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Una terra libera da infermità e morteÈ questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XVI
Una terra libera da infermità e morte
QUALE grande sollievo sarebbe per noi uomini una terra per sempre libera dalle infermità e dalla morte! Porrebbe fine alle amare lagrime versate nell’espressione di angosce e sofferenze. Sarebbero scomparsi i tormentosi dolori e le orribili deformità che le malattie recano. I malanni della vecchiaia non indebolirebbero più gli uomini, riducendoli spesso a uno stato di disperazione e impotenza. In ogni luogo le persone godrebbero giovanile forza e vigore. Dalle loro labbra non uscirebbe mai un solo suono di afflizione!
Questo non si basa sulla vana immaginazione. È ciò che Geova Dio si è proposto. Egli ha in mente per il genere umano assai più che alcuni anni di vita pieni di problemi e sofferenze. — Rivelazione 21:3, 4.
POTREBBE CONDURRE A ENORMI PROBLEMI?
Ma una terra libera da infermità e morte farebbe sorgere altri seri problemi? Vi chiedete: Dove abiterebbero tutte le persone? La fine delle infermità e della morte non recherebbe presto condizioni di sovraffollamento, rendendo la vita spiacevole e conducendo a grandi penurie di viveri?
Non fu mai proposito di Dio sovrappopolare la terra. Ai perfetti Adamo ed Eva, Dio disse: “Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra”. (Genesi 1:28) C’è molta differenza fra ‘empire’ la terra e sovrappopolarla. Se qualcuno vi chiedesse di empire un bicchiere con una bibita, non continuereste a versarla fino a farne traboccare il bicchiere. Una volta che il bicchiere è sufficientemente pieno, smettete di versarla. In modo simile, una volta che la terra fosse stata comodamente piena di genere umano, Dio avrebbe fatto in modo di porre fine su questo pianeta all’ulteriore crescita della popolazione.
Per giunta, non dovremmo, in base a ciò che vediamo o udiamo oggi, giudicare erratamente la capacità della terra di provvedere una dimora per noi e di sostenere la vita umana e animale. Mentre grandi popolazioni sono ammassate nelle città, vaste zone della terra sono popolate scarsamente. Se la popolazione attuale fosse distribuita in maniera uniforme, ci sarebbero più di due ettari di terreno fertile per ogni uomo, donna e bambino. Questo sarebbe invero più che ampio spazio!
La fame che molti uomini devono soffrire in varie parti della terra non c’è perché sia stata raggiunta la piena capacità produttiva del terreno. Piuttosto, l’estesa penuria di viveri deriva primariamente dall’ineguale distribuzione delle provviste alimentari. Mentre in alcune zone si produce molto ed esiste un disavanzo, in altri luoghi ci sono estreme penurie. In realtà, la terra potrebbe produrre assai di più di quanto non si produca attualmente. Nel 1970 l’Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione delle Nazioni Unite stimò che il potenziale agricolo del mondo era abbastanza grande da alimentare circa quarantadue volte più persone dell’attuale popolazione del mondo.
Ciò che l’uomo ha già fatto in alcune zone della terra dà qualche indicazione di quali grandi possibilità ci siano per l’incremento della produttività della terra.
La valle Imperiale di California era una volta un inospitale deserto incolto. Ma l’irrigazione del terreno desertico ricco di minerali ha fatto di questa valle una delle zone agricole più ricche degli Stati Uniti.
Con circa la metà di terreno lavorato, l’Europa, per mezzo di una coltivazione più intensiva, produce all’incirca tanto cibo quanto l’America Settentrionale.
Veramente non può esserci dubbio che altro terreno potrebbe assoggettarsi a maggiore coltivazione intensiva, e questo senza privare foreste o prati della loro bellezza.
C’è un altro fattore ancora che assicurerà un’ampia provvista alimentare per una terra comodamente piena di vita animale e umana. Quale? Quello dell’aiuto e della guida divini che saranno allora dati al genere umano sotto l’amministrazione del regno di Dio mediante il suo Figlio Gesù Cristo. Nessuno conosce la terra meglio di Dio, poiché egli ne è il Creatore. E sotto la sapiente amministrazione del suo regno il paese produrrà abbondantemente. Come riscontrò l’antico Israele quando fu fedele, così sarà allora: “La terra stessa darà per certo il suo prodotto; Dio, il nostro Dio, ci benedirà”. — Salmo 67:6.
Aridi deserti e altre zone improduttive, che occupano milioni di ettari, senza dubbio saranno resi fertili in grandi proporzioni. Che per ottenere l’acqua necessaria si riceva l’aiuto divino non è senza parallelo storico. Nel sesto secolo a.E.V., in adempimento delle profetiche promesse di Dio, migliaia di esuli Giudei da Babilonia tornarono a Gerusalemme. (Esdra 2:64-70) Essi seguirono evidentemente un percorso diretto attraverso l’inospitale Deserto siro. Tuttavia Dio provvide ciò che era necessario per mantenerli in vita. Anche riguardo alla loro patria, egli aveva predetto: “Nel deserto saranno sgorgate le acque, e torrenti nella pianura del deserto”. — Isaia 35:6.
Poiché Dio fece questo in passato, abbiamo buone ragioni per attendere che sotto l’amministrazione del suo regno mediante Cristo questo si farà in proporzioni molto più grandi.
