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  • Il Tempio deve rimanere mentre le nazioni sono scrollate
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo IV

      Il Tempio deve rimanere mentre le nazioni sono scrollate

      1. Quanto tempo era passato da che i Giudei avevano messo in atto la precedente profezia di Aggeo, e quale festa si completava in Gerusalemme?

      NON era del tutto passato un mese lunare da che i Giudei avevano messo in atto la precedente profezia di Aggeo, cioè dal ventiquattresimo giorno del sesto mese (Elul) del secondo anno di regno di Dario I (Istaspe) re di Persia, o dal 520 a.E.V. La Festa delle Capanne (o, dei Tabernacoli) di sette giorni era cominciata il quindicesimo giorno del mese dopo, nel settimo mese, Tishri, ed era giunta al settimo giorno, che era il ventunesimo giorno di Tishri. Il giorno dopo, il 22 Tishri, si doveva tenere una solenne assemblea di tutti i celebratori in Gerusalemme. Si attendeva che fossero presenti tutt’e ventiquattro le divisioni (o, turni) del sacerdozio aaronnico a questa Festa delle Capanne nella città capitale. È interessante che durante la celebrazione della Festa delle Capanne il re Salomone figlio di Davide inaugurò il tempio dell’adorazione di Geova che aveva finito di edificare. — 1 Re 8:62-66; 6:37, 38; 2 Cronache 7:7-10.

      2. Come fu anche chiamata la Festa delle Capanne, e quali dovevano esserne gli aspetti?

      2 Questa festa del settimo mese, cinque giorni dopo il Giorno di Espiazione, fu anche chiamata Festa della Raccolta. In vista della raccolta dei prodotti agricoli della terra gli Israeliti avevano il comando: “Vi dovete rallegrare dinanzi a Geova vostro Dio per sette giorni. E la dovete celebrare come festa a Geova per sette giorni l’anno. Quale statuto a tempo indefinito durante le vostre generazioni, la dovreste celebrare nel settimo mese. Dovreste dimorare per sette giorni nelle capanne. Tutti i nativi d’Israele dovrebbero dimorare nelle capanne, affinché le vostre generazioni sappiano che feci dimorare i figli d’Israele nelle capanne quando li facevo uscire dal paese d’Egitto. Io sono Geova vostro Dio”. — Levitico 23:33-43; Numeri 29:12-38; Deuteronomio 16:13-17.

      3, 4. (a) Di che cosa potevano rallegrarsi quei Giudei durante la Festa della Raccolta, e come erano le loro dimore in paragone con quella di Geova? (b) Perché era l’occasione appropriata per un incoraggiante messaggio da Geova, e questo messaggio come cominciava?

      3 Che i rimpatriati Israeliti avessero molto da raccogliere nel 520 a.E.V., abbiamo poca ragione di crederlo, in vista di ciò che il profeta Aggeo disse nella sua prima profezia. (Aggeo 1:5, 6, 9-11; 2:16, 17) Ma ciò che in effetti raccolsero nei loro granai lo raccolsero a causa della misericordia e della sopportazione di Geova. A motivo di ciò ebbero buona ragione di rallegrarsi in Geova loro Dio per i sette giorni della Festa della Raccolta. E, dimorando nelle temporanee capanne come fecero durante la festa, entro Gerusalemme e nei dintorni, non avevano allora per se stessi case rivestite, ben coperte, come Geova non aveva allora una casa per la sua adorazione in Gerusalemme. Avevano fatto ora molto lavoro preliminare al fine di dedicarsi alla riedificazione del tempio. Avevano bisogno di ulteriore incoraggiamento. Il 21 Tishri sarebbe stato ancora un giorno di festa e Gerusalemme sarebbe stata gremita di adoratori di Geova, compresi il governatore di Giuda e tutto il sacerdozio, e sarebbe stato un tempo eccellente per comunicare loro un messaggio ispirato. Geova fece in modo che fosse comunicato, come ora leggiamo:

      4 “Nel settimo mese [Tishri o Etanim], il ventunesimo giorno del mese, la parola di Geova fu rivolta per mezzo di Aggeo il profeta, dicendo: ‘Di’, suvvia, a Zorobabele figlio di Sealtiel, governatore di Giuda, e a Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote, e ai rimanenti del popolo, dicendo: “Chi rimane fra voi che vide questa casa nella sua gloria precedente? E come la vedete ora? Non è, in paragone con quella, come nulla ai vostri occhi?”’” — Aggeo 2:1-3.

      5. (a) La forma in cui furon fatte le domande di Geova che cosa indicò riguardo ai presenti in quella occasione? (b) Dato il paragone che si fece, qual era in realtà la grande domanda?

      5 Tutto ciò che quelli così interrogati potevano vedere, al massimo, era la base del tempio, le fondamenta che erano state gettate sedici anni prima, nel precedente 536 a.E.V. (Esdra 3:8-13) La forma in cui furon fatte le domande indica che c’erano lì alcune persone molto vecchie che erano state deportate a Babilonia e che avevano visto il tempio edificato da Salomone prima che fosse distrutto dai Babilonesi nel 607 a.E.V., più di ottantasette anni prima. Esse potevano ricordare quanto fosse sembrato splendido quel tempio di Salomone conforme al disegno divino. Erano le sole che potessero fare un pieno paragone confrontandolo con ciò che ora vedevano. Ciò che ora si trovava dinanzi ai loro occhi al posto del tempio precedente era come nulla in paragone. Che cosa ci si poteva dunque attendere riguardo a un tempio che aveva un tale umile, modesto inizio? Quindi, valeva la pena che quegli Israeliti timorati di Dio promuovessero la riedificazione del tempio? Ma, siccome il tempio doveva essere la casa di Geova, sorgeva la grande domanda: Avrebbe potuto Geova degli eserciti fare qualche cosa di impressionante, qualche cosa di appropriato, dal nulla?

      6. Da chi dipendeva in effetti l’opera di riedificare il tempio, e perciò chi l’avrebbe realmente edificato, e come?

      6 In realtà la cosa dipendeva da Dio che doveva essere adorato nella casa proposta. Era Sua volontà che la casa fosse riedificata per la sua gloria e per promuovere gli interessi spirituali della nazione d’Israele? Giacché era Sua volontà, gli edificatori avrebbero fatto dunque la Sua volontà e la Sua opera. Avrebbero avuto perciò la sua approvazione e il suo appoggio e sostegno, non importa chi e quanti fossero contro di loro. Egli avrebbe infatti edificato la casa per mezzo degli edificatori israeliti quali suoi strumenti. Questo era importantissimo, come Salomone afferma in Salmo 127:1, dove osserva: “Salvo che Geova stesso edifichi la casa, non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori. Salvo che Geova stesso guardi la città, non serve a nulla che sia stata sveglia la guardia”.

      7. (a) Chi era maggiormente interessato alla riedificazione di quella casa, e perché? (b) Affinché non avessero timore a causa dei nemici, che cosa disse ora Geova per mezzo di Aggeo?

      7 Poiché si trattava della pura adorazione del solo vivente e vero Dio, riguardava Geova stesso in quanto egli era tale Dio. Egli era Colui che avrebbe fatto l’edificazione. In vista di ciò non dovevano indebolirsi per timore dello schiacciante numero dei nemici. Pertanto ispirò il suo profeta Aggeo a dire: “‘Ma ora sii forte, o Zorobabele’, è l’espressione di Geova, ‘e sii forte, o Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote’. ‘E sii forte, popolo tutto del paese’, è l’espressione di Geova, ‘e lavorate’. ‘Poiché io sono con voi’, è l’espressione di Geova degli eserciti. ‘Ricordate la cosa che conclusi con voi quando usciste dall’Egitto, e quando il mio spirito stava fra voi. Non abbiate timore’”. — Aggeo 2:4, 5.

      8. Sotto quale aspetto quegli edificatori del tempio dovevano esser forti, e come l’apostolo Paolo provò qualche cosa di simile a Corinto?

      8 Quel rimanente israelita, che ebbe l’incarico di riedificare il tempio, doveva esser forte nella fede. Essi avrebbero mostrato la propria fede con l’opera di edificazione del tempio. Perché no? Poiché Geova degli eserciti era con loro. Come disse in seguito l’apostolo giudeo cristiano Paolo alla congregazione di Roma, in Italia: “Che cosa diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”. (Romani 8:31) Tale divina assicurazione è molto rafforzante, come provò questo stesso Paolo quando compiva l’opera di Dio nella città greca di Corinto nel primo secolo E.V. Su ciò, il racconto di Atti degli Apostoli ci narra: “Inoltre, di notte il Signore disse a Paolo per mezzo di una visione: ‘Non aver timore, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno ti assalirà per farti ingiuria; poiché ho un gran popolo in questa città’”. Paolo mostrò fede e fece come gli era stato detto? Il racconto dice: “E vi stette un anno e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio”. — Atti 18:9-11.

      9. (a) In modo simile, in quale qualità quegli edificatori del tempio dovevano esser forti, e sotto la direttiva di chi? (b) Che cosa concluse Dio con i loro antenati che essi avrebbero dovuto ricordare, e perché ora?

      9 Proprio così, dunque, il rimpatriato rimanente israelita doveva esser forte nella propria fiducia in Dio Onnipotente e doveva fare la Sua opera. I preminenti funzionari fra loro, il governatore Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè, avevano la responsabilità di prendere la direttiva, e il resto del rimanente li avrebbe seguiti lavorando con loro. Essi avrebbero dovuto ricordare il patto che Geova aveva concluso con i loro antenati quando li conduceva via dall’Egitto. Era molto appropriato che si rammentasse loro questo mediante Aggeo, poiché durante il loro viaggio di quarant’anni dall’Egitto alla Terra Promessa i loro antenati eran vissuti in tende o capanne, ed ecco, il rimanente israelita a Gerusalemme celebrava la Festa delle Capanne a ricordo di quell’esperienza dei loro antenati. I loro antenati avevano incontrato nemici lungo il cammino; ma Geova aveva liberato il suo popolo e aveva mantenuto il suo patto e li aveva introdotti nella Terra Promessa. Lo stesso Dio di liberazione era con il rimanente israelita alla Festa delle Capanne lì a Gerusalemme. Non avrebbero dovuto temere.

      PREVISTA UNA GLORIA PIÙ GRANDE

      10, 11. (a) Perché quegli edificatori del tempio non si sarebbero dovuti scoraggiare al comparativo aspetto delle cose? (b) Per edificare le loro aspettative, che cosa disse ora Geova per mezzo di Aggeo?

      10 Il rimanente israelita non si doveva scoraggiare perché ciò che stavano ora per cominciare era come nulla in paragone con il magnifico tempio di Salomone di fama mondiale. Essi potevano non attendersi nulla di notevole o di meritevole d’attenzione come risultato dei loro sforzi di edificare il tempio. Ma Geova vide qualche cosa di semplicemente senza pari per il prodotto delle loro fatiche di fede. Così, per spingerli a proseguire, per rallegrarli con le più alte aspettative, Geova ora spiegò perché non avrebbero dovuto aver timore ma avrebbero dovuto esser forti nella fede e lavorare, dicendo per mezzo del profeta Aggeo:

      11 “Poiché Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto’. ‘E per certo scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:6, 7.

      12. Nonostante l’universale scrollamento, che cosa sarebbe rimasto, e chi era indicato che si sarebbe volto a Geova?

      12 Non era quella un’emozionante prospettiva che il rimanente israelita poteva nutrire rispetto alla casa di adorazione che essi stavano per edificare? Lo stesso Geova degli eserciti poneva loro dinanzi tale prospettiva, e sarebbe stata perciò di certo realizzata. Ci doveva essere uno scrollamento universale. Egli l’avrebbe causato. Ciò che era alto e ciò che era basso rispetto alla loro terra sarebbero stati scossi, via dal loro posto, se non anche a loro distruzione! Ma, dopo tutto questo scuotimento, una cosa sarebbe dovuta rimanere in piedi, quella casa che il rimanente israelita avrebbe edificata! Questo significava che la pura adorazione di Geova doveva durare, come era anche durata la Sua casa. La sua casa di adorazione Egli l’avrebbe riempita di gloria, poiché vi sarebbero venute le cose desiderabili di tutte le nazioni. Quelle cose desiderabili vi sarebbero state portate da tutti quelli che s’eran volti ad adorarLo di fra tutte le nazioni. Quella casa di adorazione divina sarebbe divenuta sulla terra la casa più importante e famosa. Non soltanto gli Israeliti naturali vi avrebbero adorato Geova, ma anche i popoli non giudaici da tutte le nazioni!

      13. Che cosa si assicurava così questa volta ai lavoratori in quanto alla loro edificazione del tempio, e c’era dunque per loro l’incentivo di fare che cosa?

      13 Ciò assicurava a quel rimanente israelita che questa volta avrebbe completato in Gerusalemme l’edificazione del tempio di Geova. Non importa quali avvenimenti da scuotere il mondo potessero aver luogo intorno a loro, questa mèta sarebbe stata gloriosamente conseguita. Tutto il resto del mondo si turbasse, si spaventasse e si preoccupasse per ciò che lo avrebbe scosso e scrollato dal suo posto, ma l’opera di edificazione della casa di adorazione a Geova doveva andare avanti fino al glorioso completamento! E poi ne sarebbe venuta la giubilante inaugurazione! (Deuteronomio 20:5) Geova degli eserciti ha dato la sua parola, e perciò si deve adempiere! Or dunque, al lavoro, con la Sua forza! C’è ogni incentivo per lavorare!

      14, 15. L’espressione “ancora una volta” è in relazione con che cosa, dove e quando?

      14 Quando, però, deve avvenire questo? Geova degli eserciti disse: “Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto”. (Aggeo 2:6) “Ancora una volta”, in relazione a quale avvenimento precedente? Quando, prima di ciò, fece uno scrollamento? Questo dovette accadere a sud del monte Sinai nel terzo mese lunare (Sivan) nell’anno dell’esodo degli Israeliti fuori d’Egitto, l’anno 1513 a.E.V. Il primo giorno di quel mese (Sivan) si accamparono di fronte al monte Sinai, il monte presso il quale Geova per mezzo del suo angelo era apparso al profeta Mosè mediante la miracolosa manifestazione del rovo ardente che non si consumava. Il terzo giorno che vi erano accampati, che cosa accadde? Leggiamo il racconto in Esodo 19:16-19:

      15 “E il terzo giorno quando fu mattina accadde che c’erano tuoni e lampi, e sul monte una densa nuvola e l’altissimo suono d’un corno, così che tutto il popolo ch’era nel campo tremava. Mosè fece uscire allora il popolo dal campo incontro al vero Dio, e stettero alla base del monte. E il monte Sinai fumava tutto, per il fatto che Geova era sceso su di esso in fuoco; e il suo fumo ascendeva come il fumo di una fornace da mattoni, e l’intero monte tremava assai. Quando il suono del corno si andava facendo sempre più alto, Mosè parlava, e il vero Dio gli rispondeva con una voce”.

      16, 17. (a) Quale avvertimento fu quindi emanato, dopo di che quali cose furono date? (b) Quale richiesta fecero ora gli Israeliti in quanto a udire Dio che parlava loro direttamente?

      16 Dopo aver emanato istruzioni per gli Israeliti affinché stessero attenti e si mantenessero a rispettosa distanza dal monte in modo da non toccarlo, Geova, per mezzo del suo angelo, pronunciò quindi i Dieci Comandamenti in cima al monte Sinai. (Esodo da 19:20 a 20:17) Dopo quella divina espressione, si preoccupò più il popolo israelita di udire direttamente la voce di Geova? Mosè ci narra, dicendo:

      17 “Ora tutto il popolo vedeva i tuoni e lo sfolgorio dei lampi e il suono del corno e il monte fumante. Quando il popolo lo vide, tremava e se ne stava a distanza. E dicevano a Mosè: ‘Parla tu con noi, e lasciaci ascoltare; ma non parli Dio con noi affinché non moriamo’. Mosè disse dunque al popolo: ‘Non temete, perché il vero Dio è venuto allo scopo di mettervi alla prova, e onde il timore di lui duri dinanzi alle vostre facce così che non pecchiate’. E il popolo se ne stava a distanza, ma Mosè si accostò all’oscura massa nuvolosa dov’era il vero Dio”. — Esodo 20:18-21.

      18. (a) Quando Mosè si riferì in seguito a questi eventi del monte Sinai, e che ne disse Davide nel Salmo 68? (b) Quale relazione ebbe quello scrollamento con l’edificazione e l’inaugurazione del sacro tabernacolo?

      18 In discorsi di addio quasi quarant’anni dopo, alla più giovane generazione di Israeliti il profeta Mosè fece riferimento a questi eventi del monte Sinai. (Deuteronomio 4:9-14; 18:15-19) Anche il salmista Davide fu ispirato a parlarne in un melodioso canto, dicendo: “O Dio, quando uscisti dinanzi al tuo popolo, quando marciasti per il deserto .  . . la terra stessa sobbalzò, il cielo stesso anche stillò a causa di Dio; questo Sinai sobbalzò a causa di Dio, il Dio d’Israele”. (Salmo 68:7, 8) Questo sobbalzare dell’intero monte fu qualche cosa che non dimenticarono presto. È inoltre interessante che questo sobbalzare del monte Sinai ebbe luogo nove mesi prima che gli Israeliti finissero di fare la sacra tenda di adunanza, il tabernacolo. Dopo ciò l’inaugurazione di questo santo tabernacolo avvenne il primo giorno del primo mese lunare (Nisan) dell’anno successivo, nel 1512 a.E.V. Così lo scrollamento e il sobbalzare ebbero inizio prima dell’inizio dell’adorazione di Geova presso questo tabernacolo eretto nel deserto del Sinai. — Esodo da 39:42 a 40:37.

      19. Secondo Aggeo 2:6, Geova doveva di nuovo scrollare, ma questa volta che cosa?

      19 Secondo la sua dichiarazione in Aggeo 2:6, Geova si propose di far scrollare o sobbalzare ancora una volta la terra, e questo sarebbe stato accompagnato dallo scrollamento anche dei cieli e del mare e dell’asciutto. Quando? “Ancora una volta — fra poco” — Egli disse.

      20. Riguardo alla riedificazione del tempio letterale in Gerusalemme, in quale periodo di tempo si sarebbe dovuto verificare quello scrollamento come adempimento primario di Aggeo 2:6-9?

      20 Fu il 21 Tishri dell’anno 520 a.E.V. che disse questo. La riedificazione del tempio non finì che il terzo giorno del dodicesimo mese lunare (3 Adar) del sesto anno (515 a.E.V.) di regno del persiano Dario I. Questo era più di quattro anni e quattro mesi lunari dopo la profezia di Geova in Aggeo 2:6-9. Dopo ciò sarebbe venuta l’inaugurazione del tempio riedificato. In seguito, Geova avrebbe adempiuto la sua parola riempiendo quella sacra casa di gloria. (Esdra 4:24; 6:14, 15) Quindi le cose che sarebbero state scosse e scrollate per adempiere la sua profezia in relazione con quella letterale riedificazione del tempio in Gerusalemme si sarebbero dovute verificare durante quel periodo di tempo (520-515 a.E.V.), come adempimento primario della profezia. I racconti della storia dovrebbero mostrare come la profezia si adempì negli avvenimenti internazionali di quel particolare tempo. Fu in realtà un tempo di considerevole turbamento per l’Impero Persiano.

      21. Perché oggi dovremmo interessarci di un più grande adempimento della profezia di Aggeo 2:6-9?

      21 Comunque, dobbiamo ricordare che il tempio riedificato in Gerusalemme fu tipico. Fu una rappresentazione in piccole proporzioni del più grande tempio di Geova, il suo tempio spirituale dove il suo dedicato popolo oggi lo adora. Il maggiore e finale adempimento di Aggeo 2:6-9 è dunque l’adempimento a cui oggi dovremmo interessarci.

