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Conseguenze per chi rigetta il Governante Pastore di DioParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XVIII
Conseguenze per chi rigetta il Governante Pastore di Dio
1. Perché non è strano che Geova paragoni a pastori i governanti a Lui inferiori?
IL Governante più grande di tutti si paragonò ripetutamente a un pastore. Prendete, per esempio, questo bel paragone che Egli fece quando preannunciò in che modo avrebbe teneramente ricondotto il suo popolo esiliato nella propria patria: “Ecco, il Sovrano Signore Geova stesso verrà pure come un forte, e il suo braccio dominerà per lui. Ecco, la sua ricompensa è con lui, e il salario che egli paga gli è dinanzi. Come un pastore pascerà il suo proprio branco. Col suo braccio radunerà gli agnelli; e li porterà nel suo seno. Quelle che allattano le menerà con cura”. (Isaia 40:10, 11, NW) Non sarebbe strano, dunque, che paragonasse a pastori i governanti minori della terra.
2. A quali piante Geova paragona notevoli governanti mondani, e a che cosa paragona in modo simile il rimanente liberato da Babilonia?
2 Paragonò pure notevoli governanti ad alberi d’alto fusto. Il regale Faraone dell’antico Egitto è così paragonato a un albero maestoso. (Ezechiele 31:1-18) Egli paragona ad alberi anche il rimanente esiliato, che Geova mediante il suo Messia o Unto libera dalla Babilonia simbolica e riconduce al paese natio datogli da Dio. Fa ciò parlando del lavoro che assegna al suo Messia, cioè: “A confortare tutti quelli che fanno lutto; ad assegnare a quelli che fanno lutto su Sion, a dar loro un’acconciatura per il capo invece di cenere, olio d’esultanza invece di lutto, manto di lode invece di spirito abbattuto; e devono esser chiamati grossi alberi di giustizia, la piantagione di Geova, perché egli sia abbellito”. — Isaia 61:1-3.
3, 4. (a) Come Zaccaria fa un contrasto tra quei “grossi alberi di giustizia” e gli “alberi” del mondo? (b) Secondo Zaccaria 11:1-3, perché urlano e ruggiscono?
3 A quei simbolici “grossi alberi di giustizia, la piantagione di Geova”, si fa riferimento nel precedente capitolo decimo della profezia di Zaccaria, ai versetti 3-12. Quale grande contrasto si fa ora fra essi e i simbolici alberi ad elevati livelli del nostro mondo oppressivo! Nel giorno di Zaccaria i maestosi monti del Libano erano coperti di foreste dei suoi “cedri del Libano” famosi in tutto il mondo e di altri fragranti alberi sempreverdi. Com’è triste pensare che tali foreste siano state devastate da una conflagrazione inestinguibile! È abbastanza da far urlare. Simili urla devono ancora essere emesse dal mondo, poiché, quasi come un seguito del capitolo dieci della profezia di Zaccaria, il capitolo undici comincia col comando divino di emettere tali urla. Leggiamo:
4 “Apri le tue porte, o Libano, affinché un fuoco divori fra i tuoi cedri. Urla, o ginepro, poiché il cedro è caduto; perché gli stessi maestosi sono stati spogliati. Urlate, alberi massicci di Basan, poiché la foresta impenetrabile è stata abbattuta! Ascolta! L’urlo dei pastori, poiché la loro maestà stata spogliata. Ascolta! Il ruggito dei giovani leoni forniti di criniera, poiché i superbi boschetti lungo il Giordano sono stati spogliati”. — Zaccaria 11:1-3.
5. Quando dovranno bruciare tali piantagioni di alberi simbolici, e chi sarà indotto ad emettere urla?
5 Non sono provvedute per il Libano porte antincendio. Quando sarà giunto il tempo fissato da Geova perché il suo fuoco consumante ne percorra il maestoso paese, le porte del simbolico Libano dovranno aprirsi al Suo comando di far entrare il fuoco. Anche i tremendi cedri del Libano dovranno cadere dinanzi alle fiamme divinamente accese, e questa è la ragione per cui i relativi alberi di ginepro dovranno urlare. Gli alberi massicci non resisteranno al fuoco. Perciò le impenetrabili foreste di alberi massicci sugli altipiani di Basan ad est del fiume Giordano e del mare di Galilea dovranno emettere urla. Anche questi dovranno bruciare nella conflagrazione mondiale durante la “grande tribolazione” avvenire, la tribolazione di tutte le tribolazioni del genere umano. Per i governanti pastori questo sarà il tempo di urlare.
6. Perché urleranno i governanti pastori quando si saranno consumati i simbolici “alberi”, e perché ruggiranno come i leoni dei boschetti del Giordano?
6 Se ascoltiamo con fede il messaggio della profezia biblica che risuona chiaramente, possiamo udire le urla di quei governanti pastori del mondo. Nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” nel campo di battaglia di Har-Maghedon, essi saranno spogliati della maestà del loro aspetto e della loro autorità. (Rivelazione 16:14-16) Essi stessi son raffigurati da quei maestosi alberi del Libano e dai massicci alberi di Basan. In maniera simbolica, sono anche “giovani leoni forniti di criniera”. Come i giovani leoni forniti di criniera ruggiscono perché sono stati incendiati i superbi boschetti lungo le sponde del fiume Giordano, in cui questi leoni se ne stavano in agguato, così questi governanti pastori simili a leoni ruggiranno con costernazione allorché si troveranno privi dei luoghi in cui porsi in agguato per assaltare le loro inconsapevoli vittime, il pubblico, il popolo.
7. Come Malachia 4:1 si riferisce allo stesso infuocato giorno, e quale ne sarà il risultato per i governanti pastori?
7 Il tempo in cui il fuoco consumerà e spoglierà questi pastori mondani della loro imponente dignità, posizione e potere fu pure preannunciato dal profeta Malachia, che comparve sulla scena alcuni decenni dopo Zaccaria. Paragonando i presuntuosi e i malvagi alle piante, Malachia (4:1) dice: “‘Ecco, viene il giorno che arde come una fornace, e tutti i presuntuosi e tutti quelli che operano malvagità devono divenire come la stoppia. E il giorno che viene per certo li divorerà’, ha detto Geova degli eserciti, ‘così che non lascerò loro né radice né ramo’”. Questi pastori politici han preteso di governare perché, per mezzo di un’elezione democratica, hanno ricevuto un “mandato dal popolo” o perché sono nati nella linea di discendenza di qualche famiglia reale, o perché il clero della cristianità ha assegnato loro il “divino diritto dei re”. Comunque, questo non li rende pastori teocratici, o governanti nominati dal Grande Teocrata per mezzo del suo Messia. Quindi l’infuocato giorno avvenire dell’esecuzione del giudizio di Dio divorerà tutte le loro false pretese. Non ne rimarrà né radice né ramo.
PASTORI DIVINAMENTE COSTITUITI
8. Come i governanti pastori han venduto le “pecore” perché fossero uccise o scannate, e chi può suscitare un pastore altruistico?
8 Poiché i governanti sono paragonati a pastori, i loro sudditi, il popolo, sono quindi paragonati a un gregge di pecore. I governanti assomigliati a pastori hanno trattato le pecore come se appartenessero a loro e sono stati disposti a venderle nelle mani di quelle persone egoistiche che avrebbero potuto sfruttare e maltrattare le persone simili a pecore. In effetti, le han cedute perché fossero uccise, scannate per amore di uomini ambiziosi che pagano il prezzo per assumere il controllo o trarre profitto sul popolo. Per di più, i pastori governativi hanno condotto il popolo in un corso che alla fine li porterà al massacro nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” alla situazione mondiale chiamata Har-Maghedon. (Rivelazione 16:14-16; 19:11-21) Non c’è, comunque, nessun vero “pastore” che abbia realmente a cuore gli interessi di tutto il popolo, e che sia disposto a rinunciare a se stesso anziché sfruttare le pecore? Chi può suscitare un tale pastore, così che le singole pecore possano porsi sotto la sua cura e la sua guida e siano risparmiate dalla terribile uccisione? Può suscitarlo Geova.
9. Rappresentando un dramma profetico, quale gregge viene detto a Zaccaria di pascere?
9 Per raffigurare questo fatto, il profeta Zaccaria fu impiegato nella rappresentazione di un’allegoria o dramma profetico. Il profeta Zaccaria stesso lo descrive, con queste parole: “Geova il mio Dio ha detto questo: ‘Pasci il gregge riservato all’uccisione, i cui compratori si accingono a ucciderle benché non siano ritenuti colpevoli. E quelli che le vendono dicono: “Benedetto sia Geova, mentre io guadagnerò ricchezze”. E i loro propri pastori non mostrano loro nessuna compassione’”. — Zaccaria 11:4, 5.
10. Chi è il “gregge” simbolico, a chi ne appartiene la proprietà, e perché Zaccaria fu nominato pastore del “gregge riservato all’uccisione”?
10 Com’è pietoso lo stato del “gregge riservato all’uccisione”! In quel tempo questo “gregge” era la nazione d’Israele. Il salmista si rivolse a Colui che in realtà possiede questo gregge, dicendo: “O Pastore d’Israele, presta orecchio, Tu che conduci Giuseppe proprio come un gregge”. Riconoscendone la proprietà, il salmista disse di Lui: “Egli è il nostro Dio, e noi siamo il popolo del suo pascolo e le pecore della sua mano”. (Salmo 80:1; 95:7) In vista della Sua proprietà, aveva diritto di nominare su di loro un fedele pastore. Fece questo, nominando il profeta Zaccaria. Questo nuovo pastore terreno non ebbe un “mandato dal popolo”, in maniera democratica. Fu costituito in maniera teocratica dal Divino Governante, Geova. Questo Proprietario celeste pensò di salvare alcuni individui di questo “gregge riservato all’uccisione”. Aveva già detto: “Geova loro Dio per certo li salverà in quel giorno come il gregge del suo popolo; poiché saranno come le pietre di un diadema che scintillano sul suo suolo”. (Zaccaria 9:16) Promuovendo tale proposito, il Grande Teocrata costituì Zaccaria pastore del gregge.
11. In che modo i “pastori” che le vendevano non mostravano nessuna compassione per le pecore, e come erano complici della loro uccisione?
11 Zaccaria era diverso dai governanti pastori che si sentivano autorizzati a vendere le pecore di Geova per guadagno personale. Ma arricchendo così se stessi, pensavano che fosse Dio a renderli ricchi. Dopo la spietata vendita, questi proditori governanti pastori ipocritamente dicevano: “Benedetto sia Geova, mentre io guadagnerò ricchezze”. Ciò facendo, i pastori a cui le persone simili a pecore si erano affidate ‘non mostravano loro nessuna compassione’. Quei pastori sapevano che i compratori ai quali vendevano le “pecore” le avrebbero uccise per conseguire progetti ambiziosi ed egoistici. Peggio ancora, questi compratori non sarebbero stati “ritenuti colpevoli” di tale uccisione. Almeno i pastori che facevano la vendita non avrebbero ritenuto colpevoli i compratori. Erano in tal modo complici dell’uccisione. Per loro le pecore erano semplicemente un “gregge riservato all’uccisione”.
12. Le pecore di chi asseriscono d’essere le persone della cristianità, e sono nominati teocraticamente i loro religiosi pastori terreni?
12 Tutto questo fa ricordare una situazione simile che esiste nella cristianità in questo ventesimo secolo. Le persone che si professano cristiane asseriscono d’essere le pecore di Dio. Applicano a sé Salmo 95:7 (citato sopra) e recitano all’unisono in chiesa Salmo 23:1 (Versione di F. Nardoni): “Il Signore è il mio pastore: niente mi manca”. Ma questi frequentatori di chiesa cercano anche “pastori” terreni. Specialmente in senso religioso, gli ecclesiastici della cristianità asseriscono d’essere i pastori di queste pecore, avendo ciascuna di queste centinaia di sette religiose il proprio gregge. Comunque, questi pastori non sono stati nominati in maniera teocratica come Zaccaria, poiché sono stati ordinati ciascuno da un gruppo dirigente della sua propria setta o denominazione, o da un vescovo o altro preminente dignitario ecclesiastico, o da una congregazione. Imitano tali ecclesiastici quei pastori del giorno di Zaccaria?
13. In che modo tali ecclesiastici hanno imitato i pastori del giorno di Zaccaria, vendendo le “pecore” perché fossero scannate?
13 È stato coraggiosamente indicato che il clero della cristianità, con le sue centinaia di milioni di aderenti alle chiese sotto il suo controllo spirituale, avrebbe potuto impedire la guerra mondiale nell’anno 1914 E.V. Ma non fece questo.a Senza protestare cedettero i loro greggi a più di quattro anni della più brutale guerra che fino ad allora si fosse combattuta in tutta la storia umana. Infatti, vendettero i loro greggi, per scampare alla persecuzione che sarebbe risultata dall’insistere sul rigido cristianesimo, e per ottener favore presso i pastori militari e governativi. Questo in proporzioni non minori accadde nella seconda guerra mondiale, la quale, come la prima, iniziò proprio nel cuore della cristianità. L’“uccisione” nei combattimenti di questa seconda guerra mondiale fu ancor più orribile di quella della prima. Per giunta, il clero religioso ha reso servizio ai profittatori commerciali e ai politicanti. Si è immischiato nella politica e ha venduto i suoi greggi ad arrivisti che non hanno nessun rimorso di coscienza quando si tratta di sfruttare il popolo.
14. Da chi asseriscono i “pastori” d’essere stati arricchiti, e perché i compratori delle pecore non hanno nessun rimorso di coscienza per aver sfruttato le pecore o per averne causato il massacro?
14 Guadagnando ricchezze in questo modo, per quanto riguarda i beni materiali e la popolarità presso la classe governante di questo mondo, pensano che Dio li abbia benedetti. E così piamente dicono: “Sia benedetto il Signore, mi son arricchito”. (Zaccaria 11:5, Na) Siccome i “compratori” delle povere pecore hanno la benedizione del clero religioso non provano nessun senso di colpa per aver sfruttato le pecore o perfino per aver causato la violenta uccisione in massa delle pecore. ‘Non sono ritenuti colpevoli’ dal clero della cristianità, ma continuano a essere considerati come integri componenti delle chiese con buona reputazione. È assai manifesto, perciò, che i “pastori”, religiosi e governativi, ‘non mostrano nessuna compassione’ alle “pecore” della cristianità.
15. In quanto al fatto che sono state sfruttate da pastori proditori, come sappiamo che il popolo ha amato che fosse così?
15 Nonostante tutto ciò, è avvenuto proprio come Dio disse, in Geremia 5:31: “I profeti stessi profetizzano effettivamente con falsità; e in quanto ai sacerdoti, sottopongono secondo i loro poteri. E il mio proprio popolo lo ha amato così; e che cosa farete voi al termine d’esso?” E come sappiamo che chi professa d’essere del popolo di Dio “lo ha amato così”? Osservando che il professante popolo di Dio non ha seguito la direttiva del fedele pastore che Dio ha suscitato, come fu raffigurato dal profeta Zaccaria. Essi continuano a lasciare che i trafficanti di “pecore”, compratori e venditori, le conducano all’“uccisione”. Quindi, allorché si abbatteranno su di loro le conseguenze della loro condotta, meriteranno alcuna compassione?
16. Circa quella domanda sulla compassione, qual è in Zaccaria 11:6 la risposta divina?
16 La risposta divina viene data al profeta Zaccaria, il pastore teocratico: “‘Poiché non mostrerò più compassione agli abitanti del paese’, è l’espressione di Geova. ‘Così, ecco, farò che il genere umano si trovi ciascuno in mano al suo compagno e in mano al suo re; e per certo frantumeranno il paese, e io non farò nessuna liberazione dalla loro mano’”. — Zaccaria 11:6.
17. A quale stato egoistico e spietato Geova lascerà che pervenga il “gregge riservato all’uccisione”, e perché chiamerà invano?
17 Così anche riguardo alla moderna cristianità. Deve venire il tempo in cui Geova smetterà di mostrar compassione al “gregge riservato all’uccisione”. Egli lascerà che le spietate persone simili a pecore divengano l’una preda dell’altra, le pecore dei pastori (religiosi e governativi), le pecore del re o del pastore regale, e le pecore le une delle altre. Sarà uno stato di anarchia. Che cosa potrebbe risultarne se non un crollo della società umana organizzata? Il sistema di cose non si terrà più insieme, poiché le cose non si faranno più in maniera sistematica secondo la sapienza mondana. Parlando in maniera simbolica, quelli che si saranno defraudati l’un l’altro in modo anarchico e caotico finiranno inevitabilmente col ‘frantumare per certo il paese’, cioè la loro organizzata situazione terrena. Per quanto allora gridino altamente e a lungo, Geova non farà “nessuna liberazione dalla loro mano”. Perché dovrebbe farla? Essi si sono ripetutamente rifiutati di seguire il suo proprio pastore costituito.
IL SALARIO DEL PASTORE, TRENTA PEZZI D’ARGENTO
18. Che specie di nomina fu la nomina di Zaccaria a pastore del “gregge” d’Israele, e quale domanda sorge circa i suoi servizi?
18 Fino a che punto quelli che semplicemente asseriscono di essere il popolo di Dio apprezzano il “pastore” spirituale che egli ha suscitato e mandato loro? Questo è profeticamente raffigurato per noi nell’esperienza del profeta Zaccaria. Non con un mandato popolare, ma con una nomina teocratica fu mandato a “pascere” il gregge d’Israele. Quanto fu apprezzato? Quanto altamente furono valutati i suoi servizi? Egli ce lo dice molto francamente:
19. Quanti bastoni prese Zaccaria, quanti pastori spazzò via in un mese, e come mostrò di infrangere il suo patto col popolo?
19 “E pascevo il gregge riservato all’uccisione, a vostro favore, o afflitti del gregge [o, possibilmente, ‘a favore dei commercianti del gregge’, margine]. Mi presi dunque due bastoni. Chiamai l’uno Piacevolezza, e chiamai l’altro Unione [letteralmente, Legami], e pascolai il gregge. E infine spazzai via tre pastori in un mese lunare, mentre la mia anima divenne gradualmente impaziente con loro, e anche la loro propria anima provò abominio verso di me. Alla fine dissi: ‘Non continuerò a pascervi. Quella che muore, muoia. E quella che è spazzata via, sia spazzata via. E in quanto a quelle che si lasciano rimanere, divorino ciascuna la carne della sua compagna’. Presi dunque il mio bastone Piacevolezza e lo feci a pezzi per infrangere il mio patto che avevo concluso con tutti i popoli. E fu infranto in quel giorno, e gli afflitti del gregge che mi guardavano seppero in questo modo che era la parola di Geova”. — Zaccaria 11:7-11.