Non dobbiamo temere che l’introduzione di una terra libera dalle infermità e dalla morte dia luogo a condizioni spiacevoli. Non solo non ci sarà nessun sovraffollamento, ma ognuno potrà mangiare cibo a sazietà.
L’amministrazione retta da Gesù Cristo, nominato re di Dio, e dai suoi 144.000 governanti associati farà in modo che si abbia buona cura degli abitanti della terra. Additando l’abbondanza di sano cibo da gustare, la profezia di Isaia dichiara: “Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto . . . di piatti ben oliati pieni di midollo, di vini chiariti, filtrati”. — Isaia 25:6
Possiamo aver fiducia in Geova Dio, in Colui del quale la Bibbia afferma: “Apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni cosa vivente”. (Salmo 145:16) Egli non ha mai mancato di adempiere le sue promesse. Come dicono le Scritture circa l’antico Israele: “Non una promessa venne meno di tutta la buona promessa che Geova aveva fatta alla casa d’Israele; s’avverò tutta”. — Giosuè 21:45.
COME SCOMPARIRANNO INFERMITÀ E MORTE
Oltre a promettere di provvedere le cose materiali di cui gli uomini hanno bisogno per godere la vita, Geova Dio ha promesso qualche cosa che vale assai di più. Che cosa? La liberazione dalle infermità e dalla morte. Infatti, dopo aver dichiarato il suo proposito di imbandire un grande banchetto menzionato in Isaia, aggiunse la promessa: “Egli effettivamente inghiottirà la morte per sempre, e il Signore Geova per certo asciugherà le lagrime da ogni faccia”. — Isaia 25:8.
In armonia con la promessa di Dio qui espressa, l’amministrazione del Regno retta da Gesù Cristo e dai governanti con lui associati opererà per recare la liberazione del genere umano dalla morte. Poiché infermità e morte son venute a causa della nostra nascita come imperfetti peccatori a motivo dell’eredità dal primo uomo Adamo, i mortiferi effetti del peccato dovranno essere annullati. Come?
Alla base di quest’opera dev’esserci una disposizione che soddisfi la giustizia. Logicamente dev’essere una disposizione che annulli il danno causato dalla ribellione di Adamo. Ciò che Adamo perse dev’essere riguadagnato. Il prezzo dovrebbe essere un riscatto che abbia l’esatto valore di ciò che Adamo perse, cioè la vita umana perfetta con tutti i suoi diritti e le sue prospettive.
Nessuno dei peccaminosi discendenti di Adamo avrebbe potuto provvedere tale riscatto. Questo è espresso chiaramente in Salmo 49:7: “Nemmeno uno d’essi può con alcun mezzo redimere sia pure un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui”. Ma Cristo Gesù lo poté, dal momento che fu uomo perfetto e depose volontariamente la propria vita, dando in tal modo “la sua anima come riscatto in cambio di molti”. — Matteo 20:28.
In base al suo sacrificio della propria vita umana perfetta, Gesù Cristo è in grado di applicare i benefici del suo sacrificio d’espiazione per elevare il genere umano dalla schiavitù al peccato. Poiché le tendenze peccaminose son divenute parte della costituzione umana, ci vorranno tempo e aiuto per superarle. Sotto il Regno retto da Gesù Cristo, tutti i suoi sudditi umani riceveranno addestramento nella via della giustizia. — Rivelazione 20:12; Isaia 26:9.
Comunque, questo non significa necessariamente che quelli che soffrono per gravi impedimenti fisici o deformità debbano attendere un lungo periodo di tempo in cui guarire infine dalla loro afflizione. Quando Gesù Cristo fu qui sulla terra, egli sanò malati e afflitti istantaneamente, in maniera miracolosa. Compì un certo numero di guarigioni a distanza, mentre non era visto dagli afflitti e non era in stretto contatto con loro. (Matteo 8:5-13; 15:21-28; Luca 7:1-10) Perciò, qualsiasi persona gravemente impedita, come chi ha una sola gamba o un solo braccio, vivente quando il Regno comincerà ad amministrare tutte le cose della terra, potrà sperar di avere al tempo stabilito da Dio una miracolosa guarigione istantanea. Sarà invero meraviglioso veder dare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi e sanità di corpo a sfigurati, storpi e deformi!
Comunque, gli uomini saranno portati alla piena perfezione di corpo e di mente secondo un processo graduale, che richiederà l’applicazione del sacrificio di espiazione di Gesù e l’ubbidienza alla guida dell’amministrazione del Regno. Ciò che avrà luogo potrebbe paragonarsi alla riabilitazione di una persona inabilitata sotto la guida di un esperto terapista. Nel corso del suo addestramento la persona inabilitata può fare molti errori, ma alla fine può giungere al punto di poter vivere una vita utile senza dover dipendere da altri. Il progresso che fa dipende dal grado in cui risponde all’aiuto datogli.
QUALITÀ DI QUELLI CHE RIABILITERANNO GLI UOMINI IMPERFETTI
Nella riabilitazione della razza umana, Gesù Cristo ha tutte le qualità richieste. Avendo vissuto sulla terra come uomo, conosce personalmente i problemi e le imperfezioni degli uomini. Pur essendo perfetto, egli subì, ciò nondimeno, sofferenze e angustie fino al punto di versar lagrime. Il racconto della Bibbia ci dice: “Nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, con forti grida e lagrime, e fu favorevolmente udito per il suo santo timore. Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì”. — Ebrei 5:7, 8.
