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Molte nazioni vanno nella città del favore divinoParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XV
Molte nazioni vanno nella città del favore divino
1. Per quelli che avrebbero digiunato, quale fu la buona notizia detta da Geova per mezzo di Zaccaria?
ECCO la buona notizia, per quelli che avrebbero digiunato quasi venticinque secoli fa e per quelli di oggi: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Il digiuno del quarto mese, e il digiuno del quinto mese, e il digiuno del settimo mese, e il digiuno del decimo mese diverranno per la casa di Giuda esultanza e allegrezza e buoni periodi festivi’”. — Zaccaria 8:19.
2. Tale cambiamento di attitudine richiese quale altro mutamento precedente, come nel caso di Davide secondo Salmo 30:1, 11?
2 Tale cambiamento significò davvero un mutamento di attitudine mentale per i membri della restaurata “casa di Giuda” in quel remoto sesto secolo a.E.V. e per noi d’oggi! Come precedente di tale radicale mutamento di punto di vista e condotta, ci dovette essere un grande cambiamento nell’insieme delle circostanze relative. Inoltre, poiché era stata predetta e così decretata dal loro Dio, dovette esserci verso di loro una misericordiosa espressione di favore divino. Era proprio come il re Davide, che catturò il monte Sion e Gerusalemme, dichiarò nel suo proprio caso: “Io ti esalterò, o Geova, poiché mi hai tratto in alto e non hai fatto rallegrare su di me i miei nemici. Hai cambiato il mio cordoglio in danza per me; hai sciolto il mio sacco, e mi tieni cinto d’allegrezza”. — Salmo 30:1, 11.
3. Questo cambiamento nell’insieme delle circostanze sarebbe avvenuto a causa di quale sentimento da parte di Geova verso i suoi adoratori e verso i loro nemici?
3 In che modo questo dovesse avverarsi fu detto al profeta Zaccaria, subito dopo che era sorta la questione del digiuno da parte dei ristabiliti Giudei. Su ciò leggiamo la prima di una serie di dichiarazioni di Geova nel racconto di Zaccaria: “E la parola di Geova degli eserciti continuò ad essere rivolta, dicendo: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “Per certo sarò geloso di Sion con grande gelosia, e con gran furore sarò geloso di lei”’”. (Zaccaria 8:1, 2) A questo riguardo i sentimenti di Geova sarebbero come quelli di un uomo la cui moglie sia stata maltrattata, oltraggiata dai suoi nemici. Poiché egli non aveva rigettato il monte Sion (o, Gerusalemme) abbandonandola completamente, sarebbe stato assai zelante, premurosamente attivo per recuperarla dallo stato di disonore in cui era stata portata dinanzi agli occhi del mondo. Egli sarebbe stato molto vigile per salvaguardarne gli interessi e per dimostrare ch’era stata ristabilita nel proprio favore. Mentre questo significava per lei il favore divino, significava furore contro quelli che l’avevan disonorata e contro quelli che cercavano d’impedirne il completo recupero, specialmente come adoratrice di Geova. In ciò il suo zelo sarebbe stato pari in grado al suo furore contro i propri nemici.
4. In quel tempo era Geova pienamente tornato a Gerusalemme, e quando tale pieno ritorno Gli fu possibile?
4 Per settant’anni, mentre i deportati Giudei erano esiliati a Babilonia, la città di Gerusalemme e il paese di Giuda erano stati desolati, senza uomo o animale domestico. Nel 537 a.E.V. Geova degli eserciti diede prova d’esser fedele alla sua parola e ricondusse in patria il pentito rimanente. Ma in un certo senso Geova non era tornato pienamente al monte Sion o a Gerusalemme. Li aveva ricondotti a edificare un secondo tempio per la propria adorazione a Gerusalemme. Per sedici anni avevan permesso ai nemici d’impedire l’edificazione di quella santa casa di adorazione, e ora, quando Geova parlò qui mediante il suo profeta Zaccaria, il tempio non era stato ancora completato o inaugurato per il servizio divino. Così, finché quel tempio non fosse stato portato a termine, finché la pietra della sua testata non fosse stata messa a posto e non fosse stato inaugurato dai suoi sacerdoti, sì, fino ad allora Geova non sarebbe tornato pienamente nella città santa. Dapprima vi avrebbe quindi preso residenza quando avrebbe preso residenza nel Santissimo del tempio finito, mediante il Suo spirito.
5. Secondo la dichiarazione di Geova, Gerusalemme quale città come doveva ancora esser chiamata, e come doveva esser chiamato anche il monte di Geova?
5 Ora viene dunque la seconda promessa divina presentata mediante la dichiarazione “Geova [degli eserciti] ha detto questo”, quale presentazione formale: “Geova ha detto questo: ‘Per certo tornerò a Sion e risiederò in mezzo a Gerusalemme; e Gerusalemme sarà per certo chiamata la città di verità, e il monte di Geova degli eserciti, il monte santo’”. — Zaccaria 8:3.
6. Perché l’elevazione montuosa di Gerusalemme doveva esser chiamata “il monte santo”, ed essa stessa doveva essere chiamata “la città di verità”?
6 Il tempio completato avrebbe santificato la montagnosa altura di Gerusalemme e questa elevazione sarebbe stata di conseguenza chiamata “il monte santo”. Siccome Gerusalemme come capitale della provincia di Giuda si sarebbe mostrata così fedele al proprio impegno verso l’adorazione di Geova e avrebbe messo gli interessi della sua pura adorazione al primo posto e al di sopra di ogni altra cosa, Gerusalemme sarebbe stata correttamente chiamata “la città di verità”. In lei sarebbe stata praticata la vera adorazione. Le verità della pura e incontaminata adorazione del vero Dio sarebbero state proferite in lei. La sua località montana sarebbe stata chiamata “il monte di Geova”. Quanto significa oggi per noi questa promessa di Dio!
7. Secondo la terza promessa di Geova, che cosa doveva indicare la durata della vita del popolo di Gerusalemme, e che cosa doveva contrassegnarne le pubbliche piazze?
7 Ma questo non fu tutto, poiché ora viene la terza promessa di favore divino: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Lì sederanno ancora vecchi e vecchie nelle pubbliche piazze di Gerusalemme, ciascuno anche col suo bastone in mano a causa dell’abbondanza dei suoi giorni. E le stesse pubbliche piazze della città si empiranno di ragazzi e ragazze che giocheranno nelle sue pubbliche piazze’”. — Zaccaria 8:4, 5.
8. Quel quadro profetico si avvicina all’adempimento di quale profezia del capitolo sessantacinque di Isaia?
8 Quale piacevole quadro è questo di buona salute fisica e pace e sicurezza e d’una buona crescita della popolazione, non deturpato dalla dolorosa morte prematura di bambini! S’avvicina all’adempimento della profezia di Isaia che fu pronunciata più di centoventicinque anni prima della desolazione di Gerusalemme e del paese di Giuda per settant’anni senza uomo né animale domestico:
“Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; e le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore. Ma esultate e gioite per sempre di ciò che io creo. Poiché, ecco, io creo Gerusalemme causa di gioia e il suo popolo causa d’esultanza. E per certo gioirò di Gerusalemme ed esulterò del mio popolo e non s’udrà più in essa suono di pianto né suono di grido di lamento.
“Non ci sarà più da quel luogo lattante di pochi giorni, né vecchio che non compia i suoi giorni; poiché uno morirà come semplice ragazzo, benché a cent’anni d’età; e in quanto al peccatore, benché a cent’anni d’età il male sarà invocato su di lui. E per certo edificheranno case e le occuperanno; e per certo pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non edificheranno e qualche altro occuperà; non pianteranno e qualche altro mangerà. Poiché come i giorni dell’albero saranno i giorni del mio popolo; e i miei eletti useranno appieno l’opera delle loro proprie mani. Non faticheranno per nulla, né genereranno per il turbamento; perché sono la progenie composta degli scelti di Geova, e con essi i loro discendenti”. — Isaia 65:17-23.
9. Sulla terra come la condizione spirituale degli adoratori di Geova può paragonarsi alle nazioni mondane in quanto all’odierna pace e sicurezza?
9 In questi giorni, da che il fedele rimanente dell’Israele spirituale è stato restaurato nel paese spirituale che Dio gli ha dato nell’anno 1919 E.V., che cosa riscontriamo? Le nazioni politiche della terra fanno mostra di cercar di mantenere la pace e la sicurezza del mondo per mezzo delle Nazioni Unite alle quali appartengono ora 132 nazioni membri, ma c’è poca sicurezza in qualsiasi luogo sulla terra. Inoltre, la pace di tutto il genere umano è minacciata di continuo con la guerra nucleare delle superpotenze delle nazioni, democratiche e comuniste. Comunque, entro la proprietà spirituale degli adoratori di Geova si troveranno benedette pace e sicurezza. Nonostante che al rimanente spirituale si sia unita, in particolar modo dal 1935 E.V., una “grande folla” di dedicati e battezzati discepoli di Cristo provenienti da “ogni nazione e tribù e popolo e lingua”, tuttavia non c’è fra loro nessuna rivalità o tensione o conflitto internazionale. Invece, fra loro prevale l’amore fraterno, frutto dello spirito di Dio.
10. In che modo in Zaccaria 8:4, 5 possiamo vedere un adempimento della promessa di Geova in senso fisico e in senso spirituale?
10 Dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918 a ora son passati più di cinquant’anni, eppure parecchi dell’originale rimanente che sopravvissero alle afflizioni di quel periodo di prove hanno continuato a vivere, sì, anche oltre la seconda guerra mondiale. Ora in senso fisico sono divenuti letteralmente vecchi, sì, e alcuni usano perfino il bastone quando camminano, a causa dell’‘abbondanza dei loro giorni’. E molti di questi hanno allevato figli, educandoli nell’adorazione del solo vivente e vero Dio. Ma, quando cerchiamo un adempimento spirituale di questa avvincente profezia, possiamo vedere in che modo i ‘vecchi e le vecchie che sedevano nelle pubbliche piazze di Gerusalemme’ raffigurano i membri del rimanente dell’Israele spirituale che subirono le persecuzioni e la disciplina della prima guerra mondiale. I “ragazzi e ragazze che giocheranno nelle sue pubbliche piazze” raffigurano quei componenti di quel rimanente che Geova degli eserciti aggiunse al rimanente spirituale dall’anno del dopoguerra del 1919 e in seguito. Insieme sia vecchi che giovani crescono spiritualmente in fede, speranza e amore mentre insieme godono la pace e la sicurezza della loro condizione spirituale.
11. In quel tempo, che cosa si richiese perché tale profezia fosse adempiuta, e che cosa disse dunque la quarta dichiarazione di Geova?
11 In principio ci volle enorme fede per credere che tali cose sarebbero avvenute e conformemente ci volle fede per attenersi all’organizzazione appena restaurata degli adoratori di Geova. Dio mostrò di capire come si sentiva il suo popolo al riguardo, quando fece la sua quarta dichiarazione di promessa, dicendo al suo rimpatriato rimanente: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Benché dovesse sembrare troppo difficile agli occhi dei rimanenti di questo popolo in quei giorni, dovrebbe esso sembrare troppo difficile anche agli occhi miei?’ è l’espressione di Geova degli eserciti”. — Zaccaria 8:6.
12. Come Geova aiutò il sopravvissuto rimanente in quanto all’organizzazione e al discernimento delle contese, e secondo le realtà di oggi fu l’adempimento della promessa troppo difficile a Geova?
12 Nel 1919 E.V. all’inizio dell’opera di ristabilire ed espandere la pura e incontaminata adorazione di Geova degli eserciti, fu invero difficile al restaurato rimanente discernere e apprezzare tutte le cose meravigliose che Geova s’era proposto di compiere verso di loro e per mezzo di loro in questo “termine del sistema di cose”, in questo “tempo della fine”. Ma con pazienza, un po’ alla volta corresse il loro intendimento delle profezie e la loro attitudine verso l’organizzazione teocratica. Li indirizzò e li protesse nell’opera cristiana da compiere in questo tempo di grave decisione. Li aiutò a discernere le contese che si presentavano al cristiano adoratore di Geova in mezzo alla lotta internazionale per il dominio del mondo. Per di più, li aiutò ad assumere in tali contese la determinazione biblica in modo da restare nel Suo favore. Mezzo secolo fa, ciò che ora vediamo compiere nella Sua organizzazione teocratica e per mezzo d’essa, sembrava troppo difficile da realizzare agli occhi del piccolo rimanente dell’Israele spirituale. Ma risultò troppo difficile a Geova degli eserciti? Le realtà di oggi dicono di No!
13. In contrasto con la perdita di membri di Babilonia la Grande, che cosa disse Geova nella sua quinta promessa?
13 Mentre oggi esaminiamo i fatti secondo i quali i molteplici sistemi religiosi di Babilonia la Grande perdono membri che sono attratti da questo mondo moderno, notiamo che Dio ha irresistibilmente adempiuto la sua quinta espressione di promessa: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ecco, io salvo il mio popolo dal paese del levante e dal paese del tramonto del sole. E per certo li condurrò, e devono risiedere in mezzo a Gerusalemme; e devono divenire il mio popolo, e io stesso diverrò il loro Dio in verità e giustizia’”. — Zaccaria 8:7, 8.
14. Secondo la promessa, dove Geova ha radunato quelli del rimanente spirituale, e in che cosa?
14 Ubbidendo ai comandi divini trasmessi per mezzo di Gesù Cristo, il ristabilito rimanente degli Israeliti spirituali ha proclamato la buona notizia del messianico regno di Dio in tutta la terra abitata e in testimonianza a tutte le nazioni. Han cercato di fare discepoli di Cristo delle persone di tutte le nazioni, battezzandole in acqua secondo l’esempio di Cristo medesimo e insegnando a questi discepoli ciò che Cristo comandò come colui al quale Geova Dio aveva dato ogni necessaria potenza in cielo e sulla terra. (Matteo 24:14; 28:18-20) Dall’Estremo Oriente e dall’Estremo Occidente gli ultimi membri della “nazione santa” dell’Israele spirituale sono stati radunati, sotto la guida angelica. Ma non per la Gerusalemme terrestre che si erge come la capitale della Repubblica d’Israele. Per quale luogo, dunque? Per il paese spirituale che Dio ha dato all’“Israele di Dio” sulla terra, e in una unità di organizzazione teocratica e in una unità di attività e pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale. — Galati 6:15, 16.
PROSPERITÀ SPIRITUALE NOTATA DALLE NAZIONI
15, 16. (a) Per provare che essi son divenuti il suo popolo ed Egli il loro Dio, che cosa fa? (b) Secondo la sesta dichiarazione di Geova, qual era stata la condizione economica e lo stato sociale del restaurato rimanente?
15 Il vero Dio prova chi sono esattamente quelli che formano il suo accettato popolo dal modo in cui mostra loro favore, adempiendo le proprie promesse profetiche. Prova che Egli, il Dio della Bibbia, è divenuto il loro Dio mostrandosi fedele verso le sue profezie e verso il suo patto con loro e facendo ciò che è giusto per amor loro. Sì, li considera come giusti alla Sua propria vista, perdonandoli per mezzo del sacrificio di riscatto del Suo Sommo Sacerdote, Gesù il Messia. In armonia con ciò, Egli mostra favore al suo ristabilito rimanente con la prosperità spirituale in tale grado che i popoli delle nazioni la notano parlandone come di un eccellente esempio di benedizione. Così nella sesta dichiarazione di promessa di Dio, egli parla di un mutamento d’azione da parte sua:
16 “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Siano forti le vostre mani, voi che in questi giorni udite queste parole dalla bocca dei profeti, nel giorno in cui si gettano le fondamenta della casa di Geova degli eserciti, perché il tempio sia edificato. Poiché prima di quei giorni non si fecero esistere salari per il genere umano; e in quanto ai salari degli animali domestici, non c’era una tal cosa; e per chi usciva e per chi entrava non c’era pace a causa dell’avversario, giacché spingevo tutto il genere umano l’uno contro l’altro’.
17. Quale cambiamento di condizione avrebbe ora avuto luogo, e come le nazioni avrebbero dunque cambiato il loro discorso riguardo al restaurato rimanente?
17 “‘E ora non sarò come nei giorni precedenti per i rimanenti di questo popolo’, è l’espressione di Geova degli eserciti. ‘Poiché ci sarà il seme della pace; la vite stessa darà il suo frutto, e la stessa terra darà il suo prodotto, e i cieli stessi daranno la loro rugiada; e per certo farò ereditare ai rimanenti di questo popolo tutte queste cose. E deve accadere che proprio come diveniste una maledizione fra le nazioni, o casa di Giuda e casa di Israele, così io vi salverò, e dovete divenire una benedizione. Non abbiate timore. Le vostre mani siano forti’”. — Zaccaria 8:9-13.
18. Perché sarebbe stato incoerente che Geova benedicesse il restaurato rimanente mentre non finiva il lavoro del tempio per timore degli uomini?
18 Queste parole divine ci rammentano che il tempio di Gerusalemme non era ancora finito in Gerusalemme. Circa due anni prima di ciò, il lavoro alle fondamenta del tempio era stato ripreso dal rimanente di tutte le tribù d’Israele, della ‘casa di Giuda e della casa di Israele’. Tale lavoro era stato intrapreso di nuovo con lo stimolo e l’incoraggiamento dei profeti Aggeo e Zaccaria. (Aggeo 2:10-19; Zaccaria 1:1-7; Esdra da 4:23 a 5:2) Fino a quel tempo l’opera del tempio era stata interrotta per circa sedici anni. Se in tutti quegli anni di trascuratezza verso il suo tempio Geova li avesse benedetti e li avesse fatti prosperare materialmente, sarebbe parso che non gli importava se la sua casa di adorazione veniva completata e usata o no. Egli aveva profetizzato che quel secondo tempio sarebbe stato costruito in Gerusalemme. Aveva liberato da Babilonia il rimanente degli esiliati Giudei affinché tornassero nella loro patria esattamente per riedificare il Suo tempio. (Isaia da 44:26 a 45:6) Come avrebbe potuto benedirli se temevano gli uomini e avevano smesso di edificare la Sua casa di adorazione e seguivano il materialismo?