20. Quale uso si fece dei bastoni, e quale nome Zaccaria diede rispettivamente ai bastoni, e perché?
20 Come pastore, Zaccaria si prese per equipaggiamento due bastoni, l’uno per guidare le pecore e l’altro per proteggerle. L’ex ragazzo pastore Davide si riferisce a questi in Salmo 23:1-4, dicendo: “Geova è il mio Pastore. . . . Benché io cammini nella valle della profonda ombra, non temo nulla di male, poiché tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone son le cose che mi confortano”. Un bastone, evidentemente quello per guidare le pecore, Zaccaria lo chiama Piacevolezza, riferendosi questo al favore che si mostrava alle pecore. L’altro bastone, evidentemente la verga per scacciare gli attaccanti delle pecore, lo chiamò Unione (letteralmente, Legami, per mantenere l’unità). Da parte di Geova degli eserciti, l’Iddio di Zaccaria, fu un favore verso le pecore che Geova assegnasse Zaccaria ad agire come pastore delle pecore. Un bastone fu dunque chiamato Piacevolezza.
21. Di quale specie di pecore Zaccaria fu fatto pastore, e queste di quale nazionalità erano, e chi Zaccaria rappresentò come pastore?
21 Comunque, il profeta di Geova non fu costituito pastore su pecore letterali. Esse erano pecore simboliche, cioè la casa d’Israele, formata allora da un rimanente del regno di Giuda e da un rimanente dei componenti del settentrionale regno di dieci tribù d’Israele, la cui tribù principale era Efraim. Conformemente Zaccaria fu nominato in maniera teocratica perché assumesse la sorveglianza spirituale sul rimanente di tutta la casa d’Israele, a somiglianza di un re o governatore. In questo incarico egli rappresentava in realtà Geova, il Pastore celeste.
22. Fu obbligato Zaccaria a compiere l’opera pastorale per nulla, perché la sua opera pastorale fu obbligatoria sugli Israeliti, e che cosa mostra se c’era un contratto?
22 Il profeta Zaccaria non doveva fare il pastore per nulla. Per i servizi resi aveva diritto a un salario. Al termine dei suoi servizi avrebbe potuto giustamente richiedere la sua paga. Poiché egli era il pastore nominato dal grande Teocrata Geova, la sua opera pastorale era qualche cosa che il rimanente d’Israele aveva l’obbligo d’accettare e apprezzare secondo il valore che le attribuivano. C’era uno specifico contratto o impegno fatto con la casa d’Israele che consentisse tale opera pastorale? Che ci fosse un tale contratto o patto è indicato da ciò che Zaccaria ci narra quando spiega che si dimise dal lavoro, dicendo: “Presi dunque il mio bastone Piacevolezza e lo feci a pezzi per infrangere il mio patto che avevo concluso con tutti i popoli”. (Zaccaria 11:10) Cioè, con “tutti i popoli” d’Israele.
23. Di chi era il contratto con Israele che qui vi era implicato, e perché?
23 Di chi era, quindi, il “patto” o solenne contratto? Apparentemente, era il patto personale di Zaccaria. Ma ricordiamo che era stato Geova a dirgli: “Pasci il gregge riservato all’uccisione”. (Zaccaria 11:4) Questo è ciò che Geova aveva fatto perché i pastori che operavano vendevano per il massacro o per l’uccisione le pecore del gregge che in realtà appartenevano a Geova Dio. Questo significava che qui si faceva riferimento al patto di Geova; era adempiendo il suo patto con Israele che fece questa nomina di un profeta onde fosse il pastore della nazione. In armonia con questo fatto basilare, le note in calce della Biblia Hebraica (Bibbia Ebraica), di Rudolf Kittel, Stoccarda, Germania Occidentale, dice che, invece del “mio patto che avevo concluso”, dovremmo probabilmente leggere: “il patto di Geova che Geova ha concluso”. Questo accade perché qui le terminazioni pronominali che nel testo ebraico sono in genere tradotte “mio” e “io” sono in realtà abbreviazioni del nome divino Geova. — Si vedano le note in calce della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, edizione inglese del 1971.
24. (a) Per quanto tempo Zaccaria pascolò il gregge, e come lo sappiamo? (b) A favore di chi pascolò il gregge?
24 In quel tempo operavano altri pastori. Pare che essi si risentissero dell’intrusione del profeta di Geova nel loro campo di attività. Zaccaria lavorò da pastore per almeno un mese, poiché ci narra: “Infine spazzai via tre pastori in un mese lunare, mentre la mia anima divenne gradualmente impaziente con loro, e anche la loro propria anima provò abominio verso di me”. (Zaccaria 11:8) Non ci è narrato chi fossero esattamente questi tre pastori. Ma poiché era stato nominato dall’Iddio Altissimo, Zaccaria aveva fra loro l’autorità superiore, così che poté congedare i tre. Non sappiamo per quanto tempo egli continuasse a fare opera pastorale dopo aver spazzato via i tre pastori. Perché custodisse affatto il gregge, per comando di Geova, lo spiegò esattamente: “Pascevo il gregge riservato all’uccisione, a vostro favore, o afflitti del gregge”. (Zaccaria 11:7, NM, AV) Da parte di Zaccaria questo era più compassionevole che non “pascere il gregge riservato all’uccisione a favore dei commercianti del gregge”. (NW, margine; Ga) Queste pecore erano state in effetti abbandonate dai commercianti. Com’erano spietati!
25. (a) Quale sentimento vi fu tra Zaccaria e i tre pastori, e perché? (b) Su istanza di chi fu infranto il “patto” con il gregge, e come lo sappiamo?
25 Zaccaria non divenne impaziente col gregge delle pecore afflitte. La sua “anima”, tutto il suo essere, divenne impaziente con i tre pastori manchevoli. Siccome egli era fedele e provava compassione mentre pasceva il gregge, quei pastori detestavano Zaccaria. Egli non operava secondo i loro schemi. Fu solo dopo averli eliminati come pastori che, nel tempo stabilito da Geova, Zaccaria rinunciò al suo lavoro. Così il “patto” che era stato “concluso con tutti i popoli” d’Israele fu infranto. Che ciò avvenisse non per sua propria inclinazione, ma secondo il comando e la decisione dello stesso grande Pastore, è indicato da Zaccaria. Poiché, dopo aver spezzato il suo bastone chiamato Piacevolezza come simbolico atto d’infrangere il patto, egli prosegue, dicendo: “E fu infranto in quel giorno, e gli afflitti del gregge che mi guardavano seppero in questo modo che era la parola di Geova”. — Zaccaria 11:10, 11.
26. Che cosa significò per il gregge d’Israele che il patto fosse infranto in quanto al loro benessere e alla loro unità?
26 Che cosa significò questa infrazione del patto per il gregge dei popoli d’Israele? Esattamente ciò che Zaccaria disse interrompendo la sua opera pastorale: “Non continuerò a pascervi. Quella che muore, muoia. E quella che è spazzata via, sia spazzata via. E in quanto a quelle che si lasciano rimanere, divorino ciascuna la carne della sua compagna”. (Zaccaria 11:9) Quando il pastore nominato da Geova ebbe l’ordine di ritirarsi, chi, quindi, avrebbe avuto cura del gregge? Quelli che avevano cercato di trarre profitto dal gregge le moribonde le avrebbero lasciate morire, quelle che erano spazzate via o scomparivano le avrebbero lasciate senza attenzione per trarle fuori della condizione in cui si erano smarrite, e quelle che si eran lasciate rimanere le avrebbero fatte combattere fra loro, divorandosi l’un l’altra senza mostrare nessun amore ma approfittando l’una dell’altra in modo egoistico.
27. Il patto fu infranto per mancanza di ulteriore compassione da parte di chi, e quale sarebbe stato il risultato quando avrebbe avuto effetto la determinazione di non mostrare più compassione?
27 Or dunque, derivò forse dalla mancanza di misericordia da parte di Zaccaria che il patto fosse infranto? No, ma derivò dalla scadenza del limite di tempo concesso da Geova per mostrare compassione. Per questo era stato precedentemente annunciato a Zaccaria: “‘Poiché non mostrerò più compassione agli abitanti del paese’, è l’espressione di Geova. ‘Così, ecco, farò che il genere umano si trovi ciascuno in mano al suo compagno e in mano al suo re; e per certo frantumeranno il paese, e io non farò nessuna liberazione dalla loro mano’”. (Zaccaria 11:6) Giacché i popoli non prestavano ascolto al pastore nominato da Dio, che aveva mandato loro nella sua compassione, quale anarchia ne sarebbe risultata! Quale urto di interessi egoistici! Quale oppressione! Quale insicurezza! Quale rovina del sistema di cose per le attività criminose degli illegali e degli oppositori dell’ordine! Quale terribile situazione attendeva il gregge delle professanti pecore di Geova quando questa determinazione divina entrò in vigore!
SALARIO E VALORE ATTRIBUITI AL PASTORE
28. Chi raffigurò qui Zaccaria, e che genere di nomina quello ottenne, e quale segno ne fu dato?
28 Zaccaria rappresentava un quadro o allegoria profetica. Nell’adempimento della profezia, egli raffigurò un pastore più grande. Questi era Gesù, il Messia di Geova, discendente e permanente erede del re Davide. (Matteo 1:1-6) Dopo aver lavorato da falegname a Nazaret di Galilea fino all’età di trent’anni, egli fu mandato quale pastore spirituale della nazione d’Israele. I governanti del paese, politici e religiosi, non gli chiesero di divenirlo. La sua nomina di pastore non fu un “mandato del popolo”, ma fu una nomina teocratica e lo qualificava al di sopra di tutti i “pastori” costituiti dagli uomini. Nella stessa Nazaret, sua città, indicò che era stato unto con lo spirito di Geova per essere il Messia e quindi per agire come pastore del gregge del popolo di Dio. Il profeta, Giovanni Battista, vide che questo Gesù era unto con lo spirito santo mediante una manifestazione visibile. Ciò accadde subito dopo che Giovanni aveva battezzato Gesù nel fiume Giordano secondo la volontà di Geova. — Giovanni 1:19-36.
29. In che modo Gesù, in una parabola, mostro come le pecore gli erano condotte da un simbolico “portiere”?
29 Giovanni Battista, in qualità di precursore del Messia Gesù, agì come un “portiere” dell’ovile d’Israele. Gesù Cristo si riferì a questo quando fece una parabola, dicendo: “Verissimamente vi dico: Chi non entra nell’ovile per la porta ma vi sale da qualche altro luogo, quello è ladro e rapinatore. Ma chi entra per la porta è pastore delle pecore. A questi apre il portiere, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha condotto fuori tutte le proprie, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Esse non seguiranno un estraneo ma fuggiranno da lui, perché non conoscono la voce degli estranei. . . . Il ladro non viene se non per rubare e uccidere e distruggere. Io son venuto affinché esse abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il pastore eccellente; il pastore eccellente cede la sua anima a favore delle pecore”. — Giovanni 10:1-11.
30. (a) A chi Gesù limitò la sua opera pastorale, e come lo indicò? (b) Come e quando Mosè predisse questo profeta?
30 Limitando i suoi propri sforzi esclusivamente al gregge d’Israele, egli mandò i suoi dodici apostoli e disse loro: “Non andate per la strada delle nazioni, e non entrate in una città samaritana; ma andate piuttosto di continuo alle pecore smarrite della casa d’Israele. Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matteo 10:5-7) Prima di considerare la richiesta d’una donna fenicia di sanarle la figlia gravemente indemoniata, Gesù le rammentò: “Non sono stato mandato se non alle pecore smarrite della casa d’Israele”. (Matteo 15:22-24) Questo era conforme al patto della legge divina che Geova Dio aveva stipulato con la casa d’Israele per mezzo del suo mediatore Mosè al monte Sinai nel 1513 a.E.V. Consigliando agli Israeliti di essere ubbidienti a quel patto evitando ogni specie di demonismo, Mosè aveva detto agli Israeliti poco prima della sua morte: “Dal tuo proprio mezzo, dai tuoi fratelli, Geova tuo Dio susciterà per te un profeta come me — lui dovreste ascoltare”. (Deuteronomio 18:15) Quel promesso profeta più grande di Mosè era il Messia, Gesù. — Deuteronomio 18:16-19; Atti 3:22, 23.
31. Come il racconto mostra che Gesù ebbe compassione per le pecore, ma che dire degli altri pastori?
31 Che Gesù avesse vera compassione del gregge d’Israele proprio come il vero pastore messianico avrebbe dovuto averne è mostrato dal racconto: “Gesù intraprese un giro di tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona notizia del regno e guarendo ogni sorta di malattia e ogni sorta d’infermità. Vedendo le folle egli ne ebbe pietà, perché erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore”. (Matteo 9:35, 36) Non possiamo trarre altra conclusione se non che gli altri i quali avrebbero dovuto esser pastori venivano meno al loro compito.
32. I “tre pastori” che Zaccaria mandò via chi prefigurarono nel giorno di Gesù?
32 Per adempiere il quadro profetico, chi erano dunque i “tre pastori” che Gesù Cristo avrebbe spazzati via, stroncati, dimessi dagli incarichi assunti? Il racconto della vita di Gesù non mostra tre singoli uomini che adempissero il quadro profetico. Evidentemente i tre pastori che il profeta Zaccaria mandò via raffigurarono tre classi di uomini del tempo di Gesù. Nel racconto compaiono infatti tre classi, che avevano in Israele autorità sia governativa che religiosa. Queste furono (1) i Farisei e (2) i Sadducei, classi rappresentate entrambe nel Sinedrio giudaico di Gerusalemme. Quel corpo giudiziario aveva funzioni governative fino a un certo grado sotto il governatore romano e anche funzioni religiose. Così un certo Nicodemo, componente fariseo del Sinedrio, era “governante dei Giudei”. (Giovanni 3:1, 2; 7:50-52) Giuseppe, ricco di Arimatea, era un altro membro del Sinedrio. (Matteo 27:57-60; Luca 23:50-53) Il Sinedrio era molto diviso tra Farisei e Sadducei. (Atti 23:1-9) Oltre a tali Giudei settari, c’erano anche (3) gli Erodiani, “seguaci del partito di Erode”. — Marco 12:13.
33. In che modo, come fu prefigurato nel caso di Zaccaria, Gesù divenne “impaziente” con quei “tre pastori”?
33 In modo simile ai sentimenti dei “tre pastori” verso Zaccaria quale pastore, questi tre gruppi presto ‘provarono abominio’ verso Gesù Cristo quale pastore messianico. Essi complottarono o cooperarono insieme contro Gesù per screditarlo agli occhi del gregge d’Israele. (Matteo 22:15-22; Marco 3:6) Gesù non spazzò via, non stroncò o non mandò via questi tre gruppi ostili “in un mese lunare” letteralmente. Il letterale “mese lunare” nel caso di Zaccaria avrebbe raffigurato un breve periodo di tempo nel caso di Gesù. (Zaccaria 11:8) Fin dall’inizio del suo ministero Gesù non volle avere nulla a che fare con quegli egoistici gruppi governanti, cioè in quanto a unirsi con loro. Infine, al termine del suo ministero la sua anima divenne “impaziente” verso di loro. In pubbliche occasioni mise tutt’e tre i gruppi a tacere per ciò che concerne il governo e la dottrina. (Matteo 22:15-45) Il risultato, com’è dichiarato in Matteo 22:46, fu che “nessuno poteva rispondergli una parola, né da quel giorno [martedì, 11 Nisan del 33 E.V.] alcuno ardì più interrogarlo”.
34. (a) Che cosa disse Gesù al culmine della sua denuncia contro gli scribi e i Farisei? (b) Come se spezzasse il bastone chiamato Piacevolezza, che cosa disse a Gerusalemme?
34 Gesù Cristo aveva appena detto loro: “Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matteo 21:23-43; Marco 12:1-12; Luca 20:9-44) Poco dopo quella dichiarazione egli denunciò apertamente gli scribi e i Farisei come pastori oppressivi e religiosi ipocriti. Al culmine della sua denuncia egli disse: “Perciò date testimonianza contro voi stessi d’esser figli di quelli che assassinarono i profeti. E voi colmate quindi la misura dei vostri padri. Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna?” (Matteo 23:1-33; Marco 12:38-40; Luca 20:45-47) Quindi, come se spezzasse il bastone da pastore chiamato Piacevolezza, aggiunse: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. — Matteo 23:37, 38.
35. Con quelle parole, che cosa annunciava Gesù ai Giudei in quanto al patto della Legge che Dio aveva concluso con loro, e che cosa seppero quindi gli “afflitti” che guardavano Gesù?
35 Quando Geova Dio abbandonò il tempio giudaico della sua adorazione in Gerusalemme, questo significò che aveva infranto il patto della legge stipulato con la nazione d’Israele per mezzo di Mosè. Quindi Gesù, come pastore prefigurato da Zaccaria, annunciava che il patto da Geova concluso con i popoli d’Israele stava per essere infranto. Gli “afflitti” del gregge d’Israele che guardavano Gesù e ne udivano le parole “seppero in questo modo che era la parola di Geova”. — Zaccaria 11:11.
36. Che significò questo riguardo alla piacevolezza di Dio verso Israele, e quali terribili conseguenze ci furono infine per aver rigettato il Governante Pastore di Geova?
36 Questo significò che Geova non doveva più mostrare piacevolezza verso il suo disubbidiente popolo eletto. Egli non avrebbe ‘mostrato più compassione’ agli abitanti del “paese di Giuda”. Quel paese avrebbe dovuto subire tutti gli orrori dell’invasione della Giudea e la distruzione delle sue città e delle sue fortezze, compresi Gerusalemme e il suo tempio, nei crudeli anni del 70-73 E.V. Gesù Cristo predisse questa tragedia quello stesso giorno 11 Nisan del 33 E.V., nella sua profezia inerente al “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:1-22; Marco 13:1-20; Luca 21:5-24) Questa calamità nazionale, se non altro, era una penosa indicazione che il patto della Legge mosaica fra Dio e Israele era stato infranto. Quali terribili conseguenze per aver rigettato il divino Governante Pastore!