Possiamo confidare che, come risultato di ciò che Gesù Cristo soffrì sulla terra, egli sarà un governante comprensivo. Non tratterà aspramente i suoi sudditi, giacché depose volontariamente la sua vita per il genere umano. (1 Giovanni 3:16) E poi, siccome è anche Sommo Sacerdote, Gesù tratterà in maniera compassionevole quelli che rispettano la sua guida liberandoli dal peccato. Non sarà con loro impaziente, né li farà sentire affranti per esser caduti nell’errore di un atto che non rifletta perfettamente la personalità di Dio. Riferendosi al servizio sacerdotale di Gesù, Ebrei 4:15, 16 dice: “Abbiamo come sommo sacerdote non uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato. Accostiamoci perciò con libertà di parola al trono d’immeritata benignità, affinché otteniamo misericordia e troviamo immeritata benignità per aiuto al tempo opportuno”.
Mentre cresceranno verso la perfezione, gli uomini commetteranno ancora peccati involontari. Ma pentendosi e chiedendo perdono a Dio per mezzo del loro sommo sacerdote Gesù Cristo, saranno perdonati e continueranno a ricevere aiuto per superare le loro debolezze. Descrivendo i provvedimenti divini per la vita e la guarigione, Rivelazione 22:1, 2 parla di “un fiume d’acqua di vita, chiaro come cristallo, che usciva dal trono di Dio e dell’Agnello nel mezzo della sua ampia via. E di qua e di là del fiume vi erano alberi di vita che producevano dodici raccolti di frutta, dando i loro frutti ogni mese. E le foglie degli alberi erano per la guarigione delle nazioni”.
Quelli associati con Gesù Cristo nel regno sono similmente ben qualificati per aiutare il genere umano. Questi governanti associati includono sia uomini che donne di una grande varietà di classi sociali. (Galati 3:28) Alcuni di loro vennero da ambienti che li avevano implicati in condotta come fornicazione, adulterio, omosessualità, furto, ubriachezza, estorsione e simili. Ma essi si pentirono, si convertirono e cominciarono a vivere una vita pura, a lode e onore di Dio. (1 Corinti 6:9-11) Al tempo della loro morte tutti quelli che divengono re-sacerdoti associati con Gesù Cristo devono esser trovati amanti e praticanti della giustizia, devono odiare il male e devono esser trovati a promuovere altruisticamente il benessere dei loro simili. — Romani 12:9; Giacomo 1:27; 1 Giovanni 3:15-17; Giuda 23.
Non è stato facile per loro mantenere dinanzi a Dio una pura reputazione. Essi sono stati assoggettati a enormi pressioni affinché adottassero le egoistiche vie del mondo. Molti hanno dovuto affrontare pressioni esterne in forma di biasimo, maltrattamenti fisici e generale avversione e disprezzo. In quanto a ciò che dovrebbero attendersi, Gesù Cristo disse loro: “Vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni”. (Matteo 24:9) Per di più, in tutto il corso della loro vita han dovuto lottare per combattere le proprie tendenze peccaminose. Uno di loro, l’apostolo Paolo, disse di sé: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Corinti 9:27.
Veramente, dunque, questo corpo di 144.000 re-sacerdoti può avere comprensione dei problemi dei sudditi umani del Regno. Essi stessi dovettero superarli e diedero prova di essere leali verso Dio nonostante grandi difficoltà.
CONDIZIONI IDEALI SULLA TERRA
Inoltre, sulla terra ogni cosa sarà proprio giusta per aiutare gli uomini a crescere verso la perfezione. Solo quelli che si saran mostrati desiderosi di fare la volontà divina con cuore completo rimarranno dopo che il Regno avrà distrutto i propri nemici. Ciò significa che l’avidità e l’egoismo umani che sono stati in gran parte responsabili dell’inquinamento del cibo che mangiamo, dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo saranno cose del passato. I sopravvissuti non saranno piagati da divisive barriere razziali e nazionali. Uniti nell’adorazione di Geova Dio, agiranno tutti come fratelli e perseguiranno la pace. Nemmeno le bestie selvagge faranno male all’uomo o ai suoi animali domestici. Le profetiche parole di Isaia 11:6-9 avranno allora un adempimento più che spirituale e se ne vedrà l’adempimento fisico:
In effetti il lupo risiederà temporaneamente con l’agnello, e il leopardo stesso giacerà col capretto, e il vitello e il giovane leone fornito di criniera e l’animale ingrassato tutti insieme; e un semplice ragazzino li condurrà. E la vacca e l’orso stessi pasceranno; i loro piccoli giaceranno insieme. E pure il leone mangerà paglia proprio come il toro. E il piccino lattante per certo giocherà sulla buca del cobra; e un bambino svezzato effettivamente metterà la sua propria mano sull’apertura per la luce di una serpe velenosa. Non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo; perché la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”.
Per mezzo dell’amministrazione del Regno, Geova Dio rivolgerà la sua attenzione agli uomini in modo speciale. Questo è raffigurato in una visione profetica riportata nel libro biblico di Rivelazione. Dopo aver paragonato l’estensione del potere del Regno alla discesa della Nuova Gerusalemme dal cielo, la narrazione ci dice: “[Dio] asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”. — Rivelazione 21:2-4.
