto. L’organizzazione funzionava così bene che il fratello Fritsche poteva mandare lettere ai parenti dei fratelli, o lettere in altri campi o a filiali estere. Entro un anno e mezzo fu così possibile eludere la sorveglianza, facendo uscire 150 lettere dal campo e facendovene entrare quasi altrettanto. Le lettere mandate fuori attestavano l’eccellente condizione spirituale dei fratelli. È comprensibile che si facessero molte copie di queste lettere. Alcune furono anche ciclostilate e servirono come incoraggiamento per i fratelli di fuori, in particolar modo per i parenti di quelli che erano in prigione.
UNITÀ TEOCRATICA DICHIARATA CON BALDANZA DENTRO I CAMPI
Tutto andò ottimamente per circa un anno e mezzo, finché, nell’autunno del 1943, fu arrestato il fratello Fritsche. In perquisizioni compiute nelle case erano stati trovati rapporti intorno a Sachsenhausen che richiamarono l’attenzione su di lui. La polizia trovò in suo possesso non solo Torri di Guardia e altre pubblicazioni, ma anche alcune lettere di fratelli che egli avrebbe dovuto recapitare. Avendo la polizia scoperto che si teneva corrispondenza quasi in proporzioni internazionali sospettò della capacità o della volontà dei dirigenti del campo ad adempiere i loro obblighi. Himmler ordinò pertanto di fare un’immediata perquisizione in tutti i campi di concentramento sospetti.
La campagna ebbe inizio la fine di aprile. Una mattina vennero a Sachsenhausen alcuni agenti della Polizia Segreta. L’attacco di sorpresa contro i fratelli era stato ben preparato. Quelli che lavoravano dentro il campo furono chiamati dai loro luoghi di lavoro e fu detto loro di stare nel cortile, dove furono interrogati sulle scritture del giorno e perquisiti. Furono trovate alcune pubblicazioni. Tutto questo fu accompagnato dalle solite sferzate. Ma la Gestapo non riuscì a indurre i fratelli a ritrattarsi poiché Geova li aveva riccamente nutriti in mezzo ai loro nemici. Essi avevano una chiara visione del loro mandato e non temevano di schierarsi unicamente a favore del dominio teocratico.
Era noto che Ernst Seliger era un anello di collegamento per il fratello Fritsche, quindi gli fu prestata speciale “attenzione”. Egli aveva cercato di fasciare non solo le ferite carnali, ma anche quelle spirituali e la sua umile maniera fraterna aveva grandemente contribuito all’unità che godevano in questo campo. Ma fu assai turbato dal risultato del suo primo interrogatorio e pregò Geova di mutare quella che considerava una “sconfitta” in una vittoria. Ma questa non doveva essere la prova di un solo individuo. Wilhelm Röger di Hilden descrive la situazione come segue: “Ora si doveva essere ‘Uno per tutti e tutti per uno!’” Tutti i fratelli confermarono la dichiarazione del fratello Seliger che aveva passato le scritture del giorno per loro incoraggiamento. Attestarono il fatto che avevano letto la letteratura introdotta dal fratello Seliger nel campo e che avrebbero continuato a incoraggiarsi gli uni gli altri e a parlare in futuro intorno alla loro speranza.
Passarono quattro giorni. La domenica mattina il fratello Seliger comparve dinanzi all’amministrazione del campo così che potessero fare la registrazione. Egli descrive ciò che gli accadde: “Prima, testimoniai in tre stanze di ospedale [dove aveva lavorato come assistente] . . . Quindi pieno di gioia andai nella fossa dei leoni. Un medico e un farmacista stavano studiando le lettere che illegalmente avevamo fatte uscire dal campo. Seguirono due ore di acceso dibattito. Quando si doveva concludere la registrazione, l’ufficiale che dirigeva l’interrogatorio disse: ‘Seliger, che cosa farà ora? Intende continuare a scrivere le scritture del giorno e a incoraggiare i suoi fratelli? E intende continuare a predicare qui nel campo il messaggio fra gli altri prigionieri?’ ‘Sì, questo è esattamente ciò che farò, e non solo io, ma anche tutti i miei fratelli!’ . . . Alle ore 14,00 l’interrogatorio era finito e la dichiarazione fatta a nome di tutti i fratelli fu presentata loro, al che tutti andarono con gioia all’opera di predicazione”, nelle baracche del campo.
I fratelli ricordarono che erano passati quasi dieci anni dal 7 ottobre 1934, quando Hitler era stato informato con una lettera che i testimoni di Geova non avrebbero smesso di radunarsi e di predicare nonostante le minacce. Dopo quasi dieci anni, la Gestapo si rese ora conto che lo spirito combattivo del popolo di Dio non era stato ancora infranto, sia che fosse dentro i campi di concentramento o fuori. Le lettere lo attestavano.
La Gestapo controllò ora gli altri campi di concentramento per vedere se la molto proclamata ‘unità teocratica’ prevaleva anche lì. Il successivo campo fu il Berlin-Lichterfelde, un campo filiale di Sachsenhausen. Il fratello Paul Grossmann che prestava servizio come uomo per il collegamento fra Sachsenhausen e Lichterfelde menzionò in seguito l’investigazione:
“Il 26 aprile 1944, la Gestapo inferì un nuovo colpo. Alle ore 10,00 di quella mattina due agenti della Gestapo vennero nel Lichterfelde per sottopormi a un esauriente interrogatorio come uomo di collegamento fra Sachsenhausen e Lichterfelde. Mi mostrarono due lettere illegali che avevo scritte a fratelli di Berlino. Queste lettere rivelavano chiaramente i nostri metodi di operazione. [Possiamo vedere come non sia saggio scrivere lettere che contengono tali informazioni, perché c’è da aspettarsi che prima o poi i funzionari le trovino facendo arresti o perquisizioni]. I funzionari furono così informati di tutti i particolari organizzativi e per giunta che avevamo ricevuto regolarmente cibo dalla nostra ‘madre’.
“Nonostante che mettessero ogni cosa sottosopra, tutto ciò che trovarono fu una Torre di Guardia. Io dovetti stare al cancello mentre gli altri fratelli erano ricondotti dal lavoro. Essi pure furono perquisiti e furon fatti stare al cancello. Questo fu davvero emozionante poiché un’incursione della polizia di queste proporzioni non era stata fatta da molto tempo. Molti furono percossi e insultati durante l’interrogatorio, e furon trovate alcune Torri di Guardia e scritture del giorno. Un ampio rapporto sugli avvenimenti di Sachsenhausen, una Bibbia e altre carte furon tenuti lontano dalle loro mani. I fratelli non negarono il fatto che avevano attivamente operato per gli interessi della Teocrazia e che avevano letto Le Torri di Guardia. Dovemmo stare al cancello fino alle 23,00 di quella notte. Nel frattempo era arrivato il cellulare della polizia per trasferire a Sachsenhausen dodici agitatori. Questo significava che dovevano essere impiccati. Essi dovettero consegnare i loro cucchiai, piatti e così via. Ma il trasferimento non avvenne. Nemmeno il giorno dopo, benché gli annunci del decesso fossero già stati scritti per i parenti. Il terzo giorno ci fu una sorpresa. I dodici fratelli non furono giustiziati, ma furono rimandati al lavoro”.
Fu quindi richiesto che i fratelli del Lichterfelde firmassero una dichiarazione che diceva: “Io . . . . ., testimone di Geova, nel campo dal . . . . . professo di appartenere all’‘unità teocratica’ che esiste nel campo di concentramento di Sachsenhausen. Ho ricevuto scritture del giorno e pubblicazioni che ho lette e passate ad altri”. Tutti furono più che felici di firmare.
Simili incursioni della polizia furono compiute con gli stessi risultati in altri campi, e una ne fu compiuta a Ravensbrück il 4 maggio 1944, perché dalle lettere era stato compreso che c’era un collegamento fra Sachsenhausen e Ravensbrück. Furono prese severe misure contro gli “agitatori” di questo campo. Ma dopo non molto tempo anche qui le sorelle furono rimandate al loro vecchio lavoro dopo che ne era stata fatta richiesta dai loro capi reparto responsabili. Questa fu un’ulteriore prova che la potenza del tiranno in questo tempo era stata più che spezzata.
Le sconfitte subìte dall’esercito tedesco nel 1944 sul fronte orientale costarono tante vite che non solo furono mandati in guerra uomini anziani e giovani hitleriani, ma anche ai prigionieri fu data l’opportunità di dar prova di sé nel fronte orientale. Per questa ragione vennero nei campi comitati che offrirono ai prigionieri politici l’opportunità di arruolarsi nella divisione del degradato generale Dirlewanger. Se vi avessero dato prova di sé, sarebbero stati quindi considerati Tedeschi liberi. Fu comunque interessante che tutti i prigionieri che portavano il triangolo lilla furono sempre rimandati alle loro baracche prima che fosse fatta ad altri questa offerta. Sapevano quale risposta avrebbero ricevuto dai testimoni di Geova e avevano perciò smesso di interrogarli.
AFFRETTATA EVACUAZIONE DEI CAMPI
Nel 1945, l’incessante pioggia di bombe diurna e notturna dell’aviazione americana e inglese e la ritirata dell’esercito tedesco, che infine divenne un’aperta fuga, indicarono a tutti che la fine della seconda guerra mondiale era vicina. Le SS avevano smesso di far mostra del loro dominio. Che esse non fossero in una condizione invidiabile si può capire se si ricorda che centinaia di migliaia di persone nei campi di concentramento attendevano nervosamente la liberazione. Queste masse erano imprevedibili, sì, un materiale esplosivo, che faceva provare a molti uomini delle SS timore dei prigionieri. Ma Himmler continuava a seguire i comandi del suo Führer e mandò ai comandanti di Dachau e Flossenbürg il seguente telegramma: “La resa è da escludere. Il campo dev’essere evacuato immediatamente. Nessun prigioniero deve cadere vivo nelle mani del nemico. (Firmato Heinrich Himmler)”. Istruzioni simili furono mandate agli altri campi.
Questo fu l’ultimo diabolico piano che mise ancora una volta in pericolo la vita dei fedeli servitori di Dio tenuti nei campi. Ma essi non erano eccessivamente preoccupati. Riponevano la loro fiducia in Geova, senza tener conto di quali potessero essere personalmente per loro le immediate conseguenze.
Gli ufficiali delle SS che avevano il compito di liquidare i prigionieri si trovarono dinanzi un’impresa insolubile. Il fratello Walter Hamann, che aveva ricevuto l’incarico di lavorare nello spaccio delle SS, udì per caso un’interessante conversazione fra gli ufficiali delle SS. Egli narra: “Gli ufficiali dicevano di uccidere i prigionieri col gas, ma gli impianti erano troppo piccoli, né avevano sufficiente gas. Quindi udii per caso una conversazione telefonica circa una fornitura di nafta per le fornaci; ma questa non poteva essere consegnata. Si fece quindi menzione di far saltare in aria i campi e i loro internati. Si erano già messe casse di dinamite nelle varie baracche, specialmente nel reparto dell’ospedale. Ma anche questo piano fu abbandonato. Infine, si decise di evacuare i 30.000 prigionieri; fu detto loro che sarebbero stati mandati in un campo più grande, che non esisteva, ma in realtà avevano intenzione di provvederci una tomba di massa nella baia di Lubecca. Per questo non ci sarebbe stato bisogno di gas, nafta o dinamite”.
Nel frattempo aumentava la rapidità con cui le forze alleate si avvicinavano da oriente e da occidente. Le SS cominciarono ora a preoccuparsi della loro propria vita e furono ancor più confuse, specialmente dopo che la decisione del governo di liquidare i campi era divenuta nota. Trovandosi dinanzi a problemi insormontabili, esse semplicemente fecero uscire fuori i prigionieri e li fecero marciare nelle vie con pochissime provviste di cibo. Chiunque seguiva poi il percorso di queste marce, che sono state correttamente chiamate “marci della morte”, notava che erano tutte dirette verso la stessa destinazione. La loro mèta era quella di condurli alla baia di Lubecca, o all’aperto mare settentrionale, dove avrebbero potuto poi caricarli su navi e affondarli prima dell’arrivo delle forze nemiche.
Presto non ci fu più niente da mangiare e, a volte, nemmeno una goccia d’acqua. Ciò nondimeno, i prigionieri affamati furono costretti a marciare per l’intero giorno, un giorno dopo l’altro, sotto la pioggia con una temperatura media di soli 4 gradi centigradi (40 gradi Fahrenheit). Di notte era permesso loro di giacere a terra nei boschi sul suolo inzuppato dalla pioggia. Quelli che non potevano mantenere l’andatura prescritta erano spietatamente uccisi dalla retroguardia delle SS con un colpo alla nuca. Quanto fosse grande la perdita di vite in queste marce si può vedere dall’esempio di Sachsenhausen. Di 26.000 prigionieri ancora in vita al tempo dell’evacuazione, 10.700 furono fucilati e lasciati lungo la strada da Sachsenhausen a Schwerin.
I pochi fratelli lasciati a Mauthausen furono pure in pericolo. Erano state scavate nel monte grandi gallerie nelle quali si costruivano i temuti razzi “V-2”. Un giorno una delle gallerie fu chiusa e vi furono poste delle mine. Il piano era quello di simulare un’incursione aerea, di condurre perciò i 18.000 prigionieri nella galleria, che si sarebbe poi fatta saltare in aria. Ma l’amministrazione del campo fu colta di sorpresa dalla rapida avanzata dei carri armati russi, e le SS preferirono abbandonare a se stessi i prigionieri e cercar di salvare se possibile la loro propria vita. Ma non andarono molto lontano. Solo alcuni giorni dopo il comandante del campo, che era noto per aver detto: ‘Voglio vedere solo certificati di morte’, fu riconosciuto dai prigionieri e pestato a morte. I prigionieri politici cercarono ora di vendicarsi dei loro compagni di prigionia i quali, come anziani del campo, anziani degli isolati e capisquadra, avevano recato su di sé molta colpa per lo spargimento di sangue.
La marcia della morte degli internati di Dachau condusse attraverso foreste, e quelli che non potevano mantenere l’andatura furono fucilati dalle SS. La loro mèta era le Alpi Ötztaler, dove tutti quelli che avessero infine raggiunto la loro destinazione avrebbero dovuto essere comunque fucilati. I fratelli si tennero uniti aiutandosi gli uni gli altri, impedendo così che alcuni fossero uccisi finché giunsero a Bad Tölz, dove furono liberati. Il fratello Ropelius ricorda che trascorsero l’ultima notte sotto un manto di neve nella foresta di Waakirchen. Allorché albeggiava la Polizia di Stato bavarese venne a dir loro che erano liberi e che le SS eran fuggite. Mentre continuavano il loro viaggio trovarono armi appoggiate agli alberi ma nessun uomo delle SS.
Le SS presero seriamente gli ordini del governo di liquidare tutti i prigionieri. Solo alcuni giorni prima della capitolazione, i gruppi furono riuniti a Neuengamme e caricati su una nave da carico che avrebbe dovuto portarli alla nave di lusso ‘Cap Arcona’, che era all’àncora nella baia di Neustadter. Circa 7.000 prigionieri erano già su questa nave lunga 200 metri. Le SS avevano fatto il piano di mandare al largo ‘Cap Arcona’ e di affondarla quindi in mare aperto con i prigionieri. Ma la nave aveva ancóra la sua bandiera issata e fu perciò affondata il 3 maggio 1945 da aerei da combattimento inglesi. La nave da carico ‘Thielbeck’, con 2.000 o 3.000 prigionieri a bordo, fu pure sommersa. Circa 9.000 prigionieri scesero nella baia di Neustadter in una tomba acquea. È comprensibile perché i superstiti rabbrividiscono quando ricordano questo avvenimento. Fino a questo giorno da dodici a diciassette scheletri di questi prigionieri annegati son trovati ogni anno sulla spiaggia di Neustadter dai bagnanti e durante le operazioni di scavo.
La stessa sorte era stata determinata per i prigionieri di Sachsenhausen, compresi 220 fratelli. In una marcia omicida essi percorsero approssimativamente 200 chilometri in due settimane.
I Testimoni avevano riconosciuto sin dal principio il pericolo che li minacciava, avevano quindi riparato le loro scarpe e messo insieme alcune carrozzelle per trasportare i magri averi dei più deboli, che poi vi posero sopra. Altrimenti questi fratelli, se avessero dovuto camminare per l’intero percorso, sarebbero stati fra i più di 10.000 che morirono. Ma in questo modo i fratelli che fisicamente non erano proprio così mal ridotti poterono trainarli. Durante il cammino altri furono messi sulle carrozzelle quando le loro forze venivano meno. Dopo alcuni giorni di riposo, quando avevano riacquistato abbastanza forza, tiravano di nuovo a turno le carrozzelle. Così anche durante questa marcia della morte tutti rimasero insieme come una grande famiglia, godendo la protezione di Geova sino alla fine.
Quindi un pomeriggio in cui questo gruppo di prigionieri in fuga era a soli tre giorni di viaggio da Lubecca, le SS ordinarono a tutti di piantare il campo in una foresta vicino a Schwerin. Durante il difficoltoso viaggio i fratelli avevano formato piccoli gruppi e con le loro coperte avevan fatto temporaneamente piccole tende di fortuna. Avevano coperto il terreno con piccoli rami per proteggersi dal freddo della notte. Quella notte mentre le pallottole russe sibilavano sopra le loro teste e gli Americani continuavano ad avanzare, questa parte del fronte tedesco cedette. I presenti provarono una sensazione indescrivibile quando all’improvviso nella notte risuonò una voce, che riecheggiò per migliaia di volte: “SIAMO LIBERI!” Gli approssimativamente 2.000 uomini delle SS che fino ad allora erano stati al comando dei prigionieri si eran tolta in segreto l’uniforme in modo da apparire civili, e alcuni avevano perfino indossato uniformi da prigionieri per nascondere la loro identità. Comunque, poche ore dopo alcuni di essi furono riconosciuti e spietatamente massacrati.
Avrebbero dovuto i fratelli accettare l’offerta degli ufficiali americani che ora li avevano raggiunti e disfare il campo nel mezzo della notte? Dopo aver considerato con preghiera la cosa, essi decisero di aspettare fino al sorgere del sole. Ma anche allora stettero ancora per alcune ore, poiché tra i profughi un agricoltore aveva dato ai fratelli un quintale di piselli. Fu cotto e consumato un pasto meraviglioso. Oh, come ne furono grati i fratelli! Per quasi due settimane non avevano avuto quasi nient’altro che un po’ di tè, che avevano raccolto durante il percorso e preparato la sera nei boschi quando era disponibile l’acqua.
Come furono grati quando scoprirono che non mancava nessuno di essi! Ma, come più tardi si resero conto, avevano ancora un’altra ragione per essere grati a Geova, poiché durante la loro marcia verso il nord erano stati una volta tenuti dalle SS in una foresta per parecchi giorni, giacché non erano sicuri di dove fosse esattamente il fronte. Questi pochi giorni furono proprio la quantità di tempo di cui avrebbero avuto bisogno per giungere a Lubecca prima che infine il fronte cedesse.
Ora non avevano più gran fretta di continuare. Proprio lì in questa foresta vicino a Schwerin cominciarono a scrivere un rapporto delle loro esperienze con una macchina dattilografica che i soldati avevano gettata via da un ufficio mobile. Questo rapporto comprese una risoluzione composta con l’indescrivibile senso d’essere liberi da diverse ore, ma anche con apprezzamento per la protezione di Geova nei molti anni della loro permanenza nella “fossa dei leoni” profondamente impressa nella loro mente. Ecco la risoluzione:
RISOLUZIONE
“3 maggio 1945
“Risoluzione di 230 testimoni di Geova di sei nazionalità, radunati in una foresta presso Schwerin in Mecklenburg.
“Noi testimoni di Geova qui radunati inviamo al fedele popolo del patto di Geova e ai loro compagni nel mondo intero saluti di cuore con le parole di Salmo 33:1-4 e 37:9. Sia noto che il nostro grande Dio, il cui nome è Geova, ha adempiuto la sua parola verso il suo popolo, specialmente nel territorio del Re del Nord. Dietro a noi è un lungo periodo di dure prove e quelli che sono stati preservati, strappati per così dire alla fornace ardente, non hanno su di sé nemmeno l’odore del fuoco. (Si veda Daniele 3:27). Al contrario, essi sono pieni di forza e potenza da Geova e attendono con ansia i nuovi comandi del Re per promuovere gli interessi teocratici. La nostra risoluzione e la nostra volontà di operare sono espresse in Isaia 6:8 e in Geremia 20:11 (Traduzione di Menge). Grazie all’aiuto del Signore e al suo clemente sostegno, i disegni del nemico per farci infrangere l’integrità sono falliti, nonostante che abbia tentato di far questo impiegando innumerevoli e violenti schemi diabolici e anche migliaia di pratiche inquisitoriali tratte dal Medio Evo, sia fisiche che mentali, e molte adulazioni e allettamenti. Tutte queste varie esperienze che riempirebbero molti volumi sono brevemente descritte dalle parole dell’apostolo Paolo in II Corinti 6:4-10, II Corinti 11:26, 27 e, soprattutto, in Salmo 124 (Traduzione di Elberfelder). Satana e i suoi indemoniati agenti sono stati ancora una volta segnati come bugiardi. (Giov. 8:44) La grande contesa è stata ancora una volta decisa a favore di Geova a suo onore. — Giob. 1:9-11.
“Per nostra e vostra gioia sappiate che il Signore, Geova, ci ha benedetti con ricche spoglie, trentasei uomini di buona volontà, che alla nostra partenza da Sachsenhausen . . . volontariamente dichiararono: ‘Verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi’. Si è adempiuto Zaccaria 8:23! A causa della nostra frettolosa uscita, molti amici della Teocrazia non poterono unirsi a noi, ma Geova dirigerà le cose in modo che presto trovino la via per tornare da noi.
“Noi, testimoni di Geova, dichiariamo di nuovo la nostra completa fede in Geova e la nostra completa dedicazione alla sua Teocrazia.
“Solennemente promettiamo che abbiamo un solo desiderio, cioè, in vista del nostro profondo apprezzamento per l’interminabile serie di prove della sua meravigliosa preservazione e per averci liberati da migliaia di difficoltà, conflitti e afflizioni durante la nostra permanenza nella fossa dei leoni, che ci sia permesso di servire Geova e il suo grande Re, Cristo Gesù, con cuore volenteroso e gioioso per tutta l’eternità. Questo sarebbe in se stesso la nostra più grande ricompensa.
“Concludiamo la nostra risoluzione con le parole del Salmo 48 nella gioiosa convinzione di rivederci presto.
“Vostri conservi per il santo nome di Geova”.
Così, dopo avere espresso prima la loro gratitudine a Geova per la sua immeritata benignità, per la sua protezione e ora anche per aver ridonato loro la libertà, i fratelli levarono il campo. Sebbene fossero morti quella prima notte di libertà da 900 a 1.000 prigionieri, i fratelli giunsero a Schwerin completamente illesi. Comunque, essendo stati distrutti i ponti sul fiume Elba, non poterono partire per due o tre mesi. Essi trovarono alloggio nelle stalle di baraccamenti dell’esercito, dove poterono ciclostilare Torri di Guardia e tenere ogni mattina lo studio Torre di Guardia per prepararsi spiritualmente per l’opera avvenire. Nello stesso tempo ripresero il ministero di campo, per quanto le circostanze li costringessero a farlo con le loro uniformi da prigionieri. Infine poterono proseguire il loro viaggio verso occidente, per mettersi nuovamente in contatto con i parenti e vedere cosa poteva farsi per riorganizzare l’opera del Regno.
TESTIMONIANZA D’INTEGRITÀ
Con questa relazione si è cercato di ricostruire un’importante fase della storia moderna del popolo di Geova. Ma si è potuta narrare solo una piccola parte degli interessanti avvenimenti di cui furono protagonisti in Germania i fratelli e le sorelle durante il governo di terrore del nazionalsocialismo. Molti, molti libri sarebbero necessari per riferire tutto ciò che accadde, perché i Testimoni si mantennero saldi verso la vera adorazione e sostennero il nome di Geova. Le singole esperienze che sono state narrate siano eloquenti per le molte che pure sarebbero state degne di menzione, non perché ne siano lodati e onorati gli uomini, ma, piuttosto, Geova. Fu lui ad agire al momento giusto per liberare il suo popolo come gruppo, nonostante che permettesse a molti di deporre la propria vita per il suo santo nome.
Chiunque abbia parlato a quelli che nel 1945 furono liberati dalla tirannia ricorda quanto spesso lodassero unitamente Geova con le parole del Salmo 124. Essi rifletterono sui meravigliosi articoli de La Torre di Guardia apparsi all’inizio della persecuzione, con i quali Geova li aveva preparati per quel tempo difficile. Ora capivano ciò che Gesù volle significare quando disse di non temere quelli che possono distruggere il corpo. Conoscevano ciò che significava esser gettati in una fornace ardente o, come Daniele, in una fossa di leoni. Ma comprendevano anche che Geova era più potente e rendeva le loro fronti più dure di quelle dei loro nemici. Anche quelli di fuori riconoscono questo e spesso è messo in risalto quando gli storici parlano di questa parte della storia della Germania. Per esempio, Michael H. Kater nella sua Zeitgeschichte (Storia trimestrale), 1969, opuscolo 2, scrive:
“Il ‘Terzo Reich’ sapeva come trattare la resistenza interna solo con la forza brutale e neanche allora fu in grado di superare le forze della ribellione fra il popolo tedesco, e non fu in grado di risolvere il problema degli Zelanti Studenti Biblici dal 1933 al 1945. I testimoni di Geova emersero nel 1945 dal loro periodo di persecuzione indeboliti, ma non infranti nello spirito”.
Anche in una recensione del libro Kirchenkampf in Deutschland (Lotta delle Chiese in Germania), di Friedrich Zipfel, leggiamo:
“Difficilmente è stata fatta un’analisi o è stato scritto un libro di memorie sui campi di concentramento in cui non sia una descrizione della forte fede, della diligenza, dello spirito soccorrevole e del fanatico martirio degli Zelanti Studenti Biblici. Questo è in contrasto con la letteratura di opposizione in genere scritta prima della lotta che i testimoni di Geova ebbero anteriormente alla loro prigionia la quale non li menziona affatto o solo incidentalmente. L’attività e la persecuzione degli Studenti Biblici è comunque un caso stranissimo. Il novantasette per cento dei componenti di questo piccolo gruppo religioso fu vittima della persecuzione del nazionalsocialismo. Un terzo d’essi fu ucciso mediante esecuzione capitale, o atti violenti, fame, malattie o lavori forzati. La severità di questo assoggettamento fu senza precedenti e fu la conseguenza della fede senza compromessi che non poteva mettersi in armonia con l’ideologia del nazionalsocialismo”.
Come fu ora umiliato il Führer dello sconfitto Reich tedesco! Göbbels aveva detto di lui il 31 dicembre 1944: “Se il mondo realmente conoscesse ciò che egli vorrebbe dirgli e dargli e quanto è profondo il suo amore per il suo proprio popolo e per tutto il genere umano, allora lascerebbe immediatamente i suoi falsi dèi e lo loderebbe . . . un uomo il cui proposito è stato quello di liberare il suo popolo. . . . Mai una parola falsa o un pensiero degradato ha sfiorato le sue labbra. Egli è la verità stessa”. Ma questo uomo che aveva cercato di essere un dio commise suicidio.
Come furono umiliati anche quelli che avevano riposto la loro fiducia in lui, per esempio, Himmler, che pure aveva considerato Hitler una divinità e ne aveva adempiuto senza scrupolo i comandi. Fu Himmler a rendere tanto difficile la vita ai fedeli servitori di Geova per molti anni. Di quanto sangue versato egli dovette assumere la responsabilità? A Lichtenburg, nel 1937 spavaldamente disse alle nostre sorelle: “Anche voi capitolerete, vi ridimensioneremo, noi dureremo più a lungo di voi!” E com’era depresso dopo il crollo del regime nazista, quando fuggiva e ad Harzwalde incontrò il fratello Lübke e gli chiese: “Be’, Studente Biblico, che accade ora?” Il fratello Lübke gli diede una completa testimonianza e mostrò che i testimoni di Geova avevano sempre riconosciuto il crollo del regime nazista e la propria liberazione. Himmler se ne andò via senza una parola e dopo breve tempo si avvelenò.
Ma nonostante le difficili condizioni, come si rallegrarono quelli che adoravano Geova! Essi avevano avuto il privilegio di dar prova della propria integrità al Sovrano Governatore dell’universo. Durante il dominio di Hitler, 1.687 di loro avevano perduto il lavoro, 284 il negozio, 735 la casa e a 457 non fu permesso di fare il proprio mestiere. In 129 casi la loro proprietà era stata confiscata, a 826 pensionati era stata rifiutata la pensione e 329 altri avevano subìto altre perdite personali. Ci furono 860 fanciulli che furono portati via ai loro genitori. In 30 casi i matrimoni furono sciolti a causa della pressione di funzionari politici, e in 108 casi fu concesso il divorzio quando ne fu fatta richiesta dal coniuge contrario alla verità. Erano stati arrestati un totale di 6.019, parecchi due, tre o anche più volte, così che, in tutto, furono registrati 8.917 arresti. Complessivamente erano stati condannati a 13.924 anni e due mesi di prigione, due volte e un quarto più del periodo di tempo trascorso dalla creazione di Adamo. In tutto 2.000 fratelli e sorelle erano stati messi nei campi di concentramento, dove avevano passato 8.078 anni e sei mesi, una media di quattro anni. In tutto 635 eran morti in prigione, 253 erano stati condannati a morte e 203 erano stati effettivamente giustiziati. Quale testimonianza di integrità!
COMINCIA LA RICOSTRUZIONE
Immediatamente dopo la guerra, i fratelli della Betel svizzera erano i soli che avessero contatto con i fratelli tedeschi. Essi, avendo udito che in molte congregazioni anche dopo la liberazione dei fratelli dai campi esistevano certe tendenze indesiderabili, inviarono alle congregazioni la seguente circolare:
“A tutti i nostri diletti conservi che sono in Germania
Cari fratelli in Cristo,
“Siete finalmente liberi dal giogo nazista! Alcuni di voi avete sofferto per anni, o in prigione o in campi di concentramento o per altri tipi di persecuzione. . . .
“Nessuno che fu comunque considerato degno di speciale sofferenza per il nome del Signore ne diverrà presuntuoso e si metterà un alone da martire o si esalterà al di sopra degli altri che non furono in prigione o in campi di concentramento. Nessuno dovrebbe vantarsi presso uomini suoi simili delle proprie sofferenze. Non dimenticate che molti fratelli che rimasero a casa pure ebbero molti problemi e furono sotto dure pressioni. Il cristiano non può scegliere le sue sofferenze. È il Signore a determinarle o, piuttosto, a permetterle.
“Per questa ragione, cari fratelli, facciamo in modo di non essere ingiusti e di non parteggiare né facciamo in modo di condannare alcuno che, secondo il nostro modo di pensare, ha fatto compromesso o ne ebbe la volontà. Il Signore giudica il nostro cuore. Dinanzi a lui siamo come un libro aperto. . . .
“Il fratello Erich Frost di Lipsia è autorizzato ad assumere la direttiva nel vostro territorio. Comunque, questa disposizione, secondo le istruzioni del presidente, è solo temporanea. Il fratello Frost, nel limite del possibile, farà regolarmente rapporto al presidente sul progresso dell’opera di proclamazione.
“L’opera di predicazione, sotto la direttiva del nuovo presidente della Società, fratello Nathan Homer Knorr, è stata organizzata in maniera più completa che mai e fa grande progresso! . . .
“Famiglia della Casa Biblica di Berna
[Firmato] Frat. Zürcher”.
I fratelli Frost, Schwafert, Wauer, Seliger, Heinicke e altri, immediatamente dopo la loro liberazione, cominciarono a cercare di rientrare in possesso della proprietà della Società col pensiero di dirigere nuovamente di lì l’opera. Questo risultò in seguito impossibile a causa dell’attitudine ostile delle autorità russe.
Il fratello Frost, che nel frattempo era stato nominato sorvegliante di filiale, invitò Willi Macco di Saarbrücken, Hermann Schlömer e Albert Wandres di Wiesbaden, e il fratello Franke di Magonza a organizzare e servire le congregazioni in quelle parti della Germania Occidentale dove durante il bando erano stati direttori del servizio regionale.
Nello stesso tempo il fratello Franke cercava di acquistare, nelle vicinanze di Stoccarda, la carta da poter usare per stampare piccole edizioni de La Torre di Guardia. Si presero inoltre disposizioni per pronunciare discorsi alla radio da Stoccarda, Francoforte e Saarbrücken, richiamando in tal modo l’attenzione del pubblico sul messaggio del Regno. Infine, il fratello Franke affittò a Wiesbaden due locali da ufficio, e una settimana dopo, nella stessa casa, una stanzetta come alloggio.
Alla fine del 1945, da Magdeburgo il fratello Frost andò a Stoccarda e prese in esame le attività organizzative con fedeli fratelli che erano disposti a intraprendere il servizio continuo come servitori viaggianti o a lavorare alla Betel. Poiché la Società era registrata a Magdeburgo nella Germania Orientale, sembrò necessario aprire una sede filiale a Stoccarda nella Germania Occidentale.
Subito il fratello Frost si diresse in Olanda per incontrare il fratello Knorr e parlargli personalmente per la prima volta. Nel suo percorso si fermò a Wiesbaden e, dopo che il fratello Franke gli aveva mostrato i due locali da ufficio presi in affitto, decise immediatamente di annullare i piani per Stoccarda e di aprire l’ufficio a Wiesbaden. Questo significò che i due locali d’ufficio e il piccolo alloggio del fratello Franke dovevano divenire la casa Betel, dove presto lavoravano e mangiavano venti fratelli e sorelle.
