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  • Tutte le forme di vita discendono da un antenato comune?

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  • Tutte le forme di vita discendono da un antenato comune?
  • L’origine della vita: cinque domande su cui riflettere
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  • ABBATTUTO L’ALBERO DI DARWIN
  • COSA RIVELA LA DOCUMENTAZIONE FOSSILE?
  • “PROVE” PROBLEMATICHE
  • QUAL È LA VERA TRAMA DEL “FILM”?
  • La testimonianza dei fossili
    Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?
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L’origine della vita: cinque domande su cui riflettere
lf domanda 4 pp. 22-29

DOMANDA 4

Tutte le forme di vita discendono da un antenato comune?

L’albero della vita di Charles Darwin che raffigura le specie e i loro antenati comuni

Darwin pensava che tutte le forme di vita discendessero da un antenato comune. Immaginava la storia della vita sulla terra come un albero gigantesco. Altri studiosi, in seguito, ipotizzarono che il tronco alla base di questo “albero della vita” rappresentasse le prime cellule semplici. Dipartendosi dal tronco, nuove specie avrebbero dato origine a rami principali che poi si sarebbero divisi in rami secondari, o famiglie di piante e animali, quindi in ramoscelli via via più piccoli, ovvero tutte le specie esistenti oggi all’interno di tali famiglie. Ma è andata veramente così?

Cosa affermano molti scienziati? Molti lasciano intendere che la documentazione fossile sostenga la teoria secondo cui le forme di vita ebbero un’origine comune. Affermano inoltre che, siccome gli esseri viventi usano tutti lo stesso “linguaggio macchina” (il DNA), devono essersi evoluti da un antenato comune.

Cosa dice la Bibbia? Nella Genesi si legge che le piante, le creature marine, gli animali terrestri e gli uccelli furono creati “secondo le loro specie”. (Genesi 1:12, 20-25) Questa descrizione, pur non escludendo un certo grado di variabilità nell’ambito di una “specie”, implica che esistano barriere tra una “specie” e l’altra. Inoltre, in base al resoconto biblico della creazione, è logico attendersi che i fossili documentino la comparsa improvvisa di nuove creature già completamente formate.

Cosa rivelano i fatti? I fatti confermano la descrizione degli eventi riportata nella Bibbia? Oppure aveva ragione Darwin? Cosa hanno rivelato le scoperte degli ultimi 150 anni?

ABBATTUTO L’ALBERO DI DARWIN

In anni recenti gli scienziati sono stati in grado di confrontare sia il codice genetico di decine di organismi unicellulari che quello di piante e animali. Supponevano che tali confronti avrebbero confermato la teoria darwiniana di un “albero della vita” ramificato. Ma le cose sono andate diversamente.

Cos’hanno scoperto i ricercatori? Nel 1999 il biologo Malcolm Gordon ha scritto: “Sembra che le forme di vita abbiano avuto molte origini, che l’albero universale della vita non abbia un solo ceppo”. Ci sono prove per credere che le principali categorie di esseri viventi si diramino da un unico tronco, come sosteneva Darwin? Gordon continua: “A quanto pare la versione tradizionale della teoria dell’antenato comune non si applica ai regni come li conosciamo oggi. Probabilmente non si applica a molti phylum, se non a nessuno, e forse nemmeno a molte classi all’interno dei phylum”.29a

Anche ricerche più recenti contraddicono la teoria darwiniana dell’antenato comune. Ad esempio, un articolo comparso su New Scientist nel 2009 cita queste parole del biologo evoluzionista Eric Bapteste: “Non c’è alcuna evidenza che l’albero della vita sia una realtà”.30 Nello stesso articolo è citato anche un altro biologo evoluzionista, Michael Rose, che ha detto: “L’albero della vita sta per essere gentilmente seppellito, lo sappiamo tutti. Ciò che è più difficile ammettere è che la nostra concezione stessa della biologia deve cambiare”.31b

COSA RIVELA LA DOCUMENTAZIONE FOSSILE?

