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  • Chi era Teofilo di Antiochia?

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  • Chi era Teofilo di Antiochia?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
w96 15/3 pp. 28-30

Chi era Teofilo di Antiochia?

“PARLI di me cristiano come se io portassi un nome infamante, ebbene! io confesso di essere cristiano e porto questo nome caro a Dio sperando questo soltanto: essere buon servitore di Dio”.a

Così dice Teofilo nell’introduzione della sua opera in tre libri intitolata Ad Autolico. È l’inizio della sua difesa contro l’apostasia del II secolo. Teofilo si professa coraggiosamente seguace di Cristo. Appare determinato a vivere in modo da essere “amato da Dio”, in armonia con il significato del suo nome in greco. Ma chi era esattamente Teofilo? Quando visse? Cosa fece?

La sua storia

Si sa poco della vita di Teofilo. Fu allevato da genitori non cristiani. In seguito si convertì al cristianesimo, ma solo dopo aver fatto un attento studio delle Scritture. Divenne vescovo della congregazione di Antiochia di Siria, l’attuale Antakya in Turchia.

In armonia col comando di Gesù, i cristiani del I secolo predicarono alla popolazione di Antiochia. Luca registra il successo della loro opera, dicendo: “La mano di Geova era con loro e un gran numero di persone, divenute credenti, si volsero al Signore”. (Atti 11:20, 21) Per volontà di Dio i seguaci di Gesù Cristo divennero noti come cristiani. Questo appellativo fu usato per la prima volta ad Antiochia di Siria. (Atti 11:26) Nel I secolo E.V. l’apostolo Paolo soggiornò ad Antiochia di Siria, che divenne la sua base operativa. Barnaba e Paolo, accompagnati da Giovanni Marco, partirono per il primo viaggio missionario da Antiochia.

I primi cristiani di Antiochia dovettero essere notevolmente incoraggiati dalle visite apostoliche. Almeno in parte, l’entusiasmo con cui accolsero la verità della Parola di Dio fu sicuramente dovuto alle visite dei rappresentanti del corpo direttivo del I secolo che rafforzarono la loro fede. (Atti 11:22, 23) Come dovette essere incoraggiante per questi vedere tanti antiocheni dedicare la propria vita a Geova Dio! Teofilo, comunque, visse ad Antiochia più di 100 anni dopo.

Lo storico Eusebio dice che Teofilo fu il sesto vescovo di Antiochia, a contare dal tempo degli apostoli di Cristo. Teofilo mise per iscritto numerosi dibattiti e confutazioni orali contro l’eresia. Fu uno dei circa 12 apologisti cristiani del suo tempo.

Uno sguardo ai suoi scritti

Riallacciandosi a un dialogo precedente, Teofilo inizia il suo scritto diretto al pagano Autolico con queste parole: “Una lingua spedita e un parlare piacevole procurano diletto e lode di vanagloria agli uomini miseri che hanno una mente corrotta”. Teofilo spiega cosa intende dire: “Colui che ama la verità non si cura dei discorsi eleganti, ma va in cerca del contenuto del discorso: che cosa sia e di quale tipo. . . . [Tu] mi hai sbalordito con futili discorsi vantandoti dei tuoi dèi di pietra e di legno, di metallo battuto o fuso, modellati o dipinti, che non vedono, né sentono (infatti sono idoli e opera delle mani dell’uomo)”. — Confronta Salmo 115:4-8.

Teofilo smaschera la falsità dell’idolatria. Nel suo stile caratteristico cerca di spiegare con eloquenza, anche se in modo ridondante, la natura del vero Dio: “L’immagine di Dio è inesprimibile e inenarrabile, né può essere vista con gli occhi del corpo. Nella gloria egli è infinito; nella grandezza è incontenibile; nell’altezza è incommensurabile; nella forza è incomparabile; nella sapienza senza confronto; nella bontà inimitabile”.

Ampliando questa descrizione di Dio, Teofilo aggiunge: “È Signore perché egli stesso è prima di tutte le cose; demiurgo e creatore perché egli stesso ha creato e fatto ogni cosa; altissimo perché egli stesso è al di sopra di tutto; onnipotente perché egli stesso domina ogni cosa e la contiene”.

Poi, menzionando specifiche attività di Dio, Teofilo prosegue nel suo tipico stile meticoloso e alquanto ripetitivo: “I cieli sono sua opera, la terra è sua creazione, il mare è sua fattura; l’uomo è sua forma e sua immagine; il sole, la luna e le stelle sono suoi elementi, creati per (dare) segni, tempi stabiliti, giorni, anni; per aiutare e servire gli uomini. E Dio creò tutte le cose dal nulla affinché attraverso le opere si conosca e si comprenda la sua grandezza”.