Approssimativamente un anno dopo la città di Wiesbaden offrì al fratello Franke, a causa del suo internamento sotto il bando, un appartamento di due stanze in Wilhelminen Strasse 42, così non si trasferì soltanto il fratello Franke ma anche la Betel. La più grande delle due stanze divenne la casa Betel. Per immeritata benignità di Geova, fu possibile affittare un altro locale nella stessa casa, di cui era proprietaria una sorella, e questo servì da ufficio. Fu qui che il fratello Knorr fece la sua prima visita ai fratelli in Germania.
I fratelli si erano ripetutamente rivolti al sindaco e, sebbene egli avesse promesso loro locali, sì, perfino un’intera casa, tuttavia non avevano mai avuto nulla. Ora approfittarono della visita del presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, annunciandola con enfasi a tutti i competenti impiegati, specialmente, comunque, al sindaco, per chiedergli che cosa riteneva dovessero dire al presidente della Società, il quale era un Americano, quando avrebbe chiesto loro quale spazio era stato loro offerto per l’ufficio in cui svolgere le loro mansioni. Essi si valsero del bando di Hitler e dei loro lunghi anni di prigionia, additando ai funzionari la responsabilità che volontariamente avevano assunta di riparare le ingiustizie commesse contro i Testimoni. Quale sorpresa ebbero i fratelli quando il sindaco disse: “Perché non prendete dunque l’ala ovest dell’edificio in Kohlheck?” Era stato costruito come caserma dell’aviazione, ma non era stato finito e usato prima che terminasse la guerra. Questo era proprio l’edificio su cui avevano messo gli occhi e che parecchie volte avevano cercato di ottenere, ma senza successo.
Felici di questa informazione, essi attesero con emozione la visita del fratello Knorr, durante la quale si sarebbe potuto scrivere il contratto e farlo firmare legalmente da lui come presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati.
CONGRESSO A NORIMBERGA
Mentre i fratelli erano occupati cercando di riorganizzare le congregazioni e di provvedere loro cibo spirituale nonostante la scarsità di carta, cresceva il loro desiderio di tenere una grande assemblea. Ma organizzare in quel tempo una tale assemblea significava risolvere molti problemi, non solo riguardo alla penuria di viveri e alla mancanza di alloggi ma anche riguardo al fatto che la Germania era divisa in quattro zone militari ed era estremamente difficile viaggiare da una zona all’altra. Ciò nonostante, il fratello Frost chiese al fratello Franke di prendere le disposizioni per almeno un’assemblea di distretto in ciascuna zona di occupazione e, se possibile, di averne una a Norimberga nella zona americana.
Dopo che i primi tentativi erano falliti, un fratello andò personalmente dai funzionari di Norimberga e determinò che c’era la possibilità di tenervi dopo tutto un’assemblea. Si presero le disposizioni per il 28 e il 29 settembre. Tra i fratelli l’attesa crebbe ancora di più quando fu annunciato che il governo militare ci aveva infine offerto l’uso dello Zeppelinwiese di Norimberga.
In questo tempo era in corso a Norimberga il processo al cosiddetti “criminali di guerra” ed essi dovevano essere condannati il 23 settembre. Questa data era stata stabilita settimane in anticipo e ne era stata data notizia al mondo.
Dopo che si era reso possibile tenere l’assemblea a Norimberga, i fratelli avevano deciso all’ultimo minuto di prolungarla di un giorno così che sarebbe terminata il lunedì 30 settembre. Dopo avere riorganizzato i treni speciali e aver preso tutte le altre disposizioni per questo terzo giorno di assemblea, le radio e i giornali improvvisamente annunciarono al mondo che le sentenze emesse al processo di Norimberga per i crimini di guerra non sarebbero state rese pubbliche fino al 30 settembre. Ciò fece sorgere problemi, poiché il governo militare americano aveva timore che a Norimberga potessero esserci dimostrazioni e perciò impose il coprifuoco. Questo significò che il lunedì nessuno avrebbe potuto assistere dalla città al discorso pubblico. Fu dunque riprogrammato per la domenica sera alle 19,30, col fratello Frost che avrebbe parlato sul soggetto “I cristiani nel crogiòlo”. La gioia dei 6.000 fratelli presenti fu indescrivibile quando seppero che a udire questo discorso eran venute da Norimberga altre 3.000 persone.
Quantunque i dipendenti del governo militare americano in principio cercassero di interrompere il terzo giorno della nostra assemblea a causa della sentenza emessa quello stesso giorno contro i criminali di guerra, i fratelli riuscirono ad averla vinta. Dopo prolungati negoziati, i dipendenti militari ritrattarono la loro richiesta. Come avrebbero potuto proibire ai testimoni di Geova, che per tanti anni avevano resistito a quelli che ora eran processati, di concludere la propria assemblea in pace e senza disturbo?
Così il lunedì mattina all’assemblea, che aveva il motto “Forti di cuore per il periodo del dopoguerra”, i fratelli ebbero un altro punto notevole quando fu pronunciato il discorso “Intrepidi dinanzi alla cospirazione mondiale”.
Chi può descrivere come si sentirono i 6.000 fratelli radunati quando si resero conto come Geova aveva diretto le cose? Pensate: dopo il crollo del regime nazista, i testimoni di Geova, che hanno per il genere umano un vero messaggio di pace, furono i primi ai quali fu consentito di riunirsi in assemblea in questo campo che un tempo era stato il luogo delle parate di Hitler. E possiamo immaginare la loro reazione quando pensarono al fatto che in questo medesimo terzo giorno della loro assemblea erano state pronunciate condanne a morte contro i rappresentanti di quel sistema omicida che aveva cercato di sopprimere i testimoni di Geova? Il presidente dell’assemblea disse: “Solo la possibilità d’essere in vita in questo giorno, che è una previsione del trionfo del popolo di Dio sui loro nemici nella battaglia di Armaghedon, è valsa nove anni di campo di concentramento”. La sua dichiarazione fu ripresa dalla stampa e divulgata in tutto il mondo.
MISURE DI SOCCORSO DALL’ESTERO
Nel 1947 i fratelli Knorr, Henschel e Covington poterono visitare i fratelli in Germania. Durante la loro visita si presero disposizioni per tenere un’assemblea a Stoccarda, sabato e domenica, il 31 maggio e il 1º giugno. Poiché nella città non c’erano sale disponibili per il fatto che era stato bombardato tutto, si trovò un posto per l’assemblea in un sobborgo vicino. Vi furono approssimativamente 7.000 presenti.
Durante questa visita del fratello Knorr gli fu evidente che le spedizioni di cibo e indumenti dell’opera di soccorso della Società dovevano continuare. In Svizzera i fratelli avevano offerto molti doni in forma di generi alimentari e indumenti per alleviare le rimarchevoli strettezze dei fratelli tedeschi, mostrando così il loro amore fraterno. Ma il fratello Knorr si rattristò tanto per loro che decise di dire ai fratelli che si sarebbero riuniti in assemblea al congresso di Los Angeles dopo solo alcune settimane qual era la loro condizione e di incoraggiarli a offrire cibo e indumenti. I fratelli tedeschi, comunque, non erano specialmente consapevoli della loro condizione, tanto furono felici e grati che Geova avesse preparato per loro questo banchetto spirituale, al culmine del quale il fratello Knorr era in mezzo a loro.
Quando egli ebbe narrato ai fratelli negli Stati Uniti ciò che aveva osservato in Germania e li ebbe incoraggiati a offrire generi alimentari, i fratelli offrirono spontaneamente $140.000, somma che fu usata per acquistare dall’organizzazione CARE 22.000 grandi pacchi di generi alimentari da mandare in Germania. Per giunta, essi offrirono 220 tonnellate di indumenti: vestiti, biancheria e scarpe per uomini, donne e fanciulli.
Appena fu annunciato che era stata fatta la spedizione, nella Betel si fecero i preparativi per una rapida e agevole distribuzione. In un sobborgo di Wiesbaden affittarono un locale di locanda (Gasthaus) dove selezionarono e distribuirono gli indumenti. Ogni proclamatore che era stato attivo nel servizio di campo per sei mesi, in altre parole, che non si era presentato solo per ottenere un pacco CARE, fu registrato, poiché c’era per ciascuno di loro un grande e generoso pacco di generi alimentari.
Era appena iniziata la distribuzione che giunsero alla filiale montagne di lettere in cui i fratelli esprimevano il loro apprezzamento. Era commovente vedere con quale apprezzamento i fratelli accettavano questi doni e come si sentivano indotti a ringraziare sia Geova che i donatori, i loro fratelli d’America. Molto spesso qualcuno smetteva di lavorare per asciugarsi le lagrime che queste lettere facevano venire ai loro occhi. Come esempio, un padre, dopo aver aperto il pacco e averne visto il contenuto, si inginocchiò col suo figlio dodicenne e in preghiera ringraziò Geova per questo amorevole dono dei suoi fratelli.
Il fratello Knorr prese anche disposizioni per mandare in Germania quasi un milione e mezzo di copie dei libri “Sia Dio riconosciuto verace”, Il Nuovo Mondo e “La verità vi farà liberi” come dono. Col denaro raccolto dalla distribuzione di questi libri si doveva costituire un fondo, in base a cui la filiale avrebbe potuto operare. Così Geova ebbe cura di ogni cosa necessaria affinché in Germania l’opera riprendesse di nuovo.
AVANZATA NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ DEL DOPOGUERRA
L’anno 1948 cominciò nella Germania meridionale e nel territorio della Ruhr, con una serie di scioperi per protestare contro la scadente situazione alimentare. Le razioni di carne e di grasso erano state ulteriormente ridotte. Mentre l’ONU aveva dichiarato che era necessaria una razione di 2.620 calorie al giorno, ciò che poteva ottenersi in molti luoghi era molto al di sotto di ciò, solo 1.000 o forse addirittura 700 calorie. Quasi tutti avevano fame, e la situazione peggiorava, dando luogo a un generale senso di amarezza.
Ciò nondimeno, il popolo di Geova cominciò il nuovo anno pieno di zelo ed entusiasmo. Un’adunanza speciale fu tenuta in ciascuna congregazione il 1º gennaio con un totale di 38.682 presenti, e nello stesso mese fecero rapporto di servizio di campo 27.056 proclamatori, 2.183 più del mese prima. Era il tempo di cominciare la campagna annuale Torre di Guardia, ma ciò che qui in Germania in realtà ci occorreva erano le copie personali de La Torre di Guardia per noi stessi. Era un problema, specialmente in vista delle angustiose condizioni causate dalla scarsità di carta oltre che da tutte le altre difficoltà. Il fratello Knorr prese disposizioni secondo cui una quantità di Torri di Guardia sufficientemente grande fu stampata in Svizzera e mandata in Germania così che in gennaio non solo ogni proclamatore ebbe la propria Torre di Guardia, ma ogni congregazione fu fornita di un numero superiore a questa quantità, permettendo a molti regolari frequentatori dello studio Torre di Guardia di ottenere la loro propria copia personale. Fummo così provvisti di cibo spirituale.
In questo tempo la maggioranza delle città tedesche non era altro che cumuli di macerie. Questo poteva dirsi di Cassel; era stata quasi completamente distrutta e i primi calcoli fatti dalla commissione dell’urbanistica, istituita per occuparsi del lavoro di sgombero delle macerie, furono che ci sarebbero voluti ventitré anni solo per portare via le macerie della città. Fu qui che disponemmo di tenere un’assemblea. La città non poteva darci per la nostra assemblea nient’altro che lo spazioso prato Karlswiese, che aveva più di cinquanta grossi crateri di bombe. Ma con la loro esperienza dei campi di concentramento i fratelli si misero felicemente al lavoro, nonostante gli scettici commenti spesso ripetuti dei funzionari. Dalle case distrutte del vicinato, essi trasportarono mediante carretti circa 10.000 metri cubi di pietre e macerie secondo metodi primitivi e riempirono i crateri delle bombe. Questo richiese quasi quattro settimane.
Queste settimane furono una prova, perché i fratelli avevano appena cominciato il lavoro che cominciò a cadere la pioggia, e non smise finché ebbe inizio l’assemblea. Benché inzuppati, essi non permisero che né il duro lavoro né la pioggia spegnessero il loro spirito. Quando la gente diceva loro che era impossibile tenere una tale assemblea al Karlswiese con questa specie di tempo, con ottimismo rispondevano che una volta cominciata l’assemblea avrebbero avuto bel tempo.
Proprio nel mezzo dell’opera di preparazione che progrediva rapidamente fu annunciata una riforma della moneta corrente. Si potevano aspettare inconvenienti della più spiacevole specie. Il 21 giugno fu messa in circolazione la nuova moneta, e a ciascun cittadino delle tre zone occidentali venivano dati, per sessanta vecchi Reichsmark, quaranta marchi della nuova moneta. Un mese dopo ricevettero altri venti Deutsche Mark. I conti bancari furono ridotti a un decimo del vecchio ammontare in Reichsmark e, nella maggioranza dei casi, furono momentaneamente congelati.
Il valore della nuova moneta fu subito evidente. Le provviste accumulate divennero improvvisamente disponibili per la vendita, e molte cose necessarie di cui ci si era privati per anni potevano ora acquistarsi nei negozi. Ma i nostri fratelli si rendevano conto dei loro bisogni spirituali ed erano disposti a investire i loro marchi per assistere all’assemblea. Molti vendettero oggetti di valore come macchine fotografiche, e così via, per sostenere la spesa. La mano di Geova non fu troppo corta da non poter aiutare quelli che mettevano gli interessi del Regno al primo posto. Come esempio, la sorella Neupert di Monaco narra: “I miei alveari erano in pericolo perché non avevo zucchero e non mi potevo permettere di comprarne, ma per me Cassel era più importante. E non fui delusa. Tornata a casa, trovai che le mie api avevano lavorato con tale zelo che quell’anno potei raccogliere circa 1.000 chili di miele”.
Quando i fratelli responsabili della filiale arrivarono a Cassel furono accolti con le parole di Isaia 12:3: ‘Con esultanza . . . attingerete acqua’. I fratelli avevano scritto queste parole su uno striscione e l’avevano appeso sull’ingresso del prato. Altri, ancora occupati ad attingere acqua dai rimanenti crateri delle bombe così che il terreno si asciugasse più presto, li accolsero con la loro versione della scrittura: ‘Con vasche . . . attingerete acqua’.
Diciassette treni speciali si diressero su Cassel, e il venerdì mattina, dopo settimane di rovesci di pioggia, il sole rifulse da un chiaro cielo turchino su più di 15.000 presenti. Il numero dei presenti giunse a 17.000 il secondo giorno e toccò il culmine al discorso pubblico quando gli uscieri contarono 23.150 persone, non incluse le frotte di cittadini di Cassel che stavano in piedi nelle vie intorno al luogo dell’assemblea. I giornali di Cassel parlarono di “25.000 o 30.000 persone nel Karlswiese”.
Anche il sindaco fu presente e pronunciò un breve discorso ai fratelli, la cui opera gli aveva fatto grande impressione. Prevalse il bel tempo e il capo della polizia cattolico disse ai fratelli, il secondo giorno durante una visita al luogo dell’assemblea: “Sembra che abbiate un buon numero con quello lassù!” Quindi dopo una pausa aggiunse: “Uno migliore del nostro”.
Uno dei molti punti notevoli di questa assemblea si ebbe quando ogni presente ricevette una copia gratuita del libro “La verità vi farà liberi” e due copie dell’opuscolo L’allegrezza per tutto il popolo. Un altro aspetto notevole fu il servizio di campo. I fratelli furono portati con treni speciali a lavorare tutti i paesi vicini, fino a Paderborn, così che questa città vescovile fu completamente lavorata in un giorno. A questa assemblea furono battezzati 1.200 nuovi fratelli e sorelle.
Il risultato della volontà del popolo di Geova di mettere al primo posto gli interessi spirituali fu pace, unità e incremento. Durante il mese del congresso, in luglio, fecero rapporto di servizio 33.741 proclamatori, e questo salì in agosto a 36.526. L’anno di servizio terminò con un aumento dell’83 per cento. Il numero delle congregazioni crebbe, e il 15 ottobre fu formata una nuova divisione di circoscrizioni, essendovene ora settanta.
Fu anche nel 1948 che furono installate nella Betel di Wiesbaden le prime macchine da stampa piano-cilindriche. Poiché nello stesso tempo era arrivata come dono da Brooklyn una grande fornitura di carta, fu possibile cominciare a stampare in grandi proporzioni. Due macchine funzionarono per molto tempo giorno e notte. Ma molti estranei erano curiosi di sapere come ci era stato possibile ottenere quelle due macchine, giacché in quel tempo nessuna ditta era in grado di produrle. Erano macchine da stampa appartenute a un ex milionario ed erano state gravemente danneggiate da un’incursione di bombardieri a Darmstadt. Dopo il 1945 le parti in ferro furono tratte da quest’uomo e dal direttore del suo ufficio di sotto le macerie, e portate alla fabbrica di Johannisberg sul Reno dove in origine erano state fatte. Felici di avere qualche cosa da fare per i loro operai, ripararono completamente queste macchine. Frattanto, la segretaria di questo stampatore un tempo ricco, che presto divenne sua moglie, aveva imparato la verità e aveva usato la sua influenza affinché quest’uomo vendesse le macchine alla Società a un prezzo incredibilmente basso.
Anche prima di ciò i fratelli erano stati in grado di produrre per circa un anno e mezzo da quattro a seimila riviste al mese in un piccolo stabilimento tipografico a Karlsruhe. Era stato un impianto nazionalsocialista e fu preso dalle forze di occupazione americane perché venisse messo a disposizione di persone perseguitate dal regime nazista. Poiché i componenti della Betel appartenevano a questo gruppo, questo piccolo stabilimento tipografico fu messo al loro servizio a condizione che ne assumessero essi stessi la direzione. Fu affidata a Erwin Schwafert la responsabilità di dirigerlo e fare in modo che vi fossero stampate le Torri di Guardia finché non potessimo continuare il lavoro con il nostro proprio stabilimento.
Un problema speciale era la distribuzione. Benché il numero dei proclamatori crescesse mensilmente, il governo militare non era in grado di darci più carta. Dovemmo quindi fare ogni mese un nuovo piano di distribuzione, secondo cui su sei o sette proclamatori era disponibile una Torre di Guardia. Questa fu anche una delle ragioni per cui il fratello Knorr compì ogni sforzo per far stabilire legalmente la Società a Wiesbaden come organizzazione filiale della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania. Così sarebbe stato presto possibile provvedere la carta da fuori della Germania per soddisfare la crescente richiesta da parte dei fratelli del materiale di studio. Ma essi avevano anche bisogno di letteratura per lavorare di casa in casa. Fino al 1948 erano state disponibili per i fratelli solo alcune pubblicazioni, principalmente opuscoli, e questi erano stati dati a prestito per una o due settimane.
Nel 1949 le aumentate forniture di carta resero possibile accrescere considerevolmente il lavoro di stampa. Si stamparono 40.000 copie de La Torre di Guardia del 1º gennaio 1949 e questa cifra crebbe, raggiungendo 80.000 copie per il numero del 15 aprile, 100.000 per il numero del 1º maggio e 150.000 per il numero del 15 maggio.
Mentre alla celebrazione della Commemorazione nel 1947 in tutte e quattro le zone della Germania ci furono 35.840 presenti, un anno dopo ce ne furono 48.120, e nel 1949 il numero dei presenti alla Commemorazione era salito a 64.537 persone. Anche qui ci furono a volte problemi da risolvere. Per esempio, a Holzheim vicino Göppingen la celebrazione della Commemorazione del 1948 fu tenuta con la “protezione” della polizia. Come accadde questo? Il fratello Eugen Mühleis spiega: “Al ministro era stato proibito celebrare il pasto serale nella Chiesa Evangelica perché nella comunità era scoppiato il tifo. Il direttore della scuola dove avevamo disposto di tenere la nostra celebrazione della Commemorazione tentò ora di impedircelo. Il dipartimento di sanità ci aveva concesso il permesso, ma aveva stabilito parecchie restrizioni che si sarebbero dovute osservare per impedire la diffusione della malattia contagiosa. Un poliziotto fu mandato ad assistere alla nostra celebrazione della Commemorazione per assicurare che queste restrizioni fossero osservate”.
Al principio del 1949 la stamperia di Wiesbaden fu ampliata; lavoravano otto macchine da stampa e due di esse erano in funzione giorno e notte. Nel corso dell’anno furono mandati da Brooklyn circa un milione e mezzo di libri, la cui distribuzione creò una più ampia base per nuove visite ulteriori e studi biblici. Le file dei proclamatori crebbero di mese in mese, con 43.820 che fecero rapporto nell’agosto del 1949. Per l’anno di servizio si raggiunse un aumento di proclamatori del 33 per cento.
OPPOSIZIONE NELLA GERMANIA ORIENTALE COMUNISTA
Del tutto diverso fu lo svolgimento dell’opera nella Germania Orientale e nel settore orientale della città di Berlino, i quali, alla fine della seconda guerra mondiale, furono occupati dalla Russia sovietica e governati dall’amministrazione militare sovietica. Molti suoi ufficiali militari non sapevano molto intorno ai testimoni di Geova, eccetto che avevano resistito alla brutale persecuzione dei nazisti. Ci fu in principio comparativamente poca interferenza, ma, mentre le congregazioni prosperavano e molti cominciavano a mostrare interesse nel messaggio del Regno, l’amministrazione militare sovietica divenne diffidente della nostra opera, giacché essa sembrava sfuggire al loro controllo. Spesso c’erano alle nostre adunanze pubbliche folle più grandi di quante non ne assistessero alle riunioni politiche del partito comunista, che erano promosse dal governo militare.
I funzionari sovietici locali cominciarono a ridurre apertamente le attività delle congregazioni e dei singoli proclamatori. Alcuni del clero della cristianità videro la loro opportunità di mostrarsi buoni amici dei comunisti. Mentendo essi calunniarono i fratelli e dissero che erano contro le autorità e influenzavano il popolo facendogli opporre una specie di resistenza passiva allo sforzo di ripresa del governo militare per la desolata economia della Germania Orientale, predicando il regno di Dio come sola speranza per il genere umano.
Queste interferenze spinsero i fratelli che lavoravano nell’ufficio della Società a Magdeburgo a rivolgersi alla sede dell’amministrazione militare sovietica situata a Berlino Est. Dapprima i loro sforzi furono accolti secondo il principio generalmente seguito di “nulla è proibito, nulla è permesso”. Ma infine i fratelli riuscirono a ottenere dal comando generale un certificato a conferma che i testimoni di Geova operavano legalmente. In alcuni casi dove avvenivano queste interferenze fu utile presentare questo documento, ma sembrava che altri funzionari ritenessero il comando generale molto lontano e si considerassero i signori di se stessi.
Dopo la guerra, Berlino, ex capitale del Reich tedesco, fu divisa dai quattro vincitori alleati in quattro settori con amministrazione governativa parzialmente indipendente e parzialmente in comune. Il dissenso divenne veemente quando i Russi imposero un blocco ai settori occidentali di Berlino dopo che era stata iniziata nel 1948 la riforma economica. Gli alleati occidentali forzarono il blocco valendosi del loro diritto di seguire corridoi aerei non soggetti a controlli, e così mediante un “ponte aereo” fornirono la popolazione dei tre settori delle cose necessarie alla vita. Al tempo in cui si raggiunse un accordo e i Russi tolsero il blocco, Berlino era definitamente una città divisa, Berlino Est sotto il governo comunista e Berlino Ovest con certi legami verso la Repubblica Federale Tedesca.
Nel 1948 fu indetta un’assemblea di distretto a Lipsia, ma i funzionari militari russi si rifiutarono di dare il permesso. Si fecero quindi i piani per usare il Waldbühne (Palco della Foresta) situato in un bel luogo del settore britannico di Berlino. C’erano continue difficoltà. Non soltanto la riforma monetaria e il cattivo tempo; sorgeva la più importante domanda: Come le migliaia di persone provenienti da ogni parte della Germania Orientale entreranno nella città di Berlino chiusa dal blocco? Infine ricevemmo il permesso di servirci di treni speciali per venire nella città, così, nonostante la critica situazione politica, quasi 14.000 si riunirono il primo giorno in assemblea. Il terzo giorno c’erano oltre 16.000 presenti, e alla conferenza pubblica della domenica pomeriggio assisterono più di 25.000. I nuovi proclamatori che simboleggiarono la loro dedicazione col battesimo ammontarono a 1.069. Geova accolse il suo popolo con liberalità, avendo preparato una tavola di cibi grassi nello stesso punto focale della lotta tra i due blocchi di nazioni.
A che punto si trovava la proprietà della Società a Magdeburgo nella Germania Orientale comunista? Gli edifici in Wachtturmstrasse 17-19 erano stati restituiti nel 1945 subito dopo la fine della guerra ed erano già stati restaurati per il 95 per cento, mentre quello situato in Leipziger Strasse 16 era stato restaurato per circa il 90 per cento. I nostri fratelli avevano riedificato la proprietà distrutta, offrendo volontariamente i loro servizi senza compenso. La decisione del governo dello stato di Sassonia del 24 giugno 1949 fece restituire alla Società il resto della proprietà, situato in Fuchsberg 5-7 e in Wachtturmstrasse 1-3. Quel mese il numero totale dei proclamatori nella Germania Orientale dei quali si occupò l’ufficio filiale di Magdeburgo giunse a 16.960.
C’era una grande richiesta di verità biblica. I sorveglianti viaggianti riferiscono che spesso da 100 a 150 persone erano presenti alle adunanze pubbliche di congregazioni che avevano solo 30 o 40 proclamatori. Nelle città grandi i presenti ai discorsi spesso giungevano fino a oltre mille persone. Si iniziarono molti studi biblici; in una congregazione i proclamatori ne avevano in media 3,8. I sorveglianti viaggianti non avevano sempre le cose facili. Alcuni di essi andavano in giro con vecchie biciclette prese a prestito, alcune delle quali non avevano le ruote di gomma, ma solo i cerchioni di metallo. Dovevano fare lunghi viaggi. E poi c’era il problema delle tessere di razionamento. Un sorvegliante di circoscrizione narra che il certificato emesso dall’ufficio del lavoro che lo designava come “predicatore” non fu rinnovato, il che significava che era senza tessera di razionamento.
Un altro sorvegliante di circoscrizione racconta: “A ogni discorso erano presenti diverse spie. Una volta i fratelli non erano del tutto sicuri di un uomo che aveva abiti civili. Prima che il discorso cominciasse andai da lui e gli chiesi: ‘Mi scusi, agente, potrebbe dirmi l’ora esatta?’ Egli la disse, e siccome non sembrò sorpreso a come l’avevo chiamato comprendemmo che era un poliziotto in abiti civili”.
L’inimicizia dei funzionari russi e tedeschi comunisti continuò ad aumentare. Ancora una volta si dispose che un’assemblea di distretto per i fratelli che abitavano nella Germania Orientale si sarebbe tenuta dal 29 al 31 luglio 1949 nel Waldbühne di Berlino. Questo congresso fu tenuto all’ombra delle nubi di persecuzione che si andavano addensando, ma mostrò la determinazione dei nostri fratelli di continuare a servire Geova con cuore completo. I preparativi furono fatti il più quietamente e il meno clamorosamente possibile. C’erano già stati parecchi attacchi comunisti contro la libertà religiosa della Germania Orientale. Per esempio, un’assemblea di circoscrizione in Sassonia era stata annullata all’ultimo minuto e la violenza lasciò alcuni Testimoni feriti.
Potemmo disporre di otto treni speciali. Circa 8.000 persone avevano già pagato più di 100.000 Deutsche Marck per i biglietti, quando, solo alcune ore prima della partenza, i treni furono annullati. Le ferrovie si rifiutarono di rimborsare il denaro del biglietto prima della scadenza di due settimane. Migliaia di Testimoni aspettavano nelle stazioni i treni speciali, solo per sentirsi dire che erano stati annullati. La polizia bloccò tutte le strade che conducevano a Berlino e perquisì tutte le auto, gli autobus e gli autocarri per trovare chiunque andasse al congresso. Ma la sera del primo giorno dell’assemblea furono presenti almeno 16.000 persone. Al discorso pubblico della domenica assisterono più di 33.000. I malvagi attacchi e gli sforzi del nemico non avevano fatto altro che dar luogo a una enorme testimonianza contro di loro.
Le misure dittatoriali rivolte contro di noi furono subito note e, sebbene alla stampa non fosse stato mandato nessun invito, numerosi cronisti comparvero per scrivere racconti sensazionali sui tentativi dei comunisti per impedire ai Testimoni di giungere a Berlino. Il sabato sera il sorvegliante di filiale, Erich Frost, lesse alle migliaia di persone riunite in assemblea una risoluzione, che fu riferita la stessa sera dalla RIAS, la stazione radio americana di Berlino. Il fratello Frost mise in risalto la loro coraggiosa determinazione con le parole: “È il Bolscevismo migliore degli altri sistemi? Credono i comunisti di dover finire ciò che Hitler iniziò? Noi non abbiamo paura dei comunisti come non avemmo paura dei nazisti!”
La risoluzione approvata all’assemblea di distretto di Berlino comprese una secca protesta contro i bandi antidemocratici e anticostituzionali e la limitazione dei servizi religiosi in Sassonia e la confisca di locali usati per tale scopo. Questa risoluzione fu mandata con una lettera di accompagnamento, con la data del 3 agosto, alla principale amministrazione militare sovietica della Germania a Berlino. Ne furono anche mandate copie a 4.176 preminenti funzionari pubblici o a quelli che avevano a che fare con giornali quotidiani, stazioni radio, agenzie di notizie, e così via, sia a Berlino che nella Germania Occidentale e Orientale. Così fu richiamata l’attenzione di tutti sulla presa di posizione comunista e sulla determinazione dei veri cristiani. In agosto, un mese dopo il congresso, nella Germania Orientale i testimoni di Geova raggiunsero un nuovo massimo di proclamatori, 568 più di quanti avessero fatto rapporto in precedenza!
La campagna promossa contro i testimoni di Geova continuò ad assumere proporzioni sempre più grandi. La libertà di religione si andò sempre più restringendo. Furono emanati bandi contro gli studi biblici, i poliziotti facevano irruzione e interrompevano i servizi religiosi, i fratelli erano licenziati dai loro impieghi statali o municipali a causa della loro religione. Una petizione che richiedeva una garanzia della vera libertà religiosa fu presentata al governo della Repubblica Democratica Tedesca il 18 febbraio 1950. Ne risultarono maggiori casi di incostituzionali interruzioni di servizi religiosi, confisca di letteratura e arresti di parecchi ministri che avevano la direttiva. Il 27 giugno 1950 un’altra petizione dei testimoni di Geova della Germania Orientale fu mandata al governo, diretta al presidente dei ministri Otto Grotewohl. Quindi la crudele mano del comunismo colpì duramente.
Di buon’ora la mattina del 30 agosto 1950 le forze di polizia comuniste al comando di due ufficiali russi fecero irruzione nella nostra Betel di Magdeburgo. Arrestarono tutti i fratelli eccetto uno, che tennero come “custode”. La lettera del Ministero dell’Interno che comunicava il bando alla Società Torre di Guardia di Magdeburgo aveva la data del 31 agosto. Ma la polizia non presentò questa lettera all’unico fratello lasciato, al “custode”, fino al 3 settembre.
Sorelle della Betel danno testimonianza d’aver visto ciò che accadde quella mattina del 30 agosto: “Verso le 5 della mattina suonò il segnale d’allarme. Mi vestii in fretta . . . Appena aprii la porta per scendere sotto, mi trovai davanti due poliziotti che dissero che dovevo rimanere nella mia stanza. Quindi uno degli agenti entrò e mi disse di aprire il guardaroba. Mi rifiutai finché non mi mostrò la sua identificazione. Tirarono giù tutto. . . .” Come aveva fatto la polizia a entrare nella casa Betel? Un’altra sorella ci narra: “Guardai fuori della finestra della stanza 23 e notai un poliziotto che si arrampicava sul cancello. Altri erano già dentro. Il guardiano notturno si era rifiutato di aprir loro il cancello. Calcolo che ci fossero almeno da 25 a 30 poliziotti nel gruppo, nessuno di essi in uniforme”.
La sorella Bender, che in quel tempo prestava servizio nella Betel di Magdeburgo e ancora presta fedelmente servizio nella Betel di Wiesbaden, racconta la sua esperienza: “Il 30 agosto 1950, tra le 4 e le 5 del mattino, la polizia della Germania Orientale venne alla casa Betel. Tutti dovettero restare nella loro stanza, ma verso le 10 io uscii dalla Betel senza essere notata dalla polizia scendendo dal balcone del primo piano giù per la scala antincendio e scavalcando il recinto tra la nostra proprietà e quella del vicino. Pur avendo visto la polizia nella strada uscii con indifferenza dalla proprietà del vicino e andai a casa di un fratello dov’erano tenuti alcuni documenti della Società. Li presi e un fratello mi portò in auto a Berlino”. In questo modo fu possibile salvare alcune registrazioni.
Tutta la letteratura fu confiscata e portata via con l’autocarro della Società. La stessa cosa avvenne dei viveri depositati nella cucina. Solo alle sorelle fu permesso di tenere le loro tessere di razionamento. Un testimone oculare racconta: “Nel frattempo — come osservammo — avevano quietamente condotto via i fratelli a due a due . . .”
Era iniziata un’ondata di persecuzione. Quando venne ad arrestare un fratello, la polizia fu da lui accolta con l’uniforme a strisce che era stato costretto a indossare nel campo di concentramento nazista! Furono fatti processi da burla e ancora una volta l’opera dei testimoni di Geova si ritirò nella clandestinità.
Lothar Wagner fu uno dei fratelli che nel 1950 venne condannato a un lungo periodo di prigione. Egli descrive vivamente come poté mantenere la sua integrità durante sette anni di segregazione cellulare:
“Il 30 agosto 1950 fui arrestato a Plau, in Mecklenburg, e il 4 ottobre 1950 fui condannato a quindici anni di penitenziario dall’alta corte della DDR di Berlino. A causa dell’agitazione che ci fu in Ungheria nel 1956 la condanna fu ridotta a dieci anni.