Molti scienziati chiamano in causa la documentazione fossile per sostenere che le forme di vita hanno avuto un’origine comune. Asseriscono, ad esempio, che i fossili documentino il passaggio da pesci ad anfibi e da rettili a mammiferi. Ma cosa rivelano veramente i fossili?

“Invece di trovare una gradualità nello sviluppo della vita”, dice il paleontologo evoluzionista David Raup, “ciò che i geologi del tempo di Darwin e quelli odierni hanno trovato e trovano è una documentazione alquanto disomogenea e discontinua; in altre parole, nella sequenza le specie compaiono all’improvviso, finché sono presenti nella documentazione non mostrano che piccoli cambiamenti o nessuno, e poi scompaiono improvvisamente”.32

In realtà, la stragrande maggioranza dei fossili rivela stabilità tra i vari tipi di creature nel corso di lunghi periodi di tempo. Non ci sono evidenze di una loro evoluzione da un tipo all’altro. Specifici piani di organizzazione anatomica compaiono bruscamente. Anche nuove caratteristiche compaiono bruscamente. Per esempio, i pipistrelli, dotati di sonar e sistemi di ecolocazione, compaiono senza essere riconducibili a un antenato primitivo.

In effetti, oltre metà delle principali categorie di animali sembra essere comparsa nel corso di un periodo relativamente breve. Nella documentazione fossile molte forme di vita nuove e diverse fra loro appaiono talmente all’improvviso che i paleontologi parlano di “esplosione cambriana”. A quando risale il Cambriano?

Ponendo che le stime dei ricercatori siano accurate, potremmo immaginare la storia della terra come una linea che si estende per tutta la lunghezza di un campo di calcio (1). Adottando questa scala, dovreste camminare per circa sette ottavi del campo prima di arrivare al periodo che i paleontologi chiamano Cambriano (2). Le principali categorie di animali fanno la loro comparsa nella documentazione fossile durante un breve tratto di quel periodo. Quanto breve? Mentre percorrete il campo, tutte queste varietà compaiono bruscamente nello spazio di neanche un passo!

Una linea del tempo lunga quanto un campo di calcio mostra la distanza tra l’inizio della storia della terra e la cosiddetta esplosione cambriana

La comparsa relativamente improvvisa di queste diverse forme di vita sta inducendo alcuni ricercatori evoluzionisti a mettere in dubbio la versione tradizionale della teoria di Darwin. Per esempio, in un’intervista rilasciata nel 2008, il biologo evoluzionista Stuart Newman ha parlato della necessità di una nuova teoria dell’evoluzione in grado di spiegare l’improvvisa comparsa di nuove forme di vita. Ha detto: “Ritengo che il meccanismo darwiniano usato per spiegare tutti i cambiamenti evolutivi finirà per essere considerato solo uno di vari meccanismi evolutivi, e forse nemmeno il più importante per comprendere la macroevoluzione, ovvero l’evoluzione che porta a cambiamenti significativi nelle caratteristiche anatomiche”.33

“PROVE” PROBLEMATICHE

Fossili come appaiono in alcuni libri di testo e le loro vere dimensioni in scala

Perché alcuni libri di testo, nel rappresentare i fossili in una determinata sequenza, ne alterano la scala?

Sopra a sinistra: fossili in scala come vengono rappresentati in alcuni libri di testo

Sopra a destra: vero rapporto fra le dimensioni

Ma che dire dei fossili presentati come prove per dimostrare che i pesci si sarebbero trasformati in anfibi e i rettili in mammiferi? Documentano davvero il processo evolutivo? Da un’analisi più attenta emergono diversi problemi.

In primo luogo, i libri di testo a volte danno un’idea falsata delle dimensioni relative degli animali posti nella transizione rettile-mammifero. Anziché essere tutti di taglia simile, alcuni di questi animali sono enormi, altri piccoli.