19. Perché non c’era pace né dal di fuori né dal di dentro, e che doveva fare il rimanente a favore di un cambiamento?
19 In quegli anni nei quali gli esiliati ristabiliti trascuravano il compito che Dio aveva loro affidato e non cercavano di magnificare Geova degli eserciti completando il tempio per il Suo nome, in Gerusalemme e nella provincia di Giuda le condizioni furono cattive non solo in senso spirituale, ma anche in senso materiale ed economico. C’era la disoccupazione per gli uomini e per gli animali domestici. Le condizioni atmosferiche danneggiavano la crescita delle loro messi e ne riducevano i raccolti. Le ostili nazioni vicine interferivano nelle loro attività in maniera religiosa e in altri modi. Fra loro come conservi israeliti non c’era pace perché ciascuno perseguiva le sue proprie mire egoistiche e materialistiche. È evidente che l’indignazione di Dio fu contro di loro. Essi dovevano tornare pentiti a Lui affinché egli tornasse a loro con favore.
20. Con quale comando Geova iniziò e finì la sua sesta dichiarazione di promessa, e perché?
20 Misericordiosamente Dio richiamò la loro attenzione sulle loro mancanze, mediante i suoi profeti Aggeo e Zaccaria. Avuta l’assicurazione che Geova degli eserciti era con loro benché tutto l’Impero Persiano fosse contro di loro, si fecero coraggio e, sfidando ogni probabile interferenza umana, ripresero il lavoro che Dio aveva loro affidato delle fondamenta del tempio, con la determinazione di andare avanti sino alla fine del lavoro. “Da questo giorno concederò la benedizione”, disse Geova degli eserciti per mezzo del suo profeta Aggeo (2:19). Questo avveniva nel secondo anno di regno del re Dario I di Persia. Ora, quando Geova fece per mezzo di Zaccaria le sue dieci dichiarazioni di promessa, era il quarto anno del re Dario. Le benedizioni divine sulla nazione degli edificatori del tempio erano ora cominciate. Ma c’era ancora molto lavoro da fare per finire quella casa di adorazione malgrado il dispiacere di quelli che odiavano Geova. Gli edificatori del tempio dovevano continuare a lavorare. Appropriatamente egli iniziò e finì la sua sesta dichiarazione di promessa con il comando che le loro operose mani fossero forti. “Non abbiate timore”, disse. Non temete gli uomini, ma Dio.
21. Quando le nazioni circostanti invocavano una maledizione o una benedizione su altri, chi usavano come illustrazione, e perché?
21 Al completamento del tempio il favore e la benedizione divini sarebbero stati pienamente su di loro. Nei molti anni della loro indifferenza verso l’edificazione del tempio, la loro condizione era divenuta così cattiva riguardo alla pace, alla sicurezza e al benessere materiale che le nazioni circostanti avevan ritenuto che il paese di Giuda e i suoi esiliati ristabiliti fossero sotto una maledizione. E quando maledicevano altri, quelle nazioni invocavano dunque su tali persone il male con una maledizione come quella che era su quegli Israeliti nel paese di Giuda. Ma questo non sarebbe più accaduto quando il tempio di Geova sarebbe stato finito. Allora le stupìte nazioni avrebbero osservato che l’Israele restaurato era pervenuto a una condizione benedetta sotto il favore del loro Dio. Conformemente, quando avrebbero invocato su altri la benedizione, quelle nazioni avrebbero usato come esempio la condizione benedetta d’Israele.
22. Come in questo ventesimo secolo è stato simile, e, dopo cinque decenni di lavoro, come si trovano in senso spirituale i testimoni di Geova in paragone con la cristianità?
22 Così avviene anche in questo ventesimo secolo E.V., in questo “termine del sistema di cose”. Finché il ristabilito rimanente dell’Israele spirituale non si mise davvero allo strenuo lavoro di restaurare ed estendere, prima di tutto nella loro propria vita, la pura e incontaminata adorazione nel tempio spirituale di Geova, ci furono difficoltà dal di fuori e dal di dentro. Gli oppositori della cristianità li maledissero, li ostacolarono, cercarono febbrilmente di sopprimerli o di soffocarne l’opera del tempio. Ma dopo cinque decenni di indivisa attenzione all’adorazione di Geova e agli interessi del suo regno messianico, come si trova l’unto rimanente dei cristiani testimoni di Geova in paragone con la cristianità? Chi prospera in senso spirituale cristiano? Chi ha la benedizione divina per essersi strettamente attenuto alla Sacra Bibbia e per aver compiuto l’opera di Dio com’è in essa indicata? Anche gli ecclesiastici della cristianità esprimono il desiderio che gli appartenenti alle loro chiese abbiano lo zelo, la fede, il coraggio e la conoscenza della Bibbia che i cristiani testimoni di Geova hanno e che prosperino religiosamente come prosperano tali testimoni.
DIO CAMBIA INTENZIONE VERSO IL SUO POPOLO
23. A causa di quale cambiamento d’intenzione da parte di Dio, il rimanente non aveva ora bisogno di temere?
23 Ulteriore rafforzante incoraggiamento viene all’ubbidiente rimanente di Dio mentre Egli fa la sua settima dichiarazione di promessa, dicendo: “Poiché Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Proprio come ebbi intenzione di farvi ciò che era calamitoso perché i vostri antenati mi fecero indignare’, ha detto Geova degli eserciti, ‘e non provai rammarico, così in questi giorni per certo penserò di fare nuovamente il bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda. Non abbiate timore’”. — Zaccaria 8:14, 15.
24. Perché l’intenzione di Geova di recare la calamità sui loro antenati non era stato un caso d’irritazione da parte Sua?
24 Geova qui ammette che aveva avuto intenzione di fare ciò che era stato calamitoso per la nazione d’Israele perché gli antenati del fedele rimanente l’avevano fatto indignare. Ma questo non significò nessuna sorta d’irritata e adirata vessazione da parte Sua. La calamità che aveva avuto intenzione di portare o di lasciar venire sulla nazione era in stretta armonia con l’insieme degli avvertimenti dichiarati con calma contro le maledizioni che avrebbero subìto per aver violato la loro parte del patto nazionale che avevano fatto con Lui. Con ogni giustizia egli li aveva avvertiti molto tempo prima per mezzo del profeta Mosè:
“Geova leverà contro di te una nazione lontana, dall’estremità della terra, proprio come piomba l’aquila, nazione la cui lingua non comprenderai, una nazione d’aspetto fiero, che non sarà parziale verso il vecchio né mostrerà favore al giovane.
“E deve accadere che proprio come Geova esultò su di voi per farvi del bene e per moltiplicarvi, così Geova esulterà su di voi per distruggervi e annientarvi; e voi sarete semplicemente strappati via dal suolo al quale vai per prenderne possesso.
“E Geova per certo ti disperderà fra tutti i popoli da un’estremità della terra all’altra estremità della terra, e lì dovrai servire altri dèi che non hai conosciuti”. — Deuteronomio 28:49, 50, 63, 64; si veda anche Levitico 26:27-43.
25. (a) Perché non fu un’ingiustizia quando Geova lasciò adempiere quelle maledizioni? (b) Quale divino cambiamento d’intenzione vi fu ora, e perché?
25 Perciò era solo una giusta applicazione da parte Sua del patto nazionale con Geova, quando lasciò che gli Israeliti violatori della legge fossero “strappati via dal suolo” per mano degli Assiri e dei Babilonesi e quindi lasciò che il paese di Giuda rimanesse completamente desolato per settant’anni. Ma ora, dopo aver disciplinato la nazione secondo i termini del Suo patto con loro, egli ebbe intenzione di far loro con misericordia le cose opposte. Cominciò a ricondurre il pentito rimanente fedele a Gerusalemme e al paese di Giuda. Che si trattenessero per timore dall’edificare il tempio non poteva avere e non ebbe la sua benedizione. Ma ora, “in questi giorni”, nei giorni in cui ripresero con fiducia il lavoro del tempio e coraggiosamente lo promossero, Geova espresse la comprensibile intenzione di ‘fare il bene a Gerusalemme e alla casa di Giuda’. Se Geova degli eserciti era dunque per loro e con loro perché Lo adoravano con tutto il cuore, non dovevano aver timore degli uomini.
26. In questo ventesimo secolo, come si è visto che questa settima dichiarazione di promessa si applica ugualmente al rimanente spirituale?
26 Nei tempi moderni Geova è stato fedele a questa promessa che si applica ugualmente al fedele rimanente dell’Israele spirituale. Per le mancanze commesse, essi furono dispersi dal paese spirituale che Dio aveva dato loro durante la prima guerra mondiale. Ma oggi possono guardare i molti anni trascorsi dalla loro restaurazione nel 1919 E.V. e possono vedere come l’Iddio di cui portano il nome li ha trattati meravigliosamente bene per l’opera che hanno compiuto restaurando la sua pura adorazione.
27. Che cosa Geova ebbe ora intenzione di far compiere al restaurato rimanente, e in armonia con quali due comandamenti?
27 Comunque, quelli che sono stati misericordiosamente ristabiliti nel favore divino hanno cose essenziali da fare. Ciò che Geova dice loro di compiere è conforme ai due massimi comandamenti della Legge, cioè di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza e di amare il prossimo come se stessi. Leggiamo: “‘Queste sono le cose che dovreste fare: Parlate veracemente l’uno all’altro. Con verità e giudizio di pace fate giudizio alle vostre porte. E non tramate nei vostri cuori la calamità l’uno verso l’altro, e non amate alcun giuramento falso; poiché queste sono tutte le cose che ho odiate’, è l’espressione di Geova”. — Zaccaria 8:16, 17.
28. Quindi, come verità e giustizia dovevano esser sostenute alle loro “porte” o nelle loro corti, e qual era l’obiettivo di giudicare con il “giudizio di pace”?
28 Le cose che Geova degli eserciti odia non le deve fare il restaurato rimanente, per rimanere nel Suo favore. Si deve eseguire la giustizia alle loro porte o nelle loro corti. Non si dovrebbe ricorrere a nessun falso giuramento per recare immeritata calamità sul proprio simile. Si dovrebbe essere onesti in ciò che si dice al proprio simile o in ciò che si giura in corte, proferendo sempre la verità e non dicendo con la propria bocca una cosa per averne nel proprio ingannevole cuore un’altra. Risolvendo qualsiasi motivo di disputa in maniera giudiziaria, la mira dovrebbe essere quella di recare la pace fra coloro che han fatto ricorso alla legge; e questo obiettivo di pace può conseguirsi solo se nella corte si sostengono verità e giustizia. Dovremmo amare ciò che Dio ama, non ciò che egli odia.
29. Come l’apostolo Paolo mostrò che Zaccaria 8:16 si applica al rimanente cristiano, e come essi dichiarano così la verità?
29 Si applica questo all’unto rimanente dell’Israele spirituale? Certissimamente. Quando scrisse ai credenti di Efeso, in Asia Minore, a favore dell’unità cristiana, l’apostolo Paolo disse: “Dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo. Per cui, ora che avete allontanato la falsità, dite la verità ciascuno al suo prossimo, perché siamo membra appartenenti gli uni agli altri”. (Efesini 4:15, 25) È evidente che l’apostolo citava qui parte di Zaccaria 8:16 e l’applicava appropriatamente ai cristiani che erano l’“Israele di Dio”. (Galati 6:15, 16) Parlare veracemente o dire la verità gli uni agli altri significherebbe anche proferire le verità bibliche gli uni agli altri, e non le falsità religiose di Babilonia la Grande. In tal modo promuoviamo la pura adorazione di Dio nel suo tempio spirituale.
DAL DIGIUNO ALLA FESTA
30. Conforme all’ottava dichiarazione di promessa di Geova, i tempi di digiuno che c’erano stati fino ad allora dovevano divenire quale specie di occasione?
30 Solo perché sette è un numero scritturale che denota perfezione in senso spirituale, Dio non si ferma alla suddetta settima dichiarazione di promessa. Egli continua con un’ottava dichiarazione, proprio come ora leggiamo: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Il digiuno del quarto mese, e il digiuno del quinto mese, e il digiuno del settimo mese, e il digiuno del decimo mese diverranno per la casa di Giuda esultanza e allegrezza e buoni periodi festivi. Amate dunque la verità e la pace’”. — Zaccaria 8:19.
31. A quale domanda sul digiuno diede questo una risposta, e perché ora non era appropriato continuare tali digiuni con cordoglio?
31 Qui fu una diretta e positiva risposta a Sarezer e a Reghem-Melec, che erano stati mandati dalla città di Betel a chiedere se dovessero continuare a osservare l’astinenza dal cibo, insieme a cordoglio, nel quinto mese. (Zaccaria 7:1-3) Ora che l’edificazione del secondo tempio a Gerusalemme proseguiva verso il grande completamento, non era tempo di lamentare la passata distruzione di Gerusalemme e del suo tempio del 607 a.E.V., o di più di ottant’anni prima. Era Sua volontà che essi si rallegrassero della sua attuale bontà verso di loro e che esultassero facendo scomparire tutto il lavoro di distruzione che i Babilonesi avevan fatto in Gerusalemme e nel paese di Giuda. Nessun luttuoso digiuno! Rallegratevi dei buoni periodi festivi!
32. Com’è stata adempiuta questa promessa divina sul cristiano Israele spirituale, e qual è il solo giorno che il rimanente osserva ogni anno per ubbidire al comando di Cristo?
32 Quanto splendidamente questa promessa divina dichiarata all’antico Israele è stata adempiuta sul cristiano Israele spirituale! L’unto rimanente non osserva oggi nessun digiuno e nessun periodo di cordoglio dell’Israele dell’antichità. Nemmeno l’annuale Yom Kippur o Giorno d’Espiazione nel decimo giorno del settimo mese lunare (Tishri). (Levitico, capitolo 16) Essi si rallegrano del vero Giorno d’Espiazione adempiuto da Gesù Cristo, il Sommo Sacerdote di Geova, per mezzo del suo perfetto sacrificio d’espiazione, il merito di cui Gesù Cristo presentò a Geova in cielo nel 33 E.V. a favore di tutto il genere umano. (1 Giovanni da 1:7 a 2:2) Il solo giorno che il rimanente dell’Israele spirituale osserva ogni anno è il giorno della morte di sacrificio di Cristo il giorno di Pasqua, 14 Nisan, per ubbidire al comando che Cristo stesso diede ai suoi discepoli. Così, quando il sopravvissuto rimanente osservò la Cena del Signore dopo il tramonto del sole il 13 aprile 1919, c’erano più di 17.961 riuniti in tutto il mondo per osservare la sua morte di espiazione. Ma il venerdì 9 aprile 1971, dopo il tramonto del sole, ci furono 3.453.542 che assisterono, e 10.384 di questi parteciparono agli emblematici pane azzimo e vino. — Luca 22:7-20.
33. Quel grande numero di presenti alla Cena del Signore nel 1971 in tutto il mondo è spiegato da quale profezia nella nona dichiarazione di promessa di Geova?
33 Da dove vennero tutti quei più di 3.400.000 osservatori, oltre ai 10.384 partecipanti, in quest’ultima osservanza del Pasto Serale del Signore? Questo fenomeno di estensione mondiale dell’anno 1971 è spiegato dall’adempimento della nona dichiarazione di promessa di Geova, com’è riferito in Zaccaria 8:20-22: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Verranno ancora popoli e gli abitanti di molte città; e gli abitanti di una città per certo andranno a quelli di un’altra, dicendo: “Andiamo con premura a placare la faccia di Geova e a cercare Geova degli eserciti. Anche io stesso andrò”. E molti popoli e nazioni potenti effettivamente verranno a cercare Geova degli eserciti in Gerusalemme e a placare la faccia di Geova’”.
RADUNAMENTO INTERNAZIONALE PRESSO LA CITTÀ DI DIO
34. (a) In qual modo “popoli” e “nazioni” ora vengono al centro di adorazione di Geova? (b) Comprende questo radunamento individui che provengono da “molti popoli e nazioni potenti” e da “molte città”?
34 Non interi “popoli” e intere “nazioni” dovevano dunque venire al centro di adorazione di Geova e dovevano placarlo per ottenerne il favore. Singole persone di quei popoli e di quelle nazioni dovevano far questo. La conversione del mondo al giudaismo non era qui intesa in nessun senso. Esaminando quindi l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1972, apprendiamo che questi cristiani testimoni di Geova si trovano in 207 paesi e isole. L’elenco di questi paesi e isole comprende “molti popoli e nazioni potenti”. E in quanto agli “abitanti di molte città”, l’Annuario del 1972 rivela che, al tempo del 31 agosto 1971, c’erano in tutto il globo 27.154 congregazioni dei cristiani testimoni di Geova. La sola città di New York aveva 212 di tali congregazioni in diverse lingue. Tutte assieme, le Bibbie e la letteratura biblica di questi cristiani che adorano Geova si stampano in 165 lingue. Essi adorano Geova come lo adorò lo stesso Gesù Cristo.
35. Perché non vanno nell’attuale Gerusalemme terrestre, e dove adorano dunque Geova?
35 No, non vanno nell’attuale Gerusalemme terrestre, dove una moschea maomettana, la Cupola della Roccia, sorge nel luogo dove si ergeva una volta il tempio di Gerusalemme. Riconoscono l’esistenza di ciò che Ebrei 12:22 chiama ‘monte Sion e città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’. Essi esultano e si rallegrano del fatto che alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V., il messianico regno di Dio fu stabilito su quel monte Sion e ivi è intronizzato Gesù Cristo, “figlio di Davide, figlio di Abraamo”. (Matteo 1:1) Perciò, le nazioni gentili non calpestano più il diritto di regnare che Dio conferì alla famiglia reale di Davide perché governasse nella città di Dio. (Luca 21:20-24) Si mostrano leali a questo regno messianico, che, fra breve, distruggerà tutti i governi gentili sulla terra e regnerà per sempre a rivendicazione della sovranità universale di Geova degli eserciti. Nei terrestri cortili del Suo tempio spirituale Lo adorano rallegrandosi del suo favore. — Salmi 84:2, 10; 116:18, 19.
36. Secondo la culminante dichiarazione di promessa di Geova, quanti avrebbero dovuto afferrare il lembo di un Giudeo, e che cosa avrebbero dovuto dirgli?