37. Come fu mostrato il valore attribuito all’opera pastorale di Zaccaria, che cosa Geova gli disse quindi di fare, e che cosa ora fece a pezzi?
37 Con esattezza quanto altamente fu valutato dai popoli d’Israele il nominato pastore di Geova? Il profeta Zaccaria lo illustra nella sua propria esperienza e in tal modo prefigura qualche cosa di maggior significato. Egli ci narra: “Quindi dissi loro: ‘Se è bene ai vostri occhi, datemi il mio salario; ma se no, lasciate stare’. E mi pagavano il mio salario, trenta pezzi d’argento. Allora, Geova mi disse: ‘Gettalo al tesoro, il maestoso valore col quale sono stato valutato dal loro punto di vista’. Pertanto presi i trenta pezzi d’argento e lo gettai nel tesoro alla casa di Geova. Quindi feci a pezzi il mio secondo bastone, l’Unione, per infrangere la fraternità tra Giuda e Israele”. — Zaccaria 11:12-14.
38. Quale fu il valore di quella paga data a Zaccaria, e come Geova si riferì a tale paga?
38 “Trenta pezzi d’argento”, trenta sicli d’argento, erano il prezzo di uno schiavo secondo il patto della Legge mosaica. (Esodo 21:32) Fu il profeta Zaccaria o il valore dei suoi servizi pastorali da valutare non più di uno schiavo? E poiché Zaccaria era stato nominato dal celeste Pastore Geova, la valutazione attribuita al suo nominato rappresentante Zaccaria era come la valutazione attribuita a Geova quale Pastore. Geova avrebbe potuto parlarne come del “valore col quale sono stato valutato dal loro punto di vista”. (A meno che Zaccaria non facesse qui un riferimento parentetico a se stesso!) È vero che Geova ne aveva effettivamente parlato come di un “maestoso valore” anziché di un valore da schiavo; ma è evidente che questa espressione fu usata non con soddisfazione, bensì con sarcasmo o in maniera sferzante. Significò che si sentiva mancanza di apprezzamento.
39. Che cosa indicò il fatto che Zaccaria spezzò il bastone Unione (o, Legami) rispetto alla nazione di dodici tribù di Israele?
39 A tale svalutazione del pastore che rappresentava Geova fu tolta la base all’unità del gregge del professante popolo di Dio. Non ci sarebbe stato il caso di un pastore, di un gregge. Questo avrebbe tolto il potere protettivo che l’unità costituisce contro gli attacchi dal di fuori. Fu dunque al tempo giusto che Zaccaria spezzò a questo punto il bastone chiamato Unione (o, Legami). Questo avrebbe dovuto illustrare che sarebbe stato tolto via il fondamento della “fraternità” tra quelli del regno di Giuda e quelli del regno di dieci tribù d’Israele. Fu sulla contesa di avere un re messianico, un re della linea regale di Davide, che la nazione di dodici tribù si divise in due regni, Giuda e Israele, dopo la morte del re Salomone nel 997 a.E.V. Quindi che fosse infranto il patto della Legge mosaica significò non solo la fine della “piacevolezza” o del favore di Geova verso il suo popolo un tempo eletto, ma anche che la cura e la protezione divine per tenere unita la nazione come un insieme armonioso eran finite. I legami spirituali che contribuivano alla fraternità erano stati tolti via e il semplice legame carnale non sarebbe stato abbastanza forte da tenerli uniti come fratelli.
40. (a) Perché questa sottovalutazione del pastore di Geova fu più seria nel caso di quello raffigurato da Zaccaria? (b) Che cosa dovrebbe ricevere un governante pastore come paga dai suoi sudditi?
40 Quando i provvedimenti di Dio sono stati sottovalutati e rigettati si sono sempre avute tristi conseguenze. Per quanto la sottovalutazione di Geova quale Grande Pastore fosse notevole nel caso del profeta Zaccaria, fu di gran lunga superata nel caso del Pastore messianico raffigurato da Zaccaria. Questi non fu altri che il Figlio di Dio, che Dio aveva mandato dal cielo per divenire il Pastore Eccellente che avrebbe ceduto la propria anima o deposto la propria vita umana perfetta a favore di tutte le creature umane simili a pecore. (Giovanni 10:14-18) Poiché il Messia Gesù agiva come pastore a favore del suo Padre celeste, avrebbe potuto esercitare il suo diritto di chiedere un salario a favore del Padre suo. Quale salario o paga un pastore governativo chiede ai suoi sudditi? Quello che i suoi sudditi dovrebbero rendere per sostenere lui e il suo governo sia in senso materiale che con leali servizi. I funzionari nominati sotto il pastore governativo son quelli che dovrebbero fare in modo che il pastore ottenga tale salario o paga da tutti i suoi sudditi. Proprio come Salomone, re nominato teocraticamente, scrisse: “Figlio mio, temi Geova e il re. Non t’immischiare con quelli che sono per il cambiamento”. — Proverbi 24:21.
41. (a) Zaccaria costrinse il popolo a pagargli il suo salario da pastore? (b) Quando i rappresentanti giudei avrebbero potuto pagare Gesù come pastore, ma quando furono costretti ad attribuirgli un valore?
41 Per quasi tre anni e mezzo Gesù rese fedelmente servizio come pastore spirituale delle “pecore smarrite della casa d’Israele”. Verso la fine della sua opera pastorale, durante la sua ultima settimana di vita nella carne umana sulla terra, non andò direttamente ai rappresentanti d’Israele assomigliati a pastori, come aveva fatto il profeta Zaccaria, e non chiese il suo salario o paga. Zaccaria aveva detto a quelli del suo giorno che se non volevano pagarlo non dovevano farlo: “Se è bene ai vostri occhi, datemi il mio salario; ma se no, lasciate stare”. (Zaccaria 11:12) Nel caso di Gesù, quando, in maniera trionfale, entrò in Gerusalemme a cavallo di un puledro d’asina, i rappresentanti d’Israele assomigliati a pastori avrebbero potuto pagargli il salario di accettarlo come vero Messia mandato e unto da Geova. Ma si astennero dal far questo. Ciò nondimeno, furono costretti, appena tre giorni dopo (12 Nisan 33 E.V.), ad attribuirgli un valore in denaro come pastore spirituale. Come? Leggiamo:
42. Quale valore fu fissato a Giuda Iscariota per Gesù, e quando?
42 “Quindi uno dei dodici, quello chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi sacerdoti e disse: ‘Che mi darete affinché ve lo consegni?’ Essi gli fissarono trenta pezzi d’argento. E da allora [12 Nisan] egli cercava una buona opportunità per tradirlo. Il primo giorno dei Pani non Fermentati [14 Nisan] i discepoli si appressarono a Gesù, dicendo: ‘Dove vuoi che ti prepariamo da mangiare la pasqua?’” — Matteo 26:14-17.
43. Quale fu l’attitudine di Gesù verso la propria vendita per opera del suo noto traditore, e quando fu fatta la vendita?
43 Quei pastori religiosi diedero a Giuda Iscariota trenta sicli d’argento. (Marco 14:10, 11; Luca 22:3-6) Gesù preconosceva che sarebbe stato tradito e che il traditore era Giuda Iscariota. (Matteo 17:22, 23; 20:17-19; 26:1, 2, 24, 25) Gesù non fece nulla per impedire d’esser venduto mediante il tradimento. (Matteo 26:45-57) Infatti, affrettò il tradimento, affinché avvenisse nel tempo stabilito da Dio, poiché, alla cena pasquale identificò Giuda Iscariota e lo congedò con le parole: “Quello che fai, fallo più presto”. Il traditore immediatamente uscì per trattare con i pastori religiosi. (Giovanni 13:21-30) Ore dopo, quella notte di Pasqua il tradimento ebbe luogo e Giuda Iscariota guadagnò il suo denaro. (Giovanni 18:1-14) La valutazione di Gesù il Pastore messianico era stata consumata. Per trenta sicli d’argento, il prezzo di uno schiavo secondo il patto della Legge mosaica! Un maestoso valore!
44, 45. (a) Che cosa si fece col denaro a cui Zaccaria era stato valutato? (b) Che cosa si fece col denaro che Giuda Iscariota accettò per aver tradito Gesù?
44 Giuda Iscariota accettò questo prezzo. Egli era stato il tesoriere dei dodici apostoli, ma non mise il denaro nella loro cassa del denaro. Lo tenne per sé per un po’! (Giovanni 12:4-6) Nell’antico caso del profeta Zaccaria, egli non tenne per sé i trenta sicli d’argento che gli erano stati pagati come salario. Il denaro in realtà apparteneva al suo Signore Geova, e Geova dunque gli disse: “Gettalo al tesoro”. Zaccaria ve lo gettò. (Zaccaria 11:12, 13) La sua azione fu premonitrice di qualche cosa. Non che Zaccaria prefigurasse Giuda Iscariota, ma, allo stesso modo, come Zaccaria, Giuda non tenne i suoi trenta sicli d’argento. Ciò che ne fece, o, piuttosto, ciò che risultò dal modo in cui si disfece del denaro del tradimento ci è riferito:
45 “Venuta la mattina, tutti i capi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero una consultazione contro Gesù per metterlo a morte. E, dopo averlo legato, lo condussero via e lo consegnarono a Pilato, il governatore. Quindi Giuda, che l’aveva tradito, vedendo che egli era stato condannato, sentì rimorso e riportò i trenta pezzi d’argento ai capi sacerdoti e agli anziani, dicendo: ‘Ho peccato, tradendo sangue giusto. Essi dissero: ‘Che ce ne importa? Te la vedrai tu!’ Ed egli gettò i pezzi d’argento nel tempio e si ritirò, e andatosene, s’impiccò. Ma i capi sacerdoti presero i pezzi d’argento e dissero: ‘Non è lecito metterli nel tesoro sacro, perché sono prezzo di sangue’. Dopo essersi consultati, comprarono con essi il campo del vasaio per seppellirvi gli estranei. Perciò quel campo è stato chiamato fino a questo giorno ‘Campo di sangue’. Quindi s’adempì ciò che era stato dichiarato dal profeta Geremia, dicendo: ‘E presero i trenta pezzi d’argento, il prezzo dell’uomo che fu messo a prezzo, colui al quale alcuni dei figli d’Israele attribuirono un prezzo, e li diedero per il campo del vasaio, secondo il comando che Geova mi aveva dato’”. — Matteo 27:1-10.
46. (a) Come l’apostolo Pietro parlò in seguito di Giuda Iscariota e dell’uso dei trenta sicli? (b) Quale incoerenza mostrarono i sacerdoti riguardo al sangue che quei trenta sicli rappresentavano?
46 Poiché il denaro usato dai sacerdoti per acquistare il campo del vasaio era stato provveduto da Giuda Iscariota, l’apostolo Pietro parla di Giuda come se fosse stato lui ad acquistare il campo per la sepoltura dei Giudei morti durante la visita a Gerusalemme o per la sepoltura dei proseliti. Pietro disse riguardo a Giuda, parlando alla congregazione cristiana: “Quest’uomo, dunque, acquistò un campo col salario dell’ingiustizia, e cadendo a capofitto [dopo essersi impiccato in alto], si squarciò rumorosamente nel mezzo, e tutti i suoi intestini si sparsero. E fu noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, così che quel campo fu chiamato nella loro lingua Akeldama, cioè: Campo di Sangue”. (Atti 1:18, 19) I sacerdoti semplicemente agirono per Giuda, prendendo il denaro dal santuario del tempio dove Giuda aveva gettato i trenta sicli d’argento e lo diedero al venditore del campo del vasaio. I sacerdoti compresero che non era appropriato gettare nel tesoro del tempio il “prezzo del sangue”, ma nello stesso tempo si ritennero idonei a servire in quel tempio benché avessero fatto versare quel sangue.
47. (a) Come l’apostolo Matteo poté dire Geremia e ciò nonostante intendere in realtà Zaccaria? (b) Come la Versione Aramaica elimina la difficoltà?
47 Notiamo che, in Matteo 27:9, 10, l’apostolo Matteo dice che ad adempiersi fu il detto del profeta Geremia. Se Matteo si riferì a quella sezione delle Scritture Ebraiche nota come I Profeti e quella sezione nel giorno di Matteo cominciava con la profezia di Geremia, il nome di Geremia comprendeva quindi tutti gli altri libri profetici, incluso quello di Zaccaria. In tal caso Matteo si riferiva in realtà a Zaccaria sebbene usasse il nome Geremia.b The Holy Bible from Ancient Eastern Manuscripts (Peshitta) omette il nome e dice: “Quindi si adempì ciò che era stato proferito dal profeta, cioè: Presi i trenta pezzi d’argento, il costoso prezzo ch’era stato contrattato con i figli d’Israele, e li diedi per il campo del vasaio, come il Signore mi aveva comandato”. (George M. Lamsa, 1957) Il Nuovo Testamento Siriaco tradotto in inglese dalla Versione Pescitta, per opera di James Murdock (diritti riservati nel 1893), dice la stessa cosa omettendo il nome del profeta.c
48. (a) Come la traduzione libera che Matteo fa della profezia di Zaccaria mostra l’uso dei trenta sicli? (b) L’adempimento della profezia di Zaccaria conferma che qui egli raffigurò chi?
48 Giacché Matteo 27:9, 10 corrisponde a Zaccaria 11:13 e nel libro di Geremia non c’è nulla, la citazione di Matteo dovette essere una traduzione libera di Zaccaria 11:13. Matteo evidentemente tradusse Zaccaria 11:13 in quel modo per mostrare come Zaccaria 11:13 si era adempiuto, vale a dire che essi, i rappresentanti sacerdotali d’Israele, “presero” i trenta pezzi d’argento dal pavimento del tempio “e [agendo invece dell’individuo, Giuda Iscariota,] li diedero per il campo del vasaio”. Zaccaria 11:13 non ci narra come i trenta sicli d’argento che Zaccaria aveva gettati nel tesoro del tempio di Geova fossero in seguito particolarmente usati. Matteo, comunque, ci narra come nell’adempimento della profezia il denaro fu usato, secondo le alterate circostanze. Questo adempimento confermerebbe che il pastore Zaccaria prefigurò qui il tradito e venduto Pastore messianico, Gesù, valutato a un prezzo così scarso.
49. L’adempimento della rottura del bastone chiamato “Unione” da parte di Zaccaria quando ebbe luogo, e con quali conseguenze per i Giudei?
49 Proprio come Zaccaria ruppe in seguito il secondo bastone chiamato “Unione” o “Legami”, così il tradimento di Gesù per trenta sicli d’argento portò all’annullamento da parte di Geova del patto della Legge mosaica con Israele. Quando il risuscitato Gesù ascese in cielo e comparve alla presenza di Dio e Gli presentò il valore del suo perfetto sacrificio umano, allora il patto della Legge mosaica fu cancellato e fu inaugurato il promesso nuovo patto con l’Israele spirituale, l’Israele cristiano. (Efesini 2:13-16; Colossesi 2:14-17; Ebrei 9:24-28) Questo lasciò i circoncisi Giudei naturali, che avevano rifiutato il nuovo patto di cui Gesù Cristo era stato mediatore, esposti ai falsi Cristi giudei. Li lasciò senza un vero legame d’unione teocratica, e la loro disunione in parecchie sette religiose fu per loro disastrosa all’assedio e alla distruzione di Gerusalemme per opera dei Romani nell’anno 70 E.V.
50. In che modo la cristianità in effetti, ha attribuito uno scarso prezzo al messianico pastore Gesù Cristo, come si è resa colpevole di aver infranto il patto, e come influirà su di lei la mancanza della Piacevolezza di Dio?
50 Come l’antico Israele, la cristianità con le sue centinaia di sette ha rigettato la cura pastorale del Pastore messianico, il celeste Gesù Cristo. In che modo? Non secondo le sue pie professioni, certo, ma secondo le sue azioni. L’ha tradito in quanto ha tradito i suoi veri discepoli, che essa ha perseguitato, in molti casi fino a metterli a morte. Ha rifiutato i servizi dei pastori spirituali che il celeste Pastore messianico le ha mandati. Ciò che essa ha fatto a loro, in effetti l’ha fatto a lui. (Matteo 25:40, 45; Marco 9:37; Giovanni 15:20, 21) Così ha attribuito uno scarso prezzo ai suoi servizi pastorali, rigettandoli. Ciò rivela che non è in armonia col nuovo patto, che essa pretende si applichi a lei; e così, secondo le sue stesse parole, ha infranto quel nuovo patto. Essa non gode dunque la Piacevolezza o il favore di Geova Dio, ed Egli non la protegge per mantenerla nell’unità. Essa pure è esposta a tutti i Cristi falsi. La sua disunione continuerà fino alla “grande tribolazione” avvenire che fu prefigurata dalla distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. — Matteo 24:21, 22.
“UN PASTORE INUTILE”
51. (a) Avendo la cristianità rigettato il Pastore messianico, sotto la direttiva di chi si è trovato il popolo? (b) Invece di accettare il Pastore messianico che Geova aveva provveduto, quale organizzazione ha scelto la cristianità?
51 Quando Gesù Cristo, il Pastore eccellente di Geova, e i suoi veri sottopastori sono rigettati dalle persone che professano di adorare l’Iddio della Sacra Bibbia, a tali persone non rimane null’altro che venire sotto la direttiva di pastori egoistici dalla mentalità mondana. (1 Pietro 5:1-4) Geova denunciò i pastori governativi egoistici e rassicurò il popolo simile a pecore, dicendo: “Per certo susciterò su di loro un pastore, ed egli le dovrà pascere, pure il mio servitore Davide. Egli stesso le pascerà, ed egli stesso diverrà il loro pastore. E io stesso, Geova, diverrò per certo loro Dio, e il mio servitore Davide un capotribù in mezzo a loro. Io stesso, Geova, ho parlato”. (Ezechiele 34:23, 24) Gesù Cristo, figlio dell’antico re Davide, è quel promesso Pastore. Nell’anno 1919 E.V. la cristianità considerò priva di valore la sua cura pastorale e rigettò lui e il suo regno. Invece, essa scelse un’organizzazione internazionale fatta dagli uomini per la pace e la sicurezza del mondo, la Lega delle Nazioni, a cui succedettero le Nazioni Unite le quali nel 1972 avevano 132 nazioni membri. Essa ne ha mietuto le conseguenze.