“Questi dieci anni (e sei settimane di detenzione in attesa delle investigazioni, che non furono dedotte dalla condanna) li trascorsi nel penitenziario di Brandenburg-Görden. Di lì fui rilasciato il 3 ottobre 1960.
“In questo tempo trascorsi sette anni nella segregazione cellulare. Nei primi tre anni il solo contatto che ebbi con il mondo esterno fu una lettera, della misura di mezzo foglio di carta dattilografica, consistente di quindici righe, che mi era consentito scrivere e ricevere ogni mese, secondo che il contenuto fosse approvato o no dalla polizia. Fino al 1958 il lavoro era considerato un privilegio, perciò non mi era concesso di lavorare. Dal 1958 fu considerato una punizione, quindi dovetti lavorare.
“Quando si è per tanti anni in segregazione cellulare c’è fra le molte altre vessazioni un principale nemico, contro cui si deve combattere: il tempo. Si deve vincere il tempo.
“Risolsi questo problema del tempo nella seguente maniera: L’unità rafforza, questo vale anche per il tempo. Se l’intero periodo di prigionia che assommava a quindici anni è considerato una unità, si è quasi schiacciati da questo volume di tempo, perché è semplicemente al di là della nostra immaginazione e questo immenso spazio di tempo si presenta come un mostro. Bisogna cercar di prevalere e sottomettere il tempo. Quando i governanti di questo mondo cercano di governare un gran numero di persone che non possono padroneggiare, spesso seguono il principio: Dividi e impera!
“Riguardo al tempo io applicai questo principio; divisi il tempo. Calcolai non gli anni o i mesi, sì, nemmeno le settimane e i giorni, ma, piuttosto, tutt’al più, le ore. La mattina diciamo alle 7,00 non mi chiedevo: Che cosa farò oggi? ma: Che cosa farò fino alle 9,00?
“All’improvviso tutto sembrò diverso. Una o due ore non suscitavano timore. Potevo facilmente prevalere fino a quell’ora. Ma c’era ancora un altro problema: Con che cosa si doveva colmare il tempo? Non si potevano ottenere carta e matita. La sola vera occupazione era di mantenere la cella pulita e di mangiare. Anche se entrambe queste cose si facevano completamente e il più lentamente possibile non ci si poteva riempire l’intera giornata. Naturalmente, col pensiero, si partecipava fino ai limiti possibili a tutti i rami del servizio teocratico, dallo studio personale ai congressi internazionali, dal servizio di casa in casa alle conferenze bibliche. Ma nonostante tutto c’erano spesso una o due ore del giorno quando non c’era niente da fare, e queste erano le più pericolose, perché, a causa della trascuratezza, dello sconforto o dell’abbattimento si poteva facilmente demolire tutto ciò che era stato laboriosamente edificato nell’intero giorno.
“Un giorno scoprii un ‘orologio’ che per molti anni mi aiutò a impiegare in modo utile questo tempo pericoloso e improduttivo. Scoprii che mancavano ancora due ore al tempo del pranzo. Camminai avanti e indietro nella mia cella, cinque passi avanti e cinque passi indietro, e mentre facevo questo cantavo cantici del Regno. Quando finii il trentesimo cantico, la porta si aprì e il pranzo fu servito. Mi ero concentrato sul testo dei cantici e non avevo nemmeno notato che il tempo era passato. Questa fu una scoperta che mi salvò dal provare monotonia e abbattimento per molti anni. Per parecchie settimane mi concentrai in modo da completare il mio deposito di cantici del Regno. Quando non sapevo con esattezza il testo semplicemente facevo una strofa o due. Usavo le melodie di canzoni mondane che mi piacevano per fare cantici del Regno pensando a un testo teocratico. Così alla fine ebbi nella mia collezione 100 cantici del Regno, tutti numerati, che potevo cantare. Un cantico durava esattamente quattro minuti, quindi potevo calcolare con esattezza quanti cantici dovevo cantare per occupare una certa quantità di tempo. Nel corso degli anni cantai almeno per due ore al giorno, che sarebbe trenta cantici del Regno. Così una volta ebbi la possibilità di cantare per l’intero giorno dalla mattina fino alla sera quando non mi sentii di fare nient’altro. Quale abbondanza di pensieri incoraggianti ed edificanti contengono i nostri cantici del Regno! Quando si usa il testo di ciascun cantico come schema si può facilmente svolgere da ciascun cantico un discorso: un’ulteriore possibilità di occupare il tempo senza soffrire spiritualmente. Si può invero dire che i nostri cantici del Regno sono cibo a suo tempo.
“Sono molto grato a Geova che con l’aiuto del suo spirito io sia potuto rimanere spiritualmente forte in questi dieci anni che sono stato reciso dalla sua organizzazione. Desidero incoraggiare tutti a mostrare dovuto apprezzamento per tutto il cibo spirituale che ci viene dato poiché non sappiamo esattamente in che modo qualche volta ci sarà utile. Se consumiamo con regolarità il cibo spirituale a suo tempo, questo ci aiuterà nei tempi di speciali difficoltà, nei quali saremo soli, a confidare in Geova e a mantenerci saldi dalla sua parte”.
Dal 1º settembre 1955 al 31 agosto 1961 la Società mantenne una bella filiale a Berlino Ovest, che permise di prestare migliore attenzione alle speciali circostanze di questa città divisa. Risultò anche una buona disposizione per avere stretti legami organizzativi fra Berlino Ovest e la Germania Orientale.
Su questi legami fra i testimoni di Geova che abitavano nella Germania Orientale e a Berlino Est e nell’Occidente influì avversamente una svolta degli avvenimenti del 1961 sui quali i Testimoni personalmente non ebbero alcun controllo. Poco dopo la guerra, sempre più profughi lasciavano la Germania Orientale e affluivano a Berlino Ovest e nella Germania Occidentale, in genere per l’insoddisfazione verso la politica del regime. Poiché le autorità della Germania Orientale non permettevano ai loro cittadini di uscire dal paese, essi attraversavano il “confine verde” in segreto come profughi. Le autorità cercarono di contrastare questa fuga di profughi aumentando i controlli alla frontiera, verificando le persone sui treni e nelle vie oltre che con leggi più vigorose contro “la fuga dalla repubblica”. Un modo relativamente conveniente di andare in occidente era quello di passare per il settore orientale di Berlino. Nella prima metà del 1961 il flusso dei profughi era salito a 20.000 persone al mese; in luglio superò le 30.000. Un totale di oltre tre milioni di abitanti, un sesto della popolazione totale, avevano lasciato proprietà e possedimenti nella Germania Orientale ed erano fuggiti come profughi a Berlino Ovest e nella Germania Occidentale.
Per impedire un’ulteriore diserzione dal loro territorio le autorità comuniste intrapresero un’azione rigorosa. Di buon’ora la mattina del 13 agosto 1961 cominciarono a costruire un muro in cemento e filo spinato, con una spianata “striscia della morte” e sistemi di allarme automatico e guardie pronte a sparare, lungo i 50 chilometri di confine tra i settori orientale e occidentale della città e anche lungo i 120 chilometri di confine fra i tre settori occidentali e la Germania orientale. Questo restrinse il nodo intorno a Berlino Ovest e improvvisamente pose fine al pesante traffico che, nonostante i controlli, ancora attraversava le due sezioni della città. I testimoni di Geova che abitavano nella Germania Orientale non poterono più ottenere letteratura andando a prenderla a Berlino Ovest o comunicando con la filiale di quel luogo, né poterono assistere alle assemblee che si tenevano nella Germania Occidentale.
Naturalmente, neppure prima era stato facile ottenere letteratura. Era proibito dalle autorità comuniste portare letteratura nella Germania Orientale, e perciò era punibile. I fratelli dovevano tener conto che, quando al confine si facevano le verifiche, se venivano trovate loro addosso pubblicazioni bibliche della Società, erano soggetti a lunghi periodi di prigionia. Tali viaggi richiedevano perciò forte fede e completa fiducia in Geova.
Dall’inizio della persecuzione nel 1950 finché fu costruito nel 1961 il “muro di Berlino”, le autorità della Germania Orientale arrestarono 2.897 testimoni di Geova; 2.202 d’essi, comprese 674 sorelle, furono portati dinanzi alle corti e condannati a un totale di 12.013 anni di prigione, o a una media di cinque anni e mezzo ciascuno. Durante la loro prigionia trentasette fratelli e tredici sorelle morirono a causa di maltrattamenti, malattie, denutrizione e vecchiaia. Dodici fratelli furono originalmente condannati all’ergastolo, ma questo fu poi ridotto a quindici anni.
I fratelli della Germania Orientale presto si adattarono alla nuova situazione recata dal “muro di Berlino’. Furono impiegati altri mezzi per provvedere loro il necessario cibo spirituale ed essi continuarono con grande zelo il loro ministero cristiano. È ovvio che le autorità comuniste non se lo aspettavano. Esse tentarono di infiltrare nell’organizzazione spie che visitavano persone note come testimoni di Geova asserendo d’esser fratelli mandati dalla Società per aiutare ad adattare l’opera alle mutate circostanze. Ma i fratelli erano bene addestrati; immediatamente riconoscevano gli individui come spie.
Nel corso degli anni il numero dei fratelli arrestati e condannati diminuì nettamente. Solo quindici nuovi arresti di testimoni di Geova furono compiuti nel 1963 e nove nel 1964, mentre negli stessi due anni novantasei e quarantotto fratelli furono rilasciati dopo lunghi periodi di prigionia. Nell’estate del 1964 quattro fratelli che erano stati imprigionati per molti anni ebbero una inattesa sorpresa. Condannati in origine all’ergastolo, furono improvvisamente rilasciati e mandati nella Germania Occidentale. Arrivarono proprio in tempo per un’assemblea. Pensavano di sognare. Solo alcuni giorni prima, erano stati negli squallidi penitenziari della Germania Orientale dove si sognava soltanto di potercisi radunare con i fratelli nella libertà. E ora vedevano l’improvviso adempimento di questo desiderio nascosto nel loro cuore. Due dei fratelli, Friedrich Adler e Wilhelm Engel, erano membri della famiglia Betel di Magdeburgo. Friedrich Adler era stato arrestato e imprigionato nel 1950, due mesi prima che l’opera fosse messa al bando, mentre Wilhelm Engel era uno di quelli che erano stati arrestati quando la Betel era stata confiscata il 30 agosto 1950. Il fratello Engel fu consegnato alla Croce Rossa al confine dei settori di Berlino a causa della sua salute cagionevole. Egli fu immediatamente portato a un ospedale dove morì alcune settimane dopo. Sotto il regime di Hitler questi fratelli erano già stati in prigione fino a nove anni e a causa della loro fede avevano così sopportato complessivamente ventitré anni di prigionia. Friedrich Adler riprese il servizio alla Betel, questa volta a Wiesbaden. Poté volgere indietro lo sguardo a una vita lunga e piena di avvenimenti trascorsa nel servizio continuo, avendo già prestato servizio negli anni venti come fratello pellegrino. Indebolito dalla sua lunga prigionia, terminò il suo corso terreno nel dicembre del 1970.
Nel novembre del 1964 le autorità comuniste inflissero ai fratelli della Germania Orientale un nuovo colpo. Qualche tempo prima era stata introdotta la coscrizione militare per tutti i cittadini. I fratelli giovani si erano rifiutati di fare il servizio militare, ma in genere erano stati trattati con considerazione e la loro attitudine era rispettata. Ma ora improvvisamente, col favore delle tenebre del primo mattino, furono arrestati 142 fratelli. Questo inatteso cambiamento nella considerazione dei loro casi costituì per questi giovani fratelli una prova di fede. Furono messi in un campo di lavoro. Prima fu fatto un tentativo per farli lavorare come “soldati addetti alla costruzione”, un tipo di servizio militare sostitutivo, ma si rifiutarono unitamente di compierlo. Nonostante le punizioni rimasero saldi, e tali tentativi di coercizione furono abbandonati. Dovettero fare duro lavoro nella costruzione di ferrovie, lavorando dalle quattro del mattino alle ventuno della sera. Quando non lavoravano ricevevano istruzioni volte a convincerli che gli uomini responsabili fra i testimoni di Geova fossero agenti occidentali. In maggioranza i fratelli giovani avevano conosciuto la verità dopo che l’opera era già stata messa al bando e le autorità si sorpresero che i giovani sostenessero intrepidamente i princìpi del vero cristianesimo nonostante il massivo addottrinamento dei giovani nell’ideologia comunista atea.
Nel 1965 aumentò notevolmente l’azione di vigilanza e di disturbo dei nostri fratelli mediante spie e agenti segreti del ministero per la sicurezza dello stato. Erano perquisite molte case, i fratelli erano fermati nelle vie e interrogati. Dispositivi di spionaggio segreto erano collocati in automobili e abitazioni, sì, anche nelle stanze da letto dei fratelli. Le autorità cercarono di dare ai fratelli l’impressione che ogni movimento che facevano fosse noto alle autorità.
Naturalmente, le autorità riuscirono a raccogliere molti particolari “ascoltando” le schiette conversazioni dei fratelli. Quando erano tenute le udienze la polizia segreta cercava di far apparire che le informazioni raccolte sull’opera fossero state ricevute dal “mondo capitalistico”, dando così l’idea che lì tra i fratelli ci fosse una certa mancanza di considerazione. In tal modo cercavano di spargere i semi del dubbio e della mancanza di fiducia riguardo al Corpo Direttivo e ai fratelli negli uffici della Società. Ma i fratelli non si fecero turbare da questo e, con l’andar del tempo, cominciarono a rendersi conto anche meglio di quanto strettamente fosse stata intessuta intorno a loro la rete dello spionaggio.
Questo fu specialmente evidente quando un giorno di novembre del 1965, la mattina di buon’ora, le case dei fratelli in tutto il paese furono occupate da gruppi di otto agenti e perquisite per parecchie ore. Quindici fratelli che erano considerati “agitatori” furono arrestati e tenuti in carcere da nove a tredici mesi finché furono accusati e portati al processo. Nel 1966 ricevettero condanne fino a dodici anni, essendo la media di oltre sette anni.
Mentre questi fratelli erano trattati come pericolosi criminali, la polizia segreta dava la caccia ad altri che avevano predicato la buona notizia e si erano riuniti per adorare Geova in piccoli gruppi come avevano fatto i fratelli condannati. Essi fecero loro l’offerta che se avessero fatto rapporto della loro attività e presentato i nomi di quelli che partecipavano al ministero — questo allo scopo della sicurezza dello stato — avrebbero potuto continuare a radunarsi in piccoli gruppi, avere la loro letteratura biblica e mantenersi in contatto con i loro fratelli di altri paesi. Ma i fratelli rigettarono l’offerta non sincera delle autorità. Uno degli ufficiali brontolò: “Pensavamo di avervi tolto i capi, ma ora siamo solo riusciti a perdere di vista la vostra opera”.
Nel corso del 1969, dopo approssimativamente quattro anni di prigionia, quattordici dei quindici fratelli arrestati nella campagna del 1965 furono improvvisamente rilasciati. In maggioranza furono mandati nella Germania Occidentale. L’ultimo del gruppo fu tenuto arbitrariamente in prigione per un altro anno, fino al settembre del 1970.
Da allora la polizia segreta ha cambiato le sue tattiche, e attualmente fa uso delle regolari forze di polizia e di altre agenzie di stato per creare difficoltà ai fratelli. In alcune zone la polizia ha condannato i fratelli a pagare alte ammende per supposto disturbo della quiete quando predicavano o si radunavano. Parecchi fratelli riuscirono a far sospendere queste ammende facendo appello alla garanzia costituzionale della libertà religiosa e chiedendo d’esser messi a confronto con i testimoni la cui quiete era stata turbata. Tali testimoni naturalmente non esistevano.
In altri luoghi le autorità hanno cercato di fare pressione sui fratelli cacciandoli dalle loro case e mettendoli in alloggi scadenti, dando loro lavoro secolare a basso salario e negando ai fratelli più giovani l’addestramento specializzato per vari lavori.
Da che nella Germania Orientale l’opera fu chiusa al resto del mondo quando nel 1961 fu costruito il “muro di Berlino”, molte migliaia di persone hanno udito la buona notizia, hanno imparato la verità, si sono dedicate e sono state battezzate. Sono una prova vivente del fatto che lo spirito di Geova non può essere limitato, nemmeno da muri e fortezze costruiti dagli uomini. Così nella Germania Orientale i testimoni di Geova che hanno lavorato e vissuto sotto il bando e con grande difficoltà per più di ventitré anni possono ora dire con il re Davide: “E con il mio Dio posso scalare un muro”. — Sal. 18:29.
LE CAMPAGNE DI PREDICAZIONE HANNO SUCCESSO
In questo tempo, nella Germania Occidentale il messaggio del Regno era più volte preminentemente portato all’attenzione del pubblico. La campagna Torre di Guardia del 1949 pose il fondamento per far giungere in modo regolare il cibo spirituale nelle abitazioni di decine di migliaia di persone. A tutti quelli che frequentavano lo studio Torre di Guardia e a tutte le persone interessate si doveva offrire l’abbonamento a La Torre di Guardia. Raggiungemmo la nostra mèta? Nell’anno di servizio del 1949 furono ottenuti 59.475 abbonamenti, cifra che da allora non abbiamo mai più raggiunta!
L’opera con le riviste nelle vie era un altro modo in cui si poneva l’essenziale messaggio del regno di Dio dinanzi agli occhi del pubblico. Questa attività fu anche una spina agli occhi del clero. Nella Baviera cattolica furono fatti tentativi per impedire l’opera con le riviste nelle vie emanando leggi e regolamenti sul traffico. Si asserì che certi gruppi religiosi si sentissero molestati. Ma furono messi a tacere quando nel 1954 gli stati della Baviera e di Hesse emanarono a tutti i funzionari di polizia una dichiarazione che il ministero compiuto dai testimoni di Geova non è soggetto a restrizioni legali.
Per i mesi estivi di luglio e agosto del 1956 fu disposta una speciale campagna per portare il messaggio del Regno in tutto il territorio non assegnato. I fratelli lavorarono con entusiasmo senza precedenti, percorrendo almeno l’80 per cento di tutto il territorio non assegnato. Ci furono pochissime persone nella Germania Occidentale che quell’anno non fossero visitate da un ministro della buona notizia. Comunque, c’era spesso opposizione, specialmente nelle zone rurali, come possiamo capire dal seguente rapporto: “L’intero villaggio era in tumulto. Giovani ci seguivano di casa in casa e ci presentavano allo scopo di farci subito mandare via dalle persone. Nell’intero villaggio fu impossibile collocare sia pure un solo libro”.
Una settimana dopo la stessa congregazione lavorò un altro villaggio nello stesso territorio. I proclamatori si incontrarono alla stazione ferroviaria, considerarono insieme la scrittura del giorno e poi presero in esame le presentazioni da usare nella loro testimonianza. Un uomo si avvicinò ai proclamatori e cominciò ad ascoltare. Gli fu data una testimonianza come un testimone di Geova avrebbe fatto alla porta. Quando il fratello ebbe finito, l’estraneo trasse fuori della tasca il suo portafogli e disse: “Vorrei avere quei libri”. Risultò che quest’uomo abitava nel villaggio dove una settimana prima non era stato collocato nemmeno un libro. Nonostante l’opposizione nelle zone rurali dove il clero aveva ancora una certa influenza sugli abitanti, in questi due mesi furono collocati libri per il 166 per cento in più e riviste per il 60 per cento in più che non negli stessi mesi dell’anno precedente.
Oltre a tali campagne ce ne furono altre che misero in risalto volantini e opuscoli. Al congresso internazionale “Volontà Divina” tenuto a New York nel 1958 fu adottata un’emozionante risoluzione. Furono prese disposizioni per distribuirla in dicembre in tutto il mondo e se ne stamparono settanta milioni di copie in cinquanta lingue; ne furono stampate sette milioni in Germania. Questi volantini erano consegnati al padrone di casa personalmente, solo con alcune brevi parole di presentazione. Quando i sacerdoti nelle zone cattoliche si rendevano conto di ciò che si distribuiva avvertivano gli abitanti del villaggio. Ma dopo quattro settimane di zelante attività c’era ragione d’esser gioiosi e rallegrarsi perché, siccome questa era una buona opportunità per iniziare i nuovi nel ministero di campo, la maggioranza delle congregazioni avevano potuto fare rapporto di un aumento di proclamatori dal 10 al 50 per cento e un aumento dell’11,6 per cento fu raggiunto in tutto l’intero paese.
RICEVONO “LA LINGUA DEGLI AMMAESTRATI”
Mentre nell’organizzazione di Geova il numero dei volenterosi operai continuava ad aumentare, egli provvide per mezzo della classe del suo ‘schiavo fedele’ a dare a tutti loro, giovani e vecchi, l’addestramento di cui avevano bisogno. Il risultato è stato che i suoi servitori hanno avuto “la lingua degli ammaestrati”. (Isa. 50:4) Questo ha contribuito all’incremento. Il mondo pure ha notato l’effetto che questo addestramento ha avuto sui Testimoni. Un giornale, per esempio, narrò che l’undicenne Ingo Rücker aveva vinto una gara di lettura a Recklinghausen. “Solo gli estranei si sorprenderebbero, poiché basilarmente non c’era modo d’impedire la sua vittoria. L’undicenne Ingo Rücker era in vantaggio per la competizione perché si preparava da tre anni: Nella scuola di ministero dei testimoni di Geova . . . Era il miglior lettore della Scuola Josef, sebbene fino al traguardo fosse una gara serrata tra lui e una fanciulla che pure frequenta la scuola di ministero”. Dopo aver visitato la congregazione di Lörrach, un sorvegliante di circoscrizione scrisse: “Martedì sera accadde qualche cosa di speciale. Mentre venivano svolte le parti assegnate alle sorelle improvvisamente andò al podio una sorella anziana. Non solo ella tenne una scorrevole considerazione senza nessuna nota eccetto la Bibbia che aveva in mano; inoltre, osservò tutte le regole dell’oratoria. Quando chiedemmo alla sorella la sua età, ci disse che aveva compiuto i novant’anni solo alcune settimane prima”.
Come importante disposizione di questo addestramento progressivo, il 13 novembre 1960 fu iniziata la prima classe della Scuola di Ministero del Regno per provvedere addestramento avanzato ai sorveglianti delle congregazioni. Questo è stato ora esteso a tre scuole, in Wiesbaden, Amburgo e Monaco.
IL 1948, E VENTI ANNI DOPO
Ci furono anni di rimarchevole aumento nel numero dei proclamatori della buona notizia, ma anche alcuni anni senza nessun aumento. L’anno di servizio del 1948 finì con l’83 per cento di aumento. La media mensile di ore fu di sedici per proclamatore. L’aumento fu mantenuto negli anni seguenti; nel 1949 un 33 per cento di aumento, nel 1950 un 23 per cento di aumento, e nel 1951 un 26 per cento di aumento.
Intanto la tensione e le difficoltà economiche continuavano e nella metà di febbraio del 1950 il numero dei disoccupati salì a più di due milioni. Alla fine di settembre del 1952 il numero dei disoccupati era ancora di 1.249.000. Da allora in poi la disoccupazione cominciò a diminuire, prima lentamente, quindi con più rapidità.
Fu anche evidente un altro cambiamento. Il numero degli attivi proclamatori di congregazione continuò a crescere di anno in anno, ma il numero dei predicatori della buona notizia in servizio continuo non manteneva la stessa andatura. Al contrario, nel 1955 ci furono 200 pionieri meno che nel 1950, mentre ci furono 21.641 proclamatori in più, quasi il doppio che nel 1950. Il punto minimo in questa tendenza si raggiunse nel 1956; mentre nel 1950 era nel servizio continuo il 4,4 per cento di tutti i proclamatori, ora era sceso all’1,6 per cento.
Con l’andar del tempo la Germania divenne una nazione di abbondanza. C’era la piena occupazione e l’estesamente acclamato “miracolo economico”. Questo influì sul pensiero di alcuni che erano associati con i testimoni di Geova. Dall’aprile al luglio del 1963 ci fu una diminuzione nel numero di proclamatori e nelle ore dedicate al ministero di campo. In luglio i proclamatori attivi furono 6.000 in meno e le ore dedicate all’opera di predicazione oltre 40.000 in meno che non in aprile.
Certo la maggioranza dei fratelli perseverava nel ministero e godeva la benedizione del proprio lavoro. Dal 1965 al 1967 ci furono 9.325 persone battezzate, ma nel 1967 il numero medio dei proclamatori fu ancora di soli 400 più che nel 1965, mentre il massimo dei proclamatori fu di 437 in meno! Era evidente che alcuni proclamatori avevano lasciato indebolire le loro mani per il desiderio di cose materiali e avevano affievolito lo zelo, avendo ceduto al desiderio di ciò che il mondo poteva offrire. Alcuni divennero perfino inattivi. E nell’anno di servizio del 1964, per esempio, 569 persone furono disassociate, in maggioranza per immoralità. Solo 95 persone chiesero di essere riassociate.
L’anno di servizio del 1968 cominciò a vedere un cambiamento. La dura lotta impegnata contro il materialismo impediva che le perdite fossero così alte come in precedenza. Su tutti i fronti c’era buon incremento. Avevamo ora 466 pionieri speciali, il numero dei pionieri regolari era salito a 2.651 e in qualche tempo dell’anno raggiungemmo il massimo di 7.163 predicatori in servizio continuo. L’anno di servizio terminò con un aumento del 3 per cento dopo tre anni di servizio senza nessun aumento di alcuna specie. Si cominciava di nuovo ad avanzare.
Dal 4 luglio all’11 agosto 1968 avemmo undici assemblee di distretto. Fu presentato il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. Grazie all’aiuto della sede di Brooklyn, potemmo dare a ciascun proclamatore la sua copia personale oltre a cinque altre copie per la distribuzione. Durante una campagna in agosto furono collocati 139.471 libri, un nuovo massimo. La richiesta era grande. Fino alla fine del marzo 1973 nel nostro stabilimento di Wiesbaden abbiamo stampato 2.900.115 copie in tedesco e 1.715.338 in quattro altre lingue. A causa del suo effetto e del suo colore blu il libro fu subito da molti soprannominato “la bomba blu”.
Già si potevano udire nelle successive assemblee di circoscrizione interessanti esperienze riguardo all’efficacia di questo libro. Una sorella narrò: “Quando ricevemmo i nostri libri Verità, non mi resi conto di quale preziosa pubblicazione per lo studio biblico ci fosse stata messa nelle mani. Subito cominciai a chiedere alle persone nel mio territorio durante il servizio di casa in casa se erano interessate a imparare in breve tempo i princìpi della Bibbia con l’aiuto di questo libro. Quale sorpresa provai allorché una signora molto religiosa, di cui sapevo che ella e sua sorella conducevano il coro in chiesa, disse: ‘È sempre stato mio desiderio conoscere la Bibbia. Non ne ho mai avuto l’opportunità e sono felice che lei voglia aiutarmi’. Non riuscivo a crederci. Ora ella studia regolarmente da due mesi e fa un meraviglioso progresso. . . . Una signora molto preminente e agiata fu similmente disposta a studiare con me la Bibbia. La scorsa settimana ella mi disse: ‘Questo libro realmente parla da sé. Non ho mai letto un libro così comprensibile’. Ora è iniziata una regolare reazione a catena. Piena di zelo andai dalla mia vicina per aiutare anche lei. Una donna ha iniziato a studiare questo mese e non meno di quattro persone sono in attesa che giunga qui una nuova fornitura di libri così che possiamo prendere disposizioni per un’ora comoda . . . Posso dirvi che nella nostra città circola la voce che oggi è di moda studiare la Bibbia con i testimoni di Geova”.
Con questo nuovo libro divenne più facile iniziare studi biblici, come si capisce dal fatto che nel 1969 il numero degli studi biblici salì a 47.691. Durante l’anno 6.678 persone furono battezzate, la cifra migliore dal 1955. Nel maggio del 1970 raggiungemmo gli 86.222 proclamatori, che fu non solo il quinto massimo consecutivo di proclamatori ma anche la prima volta che avevamo in maggio più proclamatori che nel precedente mese di aprile. Nell’ottobre di quell’anno raggiungemmo un altro massimo, questa volta 86.489 proclamatori. Ciò significò un aumento di 7.718 proclamatori in paragone con la cifra dei proclamatori del 1968. Questo rapido aumento rispecchiò la benedizione di Geova sui suoi servitori terreni. Certo il libro Verità ha contribuito in non piccola parte a questo aumento.
I CONGRESSI CONTRIBUISCONO NOTEVOLMENTE ALLA TESTIMONIANZA
Una parte importante nel far conoscere il nome di Geova e accrescere il numero dei proclamatori del Regno in Germania l’hanno avuta i congressi. Dal primo congresso dopo la guerra, tenuto a Norimberga con 9.000 presenti, e dall’assemblea di Cassel nel 1948, fino ai congressi dei giorni moderni con oltre 100.000 persone presenti, sono stati fatti molti cambiamenti nell’organizzazione, sono stati risolti problemi e attuate nuove idee.
A Francoforte sul Meno dal 24 al 26 agosto 1951 delegati di ventiquattro nazioni si radunarono per l’assemblea “Pura Adorazione”. Ma prima che i 34.542 delegati potessero riunirsi in assemblea il venerdì mattina parecchie ore erano state nervosamente impiegate per risolvere problemi. Di quale natura? Nella città una grande cucina aveva promesso di cucinare i nostri pasti, ma mentre il tempo del congresso si avvicinava sempre più fu sempre più contraria a fare il lavoro. Che cosa si poteva fare? La Società acquistò 51 pentoloni da 300 litri ciascuno per cucinare a gas, a carbone e a vapore, e costruì la sua propria cucina. Comunque, poiché non era disponibile il materiale necessario per trasformare tutte le pentole per cucinare a gas, dovettero trasformarle tutte per cucinare a vapore. Fu necessario impiegare giorni per saldare i tubi, che erano stati acquistati da rivenditori di materiale usato con le massime difficoltà. Le pareti di alcuni pentoloni erano sottili come la carta e dovettero essere rappezzate. La seguente grossa domanda fu dove prendere il vapore necessario. Negoziammo con la compagnia ferroviaria di Francoforte e fummo in grado di ottenere l’uso di una locomotiva che stava ferma in un binario secondario. Questa locomotiva non poteva produrre comunque vapore a bassa pressione, e così dovemmo trovare il modo di ridurre la pressione del vapore a un ventiquattresimo di quella generata. Il problema fu infine risolto, il vapore fu generato ed entro quindici minuti le pentole a vapore erano pronte per l’uso. La stampa si sorprese di ciò che avevamo fatto. Le sue notizie e inoltre la zelante attività di predicazione dei nostri fratelli contribuirono ad avere 47.432 persone che assisterono per udire il discorso pubblico del fratello Knorr “Risolverà la religione la crisi mondiale?”
Il grande avvenimento del 1953 fu senza dubbio l’assemblea “Società del Nuovo Mondo” a New York. Come furono entusiasti i 284 fratelli che poterono andarvi dalla Germania! Il congresso di New York trovò la sua controparte in Germania nelle due assemblee tenute a Norimberga nella Germania Occidentale, e una settimana dopo a Berlino per i fratelli del luogo e per quelli della Germania Orientale. A Norimberga furono provvedute trentotto tende per alloggi collettivi e più di mille tende private. Furono anche fatti tentativi per ottenere stanze private, il che creò problemi per gli ecclesiastici della città. Il Nürnberger Evangelischen Gemeindeblatt stampò un articolo intitolato “Cautela con il congresso dei Testimoni di Geova”. In parte diceva: “È sorto uno speciale problema in quanto alcuni membri della chiesa evangelica hanno provveduto in buona fede alloggi gratuiti ai testimoni di Geova venuti in città. Quelli che hanno fatto questo nella maggioranza dei casi sono stati invitati dai dirigenti ecclesiastici ad annullare i loro inviti”. Ma questo si ritorse contro di loro; a causa di ciò molte persone furono ancor più disposte ad offrirci alloggi. Il clero veramente ebbe un problema!
Due anni dopo fu tenuta nella stessa città la grande assemblea internazionale “Regno Trionfante” nello stesso luogo dei Prati Zeppelin. Fu un congresso di grande effetto; vi furono rappresentate sessantadue nazioni. Un palco straordinario dominava gli enormi Prati Zeppelin. La tribuna in pietra era lunga 300 metri e la scalinata di 75 gradini di questa lunga tribuna permetteva di salire su una piattaforma di 144 colonne disposte secondo l’intera lunghezza dei 300 metri.
Oltre agli alloggi ottenuti in alberghi e case private ci fu una gigantesca tendopoli che provvide alloggi collettivi per 37.000 persone. Furono erette grandi tende in ciascuna delle quali poterono dormire 600 persone. Sacchi pieni di paglia servirono da materassi.
Il venerdì mattina fu tenuto un grande battesimo con 4.333 persone che simboleggiarono la loro dedicazione mediante l’immersione in acqua. Fra questi nuovi fratelli ci furono alcuni della Germania Orientale, poiché più di 4.000 erano venuti di là. Il venerdì sera i presenti udirono un programma della radio controllata dai comunisti che minacciava tutti i testimoni di Geova della parte orientale, che assistevano alle assemblee di Norimberga o di Berlino, avvertendoli che sarebbero stati arrestati al loro ritorno. Ma migliaia di essi non si fecero intimidire.
Quanti assisterono al discorso estesamente annunciato del fratello Knorr? La rivista Neue Illustrierte, in data 20 agosto, scrisse: “I ‘Prati Zeppelin’, in cui Hitler una volta dichiarò che avrebbe spazzato via i ‘testimoni di Geova’, erano gremiti”. E lo erano, poiché 107.423 persone ascoltarono con attenzione il soggetto “La conquista del mondo vicina mediante il regno di Dio”. Erano venuti più di ventimila abitanti di Norimberga. Proprio mentre il presidente cominciava i suoi commenti conclusivi cominciò a piovere — a rovesci — ma l’uditorio stette ai suoi posti, e allorché il fratello Knorr finì aveva smesso di piovere. Quindi accadde qualche cosa che i presenti non dimenticheranno mai. In cielo comparve un enorme arcobaleno. Quale stimolante visione! In segno di saluto il fratello Knorr agitò il suo fazzoletto, e in risposta l’intero campo si trasformò in ciò che parve un campo di ondeggianti fiori bianchi. Molti avevano le lagrime agli occhi. Rafforzati nella fede e meglio preparati per l’ulteriore servizio, le migliaia di presenti intrapresero il viaggio di ritorno.