Pensate a ciò che questo significa. Questa vita attuale con le sue pene e le sue angustie non è di certo tutto quello che c’è. Il genere umano sarà liberato da ogni male mentale, emotivo e fisico derivato dall’imperfezione. L’angoscia mentale per le incertezze o le gravi calamità e i pericoli sarà una cosa del passato. La depressione, il vuoto e la solitudine accompagnati dall’afflizione emotiva non ci saranno più. Non si griderà o non si gemerà mai più a causa di acuti dolori fisici. Le amare lagrime non empiranno più gli occhi e non scenderanno più sulle gote. Non ci sarà più motivo perché alcuno si abbandoni a espressioni di angustia. Ristabiliti nella perfezione di mente e di corpo, gli uomini proveranno vero diletto nella vita per tutta l’eternità. Non vorreste essere fra quelli che riceveranno da Dio queste benedizioni?
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Ciò che la vita eterna ci offre sulla terraÈ questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XVII
Ciò che la vita eterna ci offre sulla terra
LA VITA con buona salute e in condizioni piacevoli per più di settanta o ottant’anni è per certo desiderabile. Infatti, gli scienziati hanno dedicato decine e decine d’anni alla ricerca dei modi per combattere l’invecchiamento e le infermità. Sovente essi esprimono la veduta che la mèta da perseguire sia quella di una vita media della durata di cento anni.
Comunque, pare che il pensiero di una vita senza fine non abbia la stessa attrattiva. Molti sono inclini ad argomentare: ‘Senza infermità, morte e qualche disturbo perderemmo apprezzamento per le cose buone. La vita eterna sulla terra sarebbe noiosa. Non avremmo più nulla da fare’. Forse avete udito esprimere tali pensieri, ma è questo il modo in cui voi personalmente considerate la vita? In realtà, questo modo di ragionare è corretto?
Abbiamo bisogno, per esempio, della malattia per non annoiarci della buona salute? Non si perde la gioia di vivere perché ci si sente bene. La sicurezza, l’ambiente piacevole, il lavoro interessante e produttivo e il cibo sano non fanno stancare della vita. Non è vero, piuttosto, che le cose che rendono la vita sgradevole sono la mancanza di cibo, l’ambiente spiacevole, le difficoltà e gli attriti? Un uomo non deve troncarsi una mano per apprezzare l’altra, non è vero? Possiamo godere e apprezzare le cose buone senza provare quelle cattive.
La vita nella perfezione umana non significa che tutti faranno ogni cosa ugualmente bene e con lo stesso vivo interesse. Ciò che la Bibbia offre è la promessa della vita senza infermità e morte. (Rivelazione 21:3, 4) Oggi le persone sane non sono tutte simili. Perché si dovrebbe concludere dunque che la perfezione di corpo e di mente le renderebbe virtuali copie le une delle altre? Esse saranno ancora varie in quanto alla personalità. Avranno varie preferenze circa lavoro, costruzioni, decorazioni domestiche, paesaggi, cibi e bevande, divertimenti, belle arti e simili. Le loro personali simpatie e preferenze influiranno molto sulle abilità e i campi di attività per cui mostreranno predilezione.
Ma sulla terra c’è realmente abbastanza da fare per gli uomini da mantenerli attivi per un’eternità? Non giungerebbe infine l’aumento di conoscenza a un arresto perché avremmo fatto ogni cosa?
SI PUÒ FARE MOLTO
Riflettete ora sulla vostra propria vita. Pensate che le vostre facoltà siano usate pienamente o lo saranno mai? Quante cose ci sono che vi sentite capaci di fare e vorreste compiere, se ne aveste il tempo e i mezzi necessari?
Forse vorreste acquistar talento in musica, pittura, scultura o intaglio, o imparare qualche cosa circa falegnameria, meccanica, progettistica o architettura, o studiare storia, biologia, astronomia o matematica, o intraprendere la coltivazione di certe piante o l’allevamento di animali, uccelli o pesci. Può darsi che vi piacerebbe viaggiare, vedere nuovi paesi. Molti vorrebbero fare non solo una, ma parecchie di queste cose. Ma anche se aveste i mezzi necessari, il tempo semplicemente non vi permetterebbe di fare tutte le cose che vorreste.
Per giunta, non vi assoggetta il tempo limitato a un certo grado di pressione per sbrigare le faccende? Non sarebbe un diletto operare senza doversi sentire spinti a fare le cose in fretta?
Esiste poco pericolo di rimanere senza nulla da fare. La nostra dimora, questa terra, è piena di una tale grande varietà di piante e creature viventi da offrire un potenziale illimitato per imparare cose nuove e far uso della conoscenza acquistata. Molti sono i segreti che appena si cominciano a scoprire. Pensate: Ci sono più di 30.000 varietà di pesci, circa 3.000 tipi di anfibi, circa 5.000 sorte di mammiferi e più di 9.000 specie di uccelli. Gli insetti, le più numerose creature viventi della terra, ammontano a circa 800.000 varietà. Gli scienziati credono che possono ancora rimanerne da scoprire da una a dieci milioni di varietà. A queste sono da aggiungere centinaia di migliaia di varietà di piante.
Quanti di noi conoscono anche la più piccola frazione dei viventi della terra per nome? Ancor più limitata è la nostra conoscenza delle interessanti abitudini e dell’essenziale ruolo che ciascuno di essi ha per la continuazione della vita sulla terra. Il potenziale per accrescere la conoscenza è stupendo.