36 Veramente meraviglioso è l’adempimento moderno di questa nona dichiarazione di promessa del Sovrano Signore Dio. Ma c’è ancora una culminante espressione di promessa, la decima, di questa splendida serie di promesse divine. Quindi nel versetto conclusivo (23) di questo ottavo capitolo della profezia di Zaccaria leggiamo: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Sarà in quei giorni che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, in effetti afferreranno per il lembo un uomo che è un Giudeo, dicendo: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”’”. — Zaccaria 8:23.
37. Per capire chi si intende qui col termine “Giudeo”, quale indicativa norma espressa da un Giudeo naturale dobbiamo considerare?
37 Per capire correttamente questa profezia del ‘lembo di un uomo che è un Giudeo’, dobbiamo considerare l’indicativa norma stabilita da un uomo che fu “circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo nato da Ebrei; rispetto alla legge, Fariseo”; cioè l’apostolo Paolo, che anteriormente, ‘rispetto allo zelo, perseguitava la congregazione’. (Filippesi 3:5, 6) Quando scrisse alla congregazione cristiana del primo secolo che era a Roma, questo Giudeo o Israelita di nascita disse: “Non è Giudeo colui che lo è di fuori, né è circoncisione quella che è di fuori nella carne. Ma è Giudeo colui che lo è di dentro, e la sua circoncisione è quella del cuore mediante lo spirito, e non mediante un codice scritto. La lode di una tale persona viene non dagli uomini, ma da Dio”. — Romani 2:28, 29.
38. (a) Quindi, se la derivazione razziale non conta in questa considerazione, che cosa conta, anche per i Giudei naturali? (b) Fino a quando la congregazione cristiana fu costituita esclusivamente da Giudei naturali e proseliti, e quale scelta dovette fare poi Cornelio?
38 Per questa ragione l’adempimento di Zaccaria 8:23 non si basa su nessuna superiorità razziale secondo la carne. Il “lembo di un uomo che è un Giudeo” non viene afferrato perché è un Giudeo secondo la nascita naturale. La parentela carnale non conta affatto in questo. Ciò che conta è: Chi adora egli? O, se è un professante adoratore di Dio: È Dio realmente con lui? È vero che, durante la seconda metà della settantesima settimana d’anni della profezia di Daniele 9:24-27, cioè dalla Pentecoste del 33 E.V. all’autunno del 36 E.V., la congregazione cristiana fu costituita esclusivamente di Giudei naturali e di circoncisi proseliti giudei. Ma che cosa distingueva tali Giudei naturali che componevano la congregazione cristiana? In quel tempo c’erano Giudei naturali e Giudei naturali. Dio non era per certo con entrambe le specie. Dio non era diviso. Quindi, alla fine della settantesima settimana d’anni, al principio dell’autunno del 36 E.V., a quale specie di Giudei si unì in adorazione il gentile, italiano centurione Cornelio? Che cosa mostra Atti 10:1-48?
39. Con quale gruppo di Giudei naturali decise di andare Cornelio?
39 Questo Cornelio di lingua italiana smise di seguire l’adorazione dei Giudei naturali e di fare “molti doni di misericordia” ai Giudei naturali che avevan fatto mettere Gesù Cristo a una morte violenta come bestemmiatore di Dio e falso Cristo. Cornelio e i suoi convertiti conservi gentili seguirono solo quei Giudei naturali ch’eran divenuti discepoli di Gesù Cristo e sui quali Dio aveva versato il proprio spirito santo per mezzo di Gesù Cristo, manifestando in tal modo che Egli (Dio) era con la congregazione cristiana. (Atti 2:1-47; 11:1-18) Quella congregazione cristiana era formata di Giudei spirituali, di Israeliti spirituali, nel nuovo patto con Dio mediante Cristo quale mediatore. L’italiano Cornelio era un Giudeo o Israelita spirituale come lo erano quei credenti Giudei naturali. Cornelio vide che la congregazione cristiana era formata di Giudei spirituali e che Dio era con quelle persone. Decise dunque di seguire i Giudei spirituali.
40. Come possiamo determinare se, specialmente dalla distruzione di Gerusalemme per opera dei Romani, c’è qualche base per applicare Zaccaria 8:23 ai Giudei naturali non cristiani?
40 Poteva forse la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio materiale per opera delle legioni romane essere interpretata come una prova che Dio fosse con i Giudei colti in quella terribile calamità, solo perché erano Giudei secondo la loro carne circoncisa? Come avrebbe potuto qualsiasi persona sincera e ragionevole accettare una tale interpretazione? Oggi in Gerusalemme sul monte Moria non c’è nessun tempio giudaico perché qualche Gentile vi vada ad adorare con i Giudei. Né i capi religiosi e i capi politici giudei imitano il sommo sacerdote Giosuè e il governatore Zorobabele riedificando il tempio nel suo luogo storico, sebbene i Giudei prendessero la vecchia Gerusalemme cinta da mura nella guerra di sei giorni del 1967. Quale base c’è per applicare dunque Zaccaria 8:23 ai naturali, circoncisi Giudei non cristiani d’oggi oppure del prevedibile futuro? Nessuna!
41. Si adempie Zaccaria 8:23 oggi sulla cristianità?
41 Or bene, si adempie oggi la profezia nella religiosa cristianità, che per molto tempo ha sostenuto l’idea della conversione del mondo alle molte sette della sua organizzazione religiosa? Afferrano dieci non cristiani di ogni popolo e nazione il lembo di un appartenente a una chiesa della cristianità e dicono: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”? E mediante “Dio” la profezia intende “Geova degli eserciti”. Il mondo pagano non si sta certo convertendo alle sette della cristianità al ritmo di dieci pagani su un appartenente alle chiese. La cristianità calcola che oggi gli appartenenti alle sue chiese siano 924.274.000 e dieci volte questo numero significherebbe più di due volte l’attuale popolazione mondiale.
42. Per determinare a chi si applica oggi Zaccaria 8:23 fra tutti i professanti Giudei spirituali, su quali questioni dobbiamo conoscere i fatti?
42 Proprio come ai giorni degli apostoli di Cristo ci furono Giudei naturali e Giudei naturali, così oggi ci sono professanti Giudei spirituali e professanti Giudei spirituali. La cristianità ha più di 900 milioni di tali professanti Giudei spirituali che si suppone siano nel nuovo patto mediante Cristo quale mediatore. Ma di tutt’e due queste specie di Giudei spirituali, noi domandiamo: Quale specie adora e serve realmente Geova degli eserciti nel suo vero tempio spirituale? A quale specie i popoli di tutte le nazioni, grandi e piccole, dicono di voler andare con loro perché hanno udito non che qualche “Dio” senza nome sia con loro, ma che Geova Dio è con loro? In questo caso si dovrebbe confidare solo nei fatti. Siano questi a parlare.
43. Quali cose distinguono oggi quegli Israeliti spirituali ai quali si applica Zaccaria 8:23, e quanti ce ne sono ora?
43 Secondo le evidenze che esistono in tutto il mondo, essi dicono di voler andare con l’unto rimanente degli Israeliti spirituali che Geova Dio cominciò a liberare da Babilonia la Grande, quell’impero mondiale di falsa religione babilonica. Questi sono impegnati in un’opera spirituale simile a quella di edificare il secondo tempio di Geova ai giorni del sommo sacerdote Giosuè e del governatore Zorobabele. Essi promuovono con tutto il cuore l’adorazione di Geova degli eserciti in tutto il mondo, presso persone di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Ogni anno si radunano il Giorno di Pasqua per celebrare la morte di sacrificio del Messia Gesù, il Figlio di Geova, e in quell’occasione mangiano il pane non lievitato e bevono il vino esattamente come comandò Gesù Cristo. Da questa eloquente testimonianza da parte loro, sembra che oggi il loro numero sia solo di circa diecimila unti Israeliti spirituali. Assai meno del rimanente del giorno di Zaccaria.
44. Chi si unisce a questi veri Israeliti spirituali, e in quale numero, secondo i rapporti?
44 Chi si unisce però a questi Giudei spirituali per adorare il solo vivente e vero Dio nel suo tempio spirituale? Come fu predetto in Rivelazione 7:9-17, è un’innumerevole “grande folla” “di ogni nazione e tribù e popolo e lingua”. Anche questi divengono discepoli del Messia di Geova. (Matteo 28:19, 20) Solo nell’anno 1971 se ne battezzarono 149.808 come dedicati discepoli del Messia di Geova. Quello stesso anno ci fu una media di 1.510.245 che fecero rapporto d’essersi uniti per ubbidire al comando del Messia di predicare “questa buona notizia” del messianico regno di Geova in ogni luogo sino alla prossima fine di questo sistema di cose. (Matteo 24:14) Com’è già notevole l’adempimento di Zaccaria 8:23!
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La presentazione del Re reca liberazione ai prigionieriParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XVI
La presentazione del Re reca liberazione ai prigionieri
1. Quale specie di applicazione ha ora la profezia di Zaccaria, quando si parla di paesi e città nelle notizie odierne, e che cosa ci aiuta oggi a determinare l’adempimento?
OGGI i paesi di Siria e Libano e la striscia di Gaza hanno nelle notizie un posto preminente. Le città che hanno relazione con questi paesi sono nominate nel nono capitolo della profezia di Zaccaria. Comunque, ciò che il profeta Zaccaria disse in quel tempo del sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare non si applica oggi a questi paesi nella loro relazione con la Repubblica d’Israele. A parte ogni adempimento iniziale della profezia di Zaccaria nel primo secolo della nostra Èra Volgare, e in senso letterale, la profezia ha oggi il suo adempimento finale, in questo ventesimo secolo E.V., solo in senso spirituale o figurativo. Acquistata conoscenza del primo adempimento di diciannove secoli fa, ne possiamo discernere oggi l’adempimento spirituale.
2. La carta geografica di quale periodo di tempo guardiamo, e sono giudaici i luoghi menzionati in relazione col “paese di Adrac”?
2 Se guardiamo la nostra carta geografica del paese di Palestina durante il regno dei re persiani, notiamo Damasco, capitale della Siria, anche la città di Amat circa 193 chilometri (120 miglia) a nord di Damasco; e le antiche città fenicie (ora libanesi) di Tiro e Sidone sulla costa del mare Mediterraneo; e le città filistee di Gaza, Ascalon, Ecron, Asdod e Gat; e le città di Gerusalemme e Samaria. Il “paese di Adrac” non compare in tutte le cartine perché non se ne conoscono il luogo e i limiti precisi con esattezza, ma la profezia mette questo paese una volta menzionato in relazione con Damasco. L’Atlas of the Biblical World di Baly e Tushingham (diritti riservati nel 1971), a pagina 199, chiama il “paese di Adrac” semplicemente “una regione della Siria vicino a Damasco”. L’Edizione Riveduta (1956) del Westminster Historical Atlas to the Bible, a pagina 124, parla del paese di Adrac come di un “distretto della Siria a nord di Amat”, quindi a nord di Damasco. Se l’espressione “il paese di Adrac” sia simbolico per indicare il territorio collettivo in cui si trovano tutte le summenzionate città sire, fenicie e filistee ha poca importanza. Erano tutte non israelitiche, non giudaiche.
3. Come gli ultimi versetti di Zaccaria, capitolo otto, sono in contrasto con i primi versetti del capitolo nove?
3 Gli ultimi versetti (20-23) dell’ottavo capitolo di Zaccaria della profezia di Zaccaria dicono come persone di ogni lingua delle nazioni e da molte città saliranno a Gerusalemme per adorare Geova, perfino afferrando il lembo di un Giudeo per andare con lui ad adorare il suo Dio. Che accadrà a quelli che non fanno questo? Molto esattamente i primi otto versetti del successivo capitolo (nove) ci informano di alcune conseguenze per non aver fatto questo. Ora leggiamo dunque questo brano, Zaccaria 9:1-8:
4. Secondo Zaccaria 9:1-8, chi prende parte alle attività di quelli che vi sono menzionati, e a favore di chi?
4 “Dichiarazione: ‘La parola di Geova è contro il paese di Adrac, e Damasco è dove riposa; poiché Geova ha l’occhio sull’uomo terreno e su tutte le tribù d’Israele. E anche lo stesso Amat confinerà con lei; Tiro e Sidone, poiché è molto saggia. E Tiro si edificava un bastione, e ammassava l’argento come la polvere e l’oro come il fango delle vie. Ecco, Geova stesso la spodesterà, e per certo ne getterà nel mare le forze militari; ed essa stessa sarà divorata dal fuoco. Ascalon vedrà e avrà timore; e in quanto a Gaza, anch’essa sentirà dolori molto penosi; anche Ecron, a causa della sua ambita speranza dovrà provare vergogna. E un re perirà per certo da Gaza, e la stessa Ascalon non sarà abitata. E un figlio illegittimo si sederà effettivamente in Asdod, e per certo stroncherò l’orgoglio del Filisteo. E per certo gli rimuoverò le sue cose lordate di sangue dalla bocca e le sue cose disgustanti di fra i denti, ed egli stesso per certo sarà lasciato anche rimanere per il nostro Dio; e deve divenire come uno sceicco in Giuda, ed Ecron come il Gebuseo. E per certo mi accamperò come un avamposto per la mia casa, così che nessuno passerà e nessuno tornerà; e non vi passerà più un soprintendente, poiché ora ho visto con i miei occhi’”.
5. Perché lo sfavore di Geova fu su Damasco, il “paese di Adrac” e Amat?
5 L’antica Siria del sesto secolo a.E.V. adorava falsi dèi e manteneva la propria inimicizia verso il restaurato paese di Giuda. Si rifiutava di adorare Geova nel suo riedificato tempio in Gerusalemme. C’era dunque buona ragione perché la parola di Geova fosse non favorevole, ma contro il “paese di Adrac” come parte della Siria. La sua sfavorevole parola sarebbe stata rivolta alla capitale dell’intero paese, cioè Damasco; e poiché il territorio di Amat confinava con Damasco, la sfavorevole parola di Geova sarebbe stata pronunciata anche contro Amat. Quindi tutta la Siria era nel disfavore divino.
6. Perché la parola di Geova fu contro le città della Fenicia?
6 Il paese della Fenicia confinava con la Siria, ed esso pure si era rivolto contro il paese di Giuda al tempo della sua più terribile angustia. Salmo 83:5-8 include le città fenicie di Ghebal e Tiro nella cospirazione internazionale contro il popolo di Geova, dicendo: “Contro di te concludevano perfino un patto, le tende di Edom e gli Ismaeliti, Moab e gli Agareni, Ghebal e Ammon e Amalec, la Filistea insieme agli abitanti di Tiro. Inoltre, l’Assiria stessa si è unita a loro; son divenuti un braccio ai figli di Lot [Moab e Ammon]”. Tiro era in realtà una colonia di Sidone; e Zaccaria 9:2-4 le menziona, dicendo:
7. A chi Zaccaria 9:2-4 collega Tiro, e che cosa si predice che accadrà a Tiro?
7 “Tiro e Sidone, poiché è molto saggia. E Tiro si edificava un bastione, e ammassava l’argento come la polvere e l’oro come il fango delle vie. Ecco, Geova stesso la spodesterà, e per certo ne getterà nel mare le forze militari; ed essa stessa sarà divorata dal fuoco”.
8. Quale Tiro fu quella menzionata da Zaccaria, e perché?
8 Da queste parole si comprende che “la parola di Geova” fu certamente pronunciata anche contro tutta la Fenicia come era rappresentata dalle sue città di Tiro e Sidone famose nel mondo. La città di Tiro qui nominata è la città isolana, poiché il re Nabucodonosor di Babilonia aveva distrutto la città continentale nella sua campagna palestinese. (Ezechiele 29:17-20) I Tiri sopravvissuti eran fuggiti nella loro isola al largo della costa e vi avevano edificato una città potente. Secondo Ezechiele 28:1-19, Tiro era diabolicamente divenuta traditrice verso la sua precedente amica, Israele, e Sidone si era associata in questo corso con Tiro. (Ezechiele 28:20-26) Dopo la restaurazione del paese di Giuda nel 537 a.E.V. in seguito ai settant’anni ch’era stato desolato, Tiro e Sidone non cambiarono l’attitudine del loro cuore verso Gerusalemme col suo secondo tempio. Che stoltezza!
9. Come Tiro si arricchì e si fortificò, ma come si adempì la profezia di Geova riguardo a lei?
9 Tiro, come anche Sidone, continuò a seguire la sapienza di questo mondo, aumentando la propria sapienza per ammassare ricchezze, per accumulare oro e argento qui sulla terra dove i predoni possono spogliare. Il potente bastione che Tiro aveva edificato per sua protezione come commerciale potenza marinara non resisté alla strategia del conquistatore greco, Alessandro Magno, nel 332 a.E.V. Le sue forze militari a terra e anche quelle imbarcate sulle sue molte navi le vennero allora meno. Geova, per mezzo del suo strumento di esecuzione terrena, abbatté la forza militare di Tiro gettandola in mare, dove essa aveva stabilito la propria fortezza. Geova la spodestò cedendo le enormi ricchezze che possedeva al conquistatore. Essendo dunque divorata dal fuoco, subì una completa rovina.
10. Quale interesse mostrarono in Gesù Cristo gli abitanti di Tiro e di Sidone, e che cosa si riferì che era stato stabilito in Tiro?
10 Anni dopo Tiro fu riedificata, ma né essa né Sidone riguadagnarono la forte posizione commerciale che aveva avuta prima che si adempisse “la parola di Geova” pronunciata contro di lei. Nel primo secolo della nostra Èra Volgare molti vennero da Tiro e da Sidone a udire e a osservare Gesù e a farsi guarire da lui. (Marco 3:7, 8; Luca 6:17; Matteo 15:21-29) Secondo le stesse parole di Gesù riportate in Matteo 11:20-22 e in Luca 10:13, 14, in Tiro e Sidone dovettero esserci molti disposti ad ascoltare e ad agire in base al messaggio del regno di Dio. A Tiro c’era una congregazione cristiana al tempo del terzo giro missionario dell’apostolo Paolo. (Atti 21:2-7) Questi Tiri non confidavano nelle forze militari né accumulavano tesori sulla terra, ma li accumulavano in cielo.