La successiva grande assemblea internazionale fu tenuta nel 1961 ad Amburgo, il più grande porto tedesco. Si ebbero non pochi grattacapi. Il problema principale era il luogo del congresso, che non era niente più che un largo appezzamento di prato (80.000 metri quadri) situato nel più grande parco della città di Amburgo. Il congresso cominciò con l’accompagnamento della pioggia che cadeva, e i prati subito si mutarono in campi di fango. E continuò a piovere dal primo fino all’ultimo giorno! Era stimolante vedere decine di migliaia di persone che affluivano ogni giorno nel luogo del congresso e ascoltavano il programma sotto una volta di ombrelli. In realtà, con sorpresa dei cronisti dei giornali e degli operatori della televisione presenti, il congresso non risentì seriamente della pioggia e del fango. Il giornale Hamburger Morgenpost scrisse: “Quasi tutti sembrano felici, anche nel fango e nella pioggia, questo bisogna ammetterlo. I loro abiti sono a colori vivaci. Fra loro c’è un numero di giovani sorprendentemente grande . . .” Un agente di polizia disse a un rappresentante dell’ufficio del congresso: “Benché sia il più grande congresso che sia mai stato tenuto ad Amburgo, non siamo per nulla preoccupati che tutto non si compia armoniosamente. Sappiamo che potete facilmente fare a meno di noi, ma pensiamo che sia un buon addestramento per i nostri agenti e speriamo che non abbiate obiezioni se siamo fra voi”.
Questa fu l’ultima opportunità che i nostri fratelli della Germania Orientale ebbero di assistere a un congresso, e ne furono presenti parecchie migliaia. Alcuni giorni dopo fu costruito il “muro di Berlino” e la cortina di ferro fu calata ancor più fittamente.
La pioggia fece rovinare i prati del parco, ma dopo la fine del congresso l’intera zona fu coperta dai fratelli con un nuovo strato di terra e fu ripiantato il prato. Ora il parco era ancor più bello di prima, e questo per il beneficio del funzionari e della popolazione di Amburgo. Il modo in cui fu ripiantato il loro prato e il modo in cui i nostri fratelli perseverarono durante la pioggia fecero profonda impressione agli abitanti di Amburgo.
Nel 1963 il congresso “Eterna Buona Notizia” fu tenuto intorno al mondo, toccando, in Germania, Monaco, capitale della Baviera. Il Theresienwiese servì come nostra “Sala del Regno”.
L’opera di preparazione, e anche il congresso stesso, fecero una profonda impressione a Monaco, compresi gli uomini d’affari e le autorità. Un poliziotto che ebbe l’incarico di lavorare nel luogo del congresso disse a un fratello: “Sa, mi piace essere qui. Mi sento a mio agio. Mi piace la sincerità e la franchezza del vostro popolo. È esattamente l’opposto del congresso eucaristico che si è tenuto qui due anni fa”. Paragoni di questo genere furono fatti spesso da onesti osservatori che furono franchi nelle loro osservazioni. Tali impressioni durano. Tre anni dopo un negoziante di Monaco disse a un fratello che i suoi compagni di lavoro in un grande negozio di Monaco avevano notato che ogni volta che si tenevano a Monaco grandi congressi c’era sempre un aumento di taccheggio. Durante il nostro congresso erano preparati a tale aumento e si sorpresero quando il congresso non ebbe su ciò nessunissimo effetto. Ne furono completamente sbalorditi. Avvenne così che questo congresso “Eterna Buona Notizia”, come tutti i congressi precedenti, contribuì a far conoscere il nome, il proposito e il popolo di Geova.
LA BUONA NOTIZIA DEVE ESSERE PREDICATA A PERSONE DI TUTTE LE NAZIONI
La Germania è solo una parte del campo mondiale in cui si deve predicare la buona notizia. (Mar. 13:10) La Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad ha avuto molto successo addestrando i missionari e mandandoli in varie parti di questo campo mondiale. Il primo diplomato di Galaad mandato in Germania, Filip Hoffmann, arrivò nel 1949.
Seguirono altri quattro nel 1951. Ripensandoci ora essi spesso si divertono per il modo in cui dovette sentirsi il fratello Frost quando si presentarono alla Betel. Egli aveva chiesto al fratello Knorr di mandare in Germania alcuni diplomati per contribuire all’opera. Ma quando vide quei quattro, dovettero sembrargli dei giovincelli, essendo tutti poco più che ventenni. Negli anni che seguirono, un totale di tredici missionari provenienti dall’estero ricevette infine l’assegnazione in Germania. Undici di questi sono ancora nel ministero continuo in vari paesi (una morì nella sua assegnazione nel 1972 dopo venti anni di fedele servizio) e nove di questi undici sono ancora attivi nell’opera in Germania, o alla Betel o come ministri viaggianti. Tre di essi vennero nel 1956 dalla Svizzera quando da Berna il reparto traduzioni fu trasferito a Wiesbaden, ed essi prestano ancora servizio in tale incarico.
Alice Berner appartiene da molto tempo a questo gruppo di servitori. Udiamo brevemente quale interessante carriera ha seguìto: “Nel gennaio del 1924 iniziai in Svizzera il mio servizio continuo come pioniera. Ma dopo sei mesi circa fui invitata alla Betel a Zurigo. Subito fummo trasferiti alla nuova casa Betel a Berna. Nel corso degli anni vi fui occupata in molti reparti diversi. Nel 1932 una nuova assegnazione mi portò a Parigi, da cui feci un servizio saltuario, poiché a volte dovetti lasciare il paese e fare un po’ di servizio di pioniera in Belgio dato che in Francia le autorità non mi davano un visto permanente. In questo modo rimasi a Parigi circa tre anni. Nel 1935 la Società prese parte all’Esposizione Internazionale di Bruxelles dove ebbi il privilegio di prestare servizio al banco della letteratura. Di lì fui invitata a tornare a Berna, dove lavorai di nuovo per dieci anni finché nel 1946 ricevetti il grande invito a frequentare l’ottava classe di Galaad. In seguito tornai di nuovo in Svizzera per altri dieci anni di gioioso servizio, dopo di che tre di noi ricevemmo una nuova assegnazione in Germania. Desidero ringraziare Geova per tutta la bontà che ha avuta verso di me, facendomi trascorrere una vita felice e ricca con meravigliose opportunità nel suo servizio”. La sorella Berner è ancora un incoraggiamento per i membri della famiglia Betel mentre svolge quotidianamente il suo lavoro di traduzione.
I missionari che furono mandati in Germania mostrarono d’essere per molti fratelli tedeschi un incentivo a voler frequentare la Scuola di Galaad e ad andare nell’opera missionaria. Finora 183 diplomati di Galaad sono stati provveduti dalla Germania. Di questi, ventinove sono tornati in patria come pionieri speciali, ministri viaggianti o membri della famiglia Betel, mentre gli altri sono stati mandati in nuove dimore sparse in tutta la terra.
Per quelli che s’interessavano di frequentare la Scuola di Galaad, una speciale disposizione fu presa per aiutarli a migliorare la loro conoscenza dell’inglese. Nella primavera del 1973 c’erano in Germania sedici congregazioni di lingua inglese, che contavano 450 proclamatori e 130 servitori nell’opera continua. Quelli che si preparano per Galaad sono assegnati a queste congregazioni dove possono partecipare alle adunanze e andare nel ministero di campo in territorio di lingua inglese. Da che nel 1967 fu formata a Wiesbaden la prima congregazione di lingua inglese sono state battezzate circa 250 persone.
Nei pochi anni passati circa novantacinque pionieri speciali dalla Germania sono stati mandati in paesi europei o africani per continuarvi la loro opera di pioniere speciale. Alcuni furono disposti a prestare servizio in campi esteri, pur non avendo nessuna conoscenza della lingua estera di cui avevano bisogno. Furono comunque disposti a compiere lo speciale sforzo di imparare una nuova lingua per poter prestare servizio in paesi dove il loro aiuto era necessario. Quattro pionieri speciali, per esempio, ricevettero un corso rapido di una settimana di francese nella Betel di Wiesbaden prima d’essere mandati nel Ciad, in Africa. È naturale che lì dovettero continuare a studiare la lingua, ma presto furono in grado di farsi capire e poterono continuare il loro ministero sotto l’abbagliante sole africano.
Nei recenti anni ci sono anche state persone che da altri paesi si sono trasferite in gran numero in Germania. A causa della prosperità economica, il governo decise di far venire lavoratori dall’estero, e i buoni salari offerti incoraggiarono a venire molti “lavoratori ospiti”. Nel 1962 erano qui impiegate già 700.000 persone venute da Italia, Iugoslavia, Grecia, Turchia, Spagna e Portogallo, paesi nella maggioranza dei quali l’opera di predicazione era stata compiuta solo con grandissime difficoltà. Questo era per noi un nuovo campo di attività e continuò a espandersi. Le statistiche del settembre 1972 mostrarono che in Germania erano impiegate 2.352.392 persone venute dall’estero. Di queste, 474.934 sono, per esempio, della Iugoslavia e 511.104 della Turchia.
Molti fratelli erano disposti a imparare lingue estere per poter aiutare queste persone a udire e capire il messaggio del Regno. La fame di verità era davvero grande fra questi lavoratori ospiti e si ebbero molte interessanti esperienze. Un sorvegliante di circoscrizione narra che ottenne della letteratura spagnola, e in un tempo relativamente breve collocò oltre cento opuscoli e sei libri. Egli disse: “La maggioranza degli Spagnoli ai quali offrii gli opuscoli presero tutt’e quindici i diversi opuscoli che avevo a disposizione”.
Subito si formarono congregazioni di lingua estera, e la prima fu una congregazione greca a Monaco il 1º maggio 1962. Nel maggio del 1973 c’erano 1.560 proclamatori che parlavano il greco divisi in due circoscrizioni. La prima congregazione spagnola si formò a Francoforte nel 1964, e la prima congregazione italiana a Colonia. Nell’estate del 1973 la circoscrizione spagnola aveva 660 proclamatori e la circoscrizione italiana faceva rapporto di 1.000 proclamatori più 45 servitori nell’opera continua. Abbiamo anche gruppi turchi e iugoslavi. Per molti il “paradiso economico” che cercavano in Germania è diventato un assai più prezioso “paradiso spirituale”.
Dopo aver imparato la verità molti dei nostri nuovi fratelli ritornano nei loro paesi di nascita pieni del desiderio di portare la verità ai loro parenti e vicini. Per esempio, un fratello della Sicilia fu battezzato a Colonia nell’ottobre del 1965. In dicembre andò a visitare la famiglia e naturalmente parlò a essa e a tutti i suoi parenti e conoscenti intorno alla verità. Alla fine dell’aprile 1966 dovette tornare in Germania per far timbrare il suo passaporto. Ma narrò di aver trovato quattro persone così profondamente interessate nella verità che doveva tornare immediatamente a casa per continuare a studiare con loro. La sua mèta era di iniziare lì uno studio di libro di congregazione. In quel villaggio non era stata mai fatta nessuna predicazione. Il testimone di Geova più vicino abitava a circa cento chilometri di distanza.
ESPANSIONE, VISTA DALLA FAMIGLIA BETEL
La filiale della Società Torre di Guardia che ha sede in Wiesbaden è stata tenuta occupata come risultato dell’opera compiuta dai testimoni di Geova in tutta la Germania. Poiché è da qui che vengono le loro forniture di letteratura, i fratelli vi sono profondamente interessati, e in gran numero vengono a visitare la casa Betel e lo stabilimento. Il fratello che lavora nella sala di attesa può dirvi come, specialmente nei giorni di festa, migliaia di visitatori sono accompagnati a visitare la casa Betel e lo stabilimento. Una volta ne vennero oltre 4.000. Davanti c’erano fermi cinquantuno autobus! Fratelli di paesi esteri pure provano piacere a sostare per visitarci. Alcuni anni fa un signore visitò la Betel e in seguito fu incoraggiato a iniziare uno studio biblico. Vi fu corrispondenza tra un fratello della Betel e questo certo signore, che in seguito accettò la verità, fu battezzato, intraprese il servizio continuo e oggi presta servizio come sorvegliante di circoscrizione.
Quelli che in effetti abitano e lavorano nella Betel hanno avuto nel corso degli anni molte benedizioni. Hanno visto accrescere i locali della Società, intraprendere nuovo lavoro, preparare attività speciali, ed è stata loro privilegio essere al centro di tutta questa attività. A volte anche altri sono stati invitati ad aiutare.
Nell’inverno del 1951/1952 fu iniziata, per esempio, la costruzione di un nuovo ampliamento dei locali della filiale. Questo tenne i fratelli occupati per tutto il giorno a volte fino a notte, con neve, pioggia e vento. Circa venti fratelli furono invitati alla Betel per aiutare. La sera, dopo le regolari ore di lavoro, molti componenti della famiglia Betel pure partecipavano al lavoro di costruzione.
Ci fu poi vera allegrezza quando dalla sede della filiale svizzera di Berna arrivò una macchina da stampa rotativa. Ma questa non era una qualsiasi macchina da stampa rotativa! Era la prima macchina da stampa usata per stampare i libri nella filiale di Magdeburgo nel 1928. Dopo il bando nazista era stata portata a Praga, in Cecoslovacchia, da dove alcuni anni dopo era stata spedita a Berna perché non cadesse in mano dei nazisti. Ora era tornata di nuovo in una filiale tedesca e oggi, nonostante la sua età, è ancora usata per stampare libri o riviste fino a 7.000 all’ora.
Un’altra causa di gioia fu la comparsa della rivista Svegliatevi! tedesca nella sua edizione di 32 pagine dell’8 gennaio 1953. A cominciare da questo numero, si diede inizio alla distribuzione di questa rivista in Germania. Essa ha contribuito molto ad accrescere lo zelo dei fratelli per l’opera delle riviste.
La casa Betel di Wiesbaden continuò a espandersi. Nel 1956 c’era un massimo di 50.530 proclamatori che distribuirono circa 1,3 milioni di pezzi di letteratura. Nel successivo anno di servizio il massimo fu di 56.883. Il fratello Knorr arrivò a Wiesbaden alla fine del novembre 1956 per una breve visita di meno di ventiquattro ore. La ragione? Egli stesso lo spiega nel suo rapporto pubblicato ne La Torre di Guardia inglese del 1º maggio 1957. “Anche qui lo scopo della visita fu quello di risolvere il problema dell’espansione. La nostra casa Betel e attuale stabilimento sono troppo piccoli e abbiamo invitato un architetto, un fratello. Con lui abbiamo lavorato tutto il giorno per disegnare un più grande stabilimento e casa Betel. La Società riuscì ad acquistare del terreno dalla città di Wiesbaden, e dopo considerevole discussione le autorità civiche hanno acconsentito a farci occupare la sede di una via, permettendoci così di erigere la nostra nuova costruzione proprio accanto a quella attuale, e di trasferire la sede della via oltre il nostro nuovo edificio. . . . L’edificio sarà abbastanza grande da accogliere alcune nuove macchine da stampa, che ora sono in costruzione, e il suo alto soffitto ci darà sufficiente spazio in altezza”.
Invece di fare la tradizionale “Richtfest” con le sue bevute (che si tiene dopo aver completato la costruzione della struttura di un edificio), fu preparato per i lavoratori e per i dirigenti della costruzione un gustoso pasto e fu servito nella sala da pranzo della casa Betel. A fare da camerieri furono i nostri fratelli ed essi sedettero a tavole coperte di tovaglie bianche. Udirono un discorso che spiegava lo scopo dell’edificio, l’attività dei testimoni di Geova in genere e come era stata finanziata la costruzione. I componenti della famiglia Betel presentarono un programma musicale. La maggioranza degli ospiti avevano un’opinione del tutto diversa dei testimoni di Geova e della loro attività. Lo squisito cibo servito e il modo in cui tutti erano trattati da uguali furono negli anni successivi oggetto di conversazione fra gli operai edili di Wiesbaden. Alla conclusione furono dati a ciascuno d’essi un libro e un opuscolo in dono. Alcuni lavoratori che a causa di pregiudizio non avevano preso parte alla cena vennero il giorno dopo e chiesero se potevano avere almeno il libro dono. Che avessero perduto il pasto era colpa loro; ora spettava a loro prendere cibo spirituale con l’aiuto della pubblicazione dono.
Nel gennaio del 1959 i vari reparti cominciarono a trasferirsi nel nuovo edificio.
Frattanto, come narra Günter Künz, sorvegliante dello stabilimento, “continuammo a ricevere migliori macchinari per la produzione di libri, riviste e altro materiale stampato. Nel 1958 ricevemmo le macchine della legatoria che in precedenza erano state impiegate a Berna, in Svizzera. Fu possibile rilegare fino a 5.000 libri al giorno. Nel corso degli anni il fratello Knorr diede il permesso di sostituire la maggioranza di queste macchine, che erano già state usate per circa quarant’anni”. In questo modo nel 1973 fu possibile aumentare grandemente la produzione di libri.
I fratelli dell’ufficio produzione una volta calcolarono che negli ultimi mesi del 1966, quando si stamparono 61.622 copie del libro Babilonia, 500.796 copie di ‘Cose nelle quali è impossibile che Dio menta’ e 98.885 Annuari, se fossero stati sovrapposti l’uno sull’altro questi avrebbero formato una torre che si sarebbe innalzata nel cielo di quindici chilometri. Fu un’impresa rallegrante. La produzione spesso raggiungeva un ritmo massimo per provvedere alle congregazioni la letteratura necessaria. Nella primavera del 1968, furono temporaneamente chiamati alla Betel ventidue altri lavoratori per aiutare a finire il libro L’uomo è venuto per mezzo dell’evoluzione o per mezzo della creazione? La legatoria fece il lavoro in due turni e si produssero 10.000 libri al giorno. Furono subito mandati alle congregazioni così che questo nuovo libro potesse essere usato durante la campagna di maggio per far conoscere alle persone la verità su questo soggetto. Il duro lavoro diede i suoi risultati, poiché collocammo 136.525 libri, la più alta cifra dal 1963.
Nel 1968 il fratello Knorr visitò due volte Wiesbaden. La sua prima visita la fece in giugno, e, con gioia della famiglia, annunciò che si sarebbero acquistate per il nostro stabilimento una nuova macchina da stampa rotativa e tre nuove macchine per la legatoria. In breve due di queste macchine furono installate e messe in funzione. Durante la sua visita a novembre il fratello Knorr prese ampie disposizioni per aumentare la quantità di lavoro che facevamo nello stabilimento. I fratelli cominciarono a lavorare in due turni e da quindici a venti circa lavoravano di notte. Il fratello Knorr aveva richiamato alla nostra attenzione l’importanza di mantenerci spiritualmente al corrente, quindi fu formata una congregazione speciale per il beneficio dei fratelli del turno di notte, che altrimenti non avrebbero potuto assistere alle adunanze. Le loro adunanze si tenevano durante il giorno. La produzione dei libri aumentò e potemmo assumere la produzione dei libri per i fratelli olandesi, danesi, norvegesi e svedesi. Con altre nuove macchine si potevano produrre in due turni quotidiani 20.000 libri circa. L’anno 1969 doveva essere un altro anno intenso e produttivo, con un massimo ritmo di produzione e toccando massimi mai prima raggiunti.
“È più tardi di quanto pensiate” fu il titolo dello Svegliatevi! speciale tedesco in data 8 aprile 1969. Le ordinazioni giungevano costantemente in gran numero dalle congregazioni, e si dovevano stampare sempre più riviste. Infatti, il nostro stabilimento ne stampò 10.241.250 copie. I fratelli di entrambi i turni furono disposti a fare anche lavoro straordinario, poiché oltre alle riviste si doveva produrre un gran numero di libri (per la fine dell’anno di servizio del 1969 si stamparono 3.343.304 libri, sei volte più che nel 1966). Le nostre macchine funzionavano praticamente per ventiquattro ore su ventiquattro. Per parecchi mesi lavorammo in due turni, mangiammo in due turni e dormimmo in due turni. Fu un tempo di lavoro molto intenso, ma anche soddisfacente e felice.
Il fratello che lavorava al reparto pionieri fu molto felice quando scoprì che in aprile erano stati attivi 11.454 pionieri temporanei, oltre a 1.959 pionieri regolari.
Nell’anno di servizio del 1969 furono prodotti circa quaranta milioni di pezzi di letteratura fra riviste, libri e opuscoli. La spedizione di circa 2.000 tonnellate di riviste e libri, oltre ad altri pezzi di letteratura, era, naturalmente, costosa. Per ridurre queste spese, il 3 dicembre 1959 cominciammo a consegnare la letteratura con i nostri propri autocarri. Albert Kamm, che è stato in questo reparto fin dal principio, narra: “Dappertutto le persone si interessano di sapere che cosa abbiamo nei nostri autocarri: La polizia, gli addetti ai distributori di carburante, i funzionari della dogana, perfino le persone che fermiamo per chiedere indicazioni. Sono sempre sorpresi quando diciamo loro che l’autocarro è pieno di riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! Quando nella conversazione dite loro che abbiamo cinque di questi grandi autocarri e due alquanto più piccoli, e che sono tutti pieni di riviste, potete vedere la sorpresa sui loro volti. Spesso si può dare una buona testimonianza. Quando torniamo due settimane dopo, molti non possono ancora afferrare completamente il fatto che La Torre di Guardia è già di ritorno”.
Wiesbaden è situata al centro e così i nostri autocarri hanno in Germania undici itinerari. I viaggi lunghi sono di circa 1.200-1.500 chilometri. Ciascun autocarro percorre annualmente da 70.000 a 80.000 chilometri circa. I libri stampati a Wiesbaden sono anche consegnati in Lussemburgo, Olanda, Belgio, Svizzera e Austria.
Mentre lo stabilimento funzionava al ritmo massimo, nel 1969 si faceva altro lavoro di costruzione. L’attico della parte più vecchia dell’edificio era convertito in tredici nuove stanze. Il lavoro era compiuto da fratelli felici di dedicare il loro tempo, la loro forza e le loro capacità temporaneamente nella Betel. I mobili per le stanze, come letti, armadi, eccetera, furono costruiti nel nostro laboratorio di falegnameria.
Nonostante questo lavoro di costruzione, la casa Betel era ancora troppo piccola. Nel maggio del 1970 il fratello Knorr e il fratello Larson, sorvegliante dello stabilimento di Brooklyn, ci visitarono per circa una settimana. Mentre verificava tutta la casa e lo stabilimento il fratello Knorr ritenne che sarebbe stato per i migliori interessi dell’opera ampliarli. Questo significava una gran quantità di lavoro per Richard Kelsey, che aveva cominciato a prestare servizio come nuovo sorvegliante di filiale nell’autunno del 1969. Fu stipulato un contratto con una ditta perché facesse il principale lavoro di costruzione, mentre il lavoro degli interni doveva essere fatto dai fratelli. Nel laboratorio di falegnameria Ferdinand Reiter approntò ogni cosa per costruire mobili per arredare le nuove stanze. Questo non era per lui niente di nuovo, poiché già nel 1947 aveva contribuito a provvedere le finestre e le porte per la sola intelaiatura dell’attuale vecchio edificio. Frattanto, è alquanto invecchiato ma, nonostante i suoi ottant’anni (il secondo dei più vecchi componenti della famiglia), è ancora abbastanza robusto e lavora ogni giorno, dando un buon esempio. I fratelli giovani perfino dicono: “È difficile tenersi al passo con Ferdinand”.
Questa espansione fu veramente necessaria. Nell’aprile del 1971 fu raggiunto un nuovo massimo di 89.706 proclamatori, con 145.419 presenti alla Commemorazione. In giugno avemmo la migliore media di ore dal 1954. Fino alla fine dell’anno di servizio del 1971 avevamo collocato diciannove milioni di Bibbie, libri, opuscoli e riviste. Ciò significava, in media, una pubblicazione per lo studio biblico per ciascuna famiglia nella Germania Occidentale e a Berlino Ovest.
L’11 febbraio 1972 fu un giorno memorabile. Perché? Alle 10 della mattina arrivarono da Brooklyn le prime copie dell’edizione tedesca della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Quanto fu grande la nostra gioia! Furono subito prese disposizioni per fare una campagna della Bibbia in maggio e giugno. Le congregazioni mandarono comunicati stampa ai giornali nei loro territori. Questi articoli contribuirono a richiamare l’attenzione di tutti sulla Traduzione del Nuovo Mondo. Alcune intestazioni dicevano: “Correte a ottenere la nuova traduzione della Bibbia”, “96.000 ministri per compiere la ‘campagna biblica’”, “I Testimoni di Geova portano la Bibbia a ogni famiglia”. Anche i giornali e le riviste religiosi reagirono contribuendo a richiamare, a loro modo, l’attenzione degli aderenti alla loro chiesa su questa Bibbia. L’Evangelische Gemeindeblatt di Württemberg, per esempio, scrisse: “La prima edizione della traduzione tedesca è stata stampata nell’insolita quantità di un milione di copie. La richiesta delle Bibbie di Lutero giungono qui in Germania a circa 500.000 copie l’anno. Per certo i testimoni di Geova non hanno disposto di soddisfare i loro bisogni di Bibbie per anni avvenire. C’è da attendere che con la loro solita operosità usino questa nuova pubblicazione per un’estesa campagna. . . . Oltre alla Bibbia, che costa solo 5 Deutsche Marck, . . . i compratori sono incoraggiati a fare uno studio biblico che i venditori offrono di tenere al domicilio del compratore”. Il Katholische Sonntagsblatt pubblicò lo stesso articolo. La presentazione della Traduzione del Nuovo Mondo e la sua distribuzione furono davvero un punto saliente dell’anno di servizio del 1972.
Al principio dell’anno di servizio del 1973 ci furono nella Germania Occidentale e a Berlino Ovest 95.975 proclamatori della buona notizia e la produzione di letteratura per soddisfare i loro bisogni raggiunse nuovi massimi. Durante l’anno di servizio furono stampati e rilegati nello stabilimento di Wiesbaden diciassette nuovi libri; alcuni di essi furono per la Germania, e altri furono per i paesi scandinavi e l’Olanda. Potete immaginare la gioia che provò la famiglia Betel quando la produzione fu sommata: più di 3.500.000 libri in un solo anno!
E buoni risultati si sono visti nella vita di quelli che hanno ricevuto queste pubblicazioni. Un ragazzo dodicenne, per esempio, si commosse tanto a ciò che apprese da chiedere al Testimone che studiava con sua madre e con lui di condurlo nel ministero di campo. Naturalmente, il Testimone spiegò che prima doveva uscire da Babilonia la Grande e far togliere il suo nome dall’elenco degli appartenenti alla chiesa. Presto il giorno dopo, durante l’intervallo dalla scuola, il ragazzo, sentendo l’urgenza della cosa, andò all’ufficio civico per riempire il modulo richiesto. L’impiegato disse che il ragazzo doveva tornare in un’altra ora, poiché non poteva allora prestare attenzione alla cosa. Quel pomeriggio terminata la scuola tornò nell’ufficio. Di nuovo l’impiegato cercò di mandarlo via, dicendo che il modulo doveva essere firmato da sua madre, quindi sarebbe dovuto tornare un’altra volta. Il ragazzo chiese all’impiegato di chiamare con urgenza sua madre per telefono invitandola ora a venire. L’impiegato fece la telefonata, ma semplicemente suggerì che ella venisse in qualche ora comoda insieme al ragazzo per interessarsi della questione. Al che il ragazzo protestò altamente parlando al telefono: “No, mamma, vieni immediatamente!” Ella andò, conducendo con sé il figlio più giovane. I moduli furono compilati e firmati. Quindi ella disse: “Be’, già che siamo qui, possiamo toglierci anche noi”.
Nell’ufficio della Società i fratelli guardavano con vivo interesse i rapporti che giungevano durante l’anno. Alla Commemorazione nella Germania Occidentale furono presenti 150.313 persone e a Berlino Ovest 7.911. Di mese in mese ci fu un netto aumento nel numero dei battezzati. In luglio ce ne furono 5.209 in paragone con i 3.812 dello stesso tempo l’anno precedente. Alla fine dell’anno di servizio del 1973, questo aveva raggiunto la somma totale di 6.472 più persone che si erano schierate dalla parte di Geova. In quel tempo, 98.551 persone partecipavano nella Germania Occidentale e a Berlino Ovest alla pubblica proclamazione del regno di Dio come speranza del genere umano.
PACE SULLA TERRA, MA SOLO MEDIANTE IL REGNO DI DIO
Nel 1939 Adolf Hitler aveva scelto la “Pace” come motto del suo annuale giorno del partito del Reich. Per questo “Giorno della pace del partito del Reich” furono messi in circolazione monete commemorative e francobolli speciali. Ma la celebrazione fu annullata a causa dello scoppio della guerra. Trent’anni dopo, nell’agosto del 1969, nello Zeppelinwiese a Norimberga, vale a dire nello stesso luogo dove trent’anni prima si sarebbe dovuto celebrare il “Giorno della pace del partito del Reich”, fu tenuta l’assemblea internazionale “Pace in terra” dei Testimoni di Geova.
In questa assemblea fu provveduta qualche specie di alloggio a un totale complessivo di 130.000 delegati. Per renderlo possibile, un anno prima i Testimoni avevano affittato oltre 60.000 metri quadrati di tenda, per erigere quarantotto grandi tende. Circa un anno e mezzo prima avevano anche chiesto alla città di Norimberga di dar loro in affitto tutte le scuole e le palestre della città per usarle come dormitori. All’inizio dell’autunno dell’anno precedente era stato anche intrapreso il lavoro di preparazione per la mensa.
Quando l’assemblea ebbe inizio, c’erano delegati di settantotto diversi paesi. Fu presentato lo stesso programma del congresso non solo in tedesco, ma anche in greco, croato, olandese, sloveno e turco. Qui si erano radunate persone di ogni parte del globo e dimoravano assieme in pace, godendo i calorosi vincoli della fratellanza cristiana.
Dalla gigantesca tribuna in pietra, dove i capi del partito nazista avevano una volta sognato un “regno di mille anni”, il fratello Knorr pronunciò a 150.645 ascoltatori il discorso pubblico “Si avvicina la pace di mille anni”. Ma egli non incoraggiò l’uditorio a sognare ciò che gli uomini potessero pretendere di fare. Additò l’unico mezzo mediante cui la pace eterna verrà per il genere umano, cioè il regno di Dio retto dal suo Figlio Gesù Cristo. E mostrò dalle Scritture che la venuta di quell’èra di pace è vicina!
PREPARAZIONE PER LA VITTORIA DIVINA
Con la ferma convinzione che è proprio dinanzi a noi il tempo quando Dio riporterà la vittoria su tutti i suoi nemici, i testimoni di Geova indissero per il 1973 una serie di assemblee internazionali che davano risalto al tema “Vittoria Divina”. Due di queste assemblee furono tenute in Germania e furono presenti delegati di almeno settantacinque paesi. L’ultimo giorno, quando nello Stadio Reno di Düsseldorf fu pronunciato il discorso “Vittoria Divina: Suo significato per l’afflitta umanità”, c’erano 67.950 persone. Per lo stesso discorso all’assemblea di cinque giorni nel Parco Olympia di Monaco, ci furono 78.792 presenti. Un totale di 146.742 presenti!
Fu a Monaco che cinquant’anni prima Hitler aveva cercato di afferrare il potere col suo “Putsch della Birreria”. Ora egli e il suo regime nazista sono scomparsi, ma i testimoni ai Geova, in numero sempre crescente, continuano a indicare con fiducia il trionfo del regno di Dio.
Fu pure a Monaco che nel 1972 gli atleti di molti paesi avevano partecipato alle competizioni dei Giochi Olimpici. L’avvenimento era stato chiamato “Festa della pace”, ma, mentre il mondo ci ripensa, ciò che molti ricordano assai vivamente è lo spargimento di sangue che vi ebbe luogo, che riflette la lotta nazionalistica del mondo. Dopo averlo rammentato, un cronista scrisse nel Münchner Anzeiger: “Mentre un giorno prima dell’inizio dell’assemblea ‘Vittoria Divina’ stavo in piedi sulle gradinate vuote dello stadio e mi faceva impressione la volontà dei lavoratori che offrivano il loro aiuto (tutti assieme ce n’erano 7.000) automaticamente dovetti pensare al 5 settembre 1972. Allora entrarono nel campo la violenza e l’assassinio. In questi giorni sono i fedeli che, secondo la loro convinzione, cercano di suscitare nel loro simile ciò che è buono e nobile”. I testimoni di Geova non erano lì al Parco Olympia per competere, cercando ciascuno di dimostrare che egli o la sua nazione fosse migliore degli altri. Piuttosto, ‘camminano nel nome di Geova’ l’“Iddio che dà pace”. L’amore verso di lui è ciò che da molte nazioni li fece venire a questa assemblea, ed è questo stesso amore a spingerli a magnificare unicamente il nome di Dio e ad attendere il giorno in cui sarà rivendicato da ogni biasimo. — Mic. 4:5; Rom. 15:33.
In queste assemblee si diede enfasi al fatto che è essenziale che ciascuno tenga “bene in mente la presenza del giorno di Geova”, il “giorno” in cui Dio eseguirà il giudizio sui malvagi e ricompenserà i suoi servitori, il “giorno” della vittoria divina. (2 Piet. 3:11, 12) Fu rammentato loro che, a imitazione di Gesù Cristo, devono individualmente vincere il mondo se vogliono godere il favore divino quando quel “giorno di Geova” arriverà. (Giov. 16:33) Non devono farsi modellare dal mondo, facendo le cose alla sua maniera, né possono divenire indifferenti o temere la reazione del mondo trattenendosi dal fare la volontà di Dio.