Potete non aver mai udito parlare dei pesci tropicali d’acqua dolce noti come i ciclidi. Tuttavia uno scienziato, sullo studio che ne aveva fatto, osservò: “Per me, i ciclidi hanno richiesto 14 anni di studio”. Pensate quanti anni ci vorrebbero per studiare migliaia di creature viventi e piante, e con vero profitto.
Prendete per esempio i modesti cirripedi. Queste creature danno all’uomo considerevole fastidio quando si attaccano alle navi. I cirripedi devono essere scrostati dalle navi, poiché la loro presenza in gran numero causa notevole peso e può far aumentare il consumo di combustibile fino al 40 per cento. Si potrebbe essere inclini a pensare che ci sia poco da imparare da una creatura che apparentemente si rende così fastidiosa. Ma non è così.
Il cemento con cui il cirripede si attacca fermamente è spesso circa 1/1.000 di millimetro. Tuttavia la sua resistenza allo scrostamento dalla superficie supera i 500 chili per centimetro quadrato. Questo è due volte la forza delle resine epossidiche che nei recenti anni sono state impiegate per i veicoli spaziali. Quando fu sottoposto dai ricercatori alla temperatura di 350 gradi centigradi, il cemento dei cirripedi non si sciolse, e resisté alla temperatura di 230 gradi centigradi sotto zero senza incrinarsi o perdere l’involucro. Inoltre si riscontrò che il cemento dei cirripedi era resistente alla maggioranza dei solventi. Le sue rimarchevoli proprietà hanno incitato i ricercatori a cercar di produrre un cemento dei cirripedi artificiale, una “supercolla”.
Così, la conoscenza acquistata per mezzo della ricerca può recare all’uomo benefici. Oggi non c’è modo di sapere esattamente come molte cose fatte dai viventi della terra potrebbero essere utilizzate o duplicate dall’uomo per il suo uso. Ciò che si è appreso basta per mostrare che la riserva di conoscenza è stata appena scalfita.
Anche nei campi dove l’uomo ha fatto considerevoli ricerche resta ancora molto da scoprire. Per esempio, una delle cose sorprendenti che fanno le piante verdi è quella di mutare l’acqua e l’anidride carbonica in zucchero. Questo processo, noto come fotosintesi, rende ancora perplesso l’uomo malgrado circa due secoli di ricerche. Laurence C. Walker, fisiologo delle piante, notò che “se si svelasse il segreto, l’uomo potrebbe probabilmente alimentare il mondo, usando uno stabilimento della grandezza di un comune edificio scolastico”.
Tutto il genere umano potrebbe trarre enorme beneficio da una maggiore conoscenza delle piante e delle creature viventi. Avendo compreso l’interdipendenza dei viventi e delle loro necessità, l’uomo potrebbe evitar di sconvolgere inconsapevolmente l’equilibrio della vita. L’accurata conoscenza l’aiuterebbe a evitar di recare danno su se stesso e su altri viventi.
Per esempio, se i dannosi effetti del DDT fossero stati pienamente compresi e l’uomo avesse agito in armonia con la sua conoscenza, si sarebbe potuto evitare l’esteso inquinamento. Ma, per quanto sia triste, l’uomo ha fatto un uso indiscriminato del DDT. Qual è stato il risultato? Il dott. Lorenzo Tomatis dell’Istituto per la Ricerca sul Cancro in Francia dichiara: “Su questa terra non c’è nessun animale, nessun’acqua, nessun terreno che attualmente non sia contaminato dal DDT”. In alcuni casi la contaminazione da DDT è cresciuta negli animali e negli uccelli fino al punto di farli morire. Veramente, l’accurata conoscenza avrebbe potuto impedire questa tragica contaminazione.
L’uomo potrebbe anche continuare a imparare circa suono, luce, reazioni chimiche, elettronica, minerali e un gran numero di altre cose inanimate. E questo ancora lascia largamente inesplorate le vaste distese dello spazio extraterrestre. Quale campo d’investigazione è questo! L’universo contiene miliardi di galassie o sistemi stellari, e queste galassie possono abbracciare miliardi di stelle. — Salmo 8:3, 4.
Da non trascurare è che, anche senza lunghi anni di studio, le cose animate e inanimate possono stimolare la creatività e l’immaginazione degli uomini. I colori e i disegni che si trovano in piante, animali e cose inanimate non solo dilettano gli occhi, ma provvedono un’illimitata fonte di idee per le arti decorative. Non c’è nessuna ragione per temere che la creatività umana infine cessi d’essere stimolata e che la vita divenga tediosa e priva d’interesse.
Ma anche se ci fosse una remota possibilità di giungere al punto di conseguire la completa conoscenza della terra e di tutta la vita che è su di essa, questo di per sé renderebbe forse la vita noiosa? Considerate: In un anno una persona può mangiare più di mille pasti. All’età di quarant’anni un uomo può ben aver mangiato oltre quarantamila pasti. Ma col passare di ciascun anno diventa più noioso mangiare? L’uomo che ha mangiato quarantamila pasti prova più noia di chi ne ha mangiati circa la metà?