STRONCATO L’ORGOGLIO DELLA NEMICA PAGANA
11, 12. (a) Quale alleanza di città dominava anticamente la Filistea? (b) L’orgoglio di chi Geova avrebbe stroncato, e come?
11 Che cos’è, ora, “la parola di Geova” che fu pronunciata contro la Filistea? Anticamente, la lega delle cinque città di Asdod, Ascalon, Ecron, Gat e Gaza dominava il paese della Filistea. Per qualche ragione Gat non è menzionata qui nella parola di Geova contro i Filistei. Zaccaria 9:5-7 continua la profezia e dice:
12 “Ascalon vedrà e avrà timore; e in quanto a Gaza, anch’essa sentirà dolori molto penosi; anche Ecron, a causa della sua ambita speranza dovrà provare vergogna. E un re perirà per certo da Gaza, e la stessa Ascalon non sarà abitata. E un figlio illegittimo si sederà effettivamente in Asdod, e per certo stroncherò l’orgoglio del Filisteo. E per certo gli rimuoverò le sue cose lordate di sangue dalla bocca e le sue cose disgustanti di fra i denti, ed egli stesso per certo sarà lasciato anche rimanere per il nostro Dio; e deve divenire come uno sceicco in Giuda, ed Ecron come il Gebuseo”.
13. (a) In che modo la distruzione di Tiro del 332 a.E.V. doveva influire su Ascalon, Gaza ed Ecron? (b) Quale cambiamento doveva subire Asdod?
13 La città di Ascalon doveva dunque vedere la distruzione di Tiro, e aver timore e infine divenire disabitata. In quanto a Gaza, provò dolori molto penosi evidentemente per la stessa ragione; e a causa di quel penoso avvenimento e delle sue conseguenze, subì un cambiamento di dominio e il suo re nativo perì. La città di Ecron guardava evidentemente Tiro come sua speranza di protezione e aiuto contro un nemico invasore. Pertanto, essendo stata Tiro ridotta in rovina dopo un assedio di sette mesi da parte di Alessandro Magno nel 332 a.E.V., Ecron pure si contorse in dolorosissime pene, perché n’era stata delusa la speranza, era stata svergognata. Ma che dire della quarta città menzionata, Asdod? Pare che dovesse esservi un cambiamento di popolazione, poiché Geova disse: “Un figlio illegittimo si sederà effettivamente in Asdod”. La nativa popolazione legittima non doveva rimanervi. Estranei, forestieri, dovevano prendere la città non solo per dominarla, ma anche per popolarla.
14. Di quale attitudine verso Israele si era resa colpevole la Filistea, e come Geova l’avrebbe stroncata?
14 Si ammette, dunque, che “la parola di Geova” era contro la Filistea. I Filistei erano stati molto orgogliosi, arroganti, specialmente verso il popolo di Geova, anche dopo la sua restaurazione nella propria patria. Comunque, il loro orgoglio precedeva il loro crollo. Facendo alle quattro principali città della Filistea le cose menzionate sopra, Geova avrebbe ‘stroncato l’orgoglio del Filisteo’. Nessun Filisteo si sarebbe potuto più vantare paragonandosi col popolo di Geova. Geova avrebbe stroncato anche la loro falsa adorazione religiosa.
15. (a) Che cosa si farà con le “cose lordate di sangue” e con le “cose disgustanti” dei Filistei? (b) Quale condotta sarà seguita da un rimanente dei Filistei?
15 Nella loro adorazione dei loro falsi dèi, mangiavano sacrifici che eran disgustanti a Geova e al suo popolo. Inoltre, il sangue delle vittime animali di cui mangiavano nei loro pasti di sacrificio non era stato scolato. Si doveva porre fine a tale ripugnante adorazione di dèi idolatri, poiché “la parola di Geova” proseguiva, dicendo: “E per certo [al Filisteo] rimuoverò le sue cose lordate di sangue dalla bocca e le sue cose disgustanti di fra i denti, ed egli stesso per certo sarà lasciato anche rimanere per il nostro Dio”. In che modo tali cose lordate di sangue e disgustanti sian rimosse dalla bocca e dai denti del Filisteo non viene spiegato. Ma di fra tutti quei Filistei che si saranno rifiutati di osservare il comandamento di Dio e di allontanarsi dall’idolatria con i suoi sacrifici e riti abominevoli, sarà lasciato un rimanente che di sua propria volontà farà questo, con ubbidienza. Tale rimanente sarà “per il nostro Dio”, per Geova degli eserciti. Quale salvifica trasformazione sarà questa! Ma Zaccaria 9:7 continua ancora a dire riguardo a questo rimanente: “E deve divenire come uno sceicco in Giuda, ed Ecron come il Gebuseo”.
16. (a) In che modo il rimanente dei Filistei sarebbe divenuto “come uno sceicco in Giuda”? (b) Che divenissero “come il Gebuseo” indicò per quelli di Ecron quale livello di società?
16 Naturalmente, essendo Camiti i Filistei non potevano divenire sceicchi nella tribù di Giuda, che era semita ed ebrea. (Genesi 10:6, 13, 14, 21-25) Ma l’ubbidiente rimanente composto di proseliti dell’adorazione del “nostro Dio”, Geova, poteva divenire “come uno sceicco in Giuda”. Così il rimanente avrebbe avuto in relazione con l’eletto popolo di Geova una posizione distinta e non sarebbe stato considerato come di poca o nessuna importanza. Come allo sceicco di un clan, sarebbero state affidate loro responsabilità. Comunque, queste responsabilità saranno subordinate a quelle degli stessi Giudei. Ciò è indicato dalla dichiarazione che Ecron diverrà “come il Gebuseo”. A somiglianza dei Filistei, i Gebusei erano Camiti non da Mizraim figlio di Cam, ma da suo figlio Canaan, essendo dunque Cananei. (Genesi 10:6, 15, 16) I Gebusei furono i primi a occupare Gerusalemme, che fu chiamata perciò Gebus.
17. Perché il fatto che divenissero “come il Gebuseo” indicava per quelli di Ecron una posizione di favore?
17 Nel 1070 a.E.V. il re Davide catturò la città sconfiggendo i Gebusei e la chiamò Gerusalemme. (Giudici 1:21; 2 Samuele 5:4-9) In seguito i soggiogati Gebusei furono impiegati come schiavi dal re Salomone figlio di Davide per costruire varie opere pubbliche, compreso il magnifico tempio in Gerusalemme. (1 Re 9:15-23; 2 Cronache 8:1-10) Quale privilegio fu per quei Gebusei avere una parte nell’edificazione del tempio di Geova in Gerusalemme e anche nell’edificazione delle eccellenti costruzioni per il messianico regno tipico di Dio nell’antico Israele! Quindi, divenendo “come il Gebuseo”, Ecron e i suoi abitanti che si erano volti all’adorazione del “nostro Dio”, Geova, furon dunque portati in una posizione di favore, sebbene subordinata.
18. Nel primo secolo E.V., quale esperienza ebbero i Filistei col cristianesimo?
18 Nel primo secolo della nostra Èra Volgare la buona notizia del messianico regno di Dio fu predicata ai Filistei. Ricordiamo come l’evangelizzatore Filippo predicò a un eunuco etiope mentre andavano sul suo carro nella “strada che va da Gerusalemme a Gaza” in Filistea. Dopo aver battezzato questo convertito etiope al cristianesimo, Filippo lo lasciò e si trovò ad Asdod (greco, Azoto; moderna Isdud), circa cinquantacinque chilometri a nord di Gaza. Senza dubbio molti Filistei risposero all’evangelizzazione di Filippo. (Atti 8:26-40) Dopo la conversione del centurione italiano Cornelio nel 36 E.V., i Filistei poterono convertirsi e quindi poterono ricevere lo spirito santo di Dio per mezzo di Cristo.
19. Come si adempie il quadro che “un figlio illegittimo si sederà effettivamente in Asdod” nel caso degli antitipici Filistei moderni?
19 Nel nostro moderno ventesimo secolo, molti religionisti sono stati come gli antichi Filistei, che adoravano i falsi dèi e lottavano contro il popolo di Geova. Come l’antica Asdod, città principale della confederazione di cinque città dei Filistei, subì un cambiamento di popolazione come mediante figli illegittimi, così questi antitipici Filistei d’oggi hanno subìto un cambiamento di personalità. Dedicandosi a Dio per mezzo di Gesù Cristo e battezzandosi in acqua, smettono di far parte di questo mondo filisteo e gli divengono ‘estranei’, innaturali e fuori posto. Non seguono il commercialismo egoistico come fece l’antica Tiro, né vi dipendono e vi sperano nel modo in cui Ecron si rivolgeva a Tiro; né confidano in una forza militare, come fece l’antica Siria. Si astengono dall’adorare e servire gli dèi assetati di sangue di questo mondo moderno. Prendono devotamente la determinazione di sostenere il “nostro Dio”, Geova degli eserciti.
20. A questi trasformati Filistei d’oggi quale parte viene data col rimanente degli Israeliti spirituali?
20 Tenendo in considerazione questo corso, a questi trasformati Filistei moderni viene data una parte con l’unto rimanente degli Israeliti o Giudei spirituali affinché promuovano l’adorazione di Geova nel suo tempio spirituale. Proprio come a “uno sceicco in Giuda”, sono date loro assegnazioni e responsabilità rispetto a tale attività del tempio. La folla di questi dedicati, battezzati servitori di Geova Dio è già divenuta “grande”, e ancora continua a crescere. Questa innumerevole “grande folla” che si associa al rimanente degli unti dallo spirito fu predetta in Rivelazione 7:9-17.
21, 22. (a) Di quale beneficio fu per il suo popolo che Geova fosse per loro un avamposto, e perché nessun soprintendente sarebbe passato in mezzo a loro? (b) Come ha adempiuto Geova questa profezia verso il suo rimanente dell’Israele spirituale d’oggi?
21 Le antiche Filistea, Fenicia e Siria furono violente nemiche del restaurato rimanente degli ex esiliati giudei. Per indicare un contrasto fra il suo modo di agire con quei nemici e il suo modo di agire con il suo popolo eletto, la casa d’Israele, Geova degli eserciti continuò, dicendo: “E per certo mi accamperò come un avamposto per la mia casa, così che nessuno passerà e nessuno tornerà; e non vi passerà più un soprintendente, poiché ora ho visto con i miei occhi”. — Zaccaria 9:8.
22 Accampandosi come un avamposto, Geova degli eserciti avrebbe potuto prevenire gli attaccanti nemici onde non s’avvicinassero alla Sua “casa” e non la invadessero per poi ritirarsi. Come un “avamposto” avrebbe impedito a un “soprintendente” di passare ad assumere schiavi in mezzo a loro. In modo simile, lo stesso Geova degli eserciti ha protetto la sua “casa” di Israeliti spirituali in questo “tempo della fine”, quando i nemici si sono ammassati insieme come non avevano mai fatto prima contro l’adorazione di Geova nel suo tempio spirituale. Rafforzata dal suo potente spirito, la “casa” dell’Israele spirituale di Geova resiste efficacemente a ogni sforzo dei mondani “soprintendenti” di passare nel suo paese spirituale e divenirne il soprintendente religioso. A imitazione degli apostoli di Cristo, essi ubbidiscono a Dio quale governante anziché agli uomini. — Atti 5:29.
23. (a) Che cosa significa l’espressione di Geova: “Ora ho visto con i miei occhi”, riguardo alla situazione del suo popolo fra tutto il genere umano? (b) Oggi come si avvera questo rispetto al rimanente spirituale e alla “grande folla” dei conservi di adorazione?
23 Geova degli eserciti si rende conto delle minacce e degli sforzi che i nemici fanno contro i suoi adoratori nel suo tempio. Come egli dice: “Ora ho visto con i miei occhi”. Questo corrisponde a ciò che aveva detto in precedenza nella sua “dichiarazione”, con queste parole: “La parola di Geova è contro il paese di Adrac, e Damasco è dove riposa; poiché Geova ha l’occhio sull’uomo terreno e su tutte le tribù d’Israele”. (Zaccaria 9:1) Il suo occhio osservatore è non solo su “tutte le tribù d’Israele” ma anche sull’uomo terreno. Vale a dire, su tutto il genere umano indipendentemente dal suo popolo eletto. Per questo fece la sua dichiarazione contro i tradizionali nemici come Siria, Fenicia e Filistea che avevan maltrattato le dodici tribù d’Israele. Questa “dichiarazione” è profetica e ha oggi la sua applicazione spirituale ai nemici dell’Israele spirituale di Geova e della “grande folla” dei conservi di adorazione. La differenza fra il modo in cui Geova degli eserciti tratta tutti questi adoratori Suoi e il modo in cui tratta la moderna controparte di Siria, Fenicia e Filistea può già vedersi. La differenza completa sarà osservabile nel prossimo tempo della “grande tribolazione” quando libererà del tutto i suoi leali adoratori da ogni loro empio nemico. — Matteo 24:21, 22; Rivelazione 7:14, 15; 19:11-21.
“ECCO, IL TUO RE STESSO VIENE”
24. (a) In vista dell’esperienza di Gaza, quali domande si fanno sull’oggetto della sua ostilità, Gerusalemme? (b) Perché le grida di Gerusalemme saranno diverse da quelle di Gaza?
24 Un re doveva perire nella città filistea di Gaza, ma che cosa doveva avvenire riguardo all’oggetto dell’ostilità filistea, Gerusalemme, poeticamente chiamata Sion? Deve essa, come Gaza, sentire “dolori molto penosi” perché vedrà crollare la fortezza dell’avido commercialismo e dell’antiteocratica forza militare? Deve gridare per l’estremo dolore e con spaventevole timore? Griderà, ma non in armonia con Gaza! Poiché, dopo aver fatto la sua dichiarazione contro Siria, Fenicia e Filistea, Geova continua a dire: “Gioisci grandemente, o figlia di Sion. Urla in trionfo,a o figlia di Gerusalemme. Ecco, il tuo re stesso viene a te. Egli è giusto, sì, salvato; umile, e cavalca un asino, pure un animale fatto, figlio di un’asina. E per certo stroncherò il carro da guerra da Efraim e il cavallo da Gerusalemme. E l’arco da battaglia dev’essere stroncato. Ed effettivamente parlerà di pace alle nazioni; e il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino alle estremità della terra”. — Zaccaria 9:9, 10.
25. Perché la “figlia di Gerusalemme” ha ogni ragione per urlare in trionfo e per essere molto gioiosa all’appressarsi del re?
25 All’adempimento di tale gloriosa promessa, perché non avrebbe Gerusalemme ogni buona ragione al mondo per essere molto gioiosa e per ‘urlare in trionfo’? Poiché al tempo in cui fu data questa promessa divina per mezzo del profeta Zaccaria, Gerusalemme era senza un suo proprio re. Aveva semplicemente un governatore provinciale che l’imperatore di Persia, Dario I, aveva nominato, vale a dire Zorobabele figlio di Sealtiel della linea della famiglia reale di Davide. Il regno di Davide era stato rovesciato dai Babilonesi circa novant’anni prima, nel 607 a.E.V., alla totale distruzione di Gerusalemme e alla deportazione del suo re Sedechia a Babilonia. Benché i settant’anni che Gerusalemme era stata del tutto desolata fossero passati, tuttavia i Tempi dei Gentili di 2.520 anni in cui le nazioni non giudaiche avrebbero calpestato il diritto di Gerusalemme al regno davidico dovevano continuare fino all’anno 1914 E.V. Quindi nel giorno di Zaccaria la “figlia di Gerusalemme” attendeva con ansia la venuta del vero Re Messia della linea di Davide, un Messia prefigurato dal governatore Zorobabele. — Aggeo 2:23.
26. Perché non dobbiamo con incertezza fare supposizioni in quanto all’iniziale adempimento di questa profezia di Zaccaria?
26 Oggi, noi che ci interessiamo al vero Messia, non a un falso Cristo, non dobbiamo con incertezza fare supposizioni in quanto all’iniziale adempimento della profezia di Zaccaria. Ci è narrato e descritto da almeno tre testimoni oculari, cioè Matteo Levi esattore di tasse, Giovanni Marco abitante di Gerusalemme, e Giovanni figlio di Zebedeo, oltre che da uno storico del primo secolo il quale investigò i fatti relativi, il medico Luca dell’Asia Minore. Accadde la domenica 9 Nisan del 33 E.V. Matteo Levi ci narra:
E quando s’avvicinarono a Gerusalemme e arrivarono a Betfage sul monte degli Ulivi, allora Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: “Andate nel villaggio che vi sta dinanzi, e subito troverete un’asina legata, e con essa un puledro; scioglieteli e conduceteli a me. E se qualcuno vi dice qualche cosa, dovete dire: ‘Il Signore ne ha bisogno’. Allora egli li manderà immediatamente”.
Questo avvenne effettivamente affinché s’adempisse ciò che fu dichiarato dal profeta, dicendo: “Dite alla figlia di Sion: ‘Ecco, il tuo Re viene a te, d’indole mite, e montato sopra un asino, sì, sopra un puledro, progenie d’una bestia da soma’”.
E andati, i discepoli fecero come Gesù aveva loro ordinato. E condussero l’asina e il suo puledro, e posero su questi i loro mantelli, ed egli vi sedette sopra. La maggior parte della folla stese i mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. In quanto alle folle, quelli che gli andavano davanti e quelli che seguivano gridavano: “Salva, preghiamo, il Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome di Geova! Salvalo, noi preghiamo, nei luoghi altissimi!”
Or quando fu entrato a Gerusalemme, l’intera città si commosse, dicendo: “Chi è costui?” Le folle dicevano: “Questo è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea!”
E Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che vendevano e compravano nel tempio, e rovesciò le tavole dei cambiamonete e i sedili di quelli che vendevano colombe. E disse loro: “È scritto: ‘La mia casa sarà chiamata casa di preghiera’, ma voi ne fate una spelonca di ladroni”. E nel tempio gli si appressarono ciechi e zoppi, ed egli li guarì.
I capi sacerdoti e gli scribi, viste le cose meravigliose che faceva e i fanciulli che gridavano nel tempio, dicendo: “Salva preghiamo, il Figlio di Davide!” si indignarono e gli dissero: “Odi ciò che questi dicono?” Gesù disse loro: “Sì. Non avete mai letto questo: ‘Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode’?” — Matteo 21:1-16.