I testimoni di Geova non lasciarono l’assemblea pensando che questo sia il tempo per rallentare la loro predicazione, giacché la Vittoria Divina è ora così vicina. Al contrario, furono incoraggiati a valersi pienamente del tempo che rimane, e furono provveduti loro i mezzi con cui operare. Fu prestabilito un programma di intensa distribuzione internazionale di un volantino che porta l’intestazione “Sta per scadere il tempo del genere umano?” Fu anche provveduto loro un nuovo libro (inglese) dallo stimolante titolo “Il millenario Regno di Dio si è avvicinato”. Inoltre ricevettero il libro Vera pace e sicurezza, da quale fonte? che volge l’attenzione alla grande contesa della sovranità universale, una contesa che si presenta a ogni creatura intelligente. Già condividono queste informazioni con altri. Indipendentemente dalle condizioni che possono sorgere in questo mondo angustiato prima che venga la fine, i testimoni di Geova hanno preso la risoluzione di avanzare nell’opera che Dio ha loro affidata, predicando la buona notizia del Suo regno.
Nel corso degli anni, i testimoni di Geova, in Germania come altrove, sono stati messi alla prova. Non è giunta per loro come una sorpresa. Sanno che il loro Signore e Maestro Gesù Cristo subì la persecuzione per mano di uomini malvagi, ed essi si attendono la stessa cosa. (Giov. 15:20) I testimoni di Geova capiscono chiaramente la contesa. Sanno che Satana il Diavolo ha sfidato la giustezza della sovranità di Geova. Egli ha apertamente accusato quelli che servono Geova di servirlo non per amore verso Dio, ma per egoismo, in vista del guadagno personale. Satana ha insinuato che, quando è sotto pressione, nessuno dia prova d’essere un leale sostenitore della sovranità di Geova, e quell’avversario di Dio e dell’uomo impiega uomini che gli si sottomettono per cercar di sostenere la sua parte della contesa. — Luca 22:31.
In contrasto, i testimoni di Geova capiscono che ogni cosa che hanno e tutte le loro speranze future sono da attribuire all’immeritata benignità di Geova. Spinti da genuino amore verso il loro Creatore, considerano un privilegio dargli prova della propria integrità, indipendentemente dal costo personale. Siccome si rifiutano di fare compromesso con un mondo empio, molti hanno subìto la perdita del lavoro e della casa. Alcuni hanno subìto la perdita dei figli e del coniuge. Altri sono stati percossi fino a perdere i sensi con sferze di acciaio, fatti morire di fame o giustiziati da plotoni d’esecuzione.
Ma in tutto questo, chi ne è uscito vincitore? Non il Diavolo. Né il mondo che giace nella sua potenza. Invece, sono stati i cristiani testimoni di Geova, che hanno riposto la loro fede nel solo vero Dio e nel suo Figlio. Come scrisse l’apostolo Giovanni: “Ogni figlio di Dio vince il mondo empio. La vittoria che sconfigge il mondo è la nostra fede, poiché chi vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?” (1 Giov. 5:4, 5, The New English Bible) È vero che alcuni di essi morirono per mano dei nemici di Dio, ma, avendo la speranza d’essere coeredi con Cristo nel suo regno celeste e vivendo al tempo della sua presenza, sono stati, “in un momento, in un batter d’occhio”, risuscitati alla vita celeste immortale, vincitori sul mondo. (1 Cor. 15:51, 52) Altri, con la speranza della vita terrestre nel nuovo ordine di Dio, sono stati temporaneamente lasciati riposare, con la convinzione che Dio, che non può mentire, li riporterà in vita sotto il giusto dominio del suo regno. Migliaia d’altri, con l’aiuto di Dio, sono sopravvissuti ai crudeli assalti di Satana e dei suoi visibili agenti. Molti di questi sono ancora in vita, ancora predicano la buona notizia, ancora mostrano la loro lealtà verso Geova. E hanno la determinazione di continuare tale corso di fedeltà non importa a quali prove possano andare incontro nei giorni avvenire.
Tutti quelli che leggono questo racconto siano da esso incoraggiati a perseverare fedelmente. Tenete presenti queste ispirate parole dell’apostolo Paolo: “Esultiamo mentre siamo nelle tribolazioni, giacché sappiamo che la tribolazione produce perseveranza; la perseveranza, a sua volta, una condizione approvata; la condizione approvata, a sua volta, speranza, e la speranza non conduce alla delusione; perché l’amore di Dio è stato versato nei nostri cuori mediante lo spirito santo, che ci è stato dato”. (Rom. 5:3-5) La vostra reazione all’amore di Dio vi spinga a fare dell’adempimento della volontà di Dio la cosa più importante della vostra vita, riponendo piena fiducia nella Vittoria Divina ora assai vicina.
[Immagine a pagina 192]
Campo di concentramento Sachsenhausen
Baracche delle SS
Cortile dell’appello
Celle di punizione
Isolamento
[Immagine a pagina 193]
Camera a gas
Luogo dell’esecuzione capitale
Stazione per lo spidocchiamento
[Immagine a pagina 215]
Edificio acquistato dalla Società Torre di Guardia a Wiesbaden
[Immagine a pagina 245]
Casa Betel e stamperia della Società Torre di Guardia a Wiesbaden nel 1973
[Immagine alle pagine 254 e 255]
All’assemblea “Vittoria Divina” di Düsseldorf (sopra) assisterono 67.950 persone; a quella di Monaco (sotto), 78.792
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GermaniaAnnuario dei Testimoni di Geova del 1999
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Germania
LA GERMANIA è un centro di attività internazionali. Ogni anno arrivano in media dall’estero circa 15.000.000 di turisti. Molti trascorrono le vacanze sulle Alpi bavaresi, nella Foresta Nera, lungo il pittoresco fiume Reno o visitando luoghi di interesse culturale nelle città. Altri forse si recano in Germania per affari. La Germania è una delle nazioni con il massimo volume di scambi, e ha rapporti d’affari in tutto il mondo. Per diversi anni la fiorente economia del paese ha attirato così tanti lavoratori di altre nazioni che nelle città più grandi questo ha avuto un effetto visibile sulla composizione della popolazione. Ciò ha influito anche sul ministero dei testimoni di Geova in Germania.
Sul loro ministero hanno inciso anche avvenimenti verificatisi nel corso e alla fine della seconda guerra mondiale. Sotto la dittatura di Adolf Hitler i Testimoni furono oggetto di attacchi selvaggi e prolungati. Con la benedizione del clero sia cattolico che protestante, Hitler giurò di sterminare gli Ernste Bibelforscher (Zelanti Studenti Biblici), com’erano chiamati allora i testimoni di Geova in Germania. Ma i testimoni di Geova non rinunciarono alla loro fede. Rimasero saldi di fronte allo spietato attacco.
Dodici anni dopo che i Testimoni erano stati messi al bando in Germania, Hitler e il suo partito politico non c’erano più. I testimoni di Geova invece erano impegnati a parlare alle persone del Regno di Dio e di ciò che significa per l’umanità. La storia delle loro avversità sotto il nazismo e di come vi fecero fronte costituisce ancor oggi la base di una testimonianza al mondo intero.
Cosa aveva permesso ai Testimoni di uscirne vittoriosi? Non la loro bravura. Non certo il loro numero. All’inizio della seconda guerra mondiale ce n’erano meno di 20.000 in tutta la Germania, in contrasto con il possente regime nazista. La spiegazione sta in ciò che disse molto tempo fa Gamaliele, un saggio insegnante, come si legge nella Bibbia: “Se questo progetto o quest’opera è dagli uomini, sarà rovesciata; ma se è da Dio, non li potrete rovesciare”. (Atti 5:34-39) I testimoni di Geova in Germania furono leali a Dio, anche davanti alla minaccia della morte, e Geova mantenne la promessa di ‘non lasciare i suoi leali’. — Sal. 37:28.
Sfruttano le opportunità nel dopoguerra
Quelli che erano sopravvissuti alle esperienze degli anni della guerra capirono che c’era del lavoro da fare. Avevano appena superato eventi che facevano parte dell’inequivocabile adempimento di ciò che Gesù aveva predetto come segno della sua presenza e del termine del sistema di cose. Si erano trovati al centro di una guerra che non aveva precedenti nella storia. Avevano provato cosa significa essere dati alla tribolazione, essere traditi ed essere oggetto di odio da parte delle nazioni, e molti erano stati uccisi. Erano nel bel mezzo della penuria di viveri predetta. La gente aveva bisogno di sapere cosa significavano questi avvenimenti. Neppure nei campi di concentramento i testimoni di Geova avevano smesso di predicare. Ma sapevano che Gesù aveva predetto: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:3-14) C’era ancora dell’altro da fare, ed erano ansiosi di continuare l’opera.
Subito dopo la guerra, i Testimoni in Germania riorganizzarono l’opera di proclamazione del Regno. Erich Frost, liberato dopo nove anni, dispose immediatamente che le congregazioni venissero visitate, riorganizzate e rafforzate da fratelli maturi. Alcuni Testimoni erano così deboli per la fame da svenire durante le adunanze, ma erano decisi a essere presenti per trarre beneficio dal cibo spirituale. Dopo essere stata liberata, Gertrud Poetzinger camminò per un’intera giornata in direzione di Monaco sperando di trovarvi il marito. Ma quando la sera delle brave persone le provvidero vitto e alloggio rimase alzata fin dopo mezzanotte, dando loro testimonianza in merito ai propositi di Geova. Konrad Franke, una volta rimesso in libertà, iniziò subito il servizio di pioniere anche se in principio non aveva altro da indossare che l’uniforme a righe del campo.
Nel 1947 c’erano in Germania 15.856 Testimoni che si impegnavano di nuovo alla luce del sole nel ministero di campo, facendo conoscere con baldanza che il Regno di Dio è la sola speranza di pace e sicurezza durature. Geova benedisse il loro zelante ministero e nel maggio 1975, trent’anni dopo che la guerra era finita, nella Germania Occidentale c’erano 100.351 proclamatori del Regno.
In quegli anni il campo tedesco non era l’unico a ricevere testimonianza. Gli zelanti Testimoni tedeschi si resero conto che il loro ministero influiva su persone di molte nazioni. Come mai?
Un campo missionario a due passi da casa
Per far fronte alle esigenze della sua fiorente economia, a metà degli anni ’50 la Germania cominciò a reclutare Gastarbeiter o “lavoratori stranieri”. Ne arrivarono in gran numero da Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Turchia e da quella che era allora la Iugoslavia. Nel 1972 la forza lavoro straniera aveva superato di parecchio i due milioni e centomila unità.
Dopo l’afflusso di lavoratori stranieri iniziato negli anni ’50 e protrattosi fino agli anni ’70, la Germania fu sommersa negli anni ’80 da un’ondata di profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia. Negli anni ’90 si unirono ad essi i profughi dell’Europa orientale e dei Balcani. Come risultato delle leggi liberali di allora che offrivano asilo politico, la Germania finì per essere il paese europeo con il più alto numero di residenti nati all’estero.
I testimoni di Geova lo considerarono un ottimo territorio missionario che si era spostato proprio a due passi da casa. Poiché “Dio non è parziale” e poiché le persone sradicate dalla loro patria hanno senz’altro bisogno del conforto che solo la Parola di Dio può dare, i testimoni di Geova si sentirono vivamente in dovere di annunciare la buona notizia a queste persone. (Atti 10:34, 35; 2 Cor. 1:3, 4) Ma non è stato facile predicare ai 7 milioni e mezzo di stranieri in Germania nella loro lingua.
Per trasmettere in modo più efficace la verità biblica a questi stranieri, molti Testimoni tedeschi hanno imparato un’altra lingua. Che ottima dimostrazione di amore per il prossimo, in armonia con ciò che Gesù insegnò ai suoi seguaci! (Matt. 22:39) La maggioranza di questi Testimoni non hanno potuto fare i missionari all’estero, ma sono stati pronti a cogliere tutte le occasioni che si sono presentate loro in patria. Così nell’agosto 1998 più di 23.600 proclamatori predicavano la buona notizia in 371 congregazioni e 219 gruppi di lingua straniera. Naturalmente le congregazioni di lingua straniera vengono formate non per segregare chi ne fa parte ma piuttosto per rendere più facile a chi non conosce abbastanza bene il tedesco imparare la verità nella propria madrelingua. Molti proclamatori si sono resi conto che la nuova lingua può toccare la mente ma spesso ci vuole la madrelingua per toccare il cuore.
In Germania ci sono alcuni gruppi che ce l’hanno con gli stranieri e li maltrattano, ma i servitori di Geova li accolgono con sincero amore cristiano. Albanese, amarico, arabo, cinese, giapponese, hindi, persiano, romeno, tamil, tigrino, ungherese e vietnamita sono alcune delle 24 lingue oltre al tedesco nelle quali al presente i testimoni di Geova tengono adunanze. Dei 194.751 presenti alle assemblee di distretto “Insegnamento divino” tenute nel 1993 in Germania, circa il 10 per cento ha partecipato alle assemblee in lingue straniere. E il numero dei battezzati a queste ultime è stato quasi il 14 per cento del totale.
Tra quelli che hanno accettato il messaggio del Regno c’è una famiglia indù che nel 1983 lasciò lo Srī Lanka a causa della guerra e che sperava di far curare il proprio figlio di sei anni. Purtroppo il bambino morì. Ma la famiglia ha conosciuto Geova, che desterà i morti e darà loro l’opportunità di vivere per sempre. (Atti 24:15) C’è anche una nigeriana che da adolescente aveva combattuto nella guerra del Biafra. Dopo che si fu trasferita in Germania, la sua vita cambiò quando apprese ciò che Geova insegna per vivere in pace con i propri simili. — Isa. 2:3, 4.
Tra gli italiani che sono diventati testimoni di Geova in Germania non è insolito sentire il proverbio “Non tutti i mali vengono per nuocere”. Com’è appropriato! Molti di questi italiani, come pure persone di altri paesi, sono venuti in Germania per sottrarsi ai problemi economici, solo per trovare qualcosa di maggior valore dei beni materiali: la verità in merito a Dio e al suo proposito.
La zelante attività svolta dai Testimoni fra queste persone non è passata inosservata. La congregazione di Halberstadt ha ricevuto questa lettera: “Siamo il centro di raccolta per chi cerca asilo e ci occupiamo regolarmente di persone di oltre 40 nazioni. . . . Queste persone, di svariate culture, hanno dovuto lasciare familiari, paese nativo, lingua e tradizioni. In molti casi hanno avuto esperienze traumatiche e il loro futuro è incerto. . . . Per questo molte di loro si rivolgono alla religione per avere appoggio e speranza. Vi siamo grati del vostro generoso dono [di Bibbie in varie lingue] che permette a queste persone di trovare conforto e sicurezza leggendo la Bibbia nella propria lingua”.
Alcuni gruppi di lingua straniera
INGLESE: Profughi provenienti da Nigeria, Ghana, Srī Lanka, India e da altri luoghi traggono beneficio dall’opera delle congregazioni di lingua inglese. Steven Kwakye, del Ghana, è tra questi. In Germania, quando un giovane del Bangladesh gli disse che cercava di evitare i Testimoni, Steven gli suggerì di mandarli da lui. Da giovane Steven aveva ricevuto testimonianza nel Ghana. Ora, lontano dai parenti che facevano pressione su di lui, Steven voleva saperne di più. Oggi è un anziano cristiano e la sua famiglia serve Geova insieme a lui.
TURCO: La moglie e i figli di Rasim erano testimoni di Geova da oltre dieci anni, mentre lui continuava a seguire la fede islamica. Si rese conto però che l’interpretazione del Corano differiva così tanto da una moschea all’altra che alcuni musulmani non andavano in nessuna moschea se non nella propria. Durante un viaggio in Turchia andò sia in una moschea che alle adunanze dei testimoni di Geova. Nella moschea sentì certe interpretazioni dell’Islam che erano diverse da quelle che aveva sentito in Germania. Non c’era unità. Ma tornato in Germania disse: “L’amore e il programma sono gli stessi sia nella Sala del Regno qui che nella Sala del Regno in Turchia. Questa è la verità”.
HINDI: Nel 1985 due Testimoni andarono alla porta di Sharda Aggarwal subito dopo che lei aveva pregato per trovare un dio a cui aprire il suo cuore. Il marito aveva un tumore ai polmoni. Era avvilita pensando che gli dèi indù ignorassero le sue preghiere. Chiese ai Testimoni se Gesù era Dio. La loro spiegazione la convinse che la sua preghiera era stata esaudita. Geova sembrava proprio il tipo di dio che lei voleva conoscere. Benché all’inizio esitasse a lasciare gli dèi dell’induismo per timore di dispiacere loro, ben presto gettò via le loro immagini e accettò Geova come vero Dio. Nel 1987 si battezzò. Oggi è pioniera regolare, grata di servire un Dio personale in cui può avere fiducia. Il marito e il figlio sono entrambi servitori di ministero. — Sal. 62:8.
POLACCO: Nel 1992 venne formata a Berlino una congregazione polacca e lo stesso anno si tenne un’assemblea speciale di un giorno in polacco. È vero che si tenne in una parte della Germania dove ci sono molti di origine polacca, ma nessuno si aspettava di vedere la Sala delle Assemblee, la vicina Sala del Regno e il locale del ristoro gremiti. I presenti furono complessivamente 2.523, quasi da non crederci! Alcuni di questi erano Testimoni polacchi che frequentavano le congregazioni tedesche, ma furono molto felici di vedere aprirsi l’opera di predicazione nel campo polacco e furono grati di poter sentire parlare delle verità bibliche nella loro lingua.
Anche russo, serbocroato e cinese!
RUSSO: Dopo la fine della guerra fredda, molti che erano cresciuti in Russia e che parlavano russo ma i cui avi erano tedeschi tornarono nel paese dei loro padri. C’erano anche uomini delle forze armate sovietiche che prestavano servizio in quella che era allora la Germania Orientale, insieme con le persone a loro carico. Tutti gli esseri umani nascono con un bisogno spirituale, che nel loro caso non era stato soddisfatto.
Gli Schlegel, una famiglia di origine tedesca che viveva nella penisola di Crimea in Ucraina, nel 1992 si trasferirono nel paese dei loro padri. Qui furono contattati da una testimone di Geova originaria dell’Uzbekistan che era diventata Testimone in Germania. Dopo avere studiato la Bibbia l’intera famiglia si battezzò.
Sergej e sua moglie Zhenya erano atei. Ma quando ricevettero le risposte della Bibbia alle loro domande, specialmente quelle riguardanti il futuro, rimasero sbalorditi. Umilmente acquistarono fede in Geova e fecero cambiamenti nella loro vita, anche se per Sergej questo significò cambiare lavoro e rinunciare a una pensione a cui presto avrebbe avuto diritto.
Marina, infermiera in un ospedale militare, era alla ricerca del significato della vita. Quando ricevette il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, lo lesse d’un fiato e si rese subito conto di avere trovato quello che cercava. Tornata in Russia, visitò altri che avevano studiato con i testimoni di Geova in Germania, per incoraggiarli. Cominciò subito a realizzare lo scopo della sua vita facendo la pioniera.
Nell’agosto 1998 c’erano 31 congregazioni e 63 gruppi più piccoli di lingua russa, per un totale di 2.119 proclamatori, un aumento del 27 per cento rispetto all’anno precedente.
SERBOCROATO: Johann Strecker, sorvegliante viaggiante nel campo serbocroato, afferma che nell’ex Iugoslavia vivevano persone di almeno 16 nazionalità. Dice: “È meraviglioso vedere come ora la verità le unisce”. Quando Munib, un musulmano che per otto anni aveva prestato servizio nell’esercito iugoslavo, fu invitato a un’adunanza dei testimoni di Geova in Germania, trovò croati, serbi e persone in precedenza musulmane riunite pacificamente insieme. Era quasi incredibile! Per un mese si limitò a osservare. Quando si convinse che la pace e l’unità fra i Testimoni sono reali, acconsentì a studiare la Bibbia. Si è battezzato nel 1994.
Rosanda, una cattolica della Croazia che era stata per diversi anni in convento, andò a trovare dei parenti che erano diventati Testimoni in Germania. Dopo avere assistito alla Scuola di Ministero Teocratico e all’adunanza di servizio insieme a loro, ammise: “Voi avete la verità. Mi sono sempre chiesta come i primi cristiani predicassero il vangelo. Quando ho visto le due sorelle sul podio, il modo in cui una predicava all’altra, nella mente mi è balenato questo pensiero: ‘Doveva essere esattamente così che facevano i primi cristiani’”. Oggi è pioniera e segue l’esempio dei primi cristiani.
Alcuni Testimoni tedeschi che hanno imparato la lingua di questi gruppi per dare loro testimonianza in seguito sono effettivamente andati a servire in quei paesi, quando è stato possibile.
CINESE: L’opera nel campo cinese in Germania è iniziata più di recente. “La maggioranza di coloro che vengono dalla Cina non ha mai sentito parlare di noi, tanto meno ha letto la Bibbia”, spiega Egidius Rühle, che ha fatto il missionario a Taiwan. Egli aggiunge: “Dato che la maggioranza dei cinesi sono desiderosi di imparare, assorbono la conoscenza come una spugna asciutta assorbe l’acqua”.
Quando la 12ª classe della Scuola di Addestramento per il Ministero venne presentata nell’ottobre 1996 alla famiglia Betel di Selters, che piacere fu conoscere il primo studente cinese che frequentava la scuola in Germania! Aveva conosciuto la verità in Germania. A sua volta aveva dato testimonianza a una professoressa cinese di geologia e le aveva dato il libro Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione? La donna aveva letto l’intero libro nel giro di una settimana. Ora, invece di insegnare l’evoluzione, conduce studi biblici a domicilio: alla fine del 1996 ne teneva 16.
Desiderosi di parlare di quello che hanno imparato
Nel corso degli anni letteralmente centinaia di residenti stranieri hanno conosciuto la verità in Germania e poi sono tornati nei paesi d’origine per predicarvi la buona notizia. Ora molti servono come anziani o servitori di ministero o hanno altri incarichi di responsabilità. Petros Karakaris è membro della famiglia Betel in Grecia; Mamadou Keita serve come missionario nel Mali, e Paulin Kangala — che molti conoscono come Pepe — è missionario nella Repubblica Centrafricana insieme a sua moglie Anke.
Dall’inizio degli anni ’90 oltre 1.500 proclamatori di lingua greca sono tornati in Grecia, alcuni di essi come anziani qualificati. Altri si sono trasferiti in Svezia, Belgio, Inghilterra e Canada per promuovere l’opera di predicazione fra la popolazione di lingua greca in quei paesi. E probabilmente in nessun altro paese del mondo, a eccezione della Grecia, ci sono tanti proclamatori di lingua greca quanti ce ne sono in Germania.
Cosa succedeva nella Germania Orientale?
Alla fine della seconda guerra mondiale la Germania fu occupata dagli eserciti di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica. La nazione sconfitta fu divisa in quattro zone di occupazione e ciascuna delle quattro potenze vincitrici ricevette la giurisdizione su una zona. (Anche Berlino, la capitale, fu divisa in quattro settori di occupazione). Dato che la zona di occupazione sovietica era la parte orientale del paese, divenne subito nota come zona orientale. Nel 1949 questa parte della Germania venne reintegrata come stato sovrano e divenne la Repubblica Democratica Tedesca. Ma in realtà l’espressione “zona orientale” fu semplicemente sostituita dal nome Germania Orientale. Quando le tre restanti zone di occupazione diventarono nel 1955 la Repubblica Federale di Germania, allora, secondo l’uso popolare, essa divenne nota come Germania Occidentale.
Dopo la caduta dello stato nazista, i testimoni di Geova che abitavano nella zona orientale si avvalsero prontamente dell’opportunità di tenere adunanze pubbliche e di partecipare con zelo al ministero di campo. A metà del 1949 oltre 17.000 proclamatori facevano rapporto di servizio di campo nella Germania Orientale. Ma il sollievo che provarono dopo la caduta del regime nazista fu di breve durata. Le adunanze di congregazione furono di nuovo interrotte dalla polizia. La letteratura venne confiscata. Le strade furono bloccate per impedire ai Testimoni di assistere a un’assemblea. I fratelli furono arrestati. Il 31 agosto 1950 l’opera venne messa ufficialmente al bando. I Testimoni della Germania Orientale furono di nuovo costretti a operare in clandestinità, questa volta da un regime comunista, e non ne sarebbero usciti che quasi 40 anni dopo.
Nella Germania Orientale la persecuzione fu molto intensa agli inizi del bando. Nel 1990 il giornale tedesco Berliner Morgenpost riferì: “Tra il 1950 e il 1961 [quando venne innalzato il Muro], le autorità tedesco-orientali arrestarono 2.891 testimoni di Geova; 2.202 di essi, comprese 674 donne, furono processati e condannati a pene detentive per un totale di 12.013 anni. Mentre erano in carcere, 37 uomini e 13 donne morirono in seguito a maltrattamenti, malattie, malnutrizione o vecchiaia. I tribunali condannarono 12 uomini all’ergastolo ma in seguito ridussero le loro condanne a 15 anni di reclusione”.
Naturalmente questo era solo l’inizio. Il bando sarebbe durato quattro decenni. Ci furono periodi in cui le pressioni sui Testimoni sembravano allentarsi. Poi avvenivano irruzioni nelle case e ne erano arrestati altri. Anche se il numero esatto non si conosce con certezza, dagli archivi storici della Società risulta che negli anni in cui l’opera fu al bando, nella Germania Orientale furono messi in prigione 4.940 Testimoni in 231 luoghi diversi.
Si riunivano senza dare nell’occhio
Perfino in queste condizioni difficili, generalmente i testimoni di Geova trovavano il modo di procurarsi letteratura biblica per lo studio. Centinaia di fratelli e sorelle coraggiosi rischiarono la libertà e a volte anche la vita per soddisfare i bisogni spirituali. In molti casi le sorelle ebbero un ruolo chiave. Prima che venisse innalzato nel 1961 il Muro di Berlino, si recavano nel settore occidentale della città, prendevano letteratura dall’ufficio della Società situato lì e la portavano con sé al loro ritorno. Quando spie della Germania Orientale cominciarono a sorvegliare l’ufficio per vedere chi andava a prendere letteratura, alcuni corrieri furono arrestati. Così vennero usate altre tattiche. Le sorelle che facevano da corrieri andavano a prendere la letteratura a casa di altri Testimoni di Berlino e poi facevano ritorno. Malgrado il fatto che alcune fossero arrestate, trascinate in tribunale e condannate a pene detentive, l’invio di cibo spirituale non si arrestò mai del tutto.
Riuscivano a tenere le adunanze cristiane in simili circostanze? Comprensibilmente, all’inizio alcuni avevano una certa apprensione. Ma si resero conto che per rimanere spiritualmente forti avevano bisogno di riunirsi con altri cristiani. (Ebr. 10:23-25) Disposero di farlo senza dare nell’occhio, in piccoli gruppi. Per ragioni di sicurezza, si chiamavano solo per nome. Le adunanze si tenevano in genere quando era buio, in luoghi diversi e in giorni diversi. D’estate le adunanze non potevano iniziare prima delle 10 di sera. Nondimeno i fratelli si adattarono senza problemi.
Le Sale del Regno non si potevano usare, ma un amichevole contadino della Sassonia mise a disposizione un fienile con una porta sul retro che dava su un sentiero nascosto dalla vegetazione. Per tutto un inverno quel fienile ospitò un gruppo di una ventina di persone che si riunivano al lume di candela. Ben presto anche il contadino divenne Testimone.
Soprattutto, disponevano di celebrare il Pasto Serale del Signore. Manfred Tamme rammenta la volta che procurò ad alcuni fratelli in carcere gli emblemi della Commemorazione: “Riempii di vino un flacone di una lozione per capelli e chiesi di farlo avere a un fratello in prigione. La guardia aprì il flacone, annusò il contenuto e disse: ‘Questo servirebbe per prevenire la caduta dei capelli?’ ‘Beh, perlomeno è quello che dice’, risposi. Riavvitò il tappo e consegnò il flacone al fratello a cui era destinato!”
Impararono a dare testimonianza sotto il bando
L’opera di predicare la buona notizia del Regno di Dio nella Germania Orientale non si fermò. La Bibbia non era vietata, così spesso i fratelli iniziavano conversazioni solo facendo riferimento alla Bibbia. Poiché avevano poca letteratura biblica da offrire, se non niente, iniziavano conversazioni basandosi su diverse scritture collegate fra loro che preparavano su vari soggetti. Naturalmente era pericoloso predicare. Ogni giorno di servizio poteva essere l’ultimo trascorso in libertà. I Testimoni facevano della preghiera la loro “inseparabile compagna”, per citare le parole di uno di essi, il quale aggiunse: “Ci faceva sentire calmi e tranquilli. Non ci sentivamo mai soli. Era indispensabile, comunque, stare perennemente all’erta”.
Malgrado si sforzassero di essere cauti, a volte si trovarono faccia a faccia con la polizia. In un’occasione, mentre Hermann e Margit Laube stavano visitando case raccomandate da persone che conoscevano già, dietro l’uomo che rispose alla porta videro appesa all’attaccapanni una divisa da poliziotto. Margit impallidì; a Hermann cominciò a battere forte il cuore. Dissero una preghiera in silenzio. Sicuramente sarebbero finiti in prigione. “Chi siete?”, chiese l’uomo bruscamente. Fu Margit a rispondere: “Sono sicura di averla già incontrata, ma non riesco a ricordare dove. Sì, lei è un agente di polizia. Devo averla vista mentre era in servizio”. Con tono alquanto più amichevole l’uomo replicò: “Siete di Geova?” “Sì”, rispose Hermann, “lo siamo, e deve ammettere che ci vuole coraggio da parte nostra per bussare alla sua porta. Ci interessiamo di lei personalmente”. Furono invitati a entrare. Dopo alcune visite fu iniziato uno studio biblico. Col tempo divenne un fratello cristiano.
L’opera di testimonianza veniva svolta anche nelle prigioni. Wolfgang Meise si trovava nella prigione di Waldheim. Un giorno ricevette una lettera dalla moglie che gli diceva di essere stata ‘a Berlino e di avere assaggiato un po’ di brodo Knorr’. (Knorr è la marca di un famoso preparato per brodi). Wolfgang colse l’occasione per spiegare a un altro detenuto che questo significava che a Berlino c’era stata un’assemblea e che Nathan H. Knorr, presidente della Società (Watch Tower), aveva parlato lì. L’uomo non dimenticò mai come si erano illuminati gli occhi di Wolfgang, lasciando trasparire la sua gioia, mentre parlava della lettera della moglie. Circa 14 anni dopo quell’uomo, che si era trasferito nella Germania Occidentale, cominciò a studiare la Bibbia e due anni più tardi, a Würzburg, si battezzò.
Hildegard Seliger, che aveva già passato molti anni nei campi di concentramento nazisti, fu condannata da un tribunale comunista di Lipsia a scontare altri dieci anni. In seguito una secondina della prigione di Halle disse a Hildegard che era considerata particolarmente pericolosa perché ‘parlava tutto il giorno della Bibbia’.
Aumento costante malgrado il bando
Lo zelo dei fratelli diede buoni frutti. Horst Schramm riferisce che al principio degli anni ’50 c’erano 25 proclamatori nella congregazione di Königs Wusterhausen, ma quando cadde il Muro di Berlino ce n’erano 161. Tuttavia 43 proclamatori si erano trasferiti in Occidente e diversi erano morti. In effetti, in certe congregazioni più del 70 per cento dei Testimoni ora attivi hanno conosciuto la verità durante il bando.
Si prenda, ad esempio, la famiglia Chemnitz. Bernd e Waltraud conobbero la verità e si battezzarono che erano ancora molto giovani, quando il bando era appena iniziato. In seguito si sposarono ed ebbero figli, ma non permisero che il bando impedisse loro di allevarli come servitori di Geova. Negli anni ’80, mentre l’opera era ancora al bando, Andrea, Gabriela, Ruben ed Esther, seguendo l’esempio dei genitori, si dedicarono a Geova e si battezzarono. Solo Matthias, il più piccolo, si è battezzato dopo che il bando era stato tolto. Geova ha benedetto riccamente la determinazione che questa coppia ha dimostrato davanti all’opposizione. Che ricompensa sapere che oggi tutt’e cinque i loro figli sono membri della famiglia Betel di Selters!
Un anziano che aiutava a compilare i rapporti mensili del servizio di campo per la Società dice: “In tutti i 40 anni in cui fu in vigore il bando, non passò neppure un mese senza che il rapporto indicasse qualche battezzato”. Quindi spiega: “Generalmente ai battesimi c’erano pochi presenti e si svolgevano in case private. Dopo il discorso i candidati al battesimo venivano immersi in una vasca da bagno. Spesso il problema era riuscire a immergerli completamente. Nonostante queste piccole difficoltà, ognuno di loro ricorda ancora con gioia il giorno del suo battesimo”.
Quando fu di nuovo possibile pubblicare i rapporti del servizio di campo della Germania Orientale, che gioia apprendere che negli anni ’80 c’erano stati ben 20.704 proclamatori attivi in quella zona! Ora, naturalmente, non sono più necessari rapporti separati. Nel 1990 il numero dei proclamatori della Germania riunificata salì a 154.108.
Riorganizzazione per rafforzare la fratellanza
Nel periodo in cui i governanti comunisti cercavano di impedire ai Testimoni di quella parte del mondo di avere contatti con i loro fratelli cristiani di altri paesi, nell’organizzazione dei testimoni di Geova a livello mondiale avvenivano cambiamenti significativi. Questi cambiamenti, fatti allo scopo di conformarsi più strettamente a ciò che la Bibbia dice della congregazione cristiana del I secolo, servirono a rafforzare la fratellanza internazionale e a preparare l’organizzazione per la rapida crescita che ci sarebbe stata negli anni successivi. — Confronta Atti 20:17, 28.
Così, a cominciare dall’ottobre 1972, le congregazioni non furono più sotto la sorveglianza di un solo uomo, chiamato servitore di congregazione, che sbrigava tutto il lavoro necessario con l’aiuto di assistenti. Venne invece nominato un corpo di anziani per soprintendere a ciascuna congregazione. Nel 1975 si cominciavano già a vedere gli ottimi risultati di questo cambiamento.