Può esserci vero godimento anche nelle cose che si ripetono. Chi di noi si annoia sentendo la leggera brezza, la carezza di quelli che amiamo, il suono del mormorio dei ruscelli, le onde che si frangono contro la spiaggia, il cinguettìo o il canto degli uccelli, la vista di spettacolari tramonti, fiumi serpeggianti, limpidi laghi, cascate d’acqua, ricchi prati, maestosi monti o file di palme lungo il lido, e odorando fiori dall’odore soave? — Si paragoni Cantico di Salomone 2:11-13.
OPPORTUNITÀ DI ESPRIMERE AMORE
Naturalmente, non basta imparare e mettere in pratica ciò che si è imparato perché la vita eterna sia ricca e significativa. Noi uomini abbiamo l’innato bisogno d’amare e d’essere amati. Quando sentiamo che altri hanno bisogno di noi, ci apprezzano e ci amano, desideriamo che la vita continui. Il nostro cuore si rallegra quando sappiamo che altri sentono la nostra mancanza quando siamo assenti, che hanno grande desiderio di rivederci. La compagnia di cari parenti e amici è edificante e incoraggiante. Se possiamo operare per quelli che amiamo, badando al loro benessere, proviamo felicità.
La vita eterna ci porrebbe dinanzi infinite opportunità di esprimere amore e di trarre beneficio dall’amore di altri. Ci darebbe il tempo necessario di fare conoscenza con consimili umani, d’apprezzarne le eccellenti qualità e di coltivare per loro intenso amore. Gli abitanti della terra sono davvero vari: sono vari per personalità, modi di vestire, preferenze di cibi, architettura, musica e altre arti. Il tempo che ci vuole per conoscere e apprezzare miliardi di uomini e per apprenderne l’esperienza e il talento supera l’immaginazione. Ma non sarebbe un piacere conoscere l’intera famiglia umana e poterne accettare ciascun membro come un carissimo amico?
Ciò che la vita eterna sulla terra potrebbe offrirci è ricco e rimunerativo. Come potremmo mai annoiarci quando c’è tanto che potremmo imparare e mettere profittevolmente in pratica? Come potremmo mai stancarci di esprimere pienamente amore ad altri? Il dott. Ignace Lepp nel suo libro Death and Its Mysteries osservò:
Quelli che hanno provato l’autentico amore e la conquista intellettuale sanno bene che non potranno mai giungere al punto della saturazione. Lo scienziato che consacra tutto il suo tempo e le sue energie alla ricerca sa che più impara, più c’è da imparare e più il suo appetito di conoscenza aumenta. In modo simile, quelli che amano veramente sanno che alla crescita del loro amore non c’è nessun limite immaginabile”.
Ma quando quelle opportunità offerte dalla vita eterna diverranno nostre? Quando il regno di Dio mediante Cristo le renderà possibili? E se dovessimo morire prima che venga quel tempo, ci sarebbe qualche possibilità d’essere riportati in vita?
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Perché molti ora viventi hanno l’opportunità di non morire maiÈ questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XVIII
Perché molti ora viventi hanno l’opportunità di non morire mai
È VICINO il tempo in cui il regno di Dio comincerà ad amministrare tutte le faccende della terra. Tu potrai essere fra quelli che vedranno le grandi benedizioni che porterà al genere umano. Questa non è un’infondata asserzione. Ci sono molte prove che la confermano, comprese le prove che tu hai viste personalmente.
Molti secoli fa Geova Dio rivelò il tempo esatto in cui avrebbe conferito il governo a colui che avrebbe designato Re sul mondo del genere umano. Per far questo usò simboli e trasmise alcune informazioni per mezzo di un sogno.
Che tali mezzi di comunicazione fossero impiegati da Dio per trasmettere queste essenziali informazioni agli uomini non dovrebbe suscitare dubbi. Considerate ciò che fanno ora gli uomini moderni per trasmettere informazioni. Messaggi segreti sono inviati in codice nello spazio. Questi messaggi in codice sono poi “interpretati” da uomini o da macchine. Questa maniera di comunicare informazioni serve a uno scopo. Così il significato delle informazioni è nascosto a quelli che non hanno diritto di conoscerlo.
In modo simile, Dio ha fatto uso di simbolismi non senza scopo. La comprensione di tali simbolismi richiede diligente studio. Ma molti non sono disposti a prendersi il tempo di capirli, perché non hanno vero amore verso Dio e verso la verità. Per cui, i “sacri segreti del regno” restano loro celati. — Matteo 13:11-15.
ANTICO SOGNO PROFETICO
Uno di quei “sacri segreti” è contenuto nel libro biblico di Daniele. Questo libro provvede nozioni essenziali per determinare il tempo in cui sarebbe stata data l’autorità reale al Re costituito da Dio. Nel quarto capitolo di questo libro si trova la narrazione di un sogno mandato da Dio al re Nabucodonosor di Babilonia. Qual era l’intento o lo scopo di quel sogno e del suo adempimento? Il racconto dice:
“Che i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno del genere umano e che lo dà a chi vuole, e stabilisce su di esso perfino l’infimo del genere umano”. — Daniele 4:17
Il contenuto del sogno fu basilarmente questo: Si vide abbattere un albero enorme al comando di un “santo”, di un angelo. Il ceppo dell’albero fu quindi legato per impedire che germogliasse. Doveva rimanere così legato in mezzo all’erba della campagna” per “sette tempi”. — Daniele 4:13-16.