      CERTEZZA DI UN ADEMPIMENTO MODERNO

      22. Da quale anno le nazioni moderne sono state instabili, e quale domanda sorge?

      22 Tutte le persone informate converranno prontamente che, dal quattordicesimo anno del nostro ventesimo secolo, qualche cosa fuori del comune è accaduto alle nazioni. La prima guerra mondiale, che cominciò nel 1914 E.V., sciolse una catena di avvenimenti che han fatto scuotere tutte le odierne nazioni. Tutti i loro sforzi per rinsaldarsi, anche con l’aiuto dell’organizzazione delle Nazioni Unite per la pace e la sicurezza del mondo, continuano a fallire. Qual è il significato di tutto questo? Da ultimo come andrà a finire? Quelli che pronosticano gli avvenimenti e gli storici del mondo non hanno nessuna risposta degna di fiducia. Ma non c’è nessuna risposta?

      23. La risposta è contenuta in quale messaggio del sesto secolo a.E.V.?

      23 La risposta è contenuta nelle parole che ci giungono dalla Gerusalemme del sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto’. ‘E per certo scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:6, 7.

      24. Quali domande sorgono circa l’applicazione di quelle parole profetiche?

      24 Come sappiamo, però, che quelle emozionanti parole tramandateci da Aggeo profeta di Geova non si applichino semplicemente a quel remoto tempo del profeta o a “poco” dopo? Come possiamo essere sicuri che quelle stesse parole abbiano un’applicazione moderna nel nostro proprio giorno?

      25. (a) La risposta ci è indicata in quale citazione fatta in seguito a persone della stessa razza? (b) Perché quelle persone dovevano stare attente a una sovrastante catastrofe?

      25 Lo sappiamo, perché, molto tempo dopo la profezia di Aggeo, infatti circa 580 anni dopo, quelle parole profetiche furono citate sotto divina ispirazione e se ne fece una futura applicazione alla fine di questo sistema di cose internazionale. Come per le profetiche parole di Aggeo, questa citazione delle sue parole fu fatta agli Ebrei, ai discendenti del patriarca Abraamo l’Ebreo, solo che questi ultimi Ebrei eran divenuti cristiani nel primo secolo della nostra Èra Volgare. (Genesi 14:13; Ebrei 1:1, 2; 2:16) La citazione della profezia di Aggeo fu fatta loro circa dieci anni prima della distruzione di Gerusalemme e del suo riedificato tempio per opera dei Romani nell’anno 70 E.V. Di conseguenza sovrastava un grande cambiamento, e gli Ebrei cristianizzati dovevano ora stare attenti per non subire danno e perdita insieme a quegli Ebrei increduli che ancora si attenevano alla Gerusalemme terrestre e al suo tempio materiale.

      26. Perché quegli Ebrei cristianizzati evitassero la perdita, che cosa disse loro lo scrittore, riferendosi a Esaù?

      26 Dicendo agli Ebrei cristianizzati come evitare l’irreparabile perdita perseguendo il corso giusto con corretto apprezzamento dei valori spirituali, l’ispirato scrittore disse loro: “Perseguite la pace con tutti, e la santificazione senza cui nessuno vedrà il Signore, vigilando attentamente perché nessuno sia privato dell’immeritata benignità di Dio; affinché non spunti nessuna radice velenosa e non causi difficoltà e affinché molti non ne siano contaminati; affinché non vi sia fornicatore né alcuno che non apprezzi le cose sacre, come Esaù, che in cambio di un pasto cedette i suoi diritti di primogenito. Poiché sapete che anche dopo, quando volle ereditare la benedizione, fu rigettato, poiché, sebbene premurosamente cercasse con lagrime un mutamento di mente [in suo padre Isacco], non trovò [in Isacco] luogo per esso”. — Ebrei 12:14-17.

      27. (a) Perché la condizione di quegli Ebrei cristianizzati era più grave di quella dei loro antenati al monte Sinai? (b) Come avrebbero potuto evitar d’essere simili a Esaù?

      27 Per quegli Ebrei cristianizzati le cose erano cambiate enormemente da che eran divenuti seguaci del Messia, Gesù il discendente del re Davide e del patriarca Abraamo. Quegli Ebrei andavano incontro a un più grande e a un più grave insieme di circostanze che non i loro antenati, quando questi erano stati condotti al monte Sinai dal profeta Mosè nel 1513 a.E.V. Erano in gioco cose più grandi e potevano perdersi in maniera permanente, con la finale distruzione per quelli che le avrebbero perdute. Come il patriarca Isacco figlio di Abraamo si rifiutò di pentirsi nonostante le lagrime del suo figlio materialistico Esaù, così Geova Dio non si sarebbe pentito se questi Ebrei cristianizzati avessero perduto il loro apprezzamento per l’immeritata benignità che mostrava loro per mezzo del Signore Gesù Cristo. Invece d’essere come Esaù, che considerò di poco valore le opportunità spirituali che gli si offrivano quale nipote di Abraamo, essi avrebbero dovuto evitare le cose profane mostrando pieno apprezzamento per quelle sacre e attenendovisi. Ecco perché l’ispirato scrittore continuò a dire a questi Ebrei cristianizzati che ora erano stati introdotti in un nuovo patto per mezzo di Gesù Cristo:

      28. Secondo lo scrittore, a che cosa quegli Ebrei cristianizzati non si erano accostati?

      28 “Poiché [vale a dire, in vista di ciò che ho appena detto nelle precedenti espressioni] voi non vi siete accostati a ciò che può toccarsi [come il monte Sinai] e che è stato acceso con fuoco, né a un’oscura nube né a fitte tenebre né a tempesta, né a squillo di tromba né alla voce di parole; udendo la cui voce il popolo implorò che non fosse aggiunta loro alcuna parola. Poiché non sopportavano il comando: ‘E se una bestia tocca il monte, dev’esser lapidata’. E lo spettacolo era così spaventevole che Mosè [il mediatore] disse: ‘Sono timoroso e tremante’.

      29. Ma a che cosa e quale insieme di circostanze quegli Ebrei cristianizzati si erano accostati?

      29 “Ma vi siete accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli [non solo quegli angeli in quel tempo al monte Sinai], in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti [cristiani figli primogeniti di Dio che sono più grandi di Esaù figlio primogenito di Isacco] che sono stati iscritti nei cieli [non nella registrazione della famiglia terrena di Isacco], e a Dio giudice di tutti [non il rappresentativo angelo di Dio come al monte Sinai], e alle vite spirituali dei giusti che sono stati resi perfetti [non condannati peccatori come gli Ebrei al monte Sinai], e a Gesù mediatore di un nuovo patto [migliore del patto della Legge di cui fu mediatore Mosè], e al sangue di aspersione, che parla in modo migliore del sangue di Abele [essendo il sangue di Gesù Cristo]”. — Ebrei 12:18-24; Galati 3:19; Atti 7:37, 38.

      30. Or dunque, che cosa possiamo capire maggiormente circa la situazione di quegli Ebrei cristianizzati?

      30 Quando consideriamo tutte quelle cose più grandi a cui s’erano accostati quegli Ebrei cristianizzati, possiamo capire che erano in una situazione più seria di quella dei loro antenati ebrei di fronte al monte Sinai d’Arabia nell’anno 1513 a.E.V. Avevano maggiormente da perdere. La distruzione eterna era per loro possibile se fossero divenuti simili a Esaù figlio primogenito di Isacco e se avessero perduto apprezzamento per le cose sacre inerenti ai figli primogeniti spirituali di Dio che sono iscritti nei cieli.

      31. La stessa cosa di chi può dirsi oggi, e questi che dovrebbero dunque essere ansiosi di fare?

      31 La stessa cosa può dirsi di quelli che oggi asseriscono d’esser cristiani, senza tener conto se siano convertiti Giudei o convertiti Gentili. Dovremmo riconoscere chi è che ci parla — Dio — per mezzo della sua ispirata Parola, la sacra Bibbia. Perciò dovremmo essere ansiosi d’ascoltare le altre cose che ci ha dette per mezzo del Mediatore Gesù Cristo e dei suoi discepoli che furono ispirati a scrivere i sacri scritti. Non dovremmo mancar di apprezzare pienamente queste cose della massima importanza. Non dovremmo scusarci per non ascoltare e non prestar loro attenzione. Quindi l’ispirato scrittore continua a dire agli Ebrei cristiani:

      32. Quindi, che cosa continuò a dire lo scrittore in quanto a scusarsi?

      32 “Guardatevi dal rifiutare [dallo scusarvi contro] colui che parla. Poiché se non sfuggirono quelli che rifiutarono colui che dava sulla terra divino avvertimento, quanto meno sfuggiremo noi se ci allontaniamo da colui che parla dai cieli. Allora la sua voce scosse la terra [ma non scrollò il monte Sinai riducendolo in frantumi], ma ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta scuoterò non solo la terra ma anche il cielo’”.

      33. Dove Dio fece tale promessa, e perché lo scrittore la cita ora appropriatamente?

      33 Dove Geova Dio fece una tale promessa? Certo, nella profezia di Aggeo, capitolo due, versetto sei, data nell’antica Gerusalemme, con queste parole: “Poiché Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto’”. Ma questa promessa divina non fu completamente adempiuta “poco” dopo che il profeta Aggeo l’aveva proferita loro. Perciò lo scrittore agli Ebrei cristianizzati fa questo ulteriore commento ispirato in quella promessa divina inerente ai cieli e alla terra che saranno scossi:

      34. Quale commento fa lo scrittore sulla sua citazione di Aggeo 2:6?

      34 “Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose scosse come di cose fatte, onde le cose non scosse rimangano. Per cui, visto che riceveremo un regno che non può esser scosso, continuiamo [a differenza di Esaù] ad avere immeritata benignità, per mezzo della quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con santo timore e rispetto. Poiché il nostro Dio è anche un fuoco consumante [così distruttivo come il fuoco con cui fu in fiamme il monte Sinai]”. — Ebrei 12:25-29.

      35. A quale tempo lo scrittore applica l’espressione “ancora una volta”, e che cosa dev’esser dunque vicino in quanto alle cose fatte che saranno scrollate?

      35 Abbiamo notato? Lo scrittore agli Ebrei cristianizzati applica l’espressione divina “ancora una volta” al futuro e spiega che la sola cosa che non sarà scossa è il regno che riceveranno i cristiani i quali rendono a Dio sacro servizio in maniera accettevole. Inoltre, che la rimozione di tutte le cose fatte che saranno state scosse lascerà posto a quel regno, un governo che sussisterà e opererà. Le cose fatte da scuotere non sono state ancora rimosse, benché possano già esser turbate e scrollate e scosse. È dunque evidente, secondo l’interpretazione che ne fanno le sacre Scritture, che la profezia di Aggeo 2:6, 7 ha un’applicazione moderna nel ventesimo secolo e che l’adempimento della profezia fino al punto del completamento deve ancora venire, ma è vicinissima!

      COME?

      36. Quale domanda ora sorge riguardo a un moderno adempimento di Aggeo 2:6, 7 nel ventesimo secolo?

      36 I letterali cieli, terra, mare e asciutto non saranno rimossi e non periranno. Per certo questo non è quanto avvenne in qualsiasi primo adempimento in piccole proporzioni della profezia nel giorno di Aggeo o poco dopo. Quindi, come quella divina promessa si attua nel moderno adempimento del ventesimo secolo? “Poiché Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto’. ‘E per certo scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:6, 7.

      37. A che cosa dovrà portare lo scrollamento di tutte le cose menzionate, e che dovrà accadere alle cose che si oppongono a ciò e lo ostacolano?

      37 Chi non può vedere che lo scrollamento e scuotimento di tutte le cose menzionate dovrà portare alla glorificazione del Tempio di Geova Dio? Ciò significa l’abbellimento e l’esaltazione della pura adorazione del solo vivente e vero Dio, non in una letterale casa di adorazione sulla terra, ma nel suo vero Tempio, cioè nel reame dell’adorazione di Lui con spirito e con verità, entro i limiti della sua speciale disposizione. (Giovanni 4:21-24) A Geova deve darsi il suo giusto posto di adorazione in tutto l’universo vivente. Tutte le cose che si sono opposte e hanno ostacolato questo diritto e la pura adorazione dovranno essere rimosse da ogni esistenza. Secondo l’ispirato scrittore di Ebrei 12:26, 27, che tutte quelle cose siano scrollate e scosse significa che saranno rimosse, che saranno ridotte in frantumi.

      38. In quanto a scrollare e scuotere, che dire delle cose a cui si sono accostati gli unti cristiani (Ebrei 12:22, 23)?

      38 La ‘città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’, non sarà scossa e rimossa. Né lo sarà il suo luogo celeste, il “monte Sion”. Né lo saranno le sante “miriadi di angeli, in generale assemblea” né la “congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli”, né le “vite spirituali dei giusti che sono stati resi perfetti”. (Ebrei 12:22, 23) Queste cose a cui i dedicati, battezzati, unti cristiani si sono accostati non sono cose periture. Queste non hanno relazione con un tempio tipico, materiale qui sulla terra — come i templi edificati nella Gerusalemme terrena dal re Salomone e dal governatore Zorobabele e dal sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac — né da esso dipendono. Queste cose imperiture hanno relazione con il più grande tempio di Geova, il suo tempio spirituale, che è il solo tempio che possa contenerlo nel suo Santo dei Santi (il cielo stesso). (1 Re 8:27; Isaia 66:1; Atti 7:48-50; 17:24, 25; Ebrei 9:23, 24) Inoltre, quelle cose imperiture, inamovibili hanno relazione con il regno di Geova che “non può esser scosso”. — Ebrei 12:28.

      39. Sono dunque i “cieli” che vengono scrollati letterali o simbolici, e perché?

      39 Che cosa sono, dunque, i “cieli” che dovranno essere scrollati e scossi e rimossi? Geova, il Grande che li scrollerà e scuoterà e rimuoverà, ce ne rende chiara la risposta. In quel meraviglioso libro di “segni”, la Rivelazione, che Egli diede all’apostolo ebreo cristiano Giovanni, ci fa un quadro simbolico della rimozione di quei cieli. In Rivelazione 20:11 egli ispirò l’apostolo Giovanni a scrivere: “E vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. Dalla sua presenza fuggirono la terra e il cielo, e non fu trovato luogo per loro”. Quel cielo che fuggì fu sostituito, poiché, in Rivelazione 21:1, 2, Giovanni continua a dire: “E vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati, e il mare non è più. E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito”. Esattamente come qui la “città santa, la Nuova Gerusalemme” è un segno che raffigura “la sposa, la moglie dell’Agnello” (Rivelazione 21:9), così i “precedenti cieli”, i “cieli” che fuggirono via d’innanzi a Dio che era sul suo grande trono bianco, sono un “segno” o simbolo.

      40, 41. Che dice Rivelazione 12:3-5, 7-12 per darci un’indicazione di ciò che “i cieli” significano?

      40 Un “segno” di che cosa? Evidentemente di qualche invisibile, spirituale organizzazione celeste che dominava il genere umano. Rivelazione, capitolo dodici, ce ne dà l’indicazione. Ci dice: “E fu visto un altro segno nel cielo, ed ecco, un gran dragone color fuoco, con sette teste e dieci corna e sopra le sue teste sette diademi; e la sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo, e le scagliò sulla terra. . . . E scoppiò la guerra in cielo: Michele e i suoi angeli guerreggiarono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli guerreggiarono ma esso non prevalse, né fu più trovato posto per loro in cielo. E il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata; fu scagliato sulla terra, e i suoi angeli furono scagliati con lui. E udii nel cielo un’alta voce dire:

      41 “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusa giorno e notte davanti al nostro Dio! Ed essi lo vinsero a causa del sangue dell’Agnello e a causa della parola della loro testimonianza, e non amarono la loro anima neppure dinanzi alla morte. Per questo motivo, rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. — Rivelazione 12:3-5, 7-12.

      42. Da questo racconto che cosa si vede che i “cieli” raffigurano?

      42 Da questo racconto nel linguaggio dei segni si può chiaramente vedere che i simbolici “cieli” raffigurano l’invisibile organizzazione spirituale di Satana il Diavolo e gli angeli demonici sotto di lui. Con questi malvagi angeli demonici Satana il Diavolo ha sviato “l’intera terra abitata”. Gesù Cristo lo chiamò “governante” del mondo del genere umano. (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11) Il cristiano apostolo Paolo lo identifica come “l’iddio di questo sistema di cose” che acceca le menti degli increduli. Paolo parla inoltre di lui come del “governante dell’autorità dell’aria, lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza”. (2 Corinti 4:4; Efesini 2:2) L’apostolo Giovanni richiama l’attenzione sull’influenza di Satana sopra il mondo del genere umano, dicendo: “Noi [cristiani] sappiamo d’avere origine da Dio, ma tutto il mondo giace nella potenza del malvagio”. (1 Giovanni 5:19) Satana e i suoi angeli demonici son quelli dei quali Efesini 6:12 parla come delle “malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. Essi sono gli invisibili cieli che ora dominano il genere umano empio.

      43. Che si può dire alla domanda se si è già cominciato a scuotere quei “cieli”?

      43 Grazie siano rese all’Iddio Onnipotente che essi non siano “cieli” permanenti sopra la razza umana. Fra breve, dopo la venuta su tutto il genere umano della “grande tribolazione”, quei “cieli” dovranno fuggire dinnanzi alla faccia di Geova Dio che è seduto sul suo “grande trono bianco”. (Rivelazione 20:11) Son dunque “cieli” da rimuovere. Sono cieli che possono essere scrollati a loro propria completa distruzione. Si è già cominciato a scrollarli. In quale tempo? Dopo la nascita del messianico regno di Dio nei cieli allorché i “tempi dei Gentili” o “fissati tempi delle nazioni” finirono all’inizio dell’autunno dell’anno 1914 E.V. Allora l’intronizzato Gesù Cristo, agendo come celeste Michele, “il gran principe” che si erge a favore del popolo di Dio, cominciò a guerreggiare contro Satana il Diavolo e contro la sua organizzazione demonica. Di conseguenza quelle malvage forze spirituali furono scosse dal loro luogo celeste e furon fatte precipitare nelle vicinanze della nostra terra.

      44. A che cosa ha dato luogo come risultato quello scrollamento dei “cieli” dai contatti di sopra, e quando si finirà di scrollarli?

      44 La loro mortificazione per essere stati scrollati dai precedenti contatti celesti ha portato come risultato accresciuti “guai” per il genere umano e anche la persecuzione contro il dedicato, battezzato popolo di Geova, gli Israeliti spirituali, qui sulla terra. (Rivelazione 12:5-13, 17; Daniele 12:1) Ma con questa degradazione non sono stati scossi del tutto. Dovranno del tutto scuotersi dopo la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon e dovranno esser fatti cadere nell’abisso paragonabile a una prigione, dove saranno in restrizione per i mille anni dell’ininterrotto regno di Cristo sul redento genere umano. Così quei malvagi “cieli” ora scompariranno e cederanno il posto ai “nuovi cieli” in cui dimorerà la giustizia per sempre. — 2 Pietro 3:7-13; Rivelazione 20:1-3.

      45. Tale iniziale scrollamento di quei “cieli” ha influito sulle attività che si compiono dove, e che cosa deve dirsi in quanto allo scrollamento e alla rimozione della nostra terra letterale?

      45 Questa degradazione e restrizione dei cieli demonici nelle vicinanze della terra per un “breve periodo di tempo” fino alla loro caduta nell’“abisso” ha enormemente influito sulle attività del genere umano sopra la terra, dal 1914 E.V. Ma come Geova Dio adempirà la sua promessa di scrollare, scuotere e porre in agitazione la “terra” e anche i “cieli”? (Aggeo 2:6; Ebrei 12:26) Ebbene, esattamente come i “cieli” da scrollare non sono i visibili cieli letterali che si trovano al di sopra del genere umano, così la “terra” che si pone in contrasto con quei cieli non è la terra letterale che si trova sotto i piedi dell’uomo. Riguardo alla terra letterale e alla sua permanenza, Salmo 104:5 parla della creazione di Dio e dice: “Egli ha fondato la terra sui suoi luoghi stabiliti; non si farà vacillare a tempo indefinito, o per sempre”. In armonia con ciò, il nostro letterale globo terrestre non si farà scrollare e scuotere in vista di una sua rimozione.