52. Quali conseguenze ha mietuto la cristianità per aver rigettato il Pastore messianico e la sua direttiva?
52 Quali conseguenze? Una messe di ambiziosi pastori governativi che esaltano se stessi, insieme ai loro associati religiosi. Per mezzo del profeta Zaccaria, Geova Dio illustrò tali conseguenze: i pastori mondani, come furono prefigurati da “un pastore inutile”, una classe senza valore di capi stolti e incompetenti. Dopo tutti questi decenni d’esperienza con tali capi sin dal 1919 E.V., possiamo vedere come si conformano al tipo di pastore che Geova Dio profeticamente descrisse, secondo il racconto di Zaccaria che scrive:
53. Quali arnesi fu detto a Zaccaria di prendersi, e come si sarebbe comportato il pastore suscitato, e che cosa gli sarebbe accaduto?
53 “E Geova continuò a dirmi: ‘Prenditi ancora gli arnesi di un pastore inutile. Poiché, ecco, faccio sorgere un pastore nel paese. Egli non presterà nessuna attenzione alle pecore che sono spazzate via. Non cercherà la giovane, e non sanerà la pecora fiaccata. Non sostenterà col cibo quella che sta in piedi, e mangerà la carne della grassa; e strapperà via gli zoccoli della pecora. Guai al mio pastore senza valore, che lascia il gregge! La spada sarà sul suo braccio e sul suo occhio destro. Il suo proprio braccio si seccherà senza fallo, e il suo proprio occhio destro senza fallo si affievolirà’”. — Zaccaria 11:15-17.
54. Oggi le condizioni delle nazioni provano che le persone hanno quale specie di “pastori”, e perché si è lasciato che sorgessero tali capi?
54 Non sono oggi le persone, anche quelle della cristianità per non parlare di quelle del paganesimo, come pecore spazzate via o perdute di vista, fiaccate e non sanate, affamate o minacciate da carestia mondiale, delle quali si cibano corrotti, sfruttatori, parassitici pastori senza valore, che le divorano fino agli stessi “zoccoli” o che le conducono in vie così scabrose da strappare via i loro “zoccoli”? Le condizioni nelle nazioni, sia cosiddette cristiane che pagane, rispondono eloquentemente a questa domanda. Quanto ancora potranno durare le “pecore”? Ma questa è la conseguenza per aver rifiutato il messianico Pastore di Geova. Poiché l’hanno preferito, egli ha lasciato sorgere nel paese della stessa cristianità un’inutile classe di pastori dannosi e senza valore.
55. Perché Zaccaria, benché prendesse per sé gli arnesi di un pastore inutile, non subì i guai che Geova aveva proferiti contro un pastore senza valore di quella specie?
55 Al profeta Zaccaria fu detto di illustrare che nel nostro tempo sarebbe sorta una tale classe di un “pastore inutile”, come sorse al tempo di Gesù Cristo e dei suoi apostoli nel primo secolo E.V. Zaccaria non divenne egli stesso un tale pastore stolto e inutile; semplicemente gli fu detto di prendere gli arnesi o gli strumenti di un pastore e di raffigurare la presenza e difettosa condotta di una tale specie di pastore. Di conseguenza, Zaccaria non subì i guai che Geova pronunciò su tale manchevole, inutile pastore senza cuore.
56. Come una “spada” è stata sul “braccio” e sull’“occhio destro” della classe di un tale “pastore inutile”?
56 L’intero mondo del genere umano non può attendere sollievo o liberazione da tali pastori governativi scelti e nominati dagli uomini. L’esecutiva spada d’autorità di Geova è contro tali governanti pastori, che per molto tempo han portato essi stessi la “spada” del potere esecutivo. (Romani 13:4; Atti 12:1, 2) Siccome non hanno la benedizione di Geova in questo loro “tempo della fine”, il loro “braccio” di potere e capacità si sta seccando, il loro “occhio destro”, il loro occhio migliore per discernere i rimedi e per la sorveglianza governativa, si va sempre più affievolendo. Ma nella mondiale “grande tribolazione” avvenire Geova distruggerà quella classe del “pastore inutile”, occhi, braccia e tutto il resto.
[Note in calce]
a Si veda il Mensile degli Studenti Biblici (Inglese), Volume VI, Nº 7, che sotto il titolo “Il rabbino Wise dà la colpa della guerra alle Chiese”, disse quanto segue: “‘La mancanza delle chiese e delle sinagoghe di mantenere la direttiva sul popolo è stata la causa dell’attuale guerra’, ha detto ieri il rabbino Stephen S. Wise nella Sinagoga Libera della Carnegie Hall. Il rabbino Wise ha caratterizzato l’attuale attitudine delle chiese come ‘debole, instabile, zoppa e timida’. Ha detto che lo Stato ha conquistato la chiesa e che quest’ultima è divenuta una seguace anziché una conduttrice dell’opinione pubblica.
“‘Hanno intronizzato un diavolo della guerra’, ha detto, ‘in luogo di Dio. Le chiese non si prendono seriamente. Sono soddisfatte d’essere un semplice oggetto dell’organizzazione sociale e di difendere i loro paesi e i loro governanti, giusti o ingiusti. La chiesa è imbavagliata e soffocata nella sottomissione. È come un cane muto, vecchio e sdentato, che non può più mordere.
“‘Molti di noi attendevamo che la potenza socialista scongiurasse una tale guerra, e siamo stati amaramente delusi dai socialisti d’Europa quando non vi sono riusciti. Ma non ci siamo mai rivolti alle chiese, alle moschee e alle sinagoghe per impedire la guerra. Nessuno di noi ha atteso da loro una tal cosa, e sappiamo che accadrebbe a qualsiasi capo della Chiesa d’Inghilterra che osasse levare la voce contro la parte che il suo paese ha nella lotta attuale.
“‘Francesco Giuseppe segue la vuota formalità di lavare i piedi a una dozzina di pellegrini a ogni Pasqua e la chiesa è soddisfatta di lui. Lo zar è il capo della sua chiesa la domenica e il capo del suo esercito durante la settimana.
“‘E quando le nazioni preparavano questa guerra non consultarono mai le chiese perché sapevano che, come confidavano sui loro ospedali mobili e sui loro commissari così potevano confidare che le chiese li sostenevano.
“‘Sarebbe meglio che i missionari insegnassero il cristianesimo prima in patria’.
“Il rabbino concluse:
“‘Le nostre anime sono ferite quando leggiamo della distruzione di cattedrali a Rheims e altrove, tuttavia queste cattedrali furono distrutte molto tempo fa e ora ne son cadute solo le mura esterne.
“‘Gli dèi della guerra, gli dèi del denaro e gli dèi della potenza han distrutto questi edifici un secolo dopo l’altro’”. — American di New York, 12 ottobre 1914, pagina 4.
b La Versione Siriaca (Filosseniana Eracleense, revisione del settimo secolo) usa il nome Zaccaria, invece di Geremia.
c In Matteo 27:9, 10 il Manoscritto Sinaitico del quarto secolo E.V. dice “io” invece di “essi”. La stessa cosa fanno le Versioni Siriache, la Filosseniana Eracleense, la Pescitta e il Codice Sinaitico. Questo concorda con Zaccaria 11:13, che dice “io presi”.
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Il Regno sostiene l’assalto internazionaleParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XIX
Il Regno sostiene l’assalto internazionale
1. Da quale forza non controllata dagli scienziati è stata comunicata la dichiarazione proveniente dallo spazio extraterrestre, ed è stata resa disponibile alla maggioranza di noi anche con quale mezzo?
LE COMUNICAZIONI internazionali — mediante cablogramma, telegramma, telefono, radio, televisione — hanno portato le dichiarazioni dei governanti simili a pastori sino ai confini della terra. L’apparente importanza di tali dichiarazioni ha fatto avere loro tale estesa divulgazione. Ma, con una forza che gli scienziati di questo ventesimo secolo non sono stati in grado di imbrigliare, una dichiarazione della più alta importanza è stata comunicata da oltre lo spazio extraterrestre alla nostra terra. L’alto valore attribuito a questa dichiarazione non è troppo alto, poiché è la dichiarazione del Creatore della terra e del cielo, ed è stata comunicata per mezzo della sua invisibile forza attiva, cioè il suo spirito santo. Inoltre, per mezzo di centinaia di milioni di copie stampate della Sacra Bibbia, in centinaia di lingue, questa dichiarazione è stata resa disponibile perché venga consultata dalla grande maggioranza della popolazione della terra. Mentre leggiamo questa dichiarazione che porta il nome del Creatore, giudichiamo per nostro conto se ora è di importanza internazionale:
2. Secondo quella dichiarazione, a che cosa Geova farà assomigliare Gerusalemme per le nazioni, e come che cosa Egli renderà il suo popolo per le nazioni attaccanti?
2 “Dichiarazione: ‘La parola di Geova riguardo a Israele’, è l’espressione di Geova, Colui che distende i cieli e getta le fondamenta della terra e forma lo spirito dell’uomo dentro di lui. ‘Ecco, faccio di Gerusalemme una coppa che causa barcollamento a tutti i popoli all’intorno; e anche contro Giuda egli verrà per essere nell’assedio, pure contro Gerusalemme. E deve accadere in quel giorno che farò di Gerusalemme una pietra da carico per tutti i popoli. Tutti quelli che la solleveranno si faranno senza fallo gravi scalfitture; e contro di lei si raccoglieranno per certo tutte le nazioni della terra. In quel giorno’, è l’espressione di Geova, ‘colpirò ogni cavallo di smarrimento e il suo cavaliere di pazzia; e aprirò i miei occhi sulla casa di Giuda, e colpirò ogni cavallo dei popoli di perdita della vista. E gli sceicchi di Giuda dovranno dire in cuor loro: “Gli abitanti di Gerusalemme mi sono una forza mediante Geova degli eserciti loro Dio”. In quel giorno farò degli sceicchi di Giuda come un focolare fra gli alberi e come una torcia infuocata in un filare di grano tagliato da poco, e devono divorare a destra e a sinistra tutti i popoli all’intorno; e Gerusalemme deve ancora essere abitata nel suo proprio luogo, in Gerusalemme’”.
3, 4. Perché i circoncisi Giudei naturali non sono stati in grado di dare una spiegazione di Zaccaria 12:1-6 che si applichi alla storia della loro nazione?
3 Queste parole di Zaccaria 12:1-6 sono oggi un enigma per i circoncisi Giudei naturali. Essi han cercato di trovare un adempimento di queste parole profetiche nella storia antica della loro nazione fra il tempo di questa “dichiarazione” nel sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare (circa il 518 a.E.V.) e la distruzione di Gerusalemme per opera delle legioni romane nell’anno 70 E.V. Ma non sono stati in grado di pervenire a nulla di autentico a conferma della profezia. Perché no? Perché l’adempimento della “dichiarazione” raggiunge il suo culmine o climax in un Israele e in una Gerusalemme di ordine più alto di quello del naturale Israele carnale e della Gerusalemme terrestre. Così quando la Gerusalemme terrestre e il suo tempio furono distrutti nel 70 E.V. c’era una Gerusalemme che allora rimaneva. Non quella terrestre, naturalmente. Era quella di cui parla lo scrittore di Ebrei 12:22-24. Benché scrivesse verso il 61 E.V., circa nove anni prima che la Gerusalemme terrestre fosse demolita nel 70 E.V., egli scrive agli Ebrei divenuti cristiani:
4 “Ma vi siete accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, e alle vite spirituali dei giusti che sono stati resi perfetti, e a Gesù mediatore di un nuovo patto, e al sangue di aspersione, che parla in modo migliore del sangue di Abele”.
5. Che cos’era la “congregazione dei primogeniti” a cui quegli Ebrei divenuti cristiani si erano accostati verso il 61 E.V., e questa “congregazione” quale città aveva?
5 La “congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli” a cui quei cristiani ebrei si erano accostati non era la congregazione del naturale Israele carnale, di cui erano stati parte fino alla loro conversione al cristianesimo. Piuttosto, era la “congregazione” dell’Israele spirituale ed era stata portata in un “nuovo patto” che Gesù il mediatore aveva reso valido col suo proprio “sangue di aspersione” che parla meglio del sangue di Abele il primo martire di Geova. In perfetta armonia con questi fatti, questo Israele spirituale aveva una Gerusalemme più alta, la ‘città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’.
6. Che cosa rappresentava la Gerusalemme terrestre come città del trono di Geova, e quando e a che cosa fu trasferito ciò che era stato così rappresentato?
6 La Gerusalemme terrestre era dove la linea dei re della famiglia reale di Davide aveva avuto il suo trono, che era chiamato “trono di Geova” perché chi l’occupava rappresentava Geova Dio il quale era il vero e invisibile Re d’Israele. Poiché Geova aveva fatto un patto col re Davide per un regno eterno con un suo erede permanente sul trono, Gerusalemme come città del trono rappresentava il diritto al regno che Dio aveva dato a un discendente del re Davide. (1 Cronache 29:23; 2 Samuele 7:14-16) Gesù Cristo, “figlio di Davide, figlio di Abraamo”, fu tale Erede permanente. Di conseguenza, quando Gesù Cristo, risuscitato dai morti, fece la sua ascensione in cielo e comparve alla presenza di Dio e sedette alla sua destra, la sua eredità e il suo non perduto diritto al regno l’accompagnarono. Così quel diritto al regno fu trasferito dalla Gerusalemme terrestre alla “Gerusalemme celeste” nell’anno 33 E.V. — Atti 2:29-36; Salmo 110:1, 2; Ebrei 10:12, 13.
7. In vista del rovesciamento del regno davidico nella Gerusalemme terrestre nel 607 a.E.V., quando Geova fece di Gerusalemme “una coppa che causa barcollamento a tutti i popoli” (Zaccaria 12:2)?
7 Nell’anno 607 a.E.V. i Babilonesi rovesciarono il regno di Davide nella Gerusalemme terrestre, e il regno non doveva essere di nessun altro “finché venga colui che ha il diritto legale”, nel qual tempo Dio gliel’avrebbe dato. (Ezechiele 21:25-27) Quando venne colui che aveva il “diritto legale” e ricevette il regno da Geova il grande Teocrata? Questo avvenne nel 1914 E.V., alla fine dei Tempi dei Gentili verso il 4/5 ottobre (15 Tishri). Allora Geova intronizzò il suo Figlio Gesù Cristo nella “Gerusalemme celeste”. E allora, in adempimento di Salmo 110:1, 2 Geova mandò la verga della forza di Cristo dal celeste monte Sion, dicendo: “Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici”. Con tale atto e in quel tempo il grande Creatore del cielo e della terra adempì la sua dichiarazione e fece di Gerusalemme, della “Gerusalemme celeste”, “una coppa che causa barcollamento a tutti i popoli”. — Zaccaria 12:1, 2; Rivelazione 11:15.
8. (a) Quando il re Davide fece di Gerusalemme la città del suo trono, che cosa cercarono di fare i Filistei, e con quale risultato? (b) Quando e come si cominciò a dare alla cristianità l’avvertimento riguardo all’intronizzazione di Cristo alla fine dei Tempi dei Gentili?
8 Duemilanovecentottantatré anni prima, il re Davide aveva catturato la Gerusalemme terrestre e ne aveva fatto la sua città capitale. Udito ciò, i suoi accaniti nemici i Filistei salirono contro Gerusalemme e cercarono di detronizzare Davide. Due successive miracolose sconfitte rimandarono gli assalitori barcollando alla Filistea. (2 Samuele 5:17-25; Salmo 2:1-6) Che cosa troviamo, dunque, nel caso della “Gerusalemme celeste” col suo appena intronizzato re Gesù Cristo, il permanente Erede di Davide? Per decenni prima del 1914 E.V., sin dall’anno 1876 E.V., le nazioni e i popoli del mondo erano stati avvertiti che i Tempi dei Gentili sarebbero terminati quell’anno.a I dedicati, battezzati cristiani, come Charles Taze Russell che era divenuto presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati (Watch Tower Bible and Tract Society), furono impiegati per dare questo avvertimento, specialmente alle nazioni della cristianità. Queste nazioni che professavano d’esser cristiane rifiutarono la notifica e scatenarono la loro prima guerra mondiale il 28 luglio 1914.
9. Durante la prima guerra mondiale, come le nazioni in conflitto si raccolsero intorno alla “Gerusalemme celeste” come intorno a una “coppa” da bere per loro piacere?
9 Durante questa guerra le nazioni in conflitto approfittarono della legge marziale e dell’isterismo del tempo di guerra e del fervore nazionalistico per perseguitare questi dedicati, battezzati cristiani unti dallo spirito i quali avevano dato loro notifica e si erano schierati dalla parte dello stabilito regno messianico di Geova. Così le nazioni si raccolsero intorno a loro come intorno a una coppa da bere, per prendere sorsi di piacere e rallegrarsi esprimendo la loro opposizione ai rappresentanti del regno di Dio. Siccome questi dedicati, unti cristiani erano parte della “congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli”, quelle nazioni si raccoglievano in effetti intorno alla “Gerusalemme celeste” come intorno a una “coppa” da bere. Per un dato tempo quelle nazioni provarono grande esultanza, come era stato preannunciato in Rivelazione 11:7-10.
10, 11. Come, dopo la prima guerra mondiale, la “Gerusalemme celeste” si trovò assediata dalle nazioni, e furono queste anche “contro Giuda”?
10 Finita che fu la prima guerra mondiale l’11 novembre 1918, le nazioni del mondo non posero fine alla loro ostilità contro lo stabilito regno messianico di Dio com’era istituito nella “Gerusalemme celeste”. Negli anni seguenti adottarono la Lega delle Nazioni come un sostituto del celeste regno di Dio. Cominciarono così a porre un figurativo assedio alla “Gerusalemme celeste”. Questo assedio si espresse nell’opposizione e nella persecuzione delle nazioni contro l’unto rimanente della “congregazione dei primogeniti” che proclamava il regno messianico della “Gerusalemme celeste”. Essendo questi discepoli di Gesù Cristo suoi sostenitori quale “Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”, erano Giudei spirituali o spiritualmente della tribù di Giuda. Così, insieme alla Gerusalemme celeste, questi Giudei spirituali furono assediati dalle nazioni contrarie al Regno. Avvenne proprio com’era stato preannunciato, in Zaccaria 12:2:
11 “Ecco, faccio di Gerusalemme una coppa che causa barcollamento a tutti i popoli all’intorno; e anche contro Giuda egli verrà per essere nell’assedio, pure contro Gerusalemme”. (NM) “Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa che dà vertigini per tutti i popoli circostanti, e anche Giuda sarà in angoscia per l’assedio di Gerusalemme”. (Mar) “Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli all’intorno; e questo concernerà anche Giuda, quando si cingerà d’assedio Gerusalemme’’. (VR) “Ecco: io faccio di Gerusalemme una coppa che mette le vertigini a tutti i popoli all’intorno. E anche contro Giuda: sarà in angustia contro Gerusalemme”. — Ga.