27. Se i discepoli non avessero gridato, come si sarebbe adempiuta la profezia?
27 E il medico giudeo Luca aggiunge questo particolare:
Comunque, alcuni dei Farisei di tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. Ma egli rispondendo disse: “Io vi dico: Se questi tacessero, le pietre griderebbero”. — Luca 19:39, 40; si vedano anche Marco 11:1-18; Giovanni 12:12-19.
28. In che modo, nella sua trionfale cavalcata in Gerusalemme, Gesù fu pacifico, “umile”, “giusto” e “salvato”?
28 Così, invece che su un cavallo da guerra, Gesù Cristo entrò pacificamente in Gerusalemme su un asino, a differenza di Erode il Grande, il quale, dopo tre mesi di assedio di Gerusalemme nell’anno 37 a.E.V., prese Gerusalemme d’assalto e detronizzò il re asmoneo (maccabeo), Antigono della tribù di Levi. Gesù fu veramente “umile”, come aveva predetto Zaccaria 9:9. Non fu un Cristo falso o un Messia falso, ma fu “giusto”, il Messia rivendicato dal suo celeste Padre Geova. Fu infatti “giusto” perché fu perfetto nella carne, senza peccato, senza biasimo e perciò in grado di offrirsi come perfetto sacrificio umano per togliere il peccato di tutto l’ingiusto mondo del genere umano. (Atti 7:52; Ebrei 7:26; 1 Giovanni 2:1) Fu invero “salvato”, proprio come il suo antico antenato re Davide fu salvato allorché gli fu concessa la vittoria sui suoi nemici. (2 Samuele 22:1-4; 8:6, 14) Non invano la grande folla gridò mentre Gesù entrava cavalcando trionfalmente in Gerusalemme: “Osanna al Figlio di Davide”, o: “Salva, preghiamo, il Figlio di Davide!” Sette giorni dopo Dio Onnipotente salvò Gesù dalla morte, risuscitandolo alla vita immortale in cielo. — Ebrei 5:7-10.
29. (a) Riguardo al suoi discepoli spirituali, come Gesù Cristo ha parlato di “pace alle nazioni”? (b) In che modo egli distrugge ogni equipaggiamento bellico dentro la cristianità e fuori d’essa, e quale sarà il risultato del discorso di pace che fa oggi alla “grande folla”?
29 Egli è colui che doveva esser chiamato “Principe della pace”. (Isaia 9:6, 7) I suoi discepoli giudei vennero da ogni tribù d’Israele, comprese Efraim e Giuda, ed egli li unì nella pacifica fraternità cristiana; fra i suoi discepoli infranse perfino l’inimicizia esistente tra i circoncisi Giudei naturali e quelli che eran Gentili. (Efesini 2:11-20) In questo modo egli ha già parlato di “pace alle nazioni”. Ma la cristianità si è rifiutata d’ascoltarne il discorso e dentro di sé continua a far guerra sino a questo giorno. Nella prossima “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon, Geova Dio impiegherà il suo Re messianico per distruggere i carri e gli archi da guerra e ogni violento equipaggiamento bellico che oggi si trova entro la cristianità e fuori d’essa. (Rivelazione 16:14-16; 19:11-21) Distruggerà tutti i promotori di guerra violenta fra il genere umano, in tutte le nazioni. Ma alla “grande folla” di pacifici adoratori nello spirituale tempio di Geova, che sono usciti da ogni nazione, il vittorioso re Gesù Cristo parlerà di pace e nella pace, ed essi saranno preservati. — Rivelazione 7:14.
30. Come, dopo la fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V., Gesù Cristo fu formalmente presentato all’antitipica Gerusalemme come Re, ma quale domanda sorge circa il modo in cui fu ricevuto?
30 Quando nel 1914 E.V. furono finiti i 2.520 anni dei Tempi dei Gentili nei quali le nazioni gentili calpestarono il diritto di Gerusalemme al regno messianico nella linea reale di Davide, l’Iddio Altissimo Geova insediò il Messia Gesù sul trono celeste affinché regnasse e sottoponesse in mezzo ai suoi nemici. (Salmo 110:1-6; Atti 2:34-36; Ebrei 10:12, 13) Durante la prima guerra mondiale (1914-1918 E.V.) il dedicato, battezzato rimanente degli Israeliti spirituali proclamò in maniera pubblica che i Tempi dei Gentili erano finiti e che l’Iddio Altissimo aveva costituito nei cieli il suo Figlio Gesù Cristo come Re dominante. Così il messianico Re di Geova fu presentato specialmente alla cristianità, che era stata prefigurata dalla Gerusalemme del primo secolo E.V. Ma la cristianità, che professava d’esser formata da discepoli di Cristo, lo ricevette forse come Re, il cui “dominio” doveva estendersi “da mare a mare e dal Fiume fino alle estremità della terra”?
31. Fino al dicembre del 1918, che cosa prova se la cristianità ricevette il Messia di Geova come proprio Re?
31 Non secondo ciò che la cristianità fece all’unto rimanente dei suoi “fratelli” spirituali, il che fu come farlo allo stesso Gesù il Messia. (Matteo 25:40, 45; Marco 9:37) Tre anni e mezzo dopo la fine dei Tempi dei Gentili, la cristianità impegnata nella guerra portò al culmine la sua persecuzione e soppressione contro il rimanente dei fratelli spirituali di Cristo, nella primavera del 1918 E.V. (Rivelazione 11:2-10) Dopo aver fatto questo, la cristianità pose fine alla sua prima guerra mondiale, l’11 novembre 1918. A imitazione della Gerusalemme del primo secolo E.V. la cristianità si rifiutò di ricevere il messianico Re di Geova. Il mese dopo (dicembre 1918), la cristianità fu pubblicamente notata per aver favorito la proposta Lega delle Nazioni come “l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra”.
32. In vista della condotta della cristianità, non ci fu forse nessuno a ricevere il messianico Re di Geova, e che cosa avrebbero dovuto fare, secondo la profezia?
32 Non ci fu nessuno, comunque, a ricevere il messianico Re che Geova degli eserciti presentava? Sì, ci fu! Proprio come la domenica 9 Nisan del 33 E.V. c’era stato un rimanente di Giudei, cioè i discepoli di Gesù Cristo, ad acclamarlo e ad accoglierlo mentre entrava regalmente in Gerusalemme, così ci fu un rimanente di Israeliti spirituali che si comportò in maniera simile dopo il termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Con la persecuzione e con le misure repressive dei governi gentili della cristianità, questi furono dispersi e divisi, esattamente come i discepoli di Gesù lo furono dopo che egli era stato tradito e arrestato, il quinto giorno dopo la sua trionfante cavalcata in Gerusalemme. Ma nel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V., essendo stati ravvivati dal vivificante spirito di Dio e attivamente ristabiliti nel suo servizio, essi rigettarono la Lega delle Nazioni ch’era stata quell’anno adottata e messa in vigore. Invece d’accettare quel contraffatto regno di Cristo, compresero lo spirito di Zaccaria 9:9 e provarono ‘grande gioia’ e ‘urlarono in trionfo’, perché il loro Re, il vero Cristo–Messia, era venuto a loro.
33. (a) Come, dal 1919 E.V., questi che ricevettero il Re han fatto conoscere la propria gioia e han fatto udire le proprie urla? (b) Quando e come il Messia–Cristo cesserà di cavalcare il pacifico asino e nella sua cavalcata dov’è diretto?
33 Essi fecero conoscere la loro gioia in tutto il mondo. Fecero udire le loro grida in tutto il mondo. Come? Iniziando nel 1919 E.V. la più grande campagna per proclamare il messianico regno di Dio che il mondo del genere umano abbia mai conosciuto. (Matteo 24:14; Rivelazione 14:6) Essi hanno fatto udire la proclamazione della buona notizia del messianico regno di Dio fin dove è predetto che si estende il “dominio” del Messia, “da mare a mare e dal Fiume [Eufrate] fino alle estremità della terra”. (Zaccaria 9:10; Salmo 72:8) Già 207 paesi e gruppi di isole hanno udito, e questo in 165 lingue. Nell’immutabile tempo stabilito da Dio, fra breve, tutta la cristianità e tutti gli altri elementi di questo sistema di cose mondano dovranno essere spazzati via da tutto questo territorio nell’imminente “grande tribolazione” quale il genere umano non ha mai conosciuto. In Rivelazione 19:11-21 il Cristo–Messia è raffigurato non più a cavallo di un pacifico asino, ma su un bianco cavallo da guerra, che in battaglia va alla carica per cacciare via tutti gli oppositori i quali dal 1914 E.V. hanno occupato abusivamente il suo dominio terrestre.
I PRIGIONIERI SI VOLGONO ALLA FORTEZZA
34. (a) Gesù il Messia proclamò semplicemente la liberazione dei prigionieri? (b) L’annuncio di Geova alla “donna” in Zaccaria 9:11, 12 pone quali domande?
34 Gesù il Messia, quando fu sulla terra come essere umano perfetto, fu mandato a “proclamare la libertà a quelli presi prigionieri”. (Isaia 61:1; Luca 4:16-21) Non solo egli la proclama, ma dopo averne fatto la proclamazione la concede ai prigionieri. La dichiarazione che Geova fece per mezzo di Zaccaria lo preannuncia, allorché continua, dicendo: “Anche tu: o donna, per il sangue del tuo patto senz’altro farò uscire i tuoi prigionieri dalla fossa nella quale non è acqua. Tornate alla fortezza, prigionieri della speranza”. (Zaccaria 9:11, 12) Chi è colei alla quale qui si parla come a una donna, chi sono i “prigionieri” e che cos’è la “fortezza”?
35. La “donna” alla quale qui ci si rivolge è in un patto il cui sangue fu versato in quale occasione?
35 Colei alla quale ci si rivolge come se fosse una donna è l’organizzazione che è in un patto con Geova Dio per il prezioso sangue della vita. No, non è la Gerusalemme terrestre né la nazione terrena del circonciso Israele naturale. È vero che l’antica nazione d’Israele fu in un patto nazionale con Geova per mezzo del sangue delle vittime animali sacrificate dal mediatore Mosè al monte Sinai in Arabia. (Esodo, capitolo 24) Secondo quel patto nazionale convalidato con tale sangue animale, il rimanente degli Israeliti era stato liberato dalla prigione del suo esilio di Babilonia nel 537 a.E.V. Ma ciò che ora Geova diceva per mezzo di Zaccaria era una liberazione nel lontano futuro, molto dopo quella liberazione dall’esilio babilonese. È un affrancamento dalla fossa priva d’acqua che segue la presentazione del messianico Re di Geova. Segue la trionfante cavalcata di Gesù in Gerusalemme cinque giorni prima della Pasqua giudaica del 33 E.V. Quel giorno di Pasqua fu sparso sangue di sacrificio.
36. Al sangue di chi si fa qui riferimento, e con chi si fa il patto mediante il sangue, e chi è colei alla quale Zaccaria 9:11 si rivolge come a una “donna”?
36 Il sangue di chi? Il sangue del Messia, il cui sangue era stato tipificato dal sangue di tutti gli agnelli pasquali offerti in sacrificio ogni anno dai Giudei sin da quella prima Pasqua che avevano osservata in Egitto nel 1513 a.E.V. (1 Corinti 5:7; Giovanni 1:29, 36; 1 Pietro 1:18, 19) In virtù del sangue del Messia, più prezioso di quello di tutte le vittime animali sacrificate da Israele, entrò in vigore un nuovo patto. Con chi? Non con la Gerusalemme terrestre o con l’Israele naturale, che aveva rigettato il Re messianico e ne aveva causato la morte. Ma con l’Israele spirituale, circonciso di cuore, giudeo in senso interiore. (Geremia 31:31-34; Ebrei da 8:7 a 9:15) Il Mediatore di questo nuovo patto fra Geova e l’Israele spirituale è il Messia Gesù. È all’Israele spirituale che ci si rivolge dunque come a una donna la quale è in un patto mediante il sangue, in Zaccaria 9:11.
37, 38. (a) Chi sono i “prigionieri” della donna, e che cos’è in questo ventesimo secolo la fossa senz’acqua? (b) Quale più ampio significato si potrebbe dare alla fossa priva d’acqua, e quale patto il sangue mette in vigore?
37 Dov’erano, quindi, quei “prigionieri” di tale simbolica donna? In questo ventesimo secolo e in questo “termine del sistema di cose” questi “prigionieri” sono l’unto rimanente degli Israeliti spirituali. La storia di questo secolo attesta che durante la prima guerra mondiale questi vennero a trovarsi in effetti schiavi della religiosa Babilonia la Grande e dei suoi sostenitori politici e militari. In quella condizione furono come in una “fossa nella quale non è acqua”. In essa non c’è nessun ristoro spirituale, nessuna speranza di venire fuori! Ma mediante il sangue sparso di Cristo quale sacrificio di riscatto i loro peccati in quella condizione furono loro perdonati e furono ristabiliti nel favore di Geova e nel loro giusto paese spirituale sulla terra, in quanto non furono più esiliati da Lui. Ma la fossa priva d’acqua può anche raffigurare quella più grande condizione sfavorevole d’essere sotto la generale condanna del peccato e sotto la sua pena della morte, ereditata dai nostri peccatori primogenitori umani, Adamo ed Eva. In realtà ci volle il redentore sangue di Cristo perché quelli che formano questo rimanente spirituale fossero tratti fuori di tale condizione. Il suo sangue fu quello che si applicò per mettere in vigore il nuovo patto. Gesù disse:
38 “Questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati”. (Matteo 26:28) “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore”. — Luca 22:20; Ebrei 13:20.
39. Solo la speranza di quale fonte avrebbero potuto nutrire quei “prigionieri” nella fossa senz’acqua, e quale invito Geova rivolse loro nel 1919 E.V.?
39 Così con l’applicazione del sangue del nuovo patto stipulato con l’Israele spirituale, Geova degli eserciti fece uscire il rimanente prigioniero fuori della “fossa” senz’acqua della condanna del peccato e della morte. (Ebrei 12:24) La religiosa Babilonia la Grande non aveva offerto a questi “prigionieri” nessuna speranza; essi avrebbero potuto nutrire “speranza” solo confidando nelle amorevoli promesse di Geova Dio e del suo Messia. A questi che erano nell’esilio spirituale sotto Babilonia la Grande, Geova degli eserciti rivolse nel 1919 E.V. l’invito: “Tornate alla fortezza, prigionieri della speranza”. — Zaccaria 9:12.
40. (a) Quella chiamata divina che cosa significò che i “prigionieri” dovessero fare? (b) Che cos’è la “fortezza” a cui i prigionieri dovevano tornare?
40 Quell’invito divino significò per quei “prigionieri della speranza” uscire da Babilonia la Grande! (Rivelazione 18:1-4) La parola “fortezza” ci rammenta le parole di II Samuele 5:7-9: “Davide catturava la fortezza di Sion, cioè la città di Davide. . . . E Davide prese a dimorare nella fortezza, e fu chiamata la città di Davide”. Ma la capitale del re Davide fu allargata per includere più che il monte Sion, ed essa fu chiamata Gerusalemme. Così la “fortezza” è Gerusalemme non tanto perché fosse in se stessa molto fortificata come città, ma per ciò che rappresentava. Che cosa rappresentava? Il messianico regno di Dio, poiché il suo re umano era unto con santo olio per regnare e questo unto re sedeva sul “trono di Geova”. — 2 Samuele 5:1-3; 1 Cronache 29:23.
41. (a) Questo ritorno dei “prigionieri” da che cosa fu tipificato nel 537 a.E.V.? (b) Perché nel 1919 E.V. i “prigionieri” poterono tornare al Regno?
41 Nel 537 a.E.V. il rimanente degli esiliati a Babilonia ritornò nel paese di Giuda e riedificò la città di Gerusalemme, e così tornò alla fortezza terrena. La loro condotta fu tipica del modo d’agire del moderno rimanente dell’Israele spirituale. Ubbidendo all’invito di Geova, l’unto rimanente uscì da Babilonia la Grande nel 1919 E.V. e tornò alla “fortezza” spirituale. Che cosa poteva essere una fortezza più inespugnabile dell’incrollabile regno messianico di Dio? Come la terrestre fortezza di Gerusalemme rappresentò il messianico regno di Geova, in maniera simile la fortezza spirituale raffigura ciò a cui l’antica Gerusalemme aveva divino diritto, cioè il regno di Geova del vero Messia assiso alla destra di Dio in cielo. I Tempi dei Gentili perché le nazioni calpestassero quel divino diritto al Regno finirono nel 1914 E.V., e immediatamente nacque nei cieli il regno messianico. (Rivelazione 12:1-9) L’unto rimanente, essendo stato liberato nel 1919 E.V., poté dunque ‘tornare’ a quel Regno paragonato a una fortezza, che aveva proclamato sin dal 1914 E.V. Essi mostrarono d’aver fatto questo, rinnovando come non avevan mai fatto prima la loro predicazione del Regno.
42. Che cosa può dire oggi il rimanente dell’Israele spirituale circa l’adempimento della promessa che Geova fece alla “donna”: “Oggi ti annuncio: ‘Ti ripagherò, o donna, una porzione doppia’”?
42 C’era un’eccellente ragione perché l’unto rimanente ‘tornasse alla fortezza’, giacché Geova degli eserciti continuò a dire all’Israele spirituale come a una donna: “Altresì, oggi ti annuncio: ‘Ti ripagherò, o donna, una porzione doppia’”. (Zaccaria 9:12) E non ha fatto questo Geova degli eserciti? Sì. Mentre l’unto rimanente dei liberati Israeliti spirituali oggi guarda il passato, è costretto ad ammettere che ciò che dovette sopportare durante la prima guerra mondiale per mano di Babilonia la Grande e dei suoi amanti mondani non fu nulla in paragone con le benedizioni spirituali che ha ora nella sua giusta condizione spirituale. Specialmente dalla fine della seconda guerra mondiale! È stato più di quanto si aspettasse per mano del suo Liberatore, Geova degli eserciti. È stato come una “porzione doppia”. Quali benedizioni essi godono!