Un altro esempio dell’attacco di Teofilo contro i falsi dèi lo si ritrova nelle seguenti parole che rivolge ad Autolico: “I nomi degli dèi che tu dici essere onorati sono nomi di uomini morti. Ma di chi e di quale paese? Cronos non era forse divoratore di prole e colui che uccise i suoi stessi figli? Se poi vuoi parlare di Zeus suo figlio, . . . fu allattato da una capra . . . Gli altri suoi misfatti, riguardo cioè agli incesti con le sorelle, agli adulteri, alla pederastia . . . ”

Portando avanti la sua argomentazione, Teofilo ribadisce la sua avversione per l’idolatria pagana: “Perché continuare ad elencare la moltitudine di animali che gli Egiziani adorano? Rettili, armenti, belve, uccelli, animali acquatici . . . Se poi tu volessi parlare dei Greci e degli altri popoli, essi adorano pietre, legno e altro materiale”. “Io adorerò Dio, colui che è Dio e lo è veramente”, dichiara Teofilo. — Confronta 2 Samuele 22:47; Atti 14:15; Romani 1:22, 23.

Una preziosa testimonianza

Le ammonizioni e le esortazioni contenute nei tre libri in cui Teofilo confuta Autolico riguardano numerosi temi e sono molto dettagliate. Teofilo scrisse altre opere, contro Ermogene e contro Marcione. Scrisse pure testi catechetici e di edificazione, commentando anche i Vangeli. Tuttavia solo i tre libri ad Autolico, un manoscritto singolo, sono giunti fino a noi.

Il primo libro è un’apologia scritta ad Autolico in difesa della religione cristiana. Il secondo libro ad Autolico è diretto contro la religione popolare pagana, la speculazione, i filosofi e i poeti. Il terzo libro mette a confronto la letteratura pagana con le Scritture.

All’inizio del terzo libro, Autolico a quanto pare era ancora dell’opinione che la Parola di verità fosse una vana storiella. Teofilo lo apostrofa, dicendo: “Volentieri affermi cose sciocche, altrimenti non saresti spinto da uomini stolti a formulare accuse con ragionamenti vani e a credere ad una diceria ben apparecchiata”.

Di che “diceria” si trattava? Teofilo ne rivela la fonte: Calunniatori, “bocche empie che falsamente accusano noi che veneriamo Dio e che siamo chiamati cristiani. Dicono che le nostre mogli sono comuni a tutti e che viviamo in unioni promiscue, che ci accoppiamo con le nostre sorelle, e, accusa più empia e crudele di tutte, che noi ci cibiamo di carne umana”. Teofilo si impegnò a controbattere l’opinione gravemente distorta che nel II secolo i pagani avevano di coloro che professavano il cristianesimo. Si avvalse della luce di verità contenuta nell’ispirata Parola di Dio. — Matteo 5:11, 12.

Che Teofilo avesse dimestichezza con la Parola di Dio è confermato dai suoi numerosi riferimenti a passi delle Scritture Ebraiche e delle Scritture Greche. Fu uno dei primi commentatori dei Vangeli. I numerosi riferimenti di Teofilo alle Scritture ci permettono di capire bene qual era il pensiero prevalente del suo tempo. Egli si servì della sua familiarità con gli scritti ispirati per dimostrare che erano infinitamente superiori alla filosofia pagana.

Secondo alcuni, il criterio con cui Teofilo dispone gli argomenti, il suo tono didascalico e il suo stile ripetitivo lasciano un po’ a desiderare. Al momento non ci è dato di sapere in che misura la predetta apostasia possa aver influito sulle sue vedute. (2 Tessalonicesi 2:3-12) Ciò nonostante, quando morì, verso il 182 E.V., Teofilo si era guadagnato a quanto pare la fama di instancabile apologista, i cui scritti sono interessanti anche per i veri cristiani del nostro tempo.

[Nota in calce]

a Tutte le citazioni sono tratte da Gli apologeti greci, “Ad Autolico”, trad. di C. Burini, Città Nuova Editrice, Roma, 1986.

[Immagine a pagina 30]

Teofilo confutò arditamente gli argomenti di Autolico

[Fonte dell’immagine a pagina 28]

Le illustrazioni delle pagine 28 e 30 sono state riprodotte da Illustrirte Pracht - Bibel/Heilige Schrift des Alten und Neuen Testaments, nach der deutschen Uebersetzung D. Martin Luther’s

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