12. Come i Giudei spirituali manifestarono uno spirito diverso da ciò che aveva mostrato durante la prima guerra mondiale, assumendo così quale attitudine apostolica?
12 Mentre nel 1919 E.V. le nazioni mondane adottarono la Lega delle Nazioni come un’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo, l’unto rimanente del Giuda spirituale cominciò a proclamare come non aveva mai fatto prima la buona notizia del regno del “Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”. Così da allora in poi le nazioni mondane cominciarono a porre l’assedio contro questo Giuda spirituale sulla terra, prolungando i loro sforzi e persistendovi per sopraffare la resistenza e il non conformismo di questi Giudei spirituali. In maniera del tutto diversa dal loro generale corso d’azione nella prima guerra mondiale, questi Giudei spirituali non si fecero intimorire dalle nazioni. Compresero più chiaramente che in precedenza il mandato che l’Iddio Altissimo aveva affidato loro, e scelsero la condotta apostolica: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) A questa condotta essi si attennero anche in mezzo alla seconda guerra mondiale. Si attennero a un’assoluta neutralità cristiana verso le controversie internazionali, come avevano apertamente dichiarato il 1º novembre 1939. Le nazioni furono assai stupìte della rigida neutralità assunta da questi cristiani testimoni di Geova. — Si veda la Torre di Guardia annunziante il Regno di Geova (inglese), del 1º novembre 1939, alle pagine 323-333.
13. A causa di quale condotta le nazioni si son fatte “gravi scalfitture”, e perché?
13 L’intransigente attitudine assunta dai cristiani testimoni di Geova per la neutralità, il loro coraggioso ricorso alle corti legali del paese per mantenere i propri diritti civili, il continuo incremento della predicazione della buona notizia del messianico regno di Geova, tutto questo ha fatto barcollare le nazioni. Il diritto al Regno, rappresentato dalla “Gerusalemme celeste”, è divenuto una “pietra da carico” per le nazioni. Per aver cercato di sollevarla e toglierla dalla via dei loro ambiziosi progetti mondani di dominio globale interferendo con i predicatori del Regno, le nazioni che vi si sono immischiate si son fatte “gravi scalfitture”. Non c’è stata per loro nessuna soddisfazione, ma acuti dolori per l’umiliante fallimento. La loro reputazione è stata danneggiata. Non possono rimuovere o annullare il diritto al Regno che dev’esser predicato, né possono far tacere il rimanente che ubbidisce al comando di Geova di predicarlo in tutto il mondo.
14. Come Geova ha adempiuto di già la sua dichiarazione riguardo ai cavalli nemici e ai loro cavalieri, e su chi egli apre gli occhi, e perché?
14 Di già, in modo figurativo, Geova degli eserciti ha operato secondo la Sua dichiarazione. Ha confuso quelli che combattono contro i Giudei spirituali, gli ambasciatori del Suo regno. Quelli che guidano la macchina della guerra sono stati indotti ad agire pazzamente, come nel caso dei frustrati dittatori che sono stati accecati dal furore. I loro strateghi di guerra non sanno più quale direzione prendere, come se avessero perduto la vista. Ma Geova apre i propri occhi e li tiene aperti per dirigere la strategia della spirituale “casa di Giuda”.
15. In che modo gli spirituali sceicchi di Giuda sono stati incendiari “come un focolare fra gli alberi e come una torcia infuocata in un filare di grano tagliato da poco”, a destra e a sinistra?
15 In quanto agli “sceicchi di Giuda”, spiritualmente parlando, il corpo direttivo della “casa di Giuda” e i sorveglianti delle congregazioni dei Giudei spirituali, Geova li riempie di ardente zelo a favore degli interessi terrestri del Regno della “Gerusalemme celeste”. “Come una torcia infuocata in un filare di grano tagliato da poco”, essi accendono un incendio in senso spirituale, causando grandi discussioni e controversie religiose che fanno ardere e consumare l’influenza di molti governanti pastori così che sono smascherati quali individui che si trovano “a combattere effettivamente contro Dio” e molte loro “pecore” si volgono al regno di Dio. Questo accade a destra e a sinistra fra i popoli. In seguito a questa ardente attività e alla positiva attitudine di questi “sceicchi di Giuda”, i Giudei spirituali continuano a rimanere nel paese spirituale che Dio ha dato loro, abitandovi in numero crescente. Non abbandonano la causa della “Gerusalemme celeste”.
16. Gli “sceicchi di Giuda” riconoscono che la loro forza per far questo nell’assedio viene da quale sorgente, e che cosa quella sorgente impiega a loro favore?
16 Non è con la loro propria forza che questi “sceicchi di Giuda” e i loro compagni giudei compiono quest’opera di devastazione spirituale tra quelli che in maniera ostile pongono l’assedio alla causa del dominante regno di Dio. Nel loro cuore pieno d’apprezzamento confessano che la forza di far questo mentre sono cinti d’assedio da tutto il mondo viene da una fonte sovrumana e soprannaturale. Viene dalla “Gerusalemme celeste”, dove l’intronizzato re Gesù Cristo regna e sottopone in mezzo ai suoi nemici. Con lui sono associati i santi angeli. “Non sono essi tutti spiriti per il servizio pubblico, mandati a servire per quelli che erediteranno la salvezza?” (Ebrei 1:13, 14; Matteo 25:31) Quegli unti cristiani che si accostavano alla “città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste”, e che finirono il loro corso terreno nella morte e furono risuscitati alla vita e all’immortalità nei cieli, questi pure potrebbero offrire invisibile forza ai coraggiosi, energici “sceicchi di Giuda” e compagni giudei sulla terra. (Rivelazione 2:26-29) Tutta questa assistenza della Gerusalemme celeste ha il sostegno di “Geova degli eserciti loro Dio”.
L’ANNIENTAMENTO È IN SERBO PER LE NAZIONI ATTACCANTI
17, 18. (a) Perché le nazioni non potranno coronare il loro lungo assedio con la vittoria? (b) Secondo la sua dichiarazione, che cosa farà Geova a quelle nazioni che saranno venute contro “Gerusalemme”?
17 Le nazioni mondane non potranno coronare con la vittoria il loro lungo, persistente assedio contro il regno di Dio e contro quelli che rendono servizio in tutta la terra come suoi ambasciatori. L’Iddio Onnipotente darà a questi Giudei spirituali rinnovati poteri di perseveranza per sopportare l’assedio contro il Regno, ma egli indebolirà e infine spazzerà via gli assedianti che sfidano Dio. Questo è il significato delle ulteriori parole della “dichiarazione” divina, in Zaccaria 12:7-9:
18 “E per certo Geova salverà dapprima le tende di Giuda, affinché la bellezza della casa di Davide e la bellezza degli abitanti di Gerusalemme non divenga troppo grande su Giuda. In quel giorno Geova sarà una difesa intorno agli abitanti di Gerusalemme; e chi inciampa fra loro deve divenire in quel giorno come Davide, e la casa di Davide come Dio [o, ‘divini’], come l’angelo di Geova dinanzi a loro. E deve accadere in quel giorno che cercherò di annientare tutte le nazioni che vengono contro Gerusalemme”.
19. (a) Che cosa è indicato dall’espressione “le tende di Giuda”? (b) Perché la “bellezza” di altri che vi prenderanno parte non diverrà “troppo grande su Giuda”?
19 Quell’espressione “le tende di Giuda” indica che i Giudei spirituali non si ritirano dietro le protettive mura delle città ma son fuori in aperta campagna, difendendo intrepidamente gli interessi del regno messianico come sono rappresentati da Gerusalemme, la città del trono. Ragionevolmente, dunque, prima che gli attaccanti possano venire direttamente contro la città, dovrebbero eliminare tutte le “tende di Giuda” che circondano la città per sua difesa. Per questo Geova degli eserciti deve prima salvare le “tende di Giuda”, perché queste sono il primo e diretto bersaglio dell’attacco. Per questa ragione potranno vantarsi d’essere state salvate da Geova come potranno vantarsene gli abitanti della “Gerusalemme celeste”, la sede del Regno. Queste “tende di Giuda” avranno la bellezza della salvezza di Geova come l’avrà la “casa di Davide” rappresentata dal reale Figlio di Davide, Gesù Cristo, e come l’avranno gli “abitanti di Gerusalemme”, i risuscitati coeredi del regno messianico, i già risuscitati e glorificati discepoli di Cristo. — Romani 8:15-17; 2 Timoteo 2:11, 12.
20. (a) In che modo Geova ha reso gli “abitanti di Gerusalemme” come Davide, e la casa di Davide come l’angelo di Geova? (b) In che modo Geova ha difeso gli “abitanti di Gerusalemme”?
20 Se, nel caso degli abitanti di Gerusalemme, Geova li difende e impedisce loro di cadere in quanto li rende forti e coraggiosi come Davide il re battagliero, agirà similmente per i Giudei spirituali nelle loro “tende” fuori nella campagna. La testimonianza storica che l’unto rimanente dei Giudei spirituali ha dato finora di sé mostra che Egli ha fatto questo. E continuerà a farlo nel futuro, sino al pieno adempimento della promessa. Inoltre, a causa della maggiore responsabilità che vi è implicata, Geova ha fatto ancora di più per la “casa di Davide”, “casa” che è rappresentata dall’Erede permanente di Davide, Gesù Cristo. Geova l’ha reso “come Dio, come l’angelo di Geova dinanzi a loro”. No, non come Geova stesso, ma come l’“angelo” di Geova, che condusse i figli d’Israele dopo averli tratti dalla schiavitù d’Egitto nel 1513 a.E.V. (Esodo 14:19; 23:20, 23) Geova degli eserciti ha già difeso gli abitanti della “Gerusalemme celeste”, autorizzando il suo dominante re Gesù Cristo a cacciare Satana il Diavolo, “l’iddio di questo sistema di cose”, dal cielo e a farlo restare fuori. — Rivelazione 12:7-13; 2 Corinti 4:4.
21. (a) In armonia con la casa di Davide che agisce come l’angelo di Geova, qual è uno degli appropriati titoli del Rappresentante di quella “casa”? (b) Per quanto tempo il nemico manterrà l’assedio di Gerusalemme, e perché fino ad allora?
21 Quindi il divino Figlio di Davide, Gesù Cristo, agisce come angelo di Geova a favore dei Giudei spirituali nelle loro “tende” sulla terra. Appropriatamente uno dei nomi con i quali è stato chiamato è “Dio potente”. (Isaia 9:6, 7) Come potrebbero, dunque, tutte le nazioni di questo mondo, sostenute da Satana il Diavolo, trionfare contro di lui e contro le “tende di Giuda” dinanzi a cui egli rende servizio in qualità di angelo di Geova? Per forza di cose il loro assedio al regno messianico è costretto a fallire. Nella loro avidità di dominio mondiale non toglieranno mai l’assedio per ritirarsi, ammettendo la sconfitta o il fallimento. Continueranno a porre l’assedio sino alla fine!
22. (a) Perché Geova non dovrà andare lontano quando cercherà di annientare le nazioni? (b) Quando verrà per lui l’occasione di annientarle?
22 Dovrà Geova degli eserciti andare lontano quel giorno, quando cercherà di “annientare tutte le nazioni che vengono contro Gerusalemme”? No di certo! Con la loro persistente opposizione al suo regno messianico e con il loro appoggio all’organizzazione internazionale costituita dagli uomini per la pace e la sicurezza del mondo e con la loro opera per angariare e perseguitare i Giudei spirituali, quelle nazioni accumulano contro di sé una testimonianza che le condanna. Il Supremo Giudice di tutti è conscio del conto da regolare totalmente contro di loro. Quando il loro finale attacco alle “tende di Giuda” avrà avuto luogo, generando la situazione mondiale chiamata figurativamente Har-Maghedon, avranno colmato appieno il conto loro concesso.
23. A che cosa Geova ridurrà quelle nazioni, e per mezzo di chi, e con “bellezza” per chi?
23 Esaminato tale conto, l’esaminatore Geova degli eserciti troverà ogni giustificazione per annientare quelle nazioni che vengono contro il Regno della sua “Gerusalemme celeste”. Per mezzo del suo dominante Re, che è “come Dio, come l’angelo di Geova”, ridurrà quelle nazioni assolutamente a nulla. (Rivelazione 16:13-16) Oh con quale “bellezza” questo coronerà la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” e le “tende di Giuda”!
IL “TRAFITTO” CHE DIVENNE RE
24, 25. (a) Si faranno lamenti per quelle nazioni annientate? (b) Un lamento su chi preannuncia Geova come notevole?
24 Non ci saranno pianti e lamenti su quelle presuntuose nazioni che Geova degli eserciti avrà annientate nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. Ma ci furono pianti e lamenti al luttuoso avvenimento che preparò la via alla ‘bellezza della casa di Davide e alla bellezza degli abitanti di Gerusalemme’ in quel glorioso giorno di salvezza divina. Mentre la “dichiarazione” di Geova il Creatore del cielo e della terra continua, apprendiamo quale fu quell’avvenimento, poiché Lo udiamo dire:
25 “E per certo verserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo spirito di favore e supplicazioni, e per certo guarderanno a Colui che hanno trafitto, e faranno cordoglio per lui come nel cordoglio per un figlio unico; e vi sarà per lui amaro lamento come quando c’è amaro lamento per il figlio primogenito. In quel giorno il cordoglio sarà grande in Gerusalemme, come il cordoglio di Adadrimmon nella pianura della valle di Meghiddo. E il paese farà per certo cordoglio, ciascuna famiglia da sé; la famiglia della casa di Davide da sé, e le loro donne da sé; la famiglia della casa di Natan da sé, e le loro donne da sé; la famiglia della casa di Levi da sé, e le loro donne da sé; la famiglia dei Simeiti da sé, e le loro donne da sé; tutte le famiglie che si lasciano rimanere, ciascuna famiglia da sé, e le loro donne da sé”. — Zaccaria 12:10-12.
26. Alla domanda di chi fu colui che trafissero, allo scritto di quale apostolo ci rivolgiamo per la risposta, e come egli risponde alla nostra domanda?
26 Chi è “Coluib che hanno trafitto” e a cui “per certo guarderanno”? Sorvolando il groviglio di supposizioni umane, ci rivolgiamo direttamente alla risposta ispirata fornita da Colui che fece questa “dichiarazione” profetica. Dal racconto scritto dal galileo Giovanni, che fu testimone oculare della morte al palo di Gesù Cristo fra due malfattori al palo il venerdì 14 Nisan 33 E.V., citiamo queste ispirate parole:
Quindi i Giudei, poiché era la Preparazione, onde i corpi non rimanessero sui pali di tortura il sabato (poiché quel giorno di sabato era un gran giorno) pregarono Pilato di far rompere loro le gambe e togliere i corpi. Perciò, i soldati vennero e ruppero le gambe del primo uomo e quelle dell’altro uomo che erano stati messi al palo con lui. Ma venuti da Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe. E uno dei soldati gli forò il fianco con la lancia, e immediatamente ne uscì sangue e acqua. E colui che lo ha visto ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è verace, e quest’uomo sa di dire cose veraci, onde voi pure crediate. Infatti, queste cose avvennero affinché s’adempisse la scrittura: “Nessun osso gli sarà rotto”. E ancora un’altra scrittura dice: “Essi guarderanno Colui che hanno trafitto”. — Giovanni 19:31-37.
27. Nei suoi scritti, in quale altra relazione Giovanni pone Gesù e colui che fu “trafitto”?
27 C’è ancora un’altra relazione fra questo Gesù Cristo e la ‘trafittura’, quando lo stesso apostolo Giovanni scrive:
A colui che ci ama e che ci ha sciolti dai nostri peccati mediante il proprio sangue — e ci ha fatti essere un regno, sacerdoti al suo Dio e Padre — sì, a lui siano la gloria e la potenza per sempre. Amen.
Ecco, egli viene con le nubi, e ogni occhio lo vedrà, e quelli che lo trafissero; e tutte le tribù della terra si batteranno con dolore a causa di lui. Sì, Amen. — Rivelazione 1:5-7.
28. Che cosa scrive il dottore in medicina Luca, per indicare che Gesù fu “trafitto” dopo, non prima, che era morto?
28 Così il fianco di Gesù fu trafitto qualche tempo dopo che egli era spirato, non prima, per cui il dottor Luca scrive:
Ed ora era circa la sesta ora [le 12 o mezzogiorno], eppure le tenebre scesero su tutta la terra fino alla nona ora [le 15 del pomeriggio], perché la luce del sole venne a mancare; quindi la cortina del santuario si squarciò a metà. E Gesù gridò ad alta voce, dicendo: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Detto questo, spirò. Avendo visto ciò che era accaduto, l’ufficiale dell’esercito [centurione] glorificava Dio, dicendo: “Realmente quest’uomo era giusto”. E tutte le folle che si erano ivi radunate per questo spettacolo, quando ebbero visto le cose avvenute, tornavano, battendosi il petto. Inoltre, tutti quelli che lo conoscevano se ne stavano a distanza. E le donne, che insieme l’avevan seguito dalla Galilea, stavano a guardare queste cose. — Luca 23:44-49; anche Marco 15:33-41.
29. In che modo, come nel caso di Tommaso, quel fianco trafitto di Gesù costituì la prova che era stato risuscitato dai morti?
29 Il fianco trafitto di Gesù Cristo fu anche un importante particolare che diede prova in seguito che Gesù era stato destato dai morti. L’apostolo Tommaso, che non era riuscito a vedere Gesù il giorno della sua risurrezione (domenica 16 Nisan 33 E.V.), disse a quelli che quel giorno l’avevano visto materializzato nella carne: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò”. Una settimana dopo, Gesù si materializzò di nuovo nella carne, in un corpo simile a quello che era stato messo al palo, e disse a Tommaso: “Prendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e smetti d’essere incredulo ma divieni credente”. — Giovanni 20:24-27.
30. (a) Come il lamento del discepoli di Gesù fu più grave del “cordoglio di Adadrimmon nella pianura della valle di Meghiddo”? (b) Che cos’altro fu necessario oltre al semplice cordoglio con lamento perché fosse versato su di loro “lo spirito di favore e supplicazioni”?