Qual era il significato di quel sogno? Il profeta Daniele ne diede a Nabucodonosor l’ispirata spiegazione:
“L’albero che hai visto, . . . sei tu, o re, perché ti sei fatto grande e sei divenuto forte, e la tua grandezza s’è fatta grande e ha raggiunto i cieli, e il tuo dominio l’estremità della terra.
“E perché il re vide un vigilante, pure un santo, scendere dai cieli, che anche diceva: ‘Tagliate l’albero, e rovinatelo. Tuttavia, lasciatene il ceppo stesso nella terra, ma con un legame di ferro e di rame, fra l’erba della campagna, e si bagni della rugiada dei cieli, e la sua porzione sia con le bestie della campagna finché passino su di esso sette tempi stessi’, questa è l’interpretazione, o re, e il decreto dell’Altissimo è ciò che deve accadere al mio signore il re. E ti cacceranno dagli uomini, e la tua dimora sarà con le bestie della campagna, e la vegetazione della campagna daranno da mangiare pure a te proprio come ai tori; e ti bagnerai con la rugiada dei cieli, e passeranno su di te sette tempi, finché tu conosca che l’Altissimo domina sul regno del genere umano, e che egli lo dà a chi vuole.
“E perché dissero di lasciare il ceppo dell’albero, il tuo regno ti sarà sicuro dopo che avrai conosciuto che i cieli dominano”. — Daniele 4:20-26.
Tale sogno ebbe dunque un adempimento iniziale sul re Nabucodonosor. Per “sette tempi”, o sette anni letterali, Nabucodonosor fu insano. Il suo regno gli fu comunque tenuto al sicuro così che, dopo aver riacquistato la sanità mentale, assunse di nuovo il suo ufficio reale. — Daniele 4:29-37.
IL REGNO DELL’“INFIMO DEL GENERE UMANO”
Ma questo particolareggiato racconto sull’abbattimento dell’albero non si limitò al suo adempimento sul re Nabucodonosor. Come lo sappiamo? Lo sappiamo perché, come dice la stessa visione, ha relazione con il regno di Dio e con il dominio di colui che egli designa. E chi è l’eletto di Dio per il regno? Al re Nabucodonosor fu data la risposta, “l’infimo del genere umano”. — Daniele 4:17.
I fatti della storia provano innegabilmente che i governanti politici umani non si sono mostrati infimi. I governi umani e i loro governanti si sono esaltati e si son fatti una storia bestiale, combattendo l’uno contro l’altro guerre sanguinose. Non dovrebbe giungere perciò come una sorpresa che la Bibbia paragoni gli imperfetti governi o regni umani alle bestie e che mostri come infine saranno tutti privati del loro dominio. (Daniele 7:2-8) In quanto a chi prenderà il loro posto, la Bibbia riporta queste parole del profeta Daniele:
“Continuai a guardare nelle visioni della notte, ed ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d’uomo; e ottenne accesso all’Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui. E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina”. — Daniele 7:13, 14.
Qui non è descritto altri che Gesù Cristo, il quale nelle Scritture è designato sia come il “Figlio dell’uomo” che come il “Re dei re e Signore dei signori”. (Matteo 25:31; Rivelazione 19:16) Egli cedette volontariamente la sua posizione superiore nei cieli e divenne uomo, un “poco inferiore agli angeli”. (Ebrei 2:9; Filippesi 2:6-8) Come uomo, Gesù Cristo, anche sotto la più estrema provocazione, mostrò d’essere “d’indole mite e modesto di cuore”. (Matteo 11:29) “Quando era oltraggiato non rese oltraggio. Quando soffriva, non minacciò, ma continuò ad affidarsi a colui che giudica giustamente”. — 1 Pietro 2:23.
Il mondo del genere umano considerò Gesù Cristo come di nessun conto, rifiutandosi di accordargli l’onore che giustamente meritava. La situazione fu com’era stata predetta dal profeta Isaia: “Egli fu disprezzato e fu evitato dagli uomini, uomo fatto per le pene e per essere familiare con l’infermità. Ed era come se uno nascondesse la faccia da noi. Fu disprezzato, e non lo tenemmo in nessun conto”. — Isaia 53:3.
Non può esserci dubbio che Gesù corrisponde alla descrizione dell’“infimo del genere umano”. Quindi, il sogno profetico dell’abbattimento dell’albero deve additare il tempo in cui egli avrebbe ricevuto il regno sul mondo del genere umano. Questo sarebbe avvenuto alla fine dei “sette tempi”. Quanto durano questi “tempi? Quando iniziano? Quando finiscono?
DURATA DEI “SETTE TEMPI”
Più di sei secoli dopo il sogno di Nabucodonosor, comparve nella scena Gesù Cristo, dichiarando che “il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matteo 4:17) Egli poté dire questo, perché era presente in qualità di Re designato. Ma in quel tempo non ricevette il dominio sul mondo del genere umano. Così, in un’occasione quando altri erratamente concludevano che “il regno di Dio stesse per manifestarsi istantaneamente”, Gesù Cristo fece un’illustrazione mostrando che prima di ottenere tale potere del regno sarebbe passato un lungo periodo di tempo. (Luca 19:11-27) Perciò, è chiaro che nell’adempimento maggiore della profezia di Daniele i “sette tempi” si riferiscono a un periodo non di soli sette anni, ma di molti secoli.