Un secondo problema, ancora più serio, è la mancanza di prove che questi animali siano in qualche modo imparentati. A detta dei ricercatori, spesso tra gli esemplari posti in questa serie intercorrono milioni di anni. In merito ai periodi di tempo che separano molti di questi fossili, lo zoologo Henry Gee afferma: “Gli intervalli di tempo che separano tra loro i fossili sono cosí enormi che noi non possiamo dire nulla di certo sulla loro possibile connessione in una linea diretta di antenati e discendenti”.34c

Commentando i fossili di pesci e anfibi, il biologo Malcolm Gordon dichiara che rappresentano solo “un campione ristretto . . . e probabilmente poco rappresentativo della biodiversità esistente all’epoca in questi gruppi”. E aggiunge: “Non c’è modo di sapere se e fino a che punto quei particolari organismi ebbero un ruolo negli sviluppi successivi, né come fossero imparentati tra loro”.35d

Un grafico che mostra le presunte parentele tra diversi tipi di animali

QUAL È LA VERA TRAMA DEL “FILM”?

Un articolo pubblicato su National Geographic nel 2004 paragonava la documentazione fossile a “un film sull’evoluzione da cui siano stati tagliati 999 fotogrammi su 1000”.36 Considerate ciò che questo paragone implica.

Una pellicola di un film intera e alcuni fotogrammmi del film

Se “95 fotogrammi” della documentazione fossile mostrano che gli animali non si evolvono da un tipo a un altro, perché i paleontologi dispongono i restanti “5 fotogrammi” in modo da suggerire questa conclusione?

Supponete di trovare 100 fotogrammi di un film che in origine ne aveva 100.000. Come fareste a determinarne la trama? Potreste avere già una vostra idea al riguardo, ma che dire se solo 5 dei 100 fotogrammi potessero essere disposti in modo da sostenerla, mentre gli altri 95 raccontassero tutta un’altra storia? Sarebbe ragionevole sostenere che la vostra idea del film sia giusta per via di quei cinque fotogrammi? È possibile che abbiate disposto i cinque fotogrammi in un certo modo solo per assecondare la vostra teoria? Non sarebbe più ragionevole tener conto degli altri 95 fotogrammi?

Che relazione c’è tra questo esempio e il modo in cui gli evoluzionisti interpretano la documentazione fossile? Per anni i ricercatori non hanno ammesso che la stragrande maggioranza dei fossili (i 95 fotogrammi) mostra che le specie cambiano pochissimo nel corso del tempo. Perché questo elemento importante è stato taciuto? Lo scrittore Richard Morris dice: “A quanto pare i paleontologi avevano adottato l’idea tradizionale dei cambiamenti evolutivi graduali e vi si erano attenuti anche dopo aver scoperto prove del contrario. Avevano cercato di interpretare i reperti fossili basandosi su idee evoluzionistiche accettate”.37

“Prendere una serie di fossili e sostenere che rappresentano una linea evolutiva non è un’ipotesi scientifica sostenibile, bensí un’affermazione che ha lo stesso valore di una favola della buona notte: divertente, forse anche istruttiva, ma non scientifica”. — Tempo profondo. Antenati, fossili, pietre, di Henry Gee, p. 115

Che dire degli evoluzionisti odierni? È possibile che continuino a disporre i fossili in una determinata sequenza, non perché questa sia suffragata dalla maggioranza delle evidenze fossili e genetiche, ma perché concorda con idee evoluzionistiche accettate?e

Cosa ne pensate? Quale conclusione è più ragionevole alla luce delle prove? Considerate i fatti esaminati finora.

  • La prima forma di vita sulla terra non era “semplice”.

  • Le probabilità che anche solo i componenti di una cellula siano venuti all’esistenza da soli sono incommensurabilmente basse.