      46. Che cos’è, dunque, la “terra” che è scrollata e rimossa, e quando venne all’esistenza?

      46 Logicamente, dunque, è la “terra” simbolica quella che Geova ha promesso di scrollare e di agitare al fine di rimuoverla. Come i relativi “cieli” son fatti di intelligenti creature viventi (i demoni spirituali sotto Satana il Diavolo), così la “terra” simbolica è formata di intelligenti creature viventi, cioè della società umana che giace nella potenza del malvagio, Satana il Diavolo. Questa empia società umana venne all’esistenza qualche tempo dopo il diluvio del giorno di Noè e ora comprende quasi tutto il mondo del genere umano. (Rivelazione 12:9; 1 Giovanni 5:19) Questa “terra” simbolica e i relativi “cieli” sopra di essa formano i “cieli e la terra che sono ora” e che, secondo la parola di Dio, “sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”, come ci dice II Pietro 3:7. Prima che il Sovrano Signore Geova distrugga questa “terra” simbolica come con fuoco consumante, in che modo la scrolla, la scuote, la pone in agitazione?

      LA “TERRA” È SCROLLATA

      47. Come Dio cominciò a scrollare la “terra” simbolica?

      47 Egli comincia a far questo esercitando il proprio diritto alla sovranità sopra il luogo di dimora della società umana, cioè la terra letterale. Fa questo come non ha mai fatto in passato. L’egoistica, egocentrica società umana pretende di possedere la terra e d’avere il diritto di far della terra e dei suoi mari ciò che le piace. Questo esclude dalla considerazione il Creatore della terra ed è sia errato che imprevidente. Il Sovrano Signore Geova lasciò prevalere questa veduta e la sua applicazione ininterrottamente e senza sfidarla fino al termine dei Tempi dei Gentili o “fissati tempi delle nazioni” nel 1914 E.V. Quindi diede vita alla sua propria giusta rivendicazione, generando nei cieli il suo regno messianico. Questo invisibile governo celeste, raffigurato in Rivelazione 12:5 come un “figlio” della” donna” di Dio, è costituito per “pascere tutte le nazioni con una verga di ferro”. Quando Geova asserì in questo modo la sua sovranità universale scrollò la “terra” simbolica, l’empia società umana, sbalzandola dalla sua lunga condizione d’inerzia e stabilità, in cui le era stato permesso da Geova Dio di trattare la terra letterale come sua propria e di farne errato uso come se non ne fosse responsabile verso nessuno.

      48. In che modo la non spirituale “terra” simbolica sarebbe stata scossa dall’invisibile azione celeste del Sovrano Universale Geova?

      48 Come, però, la terrestre società umana sarebbe stata scrollata e scossa da questa invisibile azione celeste del Sovrano Universale se la società umana ne era inconsapevole? Come l’avrebbe sentito la non spirituale società umana, essendone scossa? Questo sarebbe accaduto in quanto egli fece notificare loro che i Tempi dei Gentili, “i fissati tempi delle nazioni”, eran finiti nel 1914, l’anno in cui ebbe inizio la prima guerra mondiale. Il loro lungo dominio del mondo era ora terminato, poiché ora poteva dirsi al Sovrano Signore Geova: “Ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso il tuo gran potere e hai cominciato a regnare. Ma le nazioni si adirarono, e venne l’ira tua”. (Rivelazione 11:17, 18) La notifica alla terrestre società umana inerente a questo cambiamento universale nello status quo fu portata sulla terra dagli ambasciatori di quel Sovrano ora regnante, Geova Dio l’Onnipotente.

      49. Chi sono questi “ambasciatori” che portano la notifica, e perché la loro missione è ora più urgente che mai?

      49 Chi sono questi “ambasciatori”? Questi sono i dedicati, battezzati cristiani unti con lo spirito che son descritti dalle parole dell’apostolo Paolo nella sua seconda lettera ai Corinti al capitolo cinque, ai versetti diciannove e venti: “Dio riconciliava a sé il mondo mediante Cristo, non annoverando loro i loro falli e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi siamo perciò ambasciatori in sostituzione di Cristo, come se Dio supplicasse per mezzo di noi. Quali sostituti di Cristo noi imploriamo: Siate riconciliati con Dio’”. Ora che Geova Dio l’Onnipotente aveva assunto il suo gran potere e aveva cominciato a regnare per mezzo del suo neonato regno messianico nei cieli, era più urgente che mai che la terrestre società umana si riconciliasse con Dio. Sovrastava la completa rimozione dell’intero sistema di cose mondiale e il suo “tempo della fine” era cominciato. (Daniele 12:4) Sorge ora la domanda: Chi sfuggirà alla sua distruzione?

      50. Come la “terra” simbolica reagì alla notifica portatale dagli ambasciatori del Regno?

      50 Come reagì la “terra” simbolica, la società umana afflitta dalla guerra, alla notifica portata dagli “ambasciatori” dello stabilito regno di Dio retto dal suo Cristo? Si calmò la terra, reagendo pacificamente all’invito di riconciliarsi con il neonato regno di Geova retto da Cristo? La storia di quegli anni della prima guerra mondiale risponde di No! La “terra” dilaniata dalla guerra fu scrollata, scossa, agitata da tale notifica. Come aveva preannunciato Rivelazione 11:18: “Le nazioni si adirarono”, cioè contro gli ambasciatori del Regno. Tentarono di usare le condizioni belliche in tutta la terra per sopprimere questi ambasciatori del Regno. Perfino ricorsero alla persecuzione violenta, in alcuni casi anche alla morte degli ambasciatori. Questo subirono i dedicati, battezzati, unti cristiani allora noti come Studenti Biblici Internazionali, ma oggi conosciuti come cristiani testimoni di Geova.

      51. (a) Che si può dire ancora di questa notifica che è portata dagli ambasciatori del Regno e dei suoi effetti? (b) Come la causa di ciò è stata proprio come dichiara Ebrei 12:26?

      51 Nelle pagine della storia è scritta la vergognosa narrazione che la “terra” simbolica s’è lasciata dietro, secondo cui è stata scrollata, scossa, piena di violenta agitazione contro gli ambasciatori del regno di Geova. La notifica portata dai fedeli ambasciatori del Sovrano Signore Geova è continuata fino a questo giorno, in proporzioni sempre più ampie, e la “terra” simbolica è ancora scrollata, scossa, agitata dalla notifica e dalla sua significativa sfida. Come prova che questa notifica annuncia la verità vediamo adempirsi le cose che Gesù Cristo disse avrebbero contrassegnato questo “tempo della fine”: “Vi saranno grandi terremoti, e in un luogo dopo l’altro pestilenze e penuria di viveri, e vi saranno paurose visioni e dal cielo grandi segni”. (Luca 21:11) Ma in modo simbolico è stato come dice Ebrei 12:26 della presenza di Geova sul monte Sinai quando diede i Dieci Comandamenti: “Allora la sua voce scosse la terra”. In questi giorni il messaggio della sua Parola scritta, portato dai suoi ambasciatori del regno, ha scosso la “terra” simbolica.

      52. Che cosa raffigurano il “mare” e l’“asciutto” che dovranno pure essere scrollati?

      52 Tutti gli elementi della società umana sulla terra sono stati scrollati e scossi. Avviene proprio come il Sovrano Signore Geova ha detto: “Ancora una volta — fra poco — e scrollerò i cieli e la terra e il mare e l’asciutto”. (Aggeo 2:6) Nella superiore crosta del nostro globo terrestre compaiono il mare e l’asciutto; il mare è di continuo in movimento e l’asciutto è abbastanza stabile, eccetto quando vi è un locale terremoto. Poiché la profezia di Aggeo 2:6 ha un significato simbolico, come nel caso dei “cieli e della terra”, il “mare” simbolico sarebbe quella parte della società umana che è instabile, irrequieta, che caccia fuori, per così dire, “erbe marine e fango”, senza pace, desiderosa di cambiamenti radicali, che irrompe di continuo contro l’“asciutto’’ (Isaia 57:20) In contrasto, l’“asciutto’’ simbolico sarebbe quella parte della società umana che è stabile, salda, conservatrice, che cerca di mantenere lo status quo, contraria ai cambiamenti radicali.

      53. Come si mostra se entrambi questi elementi sono stati scrollati?

      53 Ciò nondimeno, entrambi questi elementi della società umana desiderano che il globo terrestre sia governato dagli uomini anziché da Dio, il Sovrano Signore Geova. Pertanto essi pure sono stati scrollati con la notifica che è stata portata loro dagli ambasciatori spirituali, annunzianti che i “fissati tempi delle nazioni” sono scaduti e che il regno di Geova mediante Cristo ora domina nei cieli e che si avvicina rapidamente il tempo della rimozione di questo intero sistema di cose terrestre in una grande tribolazione quale il genere umano non ne ha mai subìto l’uguale. (Matteo 24:3-22; Marco 13:4-20) Mostrando che sono scrollati dal messaggio della parola di Dio, sia gli uni che gli altri, gli elementi conservatori e quelli radicali della società umana, ‘si sono adirati’ contro i proclamatori del messaggio divino, gli ambasciatori del Regno.

  • “Le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire”
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo V

      “Le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire”

      1. Che cosa continua a dire Aggeo 2:7 che risulterà dallo scrollamento di tutte le nazioni, e che cosa dovremmo dunque desiderar di fare rispetto all’adorazione di Geova?

      È evidente che la profezia di Aggeo 2:6 si è adempiuta da che Geova Dio l’Onnipotente assunse la sua sovranità universale in quell’anno 1914 E.V. contrassegnato dalla guerra. Ma la profezia continua a dirci che cosa risulterà dallo scrollamento di tutte le nazioni, oltre alla totale rimozione del sistema di cose che l’uomo ha costituito sulla terra. In Aggeo 2:7 il Sovrano Signore Geova continua a dire: “‘E per certo scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. In vista di questa promessa divina, la quale mostra che Geova degli eserciti si compiace di glorificare il suo tempio o casa di pura adorazione, chi siamo noi da disprezzare e denigrare la vera adorazione di Lui in questi giorni difficoltosi?

      2. Come, dal 1914 E.V., Geova ha scrollato le nazioni, e perché dovrà esserci da parte loro una reazione finale?

      2 Avverando fedelmente questa profezia, Geova degli eserciti ha scrollato tutte le nazioni. Dal 1914 E.V. ha inviato i suoi ambasciatori del Regno per notificare a tutte le nazioni il critico cambiamento che ha avuto luogo nello status quo universale. Il risultato è stato proprio come Gesù Cristo predisse nella sua profezia sul “termine del sistema di cose”: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matteo 24:3-14) Tutte le nazioni sono obbligate a confessare d’essersi adirate contro gli ambasciatori del Regno. La testimonianza storica depone contro le nazioni. Ma l’ira delle nazioni non è ancora passata. Nel decisivo combattimento a oltranza che deve ancora venire, gli ambasciatori del Regno continueranno ad attenersi alla sovranità di Geova e a sostenere il messaggio dato loro da Dio. Perciò, come predice la profetica Parola di Dio, l’ira di tutte le nazioni dovrà esplodere in un’espressione finale.

      3. Fino a che punto Geova scrollerà le nazioni, e che dire quindi di qualsiasi tolleranza religiosa che esse mostrino attualmente?

      3 L’ostilità delle nazioni politiche della terra sarà mostrata nella sua massima pienezza, e Geova degli eserciti scrollerà conformemente tutte quelle nazioni finché precipiteranno nella rovina e saranno rimosse per sempre. Quindi qualsiasi tolleranza religiosa delle nazioni verso gli ambasciatori del Regno è attualmente solo temporanea. Nessuno ne sia ingannato.

      4. Le nazioni, come intere istituzioni politiche, han forse adempiuto la profezia di Aggeo 2:7, e che cosa lo prova?

      4 Prima della finale esplosione d’ira da parte di tutte le nazioni e poi della loro violenta rimozione, che cosa dobbiamo attenderci, secondo la profezia di Aggeo 2:7? Questo: “‘Le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. Or dunque, che cosa mostrano i fatti storici circa l’adempimento finora di questa profezia? Essi non mostrano che tutte le nazioni politiche come intere nazioni, come istituzioni politiche, sian venute dentro il vero tempio di adorazione di Geova e abbiano portato con sé quali doni volontari le cose desiderabili delle loro nazioni. Dopo tutto ciò che è accaduto dal 1914 E.V., le nazioni non rinunciano ancora alla loro propria sovranità terrestre e non vengono a favore della sovranità universale di Geova. Dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1945 istituirono le Nazioni Unite come organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo. A queste esse si attengono tenacemente, con disperazione, fino a questo giorno. Tale organizzazione internazionale è in assoluta opposizione alla sovranità di Geova.

      5. Come hanno reagito i singoli cittadini entro le nazioni scrollate, e con chi si sono associati?

      5 Tuttavia, che dire dei singoli cittadini di tutte le nazioni che hanno subìto un forte scrollamento durante il quale han cercato di tenersi insieme? Ebbene, finora ci sono state decine di migliaia di individui che hanno reagito alla predicazione del Regno in modo diverso da come han reagito i loro governi politici e le organizzazioni religiose che s’immischiano nella politica. Han visto che non c’è per loro sotto tali governi politici fatti dagli uomini nessun felice, pacifico, prospero futuro. Han visto che la sola speranza d’esser salvati dalla distruzione con le nazioni politiche di questo sistema di cose è il messianico regno del Sovrano Signore Geova. Sentono vivamente che Satana il Diavolo è “l’iddio di questo sistema di cose” e non vogliono adorare quel falso dio adorando le nazioni politiche. Riconoscono che ogni sovranità appartiene giustamente all’Iddio Altissimo. Quindi si sono dedicati interamente al Sovrano Signore Geova per adorarlo nella sua vera casa di adorazione. Si sono associati con i Suoi ambasciatori.

      6. Osservando tali moderni sostenitori della sovranità e dell’adorazione di Geova, quale profezia di Isaia vediamo adempiersi?

      6 Osservando tali moderni sostenitori della sovranità universale e dell’adorazione di Geova, osserviamo un entusiasmante adempimento di quella profezia spesso citata di Isaia 2:2-4: “Deve accadere nella parte finale dei giorni che il monte della casa di Geova sarà fermamente stabilito sopra la cima dei monti, e sarà per certo alzato al di sopra dei colli; e ad esso dovranno accorrere tutte le nazioni. E molti popoli per certo andranno e diranno: ‘Venite, e saliamo al monte di Geova, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e la parola di Geova da Gerusalemme. Ed egli per certo renderà giudizio fra le nazioni e metterà le cose a posto rispetto a molti popoli. Ed essi dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”.

      7. Quando cominciò questo ad avvenire, e con quale specie di persone?

      7 Non nella parte iniziale, ma nella “parte finale dei giorni” di questo “tempo della fine” questa folla internazionale ha cominciato ad affluire verso la più altamente esaltata adorazione di Geova, “l’Iddio di Giacobbe [o, Israele]”. Venendo come essi vengono da “tutte le nazioni”, non sono Israeliti spirituali, come lo sono gli ambasciatori del Regno.

      8, 9. L’adempimento della profezia cominciò a osservarsi in quale anno, e dopo quali avvenimenti?

      8 Quando questi individui da “tutte le nazioni” cominciarono ad affluire verso il simbolico “monte di Geova” per adorare unitamente nella “casa dell’Iddio di Giacobbe”? Fu osservabile dopo la pubblicazione dell’articolo in due parti intitolato “La grande moltitudine” nei numeri della rivista Torre di Guardia (inglese) in data 1º e 15 agosto 1935, quattro anni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Il materiale contenuto in questo articolo era stato in precedenza presentato a un’assemblea generale dei testimoni di Geova a Washington, nel Distretto di Columbia, U.S.A., il venerdì pomeriggio, il 31 maggio 1935. Il discorso e l’articolo stampato furono la spiegazione della “grande moltitudine” prevista e preannunciata in Rivelazione 7:9, 10, con le seguenti parole:

      9 “Dopo ciò vidi, ed ecco, una grande moltitudine, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione, e tribù, e popolo, e lingua, stava in piedi davanti al trono, e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche, e palme nelle loro mani; e gridavano con alta voce, dicendo: Salvezza al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello”. — Versione Autorizzata della Bibbia (inglese) del 1611 E.V.

      10. Da chi è formata questa non numerata “grande moltitudine”?

      10 Questa non numerata “grande moltitudine” era distinta dagli Israeliti spirituali che erano raffigurati nei precedenti cinque versetti (Rivelazione 7:4-8) e che si dovevano suggellare col suggello dell’Iddio vivente. Questa internazionale “grande moltitudine” è costituita di recenti discepoli di Cristo che non sono suggellati col suggello di Dio onde siano associati a Gesù Cristo come re e sacerdoti nel tempio spirituale di Dio. (Rivelazione 20:4-6) Essi sono dedicati, battezzati discepoli di Cristo che non sono così suggellati ma che seguono Gesù Cristo come il Pastore Eccellente. Da lui sono condotti a un destino terrestre, la vita eterna su una terra paradisiaca sotto il celeste regno di Gesù Cristo e dei suoi 144.000 suggellati discepoli. Questi non suggellati discepoli appartengono alle “altre pecore” che Gesù Cristo menzionò in Giovanni 10:16, dicendo: “Ho altre pecore che non sono di questo ovile; quelle pure devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge, un solo pastore”. Ogni anno dal 1935 queste “altre pecore” che si son radunate sono aumentate di numero formando davvero una “grande moltitudine”.

      PRESERVATE “LE COSE DESIDERABILI”

      11, 12. (a) Che deve dirsi circa la domanda se sono cose da desiderare nel tempio di adorazione di Geova? (b) Che cosa mostra se sono fra le cose da scrollare fino a ridurle in rovina?

      11 Sono tali dedicate, battezzate “altre pecore” desiderabili nella casa dedicata alla pura adorazione del Sovrano Signore Geova? Verissimamente, Sì! Queste sono in realtà “le cose desiderabili di tutte le nazioni” le quali, come Geova degli eserciti predisse, sarebbero venute ad adorare nel suo tempio. Non sono i doni materiali e le contribuzioni finanziarie le cose che Geova desidera da tutte le nazioni. Piuttosto, desidera i begli adoratori viventi come questa innumerevole “grande folla” da ogni nazione, tribù, popolo e lingua. (Giovanni 4:23, 24) Queste non sono le cose che saranno scrollate e scosse fino a frantumarle, distruggerle, nella “grande tribolazione” che si abbatterà sul sistema di cose mondiale. Tali mansueti credenti nell’Agnello Gesù Cristo dovranno essere preservati attraverso quella distruttiva tribolazione. Questo è messo in risalto nelle seguenti domanda e risposta:

      12 “E presa la parola, una delle persone anziane mi disse: ‘Questi che sono vestiti di lunghe vesti bianche, chi sono e da dove son venuti?’ E subito [io, apostolo Giovanni,] gli dissi: ‘Signor mio, tu lo sai’. Ed egli mi disse: ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello’”. — Rivelazione 7:13, 14.

      13, 14. (a) In che modo, dunque, si adempie l’ulteriore parte di Aggeo 2:7: “E per certo riempirò questa casa di gloria”? (b) Come fu predetto questo in Rivelazione 7:15?