GUERRA SPIRITUALE CONTRO LA SETTIMA POTENZA MONDIALE
43. In Zaccaria 9:13-15, come Geova disse che avrebbe impiegato il suo popolo in un’offensiva guerra spirituale?
43 Geova degli eserciti previde i futuri assalitori del suo popolo, dei suoi adoratori. Quale azione avrebbe compiuta? Sia offensiva che difensiva. In quanto alla sua azione offensiva, disse: “‘Poiché di sicuro tenderò Giuda come mio arco. Di sicuro riempirò l’arco di Efraim, e desterò i tuoi figli, o Sion, contro i tuoi figli, o Grecia, e ti farò [vale a dire, Sion] come la spada dell’uomo potente’. E su di loro si vedrà Geova stesso, e la sua freccia dovrà uscire proprio come il lampo. E il Signore Geova stesso suonerà il corno, e per certo andrà coi turbini del sud. Geova degli eserciti stesso li difenderà, ed essi effettivamente divoreranno e soggiogheranno le pietre da fionda. E dovranno bere — saranno tumultuosi — come se ci fosse vino; ed effettivamente diverranno pieni come la scodella, come gli angoli dell’altare”. — Zaccaria 9:13-15.
44. La gioia del vittorioso popolo di Geova doveva essere come la gioia causata con quale mezzo, e la venuta di quale potenza mondiale non aveva quindi bisogno di temere?
44 In tale guerra figurativa, gli adoratori di Geova devono essere vittoriosi, poiché saranno ripieni di gioia come se il loro cuore si fosse rallegrato col vino. (Salmo 104:15) Quindi, nel giorno di Zaccaria, i ristabiliti Israeliti non ebbero nulla da temere dai ‘figli della Grecia’, quando Alessandro Magno li condusse alla posizione di dominio mondiale come la Quinta Potenza Mondiale. Babilonia la distruttrice di Gerusalemme era ora caduta come la Terza Potenza Mondiale. La Media-Persia dominava allora la terra come la Quarta Potenza Mondiale. E nel 332 a.E.V. la Grecia doveva prenderne il posto come la Quinta Potenza Mondiale e governare il paese di Giuda.
45. (a) Con quale indiretto sviluppo sorto dalla Potenza Mondiale Greca l’unto rimanente ha dovuto fare la guerra spirituale, e su quale contesa? (b) Come han prevalso i ‘figli di Sion’?
45 Comunque, secondo Daniele 8:8-25, dall’Impero Greco doveva sorgere l’Impero Romano come la Sesta Potenza Mondiale e poi doveva continuare come il simbolico ‘piccolo corno’, la duplice potenza mondiale anglo-americana quale Settima Potenza Mondiale. Con questa Settima Potenza Mondiale reputata cristiana ha dovuto contendere l’unto rimanente dell’Israele spirituale, specialmente durante la prima e la seconda guerra mondiale. È una guerra spirituale quella che han dovuto combattere nello sforzo di mantenersi neutrali alle controversie delle potenze politiche mondiali e di ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini nazionalistici. (Atti 5:29-32) Gli spirituali ‘figli di Sion’ han prevalso mediante la fede nella Parola di Dio e mediante la loro fedeltà al messianico regno di Geova. Questo non è accaduto finora del Movimento Sionista dei circoncisi Giudei naturali.
46. Come Geova impiega il suo unto rimanente sulla terra a somiglianza di un arco e di una freccia, quanto è veloce la sua freccia, come suona il suo simbolico “corno”, e che cosa usa come la “spada dell’uomo potente”?
46 Quando la Settima Potenza Mondiale propose e sostenne la Lega delle Nazioni nel 1918-1919 come “espressione politica del Regno di Dio sulla terra”, il messianico regno di Geova com’era stato stabilito nei cieli nel 1914 E.V. e com’era stato raffigurato dall’antica Sion si ergeva in opposizione alla contraffazione istituita dagli uomini. Geova impiegherà il suo regno come la “spada dell’uomo potente”. I “figli del regno” (figli spirituali di Sion) proclamano in tutto il mondo il messaggio del Regno, che è anche una spada spirituale. (Matteo 13:38, 43; Efesini 6:17) Come l’antica Giuda (l’arco) e come Efraim (la freccia), Geova impiega i più vecchi sopravvissuti dell’unto rimanente per spingere i più nuovi come una freccia nella dichiarazione del messaggio di giudizio del Sovrano Signore Dio contro i nemici del regno messianico. La simbolica “freccia” di Geova esce “proprio come il lampo” per proclamare il Regno, per dichiarare “il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. (Isaia 61:1, 2) Per mezzo delle attuali spiegazioni della sua sacra Parola la Bibbia, Geova suona il “corno” spirituale per invitare il suo unto rimanente alla guerra spirituale.
47. (a) Specialmente da quando Geova e stato visto sul suo popolo, e sotto quale aspetto l’ha difeso? (b) Come hanno assoggettato le figurative “pietre da fionda”, e a che cosa si riempiono di gioia come di vino?
47 Egli stesso si vede su di loro, poiché dal 1931 E.V. sono stati distintamente chiamati col suo nome, cristiani testimoni di Geova. Contro i nemici del suo regno messianico egli andrà come “coi turbini del sud”, che nel Medio Oriente sono notoriamente violenti. Ma il suo fedele rimanente di Israeliti spirituali egli lo difenderà, preservandone la fede e la spiritualità e il paese spirituale dato loro da Dio. I nemici lanciano molti assordanti deterrenti contro il restaurato rimanente, ma tali simboliche “pietre da fionda” il rimanente mostra che ha la capacità di riceverle senza essere distolto dall’azione e in realtà soggiogherà tali “pietre da fionda”, annullandone l’effetto. Proprio come le scodelle del tempio si riempivano del sangue delle vittime animali ed eran versate contro il lato dell’altare di rame per i sacrifici, facendone gocciolare gli angoli, così Geova riempirà di gioia il difeso rimanente versando il sangue vitale dei suoi nemici nella distruzione, come se il sangue dei nemici fosse vino da bere secondo la legge per rallegrarne il cuore.
48. Con quale specie di tenerezza Geova promise di trattare il suo popolo dedicato, e come quale specie di pietre ha scintillato?
48 Invece d’essere come un guerriero assalitore contro il suo rimanente di Israeliti spirituali, Geova sarà tenero verso di loro come un pacifico pastore. Egli porta dunque la sua “dichiarazione” a un punto culminante, dicendo: “E Geova loro Dio per certo li salverà in quel giorno come il gregge del suo popolo; poiché saranno come le pietre di un diadema che scintillano sul suo suolo. Poiché oh quant’è grande la sua bontà, e quant’è grande la sua bellezza! Il grano è ciò che farà crescere i giovani, e il vino nuovo le vergini”. — Zaccaria 9:16, 17.
49, 50. (a) Da quando Geova onora quelli che onorano il suo nome? (b) Come Geova agisce quale Salvatore del suo gregge, e quanto prezioso Gli è questo?
49 Ai giorni di Zaccaria, questa fu una profezia che rafforzò il cuore. Oggi, in questo tardo “tempo della fine” della Settima Potenza Mondiale e di tutto il resto di questo militarizzato sistema di cose, la profezia è qualche cosa che ora si avvicina al suo grande climax.
50 Dalla pubblicazione dell’articolo principale: “Chi onorerà Geova?” nel numero de la Torre di Guardia (inglese) del 1º gennaio 1926, in tutto il mondo è stato notevolmente dichiarato che Geova è l’Iddio dell’unto rimanente degli Israeliti spirituali. Come Egli aveva detto molto tempo fa mediante un profetico “uomo di Dio”: “Onorerò quelli che mi onorano”, onorò in effetti questo rimanente che onorava Geova. (1 Samuele 2:30) Li salvò attraverso le persecuzioni e i pericoli della peggiore guerra di tutta la storia umana, la seconda guerra mondiale (1939-1945 E.V.), perché questi onorabili Israeliti spirituali gli eran cari, come un gregge di pecore lo è nel Medio Oriente per il suo pastore. Come son preziose le pietre di un diadema regale per chi se lo mette, essendo il suo aspetto reso stupendo dal loro splendore! Come sono preziose quelle splendide pietre in un copricapo regale, così sono i fedeli dello spirituale “gregge del suo popolo”. Ancora li salverà dal finale assalto del nemico.
51. Com’è il quadro mentale che il rimanente ha di Geova, e come con quali provviste li ha fatti prosperare spiritualmente?
51 Com’è risultata grande verso di loro la bontà di Geova! Com’è bello il quadro mentale che essi hanno di Lui! Come con abbondanti raccolti di grano egli li ha alimentati di cibo spirituale della sua rivelata sacra Parola. Come con vino nuovo sono stati allietati i loro cuori. Tutto questo li ha fatti prosperare spiritualmente.
[Nota in calce]
a Si paragonino Sofonia 3:14; Isaia 44:23; Salmo 41:12; Giobbe 38:7.
[Cartina a pagina 260]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
PAESE DI PALESTINA
DURANTE IL REGNO DEI RE PERSIANI
CHITTIM (CIPRO)
Amat
MARE MEDITERRANEO
Ribla
PAESE DI ADRAC (?)
Monti del Libano
SIRIA
FENICIA
Sidone
Tiro
Damasco
BASAN
Samaria
Fiume Giordano
EFRAIM
Gerusalemme
Asdod
Ascalon
Gaza
FILISTEA
Ecron
GIUDA
Gat
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Unificazione nonostante le false predizioniParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XVII
Unificazione nonostante le false predizioni
1. Riconducendo i popoli sparsi nel loro proprio paese fino al massimo che il territorio possa contenere, quali problemi possono sorgere in questi giorni di esplosione demografica e di sovrastante carestia mondiale?
MINACCIOSI avvertimenti si fanno risuonare in questi giorni sulla sovrappopolazione della terra — l’esplosione demografica — e sulla carestia mondiale che avrebbe inizio nel 1975 E.V. Sembra strano, perciò, che si parli profeticamente di giovani e fanciulle vergini che prosperino col grano del campo e col sontuoso vino delle vigne. Sì, e che si generi altra popolazione fino al punto che non ci sia più posto per altri. Sembra che per le popolazioni di alcune nazioni che si moltiplicano rapidamente si debba trovare altro posto a spese di territorio fuori dei confini nazionali, prendendolo dai paesi vicini. Si deve produrre più cibo; si deve coltivare più terreno. Perché, allora, radunare il popolo sparso di una nazione entro i suoi confini nazionali, fino al massimo che il territorio possa contenere? Come potrà risolversi il suo problema alimentare?
2. In contrasto con i governi umani, per chi non c’è nessun problema alimentare, secondo Salmo 104:13-16?
2 Il problema alimentare? Per i governi umani, sì! Ma per Colui che piantò il paradiso del genere umano, No! Anche oggi non esiste nessun problema per Colui del quale si scrisse sotto ispirazione più di ventitré secoli avanti l’attuale situazione mondiale: “Egli adacqua i monti dalle sue camere superiori. Col frutto delle tue opere si sazia la terra. Fa germogliare l’erba verde per le bestie, e la vegetazione per il servizio del genere umano, per far uscire cibo dalla terra, e vino che fa rallegrare il cuore dell’uomo mortale, per far splendere la faccia con olio, e pane che sostiene il medesimo cuore dell’uomo mortale. Gli alberi di Geova si saziano, i cedri del Libano che egli piantò”. — Salmo 104:13-16.
3. In quale direzione Zaccaria 10:1, 2 ci fa volgere per cercare liberazione?
3 Gli uomini che confidano in sé facciano le predizioni che osano per risolvere con i combinati sforzi umani il problema mondiale, ma c’è una sola direzione in cui guardare per ottenere sollievo. In quella direzione la dichiarazione che viene da una fonte superiore a quella dell’uomo e dei diavoli, e che è scritta in Zaccaria 10:1, 2, fa volgere tutti noi, dicendo: “Chiedete a Geova la pioggia nel tempo della pioggia primaverile, sì, a Geova che fa le nuvole della tempesta, e che dà loro il rovescio di pioggia, a ciascuno la vegetazione nel campo. Poiché i terafim stessi hanno proferito ciò che è magico; e i praticanti di divinazione, da parte loro, hanno avuto visione di falsità, e continuano a pronunciare sogni senza valore, e invano cercano di confortare. Perciò si dipartiranno per certo come un gregge; saranno afflitti, perché non c’è nessun pastore”.
4. Come la capacità del Creatore di dar pioggia in un determinato tempo fu dimostrata nel giorno di Noè e nel giorno di Elia?
4 La capacità del Sovrano Signore Geova, il Creatore, di dar pioggia in proporzioni mondiali fu dimostrata nell’anno 2370 a.E.V., quando, alla fine di una settimana in cui a Noè e alla sua famiglia era stato detto di far entrare esemplari degli animali e degli uccelli nella gigantesca arca, cominciò a piovere su tutta la terra per quaranta giorni e l’intera superficie della terra fu inondata per un anno. (Genesi, capitoli 6-8) Un’altra occasione in cui fece cadere la pioggia in un tempo determinato, e questo in risposta alla preghiera, fu quando, alla fine di tre anni e mezzo di siccità in tutto il paese del Regno di dieci tribù d’Israele, pregò il profeta Elia. L’inizio di questa risposta alla preghiera di un uomo giusto fu “una piccola nube come una mano d’uomo che sale dal mare [Mediterraneo]”, dopo di che “i cieli stessi si oscurarono di nubi, e c’erano vento e un gran rovescio di pioggia”. — 1 Re 18:43-45; Giacomo 5:16-18; Luca 4:25, 26.
5. Quale condizione in cui si trovarono negli anni che avevano trascurato l’edificazione del tempio diede prova ai Giudei ristabiliti che i “rovesci di pioggia di benedizione” (Ezechiele 34:26) non dovevano considerarsi una cosa dovuta?
5 Al fedele rimanente ristabilito nel paese di Giuda fu promesso che Geova avrebbe dato loro eccellenti condizioni ecologiche o ambientali. Egli disse: “E per certo farò d’esse e dei dintorni del mio colle una benedizione, e farò scendere a suo tempo il rovescio di pioggia. Vi saranno rovesci di pioggia di benedizione”. (Ezechiele 34:26) Comunque, il rimanente non doveva considerare questo come una cosa dovuta. Negli anni che avevano trascurato la riedificazione del tempio di Dio in Gerusalemme, avevano subìto l’ardente calore nel paese, e “i cieli trattennero la loro rugiada, e la terra stessa trattenne il suo prodotto. E [io, Geova,] chiamavo l’aridità sulla terra, e sui monti, e sul grano, e sul vino nuovo, e sull’olio, e su ciò che la terra produceva, e sull’uomo terreno, e sull’animale domestico, e su tutta la fatica delle vostre mani”. (Aggeo 1:10, 11; 2:16, 17; Zaccaria 8:10-12) Quindi ritennero necessario pregare Colui “che fa le nuvole della tempesta, e che dà loro il rovescio di pioggia”. — Zaccaria 10:1.
6. Sono in grado i falsi dèi del superstizioso popolo pagano di dare la pioggia, e quale dichiarazione in quanto a dare la pioggia gli ecologi ancora trovano veritiera?
6 Al fedele rimanente che Gli rivolse le proprie preghiere, insieme all’ubbidienza ai suoi comandamenti, diede “a ciascuno la vegetazione nel campo”. L’appezzamento di terreno di ciascun fedele individuo fu benedetto con la necessaria vegetazione per cibo. I falsi dèi del superstizioso popolo pagano non sono quelli a cui rivolgersi in preghiera. Rivolgendosi a Colui che dal cielo dà la pioggia, il precedente profeta Geremia disse: “Esiste fra gli idoli vani delle nazioni alcuno che possa versare pioggia, o possono pure i cieli stessi dare acquazzoni? Non sei forse Tu, o Geova nostro Dio? E noi speriamo in te, poiché tu stesso hai fatto tutte queste cose”. (Geremia 14:22) Tutti gli odierni ecologi o esperti dell’ambiente, che non prendono in considerazione Geova Dio, troveranno ancora verace l’ispirata dichiarazione della Bibbia relativa a Colui che dà la pioggia, Geova.
7. Perché l’unto rimanente non prega che la pioggia letterale allontani la carestia mondiale, e che cosa sanno che è più importante per sopravvivere?
7 Nel tempo attuale l’unto rimanente dell’Israele spirituale, che presta la propria attenzione principalmente alla restaurazione della pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale, non prega perché sulla terra scenda la pioggia letterale con la speranza di prevenire la carestia mondiale. Essi ricordano che Gesù Cristo predisse che in questo “termine del sistema di cose”, le “carestie”, “penuria di viveri”, avrebbero accresciuto le sofferenze delle nazioni e dei popoli del mondo. (Matteo 24:7, Na; NM) Sanno che per sopravvivere alla grande “tribolazione” mondiale avvenire e per ottenere la vita nel nuovo sistema di cose di Dio sono più importanti le benedizioni spirituali: l’accresciuto intendimento della Sacra Bibbia e delle sue profezie, una favorevole relazione con Dio, una maggiore porzione del suo spirito santo o forza attiva, le regolari adunanze col suo popolo dedicato, la partecipazione alla predicazione della buona notizia del suo regno messianico, la guida e la protezione divine in ogni nostro sforzo per fare la Sua volontà. Il rimanente timorato di Dio ha pregato perché fossero versate tali benedizioni. Quindi il suo paese spirituale ha prodotto molta “vegetazione”. È divenuto un Paradiso spirituale. — 2 Corinti 12:4.
8. A che cosa come a dèi si è rivolta la cristianità per le proprie benedizioni, ma con quale preannunciato risultato?
8 Contrariamente alla sua “forma di santa devozione”, la cristianità cerca le sue benedizioni ai falsi dèi di questo mondo, al commercialismo, al militarismo, all’istruzione evoluzionistica, al patriottismo, alla scienza e alla tecnologia moderne, e alle Nazioni Unite. I suoi capi politici perfino consultano astrologi e medium spiritici. Quali sono i risultati che abbiamo notati? Esattamente quelli che Zaccaria 10:2 preannunciò: “Poiché i terafim stessi hanno proferito ciò che è magico; e i praticanti di divinazione, da parte loro, hanno avuto visione di falsità, e continuano a pronunciare sogni senza valore, e invano cercano di confortare. Perciò si dipartiranno per certo come un gregge; saranno afflitti, perché non c’è nessun pastore”.