Tuttavia, Erwin Herzig, che è sorvegliante viaggiante da molti anni, rammenta che quel cambiamento non fu gradito a tutti. Servì a rivelare “la condizione di cuore di alcuni servitori di congregazione”, dice. Sebbene la stragrande maggioranza avesse un cuore leale, il cambiamento servì a eliminare i pochi che erano ambiziosi e più ansiosi di avere la preminenza che di servire i fratelli.
Erano in vista altri cambiamenti. Durante gli anni ’70 il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova venne ampliato e poi riorganizzato e il suo lavoro fu suddiviso fra sei comitati che entrarono in funzione il 1º gennaio 1976. Un mese dopo, il 1º febbraio 1976, ci fu un cambiamento nella sorveglianza delle filiali in tutto il mondo. La filiale non operava più sotto la direzione di un servitore di filiale. Ciascuna filiale era invece sotto la sorveglianza di un Comitato di Filiale nominato dal Corpo Direttivo.
In precedenza i fratelli Frost, Franke e Kelsey avevano servito ciascuno per diversi periodi come servitore di filiale in Germania. Il fratello Frost aveva ritenuto necessario lasciare la Betel per motivi di salute. (Morì nel 1987 a 86 anni. La sua biografia si trova nella Torre di Guardia del 15 ottobre 1961). Quando nel 1976 venne costituito in Germania un Comitato di Filiale formato da cinque membri, includeva sia Konrad Franke (imprigionato più volte durante il periodo nazista) che Richard Kelsey (un diplomato di Galaad che a questo punto serviva in Germania da 25 anni). Includeva pure Willi Pohl (che era sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti e aveva frequentato la 15ª classe di Galaad), Günter Künz (diplomato della 37ª classe di Galaad) e Werner Rudtke (ex sorvegliante viaggiante).
Questi primi membri, a eccezione del fratello Franke, morto nel 1983, fanno ancora parte del Comitato di Filiale. (La biografia di Konrad Franke compare nella Torre di Guardia del 1º febbraio 1964). Due altri fratelli ne hanno fatto parte prima della loro morte: Egon Peter, dal 1978 al 1989, e Wolfgang Krolop, dal 1989 al 1992.
Al presente il Comitato di Filiale è formato da otto membri. Oltre a quelli già menzionati ci sono Edmund Anstadt (dal 1978), Peter Mitrega (dal 1989), Eberhard Fabian e Ramon Templeton (dal 1992).
Quando nel 1976 andò in vigore la nuova disposizione per la sorveglianza delle filiali, la famiglia Betel di Wiesbaden, nella Germania Occidentale, era formata solo da 187 membri. Da allora il personale è aumentato e ora si compone di 1.134 membri, di 30 nazionalità. Questo rispecchia in una certa misura gli aspetti internazionali dell’opera a cui la filiale ha il privilegio di partecipare.
Impianti tipografici per far fronte ai crescenti bisogni
A metà degli anni ’70 gli edifici della filiale in Germania erano ubicati in una parte di Wiesbaden chiamata Kohlheck, un tempo tranquillo sobborgo in prossimità di una foresta ma ora quartiere della città in rapida espansione. La Società aveva già aumentato i suoi beni immobili in questa zona 13 volte. Ma il numero dei proclamatori del Regno nella Germania Occidentale era salito a circa 100.000. C’era bisogno di uffici più spaziosi per la sorveglianza dell’opera. Ci voleva una tipografia più grande per provvedere letteratura biblica. Stava diventando molto difficile acquistare altro terreno. Come sarebbe stato risolto il problema? Il Comitato di Filiale chiese la guida di Geova in preghiera.
Alla fine del 1977 i membri del Comitato di Filiale da poco nominato cominciarono a considerare la possibilità di costruire una nuova casa Betel in un altro posto. Ma era proprio necessario? Era opinione generale che la fine del vecchio sistema doveva essere molto vicina. Ma c’era anche un altro fattore da tenere presente. I metodi di stampa stavano cambiando e la Società si vedeva costretta ad adeguarsi per poter continuare a stampare su vasta scala nel tempo che rimaneva al vecchio sistema. Fatto interessante, l’esperienza ottenuta nel far fronte alla situazione nella Germania Orientale quando i testimoni di Geova erano al bando rese più facile ai fratelli di Wiesbaden fare i cambiamenti, una volta divenuti necessari. Come mai?
La decisione di adottare la stampa offset
Dopo la costruzione del Muro di Berlino nel 1961 divenne sempre più difficile provvedere letteratura ai testimoni di Geova della Germania Orientale. Per facilitare le cose venne preparata per loro un’edizione speciale della Torre di Guardia in formato più piccolo. Conteneva solo gli articoli di studio. Per produrre questa edizione bisognava comporre gli articoli una seconda volta. Stampare su carta extrasottile era difficile, e anche piegare i fogli stampati era un’impresa. Quando i fratelli trovarono una piegatrice automatica capace di fare il lavoro, scoprirono che era stata costruita a Lipsia, nella Germania Orientale, paradossalmente nel paese dove i testimoni di Geova erano al bando e proprio quello a cui era destinata questa edizione meno appariscente della Torre di Guardia.
Per semplificare il lavoro un fratello che aveva imparato a stampare in offset prima di venire alla Betel suggerì di riprodurre le riviste utilizzando questo sistema. Gli articoli di studio potevano essere fotografati e rimpiccioliti, dopo di che con i negativi veniva prodotta una lastra offset. Fu donata alla filiale una piccola macchina offset da foglio. Con il tempo fu possibile pubblicare non solo gli articoli di studio ma l’intera rivista, prima in bianco e nero e infine a colori. Nello stesso modo vennero prodotti anche libri di formato ridotto.
Quando Nathan Knorr, l’allora presidente della Società, visitò Wiesbaden nel 1975, osservò con interesse quel lavoro. “Niente male”, disse dopo aver esaminato il materiale stampato. Allorché gli venne spiegato che era un’edizione speciale per la Germania Orientale e che eravamo soddisfatti del nuovo metodo di produzione impiegato, il fratello Knorr replicò: “I fratelli che sopportano tante avversità meritano quanto di meglio possiamo offrire loro”. Autorizzò immediatamente l’acquisto di altre macchine per fare il lavoro.
Così quando Grant Suiter, membro del Corpo Direttivo, visitò la Germania nel 1977 e menzionò che la Società pensava seriamente e da molto tempo di adottare la stampa offset e che ora aveva deciso di farlo su vasta scala, i fratelli di Wiesbaden avevano già una certa esperienza nel campo. Indirettamente il bando nella Germania Orientale li aveva preparati per questo cambiamento.
Ma non bastava solo accettare l’idea che era necessario cambiare i metodi di stampa. Il fratello Suiter spiegò che ci sarebbero volute macchine da stampa più grandi e più pesanti. Ma dove si potevano mettere? Sognare rotative offset che stampavano a colori era una cosa ma ci voleva ben altro per realizzare quel sogno. Vennero studiate varie possibilità di ulteriore espansione a Kohlheck, ma tutte presentavano dei problemi. Che fare?
Il nuovo complesso della filiale
Si cominciò a cercare un terreno da un’altra parte. Il 30 luglio 1978 circa 50.000 Testimoni riuniti in assemblea a Düsseldorf e quasi 60.000 riuniti a Monaco furono informati, con loro sorpresa, che si stavano facendo i piani per acquistare una proprietà in cui costruire un complesso per la filiale completamente nuovo.
Nel corso di quasi un anno vennero presi in esame 123 posti. Infine fu scelta una proprietà situata su un’altura che domina la cittadina di Selters. Con l’approvazione del Corpo Direttivo, il 9 marzo 1979 venne acquistata. A seguito di ulteriori trattative con 18 proprietari fu possibile acquistare altri 65 lotti di terreno adiacenti, portando a 30 ettari il totale di superficie utilizzabile. Situata circa 40 chilometri a nord di Wiesbaden, Selters era in un punto favorevole per i trasporti su strada. L’Aeroporto Internazionale Rhein-Main di Francoforte era a poco più di 60 chilometri.
I più grandi lavori di costruzione nella storia dei testimoni di Geova in Germania stavano per prendere il via. Eravamo veramente all’altezza del compito? Rolf Neufert, membro del comitato di costruzione, rammenta: “Nessuno, eccetto l’architetto che era un fratello, aveva mai partecipato a un’opera così grande. È difficile immaginare quanto fosse arduo il compito. Normalmente solo un’impresa con anni di esperienza e con tutti gli esperti necessari si sarebbe accinta a realizzare un progetto così grande e complesso”. Tuttavia i fratelli ragionarono che se Geova voleva che costruissero, avrebbe anche benedetto il risultato.
Si dovettero ottenere 40 licenze edilizie, ma le autorità locali cooperarono di buon grado, il che fu molto apprezzato. All’inizio ci fu una certa opposizione, ma veniva soprattutto dal clero, che organizzava convegni per fare ostruzionismo, ma invano.
I Testimoni di ogni parte del paese offrirono la loro collaborazione nei lavori. Dimostrarono uno spirito straordinario. Nel cantiere c’erano in media ogni giorno 400 lavoratori su base permanente e circa 200 altri che venivano a lavorare nel periodo delle vacanze. Nei quattro anni della costruzione, almeno 15.000 Testimoni offrirono la loro collaborazione.
Un fratello rammenta: “Indipendentemente dal tempo, dalle difficoltà, che facesse più o meno caldo o un freddo glaciale, i lavori andavano avanti. A volte, proprio quando altri avrebbero sospeso i lavori, noi li cominciavamo”.
Vennero ad aiutarci anche da altri paesi. A Jack e Nora Smith, e alla loro figlia quindicenne Becky, dell’Oregon, negli Stati Uniti, nemmeno un viaggio di migliaia di chilometri sembrò troppo lungo. Erano all’assemblea internazionale di Monaco quando fu annunciato che la Società intendeva costruire una nuova filiale in Germania. “Che privilegio sarebbe partecipare alla costruzione di una nuova Betel!”, dissero. Diedero la propria disponibilità. Jack rammenta: “Mentre partecipavamo ai preparativi di un’assemblea nel 1979 ricevemmo una domanda e l’invito ad andare appena possibile. Eravamo così eccitati che quasi non riuscimmo a concentrarci né sul lavoro né sul programma dell’assemblea”.
Per ospitare i lavoratori edili si dovettero ristrutturare gli edifici già esistenti. Per l’inverno 1979/80 i lavori nella prima casa erano stati ultimati. Nel settembre 1980 vennero poste le fondamenta della nuova casa Betel. Cominciarono anche i lavori della tipografia, appena in tempo. La rotativa offset lunga 27 metri, ordinata nel gennaio 1978, doveva essere consegnata nei primi mesi del 1982. Per quel periodo la tipografia doveva essere terminata, almeno in parte.
Potemmo fare da noi gran parte del lavoro. Un fratello dice ancora sbalordito: “Nessuno di noi aveva mai lavorato a un progetto così grande con una squadra di lavoratori che cambiava di continuo. Spesso in un settore o nell’altro pensavamo di essere giunti a un punto morto, perché per certi lavori non c’era la manodopera specializzata necessaria. Molte volte, però, proprio all’ultimo minuto, arrivava inaspettatamente la domanda di un fratello con le necessarie qualifiche. Nel momento del bisogno, i fratelli saltavano fuori”. Furono grati a Geova della sua guida e benedizione.
Trasferimento a Selters
Spostare i mobili e gli effetti personali di circa 200 membri della Betel, per non parlare di tutte le macchine e le attrezzature necessarie per il loro lavoro, fu un’impresa non indifferente. Era un lavoro troppo grande per farlo tutto in una volta. Gradualmente, un reparto per volta e man mano che i lavori procedevano, la famiglia Betel si trasferì a Selters.
Fra i primi a trasferirsi ci furono quelli che lavoravano nella tipografia, dato che fu la prima parte del complesso ad essere terminata. A poco a poco le macchine di Wiesbaden furono smontate e trasferite a Selters. Intanto, il 19 febbraio 1982, a Selters si cominciò a stampare a colori con la nuova rotativa offset. Bisognava festeggiare! A maggio la tipografia di Wiesbaden tacque. Dopo 34 anni, il nostro lavoro di stampa a Wiesbaden era terminato.
Il primo grosso lavoro con la nuova rotativa offset fu la stampa del libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca. Questa nuova pubblicazione doveva essere presentata alle assemblee di distretto del 1982, e fu chiesto alla Germania di stamparla in sette lingue. Il problema era che la legatoria si trovava ancora a Wiesbaden. Infatti passò più di un anno prima che venisse trasferita a Selters. Così, una volta stampate a Selters, le segnature venivano rapidamente trasportate con il camion della Società a Wiesbaden per la rilegatura. Nonostante il lavoro extra che ciò comportava, i fratelli riuscirono a ultimare 485.365 copie della prima edizione, che doveva essere di 1.348.582 copie, dando ai presenti alle assemblee internazionali tenute in vari paesi la gioia di ricevere questa nuova pubblicazione.
Comprensibilmente il trasferimento suscitò sentimenti contrastanti. Alcuni membri della famiglia Betel avevano trascorso a Wiesbaden quasi 35 anni. Ma ben presto il complesso della Betel di Wiesbaden fu diviso e venduto a diverse persone. Solo una piccola parte di quella che era stata la legatoria venne conservata e ristrutturata per farne una Sala del Regno. Quale esempio emblematico dell’unità internazionale che regna fra i servitori di Geova, oggi questa sala ospita quattro congregazioni: due tedesche, una inglese e una russa.
Il giorno della dedicazione
Dopo che erano stati dati gli ultimi tocchi al complesso della Betel di Selters, il 21 aprile 1984 si svolse il programma della dedicazione. Tutti quelli che avevano partecipato ai lavori erano più che convinti che la mano di Geova era stata su di loro. Avevano chiesto la sua guida e lo avevano ringraziato quando ostacoli apparentemente insormontabili erano stati rimossi. Vedevano ora la prova tangibile della sua benedizione nei locali terminati, che venivano già usati per promuovere la vera adorazione. (Sal. 127:1) In realtà questo era un momento di speciale allegrezza.
Nei primi giorni della settimana vennero aperte le porte ai visitatori. Vari funzionari con cui la Società aveva avuto contatti furono invitati a visitare il complesso. Fu dato il benvenuto anche ai vicini. Un visitatore fece sapere che se era venuto era grazie al pastore della sua chiesa. Spiegò che negli ultimi anni il pastore si era lamentato così spesso dei Testimoni che l’intera congregazione si era stufata di sentirlo. La domenica prima aveva di nuovo inveito contro i Testimoni, avvertendo il suo gregge di non accettare il loro invito a visitare il complesso. “Sapevo del vostro invito”, spiegò il visitatore. “Ma avevo dimenticato la data. Se la scorsa domenica il pastore non l’avesse menzionata, me ne sarei sicuramente dimenticato”.
Dopo queste visite preliminari, finalmente giunse il giorno della dedicazione. Quando il programma ebbe inizio con la musica alle 9,20 del mattino, che gioia fu sapere che dei membri del Corpo Direttivo, che allora erano 14, 13 avevano potuto accettare l’invito ed essere presenti! Dato che era impossibile che tutti quelli che in un modo o nell’altro avevano contribuito alla realizzazione del progetto fossero presenti di persona, si dispose di collegare via cavo 11 altre località del paese. In tal modo ben 97.562 persone poterono seguire l’ottimo programma.
Tra coloro che furono presenti a Selters in quel giorno memorabile c’erano molti che avevano dato prova della loro fede mentre erano rinchiusi nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale, insieme ad alcuni che erano stati scarcerati più di recente nella Germania Orientale. Fra loro c’erano Ernst e Hildegard Seliger. Il fratello Seliger aveva intrapreso la carriera del ministero a tempo pieno proprio 60 anni prima e complessivamente lui e la moglie avevano trascorso più di 40 anni nelle prigioni e nei campi di concentramento sotto il regime nazista e sotto quello comunista. Dopo avere assistito al programma della dedicazione, scrissero: “Riuscite a immaginare come ci siamo sentiti potendo assistere a questo meraviglioso banchetto nel nostro paradiso spirituale? Dall’inizio alla fine, ascoltare lo splendido programma è stato come udire una sinfonia divina di unità e armonia teocratica”. (Per i particolari sulle prove di fede che subirono, vedi La Torre di Guardia del 1º gennaio 1976).
‘Case edificate al nome di Geova’
Spesso la gente rimane sbalordita vedendo i testimoni di Geova costruire Sale del Regno in poche settimane, o forse soltanto in pochi giorni, realizzare grandi Sale delle Assemblee con manodopera volontaria e finanziare con contribuzioni volontarie complessi delle Betel che valgono miliardi. Chi abita in Germania ha avuto molte occasioni di vedere con i propri occhi tutte queste attività.
La prima Sala delle Assemblee della Germania Occidentale fu dedicata a Berlino Ovest al principio degli anni ’70. Ne seguirono altre, così che nel 1986 tutte le assemblee di circoscrizione della Germania Occidentale si tenevano in sale di proprietà dei Testimoni.
La benedizione di Geova è stata evidente mentre i fratelli realizzavano questi progetti edilizi. A Monaco, grazie alla cooperazione di alcune autorità cittadine, venne acquistato a un prezzo più che ragionevole un terreno su cui costruire una Sala delle Assemblee sull’altro lato dello stradone che passa davanti all’immenso Stadio Olimpico, ai margini del bel parco olimpico.
Furono compiuti sforzi diligenti per tenere al minimo le spese di costruzione e delle attrezzature. Poiché una centrale elettrica veniva trasferita e vendeva dei quadri elettrici e un centralino telefonico, i fratelli poterono acquistarli per meno del 5 per cento del prezzo originale. La demolizione di un complesso di edifici proprio al momento giusto permise di comprare i necessari lavandini, gabinetti, porte e finestre, nonché centinaia di metri di tubature per l’acqua, il gas e la ventilazione a un prezzo modico. Si risparmiarono altri soldi facendo sedie e tavoli in proprio. In linea con la politica del comune che mira ad avere spazi verdi, i fratelli dovettero piantare 27 tigli nel terreno della Sala delle Assemblee. Un vivaio che stava chiudendo ne aveva proprio il numero giusto, ognuno dell’esatta altezza richiesta, e vennero acquistati per un decimo del loro prezzo. Dopo che il comune di Monaco aveva finito di asfaltare la maggioranza delle strade acciottolate, furono disponibili quasi per nulla tonnellate di ciottoli che vennero usati per pavimentare i vialetti attorno alla sala e il parcheggio adiacente.
Si potrebbero raccontare episodi simili circa le altre Sale delle Assemblee della Germania, ognuna delle quali è fatta in modo diverso e ha una sua particolare bellezza. Ciascuna di esse è veramente, come il re Salomone descrisse il tempio di Gerusalemme oltre 3.000 anni fa, “una casa [edificata] al nome di Geova”. — 1 Re 5:5.
Per di più, la costruzione di Sale del Regno procede a ritmo sostenuto per provvedere ai bisogni delle 2.083 congregazioni della Germania. Ora ci sono 17 Comitati Regionali di Costruzione, il primo dei quali fu formato nel 1984. Prima d’allora i Testimoni avevano solo 230 Sale del Regno di loro proprietà in tutta la Germania. Da allora, sino ad agosto del 1998, sono state costruite in media ogni anno 58 sale nuove, più di una alla settimana negli scorsi 12 anni!
Anche in fatto di costruzione i testimoni di Geova in Germania guardano oltre i confini nazionali. Fanno parte di una famiglia mondiale. Più di 40 fratelli della Germania hanno lavorato come servitori internazionali, disposti a partecipare a lavori edili ovunque la Società li mandasse e per tutto il tempo necessario. Altri 242 hanno partecipato a progetti simili in altri paesi per periodi di varia durata.
Sorveglianti viaggianti pascono il gregge
L’opera svolta dai sorveglianti viaggianti ha avuto un ruolo importante nella condizione spirituale dell’organizzazione. Questi uomini sono veramente pastori del gregge di Dio. (1 Piet. 5:1-3) Sono, come li definì l’apostolo Paolo, “doni negli uomini”. — Efes. 4:8.
Dopo la seconda guerra mondiale i sorveglianti viaggianti visitarono le congregazioni, le edificarono e lavorarono con loro nel ministero di campo. Tra loro c’erano fratelli come Gerhard Oltmanns, Josef Scharner e Paul Wrobel, che si erano battezzati tutti nel 1925. C’erano anche Otto Wulle e Max Sandner, che si erano battezzati entrambi negli anni ’30.
Man mano che sorgeva il bisogno, altri fratelli si aggiungevano alla lista dei sorveglianti viaggianti. Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, più di 290 fratelli hanno servito come sorveglianti viaggianti nella Germania Occidentale e più di 40 altri nella Germania Orientale. Si sono veramente prodigati per promuovere gli interessi del Regno. Per alcuni, ciò ha significato rinunciare a vedere spesso i figli adulti o i nipoti. Altri, mentre assolvevano il loro compito, hanno disposto anche di dedicare regolarmente del tempo ai genitori anziani o malati.
Alcuni di questi ministri viaggianti hanno svolto per decenni quest’opera faticosa ma soddisfacente. Per esempio, Horst e Gertrud Kretschmer, che compiono quest’opera dalla metà degli anni ’50, hanno viaggiato in tutta la Germania. Il fratello Kretschmer ricorda ancora che quando stette per breve tempo alla Betel di Wiesbaden nel 1950, Erich Frost gli mise affettuosamente una mano sulla spalla e gli disse: “Horst, non preoccuparti mai. Se sei fedele a Geova, lui si prenderà cura di te. L’ho sperimentato di persona; lo sperimenterai anche tu. Solo sii fedele”.
Nel 1998 in Germania c’erano 125 fratelli che servivano come sorveglianti di circoscrizione o di distretto. Sono uomini maturi che mediamente servono Geova a tempo pieno da 30 anni. Anche le loro mogli sono zelanti nel ministero e sono di speciale incoraggiamento per le sorelle delle congregazioni che visitano.
Un sorvegliante viaggiante va a Brooklyn
Martin e Gertrud Poetzinger erano ben conosciuti fra i servitori di Geova in Germania. Entrambi avevano servito fedelmente Geova prima, durante e dopo il Terzo Reich di Hitler. Una volta liberati dai campi di prigionia nazisti, avevano ripreso immediatamente l’attività a tempo pieno. Per oltre 30 anni avevano servito come ministri viaggianti, visitando le circoscrizioni in ogni parte della Germania. Migliaia di Testimoni avevano imparato ad amarli e a rispettarli.
Nel 1959 il fratello Poetzinger frequentò la 32ª classe di Galaad. Gertrud, che non conosceva l’inglese, non lo aveva accompagnato ma si rallegrò ugualmente con lui per quel privilegio. Stare separata dal marito non era nulla di nuovo per lei. La persecuzione nazista li aveva tenuti forzatamente separati per nove anni e questo dopo appena pochi mesi di matrimonio. Adesso che l’organizzazione di Geova chiedeva loro di separarsi volontariamente nell’interesse dell’attività teocratica, non esitarono e tanto meno si lamentarono.
Nessuno dei due aveva mai servito Geova per interesse personale. Avevano sempre accettato volentieri gli incarichi teocratici. Nondimeno fu una sorpresa quando nel 1977 furono invitati a divenire membri della famiglia Betel presso la sede mondiale di Brooklyn (New York, USA). Il fratello Poetzinger doveva diventare membro del Corpo Direttivo!
Fu detto loro di rimanere alla Betel di Wiesbaden finché non fossero riusciti a ottenere la residenza negli Stati Uniti. L’attesa si rivelò più lunga del previsto e durò parecchi mesi. Mentre Martin ripassava il suo inglese, lo studiava anche Gertrud, la sua energica moglie. Imparare un’altra lingua non è impresa da poco per una donna di 65 anni. Ma erano disposti a fare qualsiasi cosa per il servizio di Geova!
Parecchi membri della famiglia Betel di Wiesbaden che parlavano inglese furono molto felici di aiutare Martin e Gertrud con la lingua. Ogni volta che Gertrud diventava troppo nervosa mentre studiava la lingua, il marito l’esortava gentilmente: “Prendila con calma, Gertrud, prendila con calma”. Ma Gertrud non era mai stata brava a ‘prendere le cose con calma’. Aveva sempre servito Geova con tutta l’anima e con determinazione. Con questo stesso spirito si impegnò per imparare la lingua, e nel novembre 1978, appena ebbero ricevuto il visto permanente, accompagnò il marito a Brooklyn.
Sebbene la loro partenza suscitasse sentimenti contrastanti, i fratelli tedeschi si rallegrarono con loro per i nuovi privilegi di servizio che avevano ricevuto. Furono anche profondamente commossi quando circa dieci anni più tardi seppero che il 16 giugno 1988, all’età di 83 anni, Martin aveva terminato la sua vita terrena.
Dopo la morte del marito Gertrud tornò in Germania, dove serve come membro della famiglia Betel. Neanche ora ‘la prende con calma’. E a quanto pare non lo farà mai. Oltre ad assolvere i suoi compiti alla Betel spesso Gertrud passa le vacanze facendo la pioniera ausiliaria. (Per altre informazioni sui Poetzinger, vedi i numeri della Torre di Guardia del 1º dicembre 1969 e del 1º agosto 1984 [edizione inglese] e del 15 settembre 1988).
Scuole speciali aiutano a soddisfare i bisogni a livello internazionale
Dal 1978, non molto tempo prima che i Poetzinger partissero per Brooklyn, la Scuola del Servizio di Pioniere, un corso di addestramento pratico della durata di dieci giorni, serve a rafforzare i pionieri in Germania. La scuola si tiene ogni anno nelle circoscrizioni di tutto il paese. Vengono invitati tutti coloro che sono pionieri regolari da almeno un anno e che non l’hanno mai frequentata. Ai primi del 1998, avevano frequentato la scuola 16.812 pionieri. Oltre che in tedesco, il corso è stato tenuto anche in francese, greco, inglese, italiano, polacco, portoghese, russo, serbocroato, spagnolo e turco.
Alcuni hanno frequentato la Scuola del Servizio di Pioniere nonostante stessero attraversando momenti molto difficili. Poco più di una settimana prima che Christine Amos frequentasse la scuola, suo figlio morì in un incidente d’auto mentre tornava dall’adunanza. In quelle circostanze avrebbe tratto beneficio dalla scuola? Come si sarebbe sentito il marito se fosse rimasto a casa da solo in quel periodo? Decisero che lei sarebbe andata alla scuola; avere la mente occupata nelle cose spirituali sarebbe stata una benedizione per lei. In quello stesso periodo il marito fu invitato a lavorare alla Betel. Poco dopo furono invitati entrambi a partecipare ai lavori di costruzione a Selters. Quando questi furono terminati ebbero la gioia di partecipare alla realizzazione di progetti di costruzione in Grecia, Spagna e Zimbabwe. E ora fanno di nuovo i pionieri in Germania.
Tra quelli che hanno frequentato la Scuola del Servizio di Pioniere ci sono alcuni che hanno potuto fare del servizio di pioniere la loro carriera, una carriera che continuano a trovare stimolante e profondamente soddisfacente. Inge Korth, pioniera dal 1958, dice: “Il servizio a tempo pieno mi offre una speciale opportunità di mostrare ogni giorno profondo amore e gratitudine a Geova”. Waldtraut Gann, che cominciò a fare la pioniera nel 1959, aggiunge: “Il servizio di pioniere è una protezione in questo sistema malvagio. Sentire la mano soccorrevole di Geova reca vera felicità e intima soddisfazione. I valori materiali non reggono il confronto”. Martina Schaks, che fa la pioniera insieme al marito, afferma inoltre: “Il servizio di pioniere è una ‘scuola di vita’ dato che mi aiuta a sviluppare certe qualità, come padronanza e pazienza. Facendo la pioniera mi sento molto vicina a Geova e alla sua organizzazione”. Nel caso di altri, il servizio di pioniere è stato il primo passo verso il servizio alla Betel, l’opera missionaria o l’opera nella circoscrizione.
Per soddisfare l’urgente bisogno di più missionari, nel 1981 venne aperta in Germania una Succursale della Scuola di Galaad, per dare la possibilità di frequentare questo ottimo corso a pionieri di lingua tedesca. Dato che il nuovo complesso della Betel a Selters non era ancora finito, i primi due corsi vennero tenuti a Wiesbaden. Dopo il trasferimento a Selters, se ne tennero lì tre. Queste cinque classi erano composte da studenti di lingua tedesca provenienti da Lussemburgo, Svizzera e Paesi Bassi, oltre che da 100 studenti della Germania. Dopo il diploma gli studenti vennero mandati in 24 altri paesi, tra cui luoghi dell’Africa, dell’America Latina, dell’Europa orientale e del Pacifico.
Verso la metà degli anni ’70 c’erano 183 tedeschi impegnati nel servizio a tempo pieno che avevano frequentato la Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead). Alla fine del 1996, grazie in parte alla Succursale della Scuola di Galaad, questa cifra era salita a 368. Com’è soddisfacente sapere che nel gennaio 1997 circa metà di questi studenti servivano ancora come missionari all’estero! Fra questi ci sono Paul Engler, che è in Thailandia dal 1954; Günter Buschbeck, che servì in Spagna dal 1962 al 1980, quando venne mandato in Austria; Karl Sömisch, che servì in Indonesia e nel Medio Oriente prima di essere trasferito in Kenya; Manfred Tonak, che dopo avere servito in Kenya fu invitato a servire presso la filiale dell’Etiopia, dove c’era bisogno; e Margarita Königer, che negli scorsi 32 anni ha svolto il servizio missionario in Madagascar, Kenya, Benin e Burkina Faso.
Un’altra scuola ancora, la Scuola di Addestramento per il Ministero, offre istruzione ad anziani e servitori di ministero non sposati e opera regolarmente in Germania dal 1991. Fratelli di lingua tedesca provenienti da Austria, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Svizzera e Ungheria, insieme a quelli della Germania, ricevono l’eccellente addestramento offerto da questa scuola. E dopo il diploma alcuni studenti hanno accettato ulteriori responsabilità e sono stati mandati in Africa, Europa orientale e in altre zone dove c’è particolare bisogno.
La casa Betel e la tipografia di Selters, in effetti, si sono dimostrate anch’esse una “scuola”, dove i fratelli sono stati preparati per soddisfare i bisogni una volta che fosse stata aperta la strada nell’Europa orientale. La vita alla Betel ha insegnato loro a lavorare con persone di ogni sorta e a rendersi conto che Geova può servirsi di chiunque, malgrado l’imperfezione umana, per compiere la sua opera. I fratelli che avevano lavorato nel Reparto Servizio avevano imparato che i problemi si possono risolvere applicando coerentemente i princìpi biblici e seguendo attentamente le indicazioni del Corpo Direttivo. Erano stati addestrati da fratelli che, anche sotto forte pressione, avevano continuato a manifestare i frutti dello spirito, ad avere un atteggiamento equilibrato e a riporre assoluta fiducia in Geova. Che preziose lezioni da trasmettere ai fratelli di altre filiali!
Superata una barriera con l’istruzione e l’amore
Nello scorso decennio è stato attuato un programma mondiale di istruzione per rafforzare i testimoni di Geova nella loro determinazione di rispettare il divieto biblico relativo all’uso del sangue. (Atti 15:28, 29) A tal fine si è dovuto superare un muro di pregiudizio e disinformazione. In relazione a questo programma, nel 1990 venne introdotto in Germania il Servizio di Informazione Sanitaria. Nel novembre di quell’anno si tenne in Germania un seminario a cui parteciparono 427 fratelli, molti della Germania ma il resto provenienti da nove altri paesi. Servì a rafforzare i legami internazionali. Gli anziani apprezzarono molto l’aiuto che ricevettero. Un anziano di Mannheim osservò: “Ci hanno preparato per far capire la nostra posizione con fermezza e con il debito rispetto ma senza essere impediti dal timore”. Tra i presenti c’era un anziano dell’Austria che ha detto: “Non ho mai assistito a un seminario in cui venisse trattata una materia così vasta in modo così facile e semplice”.
Da allora sono stati tenuti diversi altri seminari per istruire i 55 Comitati di assistenza sanitaria che sono stati formati nel frattempo in Germania per aiutare i Testimoni che hanno bisogno di trattamenti sanitari alternativi alle emotrasfusioni. Il lavoro svolto da questi comitati ha portato buoni frutti. Fino all’agosto 1998, oltre 3.560 medici in tutta la Germania si erano detti disposti a cooperare per curare i Testimoni senza far uso di sangue. Questa cifra include un quarto dei medici che alcuni anni fa la rivista Focus definì “i 1.000 medici migliori della Germania”.
Nel gennaio 1996 i Comitati di assistenza sanitaria cominciarono a distribuire un manuale appositamente preparato dal titolo Famiglia e salute: Informazioni medico-legali sui Testimoni di Geova. (Questo bel manuale, ad esclusivo uso di operatori sanitari e funzionari, contiene informazioni sulle terapie alternative esistenti che non prevedono l’uso del sangue. È stato fatto uno sforzo concertato per metterlo nelle mani di giudici, assistenti sociali, neonatologi e pediatri). La maggioranza dei giudici ha apprezzato il manuale e spesso ha fatto commenti sui suoi pregi e sul valore pratico delle informazioni. Molti sono rimasti sorpresi venendo a conoscenza delle numerose terapie alternative esistenti per coloro che non vogliono le trasfusioni di sangue. Un giudice di Nördlingen ha detto: “È proprio quello che mi serve”. Un professore dell’Università del Saarland si è servito di informazioni contenute nel manuale come base di una trattazione e di un esame scritto per un gruppo di specializzandi in diritto civile.
Dato che ora vi sono Comitati di assistenza sanitaria in tutto il mondo, in situazioni di emergenza è possibile cooperare a livello internazionale. Ci sono stati casi in cui un medico aveva prescritto farmaci che non si trovavano nel paese dov’era il paziente; grazie alla nostra rete internazionale è stato possibile procurarli e spedirli dalla Germania. Inoltre è stato disposto che fratelli e sorelle di oltre una decina di paesi venissero messi in contatto con medici favorevoli della Germania, così che si avvalessero di tali trattamenti nei limiti delle loro possibilità.