      13 È con la venuta di queste “altre pecore” le quali vengono da tutte le nazioni che Geova degli eserciti adempie l’ulteriore parte della sua profezia, dicendo: “E per certo riempirò questa casa di gloria”. (Aggeo 2:7) Un tempio vuoto, privo di adoratori, non sarebbe una gloria per Geova degli eserciti. Ma che avesse il suo luogo di adorazione gremito di adoratori in lavate lunghe vesti bianche e che agitassero rami di alberi di palma e che gridassero: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”, questo avrebbe riempito la casa di Geova di gloria più che ogni specie di ornamento materiale. Che la Sua casa di adorazione sia così riempita di gloria fu predetto nella successiva parte della risposta alla domanda di Giovanni:

      14 “Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda”. — Rivelazione 7:15.

      15. (a) Dove, per così dire, questa crescente “grande folla” rende servizio a Dio giorno e notte? (b) Chi sono, sulla terra, quelli che provano riverenza per il modo in cui Geova riempie così il suo tempio di gloria?

      15 Centinaia di migliaia di questa “grande folla” di “altre pecore” sono già nel tempio spirituale di Geova Dio, che ora è intronizzato nella sua sovranità universale. Giorno e notte gli rendono lì sacro servizio, proclamando dappertutto il suo regno messianico e la salvezza per tutto il genere umano mediante il sangue dell’Agnello di Dio, Gesù Cristo. Non essendo suggellati Israeliti spirituali, essi sono, per così dire, nel Cortile dei Gentili che era parte del tempio in Gerusalemme ai giorni di Gesù Cristo e dei suoi apostoli. È pure in questo grande tempio spirituale che un rimanente di Israeliti spirituali rendono oggi servizio quali sottosacerdoti al comando del sommo sacerdote Gesù Cristo. A causa di ciò, il rimanente degli Israeliti spirituali che rende servizio quali sottosacerdoti spirituali ha ora amorevole compagnia con questa crescente “grande folla” di “altre pecore” che partecipano con sincerità alla pura adorazione del Sovrano Signore Geova. Tali sottosacerdoti provano riverenza al modo in cui Dio ha così riempito il suo tempio di gloria.

      16. (a) In vista di preservarli attraverso la “grande tribolazione”, che cosa fa Geova? (b) Che cosa fa per loro il Pastore assomigliato a un Agnello?

      16 In vista di preservare la “grande folla” di adoratori simili a pecore attraverso la “grande tribolazione” avvenire, viene fatta la promessa: “E colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda”. Che non siano scrollati nella distruzione e che non siano rimossi dalla terra è assicurato loro nelle successive parole inerenti a questa “grande folla” che è nel tempio spirituale di Geova: “Non avranno più fame né sete, né li colpirà più il sole né ardore alcuno [di dispiacere divino], perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”. — Rivelazione 7:15-17.

      17. (a) È mai avvenuto nulla di simile nel tempio spirituale di Geova? (b) Come Gli è assicurata in sempiterno adorazione nel suo tempio?

      17 Una cosa così meravigliosa non ha mai avuto luogo nel tempio spirituale del Sovrano Signore Geova. Non è mai stato prima riempito di gloria con la venuta di tante “cose desiderabili” provenienti da tutte le nazioni. L’adorazione di Geova in questo tempio spirituale Gli è assicurata in sempiterno. Quando l’attuale scrollamento e scuotimento di tutte le nazioni, sì, dei simbolici cieli, terra, mare e asciutto, avrà raggiunto il suo grande culmine nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon e sarà stato quindi inabissato Satana, il suo tempio spirituale in cui siede sul trono rimarrà saldo. I suoi adoratori vi avranno amorevole protezione sotto la Sua tenda, essendo preservati per il suo sacro servizio in ogni tempo avvenire.

      LA PIÙ GRANDE GLORIA DELL’ULTIMA CASA

      18. Qual è la cosa di massimo valore che le “cose desiderabili di tutte le nazioni” possano dare al Creatore, e perché?

      18 La cosa di massimo valore che le “cose desiderabili di tutte le nazioni” possano dare al grande Creatore è la loro pura adorazione verso di Lui quale loro Dio. I sistemi religiosi della cristianità e del giudaismo e le altre religioni prevalenti hanno riempito le loro case di adorazione d’oro e d’argento e di altri tesori materiali di alto valore terrestre. Ma tale ricchezza materiale non è ciò che il solo vivente e vero Dio desidera dai suoi adoratori. Egli è il Proprietario di tutte le cose materiali per il fatto che ne è il Creatore.

      19. (a) Possiamo noi arricchire Dio con doni materiali? (b) Perché gli edificatori del tempio nel giorno di Aggeo non dovettero preoccuparsi delle spese?

      19 Nessuno può arricchire Dio il Creatore portando tali valori materiali in un edificio dedicato a qualche specie di religione. Che si dia al Creatore ciò che già è del Creatore non lo arricchisce, benché possa rendere più ricchi i sacerdoti delle diverse religioni. Quindi allorché si riempie la casa di Geova di gloria tali cose materiali non sono richieste. Come la profezia di Aggeo continua a dire: “‘L’argento è mio, e mio è l’oro’, è l’espressione di Geova degli eserciti”. (Aggeo 2:8) In quel remoto giorno di Aggeo, nel 520 a.E.V., dovettero forse gli edificatori del tempio in Gerusalemme preoccuparsi delle spese? No! Non con un tale Dio ricco.

      20. Come il Creatore avrebbe fatto in modo che tutte le cose necessarie fossero provvedute, e perché gli edificatori non dovettero scoraggiarsi dell’aspetto non promettente delle cose all’inizio?

      20 In quel tempo, Geova degli eserciti quale Creatore era il Proprietario di tutte le cose materiali di cui gli edificatori del tempio avevano bisogno. Si poteva dipendere da lui perché fossero provveduti tutti i mezzi finanziari necessari per iniziare e finire la riedificazione del tempio della sua adorazione. Egli poteva anche fare in modo che, mediante il Suo spirito, certi possessori di ricchezze materiali facessero contribuzioni per l’opera di riedificazione. Il fatto che promise di riempire la proposta nuova casa di adorazione con la gloria fu una garanzia divina che la riedificazione della casa poteva iniziare con piena fiducia. Sarebbe stata completata e vi sarebbero venuti gli adoratori. L’aspetto non promettente delle cose all’inizio non fu pertanto una ragione per cui gli edificatori del tempio dovessero scoraggiarsi. Geova non li avrebbe incoraggiati a iniziare qualche cosa che in seguito sarebbero stati costretti ad abbandonare senza completarlo. La persona più ricca in tutto il vivente universo li sosteneva!

      21. Quale dichiarazione stampata ne La Torre di Guardia di Sion (inglese) questo ci rammenta?

      21 Questo ci rammenta la dichiarazione stampata nel secondo numero della rivista Torre di Guardia (inglese) in data agosto 1879, a pagina 2, sotto il titolo “Desiderate la ‘Torre di Guardia di Sion’?”

      Non supponete che queste osservazioni siano una richiesta di denaro. No. La “Torre di guardia di Sion”, noi crediamo, ha GEOVA come suo sostenitore, e mentre le cose stanno così non elemosinerà né chiederà mai il sostegno degli uomini. Quando Colui che dice: “Tutto l’oro e l’argento dei monti son miei”, non riesca a provvedere i fondi necessari, capiremo che sia tempo di sospenderne la pubblicazione.

      Questo fu stampato nelle 6.000 copie della rivista di allora.

      22. Perché gli edificatori del tempio dovettero avere straordinaria fede, e quale veduta dovettero avere?

      22 Quando si accinsero a riedificare il tempio di Geova in Gerusalemme, il governatore Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac e il resto degli Israeliti dovettero esercitare straordinaria fede in Dio, specialmente giacché il bando ufficiale dell’Impero Persiano era ancora in vigore contro la riedificazione della casa di adorazione di Geova. Oltre a ciò, gli edificatori dovettero combattere lo scoraggiamento perché gli umili inizi dell’opera sembravano come nulla in paragone con il glorioso tempio precedente edificato dal re Salomone. Era necessario che la veduta di Geova li incoraggiasse ulteriormente. Geova impiegò dunque il suo profeta Aggeo per rivelare quale fosse la veduta divina, con queste parole: “‘La gloria di quest’ultima casa diverrà più grande di quella della precedente’, ha detto Geova degli eserciti. ‘E in questo luogo darò pace’, è l’espressione di Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:9.

      23. Riguardo alla ‘gloria di quest’ultima casa che fu più grande di quella della precedente’, che cosa dobbiamo ricordare circa il vero tempio di Geova?

      23 Per capire queste parole profetiche, dobbiamo ricordare che il tempio spirituale di Geova ha come suo Santo dei Santi il santo luogo di residenza di Geova Dio nei cieli invisibili e che questo Suo tempio spirituale non fu distrutto dagli eserciti babilonesi nell’anno 607 a.E.V., quando tutta Gerusalemme fu resa desolata. Ne fu distrutta solo la rappresentazione tipica sulla terra. Il reale tempio spirituale di Geova doveva ancora venire all’esistenza e non si sarebbe dovuto riedificare. Questo tempio spirituale allora futuro è durato dunque fino a oggi e il finale e completo adempimento della profezia di Geova si applica nel nostro giorno a quel solo tempio spirituale dell’unico vivente e vero Dio.

      24. Nel giorno di Aggeo, che cos’era “quest’ultima casa” e che cos’era quella “precedente”, e come la gloria dell’una divenne più grande di quella dell’altra?

      24 Allora nel tempo di Aggeo, più di 2.490 anni fa, si dovette costruire a Gerusalemme un nuovo e secondo tempio. Sarebbe stato “quest’ultima casa”, mentre il distrutto tempio di Salomone era il tempio “precedente”. Entrambe quelle case erano “rappresentazioni tipiche delle cose dei cieli”. (Ebrei 9:23) Secondo l’assicurazione di Geova in Aggeo 2:9, la gloria del tempio edificato a Gerusalemme sotto la sovrintendenza del governatore Zorobabele e del sommo sacerdote Giosuè doveva essere più grande di quella del tempio del re Salomone. Come si avverò questo? Da una parte, durò più a lungo, dal 515 a.E.V. al 70 E.V., o per 584 anni, mentre il tempio di Salomone era stato in piedi per 420 anni. Così “quest’ultima casa” durò fino alla venuta del Messia, ed egli stesso vi insegnò. Per giunta, nell’anno 17 a.E.V. il re Erode il Grande della provincia romana di Giudea cominciò la graduale riedificazione del tempio di Zorobabele, spendendovi molto denaro e conferendogli una magnificenza che rivaleggiava con quella del tempio di Salomone. Ma ciò che ha valore presso Dio è l’apprezzamento della Sua casa da parte degli adoratori.

      25. Che cosa significò la maggior gloria di “quest’ultima casa” in quanto agli adoratori nel tempio?

      25 Senza dubbio, dunque, nella riedificata casa di adorazione di Geova in Gerusalemme affluirono più adoratori che non nel caso del tempio di Salomone. Questo accadde specialmente in un più lungo periodo di tempo. Inoltre, siccome il tempio fu riedificato più di novant’anni dopo la dispersione dei Giudei in molte parti della terra quali esiliati e fuggiaschi, gli adoratori vennero da più estese parti della terra che non nel caso del tempio precedente. Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. nel tempio di Erode a Gerusalemme c’erano Giudei naturali e proseliti provenienti da Partia, Media, Elam, Mesopotamia, Cappadocia, Ponto, provincia dell’Asia, Frigia, Panfilia, Egitto, Libia, che è verso Cirene, Roma, Creta, Arabia, e anche dalla Giudea. (Atti 2:1-11) In questo modo la casa successiva ebbe più frequentatori religiosi e quindi maggior gloria, nel tipico adempimento della profezia.

      26. Quale gloria ebbe il tempio spirituale di Geova dalle sue rappresentazioni tipiche edificate dagli uomini sulla terra?

      26 In che modo, però, la profezia di Geova si adempie rispetto al tempio spirituale, che è il solo tempio indistruttibile, che non sarà mai riedificato o sostituito? In questo modo: Nel periodo in cui quei templi materiali che erano stati edificati da Salomone, Zorobabele ed Erode erano in piedi, si richiamava l’attenzione sul vero tempio spirituale di Geova mediante quelle rappresentazioni tipiche sulla terra a Gerusalemme. Anche il tempio miracolosamente visto in visione dal profeta Ezechiele nell’anno 593 a.E.V. richiamava in modo tipico l’attenzione sul tempio spirituale di Geova. (Ezechiele da 40:1 a 47:2) Tali templi terrestri, benché destassero l’ammirazione degli uomini che li osservavano, non avrebbero mai potuto dare agli adoratori che vi si recavano il pieno discernimento dell’indescrivibile gloria del vero tempio spirituale di Geova. Queste rappresentazioni tipiche delle realtà continuarono finché Gesù il Figlio di Dio fu battezzato in acqua e venne unto con lo spirito di Geova nel 29 E.V. perché fosse il promesso Cristo o Messia. — Matteo 3:13-17; Giovanni 1:29-34.

      27. Come, nel 29 E.V., il vero tempio di Geova cominciò ad avere più che una sua rappresentazione tipica sulla terra?

      27 Da quell’avvenimento in poi il tempio spirituale di Geova cominciò ad avere più che una propria rappresentazione tipica a Gerusalemme. Da allora in poi assunse in effetti realtà, mediante l’unzione di Gesù con lo spirito di Dio onde fosse “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec”. (Ebrei 6:20; Salmo 110:4) Gesù Cristo fu portato nella condizione spirituale raffigurata dal primo compartimento o Santo del tempio, dov’erano situati il candelabro d’oro, la tavola dei pani di presentazione e l’altare aureo dell’incenso. Inoltre, egli era pervenuto alla condizione raffigurata dal cortile del tempio per i sacerdoti, dove si trovava l’altare di rame, e s’era accostato all’altare di Dio equivalente per presentare il suo perfetto corpo umano quale sacrificio d’espiazione per il “peccato del mondo”. Così l’antitipico Giorno di Espiazione rispetto al vero tempio spirituale di Geova era cominciato. (Ebrei da 8:1 a 10:10) Questa procedura continuò per tre anni e mezzo, fino al 33 E.V.

      GLORIFICATO IL TEMPIO CELESTE

      28. Come e quando Gesù Cristo passò oltre la barriera che fu illustrata dalla cortina interna del tempio, e per quale scopo?

      28 Il 14 Nisan dell’anno 33 E.V., Gesù Cristo in qualità di spirituale sommo sacerdote completò il suo sacrificio sulla terra, essendo il suo carnale corpo morto posto in una tomba. Il terzo giorno, il 16 Nisan 33 E.V., fu risuscitato dai morti come persona spirituale, oltrepassando così la barriera raffigurata dal velo del tempio fra il Santo e il Santissimo, cioè la sua carne. Poté così entrare nel vero Santissimo, alla presenza di Geova Dio nel cielo stesso, per presentarvi quale sommo sacerdote il valore del suo sacrificio umano e fare espiazione per il genere umano. — Ebrei 9:23-28; 6:19, 20; 10:19, 20.

      29. Come la comparsa di Gesù Cristo alla presenza di Dio impartì gloria al vero tempio di Geova?

      29 Quando questo Gesù Cristo entrò nel vero Santissimo di Dio, ciò impartì al vero tempio spirituale di Geova una gloria che non aveva mai avuto prima. Poiché, ecco, ora stette lì alla Sua santissima presenza il Suo eterno Sommo Sacerdote, destato “nella gloria”, immortale, dotato del “potere di una vita indistruttibile”! — 1 Corinti 15:42-57; Ebrei 7:15-24.

      30. Quando altri furono portati nella condizione raffigurata dal Santo del tempio, e quanti passeranno infine al di là della barriera raffigurata dalla cortina interna?

      30 Il giorno della festa di Pentecoste, 6 Sivan 33 E.V., il glorificato Gesù Cristo fu impiegato da Geova Dio per versare lo spirito santo sui suoi fedeli discepoli. (Atti 2:1-38) Con questo mezzo divennero figli di Dio generati dallo spirito e furono unti per essere sottosacerdoti spirituali del sommo sacerdote Gesù Cristo. (Giovanni 3:3, 5; 2 Corinti 1:21; 1 Giovanni 2:20-27; 3:1, 2; 1 Pietro 2:9) Conforme a ciò furono portati nella condizione del sacerdozio spirituale raffigurata dal Santo del tempio in Gerusalemme per godere la luce dell’antitipico candelabro d’oro e la tavola dei pani di presentazione e per offrire l’incenso delle preghiere sull’altare d’oro dell’incenso. (Ebrei 9:1, 2; Luca 1:8-12, 21, 22) La congregazione degli Israeliti spirituali raggiungerà infine il numero di 144.000 sottosacerdoti spirituali, e alla loro risurrezione dai morti saranno destati ciascuno con un corpo spirituale, “nella gloria”, rivestito d’immortalità, dopo l’istituzione del regno di Cristo. — Romani 6:5; 2 Corinti 5:1-5.

      31. Come ciò aggiungerà gloria al tempio spirituale di Geova?

      31 Partecipando così alla “prima risurrezione”, saranno introdotti nel Santissimo dei cieli; e “saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. (Rivelazione 7:4-8; 14:1, 3; 20:4-6) Avendo Geova concesso a questi fedeli Israeliti spirituali tale glorioso ingresso nel Santissimo della sua propria presenza, egli aggiungerà un’ulteriore gloria al suo tempio spirituale come non ne avrà avuta in precedenza mentre il tempio materiale di Zorobabele riparato da Erode era in funzione sulla terra come un tipo.

      32. Qual era la situazione nei cortili esterni di quei templi tipici fatti dagli uomini in Gerusalemme, e fino a quando?

      32 Ai giorni di quei templi tipici in Gerusalemme i loro cortili, fuori del cortile dei sacerdoti, erano affollati di adoratori provenienti da luoghi vicini e lontani. (Salmo 84:1, 2, 10; Luca 1:21) Dall’anno 70 E.V. le folle degli adoratori non hanno affluito più nei cortili della casa di adorazione di Geova in Gerusalemme, poiché il tipico tempio materiale per l’adorazione divina è scomparso per sempre. (Giovanni 4:20-24; Atti 21:26-28; Matteo 24:1, 2; Luca 21:5-7, 20-24) La gloria dei templi tipici fatti da mani umane è svanita per ogni tempo, poiché ora non viviamo più al tempo delle ombre delle buone cose avvenire. Viviamo ai giorni delle gloriose realtà che sussistono. (Colossesi 2:16, 17; Ebrei 10:1-4, 10) Ma che dire dei cortili del vero tempio?

      33. Riguardo al tempio spirituale di Geova, che cosa siamo indotti a chiederci in questo tempo di scrollamento in quanto alle “cose desiderabili di tutte le nazioni”?

      33 Parlando del suo vero tempio spirituale, Geova degli eserciti impiegò il suo profeta Aggeo per preannunciare la venuta delle “cose desiderabili di tutte le nazioni” nella sua casa di adorazione. Questo sarebbe stato un tempo in cui i cieli e la terra e il mare e l’asciutto sarebbero stati scrollati. Ora ci avviciniamo allo spettacolare culmine di quel tempo di agitazione universale. È ora opportuno chiedere: Quelle cose desiderabili sono effettivamente venute da tutte le nazioni prima che queste siano scrollate fino a frantumarsi e che siano rimosse? Sì!

      34. Come, dunque, i cortili del tempio spirituale di Geova si sono riempiti con una gloria che non hanno mai avuta in precedenza?