  • Il DNA, cioè il “software” o codice che gestisce la cellula, è incredibilmente complesso e dà prova di un ingegno che sorpassa di gran lunga qualsiasi software o sistema di memorizzazione prodotto dall’uomo.

  • Le ricerche in campo genetico indicano che la vita non ha avuto origine da un unico antenato comune. Inoltre, nella documentazione fossile le principali categorie di animali compaiono all’improvviso.

Alla luce di questi fatti, non pensate sia ragionevole concludere che le prove sono in armonia con la spiegazione biblica dell’origine della vita? Molti, però, asseriscono che la scienza contraddica buona parte di quanto la Bibbia dice sulla creazione. È così? Cosa dice veramente la Bibbia?

a Il termine “phylum” si riferisce a un’ampia categoria di animali la cui anatomia presenta uno stesso piano di organizzazione. Un sistema per classificare i viventi utilizza sette categorie con specificità crescente. La prima categoria, la più ampia, è il regno, che si suddivide in phylum, classi, ordini, famiglie, generi e specie. Per esempio, il cavallo è classificato come segue: regno Animali; phylum Cordati; classe Mammiferi; ordine Perissodattili; famiglia Equidi; genere Equus; specie caballus.

b Va detto che né l’articolo di New Scientist, né Eric Bapteste né Michael Rose intendono suggerire che la teoria dell’evoluzione sia sbagliata. Il loro scopo è piuttosto spiegare che l’albero della vita ipotizzato da Darwin, un caposaldo della sua teoria, non è suffragato dall’evidenza. Questi scienziati sono ancora alla ricerca di qualche spiegazione di tipo evoluzionistico.

c Henry Gee non sostiene che la teoria dell’evoluzione sia errata. I suoi commenti vogliono dimostrare che ci sono dei limiti in ciò che possiamo imparare dalla documentazione fossile.

d Malcolm Gordon sostiene la teoria dell’evoluzione.

e Vedi, per esempio, il riquadro “Che dire dell’evoluzione dell’uomo?”

DATI DI FATTO E DOMANDE

  • Dato di fatto: Due concetti fondamentali dell’evoluzione, ovvero che le forme di vita abbiano un’origine comune e che nuove caratteristiche anatomiche compaiano in seguito al lento accumularsi di piccoli cambiamenti, sono messi in discussione da ricercatori che non sostengono il resoconto biblico della creazione.

    Domanda: Dal momento che questi due pilastri della teoria darwiniana sono oggetto di controversia, si può onestamente considerare questa versione dell’evoluzione un fatto scientifico?

  • Dato di fatto: In tutti gli organismi viventi il DNA, il “software” o codice che controlla in larga misura forma e funzioni cellulari, è strutturato in maniera simile.

    Domanda: È possibile che queste somiglianze esistano non perché tutti gli organismi abbiano un antenato comune ma perché hanno lo stesso Progettista?

Che dire dell’evoluzione dell’uomo?

Un teschio

Facendo una ricerca sull’argomento dell’evoluzione dell’uomo, in molti testi ed enciclopedie noterete una serie di disegni in cui da una creatura scimmiesca ricurva si passa a creature dalla posizione progressivamente più eretta e dal cranio sempre più grande, fino ad arrivare all’uomo moderno. Queste rappresentazioni, oltre alle notizie sensazionalistiche sulla scoperta di cosiddetti anelli mancanti, danno l’impressione che ci siano abbondanti prove a sostegno della tesi secondo cui l’uomo si sarebbe evoluto da creature scimmiesche. Tali asserzioni si basano su prove concrete? Considerate il punto di vista di ricercatori evoluzionisti sui seguenti argomenti.f

COSA DIMOSTRA VERAMENTE LA DOCUMENTAZIONE FOSSILE?