Naturalmente anche i fratelli che vivono in Germania traggono beneficio da questa cooperazione internazionale. Nel 1995, durante un viaggio in Norvegia, una sorella ebbe un incidente e fu ricoverata in ospedale. Quando ne fu informato, il figlio in Germania chiese immediatamente aiuto al Servizio di Informazione Sanitaria che informò la filiale della Norvegia. Il giorno seguente la sorella fu visitata da un Testimone norvegese il quale, per essere di maggior aiuto, aveva fatto 130 chilometri per andare a prendere un interessato che parlava tedesco. In seguito il figlio espresse la sua gratitudine, scrivendo: “Che organizzazione! Che amore! . . . Spesso non ci sono parole per esprimere quello che si prova. Si tratta di qualcosa di veramente unico”.
Così mediante l’istruzione e l’amore si è fatto molto progresso per superare una barriera che un tempo spaventava. Poco tempo prima era stata abbattuta un’altra barriera.
La caduta improvvisa del Muro di Berlino
Il mondo rimase sbalordito per la subitaneità dell’evento. Ovunque la gente guardava la televisione. A Berlino migliaia di persone festeggiavano con gran chiasso. La barriera fra Est e Ovest era stata abbattuta. Era il 9 novembre 1989.
Più di 25 anni prima, all’alba del 13 agosto 1961, i berlinesi erano rimasti stupefatti scoprendo che le autorità di Berlino Est avevano cominciato a costruire un muro che separava il settore controllato dai comunisti dal resto della città. Berlino veniva letteralmente divisa in est e ovest, rispecchiando così la situazione delle due Germanie, quella Orientale e quella Occidentale. In modo forse più drammatico di qualsiasi altra cosa, il Muro di Berlino finì per simboleggiare la lotta fra le due superpotenze durante la guerra fredda.
Poi, il 12 giugno 1987, poco più di due anni prima degli sbalorditivi avvenimenti del 1989, il presidente americano Ronald Reagan, parlando da un punto dove poteva vedere la porta di Brandeburgo e avendo alle spalle il Muro di Berlino, fece questa richiesta: “Signor Gorbaciov, apra questa porta. Signor Gorbaciov, butti giù questo Muro”. Ma c’era qualche indicazione che questa richiesta sarebbe stata accolta? Era qualcosa di più di un discorso retorico tipico della guerra fredda? In realtà no. Ai primi del 1989, Erich Honecker, leader del regime tedesco-orientale, disse, quasi dando una risposta, che il Muro “esisterà ancora fra 50 e anche fra 100 anni”.
Tuttavia, con sorprendente subitaneità la porta di Brandeburgo fu aperta e il Muro di Berlino crollò. Un membro della famiglia Betel di Selters rammenta che la sera di giovedì 9 novembre era andato a un’adunanza di congregazione e tornato a casa accese il televisore per vedere le ultime notizie della sera. Incredulo sentì la notizia che la frontiera fra Berlino Est e Berlino Ovest era stata aperta. I berlinesi dell’Est entravano liberamente a Berlino Ovest per la prima volta in 27 anni! Non riusciva a credere ai suoi occhi: auto che attraversavano il confine, strombazzando per festeggiare, mentre sempre più berlinesi dell’Ovest — alcuni dei quali erano stati buttati giù dal letto — si dirigevano verso il confine per disporsi lungo il tragitto e abbracciare i visitatori inaspettati. La gente piangeva. Il muro era caduto, letteralmente da un giorno all’altro!
Nelle successive 24 ore persone di ogni parte del mondo fecero fatica a staccarsi dal televisore. Era un avvenimento storico. Cosa avrebbe significato per i testimoni di Geova in Germania? Cosa avrebbe significato per i testimoni di Geova in tutto il mondo?
Una Trabant ci fa visita
Il sabato mattina seguente poco prima delle otto, mentre si recava al lavoro un fratello di Selters incontrò un altro membro della famiglia Betel, Karlheinz Hartkopf, che ora serve in Ungheria. Tutto eccitato il fratello disse: “Sono sicuro che fra non molto si presenteranno qui a Selters i primi fratelli della Germania Orientale!” Il fratello Hartkopf, con il suo modo di fare tranquillo e impassibile, rispose: “Sono già qui”. Infatti, nelle prime ore del mattino, erano arrivati due fratelli con una Trabant, un’auto tedesco-orientale con il motore a due tempi, e avevano parcheggiato fuori del cancello della Betel, in attesa che cominciasse la giornata lavorativa.
La notizia si diffuse in un baleno alla Betel. Ma prima che tutti avessero la possibilità anche solo di vederli e salutarli, questi inattesi ma graditi visitatori erano già ripartiti per la Germania Orientale con la macchina stracarica di letteratura. Benché la letteratura fosse ancora ufficialmente vietata, come lo era anche l’opera dei testimoni di Geova, l’eccitazione del momento diede ai fratelli rinnovato coraggio. “Dobbiamo essere di ritorno per l’adunanza di domani mattina”, spiegarono. Immaginate la gioia della congregazione quando questi fratelli si presentarono con scatole di letteratura che per tanto tempo era stata così scarsa!
Nelle settimane successive migliaia di tedeschi dell’Est attraversarono la frontiera riversandosi nella Germania Occidentale, molti per la prima volta in vita loro. Stavano chiaramente gustando una libertà di movimento che per tanto tempo era stata loro negata. Al confine c’erano i tedeschi dell’Ovest che li salutavano agitando la mano. C’erano anche i testimoni di Geova ad accogliere i visitatori, ma con qualcosa di più sostanzioso di una manifestazione esteriore di sentimenti. Distribuivano liberamente letteratura biblica a questi visitatori dell’Est.
In alcune città di confine le congregazioni fecero sforzi speciali per raggiungere i tedeschi dell’Est in visita. Dato che la letteratura dei testimoni di Geova era stata vietata per decenni, molti la conoscevano poco o niente. Invece dell’attività di porta in porta, venne di moda il servizio di macchina in macchina. La gente era ansiosa di indagare intorno a qualsiasi cosa nuova, anche intorno alla religione. In alcuni casi i proclamatori dicevano semplicemente: “Con tutta probabilità non ha mai letto queste due riviste, perché nel suo paese sono state vietate per quasi 40 anni”. Di solito la risposta era: “Beh, se erano vietate, deve esserci qualcosa di buono. Me le dia”. Due proclamatori di Hof, una città di confine, distribuirono ognuno fino a 1.000 riviste al mese. È superfluo dire che le congregazioni locali e quelle vicine finirono ben presto le loro scorte di riviste extra.
Nel frattempo i fratelli della Germania Orientale stavano gustando la libertà appena ritrovata, anche se all’inizio con una certa cautela. Wilfried Schröter, che conobbe la verità nel 1972 mentre l’opera era al bando, rammenta: “Nei primissimi giorni dopo la caduta del muro, naturalmente, avevamo tutti un po’ paura che le cose tornassero all’improvviso come prima”. Meno di due mesi dopo assisté a un’assemblea nella Sala delle Assemblee di Berlino. Di quell’assemblea ebbe a dire in seguito: “Il fatto di poter stare insieme a tanti fratelli mi commosse profondamente. Avevo le lacrime agli occhi nel cantare i cantici del Regno, come molti altri. Provai una gioia immensa assistendo a un’assemblea ‘dal vivo’”.
Una simile espressione di apprezzamento viene da Manfred Tamme. Sotto il bando, le adunanze si tenevano in piccoli gruppi e non c’era bisogno di impianto acustico. Ma adesso dice: “Anche se ero stato pioniere speciale per oltre 30 anni, ora, per la prima volta in vita mia, parlavo al microfono. Ricordo ancora com’ero spaventato quando sentii la mia voce attraverso gli altoparlanti”. Nondimeno, dice, “era meraviglioso trovarsi all’improvviso seduti con l’intera congregazione in una sala presa in affitto”.
E fu soddisfacente sentire le espressioni di altri, come quella che Manfred udì alcuni mesi dopo. Egli riferisce: “Nel gennaio 1990 ero in una sauna per un trattamento medico. Lì incontrai un ex agente della polizia popolare. Durante una conversazione amichevole disse: ‘Manfred, ora mi rendo conto che lottavamo contro le persone sbagliate’”.
Cibo spirituale in abbondanza!
“L’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova”. I testimoni di Geova di ogni luogo conoscono bene questa verità basilare che Gesù Cristo citò dalle Scritture Ebraiche. (Matt. 4:4; Deut. 8:3) Con l’amorevole aiuto della fratellanza internazionale, anche negli anni in cui erano al bando, i Testimoni della Germania Orientale ricevettero il cibo spirituale, ma in quantità limitate. Quanto desideravano avere l’abbondanza spirituale di cui godevano i loro fratelli in altri paesi!
Appena il Muro di Berlino cadde, singoli Testimoni cominciarono a portare con sé provviste di letteratura nell’Est. Circa quattro mesi dopo, il 14 marzo 1990, i testimoni di Geova della Repubblica Democratica Tedesca ottennero il riconoscimento giuridico. Ora la Società poteva spedire direttamente la letteratura. Il 30 marzo un camion con 25 tonnellate di cibo spirituale uscì dal complesso di Selters e si diresse verso est. In seguito un volume di aggiornamento dell’Encyclopædia Britannica osservò: “In appena due mesi la filiale della Watch Tower Society nella Germania Occidentale ha spedito solo nella Germania Orientale 275 tonnellate di letteratura biblica, comprese 115.000 Bibbie”. — 1991 Britannica Book of the Year.
Verso quell’epoca, un fratello di Lipsia scrisse a un altro Testimone della Germania Occidentale: “Una settimana fa importavamo ancora segretamente piccole quantità di cibo; tra breve ne scaricheremo quattro tonnellate da un camion!”
“La prima spedizione di letteratura arrivò così presto”, rammenta Heinz Görlach di Chemnitz, “che eravamo quasi impreparati. Dopo l’arrivo della prima spedizione, facevo fatica a raggiungere il letto: la mia camera era piena di scatole. Avevo la sensazione di dormire nella stanza del tesoro”.
Anche i fratelli di Selters si stavano facendo un’idea di cosa significasse la nuova situazione per quelli che per tanto tempo erano stati privati delle cose che i Testimoni liberi spesso danno per scontate. Un sorvegliante della tipografia riferisce: “Un fratello anziano vestito modestamente si era fermato a guardare una delle nostre macchine da stampa. Il gruppo con cui stava facendo la visita era già andato avanti, ma lui si era fermato, pensoso, a guardare la macchina che sfornava riviste a tutta velocità. Con le lacrime agli occhi si avvicinò a un fratello; si vedeva che era profondamente commosso. Mentre tentava di dire qualcosa in un tedesco sgrammaticato gli venne meno la voce. Ma comprendemmo il suo sorriso allorché tirò fuori dalla tasca interna della giacca alcuni fogli di carta, ce li porse e scappò via. Cosa ci aveva dato? Una Torre di Guardia in russo quasi illeggibile copiata su fogli di quaderno. Quanto c’era voluto per fare questa copia della rivista? Non abbiamo modo di saperlo ma, di sicuro, centinaia di volte di più della frazione di secondo necessaria per produrre una rivista con la macchina da stampa”.
I Testimoni di ciascun gruppo di studio non dovevano più arrangiarsi con poche riviste scritte a mano o a caratteri piccoli che potevano tenere solo per qualche giorno. Ora ognuno aveva la sua copia — con illustrazioni a colori — più altre copie da usare nel servizio di campo.
Cambiamenti legati alla libertà di adorazione
La maggiore libertà presentava problemi particolari. Predicare quando il governo aveva imposto il bando aveva richiesto coraggio, ma aveva anche insegnato a riporre piena fiducia in Geova. Tuttavia, dopo che il bando era stato tolto, Ralf Schwarz, un anziano cristiano di Limbach-Ober-Frohna, disse: “Dobbiamo stare più attenti affinché materialismo e ansietà della vita non ci distolgano”. In alcuni casi, dopo che nell’ottobre 1990 la Germania Orientale era entrata a far parte della Repubblica Federale, famiglie di Testimoni dell’Est si trasferirono in alloggi più modesti così da poter pagare l’affitto senza dover lavorare di più e perdere le adunanze quando gli affitti aumentarono. — Matt. 6:22, 24.
Anche durante i difficili anni del regime comunista i fratelli avevano continuato a partecipare al ministero di campo. Andavano perfino di casa in casa, ma usando buon senso, forse visitando un appartamento in un isolato e poi passando a un altro isolato per visitare un altro appartamento. Alcuni lo facevano anche quando il pericolo di finire in prigione era molto grande. Martin Jahn, che aveva solo 11 anni quando andò in vigore il bando, ha spiegato quali erano alcuni cambiamenti che ora dovevano affrontare: “Si dovevano rifare tutti i territori affinché ora i proclamatori li lavorassero per intero. Eravamo abituati al vecchio sistema: quello di lavorare per numero civico o per piano. Avevamo usato questo metodo per così tanto tempo che dovevamo essere pazienti con quelli che trovavano difficile cambiare abitudini. Distribuire la letteratura anziché prestarla era qualcosa di nuovo sia per i proclamatori che per gli interessati. Dato che non vi eravamo abituati, a volte i proclamatori avevano più letteratura in borsa al termine del servizio di campo che all’inizio”.
Anche l’atteggiamento delle persone cambiò. Quando i testimoni di Geova erano al bando, molti li consideravano degli eroi perché avevano il coraggio di difendere le proprie convinzioni. Per questo erano rispettati. Quando ci fu maggiore libertà, molti accolsero i Testimoni con un certo entusiasmo. Nel giro di alcuni anni, però, le cose cambiarono. La gente fu totalmente presa dallo stile di vita che accompagna un’economia di mercato. Alcuni cominciarono a considerare le visite dei Testimoni qualcosa che turbava la loro pace e tranquillità, una vera seccatura.
Per dare testimonianza durante il bando c’era voluto coraggio. Non meno determinazione fu necessaria per adattarsi alla nuova situazione. In effetti molti Testimoni sono d’accordo con quello che ha detto un sorvegliante di un paese dell’Europa occidentale dove l’opera è stata al bando per tanto tempo, ovvero: “È più facile lavorare durante il bando che quando c’è libertà”.
L’opposizione non fa rallentare l’opera
Anche se la predicazione della buona notizia nella Germania Orientale prese il via con rinnovato vigore, in un primo momento il clero della cristianità non manifestò grande preoccupazione. Ma quando fu evidente che la gente ascoltava davvero i testimoni di Geova, il disagio del clero crebbe. Secondo il Deutsches Allgemeines Sonntagsblatt, un ministro di Dresda che si considerava un esperto in materia di religione affermò: “I testimoni di Geova sono come il partito comunista”. Così adesso il clero, invece di asserire che i Testimoni erano spie americane nemiche del comunismo, come aveva fatto negli anni ’50, cercava di far credere che ci fosse un legame fra i Testimoni e i comunisti. Naturalmente, chi sapeva che i Testimoni erano stati per 40 anni sotto il bando imposto dal governo comunista si rendeva conto che questo era assolutamente falso.
Qual era l’obiettivo? Il clero sperava che i testimoni di Geova venissero di nuovo messi al bando, com’era accaduto sotto il regime nazista e di nuovo sotto quello comunista. Malgrado elementi religiosi, spalleggiati dagli apostati, tentassero di impedire ai testimoni di Geova di godere delle libertà garantite dalla Costituzione, i Testimoni si avvalevano pienamente delle opportunità di dare testimonianza, secondo il comando di Gesù Cristo. — Mar. 13:10.
Alcuni che hanno accettato la verità
Tra quelli che hanno accettato il messaggio del Regno c’erano alcuni che erano stati molto attivi sotto il vecchio regime. Egon aveva fatto il poliziotto nella Germania Orientale per 38 anni. Non fu per niente soddisfatto quando la moglie cominciò a studiare con i testimoni di Geova. Ma rimase colpito dal loro comportamento amichevole, amorevole e disciplinato, nonché dagli opportuni articoli di Svegliatevi! che spesso portavano a casa sua. Mentre assisteva con sua moglie a un’assemblea speciale di un giorno rimase scioccato trovandosi faccia a faccia con un fratello che una volta aveva arrestato. Come si può immaginare, si sentì a disagio, sì, addirittura in colpa. Ma nonostante il passato i due diventarono amici. Ora sia Egon che sua moglie sono Testimoni battezzati.
Per 19 anni Günter aveva fatto parte del Servizio di Sicurezza Nazionale, conseguendo il grado di maggiore. Amareggiato e deluso dopo il crollo del sistema per il quale aveva lavorato così a lungo, nel 1991 incontrò per la prima volta i Testimoni. Fu colpito dalla loro condotta e dalla comprensione che mostrarono per lui e per i suoi problemi. Fu iniziato uno studio biblico e, nonostante fosse ateo, alla fine si convinse che Dio esiste. Nel 1993 era pronto per il battesimo. Oggi è felice di lavorare a favore del Regno di Dio.
Un altro uomo, privo di fede in Dio e del tutto convinto che il comunismo fosse la sola speranza dell’umanità, non ebbe scrupoli a infiltrarsi nell’organizzazione di Geova per passare informazioni al Servizio di Sicurezza Nazionale sulle attività dei Testimoni. Dopo essersi “battezzato” nel 1978, per dieci anni fece il doppio gioco. Ma ora ammette: “Il comportamento dei testimoni di Geova, che ho potuto osservare direttamente, e lo studio dei libri Creazione e Rivelazione, mi convinsero che gran parte di quello che i nemici dicono dei Testimoni non è vero. Ci sono schiaccianti prove dell’esistenza di un Creatore”. Poco prima della caduta del Muro di Berlino dovette prendere una decisione difficile: trovare una scusa per staccarsi dal popolo di Geova e continuare a sostenere un sistema in cui non credeva più o ammettere di essere un traditore e poi sforzarsi di diventare un vero servitore di Geova. Scelse la seconda possibilità. Il suo sincero pentimento portò a uno studio biblico e a un secondo battesimo, basato questa volta sull’accurata conoscenza e su una vera dedicazione.
Ora potevano raccontarlo
Una volta tolto il bando, i Testimoni dell’Est potevano parlare più liberamente delle loro esperienze sotto il regime comunista. Durante la cerimonia della dedicazione di un edificio amministrativo dei testimoni di Geova a Berlino il 7 dicembre 1996, diversi anziani che avevano fatto molto per mantenere spiritualmente forte il gregge nella Germania Orientale ricordarono il passato.
Wolfgang Meise, Testimone da 50 anni, ricordò ciò che accadde nel giugno 1951, quando aveva 20 anni. In un processo da burla a cui era stata fatta molta pubblicità venne condannato a quattro anni di reclusione. Mentre lui e vari altri fratelli condannati venivano portati fuori dell’aula, circa 150 Testimoni che pure erano stati presenti al processo li circondarono, strinsero loro la mano e intonarono un cantico del Regno. A tutte le finestre del palazzo di giustizia si affacciarono persone che cercavano di vedere cosa stesse succedendo. Non era questa l’impressione che le autorità volevano dare al pubblico. Ciò pose fine a questi processi da burla a carico dei Testimoni.
Egon Ringk rammentò che nei primi tempi in cui l’opera era al bando, singoli articoli della Torre di Guardia venivano scritti a macchina facendone da sei a nove copie con la cartacarbone. “Per provvedere alle congregazioni il cibo spirituale, un fratello di Berlino Ovest, un camionista che faceva la spola fra Berlino Ovest e la Germania Orientale, si mise a nostra disposizione. Il ‘cibo’ veniva trasferito in fretta, in appena tre o quattro secondi, durante i quali venivano trasferiti da un veicolo a un altro anche due grossi orsacchiotti di pezza di uguale grandezza. Arrivati a casa, veniva loro ‘svuotato’ lo stomaco e si trovavano importanti messaggi e informazioni su nuovi appuntamenti”. — Confronta Ezechiele 3:3.
Furono raccontate esperienze sul coraggio mostrato dai corrieri che prima della costruzione del muro andavano a prendere la letteratura a Berlino Ovest e la facevano entrare di nascosto nella Germania Orientale. Naturalmente c’era la possibilità che un giorno non si potesse più entrare a Berlino Ovest. Fu per parlare di questa possibilità che alcuni fratelli della Germania Orientale vennero invitati a presenziare a un’adunanza il 25 dicembre 1960. “Fu evidentemente sotto la guida di Geova”, dichiarò il fratello Meise, “perché quando il 13 agosto 1961 fu costruito all’improvviso il muro, la nostra organizzazione era preparata”.
Hermann Laube narrò che la prima volta che sentì parlare della verità era prigioniero di guerra in Scozia. Tornato a casa nella Germania Orientale, dopo che fu imposto il bando comprese la necessità di provvedere ai fratelli più cibo spirituale possibile. Così i Testimoni cominciarono essi stessi a stampare, servendosi di una macchina da stampa di fortuna. “Ma senza la carta, la migliore macchina da stampa serve a ben poco”, osservò il fratello Laube, rammentando il giorno in cui si sentì dire che la carta rimasta bastava solo per altri tre numeri. E adesso?
Il fratello Laube continuò: “Alcuni giorni dopo sentimmo bussare alla grondaia della casa. Era un fratello di Bautzen che disse: ‘Tu sei un tipografo. Nella discarica di Bautzen ci sono varie bobine di carta da giornale, bobine che sono avanzate alla tipografia del giornale e che hanno deciso di seppellire. Potrebbero servirvi?’”
I fratelli non persero tempo. “Quella notte stessa radunammo un gruppo e andammo a Bautzen. No, non si trattava solo di alcune bobine ma di quasi due tonnellate di carta! È quasi incredibile che le nostre auto sgangherate riuscissero a trasportare la carta, ma in breve tempo l’avevamo portata via tutta. Quindi avemmo carta sufficiente per andare avanti fin quando la Società non dispose di provvederci le pubblicazioni su carta fine e a caratteri piccoli”.
Le circostanze richiedevano la massima cautela per mantenere segreta l’identità dei singoli componenti del gregge. Rolf Hintermeyer rammentò: “Una volta, dopo avere incontrato dei fratelli, fui preso e portato in un edificio per l’interrogatorio. Avevo vari foglietti con indirizzi e altre informazioni. All’arrivo dovemmo salire una scala a chiocciola. Questo mi diede la possibilità di ingoiare i foglietti. Ma poiché erano così tanti, ci volle un bel po’ di tempo. In cima alle scale, i poliziotti si resero conto di quello che stavo facendo e mi afferrarono per la gola. Anch’io mi portai le mani alla gola e farfugliai: ‘Là, finalmente li ho mandati giù’. Udendo questo mi lasciarono andare, il che a sua volta mi diede la possibilità di finire veramente di ingoiarli, ora che erano sminuzzati e inumiditi”.
Horst Schleussner accettò la verità a metà degli anni ’50 quando la persecuzione era al culmine, per cui sapeva di cosa parlava quando disse: “Una cosa è certa, nei quasi 40 anni in cui sono stati al bando, Geova Dio ha protetto amorevolmente i suoi servitori”.
Celebrata la vittoria a Berlino
Finita l’era dell’oppressione comunista, i fratelli non potevano fare a meno di celebrare l’avvenimento. Soprattutto, desideravano esprimere a Geova con un’assemblea pubblica la loro gratitudine per l’opportunità che ora avevano di servirlo con maggiore libertà.
Appena il Muro di Berlino cadde nel novembre 1989, il Corpo Direttivo diede istruzioni perché si cominciassero a fare i piani per tenere un’assemblea internazionale a Berlino. Venne rapidamente costituito un comitato per l’organizzazione dell’assemblea. La sera del 14 marzo 1990 il gruppo doveva incontrarsi per parlare delle disposizioni relative all’assemblea. Helmut Martin ricorda ancora quando il sorvegliante nominato dell’assemblea, Dietrich Förster, gli chiese di annunciare ai fratelli riuniti che quel giorno i testimoni di Geova della Germania Orientale avevano ottenuto il riconoscimento giuridico. Sì, il bando era stato revocato ufficialmente!
Dato che si era cominciato piuttosto tardi a organizzare l’assemblea, lo Stadio Olimpico non era più disponibile nei fine settimana. Così l’assemblea venne programmata per i giorni da martedì 24 a venerdì 27 luglio. Quando arrivò il momento di entrare nello stadio, i fratelli avevano solo un giorno per fare i preparativi e solo poche ore per smontare tutto alla fine.
Così alle cinque di mattina del lunedì 23 luglio centinaia di volontari erano già nello stadio. Gregor Reichart, membro della famiglia Betel di Selters, rammenta che “quelli della Germania Orientale si misero al lavoro con entusiasmo, come se fosse qualcosa che facevano da anni”. Un dirigente dello stadio osservò in seguito che era contento perché “per la prima volta lo stadio era stato ripulito a fondo”.
Circa 9.500 tedeschi orientali si recarono all’assemblea su 13 treni riservati. Altri fecero il viaggio su 200 pullman noleggiati. Un anziano riferisce che quando stava prendendo accordi per un treno, disse a un funzionario delle ferrovie che si pensava di usarne tre solo dalla zona di Dresda. Il funzionario sgranò gli occhi per lo stupore e chiese: “Ci sono davvero così tanti testimoni di Geova nella Germania Orientale?”
Per quelli che fecero il viaggio in treno l’assemblea cominciò ancor prima di arrivare a Berlino. “Ci incontrammo alla stazione ferroviaria di Chemnitz per salire sul treno che era stato riservato per noi”, rammenta Harald Pässler, un anziano di Limbach-Ober-Frohna. “Il viaggio a Berlino fu indimenticabile. Dopo essere stati al bando per tanti anni, durante i quali avevamo svolto la nostra attività clandestinamente in piccoli gruppi, all’improvviso era possibile vedere tanti fratelli contemporaneamente. Durante l’intero viaggio passammo nei vari scompartimenti del treno, parlando con fratelli che non vedevamo da anni, se non addirittura da decenni. Che gioia indescrivibile rivedersi! Eravamo tutti invecchiati di parecchi anni ma avevamo perseverato fedelmente. Fummo accolti alla stazione di Berlino-Lichtenberg e diretti attraverso gli altoparlanti verso diversi punti di raccolta dove i fratelli di Berlino ci attendevano con grandi cartelli. Fu un’esperienza completamente nuova: uscire dall’anonimato! Provammo di persona ciò di cui fino a quel momento avevamo solo letto o udito: Siamo veramente una grande fratellanza internazionale!”
In effetti per molti Testimoni questa era la prima grande assemblea a cui assistevano. “Eravamo tutti emozionati quando ricevemmo l’invito”, rammenta Wilfried Schröter. Poiché si era dedicato nel 1972 durante il bando, possiamo capire il suo stato d’animo. “Settimane prima l’attesa divenne febbrile. Non avevo mai provato nulla di simile, e lo stesso può dirsi di molti altri fratelli. Non riuscivamo proprio a credere che avremmo visto una fratellanza internazionale radunata in uno stadio immenso”.
Quante volte i fratelli che abitavano a Berlino Est avevano desiderato percorrere i pochi chilometri attraverso la città per raggiungere il punto dove i loro fratelli erano riuniti in assemblea! E ora finalmente potevano farlo.
Furono presenti quasi 45.000 persone provenienti da 64 paesi. Tra loro c’erano sette membri del Corpo Direttivo. Erano venuti a rallegrarsi con i loro fratelli cristiani della Germania Orientale in questa importante occasione. Era in questo stadio che il Terzo Reich aveva cercato di servirsi delle Olimpiadi del 1936 per far colpo sul mondo con le sue gesta. Ora nello stadio echeggiavano di nuovo fragorosi applausi, anche se stavolta non erano per osannare atleti o per esprimere orgoglio nazionale. Si trattava di componenti di una famiglia internazionale di servitori di Geova veramente felici, e applaudivano per gratitudine verso Geova e per apprezzamento verso le preziose verità della sua Parola. In quell’occasione si presentarono per l’immersione in acqua 1.018 persone, la maggioranza delle quali avevano conosciuto la verità nella Germania Orientale durante il bando.
Forse quelli tra i presenti che potevano capire meglio i sentimenti dei fratelli della Germania Orientale erano i circa 4.500 delegati entusiasti della Polonia, paese confinante con la Germania Orientale. Anche loro avevano perseverato per tanti anni sotto il bando e solo di recente, dopo molti anni, avevano tenuto la loro prima grande assemblea. Un Testimone polacco scrisse in seguito: “I fratelli della Polonia apprezzano molto lo spirito di sacrificio dei loro vicini dell’Ovest, che hanno provveduto loro alloggio gratis, vitto gratis e trasporto gratis per andare e tornare dall’assemblea. Senza questo aiuto per molti di noi sarebbe stato impossibile venire”.
I fratelli della Germania Occidentale, per i quali era normale assistere alle assemblee in piena libertà, furono anch’essi profondamente colpiti. “Era commovente vedere un certo numero di fratelli fedeli avanti negli anni — alcuni dei quali erano stati perseguitati non solo nei 40 anni di regime comunista ma anche sotto il Terzo Reich — seduti nel settore riservato dove un tempo sedevano Adolf Hitler e altri pezzi grossi nazisti”, commentò Klaus Feige, della famiglia Betel di Selters. Questo ottimo settore dello stadio era stato amorevolmente riservato agli anziani e ai disabili: quale sorprendente simbolo del Regno di Dio, che ora trionfa sulle forze politiche che avevano cospirato per arrestarne la marcia verso la vittoria finale!
Provveduti luoghi per radunarsi
Subito dopo che nella Germania Orientale era stato tolto il bando, furono prese disposizioni affinché i fratelli traessero beneficio dal regolare programma di assemblee seguito dai servitori di Geova in tutto il mondo. Anche prima che le circoscrizioni fossero completamente riorganizzate, le congregazioni vennero invitate ad assistere ad assemblee speciali di un giorno e ad assemblee di circoscrizione nella Germania Occidentale. Dapprima i proclamatori presenti erano metà della Germania Occidentale e metà della Germania Orientale. Questo fatto rafforzò i vincoli di fratellanza e diede anche ai fratelli della Germania Orientale l’opportunità di imparare a organizzare le assemblee lavorando insieme ai fratelli della Germania Occidentale.
Mentre si formavano le circoscrizioni, quelle dell’Est venivano invitate a usare Sale delle Assemblee già esistenti nella Germania Occidentale. Cinque — quelle di Berlino, Monaco, Büchenbach, Möllbergen e Trappenkamp — erano abbastanza vicine al precedente confine da renderlo fattibile. Comunque, appena possibile, cominciarono i lavori per costruire una Sala delle Assemblee nella Germania Orientale. Situata a Glauchau, vicino a Dresda, fu dedicata il 13 agosto 1994, e al presente è la Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova più grande che ci sia in Germania, con posti per 4.000 persone.
Si è prestata attenzione anche alla costruzione di Sale del Regno. Nella Repubblica Democratica Tedesca erano vietate, ma adesso erano necessarie per gli oltre 20.000 Testimoni della zona. Il modo in cui è stato fatto il lavoro di costruzione ha sbalordito gli osservatori.
Riguardo alla costruzione di una Sala del Regno a Stavenhagen, un giornale ha scritto: “Il modo in cui l’edificio è stato costruito e la rapidità hanno già sbalordito numerosi astanti curiosi. . . . Lo stabile è stato edificato da circa 240 persone con 35 specializzazioni nel campo dell’edilizia, tutte volontarie e tutte testimoni di Geova. Tutto in un fine settimana e senza paga”.
Un altro giornale ha scritto in merito a una sala costruita a Sagard, sull’isola di Rügen, nel Mar Baltico: “Circa 50 uomini e donne, laboriosi come api, stanno preparando le fondamenta dell’edificio. Ma l’attività non è frenetica. L’atmosfera è insolitamente rilassata e amichevole. Malgrado l’ovvia velocità a cui lavorano, nessuno sembra nervoso e nessuno inveisce contro i compagni di lavoro come avviene in quasi tutti i cantieri edili”.
Per la fine del 1992, erano state costruite sette Sale del Regno, che venivano usate da 16 congregazioni. Circa 30 altre erano in fase di progettazione. Nel 1998 più del 70 per cento delle congregazioni dell’ex Germania Orientale si riunivano già in Sale del Regno di loro proprietà.
Assemblee internazionali entusiasmanti
Mentre in un paese dopo l’altro dell’Europa orientale venivano tolte le restrizioni governative, il Corpo Direttivo disponeva che vi si tenessero grandi assemblee. Erano occasioni di edificazione spirituale, occasioni per essere incoraggiati a concentrarsi sull’opera che Dio ha incaricato i suoi servitori di compiere. (Matt. 6:19-24, 31-33; 24:14) Dato che per anni molti Testimoni in questi paesi avevano potuto riunirsi solo in piccoli gruppi, queste assemblee permisero loro di conoscere altri Testimoni e di essere incoraggiati dalla prova della benedizione di Geova sulla loro fedele perseveranza. Vennero invitati anche delegati di altri paesi affinché i fratelli potessero assaporare più pienamente la fratellanza internazionale di cui fanno parte. Molti di quei delegati venivano dalla Germania. Erano ben rappresentati alle assemblee internazionali tenute fra il 1989 e il 1993 in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia ed ex Unione Sovietica.
Il giorno prima che iniziasse l’assemblea internazionale “Amanti della libertà divina” del 1991 a Praga, in quella che è ora la Repubblica Ceca, il giornale Lidové noviny parlò del sorprendente lavoro svolto da una squadra di circa 40 Testimoni per installare “l’impianto acustico prestato loro dai ‘fratelli della Germania’”. I fratelli tedeschi non si limitarono a prestare il materiale dell’impianto acustico ma fecero anche parte della squadra che lo installò. Furono felici di potere in questo modo mettere a disposizione dei fratelli cechi decenni di esperienza in fatto di assemblee. Mentre le delegazioni tedesche alle assemblee internazionali si limitavano generalmente a poche centinaia, all’assemblea di Praga vennero invitati 30.000 delegati. E che assemblea fu quella!