      34 Centinaia di migliaia d’esse son “venute”, nella forma di dedicati, battezzati discepoli di Gesù Cristo. Questi egli ha condotti come sue “altre pecore” facendone “un solo gregge” con il superstite rimanente dei suoi spirituali sottosacerdoti nei cortili del tempio di Geova. (Giovanni 10:16; Rivelazione 7:9, 10) Mentre questa non numerata “grande folla” rende ordinatamente sacro servizio nei cortili di Geova e attribuisce la propria salvezza al proprio Dio e all’Agnello, costituisce una veduta che glorifica il Sovrano Signore Geova. Essi riempiono non le chiese e le cattedrali della cristianità e le sinagoghe del giudaismo, ma i cortili del vero tempio spirituale di Geova con una gloria che non ha avuta in precedenza. In verità s’è già adempiuto che “maggiore sarà la gloria futura di questa Casa, di quella della Casa precedente”. (Aggeo 2:9, Na) “La nuova gloria di questo Tempio sorpasserà quella dell’antico, dice Yahweh Sabaoth”. (Je) “Grande sarà la gloria di questa Casa, dell’ultima, più che della prima”. — Ri.

      PACE IN MEZZO ALLO SCROLLAMENTO

      35, 36. (a) Con quali confortanti parole Geova terminò la seconda profezia che fece per mezzo di Aggeo? (b) Si fece scomparire il tempio di Gerusalemme in maniera pacifica, e dove si ottiene oggi pace sulla terra?

      35 Geova terminò la seconda profezia che fece per mezzo di Aggeo con queste consolanti parole: “‘E in questo luogo darò pace’, è l’espressione di Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:9.

      36 Nell’anno 70 E.V. la scomparsa di Gerusalemme e del tempio ch’era stato edificato da Zorobabele e rinnovato dal re Erode non fu pacifica, ma avvenne in mezzo al più terribile tempo di tribolazione. (Matteo 24:1-22) Ma il vero tempio spirituale di Geova è un luogo di durevole pace. Riguardo al corretto modo di tenere le adunanze dei veri cristiani in quella spirituale casa di adorazione, è scritto: “Dio è un Dio non di disordine, ma di pace. . . . ogni cosa abbia luogo decentemente e mediante disposizione”. (1 Corinti 14:33, 40) Questa regola di condotta è osservata nelle adunanze dei cristiani testimoni di Geova, così che fra loro prevale lo spirito di pace. — Galati 5:22, 23.

      37. Nonostante tutto lo scrollamento che avviene intorno a noi, come si dà pace nei cortili della casa di Geova riguardo al rimanente e alla “grande folla”?

      37 Mentre Geova degli eserciti scrolla i simbolici cieli, terra, mare e asciutto, dà pace nei terrestri cortili del suo tempio spirituale. L’unto rimanente dei Suoi spirituali sottosacerdoti si occupa strettamente dei propri doveri nella Sua casa di adorazione e si mantiene libero da ogni implicazione nelle controversie e nei conflitti di questo mondo. La “grande folla” delle “altre pecore” che è salita al “monte di Geova, alla casa dell’Iddio di Giacobbe”, ha fatto figurativamente ciò che Isaia 2:2-4 predisse di loro. Hanno fatto delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non imparano più la guerra carnale. Nella prossima “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon, non alzeranno una mano in nessuna violenza contro i nemici di Dio. Lasceranno che Egli combatta la Sua guerra, fiduciosi nella Sua gloriosa vittoria. (Rivelazione 16:14-16; 2 Cronache 20:15) Con questa condotta manifesteranno lo spirito di Dio e riveleranno la “sapienza dall’alto”. — Giacomo 3:17.

      38. Quale prospettiva, una volta posta dinanzi ai frustrati edificatori del tempio nel giorno di Aggeo, vede adempiersi oggi in tutto il mondo il rimanente degli Israeliti spirituali, e quale ammonizione viene data loro?

      38 Com’è splendida la pace che i cristiani testimoni di Geova oggi godono nella sua spirituale casa di adorazione! Com’è rallegrante per i nostri occhi vedere la gloria di Geova che riempie il suo tempio spirituale mentre continuano a venirvi le “cose desiderabili di tutte le nazioni”! Molto tempo fa la prospettiva di tale sorprendente avvenimento fu posta dinanzi al cuore e alla mente dei già frustrati edificatori di un nuovo tempio in Gerusalemme da Aggeo profeta di Geova. Oggi vediamo in realtà il meraviglioso adempimento della profezia di Aggeo in questi giorni nei quali sono scrollate tutte le nazioni, e questo dovrebbe spronare l’unto rimanente degli Israeliti spirituali nel loro sacro servizio a Geova Dio nella sua spirituale casa di adorazione. A questo rimanente si applica l’ispirata esortazione di non perdere l’immeritata benignità di Geova come per mancanza di apprezzamento la perse Esaù: “Per cui, visto che riceveremo un regno che non può esser scosso, continuiamo ad avere immeritata benignità, per mezzo della quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con santo timore e rispetto. Poiché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. — Ebrei 12:16, 17, 28, 29.

      [Diagramma a pagina 85]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      TEMPIO RIEDIFICATO DA ERODE

      (Planimetria)

      Valle di Tiropeon

      Valle di Chidron

      M. degli Ulivi a est

      Colonnato

      Colonnato reale

      Colonnato di Salomone

      Colonnato settentrionale

      Cortile dei Gentili

      Cortile esterno

      Barriera di pietra

      Cortile delle donne

      Cortile di Israele

      Cortile dei sacerdoti

      Tempio

      Mura della città

      Mura della città

      Porta Bella

      Porta

      Porta

      Porta

      Porta

      Porta

      Porta

      1. Santissimo

      2. Santo

      3. Altare degli olocausti

      4. Mare fuso

      5. Porta interna del Tempio

  • Convocata una nazione affinché ritorni a Geova
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo VI

      Convocata una nazione affinché ritorni a Geova

      1. Da quanto tempo Aggeo aveva profetizzato da solo, e Geova aveva spinto i Giudei a fare che cosa?

      ALMENO dieci giorni passarono da che il profeta Aggeo fece la sua seconda profezia in Gerusalemme, il ventunesimo giorno del settimo mese lunare (Tishri), nell’anno 520 a.E.V. Si era ancora nel secondo anno di regno del re Dario I dell’Impero Persiano. Un fedele rimanente degli adoratori di Geova Dio che nel 537 a.E.V. era tornato dall’esilio dei Giudei a Babilonia era in patria da diciassette anni. Un bando che era stato imposto dal precedente re dell’Impero Persiano contro la riedificazione del tempio di Geova in Gerusalemme era ancora in vigore. La riedificazione del tempio non era andata oltre le fondamenta gettate nel 536 a.E.V. Quindi, senza aspettare l’abolizione del bando ufficiale di un semplice uomo contro la riedificazione della sua casa di adorazione, Geova Dio aveva suscitato il suo profeta Aggeo per destare i rimpatriati Giudei a riprendere la loro costruzione del tempio. Questo era accaduto il primo giorno del sesto mese lunare (Elul). Per due mesi lunari Aggeo aveva continuato da solo quale unico profeta a sollecitare il lavoro di riedificazione.

      2. Che cosa fornì ora Geova per rafforzare ulteriormente la fede e il coraggio degli edificatori del tempio?

      2 Benché l’opera profetica del solo Aggeo fosse dovuta bastare e in effetti spronasse i Giudei a compiere qualche azione, la fede e il coraggio dei Giudei sarebbero stati tuttavia rafforzati se avessero avuto un secondo testimone di Geova che ora, senza dilazione, attestasse che era il tempo stabilito da Geova per riprendere in Gerusalemme la riedificazione del suo tempio. Appropriatamente, Geova suscitò in effetti un secondo profeta nel tempo critico, un uomo chiamato Zaccaria. Circa il bando dell’edificazione del tempio e a come e perché fu a suo tempo sfidato dagli edificatori del tempio, leggiamo questo racconto:

      3. Che dice Esdra del modo in cui il bando dell’edificazione entrò in vigore e di come a suo tempo i Giudei lo sfidarono?

      3 “Or dopo che la copia del documento ufficiale di Artaserse il re era stata letta dinanzi a Reum e a Simsai lo scriba e ai loro colleghi, andarono in fretta a Gerusalemme dai Giudei e li fermarono con la forza e le armi. Fu allora che il lavoro della casa di Dio, che era a Gerusalemme, cessò; e restò fermo fino al secondo anno del regno di Dario re di Persia. E Aggeo il profeta e Zaccaria nipote di Iddo, il profeta, profetizzarono ai Giudei che erano in Giuda e in Gerusalemme, nel nome dell’Iddio d’Israele che era su di loro. Fu allora che Zorobabele figlio di Sealtiel e Iesua figlio di Ieozadac si levarono e iniziarono a riedificare la casa di Dio, che era in Gerusalemme; e con loro c’erano i profeti di Dio che davan loro aiuto”. — Esdra da 4:23 a 5:2.

      4. Quando Zaccaria cominciò a profetizzare?

      4 In quel secondo anno del re Dario I (520 a.E.V.), quando Zaccaria nipote di Iddo cominciò a profetizzare? Lo stesso libro della profezia di Zaccaria ce ne informa nelle sue parole iniziali, dicendo: “Nell’ottavo mese del secondo anno di Dario la parola di Geova fu rivolta a Zaccaria figlio di Berechia figlio di Iddo il profeta”. — Zaccaria 1:1.

      5. (a) Che giorno poté essere quando Zaccaria cominciò a profetizzare? (b) Che cosa mostra che è importante che il suo libro sia oggi da noi esaminato?

      5 L’ottavo mese lunare, di ventinove giorni, si chiamava Heshvan, ed era un mese autunnale. Il giorno del mese non è indicato nella profezia. Evidentemente era il primo giorno di Heshvan, il giorno della luna nuova, quando molti Giudei celebravano in Gerusalemme. Se è così, questo avvenne esattamente due mesi dopo che Aggeo aveva cominciato a profetizzare. La traduzione di S. Byington qui dice: “Nell’ottava nuova luna dell’anno secondo di Dario, la parola di Geova venne al profeta Zaccaria figlio di Berechia figlio di Iddo”. (Zaccaria 1:1, By) Allora Zaccaria si rendeva poco conto che il suo libro di profezie sarebbe stato tanto importante da esser citato, centinaia d’anni dopo, da ispirati scrittori cristiani per provare che l’atteso Messia, il Cristo o Unto, era venuto e aveva adempiuto la prima parte della sua missione a favore di tutto il genere umano. (Matteo 21:5; 26:15, 28, 31; 27:9; Marco 14:24, 27; Luca 22:20; Giovanni 12:15; 19:37; Rivelazione 11:2, 4) Questo prova non solo che il libro di Zaccaria è un ispirato libro di vera profezia, ma anche che è oggi importante che ne esaminiamo gli adempimenti moderni.

      6. Zaccaria ebbe il comando di dichiarare le espressioni di chi, e che cosa mostra che e importante tenere ora presente il libro di Zaccaria mentre ci avviciniamo ad Har-Maghedon?

      6 Dall’inizio si dice che le espressioni di Dio che Zaccaria ha il comando di dichiarare sono le espressioni di “Geova degli eserciti”, una frase molto significativa. Essa è anche assai appropriata per il tempo e la situazione. Questa vigorosa espressione è usata cinquantadue (52) volte in tutta la profezia di Zaccaria di quattordici capitoli. Il capitolo finale, al versetto tre, mostra che questa non è un’inutile designazione di Dio, poiché preannuncia questo: “Geova per certo uscirà e farà guerra contro quelle nazioni come nel giorno in cui fece guerra, nel giorno del combattimento”. (Zaccaria 14:3) È molto importante tener presente questa profezia, in questi giorni nei quali l’ultimo libro della Sacra Bibbia si adempie riguardo alla marcia di tutte le nazioni verso Har-Maghedon per la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. (Rivelazione 16:14, 16) Questo è lo stesso Dio che fu adorato come Geova degli eserciti ai giorni del sommo sacerdote Eli e del profeta Samuele e del ragazzo pastore Davide, che nel “nome di Geova degli eserciti” andò a combattere il pesantemente armato gigante filisteo Golia e lo uccise con una pietra perfettamente scagliata con la sua fionda. — 1 Samuele 1:3–4:4; 17:45.

      INIZIALE PROFEZIA DI ZACCARIA

      7. Secondo Zaccaria 1:2, contro chi Geova si era indignato assai, e perché?

      7 L’iniziale messaggio di Geova degli eserciti per mezzo del suo nuovo profeta Zaccaria fu rivolto ai rimpatriati Giudei, dicendo: “Geova s’indignò assai contro i vostri padri”. (Zaccaria 1:1, 2) Tali “padri” furono i loro padri e nonni che erano stati portati in esilio a Babilonia negli anni 617 e 607 a.E.V. Geova degli eserciti si indignò moltissimo contro questi perché avevano profanato e contaminato il suo santo tempio in Gerusalemme e avevano infranto il loro patto nazionale con Lui e avevano fatto alleanze politiche con le mondane nazioni pagane. La sua indignazione si accese in tale grado che infine lasciò distruggere Gerusalemme e il suo tempio e divenir desolato l’intero paese di Giuda senza uomo o animale domestico per settant’anni. Alla radice della difficoltà era l’abbandono da parte dei Giudei della pura, incontaminata adorazione di Geova degli eserciti. Questo grave fatto era qualche cosa da rammentare ai Giudei ch’erano stati liberati dall’esilio di Babilonia onde tornassero in patria per riedificare in Gerusalemme il tempio di Geova.

      8. Che cosa fu dunque dichiarato a Zaccaria di dire ai Giudei di fare verso Dio?

      8 A questi Giudei, già tornati nella loro patria da diciassette anni, il messaggio di Zaccaria continuò a dire: “E devi dir loro: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “‘Tornate a me’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘e io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”’”. — Zaccaria 1:3.

      “TORNATE”, IN CHE SENSO E CON QUALI RISULTATI?

      9. In qual senso quei ristabiliti Giudei dovevano ‘tornare’ a Geova degli eserciti, e perché?

      9 In che modo intese Geova che quei ristabiliti Giudei ‘tornassero’ a Lui? Non aveva Aggeo il profeta già parlato loro con qualche conseguente azione? Sì! E il racconto dice, dopo la prima profezia di Aggeo: “E Geova destava lo spirito di Zorobabele figlio di Sealtiel, governatore di Giuda, e io spirito di Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote, e lo spirito di tutti i rimanenti del popolo; ed entravano e facevano il lavoro nella casa di Geova degli eserciti loro Dio. Era il ventiquattresimo giorno del sesto mese del secondo anno di Dario il re”. (Aggeo 1:14, 15) Ma più di un mese dopo poté esserci ritardo nei loro sforzi e forse indifferenza da parte di parecchie persone. Questo avrebbe reso assai appropriato rivolgere mediante un altro profeta la conferma di un’altra stimolante esortazione.

      10. Come quei Giudei dovevano ‘tornare’ al loro Dio, e quale sarebbe stata l’evidenza del loro completo ritorno?

      10 L’intera nazione aveva bisogno di tornare a Geova degli eserciti con un solo cuore e con una sola anima, e aveva bisogno di far ciò senza timore del nemico. Il ritorno doveva consistere nella ripresa con tutto il cuore dell’intrepida adorazione del solo vivente e vero Dio. Nel loro caso in quel tempo questo significava esprimere in modo visibile il loro ritorno al loro Dio con la riedificazione del suo tempio fino a completarlo. Questo era stato il principale obiettivo per cui eran tornati in patria. (Esdra da 1:1 a 4:3) L’edificazione delle loro proprie case private e la coltivazione dei loro poderi e altri interessi materiali erano di secondaria importanza. Solo avendo il loro completato tempio nella città dove Dio aveva posto il suo nome quei ristabiliti Giudei avrebbero potuto rendergli piena adorazione secondo la legge che egli aveva data loro per mezzo del profeta Mosè. (Aggeo 1:3-9) C’era dunque molto a cui tornare affinché quei Giudei adorassero il loro Dio con completa ubbidienza alla sua legge e alle sue disposizioni.

      11. Se essi fossero tornati a lui, come Geova sarebbe ‘tornato’ a loro?

      11 E se fossero così ‘tornati’ ad adorare con tutta l’anima, che sarebbe accaduto? “‘Io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”. Il suo ritorno a loro avrebbe significato la loro piena restaurazione nel suo favore. Egli avrebbe ridotto a nulla l’opposizione del nemico contro la loro riedificazione della propria casa centrale di adorazione divina. Avrebbe eliminato i regressi che avevano subìto nella loro prosperità materiale da che avevano smesso di lavorare alla ricostruzione del tempio. Li avrebbe benedetti sia con buone cose materiali che con indicibili benedizioni spirituali. — Zaccaria 8:9-15.

      12. Qual era dunque l’opera per cui si sarebbe dovuta unire l’intera nazione, per ottenere il favore divino?

      12 La mobilitazione totale della nazione! Era venuto il tempo di fare proprio una tal cosa, sotto la direttiva di Geova, e con l’incoraggiamento dei suoi profeti. Tutti i ristabiliti Giudei si sarebbero dovuti impegnare nella più importante opera e portare a compimento la casa di adorazione di Geova in tutte le sue parti. Questo avrebbe fatto un nome per Geova, e solo allora il sommo sacerdote, i sottosacerdoti e tutti i Leviti della nazione avrebbero potuto adempiere i loro prescritti doveri e servizi per il beneficio spirituale di tutta la nazione e di tutti i fedeli proseliti d’ogni nazione. Ma se il tempio non fosse stato completato, i Giudei provenienti da luoghi vicini e lontani non avrebbero potuto celebrare dovutamente le loro tre feste annuali, né il loro annuale Giorno di Espiazione. E, inoltre, i Netinei, “raccoglitori di legna e attingitori d’acqua”, non avrebbero potuto pienamente contribuire ai servizi del tempio. (Giosuè 9:23; Esdra 2:43-58) Qui ora era dunque un’opera per cui l’intera nazione si sarebbe dovuta unire per ottenere la benedizione divina.

      13. Il risultato del corso seguito dai loro padri sarebbe dovuto servire come che cosa per quei ristabiliti Giudei, e che cosa si richiamava dunque alla loro attenzione?

      13 Il corso seguito dai loro padri e il relativo risultato sarebbero dovuti servire come esempi ammonitori per i ristabiliti Giudei in questo tempo critico. Per questo Geova, parlando per mezzo del profeta Zaccaria, continuò a dir loro: “‘Non divenite come i vostri padri che i precedenti profeti chiamarono, dicendo: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Tornate, suvvia, dalle vostre cattive vie e dalle vostre cattive azioni’”’. ‘Ma non ascoltarono, e non mi prestarono attenzione’, è l’espressione di Geova. ‘In quanto ai vostri padri, dove sono? E in quanto ai profeti, continuarono forse a vivere a tempo indefinito? Comunque, riguardo alle mie parole e ai miei regolamenti che comandai ai miei servitori, i profeti, non raggiunsero essi i vostri padri? Tornarono dunque e dissero: “Secondo ciò che Geova degli eserciti aveva intenzione di farci, secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, così ci ha fatto”’”. — Zaccaria 1:4-6, NW.

      14. (a) Se i ristabiliti Giudei avessero seguito la condotta dei loro padri, che cosa avrebbero potuto attendersi? (b) Perché Geova chiese loro quale fosse la condizione dei loro padri, ed era la simile condizione dei profeti precedenti una ragione per non prestare ascolto ad Aggeo e Zaccaria?

      14 Conforme a questo avvertimento, se i ristabiliti Giudei fossero divenuti come i loro padri che erano stati portati in esilio a Babilonia, potevano esser certi che avrebbero subìto il dispiacere di Geova. La ragione per cui chiese loro dove fossero i loro padri fu che i loro padri non erano più in vita, a causa del dispiacere divino. Essi s’eran rifiutati di abbandonare le loro cattive vie e azioni e di tornare pentiti al loro Dio. Comunque, i ristabiliti Giudei potevano fare la domanda: ‘Che ne è dei profeti come Geremia che specificamente profetizzarono della distruzione di Gerusalemme e della desolazione del paese di Giuda? “Continuarono forse a vivere?” Non sono morti come i nostri padri disubbidienti?’ Nonostante che la risposta a ciò dovesse essere Sì, tuttavia tale fatto non era una buona ragione perché i ristabiliti Giudei non prestassero attenzione ai profeti Aggeo e Zaccaria che Geova ora suscitava in quell’anno 520 a.E.V.