30 In adempimento di Zaccaria 12:10-14, i fedeli apostoli e altri discepoli di Gesù Cristo dovettero piangere e far lamento, lì nella Gerusalemme terrestre. Il loro lamento era per la morte dell’“unigenito Figlio” di Dio, “il primogenito di tutta la creazione”, “il principio della creazione di Dio”. (Giovanni 3:16; Colossesi 1:15; Rivelazione 3:14) Su lui il lamento fu dunque più grave che il precedente “cordoglio di Adadrimmon nella pianura della valle di Meghiddo”. (Zaccaria 12:11; si paragonino II Re 23:28-30; II Cronache 35:20-25). Geova versò in effetti su quei fedeli discepoli “lo spirito di favore e supplicazioni”. Questo accadde specialmente per il fatto che quei discepoli speravano “che quest’uomo fosse colui che è destinato a liberare Israele”. (Luca 24:21) Ma, per ottenere il favore divino, si deve esprimere più che semplice cordoglio con tale pianto e amaro lamento. Si deve credere in colui che fu trafitto e si deve credere nel valore della sua morte di sacrificio. In base a tale credenza o fede, il favore divino può estendersi agli afflitti e quindi le loro suppliche motivate dalla fede saranno esaudite.
31, 32. (a) Per ricevere “lo spirito di favore e supplicazioni” come bisognava guardare colui che fu trafitto, benché si appartenesse alla “casa di Davide”? (b) Anche se uno era degli “abitanti di Gerusalemme”, che cosa avrebbe dovuto fare oltre a fare cordoglio per ricevere “lo spirito di favore e supplicazioni”?
31 Per mostrarsi degno di ricevere tale divino “spirito di favore e supplicazioni” bisogna guardare con gli occhi della fede “Colui che hanno trafitto”. Si può essere della “casa di Davide”, ma, che semplicemente si appartenga a quel rango reale secondo la discendenza carnale non garantisce in nessun modo che si sarà col Messia nel regno celeste come suo coerede.
32 Si può essere uno degli “abitanti di Gerusalemme” sulla terra; ma che si appartenga alla terrestre città capitale del re Davide non garantisce in nessun modo un posto nella “Gerusalemme celeste”. Una tale persona dovrebbe affliggersi di qualsiasi responsabilità della comunità che potrebbe ricadere su di lei per la morte e la trafittura del Messia Gesù. Quindi il pianto e l’amaro lamento devono comprendere la tristezza per il fatto che il Messia dovette morire per i nostri peccati e devono anche comprendere il pentimento di tali peccati. Allora la morte del Messia sarà di beneficio per chi avrà fatto lamento e avrà ricevuto lo “spirito di favore e supplicazioni”.
33. (a) Come si applicò questa regola anche a chi era della stessa “casa di Levi”, o della “famiglia dei Simeiti” (b) O, a chi era della “famiglia della casa di Natan”, come lo era Maria madre di Gesù?
33 Questo si applicherebbe pure a chi, secondo la carne, fu della “casa di Levi”. Sebbene da Levita prestasse servizio nel terrestre tempio di Gerusalemme, con il suo altare dei sacrifici animali, egli aveva ancora bisogno del sacrificio umano perfetto di Colui che fu trafitto. La “casa di Levi” comprendeva anche la “famiglia dei Simeiti”. (Esodo 6:16, 17; Numeri 3:17-21) Così anche questi ebbero bisogno di un sacrificio che potesse riscattare peccaminose creature umane. La “famiglia della casa di Natan” appartenne alla famiglia reale di Davide. (2 Samuele 5:13, 14) Maria madre terrena di Gesù Cristo era nata nella linea di discendenza di questo Natan figlio di Davide. (Luca 3:23-31) Nonostante le loro relazioni regali secondo la carne, quelli di questa famiglia avevano bisogno di riconoscere Gesù come il Messia, e che egli era stato “trafitto” per adempiere la profezia divina e mostrarsi degno del regno celeste.
34. (a) Da quale punto di vista devono tutti, senza riguardo a famiglia, casa, o sesso, fare cordoglio e lamento su colui che fu trafitto? (b) Come oggi dobbiamo far questo per ricevere “lo spirito di favore e supplicazioni”?
34 Tutti, non importa di quale famiglia o casa fossero, avevano bisogno di piangere e far lamento, pentendosi con cordoglio per la necessità che il Messia morisse quale sacrificio di riscatto per i peccati. Uomini o donne, avevano bisogno di far questo. Ecco perché la profezia dice ripetute volte che doveva esserci cordoglio da parte delle “loro donne da sé”. (Zaccaria 12:12-14) In modo simile ciascuno di noi oggi deve guardare con pentimento e fede il Messia Gesù, Colui che i nemici del messianico regno di Geova ebbero il permesso di ‘trafiggere’. Se facciamo questo, riceveremo lo “spirito di favore e supplicazioni”.
35. Quando si asciugano le nostre lagrime di cordoglio e lamento per il fatto che il Messia fu “trafitto”?
35 Le nostre lagrime di cordoglio e lamento si asciugano quando discerniamo, inoltre, che il Messia Gesù fu “trafitto” per la rivendicazione della sovranità universale di Geova. Infine, che fosse “trafitto” dimostrò che egli aveva mantenuto la sua perfetta integrità verso il Sovrano Signore Geova fino alla morte. Come ricompensa fu onorato essendo intronizzato quale Re messianico in cielo.
[Note in calce]
a “I sette tempi finiranno nel 1914 E.V.” Così si afferma nell’articolo speciale intitolato “Tempi dei Gentili: Quando finiranno?” di Charles T. Russell, pubblicato a pagina 27 della rivista mensile chiamata “Bible Examiner”, Volume XXI, Numero 1 - Numero intero 313, in data ottobre 1876, con l’indirizzo postale Nº 72 Hicks Street, Brooklyn, New York, e il cui redattore ed editore era George Storrs. La sua rivista “Bible Examiner” cessò a causa di una sua grave malattia e questo fu annunciato con l’intestazione “Il fratello Geo. Storrs”, nell’edizione del gennaio 1880 della Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo, e gli fu offerto l’uso di parte dello spazio di quest’ultima rivista. Qualche tempo dopo la sua morte, un articolo scritto da lui, intitolato “La dottrina dell’elezione”, fu pubblicato nella Torre di Guardia di Sion, nel giugno dell’anno 1884.
b Sulle parole “Colui che”, l’edizione (inglese) del 1971 della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture ha questa nota in calce: Su questo passo La Hebrew Grammar di Gesenius, a cura di E. Kautzsch e A. E. Cowley (ristampa del 1949), a pagina 446 dice, nella nota in calce 1 appartenente alla sezione 138 (2) e, quanto segue: “In Zaccaria 12:10 inoltre, invece dell’incomprensibile e·laʹi ēth a·sherʹ,, dovremmo probabilmente leggere el-a·sherʹ, e riferire il passo a questa classe”. In due manoscritti ebraici il testo scritto dice e·laʹi ēth a·sherʹ (“a me che”), ma la nota marginale dice e·laʹiw ēth a·sherʹ (“a lui [o, a colui] che”). La LXX dice: “a me per la ragione che”; Vg, “a me che”; Sy, “a me per lui che”; Th, “a lui che”. Si veda la traduzione tedesca della Bibbia di Emil F. Kautzsch (1890): “A colui il quale”; anche Giovanni 19:37.
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Preservata una “terza parte” in un paese purificatoParadiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
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Capitolo XX
Preservata una “terza parte” in un paese purificato
1. Non è riuscita la cristianità a produrre la specie di paese che le persone di cuore onesto desiderano, e chi ha promesso di produrre il desiderato Paradiso in cui oggi possiamo confidare?
CIÒ che le persone decorose, di cuore onesto e dalla giusta disposizione oggi desiderano è un paese in cui gli abitanti vivano una vita pura e in cui non ci sia ipocrisia religiosa o frode e inganno. La cristianità, dopo aver provato le sue centinaia di varietà di cosiddette religioni cristiane, non è riuscita a produrre un tale paese. Ogni speranza è stata ora perduta che possa mai riuscirci. Essa non può mettere in mostra nessun paese per provare che possa purificare la malvagità e l’impurità religiosa. Non ha generato in nessun luogo un paradiso spirituale fra le centinaia di milioni di aderenti alle sue chiese. Se il Creatore del cielo e della terra dovesse dipendere da lei per produrre una terra purificata con una religione pura e incontaminata, ciò non avverrebbe mai. Ma Dio Onnipotente la produrrà di nuovo, a suo modo, per mezzo della propria organizzazione teocratica. La Sua promessa di far ciò è ancora sicura, perché tutte le persone di mente retta oggi vi ripongano fiducia.
2. Dopo aver parlato del lamento per colui che fu “trafitto”, che cosa dice Geova che sarà aperta per il peccato e per la cosa orrenda?
2 È interessantissimo esaminare come Dio illustra il suo proposito di fare questa cosa rimarchevole. Nella sua “dichiarazione” ha appena finito di parlare del cordoglio e dell’amaro lamento che ci sono nel suo paese perché è stato trafitto il Messia in cui gli abitanti del paese avevano riposto le loro speranze. (Zaccaria 12:1, 10-14) Immediatamente dopo, egli prosegue, dicendo: “In quel giorno ci sarà una fonte aperta alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per il peccato e per la cosa orrenda”. — Zaccaria 13:1.
3. Che cosa prova se la cristianità si è valsa di quella “fonte” che fu aperta per il peccato e per la cosa orrenda?
3 Vediamo oggi prevalere in tutta la terra ‘il peccato e la cosa orrenda’, pure nella cristianità? Se li vediamo, è evidente che la cristianità non si è valsa di quella “fonte” che doveva essere aperta “in quel giorno”. Ora siamo “in quel giorno”, non è vero? Qui la parola “giorno” non si riferisce a un giorno di ventiquattro ore. Come possiamo determinare se siamo in quel “giorno” di favore? Possiamo far questo considerando tutte le circostanze attinenti.
4. (a) Chi apre quella “fonte”, per provvedere acqua a quale scopo? (b) Secondo le Scritture, quali sono alcune cose orrende che non appartengono al tempio di Dio?
4 Quel “giorno” è preminentemente contrassegnato da una “fonte”. Questa fonte fu aperta da Geova, poiché egli stesso è Colui che la scava per mezzo dei suoi amorevoli provvedimenti. Egli fa in modo che si riempia d’acqua pura. Qual è il dichiarato scopo circa quest’acqua? Non è quello di estinguere la sete, ma quello della purificazione. La “fonte” con la sua acqua è aperta “per il peccato e per la cosa orrenda”. Fra le cose orrende presso Dio è quella descritta in Levitico 20:21: “E qualora un uomo prenda la moglie di suo fratello, è qualche cosa di orrendo. Egli ha scoperto la nudità di suo fratello. Essi dovrebbero rimanere senza figli”. Una cosa orrenda o impura non ha posto nel tempio di Dio. (2 Cronache 29:3-5) Una cosa orrenda dev’essere gettata via, anche se implica argento e oro. (Ezechiele 7:19) Agendo oltraggiosamente dinanzi a Dio, un individuo può fare di se stesso “una cosa orrenda”. (Lamentazioni 1:8) L’Israelita che si contaminava toccando un corpo morto era considerato come qualche cosa di orrendo e da non toccare finché non si fosse purificato con acqua mista a cenere di una sacrificata vacca rossa. — Numeri 19:2-22.
5. Come era stato reso il paese dagli abitanti prima che gli Israeliti ne prendessero possesso, e perché Geova aprì una “fonte per il peccato e per la cosa orrenda” a favore del rimanente che vi era stato restaurato?
5 Prima che gli Israeliti prendessero possesso del paese di Canaan, il paese era stato reso orrendo, sordido, impuro, “a causa dell’impurità dei popoli dei paesi, a causa delle loro cose detestabili con le quali l’hanno riempito da un’estremità all’altra con la loro impurità”. (Esdra 9:11) Ma dopo che gli stessi Israeliti avevano occupato per qualche tempo il paese, essi pure resero il paese orrendo, sordido, impuro, così che Geova poté dire: “La casa d’Israele dimora nel suo suolo, e continua a renderlo impuro col suo modo di procedere e con le sue opere. La loro via è divenuta dinanzi a me simile all’impurità della mestruazione”. (Ezechiele 36:16, 17; Levitico 15:19-33) Giustamente, quindi, Geova non volle che il paese del suo restaurato rimanente divenisse di nuovo un paese orrendo o che continuasse a esserlo. Per questo aprì tale “fonte” per togliere il peccato o una cosa orrenda.
6. (a) Poiché questo avvenne dopo il ritorno da Babilonia, perché la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” avevano bisogno di tale fonte per purificarsi? (b) Per quanti, in realtà, era la “fonte”, e come potevano questi servirsene?
6 Quindi la “fonte” era aperta “alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme”. Ma non perdiamo di vista che questi erano del rimanente degli Israeliti che erano stati liberati da Babilonia e che eran tornati nel paese di Giuda a riedificare il tempio del loro Dio in Gerusalemme. Di conseguenza, pur essendovi fra loro una “casa di Davide”, non avevano un re della linea del re Davide a sedere su un trono reale in Gerusalemme. Zorobabele, ch’era venuto da Babilonia, era della “casa di Davide” ma era stato nominato semplicemente dal re Ciro di Persia perché fosse governatore di Giuda. (Zaccaria 4:6-10; Matteo 1:6-13) Il Messia doveva ancora venire perché avessero un re della “casa di Davide”. È quindi naturale che, come qui si intende, la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” avevano bisogno di purificarsi dal “peccato” e da qualsiasi “cosa orrenda”. Avevano bisogno che si aprisse quella “fonte”. Infatti, la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” rappresentavano la loro intera nazione. L’intera nazione aveva bisogno di quella “fonte” con le sue acque di purificazione, e di questo provvedimento divino si sarebbero potuti servire quando fossero saliti a Gerusalemme per le loro feste annuali.
7. Quando fu aperta quella “fonte” alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme”, e all’inizio con quali risultati?
7 Quando fu aperta quella “fonte” alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme” e alla nazione che questi rappresentavano? Questo avvenne dopo che era stato risuscitato Colui che ‘trafissero’ a morte sul palo di tortura fuori delle mura di Gerusalemme il giorno di Pasqua del 33 E.V. Questo gli permise di ascendere al cielo e di entrare alla presenza di Geova Dio e di presentargli il valore del sangue che aveva versato per l’espiazione dei peccati. In seguito, nel giorno festivo di Pentecoste, il 6 Sivan del 33 E.V., Geova Dio impiegò il Messia, Gesù Cristo, che aveva espiato i peccati, per versare lo spirito santo sui suoi fedeli discepoli in Gerusalemme, cominciando da circa 120 di essi. Più tardi, quello stesso giorno, circa tremila Giudei confessarono la loro colpa d’aver partecipato all’uccisione del Messia, Gesù, e furono battezzati in acqua per divenire suoi discepoli e, inoltre, furono battezzati con lo spirito santo. — Atti 1:2-5, 15; 2:1-36.
8, 9. (a) Che cosa significò il consiglio di Pietro in quel giorno di Pentecoste per quelle migliaia di Giudei compunti nella coscienza, rispetto alla “fonte”? (b) Quale assicurazione ne diede in seguito Pietro ai Giudei nel tempio?
8 Quando, ora, il cristiano apostolo Pietro disse a quelle migliaia di Giudei compunti nella coscienza: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”, che cosa significò questo? (Atti 2:37, 38) Significò che era “quel giorno” predetto in Zaccaria 13:1. Significò che la “fonte” era stata aperta “alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per il peccato e per la cosa orrenda”. Avrebbe potuto esserci “una cosa orrenda” più grande di quella di istigare e partecipare alla violenza per mettere a morte il Messia, Gesù? È probabile che un notevole numero di Giudei fra quelle migliaia di Giudei avessero guardato il corpo di Gesù Cristo al palo quando era stato “trafitto” dalla lancia del soldato romano di guardia. (Giovanni 19:37) Ma l’acqua di quella “fonte” aperta avrebbe potuto togliere pure una tale “cosa orrenda”. Pietro l’assicurò quando in seguito disse ai Giudei nel tempio di Gerusalemme:
9 “E ora, fratelli, io so che avete agito per ignoranza, come anche i vostri governanti. Ma in questo modo Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti [compreso Zaccaria 12:10], che il suo Cristo avrebbe sofferto. Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù”. — Atti 3:17-20.
10. Secondo Paolo, quanti Giudei naturali si valsero di quella “fonte”, e per quanto tempo Gerusalemme con la sua “casa di Davide” fu apparentemente il luogo letterale di quella “fonte”?
10 Questo avveniva nell’anno 33 E.V., ma anche nell’anno 56 E.V. l’apostolo Paolo indicò sotto ispirazione che solo un rimanente dei circoncisi Giudei naturali guardava il “trafitto” Messia, Gesù, con fede e si valeva della “fonte” di acque di purificazione: “Vi è anche al tempo presente un rimanente secondo l’elezione dovuta all’immeritata benignità”. (Romani 11:5; 9:27, 28) Nell’anno 70 E.V. la giudaica Gerusalemme fu distrutta dalle legioni romane e cessò d’esser disponibile per l’applicazione di Zaccaria 13:1 a lei letteralmente, e la sua “casa di Davide” perse l’identificazione per mezzo delle registrazioni genealogiche, poiché queste si persero.
11. In maniera parallela, quando un rimanente di Israeliti spirituali comparve nella scena, e che cosa apprezzarono in quanto all’ira di Dio verso di loro (Isaia 12:1, 2)?
11 Comunque, c’è un adempimento parallelo di Zaccaria 13:1 sul rimanente degli Israeliti spirituali, che hanno a che fare con la “Gerusalemme celeste”, la “città dell’Iddio vivente”. Durante la prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., il rimanente degli Israeliti spirituali venne sotto la schiavitù babilonica e diede prova d’esser colpevole di mancanze e impurità spirituali. Nell’anno 1919 ci fu la loro liberazione dall’organizzazione di Babilonia la Grande e dai suoi amanti politici e militari. Quindi essi cominciarono ad apprezzare e a discernere l’applicazione delle parole di Isaia 12:1, 2: “E in quel giorno di sicuro dirai: ‘Ti ringrazierò, o Geova, poiché sebbene tu ti adirassi con me, la tua ira gradualmente si stornò, e mi confortavi. Ecco, Dio è la mia salvezza. Io confiderò e non avrò nessun terrore; poiché Iah Geova è la mia forza e la mia potenza, e di me è stato la salvezza’”.a Così ora, come al tempo di Zaccaria, ci fu un restaurato rimanente, liberato da Babilonia la Grande che si dedicava a edificare la pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale.