Dieter Kabus, che aveva servito come sorvegliante di distretto in Cecoslovacchia nel 1955 e che era a quest’assemblea come delegato della Germania, ha scritto: “Quando venne presentata la Traduzione del Nuovo Mondo [ora stampata dalle macchine da stampa della Società], tutti si alzarono in piedi e l’intero stadio proruppe in un applauso, che pareva non finire mai. Ci abbracciammo tutti e migliaia diedero libero sfogo a lacrime di gioia. Rammentammo quando eravamo 16 fratelli in un campo di prigionia e avevamo solo una Bibbia. Molti rimasero per un’ora o anche più dopo la fine del programma, cantando cantici e godendo della meravigliosa compagnia”.
L’anno seguente, il 1992, ci furono delegati tedeschi anche all’assemblea internazionale di San Pietroburgo, in Russia. Alcuni delegati forse ricordano che non tutto andò liscio, almeno per quanto riguarda l’alloggio della delegazione tedesca. Ma anche questo finì per essere una testimonianza. Allorché un gruppo di delegati fu costretto a spostarsi da un albergo a un altro con un breve preavviso, l’interprete russa del gruppo, una donna sulla cinquantina, rimase così colpita dalla condotta dei Testimoni che esclamò: “Voi non siete come gli altri; non urlate e non vi agitate!” Tuttavia, la cosa di maggior interesse per questi delegati era lo spirito manifestato dai loro cari fratelli e sorelle russi. Dopo l’assemblea un delegato tedesco scrisse: “Non si può esprimere a parole l’apprezzamento dei fratelli per il programma. Senza Bibbie, senza libri dei cantici [a quell’epoca sia le une che gli altri scarseggiavano ancora in Russia], hanno ascoltato con grande aspettativa e attenzione ciò che Geova aveva da dire loro”.
L’anno dopo oltre 1.200 Testimoni tedeschi assisterono alle assemblee internazionali a Mosca, in Russia, e a Kiev, in Ucraina. Quali cose emozionanti avevano da raccontare al loro ritorno a casa! Tra i delegati c’erano Titus Teubner, sorvegliante viaggiante dal 1950, che disse: “Avevo promesso a mia moglie che se nell’Est l’opera fosse mai stata libera, sarei stato tra i presenti alla prima assemblea a Mosca”. Dopo avervi veramente assistito nel 1993, disse: “Il fatto che nella Piazza Rossa io abbia potuto distribuire riviste che parlavano del governo di Dio ha del miracoloso”. Una delegata scrisse: “Abbiamo assistito a questa assemblea per incoraggiare i fratelli russi, e lo abbiamo fatto senz’altro. Ma è avvenuto anche il contrario. Con il loro esempio di amore, gratitudine, fedeltà e apprezzamento, i fratelli russi hanno incoraggiato noi in modo meraviglioso”.
I componenti della famiglia Betel di Selters non potevano che essere grati del privilegio di servire questi fratelli e sorelle fedeli. L’apprezzamento per questo privilegio aumentò ancora di più quando sentirono gli autisti della Betel, al loro ritorno da paesi dove avevano portato aiuti umanitari e letteratura, narrare della calorosa accoglienza ricevuta, della gioia dei fratelli che avevano aiutato a scaricare i camion anche a tarda notte e delle preghiere pronunciate da quei fratelli prima di salutarli.
Si costruisce ancora per soddisfare bisogni urgenti
Nell’Europa orientale, i bandi venivano revocati in un luogo dopo l’altro. Si tenevano grandi assemblee. La predicazione della buona notizia si compiva a ritmo più veloce. La domanda di letteratura biblica per soddisfare i bisogni di quella parte del campo stava rapidamente aumentando. Come vi si poteva far fronte? La filiale della Germania fu invitata ad avere un ulteriore ruolo.
Già nel 1988, prima della caduta del Muro di Berlino, il Corpo Direttivo aveva autorizzato un ampliamento della filiale della Germania del 50 per cento. Dapprima il Comitato di Filiale aveva fatto fatica a capire perché ci fosse bisogno di ingrandirsi così tanto. Solo quattro anni prima era stato dedicato un grande complesso interamente nuovo. Tuttavia i fratelli fecero domanda ai funzionari dell’amministrazione locale. Il fratello Rudtke ricorda: “Quando presentammo i progetti, un membro della commissione edilizia di Selters mi disse quasi sussurrando: ‘Vi consiglio di costruire il più possibile perché le autorità non vi daranno mai più il permesso di ingrandirvi’. Questo ci indusse a riflettere”. Sorprendentemente, nel giro di alcuni mesi erano stati ottenuti i permessi da tutti i vari uffici governativi, e l’ampliamento del 50 per cento proposto inizialmente era diventato del 120 per cento!
La costruzione vera e propria cominciò nel gennaio 1991. A quanto pare non tutti i fratelli erano convinti del bisogno, come mostrarono sia la lentezza con cui risposero agli annunci che chiedevano lavoratori specializzati per realizzare il progetto, che il limitato sostegno finanziario. Che cosa si poteva fare?
Evidentemente i fratelli avevano solo bisogno d’essere meglio informati, per cui il 3 ottobre 1991, in tutte le Sale delle Assemblee della Germania, si tennero speciali adunanze con un certo numero di anziani. Fu spiegato che nel decennio precedente la produzione di libri presso la filiale della Germania si era quasi triplicata. In Polonia, Ungheria, Germania Orientale, Romania, Bulgaria, Ucraina e Unione Sovietica il bando era stato tolto. Veniva provveduta letteratura a paesi molto al di là dei confini tedeschi. I proclamatori di questi paesi chiedevano implorando la letteratura. Alla filiale di Selters era stato chiesto di avere un ruolo notevole nel provvederla. Una volta che i fratelli ebbero capito chiaramente il bisogno, diedero un aiuto consistente.
In realtà, il fatto che inizialmente i fratelli non avessero risposto si rivelò una benedizione. In che senso? Invece di fare assegnamento solo su volontari tedeschi, la filiale decise di avvalersi di un provvedimento preso dal Corpo Direttivo nel 1985. A quell’epoca aveva preso il via un programma che si avvaleva della collaborazione della squadra internazionale di volontari edili. Prima che la costruzione della filiale tedesca venisse ultimata, 331 volontari di 19 paesi avevano lavorato insieme alla famiglia Betel.
Anche molti Testimoni della Germania diedero una mano nei lavori, la maggioranza di essi durante le proprie vacanze. Fra questi c’erano circa 2.000 proclamatori dell’ex Germania Orientale, la maggioranza dei quali durante il bando probabilmente non si erano mai sognati di potere un giorno lavorare alla Betel.
Il fine settimana della dedicazione
Sia con il lavoro che con il denaro o con le preghiere, tutti i testimoni di Geova della Germania avevano partecipato a questa impresa. Selters era la loro Betel, un complesso di edifici che era stato enormemente ampliato e che ora essi volevano dedicare a Geova. Così, molto tempo prima che i lavori di costruzione giungessero al termine si presero disposizioni affinché l’intera fratellanza in Germania, e anche molti ospiti dall’estero, si riunissero insieme per celebrare l’avvenimento.
Il programma ebbe inizio il sabato mattina 14 maggio 1994, dando risalto alla “grande porta che conduce ad attività” che si stava aprendo nell’Europa orientale. (1 Cor. 16:9) Rafforzò la fede sentire fratelli di questi paesi fare personalmente un rapporto sugli ottimi aumenti già conseguiti e sulle prospettive di ulteriore incremento. L’entusiasmo di quel sabato, condiviso dai 3.658 presenti a Selters, continuò anche la domenica. Tutti i testimoni di Geova in Germania furono invitati a riunirsi in sei stadi presi in affitto per l’occasione: a Brema, Colonia, Gelsenkirchen, Lipsia, Norimberga e Stoccarda.
Mentre decine di migliaia di persone facevano silenzio preparandosi ad ascoltare, il programma cominciò simultaneamente in tutt’e sei le località. Dopo un breve riassunto del programma della dedicazione svoltosi il sabato a Selters, ci furono altri incoraggianti rapporti da parte dei delegati stranieri. L’avvenimento culminante furono i discorsi pronunciati a Gelsenkirchen, Lipsia e Stoccarda, in ciascun caso da un membro del Corpo Direttivo che era presente. A beneficio degli ascoltatori delle altre tre località, questi discorsi furono trasmessi via cavo. I 177.902 presenti furono incoraggiati a rimanere forti nella fede e a resistere a qualsiasi tentativo di farli rallentare. Adesso era il tempo d’agire! Geova aveva inaspettatamente aperto la porta all’espansione nell’Europa orientale, e non si doveva permettere che nulla impedisse di compiere quest’opera. Prima di chinare la testa per ringraziare Geova, unirono le voci nel canto: “Miriadi son i fratelli/ Che al mio fianco stan,/ Fedeli testimoni,/ Integri rimarran”. Di rado c’era stata una manifestazione più grande dell’unità e della determinazione che distinguono il popolo di Geova.
Il meraviglioso fine settimana della dedicazione si era concluso, ma i lavori di ampliamento continuarono. Nelle prime ore della mattina dopo i lavoratori edili erano di nuovo all’opera. Una nuova disposizione relativa ai depositi di letteratura, appena mandata in vigore dalla Società per evitare un’inutile ripetizione di lavoro e spese, richiedeva di allargare il Reparto Spedizioni a Selters.
Nel 1975 la filiale della Germania produsse 5.838.095 libri e 25.289.120 riviste. Vent’anni dopo, durante l’anno di servizio 1998, la produzione era salita a 12.330.998 libri, 199.668.630 riviste e 2.656.184 audiocassette. L’enorme aumento era dovuto principalmente alla richiesta di letteratura da parte dei paesi dell’Europa orientale.
Mentre veniva tolto un bando dopo l’altro, Selters cominciò a spedire letteratura ad altri paesi dell’Europa orientale. Infatti, il 68 per cento della letteratura prodotta a Selters dal maggio 1989 all’agosto 1998, vale a dire 50.583 tonnellate, fu inviata in 21 paesi dell’Europa orientale e dell’Asia. Questo equivale a una fila di 2.529 camion, ciascuno con un carico di 20 tonnellate di letteratura.
Costruire sì, ma anche predicare
Dal 1975 i testimoni di Geova hanno costruito molto. E come Noè, che oltre ad essere un costruttore era anche “predicatore di giustizia”, i Testimoni si sforzano di assolvere in modo equilibrato le loro responsabilità. (2 Piet. 2:5) Riconoscono che l’attività di costruzione è oggi un aspetto importante della vera adorazione. Nello stesso tempo, tengono sempre presente l’importanza e l’urgenza di predicare la buona notizia.
Infatti il Reparto Servizio fa notare che l’attività extra legata al lavoro di costruzione a Selters in effetti fece aumentare il tempo dedicato al servizio di campo. E, naturalmente, la costruzione di edifici teocratici è stata in se stessa una testimonianza. Le Sale del Regno costruite in tempi brevi e le Sale delle Assemblee lasciano sempre meravigliati gli osservatori. Pertanto i progetti edilizi realizzati con zelo e devozione dai testimoni di Geova aiutano a richiamare l’attenzione sulla buona notizia che predicano. Le persone sincere sono curiose di sapere qual è la forza che sprona i testimoni di Geova in un modo che non si riscontra in nessun altro gruppo religioso.
E Magdeburgo?
Una delle Sale del Regno dedicate in questo periodo era a Magdeburgo. Nel 1923 la Società aveva trasferito l’ufficio tedesco da Barmen a Magdeburgo. Nel 1927/28 vi era stata costruita una decorosa Sala delle Assemblee con posti a sedere per circa 800 persone. In segno di gratitudine per il libro della Società L’Arpa di Dio, i fratelli la chiamarono “Sala dell’Arpa”. La parete in fondo alla sala era abbellita da un bassorilievo in cui era rappresentato il re Davide che suona l’arpa.
Nel giugno 1933 i nazisti confiscarono la proprietà della Società a Magdeburgo, chiusero la tipografia e issarono la svastica sopra gli edifici. Dopo la seconda guerra mondiale, la proprietà fu restituita ai Testimoni, ma non per molto tempo. Nell’agosto 1950 venne espropriata dalle autorità comuniste.
Nel 1993, dopo la riunificazione delle Germanie, una grossa parte della proprietà venne restituita alla Società, mentre per buona parte del resto venne pagato un risarcimento. La parte restituita includeva quella che era stata la “Sala dell’Arpa”. Dopo i lavori di ristrutturazione della proprietà, che richiesero vari mesi, a Magdeburgo c’era una Sala del Regno, soddisfacente e necessaria.
“Questi locali sono stati dedicati tre volte, prima negli anni ’20, poi nel 1948 e ora di nuovo nel 1995”, spiegò Peter Konschak durante la cerimonia della dedicazione. Willi Pohl, in rappresentanza del Comitato di Filiale della Germania, pronunciò il discorso della dedicazione. Da giovane aveva servito alla Betel di Magdeburgo. Infatti nel 1947, quando Hayden Covington della sede mondiale era venuto in visita e aveva parlato ai fratelli proprio in questa sala, il fratello Pohl gli aveva fatto da interprete. “Potete immaginare cosa provo a pronunciare questo discorso”, disse ai 450 invitati.
Oggi le varie congregazioni di Magdeburgo che si riuniscono regolarmente in quella che un tempo era la “Sala dell’Arpa” sono la prova vivente della veracità delle parole che Geova rivolge ai suoi servitori, messe per iscritto da Isaia oltre 2.700 anni fa: “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà successo”. O, come rammentò una volta il re Ezechia ai suoi uomini: “Con noi c’è Geova nostro Dio per aiutarci e per combattere le nostre battaglie”. — Isa. 54:17; 2 Cron. 32:8.
Ufficio Traduzioni
Un aspetto notevole del lavoro svolto nella filiale della Germania riguarda la traduzione. Il Reparto Traduzioni tedesco venne trasferito da Berna, in Svizzera, a Wiesbaden nel 1956. A quell’epoca era formato solo da quattro persone. Alice Berner ed Erika Surber, che facevano parte di quel gruppo, hanno servito lì fedelmente sino alla morte. Anny Surber, una dei primi quattro traduttori, serve ancora in questo reparto. Nel corso degli anni si è ingrandito così che ora i Testimoni tedeschi ricevono nella propria lingua, nello stesso tempo in cui vengono pubblicati in inglese, non solo La Torre di Guardia e Svegliatevi! ma, nella maggioranza dei casi, anche i libri.
Oltre alla traduzione in tedesco, sin dagli anni ’60 in Germania è stata fatta anche una certa quantità di lavoro di traduzione in russo e polacco. Questo lavoro era stato sotto la sorveglianza del Reparto Servizio Estero, che curava l’opera in vari paesi dove c’era il bando, tra cui Germania Orientale, Polonia e Unione Sovietica.
Quando fu possibile, alcuni traduttori esperti della Polonia e un certo numero di futuri traduttori dell’Unione Sovietica furono invitati a Selters, dove c’era tutto l’occorrente e un ambiente confortevole in cui ricevere ulteriore addestramento per il lavoro. Poterono anche giovarsi dell’esperienza dei traduttori tedeschi, che diedero utili suggerimenti su come risolvere certi problemi comuni a tutti i traduttori, indipendentemente dalla lingua. Ben presto quei traduttori divennero molto cari ai componenti della famiglia Betel di Selters.
Naturalmente la disposizione dell’addestramento era una cosa temporanea. A suo tempo i traduttori sarebbero tornati nei rispettivi paesi d’origine. Così dopo che il nuovo complesso della Betel in Polonia, vicino a Varsavia, venne dedicato nel 1992 e dopo che i traduttori ebbero portato a termine un grosso lavoro, i traduttori polacchi che erano in Germania si riunirono con l’équipe di traduttori polacchi che era in Polonia.
Prima che partissero, comunque, iniziarono ad arrivare altri futuri traduttori — russi e ucraini — da addestrare. I primi cinque si presentarono il 27 settembre 1991 e altri in seguito. Complessivamente ne sono venuti più di 30.
Nel gennaio 1994 i traduttori russi partirono per andare ad abitare alla Betel allora in costruzione a Solnechnoye, vicino a San Pietroburgo. I traduttori ucraini, invece, al momento della stesura di questa storia, attendono di trasferirsi in un prossimo futuro nella nuova casa Betel progettata per l’Ucraina. Ogni tanto, anche altre équipe di traduttori hanno lavorato a Selters e tratto beneficio dall’aiuto dato loro. Tutto questo serve a rammentare di continuo il proposito di Geova di radunare persone “di ogni nazione e tribù e popolo e lingua” allo scopo di formare una “nuova terra”, il fondamento di una società umana dedita a servire il solo vero Dio, Geova. — Riv. 7:9, 10; 2 Piet. 3:13.
Seminari internazionali
Data la sua posizione favorevole, la filiale tedesca ha attratto molti visitatori. Francoforte vanta il più grande scalo passeggeri dell’Europa continentale, l’aeroporto Rhein-Main. Dato che Selters è a meno di 60 chilometri dall’aeroporto di Francoforte, molti Testimoni, anche se sono di passaggio diretti altrove, hanno trovato piacevole fare una breve sosta per visitare la filiale e godere per breve tempo dell’ospitalità della famiglia Betel.
Selters si è rivelata anche un posto adatto per tenervi seminari internazionali e adunanze dove rappresentanti di varie filiali possono consultarsi. Così nel 1992 il Comitato Editoriale del Corpo Direttivo dispose che rappresentanti di 16 filiali europee si riunissero per quattro giorni con fratelli di Brooklyn. L’obiettivo era coordinare il loro lavoro per garantire che ci fosse un’ampia scorta di cibo spirituale per tutte le filiali europee, incluse quelle dei paesi economicamente svantaggiati.
Anche prima di ciò i testimoni di Geova in Germania offrivano letteratura biblica senza farla pagare a tutti quelli che erano interessati a leggerla. Questo serve senz’altro a confutare l’accusa degli oppositori secondo cui la Società stampa letteratura a scopo di lucro.
Dopo il seminario a Selters, questa disposizione venne estesa a tutta l’Europa. Essa si è rivelata di particolare utilità nell’Europa orientale, dove moltissime persone mostrano di avere fame spirituale ma sono spesso in difficoltà dal punto di vista economico. Come vengono dunque coperte le spese per l’opera mondiale del Regno? Mediante contribuzioni non sollecitate dei testimoni di Geova e di altri che apprezzano tale opera. E perché fanno tali contribuzioni? Alcuni le fanno perché comprendono l’importanza di dare a più persone possibile l’opportunità di conoscere come migliorare ora la loro vita applicando i princìpi biblici. (Isa. 48:17; 1 Tim. 4:8) Altri sono mossi dal desiderio di fare in tal modo la loro parte affinché la buona notizia del Regno di Dio giunga in tutti i paesi prima che Dio ponga fine al presente sistema di cose malvagio. — Matt. 24:14.
Un secondo seminario tenuto più avanti nel 1992 esaminò la proposta di spedire direttamente la letteratura dalla filiale tedesca alle varie congregazioni dei paesi europei invece di inviarla alle filiali per poi rispedirla, come si era fatto fino ad allora. In un terzo seminario, tenuto nell’aprile 1993, furono adottati provvedimenti per includere in questa disposizione sei paesi dell’Europa centrale. Nel febbraio 1994 si tenne in Austria, a Vienna, un seminario per i paesi dell’Europa orientale, e si stabilì che ne traessero beneficio le congregazioni di altri 19 paesi.
I vantaggi di questa disposizione sono ovvi. Le spese sono ridotte perché non c’è bisogno di tenere la letteratura in deposito in ciascuna filiale; così non è più necessario avere un grande Reparto Spedizioni in ogni filiale. Grazie a questa disposizione, in alcuni paesi si è ovviato al bisogno di ingrandire gli edifici già esistenti della Betel. E quando si costruiscono nuove case Betel non c’è più ragione che siano così grandi, dato che è la Germania a occuparsi di deposito, imballaggio e spedizione della letteratura.
Mentre nel 1989 la filiale della Germania aveva in deposito circa 2.000 articoli in 59 lingue, nel 1998 aveva 8.900 articoli in 226 lingue. Nell’aprile 1998 la filiale tedesca di Selters provvedeva la letteratura necessaria ai 742.144 proclamatori che fanno parte di 8.857 congregazioni in 32 paesi.
L’odio per i veri cristiani non è del tutto cosa del passato
L’ultima sera prima di morire, Gesù Cristo disse agli apostoli: “Poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo motivo il mondo vi odia. . . . Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. (Giov. 15:19, 20) Quindi ci si doveva aspettare che dopo la caduta del Terzo Reich di Hitler, la persecuzione dei testimoni di Geova in Germania non cessasse del tutto. Allo stesso modo, dove il bando imposto dai regimi comunisti venne tolto, anche se le persone godevano di maggiore libertà personale, la persecuzione dei testimoni di Geova non cessò. Semplicemente assunse altre forme. — 2 Tim. 3:12.
Ora, prendendo il posto dei precedenti persecutori del popolo di Geova, gli apostati presero in mano, per così dire, la verga per battere i compagni cristiani di un tempo. (Matt. 24:48-51) Alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 questi apostati cominciarono a farsi sentire di più, con accuse false più malevole e più numerose. I produttori di alcuni talk show televisivi presentavano gli apostati come “esperti” sui testimoni di Geova. Tuttavia, secondo alcune persone sincere non aveva senso giudicare i Testimoni in base alle dichiarazioni di questi ex membri insoddisfatti. Dopo uno di questi programmi televisivi, un giovane telefonò all’ufficio della Società a Selters e spiegò che alcuni anni prima l’ex Testimone che era stato intervistato aveva studiato la Bibbia con lui. Per motivi personali il giovane aveva interrotto lo studio. Ma dopo aver visto il programma televisivo e riconosciuto il suo ex insegnante, il giovane fu molto turbato. Chiese: “Come può dire cose del genere? Lui sa che quello che dice dei Testimoni non è vero”. Come risultato il giovane riprese lo studio biblico, stavolta con un anziano della congregazione locale.
Naturalmente, ci sono molte persone che prendono per oro colato quello che sentono alla TV o che leggono nei giornali. Data la frequenza degli attacchi ai testimoni di Geova attraverso i media, la Società preparò un opuscolo di 32 pagine appositamente per contrastare questo fiume di propaganda ingannevole. È intitolato I vostri vicini testimoni di Geova. Chi sono?
L’opuscolo contiene informazioni basate sui fatti prese da un sondaggio del 1994 a cui parteciparono circa 146.000 Testimoni in Germania. I risultati del sondaggio confutavano facilmente molte delle idee errate che le persone avevano sui Testimoni. Una religione per vecchiette? Quattro Testimoni su dieci in Germania sono uomini e l’età media dei Testimoni è 44 anni. Una religione i cui seguaci hanno subìto il lavaggio del cervello dall’infanzia? Il 52 per cento dei Testimoni lo sono diventati da adulti. Una religione che divide le famiglie? Il 19 per cento dei Testimoni non sono sposati, il 68 per cento sono sposati, il 9 per cento sono vedovi e solo il 4 per cento sono divorziati, e molti di questi avevano divorziato prima di diventare Testimoni. Una religione contraria ai figli? Quasi quattro quinti dei Testimoni sposati sono genitori. Formata da persone con facoltà intellettuali inferiori alla media? Un terzo dei Testimoni parla almeno una lingua straniera e il 69 per cento si tiene regolarmente aggiornato sugli avvenimenti attuali. Una religione che vieta ai suoi membri di godersi la vita? Settimanalmente ciascun Testimone dedica 14,2 ore a varie forme di svago. Nello stesso tempo dà la precedenza alle cose spirituali, dedicando in media 17,5 ore la settimana ad attività religiose.
Particolare attenzione nell’opuscolo è stata data al caso del “piccolo Oliver”. Poco dopo la sua nascita avvenuta nel 1991, i medici scoprirono che aveva un foro nel cuore. A tempo debito la madre di Oliver dispose che venisse operato e, in armonia con le sue credenze religiose, trovò medici disposti a operarlo senza far uso di sangue. Ma gli oppositori svisarono le cose nel tentativo di screditare i testimoni di Geova. Perfino dopo che l’operazione era stata eseguita felicemente senza trasfondere sangue, un giornale ne fece un caso da prima pagina, indicando che Oliver, nonostante l’opposizione della madre “fanatica”, era stato tratto in salvo grazie al ‘sangue che salva la vita’. L’opuscolo confuta questa menzogna bella e buona.
Inizialmente l’opuscolo era destinato solo a coloro che facevano domande in merito alle false accuse mosse contro i Testimoni. Tuttavia nel 1996 venne rifatta la copertina, sul retro c’era l’offerta di un gratuito studio biblico a domicilio e se ne distribuirono in tutta la Germania 1.800.000 copie.
Provvedute ai media informazioni valide
Lo stesso anno si fece un altro passo ancora per contrastare i persistenti tentativi degli oppositori di servirsi dei media per dipingere un quadro distorto dei testimoni di Geova. Walter Köbe venne nominato presidente di un comitato responsabile del Servizio Informazioni. Egli spiega: “L’imponente campagna lanciata dagli avversari ci ha costretto a rispondere in modo oculato rendendo le informazioni più accessibili”. Si cercarono persone capaci di fare un efficace lavoro di relazioni pubbliche. Si organizzarono seminari per addestrarle. Il paese venne diviso in 22 zone adatte e nel 1998 il Servizio Informazioni disponeva di centinaia di persone addestrate per occuparsi dei bisogni di queste zone. Questi fratelli prestano particolare attenzione ai contatti personali con redattori e giornalisti.
In relazione al lavoro di questo reparto, fu anche disposto di proiettare in pubblico la videocassetta I Testimoni di Geova, saldi di fronte all’attacco nazista. La prima mondiale della versione tedesca della videocassetta Saldi si ebbe il 6 novembre 1996, nel museo del campo di concentramento di Ravensbrück, dove molte testimoni di Geova erano state rinchiuse. Tra i presenti c’erano rappresentanti della stampa ed eminenti storici.
Per il 1º settembre 1998, alle 331 proiezioni in pubblico di questa videocassetta avevano assistito complessivamente più di 269.000 persone. Tra i presenti c’erano non solo Testimoni ma anche rappresentanti della stampa, funzionari governativi e il pubblico. Le proiezioni furono commentate da centinaia di giornali, con articoli dal tono assolutamente favorevole. In 176 casi la proiezione era accompagnata da una mostra che documentava la persecuzione nazista dei testimoni di Geova.
In numero sempre maggiore i rappresentanti dei media condividono i sentimenti del giornalista che nel novembre 1993 scrisse sul Meissner Zeitung: “Chi è dell’opinione che i testimoni di Geova seguano ciecamente e ingenuamente un insegnamento biblico irrealistico rimarrà sorpreso scoprendo con quanta precisione hanno riconosciuto in Gesù Cristo il loro Esempio e come usano questa conoscenza per condurre una vita significativa”.
Dopo mezzo secolo, ancora saldi
È passato più di mezzo secolo da quando i testimoni di Geova in Germania furono liberati dai campi di concentramento. Ma la loro storia di integrità non è stata dimenticata. Per mezzo di essa viene ancora data al mondo una potente testimonianza. Al momento della stesura di questa storia alcuni di quelli che finirono nei campi di concentramento a motivo della loro fede incrollabile sono ancora vivi e sono zelanti nel servizio di Geova ora come lo erano allora. La loro coraggiosa presa di posizione attesta che Geova può preservare il suo popolo. Prestate attenzione a quello che dicono alcuni di questi sopravvissuti dei campi di concentramento, parlando a nome di centinaia come loro, e notate la loro età (ai primi del 1998) indicata tra parentesi:
Heinrich Dickmann (95): “A Sachsenhausen fui costretto a guardare mentre mio fratello August veniva giustiziato davanti all’intero campo. Avrei potuto ottenere la liberazione immediata rinnegando la mia fede. Poiché rifiutai di scendere a patti, il comandante del campo disse: ‘Pensaci su e vedi quanto ti resta da vivere’. Cinque mesi dopo lui era morto, non io. Il mio motto era: ‘Confida in Geova con tutto il tuo cuore’. Lo è ancora”.
Änne Dickmann (89): “La considero [l’esperienza del campo di concentramento] un addestramento che mi ha aiutata a mantenere l’integrità verso il grande Creatore e Datore di vita, Geova. Tutte le esperienze che ho fatto mi hanno arricchito la vita e avvicinata di più a Dio. Sono stati la fede e l’amore verso Dio a motivarmi in tutti questi anni. Nessuno mi ha mai forzata”.
Josef Rehwald (86): “Ripenso con soddisfazione a questo difficile tempo di prova perché, nonostante le pressioni e le sofferenze, mantenni la fede e la neutralità cristiana. Sono convinto di essere sopravvissuto solo con l’aiuto dell’Onnipotente Dio Geova! Ora la mia convinzione cristiana è anche più forte di allora, ed è mio desiderio rimanere incrollabilmente dalla parte di Dio”.
Elfriede Löhr (87): “Ripensando alle cose che ho passato durante otto anni di prigionia sotto Hitler, devo dire che non c’era nulla di imprevisto. Era chiaro che, da un lato, la via della verità significa lotta e persecuzione ma, dall’altro, gioia e vittoria. Non lo considero tempo sprecato o privo di vantaggi”.
Maria Hombach (97): “Provo una gioia immensa sapendo di aver avuto lo straordinario privilegio di dimostrare il mio amore e la mia gratitudine a Geova nella più crudele delle circostanze. Nessuno mi costrinse a farlo! Al contrario, chi esercitava coercizione verso di noi erano i nostri nemici, che cercavano con le minacce di farci ubbidire a Hitler anziché a Dio. Ma inutilmente! Avendo la coscienza a posto ero felice anche quando mi trovavo dietro le mura di una prigione”.
Gertrud Poetzinger (86): “Fui condannata a tre anni e mezzo di cella d’isolamento. Mentre mi riportavano in cella dopo la condanna, la guardia disse: ‘Grazie. Mi ha incoraggiato a credere di nuovo in Dio. Continui ad essere così coraggiosa e non avrà difficoltà a superare i tre anni e mezzo’. Aveva proprio ragione! Fu mentre ero in cella d’isolamento che fui particolarmente oggetto dell’amore di Geova e ricevetti la forza che egli dà”.
Sì, i superstiti dei campi di concentramento continuano a rimanere saldi. Ora che è passato più di mezzo secolo dalla loro liberazione, la condotta integra di questi Testimoni è ancora una testimonianza al mondo e una lode a Geova. Che incoraggiamento per tutti i servitori di Dio!
La predicazione della buona notizia non è ancora terminata in Germania. Dalla fine della seconda guerra mondiale più di 800.000.000 di ore sono state dedicate a parlare alle persone che vivono qui in merito al Regno di Dio. Nello stesso tempo il ministero compiuto dai testimoni di Geova in Germania ha influito sulla vita di persone che vivono in molti altri paesi. Essi si considerano non un gruppo nazionale distinto, ma parte di una famiglia mondiale formata di adoratori di Geova.
Una rimarchevole prova di questa unità internazionale si è avuta nel 1998 quando 217.472 persone hanno assistito alle cinque assemblee internazionali “Il modo di vivere che piace a Dio” tenute in Germania. Sono venuti delegati da molti paesi e l’intero programma è stato presentato in 13 lingue. Le assemblee hanno dato risalto alla necessità di continuare a essere fedeli e di perseverare nel predicare la buona notizia. I testimoni di Geova in Germania sono decisi a continuare lealmente, con l’aiuto di Geova Dio, a vivere nel modo che piace a lui.
[Cartina a pagina 79]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
GERMANIA OCCIDENTALE
Amburgo
Meckenheim
Selters
Francoforte
Wiesbaden
Reutlingen
Monaco
GERMANIA ORIENTALE
Berlino
Magdeburgo
Glauchau
[Immagine a tutta pagina a pagina 66]
[Immagine a pagina 69]
Assemblea internazionale “Regno trionfante”, Norimberga, 1955
[Immagini a pagina 73]
I Testimoni tedeschi hanno aiutato molti immigrati a trarre beneficio dalla verità biblica
[Immagine a pagina 88]
Complesso della Betel di Wiesbaden nel 1980
[Immagine a pagina 90]
Comitato di Filiale (da sinistra a destra). In prima fila: Günter Künz, Edmund Anstadt, Ramon Templeton, Willi Pohl. Dietro: Eberhard Fabian, Richard Kelsey, Werner Rudtke, Peter Mitrega
[Immagini a pagina 95]
Alcune delle dieci Sale delle Assemblee della Germania
1. Glauchau
2. Reutlingen
3. Monaco
4. Meckenheim
5. Berlino
[Immagine a pagina 99]
Martin e Gertrud Poetzinger
[Immagini alle pagine 100 e 101]
Filiale di Selters
[Immagini a pagina 102]
Alcuni tedeschi che sono nel servizio missionario all’estero: (1) Manfred Tonak, (2) Margarita Königer, (3) Paul Engler, (4) Karl Sömisch, (5) Günter Buschbeck
[Immagini a pagina 110]
Man mano che i bandi erano revocati, grandi quantità di letteratura venivano mandate nell’Europa orientale
[Immagini a pagina 118]
Assemblea di Berlino, 1990
[Immagini a pagina 124]
La prima Sala del Regno costruita nell’ex Germania Orientale
[Immagini alle pagine 132 e 133]
Programma della dedicazione: a Selters (sopra), poi in sei stadi della Germania
[Immagine a pagina 139]
Mezzi usati per contrastare la diffusa disinformazione
[Immagini alle pagine 140 e 141]
Benché rinchiusi in campi di concentramento (dove i testimoni di Geova si riconoscevano dal triangolo viola), questi cristiani leali (qui riuniti a Brandeburgo nel 1995) rimasero saldi nella fede
[Immagini a pagina 147]
Pagina accanto, in senso orario: Heinrich Dickmann, Änne Dickmann, Gertrud Poetzinger, Maria Hombach, Josef Rehwald, Elfriede Löhr
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