Dato di fatto: All’inizio del XX secolo, i fossili usati per sostenere la teoria secondo cui uomo e scimmia si sarebbero evoluti da un antenato comune potevano stare tutti su un tavolo da biliardo. Nel corso del tempo il loro numero è aumentato, e adesso si ritiene che potrebbero riempire un vagone merci.38 Tuttavia, la stragrande maggioranza di questi fossili consiste in nient’altro che singole ossa o denti. I crani completi, per non parlare degli scheletri completi, sono rari.39

Domanda: L’aumento dei fossili attribuiti all’“albero genealogico” umano ha messo d’accordo gli evoluzionisti su quando e come l’uomo si sarebbe evoluto da creature scimmiesche?

Risposta: No, tutt’altro. Parlando del criterio con cui questi fossili dovrebbero essere classificati, Robin Derricourt dell’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia, nel 2009 ha scritto: “Forse l’unica cosa su cui siamo d’accordo è che non siamo d’accordo”.40 Nel 2007 il periodico scientifico Nature ha pubblicato un articolo redatto dagli scopritori di un altro dei presunti anelli mancanti nell’albero evolutivo. Stando all’articolo non si sa nulla su quando e come la linea evolutiva umana si sia distinta da quella delle scimmie.41 Gyula Gyenis, ricercatore presso il Dipartimento di Antropologia Biologica dell’Università Eötvös Loránd, in Ungheria, ha scritto nel 2002: “La classificazione e la collocazione evolutiva dei fossili di ominidi sono oggetto di costante dibattito”.g Questo scienziato sostiene inoltre che la documentazione fossile raccolta finora non ci permette affatto di stabilire con precisione quando, dove o come l’uomo si sia evoluto da creature scimmiesche.42

SONO DAVVERO “ANELLI MANCANTI”?

Dato di fatto: Spesso i mass media danno grande rilievo alle notizie secondo cui sarebbe stato scoperto un altro “anello mancante”. Per esempio, nel 2009 la scoperta di un fossile, che è stato soprannominato Ida, è stata accompagnata da quella che un giornale ha definito “una pubblicità degna di una rockstar”.43 Ad esempio, il quotidiano britannico The Guardian titolava: “Ida: lo straordinario reperto è un ‘anello mancante’ nell’evoluzione dell’uomo”.44 Ma solo pochi giorni dopo il periodico scientifico britannico New Scientist affermava: “Ida non è un ‘anello mancante’ nell’evoluzione dell’uomo”.45

Domanda: Come mai ogni scoperta di un fossile considerato un nuovo “anello mancante” riceve vasta risonanza mediatica mentre la sua eliminazione dall’“albero genealogico” passa quasi sotto silenzio?

Un fossile

Risposta: Robin Derricourt, menzionato in precedenza, dice in merito a chi fa queste scoperte: “Il responsabile di un’équipe di ricercatori potrebbe ingigantire l’eccezionalità di una ‘scoperta’ per attirare finanziamenti anche da fonti diverse da quelle accademiche, e questo viene senz’altro incoraggiato dai media a caccia di scoop”.46

CHE DIRE DI COME VENGONO RAFFIGURATI GLI UOMINI-SCIMMIA?

Dato di fatto: Nei libri di testo e nei musei i cosiddetti antenati dell’uomo sono spesso rappresentati con colore della pelle, villosità e lineamenti caratteristici. In genere queste riproduzioni presentano gli “antenati” più remoti con tratti scimmieschi e quelli ritenuti più vicini all’uomo con colore della pelle, villosità e lineamenti più umani.

Domanda: Gli scienziati possono ricostruire in modo attendibile questi tratti basandosi sui fossili rinvenuti?

Risposta: No. Nel 2003 Carl Stephan, esperto di medicina legale presso il Dipartimento di Scienze Anatomiche dell’Università di Adelaide, in Australia, ha scritto: “I volti dei primi antenati umani non possono essere oggettivamente ricostruiti o verificati”. E ha aggiunto che i tentativi di farlo partendo dalle moderne scimmie antropomorfe “con tutta probabilità sono fortemente condizionati da idee preconcette, grossolanamente inaccurati e inattendibili”. La sua conclusione? “È verosimile che qualsiasi ‘ricostruzione’ del volto dei primi ominidi sia fuorviante”.47

L’INTELLIGENZA DIPENDE DALLE DIMENSIONI DEL CERVELLO?