9. In che modo le persone della cristianità sono state colpevoli di usare i “terafim” e la “divinazione”?
9 Nella loro indipendenza dalla Sacra Bibbia, i popoli della cristianità si rivolgono ai loro “terafim”, cioè ai loro dèi familiari, ai loro Pe·ʹnaʹtes, come facevano i superstiziosi Romani antichi. Confidano nelle loro proprie opinioni personali, avendo ciascuno la propria sorta di religione privata. Si rivolgono alle predizioni degli specialisti militari, economici e politici; anche ai sacerdoti e agli ecclesiastici che pregano affinché la benedizione del cielo venga su tali capi e portavoce mondani. Essi si ribellano contro la Parola di Dio che i cristiani testimoni di Geova han proclamata loro, e presuntuosamente si spingono avanti con le loro proprie idee sul modo di fare le cose. A loro si applicano le parole del profeta Samuele, che disse al disubbidiente re Saul d’Israele: “La ribellione è come il peccato della divinazione, e lo spingersi presuntuosamente avanti come il far uso del potere magico e dei terafim”. — 1 Samuele 15:23.
10. Han dato prova d’aver detto la verità quelli che avevano fatto predizioni nella cristianità, è venuto il sollievo ed e stato tenuto il gregge insieme sotto un pastore?
10 Dal punto di vista di Geova, non solo il cosiddetto mondo pagano, ma anche la cristianità è implicata con gli idolatrici terafim e col potere magico e con la divinazione demonica. Le opinioni private degli uomini sono perciò risultate erronee. Le predizioni fatte da personaggi pubblici riguardo al miglioramento delle condizioni del mondo con tutti i mezzi impiegati dagli uomini son risultate semplicemente sogni stolti, falsità. Come ha influito questo sul popolo ingannato, sviato? Per certo si diparte come un gregge di pecore, andando ciascuno per la sua propria via, come pecore che non sanno dove andare. Si sono sviati e son divenuti preda di elementi perversi della società umana. Di conseguenza si sono trovati in grande afflizione, senza nessun rimedio disponibile da parte di fonti umane. Nessun governante politico, nessuna organizzazione politica, può pascerli, per proteggerli e guidarli verso pascoli pacifici o acque quiete.
11, 12. (a) Come i governanti della cristianità non hanno seguìto l’esempio del salmista re Davide? (b) Secondo Zaccaria 10:3-7, si compiace Geova dei “pastori” politici che son guidati dal clero religioso?
11 I governanti politici, anche della cristianità che si professa cristiana, si sono rifiutati di seguire l’esempio del re Davide, che pascolò il gregge della nazione d’Israele nel 1077-1037 a.E.V. In Salmo 23:1, 2 l’ex ragazzo pastore Davide disse: “Geova è il mio Pastore. Non mi mancherà nulla. Mi fa giacere in erbosi pascoli; mi mena presso irrigui luoghi di riposo”. Potrebbe il Supremo Pastore Geova compiacersi della condotta dei governanti politici i quali come pastori dei loro popoli son guidati e sostenuti dal clero religioso della cristianità? Non secondo Zaccaria 10:3-7:
12 “La mia ira si è accesa contro i pastori, e contro i condottieri simili a capri farò una resa dei conti; poiché Geova degli eserciti ha rivolto la sua attenzione al suo branco, la casa di Giuda, e li ha resi come il suo cavallo di dignità nella battaglia. Da lui [Giuda] è l’uomo principale, da lui è il sostegno del governante, da lui è l’arco da battaglia; da lui esce ogni soprintendente, tutti insieme. E devono divenire come uomini potenti che calpestino il fango delle vie nella battaglia. E si devono impegnare in battaglia, poiché Geova è con loro; e quelli che cavalcano i cavalli dovranno provare vergogna. E per certo renderò superiore la casa di Giuda, e salverò la casa di Giuseppe. E per certo darò loro una dimora, poiché mostrerò loro misericordia; e devono divenire come quelli che non avevo respinti; poiché io sono Geova loro Dio, e risponderò loro. E quelli di Efraim devono divenire proprio come un uomo potente, e il loro cuore si deve rallegrare come dal vino. E i loro propri figli vedranno e per certo si rallegreranno; il loro cuore gioirà in Geova”.
13. Il clero ha lasciato i “pastori” politici e i “condottieri simili a capri” nell’ignoranza sull’attitudine di chi verso di loro, e come?
13 Anche nella cristianità i “pastori” politici non comprendono che l’ira di Geova si è accesa contro di loro. Non prega per loro il clero religioso e invoca su di loro la benedizione del cielo? In modo simile, gli ostinati “condottieri simili a capri” della cristianità non credono e non temono che Geova degli eserciti faccia i conti con loro. Non vanno essi nelle chiese della cristianità e i sacerdoti e i predicatori non agiranno dunque presso Dio come loro mediatori e non correggeranno per loro le cose presso Dio? Non attendono quindi di sentire il calore dell’ardente ira di Geova nella preannunciata “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Non mostrano nessuna preoccupazione per i conti che egli farà con loro ad Har-Maghedon, nel campo di battaglia di quella “guerra”. Comunque, sebbene il loro clero religioso abbia lasciato questi “pastori” politici e “condottieri simili a capri” nell’ignoranza e nella propria compiacenza, Geova degli eserciti non ha per certo fatto questo. Egli ha fatto dare loro notifica, e ha fatto ciò molto in anticipo e ripetute volte. Con quale mezzo?
14. Per mezzo di chi Geova ha dato tale notifica molto in anticipo, e come egli ha trasformato questi che erano simili a pecore rendendoli simili a un maestoso cavallo da guerra?
14 Per mezzo dei suoi unti testimoni cristiani, l’antitipica “casa di Giuda”. Questi non hanno seguito gli ingannevoli “pastori” politici e i “condottieri simili a capri” della cristianità. Geova è il loro Pastore sin dal 1919 E.V. Egli ha rivolto loro la sua favorevole attenzione come al suo “branco” di pecore. Durante la prima guerra mondiale essi furono invero come pecore in quanto non presero parte al combattimento militare insieme alla cristianità, ma furono assoggettati a politici, militari sfruttatori del genere umano simili a bestie, i quali avevano l’approvazione e il sostegno del clero religioso. Ma da quel primo conflitto mondiale il grande Pastore celeste ha radunato il suo “branco”, la spirituale “casa di Giuda”. Da simile a pecore, Egli l’ha trasformato rendendolo simile al “suo cavallo di dignità nella battaglia”. Per mezzo della sua Parola e dello spirito santo ha impartito loro un coraggio simile a quello di un maestoso cavallo da battaglia. — Zaccaria 10:3.
15. Perché questa trasformazione doveva avvenire nella spirituale “casa di Giuda” dal 1914 E.V.?
15 Così doveva essere. Poiché, alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V., Geova Dio intronizzò nei cieli il “Leone che è della tribù di Giuda” e gli comandò: “Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici”. (Rivelazione 5:5; Genesi 49:9, 10; Salmo 110:1, 2) Com’è il Condottiero della spirituale “casa di Giuda”, così dovrebbero essere gli altri componenti della “casa”. Riguardo a questa “casa di Giuda”, Geova continua, dicendo: “Da lui è l’uomo principale, da lui è il sostegno del governante [letteralmente, il piolo], da lui è l’arco da battaglia; da lui esce ogni soprintendente, tutti insieme”. — Zaccaria 10:4.
16. (a) Chi era “l’uomo principale” nel giorno di Zaccaria, ma chi lo è nel nostro giorno? (b) Come è egli il “sostegno del governante”, l’“arco” da battaglia e il “soprintendente”?
16 Nel giorno di Zaccaria, “l’uomo principale” era il governatore Zorobabele figlio di Sealtiel della tribù di Giuda. Nel nostro giorno, dalla nascita del regno messianico di Geova nel 1914 E.V., “l’uomo principale” è il glorificato Gesù Cristo che discese da Davide della casa di Giuda. Le cose si accentrano in lui; in lui convergono le responsabilità d’importanza regale. Come un “piolo” da cui dipendano e traggano sostegno gli interessi regali, “il sostegno del governante” è il Re messianico. Nell’onnipotente mano del suo Dio, Geova degli eserciti, egli è “l’arco da battaglia”, per ferire e abbattere da lontano i nemici. Egli è il Capo Soprintendente, che assegna i compiti regali a tutti i componenti della “casa di Giuda”, alcuni dei quali nomina sottosoprintendenti, e tutti devono lavorare insieme a lui come loro Capo e Condottiero. Con lui alla loro testa, tutta la “casa di Giuda” ha ragione d’esser coraggiosa.
17. Perché i tempi richiedono coraggio da parte della spirituale “casa di Giuda”, come in guerra?
17 I tempi richiedono coraggio simile a quello di Cristo. Non osiamo lasciare che la situazione mondiale ci paralizzi col timore. Siamo stati pienamente preavvertiti che questo sarebbe stato un tempo di guerra contro l’unto rimanente dell’Israele spirituale, in quanto Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici sono stati cacciati dal cielo per opera del regno messianico, e riguardo a questo avversario simile a un dragone è stato scritto perché oggi lo leggiamo: “E il dragone si adirò contro la donna [l’organizzazione celeste di Dio], e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”. (Rivelazione 12:17) Così, con l’aiuto del suo Dio, sul rimanente della spirituale “casa di Giuda” si è adempiuta la promessa divina: “E devono divenire come uomini potenti che calpestino il fango delle vie nella battaglia. E si devono impegnare in battaglia, poiché Geova è con loro; e quelli che cavalcano i cavalli dovranno provare vergogna”. — Zaccaria 10:5.
18. (a) Perché la spirituale “casa di Giuda” dovette impegnarsi nella battaglia, e chi è dalla loro parte? (b) A causa di che cosa quelli “che cavalcano i cavalli” han dovuto subire la vergogna?
18 Qui c’è l’immagine di vittoriosi guerrieri che hanno invaso la fortezza nemica, le cui vie sono arrossate dal sangue dei difensori uccisi. Gli invasori devono dunque calpestare il fango formato dal sangue mischiato con la polvere. Ma per l’unto rimanente della spirituale “casa di Giuda” la guerra è oggi spirituale, con armi che sono “potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate”. (2 Corinti 10:4; Efesini 6:14-18) In questo “giorno malvagio”, in cui il dragone Satana il Diavolo e i suoi demoni sono stati gettati su questa terra, l’unto rimanente non può evitar d’essere coinvolto nella battaglia. Essi l’hanno coraggiosamente intrapresa, “poiché Geova è con loro”. Che siano ancora impegnati nella battaglia per appressarsi ora al termine del “tempo della fine” denota il loro trionfo spirituale. Ma in quanto a quei nemici che confidano nei “cavalli”, cioè nel modo di combattere del mondo contro gli adoratori di Geova, hanno davvero subìto la vergogna, la delusione. Tutta l’opposizione, l’interferenza e la persecuzione di questi “che cavalcano i cavalli” non sono riuscite a fermare il rimanente della spirituale “casa di Giuda”.
UNA NAZIONE UNIFICATA
19. (a) Quale separazione ebbe luogo nella nazione di dodici tribù d’Israele nel 997 a.E.V.? (b) In che modo i sopravvissuti di entrambi i regni che ne risultarono furono esiliati insieme a Babilonia?
19 Nel giorno del profeta Zaccaria durante il sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare, la nazione d’Israele fu unificata con la liberazione del fedele rimanente da Babilonia e con la sua restaurazione nel paese di Giuda. Nell’anno 997 a.E.V. c’era stata una separazione della nazione. Dieci tribù si rivoltarono contro l’ulteriore dominio della famiglia reale di Davide; solo le tribù di Beniamino e di Giuda si mantennero leali alla linea reale di Davide. Il regno di dieci tribù d’Israele era sotto la direttiva della sua tribù più popolosa, quella di Efraim, il più giovane figlio del patriarca Giuseppe. La tribù di Manasse, figlio primogenito di Giuseppe, si allineò con la tribù del fratello Efraim. Il settentrionale regno di dieci tribù durò solo fino al 740 a.E.V., quando Samaria, allora sua capitale, fu distrutta dagli Assiri e i sopravvissuti furono deportati nei territori assiri. Ma verso il 632 a.E.V., Babilonia rovesciò l’Assiria annettendosene i territori e gli esiliati israeliti. Quando Babilonia distrusse poi Gerusalemme nel 607 a.E.V. e ne deportò i sopravvissuti a Babilonia, furono esiliate tutte le tribù.
20. (a) Perché di quegli esiliati del regno di dieci tribù si parlò come della “casa di Efraim” o come della “casa di Giuseppe”? (b) Come indicò Geova che ci sarebbe stata una unificazione di entrambe le case?
20 Poiché la tribù di Efraim, figlio di Giuseppe, dominava il regno di dieci tribù, dei suoi esiliati si parlò come della “casa di Efraim” o della “casa di Giuseppe”, il cui rappresentante principale era Efraim. Indicando che tutte le dodici tribù di Israele si sarebbero riunificate nel paese di Giuda perché vi sarebbe tornato un fedele rimanente di esiliati, Geova parla ora di entrambe le case e continua, dicendo: “E per certo renderò superiore la casa di Giuda, e salverò la casa di Giuseppe. E per certo darò loro una dimora, poiché mostrerò loro misericordia; e devono divenire come quelli che non avevo respinti; poiché io sono Geova loro Dio, e risponderò loro. E quelli di Efraim devono divenire proprio come un uomo potente, e il loro cuore si deve rallegrare come dal vino. E i loro propri figli vedranno e per certo si rallegreranno; il loro cuore gioirà in Geova”. — Zaccaria 10:6, 7.
21. (a) A chi Geova rese superiore la “casa di Giuda”, e in che modo Egli salvò la “casa di Giuseppe”? (b) Come divennero simili a quelli che Geova non aveva mai scacciati?
21 Il Sovrano Signore Dio fu Colui che rese “superiore” ai suoi nemici la “casa di Giuda”, che specialmente rappresentava il messianico regno di Davide. Gli esiliati della “casa di Giuseppe” furono pure salvati, cioè fu data loro la vittoria sui loro nemici. Geova degli eserciti diede loro una dimora insieme ai loro compagni tribali nella provincia persiana di Giuda, dopo averli liberati dall’esilio in cui l’Assiria li aveva portati. Come la casa di Giuda, questi pure divennero “proprio come un uomo potente” nel servizio di Geova. A loro egli mostrò misericordia come agli altri esiliati, e tutti insieme gli esiliati ristabiliti divennero come un popolo che non fosse mai stato allontanato a causa della sua disubbidienza. Questo fatto fu specialmente chiaro a tutti gli osservatori quando gli esiliati rimpatriati ebbero completato l’edificazione del secondo tempio a Gerusalemme, per adorarlo ivi unitamente come l’Iddio dell’intera nazione. Egli dimostrò di aver udito le loro preghiere, esaudendole.
22. (a) Perché lo stimolo a rallegrarsi è in loro più forte di quello prodotto dal vino? (b) In che modo i loro “figli” partecipano a tale gioia?
22 Lo stimolo del loro cuore a rallegrarsi fu più forte di quello che si prova dopo aver bevuto vino. Il loro stimolo era spirituale. Il loro cuore si rallegrava nel loro Dio, Geova, a causa di ciò che egli aveva fatto per loro, a causa della misericordia che aveva loro mostrata. I figli, nati nella loro riconquistata patria, avrebbero condiviso questa misericordia e bontà divina. Essi pure la videro, la provarono e se ne rallegravano con i loro genitori.
23. Nell’adempimento finale, che cosa corrisponde alla “casa di Giuda” e alla “casa di Giuseppe” (Efraim), e dove e da quando Geova le ha unite?
23 Nel finale adempimento della profezia nel nostro ventesimo secolo riguardo alla “casa di Giuda” e alla “casa di Giuseppe” (Efraim), bisogna tener conto di due parti dell’unto rimanente dell’Israele spirituale. Ci fu la parte originale che aveva avuto le difficili esperienze della prima guerra mondiale e fu ristabilita nel favore divino e liberata nel 1919 E.V. E ci fu la parte più nuova che venne liberata da Babilonia la Grande dal 1919 E.V. e che fu unita all’originale unto rimanente. L’unificazione d’essi tutti in un “popolo di speciale possesso” per Geova ebbe luogo nel paese spirituale in cui egli li raccolse dal 1919 E.V. in poi. Così poterono operare unitamente per ristabilire ed espandere l’adorazione del solo vivente e vero Dio nel Suo tempio spirituale. Con il suo invincibile spirito egli fece in modo che questo “branco” di discepoli del Suo Messia simili a pecore divenisse come un dignitoso cavallo da guerra che non avesse timore di andare alla carica nella battaglia.
24. Come l’unito rimanente mostrò ora coraggio simile a quello di un cavallo che in battaglia va alla carica? Cioè, nella proclamazione del Regno?
24 Essi divennero quindi più coraggiosi che mai nella proclamazione del messianico regno di Dio, del regno che dominava nei cieli dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Sì, continuarono a distribuire gratuiti trattatini biblici, a centinaia di milioni di copie, alle case delle persone. Ma ora non lasciarono il grosso del lavoro ad alcune centinaia di “colportori” in servizio continuo, poiché ora tutti cominciarono a bussare alle porte delle persone e a parlare ai padroni di casa e a dar loro pubblicazioni per lo studio biblico in forma di opuscoli e libri a una contribuzione nominale per l’opera. Impegnarono centinaia di radiostazioni per diffondere il messaggio del Regno in tutta la terra, organizzando in certe occasioni perfino alcune delle più grandi catene di trasmissioni radiofoniche per penetrare nelle case e farsi udire dal maggior numero di ascoltatori possibile. Quando la crescente opposizione religiosa, politica, giudiziaria rese difficile continuare la radiodiffusione del messaggio del Regno liberamente, auto acustiche sulle quali erano stati montati altoparlanti furono mandate ad annunciare il messaggio nel campo. Fonografi portatili furono portati di porta in porta per far sentire il messaggio inciso su dischi fonografici.