      15. (a) Invece della mortalità di quei profeti precedenti, qual era la cosa importante, la cosa determinante in relazione con loro? (b) Quindi, imitando il corso dei loro padri quali sarebbero stati di sicuro i risultati?

      15 I mortali profeti, che Geova impiegava come suoi ispirati portavoce per dichiarare le sue parole e le sue regole, non erano le cose su cui basare un sano argomento. Ciò che Geova aveva ispirato quei profeti a dire era la cosa importante, la cosa determinante. S’erano avverate le parole che Geova aveva fatte dire da loro, e si erano adempiuti i suoi regolamenti o decreti in base ai quali egli aveva agito? I padri dei ristabiliti Giudei furon costretti a rispondere Sì! I padri furono costretti a tornare o a volgersi dal loro modo di pensare per ammettere: “Secondo ciò che Geova degli eserciti aveva intenzione di farci, secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, così ci ha fatto”. Perché, dunque, i ristabiliti Giudei avrebbero dovuto mettere alla prova Geova se egli intendeva con esattezza ciò che diceva, come avevano fatto i loro padri? Il risultato sarebbe stato di sicuro come per i loro padri, le infallibili parole e regole o decreti di Geova li avrebbero raggiunti; l’adempimento di tali dichiarazioni di Geova li avrebbe a suo tempo sovrastati. Ne sarebbe risultato il disastro. Quindi, perché non tornare piuttosto a Geova ora, affinché egli tornasse a loro, come aveva promesso?

      CONTESE SIMILE NEI TEMPI MODERNI

      16. (a) Qual è l’essenziale domanda su cui dobbiamo ora prendere la nostra decisione? (b) Quindi la domanda che si presentò in principio nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V. al sopravvissuto rimanente fu in relazione con che cosa?

      16 Sorge l’essenziale domanda su cui dobbiamo prendere la nostra decisione: Da che parte ci troviamo riguardo alla casa di adorazione del solo vivente e vero Dio, Geova? Questa è la domanda che si presentò in principio alla generazione degli uomini sopravvissuta finora all’anno 1914 E.V. La prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V. vide danneggiare o distruggere nella zona del conflitto internazionale molti edifici religiosi. Parecchie di quelle chiese furono riparate o riedificate nel periodo del dopoguerra. Comunque, dopo quel conflitto mondiale ciò che principalmente concerneva il vero popolo dedicato di Geova Dio non era la costruzione di qualche casa o chiesa religiosa, come nel caso dei Giudei che furono ristabiliti nel remoto 537-520 a.E.V. Il vero tempio spirituale di Geova non era stato danneggiato o distrutto da nessuna bomba lanciata dall’aria o da altri esplosivi usati durante la prima guerra mondiale. Non era stato toccato. Pertanto nel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V. si pose la domanda: Da quale parte si trovava il rimanente del dedicato popolo di Geova riguardo al suo vero tempio spirituale e alla pura, incontaminata adorazione che in esso doveva rendersi?

      17. Dovevano i dedicati, battezzati Studenti Biblici Internazionali sopravvissuti alla prima guerra mondiale pentirsi e tornare a Geova, e perché?

      17 Durante la prima guerra mondiale i dedicati, battezzati Studenti Biblici Internazionali avevano avuto nella loro opera di testimonianza al regno di Dio la seria interferenza di operazioni belliche, bandi governativi e violente persecuzioni. Essi avevano ceduto in un certo grado al timore degli uomini, il che pone al timoroso un laccio. (Proverbi 29:25) Avevan cercato di mantenersi liberi dalla colpa del sangue compiendo, per lo più, servizio da non combattenti, ma non avevano mantenuto verso i conflitti di questo mondo una neutralità totale. Sotto certi seri aspetti dovevano pentirsi e tornare a Geova, affinché egli tornasse a loro con favore. — Zaccaria 1:3.

      18, 19. Era il tempo stabilito per riprendere quale opera, e perché?

      18 Le nazioni di questo mondo erano definitamente entrate nel loro “tempo della fine”, essendo terminati i Tempi dei Gentili nel 1914. (Daniele 12:4) La scena degli avvenimenti del mondo ora richiedeva per certo di riprendere l’assegnata opera di Geova, e questo era quanto il suo Figlio Gesù Cristo aveva preannunciato:

      19 “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matteo 24:14; Marco 13:10.

      20. (a) In che modo si doveva compiere quell’enorme opera mondiale? (b) Quali due organizzazioni sono da prendere in considerazione?

      20 Tale enorme opera di portata mondiale doveva farsi in maniera molto organizzata, con un’organizzazione pienamente unita, sotto la suprema direttiva del teocratico Governante, Geova Dio, che era nel suo vero tempio spirituale. Geova avrebbe dovuto compiere un’opera organizzativa. Ci sono solo due organizzazioni che operano universalmente, e la Sua organizzazione avrebbe dovuto essere ben nota a tutte le creature intelligenti. Questa è l’organizzazione del Creatore, l’organizzazione di Geova. L’altra è quella del suo principale avversario, quella a cui il profeta Zaccaria stesso si riferisce, cioè l’organizzazione di Satana il Diavolo. — Zaccaria 3:1, 2.

      21. Quali sono le parti principali dell’organizzazione del Diavolo, e che cosa rende imperativo che la predicazione del Regno si faccia in modo organizzato?

      21 L’attuale sistema di cose fra gli uomini per certo rappresenta un’organizzazione, e il cristiano apostolo Paolo parla di Satana il Diavolo come dell’“iddio di questo sistema di cose”. (2 Corinti 4:4) In una lettera agli Efesini (2:2; 6:11, 12) egli descrive quanto sia altamente organizzata l’invisibile parte spirituale dell’organizzazione di Satana il Diavolo. Sia la parte invisibile che la visibile parte terrestre dell’organizzazione di Satana sono contrarie alla predicazione della buona notizia del messianico regno di Dio. Ciò rende ancor più imperativo che i predicatori del Regno lavorino in modo organizzato.

      22. (a) Sono organizzati gli “eserciti” di Geova? (b) Fino alla morte di Gesù, quale fu la visibile organizzazione terrestre di Geova, e dalla Pentecoste del 33 E.V., qual è stata la sua visibile organizzazione terrestre, con quali aspetti?

      22 Geova degli eserciti per certo ha tutti questi eserciti organizzati. (Luca 2:13-15; Rivelazione 14:6, 7) L’assegnazione di predicare la notizia del Regno sulla terra Geova degli eserciti l’avrebbe data solo alla sua visibile organizzazione terrestre. Dai giorni del profeta Mosè alla morte del Signore Gesù Cristo, la terrestre nazione del circonciso Israele naturale fu l’organizzazione visibile di Geova Dio. (Salmo 147:19, 20) Ma da che lo spirito di Dio fu versato sui fedeli discepoli di Gesù Cristo il giorno della festa di Pentecoste nel 33 E.V., l’Israele spirituale dal cuore circonciso è stato la “nazione santa” e la visibile organizzazione terrestre di Dio. (Atti 2:1-40; Galati 6:16; Romani 2:28, 29; 1 Pietro 2:9) L’Israele spirituale è così la vera congregazione cristiana formata dai dedicati, battezzati discepoli del Messia Gesù generati dallo spirito. Come il corpo umano, essa è altamente organizzata, avendo i suoi molti membri ciascuno la propria parte individuale da compiere. (Romani 12:4-8; 1 Corinti 12:12-28; Efesini 4:15, 16; Colossesi 2:19) Per i servizi speciali la congregazione ha i suoi nominati anziani e servitori di ministero. — Filippesi 1:1.

      23. Oltre alla predicazione del Regno, quale altra opera la visibile organizzazione di Geova ha avuto da compiere?

      23 In questo “tempo della fine” per questo attuale sistema di cose la predicazione di “questa buona notizia del regno” in testimonianza a tutte le nazioni non è la sola opera della visibile organizzazione terrestre di Dio dopo la fine della prima guerra mondiale. È in corso un’opera di raccolta, che si è compiuta in senso spirituale. Gesù Cristo predisse questo. Quando spiegava la sua parabola del campo di grano in cui un nemico aveva poi seminato zizzanie, Gesù disse:

      24. Che cosa disse Gesù della mietitura e dei mietitori?

      24 “Il seminatore del seme eccellente è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; in quanto al seme eccellente, questi sono i figli del regno; ma le zizzanie sono i figli del malvagio, e il nemico che le seminò è il Diavolo. La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli”. — Matteo 13:37-39.

      25. Nel 1919, in che cosa fu radunato il sopravvissuto rimanente dei servitori di Geova unti dallo spirito, ma perché doveva ancora essere compiuta una mietitura dai Suoi angeli, e per mezzo di chi?

      25 Nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V. e sotto la guida angelica il fedele rimanente del popolo di Geova unto dallo spirito fu radunato nella sua visibile organizzazione terrestre, per la preannunciata opera di predicazione del Regno. Questo fatto fu reso molto manifesto dall’assemblea generale di otto giorni che l’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali tenne a Cedar Point, nell’Ohio, nel settembre del 1919. Ma i membri di questo fedele unto rimanente, sopravvissuti a severe prove e persecuzioni durante la prima guerra mondiale, non erano sufficienti per completare il preordinato numero di quelli che sono unti per regnare con Gesù Cristo nel suo regno celeste. Il pieno numero dei coeredi di Cristo nel suo regno fu preordinato che sarebbe stato di 144.000. (Rivelazione 7:4-8; 14:1, 3; 20:4, 6) Di conseguenza altri della classe del “grano” dovettero esser trovati e mietuti dagli angeli e dovettero essere radunati nella visibile organizzazione terrestre di Geova. Mentre gli invisibili angeli celesti operavano per mezzo dell’unto rimanente sulla terra, che cosa richiese ora l’opera di mietitura?

      26. Quest’opera di mietitura che cosa richiese che compissero i sopravvissuti membri dell’unto rimanente, e che cosa deve accadere a quelli che han battezzati perché divengano coeredi di Cristo?

      26 Essa richiese, dal 1919 in poi, che i membri sopravvissuti dei coeredi del regno di Cristo compissero ulteriore lavoro di far discepoli, battezzarli e insegnar loro. Dopo il loro battesimo come dedicati discepoli di Gesù Cristo, questi nuovi discepoli devono essere unti con lo spirito di Dio per divenire “figli del regno”, coeredi di Gesù Cristo. (Romani 8:15-17) Quelli così radunati in questo “termine del sistema di cose”, insieme a tutti gli altri cristiani simili al grano che avevano già dato prova d’esser fedeli fino alla morte, completeranno il preordinato numero dei 144.000 “figli del regno”. Riguardo a tutti tali fedeli mietuti, è scritto: “Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. — Rivelazione 20:4, 6.

      SOTTOSACERDOTI SPIRITUALI NEL “SANTO” DEL TEMPIO

      27, 28. (a) Quale relazione hanno questi unti con il sommo sacerdote Gesù Cristo, e quale posto occupano dunque riguardo al tempio spirituale di Geova? (b) Quali speciali privilegi hanno in tale speciale luogo?

      27 Notate che questi fedeli unti discepoli non dovranno semplicemente regnare con Gesù Cristo nel regno celeste. Essi saranno anche “sacerdoti di Dio e del Cristo”. I 144.000 unti sono perciò sottosacerdoti del sommo sacerdote Gesù Cristo. Mentre sono ancora in vita sulla terra, mantengono questa relazione con Gesù Cristo loro Capo. Per questo, millenovecento anni fa, l’apostolo Pietro scrisse ai suoi unti conservi cristiani, dicendo: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. In qualità di sottosacerdoti hanno il privilegio di “offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo”. (1 Piet. 2:9, 5) Conformemente, mentre sono ancora sulla terra sono in una speciale relazione col tempio spirituale di Geova, il cui Santo dei Santi è la Sua esclusiva residenza nei santi cieli dove il risuscitato Gesù Cristo presentò il valore del suo perfetto sacrificio umano.

      28 Questi sottosacerdoti, anche mentre sono ancora sulla terra nella carne, sono nella condizione spirituale raffigurata dal primo compartimento interno o “Santo” del tempio in Gerusalemme. E proprio come il Santo del tempio di Gerusalemme conteneva le auree tavole dei pani di presentazione, e i candelabri d’oro e l’altare d’oro dell’incenso, così i cristiani sottosacerdoti nel Santo spirituale mangiano cibo spirituale, godono di luce spirituale e offrono il profumo di fedeli preghiere e zelante servizio a Geova mentre sono ancora sulla terra. (Esodo 40:4, 5, 22-28; 1 Re 7:48-50; 2 Cronache 4:19-22) Benché questo possa non essere apprezzato da chi non ha discernimento e apprezzamento spirituale, questi sottosacerdoti unti dallo spirito rendono un vero sacro servizio in questo luogo santo del grande tempio spirituale di Geova. Dalla sua esaltata posizione nel Santissimo di questo tempio spirituale Egli può scrutare le attività di questi sottosacerdoti e può giudicarli circa il servizio che rendono sotto il Suo sommo sacerdote, Gesù Cristo. — Malachia 3:1-5.

      29. (a) Quindi, dal 1919, che specie di opera compì il superstite unto rimanente? (b) Come questo influì sul tempio spirituale di Geova?

      29 Quando prendiamo in considerazione queste cose, possiamo vedere questo fatto: Nell’anno 1919 E.V., il superstite unto rimanente dei discepoli di Cristo si presentò per compiere la propria parte sulla terra nell’opera di mietitura sotto la superiore direttiva dei “mietitori”, gli angeli celesti. In questo modo intraprendevano un’opera che influiva sul vero tempio spirituale di Geova. In che modo? Ebbene, compiendo la loro opera di far discepoli e raccogliendo così la classe del “grano” sotto i mietitori angelici, operavano per produrre altri sottosacerdoti spirituali. Collaboravano con Geova Dio affinché ponesse altri sottosacerdoti, sì, il pieno complemento dei sottosacerdoti spirituali, nel Santo del Suo grande tempio spirituale. Operavano così per un più ampio sacro servizio mediante altri sottosacerdoti nel tempio di Geova.

      30. Era questo il tempo giusto per raccogliere i cristiani assomigliati al grano, e in che modo si edificava così il personale operante nel “Santo” del tempio?

      30 Invece d’essere un’opera di ‘spigolatura’ come quella che seguiva la regolare mietitura nell’antico paese d’Israele,a quest’opera di raccolta del superstite unto rimanente era la vera mietitura sotto “mietitori” angelici. Il tempo di questa loro opera era il “termine del sistema di cose”, dall’anno 1914 E.V., e Gesù disse che “la mietitura è il termine di un sistema di cose”. (Matteo 13:39; 24:3, 31) Come risultato della spirituale opera di mietitura negli anni seguenti, l’unto rimanente dei discepoli di Cristo simili al grano crebbe di numero, notevolmente fino all’anno 1931 in cui l’unto rimanente abbracciò il nome “testimoni di Geova” sostenuto dalle Scritture. In modo manifesto il numero degli spirituali sottosacerdoti nel Santo del tempio spirituale di Geova era cresciuto, fino a includere probabilmente l’intero complemento necessario per completare la preordinata quota di 144.000 sottosacerdoti spirituali al comando del sommo sacerdote Gesù Cristo. Era in realtà la costituzione del personale operante nel Santo del vero tempio di Geova.

      31. A favore dell’opera del tempio, com’erano stati liberati e ristabiliti nel 1919 E.V.?

      31 Qui era dunque un’opera del tempio spirituale che si era cominciata a intraprendere nell’anno 1919 E.V. da parte del superstite unto rimanente. Per amorevole benignità di Geova tramite il suo più grande Ciro, Gesù Cristo, erano stati liberati dalla schiavitù a Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e ai suoi amanti politici. Erano stati liberati e ristabiliti nel loro giusto paese sulla terra affinché si applicassero proprio a quest’opera del tempio.

      32. Come ciò che accadde nel 1919 E.V. corrispose a ciò che era accaduto nel 520 a.E.V.?

      32 Era esattamente come nel lontano anno 520 a.E.V., quando i profeti Aggeo e Zaccaria furono suscitati per incoraggiare il ristabilito rimanente giudeo a riprendere il loro lavoro del tempio di Gerusalemme per lungo tempo trascurato. Nell’anno 1919 E.V. le colonne della rivista Torre di Guardia furono usate per stimolare e incoraggiare il superstite unto rimanente a riprendere il proprio aperto, pubblico servizio dell’Iddio Altissimo in maniera intrepida. Il suo regno messianico era stato stabilito nei cieli al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 e doveva ora annunciarsi al mondo intero. Questo sacrificio di lode a Dio doveva ora offrirglisi pure in presenza di tutti i Suoi nemici. — Ebrei 13:15; Salmo 138:1-3.

      33. Se l’unto rimanente avesse imitato la condotta dei padri dell’antico rimanente giudeo, che cosa sarebbe accaduto, e che cosa fece dunque l’unto rimanente?

      33 In questo modo essi potevano “tornare” a Geova, in vista di cui egli sarebbe ‘tornato’ a loro col favore divino. Se fossero divenuti come i padri dell’antico rimanente giudeo contro cui egli aveva provato molta indignazione, avrebbero subìto la calamità come la subirono quei padri per non aver ascoltato o per non aver prestato attenzione agli avvertimenti e ai consigli dei profeti di Geova. In questo “tempo della fine” si sarebbero inoltre adempiuti su di loro le parole profetiche e i decreti di Geova contro i disubbidienti. Con saggezza, perciò, l’unto rimanente cominciò a “tornare” a Geova nel 1919 E.V.

      [Nota in calce]

      a Si veda La Torre di Guardia (Inglese), del 1º maggio 1919, sotto il titolo “Finita la mietitura, che cosa seguirà?”; e, del 15 agosto 1919, a pagina 249, sotto i titoli “Vengono tempi pericolosi” e “L’opera della spigolatura”.

  • Benedizioni e buon dominio mentre il mondo è scrollato
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo VII

      Benedizioni e buon dominio mentre il mondo è scrollato

      1. Nel mese dopo la sua iniziale profezia, Zaccaria che cosa vide aver luogo, e questo spinse Geova a fare che cosa?

      L’INIZIALE profezia di Zaccaria nell’ottavo mese lunare (Heshvan) nel secondo anno di regno del re Dario I dell’Impero Persiano fu breve, ma opportuna e pertinente. (Zaccaria 1:1-6) Lo stesso mese seguente il profeta Zaccaria vide aver luogo a Gerusalemme una significativa azione da cui dipendeva il futuro benessere della nazione giudaica. Il ventiquattresimo giorno del nono mese lunare (Chisleu) “si sono gettate le fondamenta del tempio di Geova”! Aggeo, profeta conservo di Zaccaria, narra tale memorabile fatto. (Aggeo 2:18) Quell’azione compiuta nonostante un bando imperiale contro la riedificazione del tempio in Gerusalemme fu di tale importanza religiosa da spingere Geova degli eserciti a ispirare Aggeo perché profetizzasse di nuovo.

      2, 3. (a) A chi fu rivolta la prima profezia di Aggeo, il 24 Chisleu 520 a.E.V.? (b) Quale inizio di dialogo racconta Aggeo 2:10-12?

      2 La prima profezia di Aggeo in quello storico giorno fu rivolta ai sacerdoti leviti che speravano di rendere servizio nel tempio di Geova quando sarebbe stato completato. Quei sacerdoti della famiglia di Aaronne il levita comprendevano il sommo sacerdote, Giosuè figlio di Iozadac. Essa diede a tutti quei sacerdoti una lezione che è importante per noi in questo tardo giorno. Leggiamone dunque il racconto di Aggeo, seguendo il dialogo che ebbe luogo:

      3 “Nel ventiquattresimo giorno del nono mese, nel secondo anno di Dario, la parola di Geova fu rivolta ad Aggeo il profeta, dicendo: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “Interroga, suvvia, i sacerdoti in quanto alla legge, dicendo: ‘Se un uomo porta carne santa nel lembo della sua veste, ed effettivamente tocca col suo lembo il pane o la minestra o il vino o l’olio o alcuna sorta di cibo, diverrà esso santo?’”’” — Aggeo 2:10-12.