Dato di fatto: Le dimensioni del cervello sono uno dei principali criteri in base ai quali gli evoluzionisti determinano il grado di parentela tra un presunto antenato dell’uomo e l’uomo stesso.

Domanda: Le dimensioni del cervello sono un indicatore affidabile dell’intelligenza?

Teschi umani e teschi di scimmia

Risposta: No. Un’équipe di ricercatori che si è basata sulle dimensioni del cervello di varie creature estinte per congetturare quali fossero più strettamente imparentate con l’uomo ha ammesso di “avere spesso la sensazione di muoversi su un terreno insidioso”.48 Perché? Considerate l’affermazione riportata nel 2008 sul periodico Scientific American Mind: “Gli scienziati non sono riusciti a trovare una correlazione tra le dimensioni assolute o relative del cervello e l’intelligenza, né negli esseri umani né in altre specie animali. Non hanno neppure potuto stabilire un parallelo tra l’intelligenza e le dimensioni o l’esistenza di specifiche regioni del cervello, a eccezione forse dell’area di Broca, che nell’uomo presiede al linguaggio”.49

Cosa ne pensate? Perché gli scienziati dispongono i fossili nella sequenza che dalla scimmia porta all’uomo in base alle dimensioni del cervello, quando è risaputo che queste non sono un indicatore affidabile dell’intelligenza? Stanno forzando le prove per adattarle alla loro teoria? E perché i ricercatori discutono costantemente su quali fossili includere nell’“albero genealogico” dell’uomo? Non è possibile che quei fossili siano semplicemente quello che sembrano, cioè forme estinte di scimmie?

Ma che dire dei resti fossili del cosiddetto uomo di Neanderthal, spesso presentato come prova del fatto che è esistito un tipo di uomo-scimmia? I ricercatori stanno cambiando opinione al riguardo. Nel 2009 Milford Wolpoff ha scritto sull’American Journal of Physical Anthropology che “l’uomo di Neanderthal potrebbe essere stato una razza umana vera e propria”.50

Un osservatore onesto non ha difficoltà a riconoscere che ego, soldi e bisogno di attenzione mediatica influiscono sul modo in cui vengono presentate le “prove” dell’evoluzione dell’uomo. Siete disposti a fidarvi di tali prove?

f Nota: Nessuno dei ricercatori che citeremo crede nell’insegnamento biblico della creazione. Sono tutti evoluzionisti.

g Il termine “ominidi” si riferisce alle specie che, secondo gli evoluzionisti, appartengono alla famiglia umana e alle specie umanoidi preistoriche.

COSA C’È CHE NON VA IN QUESTA FIGURA?

Sequenza che porta dalla scimmia all’uomo secondo la teoria dell’evoluzione
  • Figure come questa si basano su preconcetti e supposizioni di ricercatori e artisti, non su fatti concreti.51

  • Denti fossilizzati

    La maggior parte di queste raffigurazioni si basa su crani incompleti e singoli denti. I crani completi, per non parlare degli scheletri completi, sono rari.

  • I ricercatori non si trovano d’accordo sui criteri con cui classificare i fossili di queste creature.

  • Ricostruzione artistica dei lineamenti, del colore della pelle e dei capelli di una creatura estinta

    Gli artisti non possono ricostruire in modo affidabile i lineamenti, il colore della pelle e la villosità di queste creature estinte.

  • Ogni creatura è disposta nella sequenza che porta all’uomo moderno in una posizione che dipende in gran parte dalle dimensioni della scatola cranica. Questo malgrado sia dimostrato che le dimensioni del cervello non sono un indicatore affidabile dell’intelligenza.

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