12. (a) Quando fu aperta loro una “fonte” di acqua di purificazione, e perché? (b) Come si adempì così la profezia di Ezechiele 36:24, 25?
12 Questo restaurato unto rimanente di Israeliti spirituali doveva purificarsi da ogni “peccato” e da ogni “cosa orrenda” che si erano attaccati loro durante la loro schiavitù sotto Babilonia la Grande e i suoi amanti mondani. Come qualche cosa di adatto allora ai loro bisogni spirituali, la “fonte” di acqua purificatrice fu aperta loro dal misericordioso Geova, in quell’anno di liberazione del 1919 E.V. Subito cominciarono a servirsi dell’acqua purificatrice di quella “fonte”. Quindi, in modo spirituale, si adempì la promessa divina di Ezechiele 36:24, 25: “E per certo vi prenderò dalle nazioni e vi radunerò da tutti i paesi e vi condurrò al vostro suolo. E per certo aspergerò su di voi acqua pura, e diverrete puri da tutte le vostre impurità; vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli di letame”. Durante la loro schiavitù spirituale in Babilonia la Grande, il rimanente aveva toccato le cose morte del mondo in preda alla follia bellica; e ora era come se Geova per mezzo di Cristo aspergesse il pentito rimanente con l’“acqua per la purificazione”, mista a cenere della scannata vacca rossa. — Numeri 19:1-13.
13. Fra quei ristabiliti Israeliti spirituali, chi fra loro doveva purificarsi, per corrispondere alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme”, e perché?
13 Questo era richiesto nel caso di tutti i pentiti, ristabiliti membri del rimanente dell’Israele spirituale. Nessuno era troppo alto per importanza o responsabilità, rassomigliando alla “casa di Davide”, né nessuno era troppo comune o solito e numeroso, rassomigliando agli “abitanti di Gerusalemme”, da essere scusato da questa purificazione mediante l’acqua della “fonte” del provvedimento di Geova. Il generale corpo direttivo del rimanente dell’Israele spirituale, e anche gli anziani ufficiali come sorveglianti delle congregazioni locali di questi Israeliti spirituali dovevano purificarsi proprio come dovevano purificarsi i dedicati, battezzati membri delle loro congregazioni. (Atti 20:17-28; 14:23; Filippesi 1:1; 1 Timoteo 3:1-7; 4:14; Tito 1:5-9) Ci fu tra loro un’impurità della comunità. Nella predicazione, nell’insegnamento e nella vita quotidiana, essi avevano l’obbligo d’esser puri nel loro restaurato paese spirituale. Secondo che si mantenevano senza macchia da questo mondo, furono portati al punto di mantenere una stretta neutralità cristiana verso i violenti conflitti delle nazioni che accumulavano corpi morti. — Giacomo 1:27; Giovanni 15:18, 19; 17:14.
LA LEALTÀ VERSO DIO TRASCENDE I LEGAMI FAMILIARI
14, 15. (a) “Quel giorno” dev’essere anche un tempo per mettere alla prova quale qualità verso Geova? (b) In Zaccaria 13:2, 3, quale illustrativa guida ne diede Geova?
14 “Quel giorno” in cui la “fonte” è aperta “per il peccato e per la cosa orrenda” è anche un giorno per mettere alla prova il grado della propria lealtà verso Dio. Il rimanente che fu ristabilito da Babilonia nel 537 a.E.V. ne fu preavvertito. Descrivendo come gli adoratori dovevano esserGli leali e tali sarebbero stati, il Sovrano Signore Dio proseguì, dicendo ancora al suo profeta Zaccaria:
15 “‘E deve accadere in quel giorno’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘che stroncherò i nomi degli idoli dal paese, e non saranno più ricordati; e farò anche passare dal paese i profeti e lo spirito di impurità. E deve accadere che nel caso in cui un uomo profetizzi ancora, suo padre e sua madre, quelli che lo hanno generato, devono anche dirgli: “Non vivrai, perché hai pronunciato falsità nel nome di Geova”. E suo padre e sua madre, quelli che lo hanno generato, lo devono trafiggere a causa del suo profetizzare’”. — Zaccaria 13:2, 3.
16. Qual è il “paese” da cui Geova ha stroncato i “nomi degli idoli”, e a che cosa questo ha dato luogo fra gli Israeliti spirituali d’oggi?
16 Riguardo al nostro tempo dall’anno 1919 E.V., Geova degli eserciti parla qui del paese spirituale del suo restaurato rimanente di Israeliti spirituali. Siccome questo Dio, che richiede esclusiva devozione verso di sé, ha reciso dal “paese” i “nomi degli idoli” dalla relazione con Lui, ora essi si rifiutano di adorare la “bestia selvaggia” uscita dal mare e anche l’“immagine” di quella bestia selvaggia. Oppure, se lo diciamo chiaramente senza usare quei simboli biblici delle istituzioni politiche, gli Israeliti spirituali si rifiutano di adorare in proporzioni mondiali lo stato politico nel suo insieme e anche la Lega delle Nazioni, e le Nazioni Unite che le son succedute. In questo modo evitano di subire la pena divina per aver portato il “marchio” della “bestia selvaggia”. (Rivelazione 13:1-18; 14:9, 10) Essendosi “accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste” ed essendo “iscritti nei cieli”, la loro “cittadinanza esiste nei cieli”. (Ebrei 12:22, 23; Filippesi 3:20) Essi non cedono dunque al delirio del nazionalismo terreno. Non compiono nessun gesto di adorazione o non assumono nessuna attitudine verso idoli nazionalistici. Non sono rammentati i nomi degli idoli. I leali Israeliti spirituali lodano il nome di Geova come il vero Dio, di cuore, con piena fedeltà verso di Lui.
17. In vista di quali avvertimenti di Gesù Cristo e dell’apostolo Giovanni fu opportuno che Geova facesse passar via i falsi profeti dal “paese”?
17 Geova ha anche fatto passar via dal paese spirituale del suo restaurato rimanente i falsi profeti e “lo spirito di impurità”. Gesù Cristo ci preavvertì riguardo a questo “termine del sistema di cose” che “sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno grandi segni e prodigi da sviare, se possibile, anche gli eletti”. (Matteo 24:3, 4, 24, 25) L’apostolo Giovanni avvertì: “Diletti, non credete ad ogni espressione ispirata [o, ad ogni spirito], ma provate le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo”. (1 Giovanni 4:1) Conformemente, fra il restaurato rimanente degli Israeliti spirituali ci sarebbe stata la necessità di guardarsi dai falsi profeti che avrebbero invaso sulla terra il loro paese spirituale o sarebbero sorti in mezzo a esso.
18, 19. (a) Perché Geova facesse passar via dal paese il falso profeta che cosa si richiedeva che compisse il ristabilito rimanente dell’Israele spirituale? (b) Quale consiglio dell’apostolo Pietro riguardo alla profezia ascoltarono?
18 In che modo Geova mantenne dunque puro il loro “paese” o la loro condizione spirituale nell’adorazione, adempiendo la propria promessa: “E farò anche passare dal paese i profeti e lo spirito di impurità”? (Zaccaria 13:2) Fece questo correggendo qualsiasi errata comprensione delle profezie bibliche che avessero prima del ripristino del rimanente nel loro “paese” nel 1919 E.V. Il “tempo della fine”, il “termine del sistema di cose”, che cominciò nel 1914 alla fine dei Tempi dei Gentili fu il tempo stabilito da Dio dell’adempimento di molte profezie. Queste non si eran potute capire finché non stettero per adempiersi o finché non si furono adempiute. Quindi alla luce di tutto ciò che era avvenuto dal 1914, il restaurato rimanente riesaminò le profezie che Dio aveva riservate per adempierle nel “tempo della fine”. (Daniele 12:4; Rivelazione 10:6, 7) Questo comprese un nuovo studio dei libri di Ezechiele e di Rivelazione, di cui era stata tentata e stampata una spiegazione nel luglio del 1917 nel libro intitolato “Il mistero compiuto”. Così il ristabilito rimanente ascoltò le parole:
19 “Abbiamo la parola profetica resa più sicura; e voi fate bene prestandole attenzione come a una lampada che risplenda in luogo tenebroso, finché albeggi il giorno e sorga la stella del mattino, nei vostri cuori. Poiché sapete prima di tutto questo, che nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. — 2 Pietro 1:19-21.
20. Come, figurativamente parlando, i genitori carnali trafiggevano il loro figlio che aveva profetizzato falsamente?
20 Qualsiasi tentata interpretazione della profezia, se era risultata incorretta alla luce degli avvenimenti storici e del più chiaro intendimento della Bibbia, fu corretta, senza tener conto di chi avesse offerto l’interpretazione. La questione da affrontare era qui la lealtà verso Dio e verso la sua ispirata Parola. Quindi, come illustrazione della lealtà richiesta, anche se un figlio carnale avesse fatto un’errata interpretazione della profezia divina e vi avesse persistito, come falso profeta, quindi i suoi propri genitori carnali nella loro lealtà verso Dio non avrebbero avuto più niente a che fare con lui in quanto alla religione. I genitori cristiani non potevano agire come sotto il patto della Legge mosaica, facendolo cioè mettere a morte; ma potevano dichiarare che per loro era morto in senso spirituale, nonostante che ne fossero i genitori in senso fisico. In questo modo, figurativamente parlando, lo dovevano “trafiggere a causa del suo profetizzare”. (Zaccaria 13:3; si paragoni Deuteronomio 13:1-5). Con il loro pieno consenso, un tale falso profeta era espulso, disassociato, dalla congregazione cristiana. Mediante tale lealtà da parte di tutti i membri del restaurato rimanente, il “profeta” di falsità sarebbe passato via dal loro “paese”.
21. Come, inoltre, si fece passar via “lo spirito di impurità” dal loro “paese” spirituale?
21 Sì, anche “lo spirito di impurità” sarebbe così passato via dal loro “paese” spirituale. Se quello spirito era un’ispirata espressione d’impurità di un sedicente profeta o qualsiasi tendenza, propensione o inclinazione all’impurità, i leali la disapprovavano e le resistevano. Come conseguenza qualsiasi impurità circa l’insegnamento religioso o la condotta morale era costretta a passar via, sotto l’impellente forza dello spirito santo di Dio. Il paese spirituale che Dio aveva loro dato doveva essere mantenuto come un “paese” in cui si sarebbe condotta una vita scritturalmente pura. Le persone scritturalmente e moralmente impure dovevano esserne disassociate. — 2 Corinti da 6:14 a 7:1; si paragoni Deuteronomio 13:6-18.
SMASCHERATA L’IPOCRISIA RELIGIOSA
22, 23. (a) Come Geova svergogna i falsi profeti? (b) Come Geova descrive i falsi profeti che cercano di nascondere la ragione per cui provano vergogna?
22 Geova, l’Iddio dei veri profeti, svergognerà tutti i falsi profeti o non adempiendo la falsa predicazione di tali sedicenti profeti o facendo adempiere le Sue proprie profezie in senso opposto alla predizione dei falsi profeti. I falsi profeti cercheranno di nascondere la ragione per cui proveranno vergogna, negando chi essi siano realmente. Cercheranno d’evitar d’essere uccisi o d’essere dichiarati spiritualmente morti dai leali adoratori di Geova. Egli predisse questo facendo continuare a dire al suo vero profeta Zaccaria:
23 “E deve accadere in quel giorno che i profeti proveranno vergogna, ciascuno della sua visione quando egli profetizzerà; e non indosseranno la veste ufficiale di pelo allo scopo di ingannare. Ed egli per certo dirà: ‘Io non sono profeta. Sono un uomo che coltivo il suolo, perché uno stesso uomo terreno mi ha acquistato sin dalla mia giovinezza’. E gli si deve dire: ‘Che sono queste ferite sulla tua persona fra le tue mani?’ E dovrà dire: ‘Quelle con le quali fui colpito nella casa di chi mi amava intensamente’”. — Zaccaria 13:4-6; si metta in contrasto con Amos 7:14-17.
24. Le ferite che produssero cicatrici al profeta ingannevole da chi ammise egli che gli erano state inflitte, e che cosa indicherebbe questo in quanto alla lealtà verso Dio in paragone con l’attaccamento verso i parenti carnali?
24 Così Geova predisse che il suo popolo, nel “paese” della restaurazione, sarebbe stato così bene istruito con la sua Parola e sarebbe stato così leale a Lui e alle Sue vere profezie che si sarebbe rifiutato d’essere amico e intenso amante di qualsiasi falso profeta. Se non l’avessero ucciso, l’avrebbero disciplinato e nella loro indignazione l’avrebbero colpito così duramente che ne sarebbero risultate visibili ferite e cicatrici. Tali segni sulla sua persona, sì, sul suo petto che sarebbero stati in parte esposti, avrebbero tradito la sua identità nonostante il fatto che si fosse tolti gli indumenti ufficiali che aveva preteso di indossare come profeta in buona fede di Geova Dio. Da chi aveva ricevuto tali ferite che avevan prodotto cicatrici? Dai suoi intensi amanti, sia che questi fossero i suoi propri genitori carnali o che fossero i suoi intimi associati. Comunque, la loro intensa lealtà verso Geova come l’Iddio della vera profezia sarebbe stata più forte del loro intenso amore nutrito fino ad allora verso un profeta ingannevole. Avrebbero posto l’amore verso Dio e verso la sua ispirata Parola al di sopra dell’amicizia personale con i parenti carnali o gli associati. Tale condotta avrebbe fatto passar via “i profeti e lo spirito di impurità” dal “paese” del rimpatriato popolo di Geova.
25. Da chi e sin da quando è stata adottata questa condotta di suprema lealtà verso Geova, e come questo ha influito sul loro “paese” spirituale?
25 Questa condotta di suprema lealtà verso il Sovrano Signore Geova è stata quella adottata dall’unto rimanente dal 1919 E.V. Questo ha dato luogo alla disassociazione o scomunica degli apostati o ribelli religiosi dall’organizzazione teocratica che Geova il celeste Teocrata ha stabilita fra il suo ubbidiente rimanente. Il leale rimanente ha riscontrato che non è la semplice “veste ufficiale di pelo”, non una uniforme o un tipo di veste professionale, a rendere vero profeta del solo vivente e vero Dio. Per questo han lasciato Babilonia la Grande, compresa la cristianità, con i suoi religiosi sacerdoti, predicatori, monaci e monache con abiti che li distinguono. Ciò che rende oggi vero profeta di Geova è la vera personalità cristiana quale propria identità e leale aderenza alla Parola e alle profezie di Geova. Non c’è dunque da meravigliarsi se i testimoni di Geova agendo da ministri della Parola di Dio indossano semplici abiti civili o le regolari vesti del popolo comune. Quindi il leale rimanente è disposto a mettere da parte l’intenso amore verso gli intimi associati e a infliggere “ferite” spirituali a questi disapprovati e rigettati apostati. Ciò ha permesso di fare del loro “paese” teocratico uno spirituale reame di pura vita di santità.
COLPITO IL PASTORE, VI È UNA DISPERSIONE
26. (a) In qualità di profeta, Gesù Cristo fu colpito e ferito per quale ragione? (b) Come Geova preannunciò questo per mezzo del profeta Zaccaria?
26 Sulla terra il più grande profeta di Geova fu colpito e ferito a morte, ma questo avvenne perché aveva dato prova d’essere un vero profeta dell’Iddio Altissimo sino alla fine. (Deuteronomio 18:15-22; Atti 3:13-23) La sua violenta morte causò per breve tempo la dispersione dei discepoli che gli erano leali. Il vero profeta Zaccaria fu impiegato per preannunciarlo, poiché Dio continuò a dirgli: “‘O spada, destati contro il mio pastore, pure contro l’uomo robusto che mi è associato’, è l’espressione di Geova degli eserciti. ‘Colpisci il pastore, e si disperdano quelle pecore del gregge; e per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti’”. — Zaccaria 13:7.
27, 28. Per evitare lo sbaglio di alcuni traduttori moderni della Bibbia, l’applicazione di Zaccaria 13:7 fatta da chi accetteremo noi correttamente, e secondo quale racconto?
27 Certi moderni traduttori della Bibbia applicherebbero queste parole al “pastore inutile”, al “pastore senza valore”, trasferendo le parole di Zaccaria 13:7-9 e unendole a Zaccaria 11:17. (Si veda la traduzione [inglese] di Moffatt, An American Translation, The New English Bible). Ma non faremo nessuno sbaglio se prendiamo l’applicazione delle parole di Zaccaria 13:7 che ne fece Gesù Cristo, il più grande Profeta di Geova sulla terra. Era la notte della Pasqua giudaica a Gerusalemme, il 14 Nisan del 33 E.V. Gesù aveva appena celebrato la cena pasquale e aveva poi inaugurato la Cena del Signore (o, Pasto serale), e ora con i suoi undici apostoli fedeli era diretto al Giardino di Getsemani ai piedi del monte degli Ulivi. A questo punto leggiamo il racconto:
28 “Quindi Gesù disse loro: ‘Questa notte inciamperete tutti riguardo a me, poiché è scritto: “Colpirò il pastore, e le pecore del gregge saranno disperse”. Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea’”. — Matteo 26:31, 32; Marco 14:27, 28.
29. (a) Destandosi contro Gesù Cristo, come la spada si destava contro il Pastore di Geova quale “uomo robusto che mi è associato”? (b) Perché Geova poté confidare in Gesù Cristo quando invitò la spada a destarsi contro di lui?
29 Fece il grande profeta Gesù una vera applicazione delle parole prese da Zaccaria 13:7? Poco più tardi in quella stessa notte di Pasqua la “spada” della guerra si destò in effetti contro il vero Pastore di Geova, sì, contro l’uomo robusto che era il Suo primissimo e più intimo associato, Gesù Cristo il suo Figlio. Questi era il suo unigenito Figlio, “il primogenito di tutta la creazione”, “il principio della creazione di Dio”. (Giovanni 3:16; Colossesi 1:15; Rivelazione 3:14) Prima di nascere come creatura umana, egli aveva vissuto in cielo una vita spirituale con Geova Dio e si era associato al suo Padre celeste quando Egli creava tutte le altre cose, poiché per far questo Geova impiegò il suo unigenito Figlio come suo agente. (Giovanni 1:1-3; Colossesi 1:16-18) Perciò, Geova aveva la più piena fiducia nel suo Figlio, anche quando fu un perfetto uomo robusto sulla terra. Era convinto che il suo Figlio avrebbe mantenuto la propria integrità nella guerra del nemico. In questa assicurazione egli invitò la “spada” marziale dei nemici a ‘destarsi’ contro il suo Figlio.