      4. Secondo Malachia 2:7, perché quei sacerdoti avrebbero dovuto poter rispondere a quella domanda esaminatrice, e ciò nondimeno che cosa poté aver influito su di loro?

      4 La “legge” di cui qui si parla è la legge divina data per mezzo del profeta Mosè e si riferisce alle cose cerimoniali e ai sacerdoti che sarebbero stati quelli che portavano la “carne santa”. Certo, i sacerdoti avrebbero dovuto conoscere la legge mosaica, poiché mediante il successivo profeta Malachia si dice: “Le labbra del sacerdote sono quelle che dovrebbero custodire la conoscenza, e la legge è ciò che il popolo dovrebbe cercare dalla sua bocca; poiché egli è il messaggero di Geova degli eserciti”. (Malachia 2:7) Ragionevolmente, dunque, i sacerdoti avrebbero dovuto poter rispondere in maniera corretta alla domanda esaminatrice rivolta loro mediante Aggeo. O sulla loro conoscenza della legge avevano influito i settant’anni di desolazione del paese di Giuda in cui i Giudei erano stati esiliati nel paese di Babilonia, e anche i difficoltosi diciassette anni trascorsi da che il fedele rimanente era tornato in patria? Come risposero quindi i sacerdoti?

      5. A quale legge avrebbero potuto pensare quei sacerdoti dando la giusta risposta, e che cosa una persona impura non dovrebbe dunque pensare in quanto a ottenere santità?

      5 “E i sacerdoti rispondevano e dicevano: ‘No!’” (Aggeo 2:12) Vale a dire che la “carne santa” di una vittima d’animale offerta a Geova in sacrificio non impartiva la sua santità a nessun altro cibo con cui venisse casualmente a contatto. Per una norma che li guidasse in questa risposta, i sacerdoti avrebbero potuto pensare a ciò che la legge mosaica diceva in Levitico 7:19, 20: “La carne che tocchi alcuna cosa impura non si deve mangiare. Si deve bruciare col fuoco. In quanto alla carne, chiunque sia puro può mangiare la carne. E l’anima che mangia la carne del sacrificio di comunione, che è per Geova, mentre la sua impurità è su di lui, quell’anima dev’essere stroncata dal suo popolo”. Conforme a ciò, l’Israelita che era impuro per qualsiasi ragione (Levitico 7:21) non doveva pensare che perché veniva a contatto con “carne santa” mangiandola ne fosse in tal modo purificato, che il cibo mangiato gli impartisse santità. Secondo la Legge questo era un ragionamento sbagliato!

      6. Quale domanda fece dunque Aggeo, e con quale risposta?

      6 Il profeta Aggeo non disse che i sacerdoti avessero fatto un ragionamento sbagliato. Ora fece dunque una domanda che richiedeva una risposta contraria: “E Aggeo continuò a dire: ‘Se qualcuno impuro per un’anima deceduta tocca alcuna di queste cose, diverrà essa impura?’ A loro volta i sacerdoti risposero e dissero: ‘Diverrà impura’”. — Aggeo 2:13.

      7. La corretta risposta dei sacerdoti dimostra che conoscevano quale legge circa la purificazione di qualcuno che si era contaminato con un corpo morto?

      7 Questa corretta risposta dei sacerdoti dimostrò che essi conoscevano la legge di Geova ch’era stata dichiarata riguardo all’“acqua di purificazione”. Questa era acqua con cui si erano mischiate le ceneri della sacrificata vacca rossa e che si aspergeva sulle persone contaminate dal contatto con corpi morti. Questa legge diceva: “Chiunque tocchi il cadavere di un’anima umana deve pure essere impuro per sette giorni. . . . Chiunque avrà toccato un cadavere, l’anima di qualunque uomo che sia morto, e non si sarà purificato, ha contaminato il tabernacolo di Geova, e tale anima dev’essere stroncata da Israele. Siccome non è stata aspersa su di lui l’acqua per la purificazione, egli resta impuro. La sua impurità è ancora su di lui. E deve servir loro quale statuto a tempo indefinito, che colui che spruzza l’acqua per la purificazione dovrebbe lavarsi le vesti, nonché colui che tocca l’acqua per la purificazione. Egli sarà impuro fino alla sera. E qualunque cosa l’impuro tocchi sarà impura, e l’anima che la tocchi sarà impura fino alla sera”. — Numeri 19:2-5, 11-13, 21, 22; Ebrei 9:13.

      8. Che cosa illustrò questo riguardo all’impurità, e come questo si applicò alla propria attitudine verso l’erezione del tempio di Geova?

      8 Ciò illustra quanto un’impurità possa essere infettiva non solo fisicamente, ma anche spiritualmente. Chi porta qualche cosa di santo può non essere in grado di trasmettere santità a un altro in maniera automatica o facile, senza sforzo. Ma chi è impuro, contaminato può facilmente infettare un altro avendo con lui semplice compagnia e contatto. Come disse il cristiano apostolo Paolo: “Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa?” (1 Corinti 5:6; Galati 5:8, 9) Così poteva accadere per l’impura attitudine di indifferenza d’una persona verso il modo in cui si trascurava il tempio di Geova. Tale indifferenza e trascuratezza verso la pura adorazione di Geova e la sua piena espressione per mezzo di un tempio avrebbe potuto agire come un lievito spirituale e infettare l’intera nazione d’Israele. Anche dopo l’erezione del tempio di Geova fu necessario che un successivo governatore di Giuda e Gerusalemme dicesse: “Non dovremmo trascurare la casa del nostro Dio”. L’adorazione doveva esservi pienamente sostenuta. — Neemia 10:39.

      9. Che cosa era accaduto evidentemente all’attitudine dei Giudei da che il rimanente era tornato diciassette anni prima?

      9 È innegabile che la riedificazione del tempio a Gerusalemme si era arrestata nei diciassette anni trascorsi dal ritorno in patria del rimanente giudeo. L’evidenza indicava che c’erano da parte di molti indifferenza e trascuratezza, e che l’originale entusiasmo per la riedificazione del tempio si era raffreddato.

      10, 11. (a) Che cosa mostra che il rimanente giudeo aveva perduto l’amore che aveva avuto in principio? (b) Secondo Aggeo 2:14, come apparvero a Geova la nazione e le opere che essa compiva?

      10 In quanto alla congregazione cristiana alla fine del primo secolo E.V. poté dirsi al rimanente giudeo: “Hai lasciato l’amore che avevi in principio. Perciò ricordati da che cosa sei caduto, e pentiti e fa le opere precedenti”. (Rivelazione 2:4, 5) Senza dubbio c’era da parte del rimanente giudeo la necessità di ‘tornare’ a Geova affinché egli ‘tornasse’ a loro. (Zaccaria 1:3, 4; Geremia 2:2, 3) Al tempo della celebrazione della festa delle capanne (tabernacoli) a Gerusalemme, immediatamente dopo il loro ritorno da Babilonia, il rimanente giudeo aveva eretto temporaneamente un altare nel luogo appropriato e aveva cominciato a offrire su di esso i dovuti sacrifici. (Esdra 3:1-6) Ma era questo abbastanza? Solo con questo e con le fondamenta del tempio, come appariva la nazione al suo Dio? Ascoltate:

      11 “Pertanto Aggeo rispose e disse: ‘Così è questo popolo, e così è questa nazione dinanzi a me’, è l’espressione di Geova, ‘e così è tutta l’opera delle loro mani, e qualunque cosa lì presentino. È impura’”. — Aggeo 2:14.

      12. Come influiva dunque questo sui sacrifici che presentavano sull’altare di Geova, e in vista di ciò avrebbe potuto egli benedirli?

      12 Accadeva come nel caso dell’Israelita che diveniva impuro toccando un corpo morto: ogni cosa che toccava prima di purificarsi con l’aspersione dell’acqua contenente le ceneri della sacrificata vacca rossa era resa impura. Essendo impura alla vista di Geova perché aveva trascurato la Sua casa di adorazione, la restaurata nazione d’Israele contaminava i sacrifici che presentava a Geova sul suo temporaneo altare in Gerusalemme. In tali circostanze, avrebbe potuto Geova benedirli non solo spiritualmente ma anche materialmente? Coerentemente, No.

      NECESSITÀ DI PURIFICAZIONE MODERNA

      13. Come il rimanente cristiano fu impuro, a somiglianza del rimanente giudeo del 520 a.E.V.?

      13 Simile a ciò fu la situazione in cui venne a trovarsi l’unto rimanente dei dedicati, battezzati discepoli di Cristo dopo la prima guerra mondiale. La cristianità, con le sue centinaia di chiese settarie, si era imbrattata del sangue di milioni di uccisi in quella guerra che fu la più sanguinosa fino al 1914 E.V. L’unto rimanente dei discepoli di Cristo aveva cercato di mantenersi puro da tale colpa del sangue e da altra condotta anticristiana, ma non vi era pienamente riuscito e aveva la sua parte di responsabilità della comunità. I membri dell’unto rimanente avevano pure ceduto per timore di uomini in alti luoghi, con loro danno spirituale. “Il tremare agli uomini è ciò che pone un laccio, ma chi confida in Geova sarà protetto”. (Proverbi 29:25) Quindi in gran parte il rimanente si era astenuto dal dichiarare con baldanza, in pubblico, lo stabilito regno di Dio e il Suo giorno di vendetta contro questo sistema di cose dilaniato dalla guerra, colpevole di sangue. Nell’anno del dopoguerra del 1919, in qualità di unto rimanente dei sottosacerdoti spirituali nel “Santo” del tempio spirituale di Geova, come si sentirono? Come Isaia, il quale disse:

      14. Come Isaia espresse nel tempio la propria impurità?

      14 “Guai a me! Poiché sono come ridotto al silenzio, perché sono un uomo impuro di labbra, e dimoro fra un popolo impuro di labbra; poiché i miei occhi han visto il Re stesso, Geova degli eserciti!” — Isaia 6:5.

      15. Quando questa visione del tempio di Isaia fu portata all’attenzione dell’unto rimanente, e con quali parole del discorso chiave?

      15 Questa profetica esclamazione del profeta fu espressa quando ebbe una miracolosa visione di Geova nel suo tempio. Questa visione fu portata all’attenzione dell’unto rimanente nell’anno 1922 E.V. Era quello che fu definito “Il giorno”, cioè l’8 settembre 1922, della seconda assemblea internazionale tenuta dall’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali a Cedar Point, nell’Ohio, per otto giorni. Verso il culmine del suo discorso su “Il giorno”, la cui scrittura chiave era Matteo 4:17, l’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati disse:

      Perché, dunque, annunciare il messaggio a quelli che non capiscono? Qualcuno udrà? Il Profeta del Signore risponde: “. . . Voi siete i miei testimoni, dice il Signore, e il mio servitore che io ho scelto; affinché conosciate e mi crediate, e comprendiate che sono io: prima di me non fu formato nessun Dio, né ce ne sarà dopo di me. Io, sì, io sono il Signore; e al di fuori di me non c’è nessun salvatore. Io ho dichiarato, e ho salvato, e ho mostrato, quando fra voi non c’era nessun dio estraneo; perciò voi siete i miei testimoni, dice il Signore, che io sono Dio”. — Isaia 43:8-12.

      Vediamo così che quelli della classe del tempio sono in questo tempo chiaramente indicati come i testimoni del Signore, per portare un messaggio di consolazione al popolo, che il regno del cielo è venuto, . . . Si vede così che Dio si propone che il suo nome sia magnificato, che il popolo conoscerà che egli è il Signore. Così vediamo che Dio si propone di avere in questo tempo di tensione un popolo sulla terra, chiaramente contrassegnato come separato e distinto da tutti gli altri, che si erge come suoi testimoni, dichiarando intrepidamente il messaggio: “Il regno del cielo è vicino!”

      . . . Dal 1914 il Re della gloria ha assunto il suo potere e regna. Egli ha purificato le labbra della classe del tempio e li manda col messaggio. L’importanza del messaggio del regno non potrà mai mettersi sufficientemente in risalto. È il messaggio di tutti i messaggi. È il messaggio dell’ora. Su quelli che sono del signore incombe il compito di dichiararlo. . . .

      . . . Siate fedeli e veraci testimoni per il Signore. Andate avanti nella lotta finché ogni traccia di Babilonia non sia desolata. Annunciate il messaggio per lungo e per largo. Il mondo deve conoscere che Geova è Dio e che Gesù Cristo è il Re dei re e Signore dei signori. Questo è il giorno di tutti i giorni. Ecco, il Re regna! Voi siete i suoi agenti di pubblicità. Perciò annunciate, annunciate, annunciate il Re e il suo regno. — La Torre di Guardia (inglese), del 1º novembre 1922, pagine 336, 337.

      16. (a) Che cosa desiderarono ora fare quelli che accettarono la purificazione delle loro labbra? (b) Che cosa mostrò allora se tutti quelli associati con l’unto rimanente fossero così disposti?

      16 Molti dell’unto rimanente videro la necessità d’esser purificati di labbra proprio allo stesso modo in cui era stato purificato di labbra come col fuoco il profeta Isaia affinché potesse dichiarare l’ulteriore messaggio di Geova, che era nel Suo tempio. (Isaia 6:6-10) Essi desideravano sinceramente di prender parte all’ulteriore opera di raccogliere quelli che Geova Dio avrebbe reso sacerdoti associati con Gesù Cristo nei cieli, per portare il numero dei 144.000 sottosacerdoti al completo. Ma non tutti quelli del rimanente spirituale furono in quel tempo così disposti. Quale esempio di ciò, in quell’anno 1922 e prima che fosse stampato il numero del 1º maggio de La Torre di Guardia, uno dei cinque uomini del personale editoriale di quella rivista e sua moglie lasciarono l’organizzazione teocratica e cercarono altro lavoro. Ci furono altri che compirono un’azione simile in quel tempo o in seguito. Non piacque loro l’idea d’essere agenti di pubblicità del regno di Dio e andare come tali di casa in casa facendo uso di labbra purificate. Altre esigenze dei sottosacerdoti spirituali nel Santo del tempio di Geova furono troppo per loro. Essi divennero impuri a causa della loro indifferenza, della loro trascuratezza e del loro ritorno a interessi mondani.

      17. (a) In che modo tale impurità influì sul resto della teocratica organizzazione di Geova? (b) Quale attitudine Egli benedice?

      17 L’impurità di questa specie, la mancanza di devozione verso la piena adorazione del vero Dio nel suo tempio spirituale, è una contaminazione per il resto dell’organizzazione teocratica. Fa trattenere da Geova la sua benedizione. La devozione con tutto il cuore all’opera di promuovere la sua pura adorazione reca la restaurazione del favore di Dio e le sue promesse benedizioni. Questo importante fatto fu messo in risalto da Dio stesso allorché continuò a dire ai sacerdoti che Aggeo aveva interrogati:

      18. Prima di questo giorno della profezia di Aggeo, qual’era stata economicamente la condizione del rimanente, e perché da questo giorno in poi Geova li avrebbe ora benedetti?

      18 “‘Ma ora, suvvia, ponete a ciò il cuore da questo giorno in avanti: prima che si mettesse pietra su pietra nel tempio di Geova, da che furono quelle cose, uno venne al mucchio di venti misure, e furono dieci; uno venne al tino ad attingere cinquanta misure della vasca del vino, e furono venti; io vi colpii con l’arsura e con la ruggine a con la grandine, pure tutta l’opera delle vostre mani, e con voi non ci fu nessuno che si volgesse a me’, è l’espressione di Geova. ‘Ponete a ciò il cuore, suvvia, da questo giorno in avanti, dal ventiquattresimo giorno del nono mese, dal giorno che si sono gettate le fondamenta del tempio di Geova; ponete a ciò il cuore: C’è ancora il seme nella fossa del grano? E ancora, il vino e il fico e il melograno e l’ulivo, non ha prodotto, non è vero? Da questo giorno concederò la benedizione’”. — Aggeo 2:15-19.

      IL GIORNO DEL RITORNO ALLA PROSPERITÀ

      19. Da quel ventiquattresimo giorno di Chisleu riguardo a che cosa il rimanente giudeo avrebbe potuto mettere alla prova Geova, e il Suo patto della legge che cosa consentiva loro di attendere?

      19 Era ora il ventiquattresimo giorno del nono mese (Chisleu), e in quel tempo ci sarebbero dovute essere accresciute piogge autunnali, sulla cima dei monti sarebbe dovuta apparire anche della neve. Quel giorno il fedele rimanente giudeo aveva ricominciato a lavorare alle fondamenta del tempio, come se gettassero le fondamenta di nuovo. (Esdra 3:8-12) Da quel segnato giorno il rimanente giudeo avrebbe potuto mettere alla prova Geova per vedere se egli avrebbe adempiuto la sua rallegrante promessa. La siccità sarebbe stata una cosa del passato, anche la ruggine, e la rovinosa grandine, e non ci sarebbe stata più penuria di basilari generi alimentari. E nella storia biblica non c’è nulla che indichi che le cose non tornassero a essere così. Allorché si attennero coraggiosamente al lavoro del tempio fino a completarlo, Geova mantenne con fedeltà la propria promessa. Proprio come aveva promesso nel Suo patto della legge di cui era stato mediatore il Suo profeta Mosè, il loro impegno di adorarlo con tutta l’anima sarebbe stato ricompensato con la prosperità materiale nel paese che Dio aveva dato loro. — Deuteronomio 28:1-14.

      20. Che specie di prosperità l’unto rimanente aveva diritto di attendere per riprendere l’opera a favore della vera adorazione di Geova, e in che modo tale prosperità si manifestò?

      20 Questo dovette accadere allora al rimanente giudeo che si occupava del tempio, se quanto avvenne loro fu una prefigurazione di ciò che è accaduto dal 1919 E.V. all’unto rimanente dei sottosacerdoti spirituali. La riassunzione delle responsabilità sacerdotali nel Santo del vero tempio spirituale di Geova contrassegnò la svolta per l’unto rimanente dei discepoli di Cristo che eran sopravvissuti alle prove e alle afflizioni della prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V. Essendo Israeliti spirituali in vista di un’eredità celeste, non si attendevano per la loro fedeltà benedizioni materiali come avevano avuto diritto di attenderle gli Israeliti naturali ai giorni di Aggeo. Ciò che secondo le promesse di Dio l’unto rimanente dei sottosacerdoti spirituali si attendeva era la prosperità spirituale. Non furono delusi. Non invano misero alla prova le promesse di Dio. Nonostante la crescente resistenza del mondo e l’angoscia delle nazioni mondane che non sanno come venir fuori dalla loro continua afflizione, l’opera che l’unto rimanente ha compiuta per promuovere la vera adorazione nel tempio spirituale di Geova ha prosperato, si è estesa, ha recato crescenti risultati.

      21. Dove si può trovare la testimonianza di tale prosperità spirituale del fedele rimanente, e che cosa prova questo circa la promessa di Geova?

      21 Gli avversari — religiosi, politici, giudiziari e sociali — hanno preso nota di questo inevitabile fatto. Per avere una particolare testimonianza della prosperità spirituale dei cristiani testimoni di Geova, non si deve far altro che leggere i rapporti annuali pubblicati nelle colonne della rivista Torre di Guardia dal 1919 e negli Annuari dal 1927, in cui è la relazione della crescita mondiale dell’opera di predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutta la terra abitata e di far discepoli di persone di tutte le nazioni, come comandò il Signore Gesù Cristo, il sommo sacerdote di Geova. (Matteo 24:14; 28:18-20; Atti 1:8; Ebrei da 2:17 a 3:1) L’incancellabile testimonianza della storia moderna attesta potentemente il fatto che Geova Dio, che non può mentire, è stato fedele alla sua promessa di benedizioni. Non gli renderemo mai servizio invano. — Giosuè 23:14; Salmo 138:2; 1 Corinti 15:58.