25. Come fu fatta un’intrepida proclamazione dei messaggi di giudizio emanati negli anni dal 1922 al 1928?
25 Nei sette anni, dal 1922 al 1928 E.V., l’unto rimanente degli Israeliti spirituali tenne una serie di sette assemblee generali o internazionali. A ciascuna di queste in successione fu dichiarato un intrepido messaggio di giudizio tratto dalla Sacra Bibbia di Dio, e fu anche accompagnato da un appropriato discorso pubblico rivolto a uditori visibili e a uditori invisibili per radio. Queste proclamazioni di messaggi di giudizio e i discorsi che li accompagnarono furono stampati in forma di trattatini gratuiti per la gratuita distribuzione in molte lingue, e centinaia di milioni di questi furon messi nelle mani delle persone in molti paesi. Questi messaggi annuali mediante la parola e la pagina stampata furono come una serie di sette trombe, che fecero risuonare i giudizi di Geova per il giorno moderno onde fossero uditi da tutto il mondo. Così sono raffigurati nel libro apocalittico di Rivelazione, ai capitoli otto e nove e undici.
26. Come la presentazione di Rivelazione della quinta tromba raffigura l’unto rimanente, dopo la liberazione da Babilonia la Grande, come bellicoso?
26 In quanto al messaggio della quinta tromba che fu fatta risuonare sotto la guida angelica, notate come Rivelazione 9:7-11 raffigura il rimanente come liberato da Babilonia la Grande sotto il simbolo delle locuste e le descrive: “E le sembianze delle locuste somigliavano a cavalli preparati alla battaglia; e sulle loro teste erano come corone simili all’oro, e le loro facce erano come facce di uomini, ma avevano capelli come i capelli delle donne. E i loro denti erano come quelli dei leoni; e avevano corazze simili a corazze di ferro. E il suono delle loro ali era come il suono dei carri di molti cavalli correnti alla battaglia. E hanno code e pungiglioni come gli scorpioni; e nelle loro code è la loro autorità di far male agli uomini per cinque mesi. Esse hanno su di loro un re, l’angelo dell’abisso. Il suo nome è in ebraico Abaddon, ma in greco ha nome Apollion”. Questo raffigura il rimanente come bellicoso.
27. Come la presentazione di Rivelazione della sesta tromba è in armonia con Zaccaria 10:3-7, mostrando che il rimanente è guerriero come “uomini potenti”?
27 L’apocalittico quadro degli effetti del suono della sesta tromba (che cominciò nel 1927 E.V.) mostra il rimanente come a cavallo di centinaia di milioni di veicoli pubblicitari per annunciare i giudizi di Geova. Guardate la descrizione: “Il numero degli eserciti di cavalleria era di due miriadi di miriadi: [io, Giovanni,] ne udii il numero. Ed ecco come vidi i cavalli nella visione e quelli che vi sedevano sopra: avevano corazze rosse come fuoco, e blu come giacinto, e gialle come zolfo; e le teste dei cavalli erano come teste di leoni, e dalle loro bocche usciva fuoco e fumo e zolfo. Mediante queste tre piaghe fu ucciso un terzo degli uomini, dal fuoco e dal fumo e dallo zolfo che usciva dalle loro bocche. Poiché l’autorità dei cavalli è nella loro bocca e nelle loro code; poiché le loro code sono simili a serpenti e hanno teste, e con queste danneggiano”. (Rivelazione 9:16-19) Queste simboliche visioni sono dunque in armonia con Zaccaria 10:3-7, che paragona il restaurato rimanente al “cavallo di dignità nella battaglia” e a “uomini potenti”.
SUPERATI POTENTI OSTACOLI
28. In Zaccaria 10:8-12, come disse Geova di superare gli ostacoli quando avrebbe radunato il suo popolo come dall’Egitto e dall’Assiria?
28 Come ora possiamo vedere con chiarezza, nulla è risultato per Geova degli eserciti un ostacolo insormontabile nella realizzazione del suo dichiarato proposito. Come egli avrebbe affrontato tali ostacoli è dichiarato in Zaccaria 10:8-12, che dice: “‘Dovrò fischiare per loro e li radunerò; poiché per certo li redimerò, e devono divenire molti, proprio come quelli che son divenuti molti. E li spargerò come seme fra i popoli, e nei luoghi lontani si ricorderanno di me, e devono rivivere coi loro figli e tornare. E li devo ricondurre dal paese d’Egitto; e dall’Assiria li radunerò; e li farò venire al paese di Galaad e al Libano, e non si troverà posto per loro. Ed egli deve attraversare il mare con angustia; e nel mare deve battere le onde, e tutte le profondità del Nilo si devono seccare. E l’orgoglio d’Assiria dev’essere abbattuto, e il medesimo scettro d’Egitto si dipartirà. E per certo li renderò superiori in Geova, e cammineranno nel suo nome’, è l’espressione di Geova”. — Zaccaria 10:8-12.
29. (a) Quando Geova umiliò l’orgoglio dell’Assiria, come era stato preannunciato? (b) Quando Egli fischiò al suo popolo che era sparso come seme, e quale fu la risposta a ciò?
29 In questa espressione divina il termine Assiria comprenderebbe i territori in cui gli Assiri deportarono i sopravvissuti del regno di dieci tribù d’Israele nel 740 a.E.V. Ma l’“orgoglio” dell’Assiria fu umiliato da Babilonia sotto il re Nabucodonosor. A sua volta l’“orgoglio” di questo conquistatore e spodestatore dell’Assiria fu abbattuto dallo strumento terreno di Geova, Ciro il Grande di Persia, nel 539 a.E.V. In seguito Geova poté “fischiare” agli sparsi esiliati del suo popolo nei paesi settentrionali dell’Impero Babilonese. Dove egli li aveva sparsi, si moltiplicarono come un seme seminato. Nei paesi del loro esilio, non importa quanto fossero lontani, avrebbero udito il suo ‘fischio’ e si sarebbero ricordati di lui. Questo avrebbe avuto l’effetto di ridestare essi e i loro figli generati nell’esilio. Desti e sensibili all’invito del suo ‘fischio’, sarebbero tornati nella loro patria desolata.
30. Quali ostacoli avrebbero potuto contrapporsi al radunamento del suo popolo esiliato dall’Egitto, e come Geova avrebbe affrontato quegli ostacoli?
30 Molti esiliati erano stati portati in esilio o eran fuggiti a rifugiarsi in Egitto, nel meridione. (2 Re 23:31-34; 25:22-26) Geova ‘fischiò’ dunque anche in quella direzione. Di lì raccolse i membri del rimanente perché lo adorassero nel suo tempio di Gerusalemme. Lo scettro che impugnava il governante d’Egitto non avrebbe potuto impedirlo. La volontà di Geova fu adempiuta come se lo scettro dell’autorità egiziana si fosse dipartito, come se non esistesse più. Il ‘fischio’ dell’Iddio Altissimo aveva più autorità dello scettro d’Egitto. Se le acque del deificato fiume Nilo d’Egitto fossero state un ostacolo per il Suo popolo, egli avrebbe potuto agire verso di esse come se si fossero prosciugate per il suo popolo. Se il mar Rosso fosse stato un ostacolo, avrebbe potuto attraversare quel mare con “angustia” per le sue acque. Avrebbe potuto batterne le onde, affinché i Suoi esiliati tornassero al suo luogo di adorazione in Gerusalemme. Avrebbe potuto fare di nuovo ciò che fece nel 1513 a.E.V.
31. (a) Come avrebbe Geova risolto qualsiasi tendenza a sovrappopolare il paese, e ancora avrebbe permesso la crescita? (b) In quale senso avrebbero camminato nel Suo nome?
31 Non c’era nessun timore di sovrappopolare il paese. Il Proprietario di tutta la terra avrebbe semplicemente allargato i confini del paese per i suoi esiliati ristabiliti. I loro confini avrebbero compreso il “paese di Galaad” a est del fiume Giordano. Sì, anche il paese del Libano a ovest lungo il mar Mediterraneo. In questa allargata zona di occupazione sarebbero dovuti “divenire molti, proprio come quelli che son divenuti molti”. L’incidenza della loro crescita demografica non sarebbe stata inferiore a quella di qualsiasi altro paese popoloso. Sarebbero stati tanti quanti erano sempre stati. L’Altissimo e Onnipotente Dio li avrebbe resi “superiori” a ogni sforzo straniero di opprimerli, soffocarli e diminuirli. Avrebbero camminato nel Suo nome, o come un popolo chiamato col Suo nome. Dovunque camminassero, avrebbero tenuto presente il Suo nome e avrebbero cercato di onorarlo, non facendo nulla per degradarlo.
32. Quando Geova cominciò a “fischiare” ai suoi esiliati, e come?
32 Nell’anno 537 a.E.V. Geova cominciò a “fischiare” al suo popolo esiliato mediante il decreto di liberazione emanato dal conquistatore di Babilonia, il persiano Ciro il Grande. (Esdra da 1:1 a 3:2) Quel decreto non si applicò all’Egitto, ma in seguito fu aperta la via agli esiliati ch’erano in Egitto perché tornassero nel paese che Dio aveva loro dato.
33. Quando Geova cominciò a “fischiare” agli esiliati dell’Israele spirituale, e con quale mezzo?
33 In modo simile nell’anno 1919 E.V. Babilonia la Grande subì una grande caduta per mano del più grande Ciro, il trionfante Re intronizzato Gesù Cristo. Cominciò Geova allora a “fischiare” al suo rimanente esiliato? Evidentemente, Sì! Come? In maniera notevole per mezzo di quella rivista bimensile che oggi è nota in tutto il mondo come La Torre di Guardia annunziante il Regno di Geova e che sulla copertina porta la scritta “‘Voi siete i miei testimoni’, dice Geova”. (Isaia 43:12) Essa comunicò ai membri dell’unto rimanente in tutta la terra l’invito a riunirsi a raccolta per sostenere il messianico regno di Dio. Come passo in tale direzione, essa annunciò le disposizioni per tenere un congresso generale a Cedar Point, nell’Ohio, U.S.A., dal 1º all’8 settembre 1919, e invitò tutti i lettori ad assistere.
34. (a) Quanti assisterono a quel radunamento generale nel 1919 E.V., e che cosa appresero in quanto ad allargare la predicazione del Regno? (b) L’ampliamento di quella pubblicità al Regno a quali risultati ha oggi dato luogo?
34 Circa seimila persone trovarono possibile o conveniente partecipare a questa significativa riunione e festa spirituale. Si rallegrarono d’essere ristabiliti nella loro giusta condizione spirituale sulla terra. Appresero le disposizioni di ampliare i mezzi per fare pubblicità al messianico regno di Dio dando inizio a una rivista sorella, allora chiamata L’Età d’Oro ma ora Svegliatevi! Il primo numero di questo periodico ebbe la data del 1º ottobre 1919. Sin da allora è servita come un potente veicolo per proclamare il messianico regno e l’epoca di vita, pace, felicità e prosperità che questo regno introdurrà fra breve. Era l’anno 1940 E.V. quando questa rivista cominciò a offrirsi pubblicamente nelle vie alle persone in genere. Oggi si stampano più di sette milioni di copie di ciascun numero bimensile in oltre venticinque lingue, e il numero di quelli che la ricevono e la leggono continua ad aumentare.
35. (a) Come il ‘fischio’ di Geova risuonava sempre più estesamente, e con quale effetto? (b) Come furono superati gli ostacoli per rispondere al ‘fischio’?
35 Da quell’inizio nell’anno della liberazione del 1919 E.V. la raccolta del rimanente ha fatto progresso. Mentre il sopravvissuto rimanente fedele con intrepidezza prendeva il messaggio del Regno e lo diffondeva sempre più lontano con grande gioia ed entusiasmo, il ‘fischio’ di Geova risuonava più estesamente. Molti che cercavano il vero Dio, sia entro la cristianità che fuori di essa, udirono quel ‘fischio’ che li invitava alla pura adorazione del solo vivente e vero Dio nel suo tempio spirituale. Essi compirono i loro migliori sforzi per seguirlo. Ci furono ostacoli nella loro via, cose simili al fiume Nilo o al mar Rosso o potenze politiche oppressive simili all’Assiria e all’antico Egitto? Il Dio che cercavano di adorare nel vero tempio spirituale aprì loro la sua Parola scritta e indicò loro come superare e sormontare quegli imponenti ostacoli. Bisognava prima ubbidire al ‘fischio’ di Dio!
36. Come, nel loro caso personale, l’“orgoglio dell’Assiria” dovette essere abbattuto, e lo “scettro d’Egitto” dovette ‘dipartirsi’?
36 Devono scacciare la paura. Devono ascoltare l’invito che viene dal cielo di uscire da Babilonia la Grande, da quell’impero di falsa religione che comprende non solo la cristianità ma anche il paganesimo. (Rivelazione 18:1-4) Non devono lasciare che l’“orgoglio” dei governi militarizzati e nazionalistici come quello d’Assiria li renda alteri. Devono porre il messianico regno di Geova al di sopra di tutti i governi fatti dagli uomini. Nel loro caso personale gli interessi di tutti gli alti e potenti domini umani devono essere abbattuti dinanzi agli interessi della sovranità universale di Geova e del suo strumento messianico. Il simbolico “scettro d’Egitto” che le potenze politiche di questo mondo impugnano non dovrebbe esser considerato supremo per potenza e autorità. Esse dovrebbero pensare allo scettro che impugna il messianico Re di Dio, al quale Geova disse, nel 1914 E.V.: “La verga della tua forza Geova manderà [dalla celeste] Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’”. (Salmo 110:1, 2) Il paragone di questo scettro messianico con lo “scettro d’Egitto” farà ‘dipartire’ quest’ultimo scettro umano.
37, 38. (a) Invece dell’adorazione di Stato, si deve riconoscere che Geova è che cosa? e come fu provveduto l’aiuto per apprendere questa esigenza? (b) Che cosa diceva in parte quel libro Governo, sulla “Teocrazia” e su “Geova Re”?
37 Invece di riconoscere lo Stato politico come supremo e di rendere adorazione allo Stato istituito dagli uomini, essi devono riconoscere il Sovrano Signore Geova come Dio Governatore o Teocrata. Per aiutarli a vedere questa esigenza fu provveduto loro un libro intitolato “Governo”, che fu presentato al pubblico nell’anno 1928 al congresso generale dell’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali a Detroit, nel Michigan, U.S.A., dal 30 luglio al 6 agosto 1928, in cui cominciò a suonare la simbolica settima tromba. (Rivelazione 11:15-18) Alle pagine 247-250 questo libro considerava la “Teocrazia” e “Geova Re” e in parte diceva:
38 “Quale forma di governo controllerà allora i popoli della terra? Quel governo sarà una pura teocrazia. Per secoli l’intera creazione ha emesso gemiti e ha sofferto dolori, in attesa della manifestazione di quel governo. (Romani 8:19) Ora è venuto il tempo della sua istituzione, e sia i governanti che i governati della terra dovrebbero apprendere la verità e rallegrarsi. . . . La teocrazia è un governo il cui governante è Geova Dio. Egli è Colui che fa le leggi e che le fa eseguire per mezzo degli organismi debitamente costituiti. Mentre è vero che l’autorità suprema è sempre risieduta in Geova, col rovesciamento dell’ultimo re d’Israele egli permise all’uomo di seguire il proprio corso e non ha interferito finché non è venuto il tempo di far sedere sul suo trono chi ne ha il diritto. Egli è colui che Dio ha costituito e nominato perché domini sotto Geova e in armonia con Lui. . . . La grande teocrazia, quando sarà stata vista e apprezzata dal popolo, sarà la gioia dell’intera terra”.
39. (a) Con quale forma di governo sarà restaurato il Paradiso per il genere umano, e quale specie di organizzazione ha Geova stabilito nel Paradiso spirituale del suo rimanente? (b) Quelli che desiderano unirsi al rimanente nel loro teocratico paese spirituale devono superare quali ostacoli?
39 Mediante la Teocrazia avvenire il Paradiso sarà restaurato per il genere umano. Attualmente un Paradiso spirituale esiste fra il restaurato rimanente, fra cui il Grande Teocrata ha stabilito un’organizzazione teocratica. Questo rimanente spirituale, così organizzato, pone Geova Dio al di sopra di tutti i governanti umani, autocratici o democratici, e, con le parole di Isaia 33:22, dice: “Geova è il nostro Giudice, Geova è il nostro Datore di statuti, Geova è il nostro Re; egli stesso ci salverà”. Essi assumono l’atteggiamento teocratico che i dodici apostoli di Gesù Cristo mostrarono dinanzi alla Corte Suprema di Gerusalemme: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini. . . . E noi siamo testimoni di queste cose, e anche lo spirito santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono quale governante”. (Atti 5:29-32) Quindi quelli che desiderano unirsi all’unto rimanente nel suo spirituale paese teocratico devono attraversare il corso democratico e la corrente del simbolico fiume Nilo e le mutevoli maree del simbolico mar Rosso del genere umano e si devono sottomettere alla disposizione teocratica di Geova. Per i volenterosi e gli ubbidienti Egli può rendere quegli ostacoli acquei come inesistenti.
40. (a) Rispetto a che cosa Dio ha reso il rimanente ‘superiore in Geova’, e come? (b) Come si e avverata la profezia: “Cammineranno nel suo nome”, e a fare che cosa parteciperanno col regno messianico?
40 Radunando e riunendo il suo unto rimanente dell’Israele spirituale, Dio Onnipotente l’ha invero ‘reso superiore’ a tutti gli ostacoli e a tutti gli avversari. Nel loro caso in realtà è avvenuto “non mediante forza militare, né mediante potenza [umana]”, ma mediante il suo spirito o invisibile forza attiva. È accaduto proprio come Egli disse: “Per certo li renderò superiori in Geova”. Non dovrebbero perciò onorare il Suo sacro nome e sforzarsi di agire in armonia con la preghiera che Gesù Cristo insegnò loro a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”? Essi accrescono la dignità del suo nome e fanno conoscere che “il suo nome solo è irraggiungibilmente alto”. (Salmo 148:13) Così in tutti i paesi dove oggi si trovano i membri dell’unto rimanente avviene esattamente come fu predetto in Zaccaria 10:12: “‘Cammineranno nel suo nome’, è l’espressione di Geova”. Continuando a far questo fino alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon, parteciperanno col regno messianico all’eterna rivendicazione del più grande Nome di tutto l’universo.
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