30. Perché Gesù citò Zaccaria 13:7 come se Geova lo colpisse, e perché Gesù non resisté a che fosse colpito?
30 Poiché era stato Geova a emanare profeticamente il comando di ‘colpire il pastore’, era come se Egli stesso colpisse il pastore. Quindi Gesù poté citare le profetiche parole di Zaccaria 13:7 come se il Padre celeste dicesse: “Io colpirò il pastore”. (Si veda la traduzione greca dei Settanta in The Septuagint Bible [inglese], di Charles Thompson). La folla che quella notte di Pasqua venne guidata dal traditore Giuda Iscariota venne in effetti con spade e bastoni letterali. Gesù non cercò di resistere all’adempimento della profezia. Se il suo Padre celeste avesse ora dato il comando di colpire Gesù, egli vi si sarebbe sottomesso.
31. Quale domanda rivolse Gesù a Pietro dopo avergli detto di rimettere la sua spada che aveva estratta in difesa, e quale altra parte di Zaccaria 13:7 ora si avverò?
31 Così, quando l’apostolo Pietro cercò di difendere Gesù con una spada, Gesù gli disse di rimettere la spada nel suo fodero e commentò: “Credi tu che non mi possa appellare al Padre mio perché mi provveda in questo momento più di dodici legioni di angeli? In tal caso, come si adempirebbero le Scritture secondo le quali deve accadere così?” E avendo chiesto Gesù alla folla perché era venuta contro di lui, pacifico predicatore pubblico, “con spade e bastoni come contro un ladrone”, aggiunse: “Ma tutto questo è accaduto affinché s’adempissero le scritture dei profeti”. A questo punto non si adempì tutta la scrittura di Zaccaria. Un’altra parte si avverò, quando, come il racconto afferma: “Quindi tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. In tal modo si dispersero “quelle pecore del gregge”. — Matteo 26:51-56; Marco 14:47-50; Giovanni 18:1-9.
32. Chi sono “quelle che sono insignificanti”, e come Geova ora volse di nuovo la mano su di loro, secondo Zaccaria 13:7?
32 Gesù aveva correttamente applicato la profezia. Quella notte, quando come Pastore eccellente fu colpito con la “spada”, le sue pecore furono disperse, inciampando così riguardo a lui. Ma come si adempì l’altra parte di Zaccaria 13:7: “E per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti”? Questo risultò un misericordioso e favorevole volgersi della mano di Geova, come nel caso di Isaia 1:25, 26. Con la sua “mano” di applicata potenza Geova degli eserciti protesse le pecore disperse. Questi timorosi apostoli erano “insignificanti” in paragone con il loro pastore eccellente Gesù Cristo. Inoltre, dal punto di vista del mondo giudaico di quel giorno erano “insignificanti”, non abbastanza importanti, da esser messi sotto custodia quella notte dell’arresto di Gesù. Tuttavia, non erano “insignificanti” secondo la stima di Geova, ed egli rivolse loro la sua compassionevole attenzione e li protesse e li preservò. Il terzo giorno, il 16 Nisan, egli li radunò di nuovo per far apparire loro il risuscitato Gesù e riprendere a pascerli. — Luca 24:33-43; Giovanni 20:1-29.
33. In che modo i nemici colpirono il Pastore di Geova con la loro “spada” durante la prima guerra mondiale, con quale intento, e come Geova rivolse la mano sugli “insignificanti”?
33 Al culmine della prima guerra mondiale nel 1918 E.V., ci fu una simile dispersione delle pecore del governativo pastore Gesù Cristo, che Geova aveva intronizzato nei cieli, affinché ‘sottoponesse in mezzo ai suoi nemici’. (Salmo 110:1, 2) Quei nemici terreni avevano in realtà dichiarato guerra contro il Pastore celeste che Geova aveva costituito per pascere il mondo del genere umano. Non potendo usare la “spada” della guerra direttamente contro il governativo Pastore di Geova, colpirono “quelle pecore del gregge” sulla terra usando i loro poteri e misure e disposizioni bellici contro queste “pecore”, per disperderle nella speranza di separarle permanentemente, così che non fossero in grado di riorganizzarsi. Ma, come nel primo secolo, Geova degli eserciti volse la sua mano su questi “insignificanti” del rimanente dell’Israele spirituale. In maniera meravigliosa li protesse e li preservò, e nel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V. li radunò di nuovo in modo organizzato. Essendo stati così ravvivati ed esaltati nel Suo servizio, i loro nemici in apparenza trionfanti si stupirono ed ebbero timore. — Rivelazione 11:7-13.
STRONCATE “DUE PARTI”
34. Da che cosa è stroncata un’enorme parte della popolazione del mondo, e perché?
34 Colpito il Pastore e Associato di Geova, le conseguenze hanno influito su tutto il genere umano, fino a questo giorno. Un moderno parallelo di ciò ha avuto nel nostro ventesimo secolo notevoli effetti su questa generazione che è vissuta in questo “tempo della fine”, in questo “termine del sistema di cose”. Un’enorme parte della popolazione del mondo è ‘stroncata’ da qualsiasi partecipazione alla condizione o “paese” spirituale di favore e benedizione che Dio aveva loro concesso. A causa della loro preoccupazione per le cose materiali e politiche e sociali di questo attuale sistema di cose, sono indifferenti o ignari in quanto alla profezia di lunga portata di Zaccaria 13:8, 9 che si adempie verso di loro. Notate ciò che essa dice:
35. Quante “parti” dice Zaccaria 13:8, 9 che saranno “stroncate”?
35 “‘E deve accadere in tutto il paese’, è l’espressione di Geova, ‘che due parti in esso saranno stroncate e spireranno; e in quanto alla terza parte, vi si lascerà rimanere. E per certo porterò quelli della terza parte attraverso il fuoco; ed effettivamente li raffinerò come si raffina l’argento, e li esaminerò come si esamina l’oro. Esso, da parte sua, invocherà il mio nome, e io, da parte mia, gli risponderò’”.
36. Il fatto che il rimanente spirituale fu liberato e ristabilito nel suo “paese” nel 1919 E.V. significò forse che Geova avesse finito di raffinarli ed esaminarli, e quale tipica figura lo mostra?
36 Rammentiamo che queste parole furono proferite, per mezzo del profeta Zaccaria, al rimpatriato rimanente d’Israele nel “paese” di Giuda. Quell’antico rimanente israelita tipificherebbe o prefigurerebbe profeticamente l’unto rimanente degli Israeliti spirituali in questo “tempo della fine”, in questo “termine del sistema di cose” che cominciò quando i Tempi dei Gentili finirono nel 1914 E.V. Dopo le gravi prove e la schiavitù subìta durante la prima guerra mondiale, il sopravvissuto rimanente degli Israeliti spirituali fu liberato e ristabilito nella condizione spirituale o “paese” che Dio aveva dato loro nel 1919, nella primavera di quel significativo anno. Il fatto che quelli di questo sopravvissuto rimanente avevano subìto la persecuzione e le afflizioni di quel primo conflitto mondiale non significò che ora avevano finito d’esser provati ed esaminati dal celeste Raffinatore Geova Dio. Non era accaduto questo nel caso del rimanente israelita (compreso Zaccaria) ch’era stato liberato dalla caduta Babilonia nel 537 a.E.V. Essi ebbero molto da fare per completare il secondo tempio di Geova in Gerusalemme, dapprima nell’anno 515 a.E.V. Così è accaduto in maniera corrispondente col rimanente dell’Israele spirituale dal 1919.
37. Che cosa profetizzò Malachia circa sessant’anni dopo riguardo all’opera di raffinamento di Geova e alla restaurazione della pura adorazione nel Suo tempio?
37 Il profeta Malachia, che profetizzò nel paese di Giuda circa sessant’anni dopo che era vissuto Zaccaria, predisse che Geova, accompagnato dal suo “messaggero del patto”, sarebbe venuto nel suo tempio. Ivi si sarebbe messo a sedere “come un raffinatore e purificatore d’argento” e avrebbe ‘purificato i figli di Levi’. Perché? Per recare la restaurazione della pura adorazione del vero Dio nel suo tempio. Quindi, proprio com’era stato predetto da Malachia: “Essi per certo diverranno a Geova un popolo che presenterà offerta di dono nella giustizia. E l’offerta di dono di Giuda e di Gerusalemme effettivamente sarà soddisfacente a Geova, come ai giorni di molto tempo fa e come negli anni antichi”. — Malachia 3:1-4; scritto verso il 443 a.E.V.
38. Più che la purificazione dei figli di Levi, che cos’altro ci sarebbe voluto per purificare il paese?
38 Ci sarebbe voluto più che la purificazione dei figli di Levi come funzionari del tempio, per fare del “paese” del suo popolo restaurato un paese di pura vita di santità. Geova aveva anche detto: “‘E per certo mi avvicinerò a voi per il giudizio, e sarò pronto testimone contro gli stregoni, e contro gli adulteri, e contro quelli che giurano il falso, e contro quelli che agiscono fraudolentemente col salario del lavoratore salariato, con la vedova e con il ragazzo senza padre, e con quelli che respingono il residente forestiero, mentre non hanno temuto me’, ha detto Geova degli eserciti. ‘Poiché io sono Geova; non sono cambiato. E voi siete figli di Giacobbe [Israele]; non siete giunti al vostro termine. . . . Tornate a me, e per certo io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”. — Malachia 3:5-7.
39. Ci fu un adempimento della profezia di Malachia nel primo secolo E.V., e che cosa indica se dal 1914 E.V. doveva esserci qualche adempimento della profezia di Malachia?
39 Ci fu un adempimento della profezia di Malachia nel primo secolo, al tempo in cui il Messia Gesù era presente nella carne fra la nazione d’Israele. (Matteo 11:7-10; Marco 1:1, 2; Luca 7:24-27) Doveva similmente esserci un’ulteriore adempimento della profezia di Malachia dopo che Gesù Cristo era stato intronizzato nei cieli nell’anno 1914 E.V. ed era così presente nel suo regno. A suo tempo Geova Dio, accompagnato da lui quale “messaggero del patto”, sarebbe dovuto venire in seguito nel suo tempio spirituale per giudicarvi tutti i suoi adoratori, compresi quelli che solo professavano di adorarlo. Per certo Geova dovette essere nel suo tempio spirituale come Giudice Supremo nell’anno 1919, quando liberò gli Israeliti spirituali da Babilonia la Grande e li ristabilì nel loro “paese” o nella situazione spirituale che Dio aveva data loro sulla terra.
40. In che modo Geova agì come un Raffinatore di metallo prezioso, e chi dal 1919 E.V. in poi doveva essere “stroncato”?
40 In armonia col quadro profetico, Geova avrebbe agito come raffinatore del suo popolo professante. Avrebbe tolto via quelli che erano simili a scorie. Avrebbe considerato di valore e mantenuto quelli che erano simili a puro metallo prezioso, simili ad argento e oro purificati. Quindi dal 1919 E.V. in poi sarebbe stato il tempo perché certuni fossero stroncati dal “paese” che doveva essere abitato dal suo popolo restaurato. Spiritualmente parlando, tali ‘stroncati’ dovevano ‘spirare’ in quanto alla vitale relazione con Geova.
41. Nella sua parabola del seminatore, che cosa disse Gesù dello stroncamento di alcuni?
41 Quali sono, dunque, le “due parti” che “in esso saranno stroncate e spireranno”? (Zaccaria 13:8) Questo è qualche cosa che il dominante re Gesù Cristo ci deve indicare quale “messaggero del patto”. Questo ha a che fare con il “termine del sistema di cose”, il “tempo della fine” in cui viviamo dal 1914. (Daniele 12:4; Matteo 24:3-14; 28:20) Che cosa disse Gesù di questo tempo critico? Spiegando la parabola del seminatore, egli disse:
“Il seminatore del seme eccellente è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; in quanto al seme eccellente, questi sono i figli del regno; ma le zizzanie sono i figli del malvagio, e il nemico che le seminò è il Diavolo. La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli. Perciò, come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità, e le lanceranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti. In quel tempo i giusti risplenderanno così fulgidamente come il sole nel regno del Padre loro”. — Matteo 13:37-43.
42. Chi sono specificamente quelle simboliche “zizzanie”, e da che cosa sono stroncate, e da chi?
42 L’illustrazione di quella parabola preannunciò lo stroncamento di una notevole parte al termine del sistema di cose, in cui ora viviamo dal 1914 E.V. La parte stroncata in questo tempo sono le simboliche zizzanie, che raffigurano “i figli del malvagio”, Satana il Diavolo, il “nemico” che seminò tali zizzanie. Esse furono per lungo tempo considerate grano simbolico; si ritenne per errore che fossero “i figli del regno”, vale a dire unti cristiani chiamati al regno celeste. Pretesero d’esser cristiani, e furono dunque confusi con i veri unti cristiani che sono eredi del Regno. Ma la manifestazione di ciò che in realtà sono in questo tempo della “mietitura” ha fornito la prova che sono “zizzanie”, cristiani finti, i quali, come il Diavolo loro seminatore, sono nemici del Regno. Giustamente, essi sono “stroncati” dall’associazione con la classe del “grano”. I celesti angeli, come “mietitori”, son quelli impiegati per stroncarli. Questi lanceranno le “zizzanie” nel “fuoco” e tali zizzanie non usciranno da quel “fuoco”. La loro falsa identità sarà distrutta, e infine lo saranno essi pure.
43. Nella sua profezia relativa al “segno” del termine del sistema di cose, come Gesù descrisse la mietitura degli eletti, e di chi preannunciò poi lo stroncamento?
43 Comunque, c’è un’altra “parte” o classe che viene ‘stroncata’ in questo “termine del sistema di cose”. Gesù Cristo predisse questa “parte” o classe nella sua meravigliosa profezia relativa al “segno” della sua presenza e del termine del sistema di cose. (Matteo 24:3) In questa profezia egli annuncia la “mietitura”, che la storia mostra cominciò nell’anno 1919 E.V., e disse: “Egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”. (Matteo 24:31) Quindi, verso la metà di questa profezia, disse:
“Perciò anche voi siate pronti, perché in un’ora che non pensate, viene il Figlio dell’uomo.
“Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi.
“Ma se quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:44-51; si paragoni con questa la parabola simile di Luca 2:42-46.
44. Quale classe, quindi, quello “schiavo malvagio” raffigura, e perché quella classe è stroncata, e da che cosa?
44 Qui è lo “schiavo malvagio” che è “stroncato”, essendogli assegnata la parte non con i suoi compagni schiavi del suo signore, ma con gli ipocriti, con gli infedeli, dopo che è stato punito con la massima severità. Proprio come lo “schiavo fedele e discreto” raffigura una classe di unti cristiani che sono in realtà nella casa del Signore Gesù Cristo come suoi “domestici”, così quello “schiavo malvagio” raffigura una classe. Questa classe di cristiani, a differenza delle “zizzanie”, fu unta con lo spirito di Dio e fu parte della casa del Signore, essendo in essa un compagno di schiavitù. Comunque, questa classe diventa infedele, egoista, perde la padronanza delle proprie brame, maltratta i compagni di schiavitù con abuso di potere e autorità, e diventa incurante e indifferente verso il compito di dover rendere conto al suo Signore quando viene. Pertanto, in questo “termine del sistema di cose”, in questo tempo della sua seconda e invisibile “presenza”, in qualità di Re, egli stronca questa classe dello “schiavo malvagio”. Li disassocia con i religiosi ipocriti e con gli infedeli. Ivi spirano.
45. Così quante “parti” sono state “stroncate”, e chi è stato fatto passare attraverso il “fuoco”, e perché hanno invocato il nome di Dio?
45 Così le “due parti” o la maggioranza di quelli che in questo tempo professano d’esser cristiani sono stroncati dal “paese” o situazione spirituale che Dio ha data al restaurato rimanente di Geova. Ma il Sovrano Signore Dio ha portato una “terza parte”, una minoranza di quelli che professano d’essere eredi del celeste regno di Dio, attraverso il “fuoco” della prova e dell’esame della loro fede, della loro personalità e delle loro opere. Questi si sono umilmente sottomessi al processo di raffinamento avviato dal grande Raffinatore, sebbene esso sia stato una prova. Per sopportare il figurativo calore, han dovuto invocare il nome di Geova, ed egli li ha esauditi secondo la sincerità del loro cuore.
46. Che cosa ha detto Geova a questa “terza parte”, e come, e che cosa ha detto questa “parte” in risposta?
46 In adempimento della profezia di Zaccaria 13:9, il celeste Soprintendente del suo “paese” non ha stroncato questa “terza parte” dalla situazione spirituale che Dio ha data al suo restaurato rimanente. Egli ha detto, col suo evidente favore verso di loro e con le sue meravigliose opere presso di loro come Suoi testimoni: “È il mio popolo”. A sua volta, il fedele unto rimanente ha detto: “Geova è il mio Dio”. In maniera rimarchevole questo è avvenuto dal 26 luglio 1931, quando quelli di questo unto rimanente abbracciarono il nome “testimoni di Geova”. Sono rimasti attivi nel loro “paese” spirituale fino a questo giorno, lodando il loro Dio.
47. Di tutte le nazioni, chi sono quelli che si attaccano alla “terza parte” per unirsi a essa in adorazione nel tempio di Geova?
47 È a questa “terza parte” lasciata rimanere in questo “paese” spirituale che i “dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni” si attaccano, afferrando il lembo di questi fedeli Giudei o Israeliti spirituali. A questi l’internazionale “grande folla” raffigurata dai “dieci uomini” dice: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”. (Zaccaria 8:20-23) In crescente numero, a decine di migliaia l’anno, questi si associano all’unto rimanente nel suo “paese” e adorano Geova nel suo tempio. — Rivelazione 7:9-15.
[Nota in calce]
a Si veda La Torre di Guardia (inglese), in data 1º giugno 1928, e il suo articolo principale intitolato “Esaltato il Suo Nome”, con Isaia 12:4 come scrittura del tema.
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