      RICOMPENSA DI UN CORPO GOVERNANTE CHE SOSTIENE LA PURA ADORAZIONE

      22, 23. (a) A chi fu rivolta l’ultima profezia di Aggeo, come espressione dall’apprezzamento di Geova per che cosa? (b) In quella profezia, che cosa promise Geova di ridurre all’inattività, e che cosa avrebbe fatto egli a Zorobabele?

      22 Nell’anno 520 a.E.V., il primo giorno del sesto mese lunare (Elul), quando la profetica parola di Geova fu in principio rivolta ad Aggeo venne indirizzata a “Zorobabele figlio di Sealtiel, governatore di Giuda” e a “Giosuè figlio di Iozadac il sommo sacerdote”. (Aggeo 1:1) Quasi quattro mesi dopo, l’ultima ispirata profezia di Aggeo è rivolta esclusivamente allo stesso governatore della provincia persiana di Giuda, a Zorobabele. Egli s’era mostrato ubbidiente all’incoraggiamento che Geova aveva dato per mezzo dei profeti Aggeo e Zaccaria, e ora, sotto il suo governatorato, si era ripreso con eccellente coraggio il lavoro delle fondamenta del tempio di Geova in Gerusalemme sfidando l’errata emanazione del bando di un male informato re di Persia. (Esdra 4:17-24) Fu questo apprezzato da Geova Dio? Sì, e lo espresse mandando al governatore Zorobabele un messaggio personale. Leggiamo:

      23 “E la parola di Geova era rivolta una seconda volta ad Aggeo il ventiquattresimo giorno del mese, dicendo: ‘Di’ a Zorobabele governatore di Giuda: “Io scrollo i cieli e la terra. E per certo rovescerò il trono dei regni e annienterò la forza dei regni delle nazioni; e per certo rovescerò il carro e quelli che vi montano, e i cavalli e i loro cavalieri per certo scenderanno, ciascuno per la spada del suo fratello”’. ‘“In quel giorno”, è l’espressione di Geova degli eserciti, “ti prenderò, o Zorobabele figlio di Sealtiel, mio servitore”, è l’espressione di Geova; “e per certo ti porrò come anello con sigillo, perché tu sei colui che ho scelto”, è l’espressione di Geova degli eserciti’”. — Aggeo 2:20-23.

      24. L’approvazione di chi ottenne Zorobabele per aver fatto il suo coraggioso passo quel ventiquattresimo giorno di Chisleu, e perché questo era ciò che contava?

      24 Quel ventiquattresimo giorno del nono mese lunare (Chisleu) nel secondo anno di regno del re Dario I di Persia, il governatore Zorobabele aveva fatto un coraggioso passo, sfidando evidentemente il potente Impero Persiano. Ma aveva fatto un passo buono e giusto, ubbidendo a Geova degli eserciti. Ora per mezzo del profeta Aggeo aveva ottenuto l’espressione dell’approvazione di Geova degli eserciti. Che importanza aveva dunque la disapprovazione o l’obiezione degli uomini? Egli aveva l’approvazione della più alta Fonte di autorità, il Governante Teocratico della nazione d’Israele. A questo Dio quale divino Governante si deve rendere ubbidienza anziché ai governanti fatti dagli uomini. Infatti, il Governante Teocratico d’Israele avrebbe potuto scrollare sia i cieli che la terra e rimuoverli. Che cosa avrebbero potuto fare, quindi, le creature spirituali e le creature umane che formano quei cieli e terra per contrastare, frustrare, avversare con successo i suoi dichiarati propositi? Nulla! I diavoli e gli uomini, tutti insieme, non possono trionfare contro di lui. Egli può scrollarli via tutti.

      25. Che cosa accompagna tale scrollamento dei cieli e della terra, e perché è appropriato che una persona come Geova degli eserciti ne dia i particolari?

      25 Che cosa accompagna o risulta da questo scrollamento dei cieli e della terra per opera del Sovrano Universale? Geova degli eserciti spiega, dicendo: “E per certo rovescerò il trono dei regni e annienterò la forza dei regni delle nazioni; e per certo rovescerò il carro e quelli che vi montano, e i cavalli e i loro cavalieri per certo scenderanno, ciascuno per la spada del suo fratello”. (Aggeo 2:22) Com’è appropriato che l’Iddio che si chiama Geova degli eserciti dica qui di agire contro le forze militari del mondo del genere umano! Tali forze armate per l’offesa e la difesa costituiscono in realtà la “forza dei regni delle nazioni”. Le nazioni di questo ventesimo secolo E.V. si attengono a questa teoria, e tutte le nazioni si armano, alcune con le più fantastiche armi che la scienza moderna possa concepire. Ma tali armamenti e forze militari altamente addestrate sono una vana speranza per dare stabilità permanente al trono o alla sede governativa dei regni delle nazioni. Geova degli eserciti può annientare tale “forza”.

      26. Che cosa può dirsi alla domanda se Geova degli eserciti deve apparire personalmente affinché i suoi nemici combattano contro di lui o affinché egli combatta contro di loro?

      26 L’Impero Persiano, quale Quarta Potenza Mondiale della storia biblica, dimostrò d’essere stabile per poco più di duecento anni. I suoi cavalli e carri e i loro guidatori, perfino gli elefanti militarizzati, non lo salvarono dalla caduta per opera di Alessandro Magno di Grecia. Cavalli e carri e i loro guidatori non possono combattere direttamente contro l’invisibile Geova degli eserciti. Né Geova degli eserciti deve apparire personalmente per combattere contro le forze militari sulla terra. Dall’invisibile egli può esercitare la sua invincibile potenza e farli combattere fra loro, sia per lo spavento che causi panico che per le accanite liti fra loro. Può generare l’anarchia fra tutti i suoi nemici. Lo fece in tempi precedenti e promette di farlo di nuovo. Il governatore Zorobabele sapeva che c’erano state tali precedenti occasioni. (Giudici 7:19-22; 2 Cronache 20:22-24) Aveva ragione di credere che Geova degli eserciti avrebbe potuto confondere i nemici del Suo popolo ancora una volta, facendo dirigere le loro armi contro se stessi.

      27. Come lo scrollamento dei cieli e della terra e delle nazioni avrebbe influito su Zorobabele come su un anello con sigillo sulla mano di Geova?

      27 Comunque, Geova degli eserciti non disse che fosse suo proposito scrollare via il suo fedele, ubbidiente popolo che si era dedicato a riedificare la Sua casa di adorazione e a rendervi pura adorazione. Né il governatore Zorobabele sarebbe stato deposto dall’imperatore persiano per avere ripreso l’edificazione del tempio prima di ricevere dal re Dario I l’autorizzazione ufficiale. Questo non sarebbe potuto accadere come non si sarebbe potuto togliere un anello con sigillo dalla mano destra di Geova degli eserciti. Fossero scrollati i cieli e la terra! Fossero scrollate le nazioni potentemente armate! Ma la posizione del governatore Zorobabele sarebbe stata stabile, inamovibile. Questo era il senso dell’assicurazione che Geova ora diede a Zorobabele:

      28, 29. Come la promessa che Geova fece a Zorobabele circa l’anello con sigillo fu contraria alla Sua dichiarazione circa il re Ioiachin o Conia?

      28 “‘In quel giorno’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘ti prenderò, o Zorobabele figlio di Sealtiel, mio servitore’, è l’espressione di Geova; ‘e per certo ti porrò come anello con sigillo, perché tu sei colui che ho scelto’, è l’espressione di Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:23.

      29 Come fu contraria questa profezia divina a ciò che il profeta Geremia era stato ispirato a dire rispetto a Ioiachin (o, Ieconia, Conia), che aveva regnato per tre mesi e dieci giorni in Gerusalemme nel 618-617 a.E.V. e che era stato il nonno di Zorobabele! (1 Cronache 3:17-19; 2 Cronache 36:9, 10) Parlando di Ioiachin come Conia, Geremia disse: “‘Come io vivo’, è l’espressione di Geova, ‘pure se Conia figlio di Ioiachim, re di Giuda, fosse l’anello con sigillo sulla mia destra, di lì ti strapperei! E di sicuro ti darò in mano a quelli che cercano la tua anima e in mano a quelli dei quali hai paura e in mano a Nabucodonosor re di Babilonia e in mano ai Caldei. . . . O terra, terra, terra, odi la parola di Geova. Geova ha detto questo: ‘Iscrivete quest’uomo come senza figli, come un uomo robusto che ai suoi giorni non avrà nessun successo; poiché dalla sua progenie nemmeno uno avrà successo, sedendo sul trono di Davide e regnando ancora in Giuda’”. — Geremia 22:24-30.

      30. (a) Quanto prezioso era un anello con sigillo per il suo proprietario? (b) Perché la posizione ufficiale di Ioiachin doveva essere rispettata, e perché Geova lo cacciò via?

      30 Da questo decreto divino contro il nonno di Zorobabele si può discernere che un anello con sigillo era assai prezioso per qualcuno di alto rango. Aveva il nome del suo proprietario ed era usato per imprimere negli atti ufficiali la firma del proprietario sul documento da autenticare. (Genesi 38:18-26; 41:42; 1 Re 21:8) Se il re Ioiachin nonno di Zorobabele fosse stato dunque come un anello con sigillo sulla mano destra di Geova, sarebbe stato per Geova assai prezioso. Come stavano le cose, egli era stato unto re a Gerusalemme ed era divenuto così “l’unto di Geova” e sedeva in Gerusalemme sul “trono di Geova”, benché da soli tre mesi e dieci giorni. (1 Samuele 24:6, 10; Lamentazioni 4:20; 1 Cronache 29:23) Per questa ragione la persona del re Ioiachin meritava e imponeva speciale rispetto, da parte degli uomini. Ma, sebbene avesse una relazione ufficiale con Geova, divenne ripugnante per Geova perché continuò a seguire le malvage vie di suo padre, il re Ioiachim. Con indignazione, Geova lo depose e lo cacciò via, facendolo deportare a Babilonia dove fu messo in prigione.

      31. Perché il fatto che Zorobabele fu costituito governatore di Giuda nel 537 a.E.V. non fu una contraddizione di ciò che Geova aveva detto riguardo al nonno di Zorobabele in Geremia 22:30?

      31 Che cos’è, però, questo? Ottant’anni dopo, nel 537 a.E.V., Zorobabele nipote di Ioiachin viene liberato dall’esilio a Babilonia ed è costituito governatore della provincia persiana di Giuda, onde governi da Gerusalemme. (Esdra da 1:1 a 4:3) Non era questa una contraddizione di ciò che Geova aveva detto in Geremia 22:30 al nonno di Zorobabele? No, il prigioniero Ioiachin continuò a essere “senza figli” in quanto ad avere alcun figlio suo che sedesse sul trono di Davide in Gerusalemme. Infatti, suo zio, Mattania, il cui nome fu cambiato in Sedechia, gli successe sul trono di Davide, solo per perdere il trono nel 607 a.E.V., alla distruzione di Gerusalemme per mano dei Babilonesi. Il trono di Davide fu rovesciato, per non essere più eretto nella letterale Gerusalemme terrestre. (Ezechiele 21:25-27) I 2.520 anni dei Tempi dei Gentili cominciarono qui, nel 607 a.E.V., perché Gerusalemme o il messianico regno di Dio ch’essa simboleggiava fosse calpestata dalle nazioni gentili. Conforme alla profezia, nessuno dei parecchi figli di Ioiachin sedette a Gerusalemme sul trono di Geova quale discendente reale di Davide. Il suo nipote Zorobabele sedette non sul reale trono di Davide, ma nella sede di un governatore costituita dal re Ciro.

      32. Come Zorobabele agì da vivente anello con sigillo sulla mano di Geova, e perché fu prezioso a Geova mentre il suo regale nonno non lo fu?

      32 Pur essendo inferiore a suo nonno nel rango ufficiale dal punto di vista umano, Zorobabele divenne presso Geova qualche cosa di assai prezioso, come un anello con sigillo sulla destra di Geova degli eserciti. Divenne tale per una ragione contraria a quella per cui il re Ioiachin non era stato troppo prezioso da non esser gettato via, cioè perché osservava i comandamenti di Geova e manifestava coraggiosa devozione verso la pura adorazione di Geova nel suo tempio. Come un vivente anello con sigillo, egli serviva Geova degli eserciti in modo ufficiale, a gloria e lode del santo nome di Geova. Mentre il celeste Comandante in Capo degli eserciti aveva rigettato il re Ioiachin, aveva “scelto” il suo fedele nipote Zorobabele. Il Sovrano Teocratico dell’universo avrebbe potuto scrollare cieli e terra e tutte le militarizzate nazioni mondane, ma non avrebbe scrollato via il governatore Zorobabele rimuovendolo da un onorato incarico di servizio nella visibile organizzazione teocratica. Ciò che in seguito disse riguardo a Zorobabele per mezzo del profeta Zaccaria (4:6-10) ne diede conferma.

      PIÙ AMPIO SIGNIFICATO DELLA PROFEZIA

      33. (a) Perché il completo adempimento della profezia di Aggeo non finì con il governatore Zorobabele nel sesto secolo a.E.V.? (b) Di chi lo Zorobabele antitipico è il Governatore?

      33 Finisce forse il completo adempimento di questa profezia con il governatore Zorobabele della provincia persiana di Giuda nel sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare? Evidentemente no! Egli fu un tipo di qualcuno più grande. Di chi? Di colui del quale divenne un onorato antenato, di colui col quale termina nella Bibbia la sua linea genealogica, cioè Gesù Cristo. (Matteo 1:1-16; Luca 3:23-27) Questo Zorobabele antitipico è ora il celeste Governatore nella visibile organizzazione teocratica di Geova sulla terra, cioè l’unto rimanente dell’Israele spirituale. (Galati 6:16; Romani 2:28, 29; Rivelazione 7:4-8) Questi furono ristabiliti dalla schiavitù spirituale a Babilonia la Grande, come i fatti mostrano, nel 1919 E.V. Come l’antico rimanente degli esiliati Giudei, furon liberati dal babilonico impero mondiale di falsa religione affinché potessero applicarsi primariamente alle cose relative alla pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale.

      34. Com’è egli il principale Promotore dell’opera inerente al tempio di Geova?

      34 Gesù Cristo, lo Zorobabele antitipico, in qualità di celeste Governatore dell’Israele spirituale, è il principale promotore di quest’opera inerente al tempio di Geova. Egli dispone che i suoi unti discepoli abbiano un posto di servizio come sottosacerdoti spirituali nel Santo di quel tempio. — Giovanni 17:17-19.

      35. Come il nome Zorobabele, nonostante il suo significato, può essere appropriatamente usato rispetto al Governatore celeste, Gesù Cristo?

      35 Il nome Zorobabele, che significa “Seme di Babilonia”, non deve turbarci per il fatto che si applica al celeste Gesù Cristo quale Governatore. È vero che egli stesso non fu mai in Babilonia la Grande. Ciò nondimeno, il rimanente degli unti discepoli che sopravvissero alle prove e alle persecuzioni della prima guerra mondiale fu, in quel tempo, portato nella schiavitù religiosa di Babilonia la Grande e dei suoi amanti politici. Secondo la regola che quello che si fa a loro è come se si facesse a lui, il più grande governatore Zorobabele (rappresentato dall’unto rimanente) fu in Babilonia la Grande per assomigliare all’antico Zorobabele, il quale letteralmente nacque nella Babilonia dell’antichità e poté perciò chiamarsi “Seme di Babilonia”. Egli condusse il fedele unto rimanente degli Israeliti spirituali fuori di una Babilonia più grande dell’antica città sul fiume Eufrate, mettendoli in libertà mediante la sua verità. (Giovanni 8:32) Mediante lui come Governatore la visibile organizzazione teocratica terrestre ha una buona direttiva.

      36. Come il Governatore celeste può paragonarsi all’antico Zorobabele in quanto a preziosità e coraggio, e chi oggi sulla terra lo imita?

      36 Questo Governatore come Zorobabele è preziosissimo presso Geova Dio, come l’anello con sigillo sulla destra, che porta il nome divino. Egli si preoccupa massimamente della santificazione del nome del suo Padre celeste. (Matteo 6:9, 10; Giovanni 12:28; 17:6-12) È intrepido, come l’antico Zorobabele. Il governatore Zorobabele fu rafforzato perché non avesse timore di sfidare l’Impero Persiano, la Quarta Potenza Mondiale della storia biblica. Oggi il celeste Governatore dell’Israele spirituale non ha timore della Settima Potenza Mondiale della storia biblica, cioè della duplice potenza mondiale anglo-americana, né dell’Ottava Potenza Mondiale, cioè dell’internazionale organizzazione per la pace e la sicurezza del mondo, ora composta dei 132 membri delle Nazione Unite. (Rivelazione 17:7-17) Come il loro celeste Governatore, l’unto rimanente dell’Israele spirituale nemmeno ha timore di quelle potenze mondiali. Intrepidamente opera in ogni parte del mondo per gli interessi della pura adorazione nel tempio spirituale di Geova.

      37. Com’è l’antitipico Zorobabele simile a un anello con sigillo sulla mano di Geova in quanto all’uso e alla preziosità?

      37 Non si usava un antico anello con sigillo per apporre il nome del suo proprietario su un documento, in modo da provare così che aveva avuto origine da lui e che ne esprimeva la volontà, il proposito o le istruzioni? Sì. Similmente l’antitipico Zorobabele, Gesù Cristo, è impiegato da Geova degli eserciti per adempiere le profezie e le promesse e per provare in tal modo che quelle riferite dichiarazioni ebbero in realtà origine dall’infallibile Fonte divina e sono divina verità. In questo modo, inoltre, il nome e la parola di Geova sono rivendicati per mezzo di Gesù Cristo, il quale è così prezioso presso Geova come un ufficiale anello con sigillo. “Poiché per quante siano le promesse di Dio, sono state Sì per mezzo di lui. E perciò per mezzo di lui è detto l’Amen a Dio per la gloria mediante noi [discepoli cristiani]”. — 2 Corinti 1:20.

      38. Perché il più grande Zorobabele non ha nulla da temere dallo scrollamento del cielo, della terra e delle odierne nazioni, e in che modo manterrà il buon dominio per gli adoratori di Geova?

      38 Dal termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V., i cieli e la terra figurativi sono stati scrollati. Le nazioni del mondo del genere umano si scrollano, non potendo dare stabilità al sistema di cose mondano. È Geova degli eserciti a fare lo scrollamento, proprio come disse al governatore Zorobabele dell’antichità. Lo scrollamento, umanamente incontrollabile, raggiungerà il suo culmine di agitazione nella “grande tribolazione” che ora risulta assai vicina, per esser seguita dall’inabissamento di Satana. (Matteo 24:21, 22) Ma Gesù Cristo, il più grande Zorobabele, non ha nulla da temere dallo scrollamento. La sua posizione di governatorato celeste è di una stabilità incrollabile. Il suo è “un regno che non può esser scosso”. (Ebrei 12:28) Non solo non sarà rimosso, ma sarà usato da Geova degli eserciti per rimuovere Babilonia la Grande e le potenze mondiali d’oggi, annientandone la “forza” militare nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon. (Rivelazione 16:13-16; 17:12-14; 19:11-21) In seguito benedirà tutti i sopravvissuti adoratori di Geova Dio presso il suo tempio spirituale con il buon dominio per sempre.

      39. Noi, odierni adoratori di Geova, di che cosa siamo felici?

      39 Felici siamo noi, adoratori presso il vero tempio, di avere già le benedizioni divine e il buon dominio del celeste Governatore di Geova mentre il mondo dei falsi adoratori viene scrollato.

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