La prova mostra che questi “sette tempi” ammontarono a 2.520 giorni, cioè a sette anni profetici di 360 giorni l’uno. Questo è confermato in altre parti della Bibbia che menzionano “tempi”, “mesi” e “giorni”. Per esempio, Rivelazione 11:2 parla di un periodo di “quarantadue mesi”, o di tre anni e mezzo. Nel versetto successivo, lo stesso periodo è menzionato come “milleduecentosessanta giorni”. Ora, se divideste 1.260 giorni per 42 mesi, otterreste 30 giorni per ciascun mese. Un anno di 12 mesi avrebbe pertanto la durata di 360 giorni. In base a ciò, “sette tempi” o sette anni, avrebbero la durata di 2.520 giorni (7 × 360).
La correttezza di questo calcolo è confermata da Rivelazione 12:6, 14, dove di 1.260 giorni si parla come di “un tempo e dei tempi e la metà di un tempo”, o di ‘tre tempi e mezzo’ (“tre anni e mezzo”, The New English Bible). Essendo sette il doppio di tre e mezzo, “sette tempi” sarebbero pari a 2.520 giorni (2 × 1.260).
Naturalmente, poiché si riferiscono a quando Gesù riceve il regno sul mondo del genere umano, i “sette i tempi” della profezia di Daniele si estendono a un periodo di assai più che 2.520 giorni di ventiquattro ore. C’è qualche modo per accertare la durata di ciascuno di questi “giorni”? Sì, la formula biblica per il giorno profetico è: “Un giorno per anno”. (Numeri 14:34; Ezechiele 4:6) Applicandola ai “sette tempi”, vediamo che ammontano a 2.520 anni.
INIZIO DEI “SETTE TEMPI”
Conoscendo la durata dei “sette tempi”, siamo ora in grado di investigare quando cominciarono. Di nuovo rivolgiamo l’attenzione a ciò che accadde a Nabucodonosor in adempimento del sogno profetico circa l’albero abbattuto. Considerate la sua situazione:
Al tempo in cui Nabucodonosor perse la sua sanità mentale esercitava il dominio del mondo, poiché Babilonia era allora sulla terra la potenza mondiale numero uno. Nel caso di Nabucodonosor l’abbattimento del simbolico albero significò una temporanea interruzione nel suo dominio come sovrano del mondo.
L’intero intento di ciò che Dio fece nel caso di Nabucodonosor implicò il governo del Re eletto da Dio. Che Nabucodonosor perdesse il suo trono per “sette tempi” dovette perciò essere simbolico. Di che cosa? Di una temporanea interruzione nel dominio o nella sovranità della disposizione di Dio, giacché, nel caso di Nabucodonosor, Geova Dio era colui che gli aveva permesso di pervenire alla posizione di governante del mondo e in seguito gli tolse temporaneamente tale posizione, come il re stesso riconobbe. (Daniele 4:34-37) Così ciò che accadde a Nabucodonosor dovette essere simbolico della rimozione della sovranità da un regno di Dio. Quindi, l’albero stesso rappresentò il dominio del mondo riguardo alla terra.
Una volta il governo che ebbe sede in Gerusalemme era un regno di Dio. Si diceva che i governanti della linea di discendenza reale di Davide sedevano sul “trono di Geova” e avevano il comando di regnare secondo la sua legge. (1 Cronache 29:23) Gerusalemme era perciò la sede del governo di Dio in senso rappresentativo.
Così quando i Babilonesi al comando di Nabucodonosor distrussero Gerusalemme, e il paese del suo dominio fu completamente desolato, il dominio del mondo passò nelle mani dei Gentili senza alcuna interferenza da parte di un regno che rappresentava la sovranità di Geova. Il Supremo Sovrano si trattenne dall’esercitare in questo modo il proprio dominio. Questo trattenersi dall’esercitare la sovranità sopra la terra per mezzo di un suo regno è paragonato all’atto di legare il rimanente ceppo dell’albero. Al tempo della distruzione e della totale desolazione di Gerusalemme, come città capitale che rappresentava l’espressione governativa della sovranità di Geova, essa cominciò a essere “calpestata”. Questo significa, perciò, che i “sette tempi” ebbero il loro inizio quando Nabucodonosor distrusse Gerusalemme e il paese di Giuda fu completamente desolato. Quando avvenne questo?
La Bibbia e la storia secolare possono essere usate per stabilire il 607 a.E.V. come la data di questo avvenimento.a Le prove sono le seguenti:
Gli storici secolari sono d’accordo che Babilonia cadde nelle mani di Ciro il Persiano l’anno 539 a.E.V. Questa data è confermata da tutte le narrazioni storiche dei tempi antichi che sono disponibili. La Bibbia rivela che nel suo primo anno di governo, Ciro emanò un decreto che permetteva agli esiliati Israeliti di tornare a Gerusalemme e di riedificare il tempio. Essendovi stato prima su Babilonia il breve regno di Dario il Medo, il primo anno di regno di Ciro su Babilonia si estese evidentemente dal 538 al 537 a.E.V. (Daniele 5:30, 31) Poiché per fare il viaggio si doveva percorrere una considerevole distanza, gli Israeliti dovettero essere di ritorno nelle loro città il “settimo mese” del 537 a.E.V. (anziché del 538 a.E.V.), ponendo fine alla desolazione di Gerusalemme e del paese di Giuda. (Esdra 3:1, 6) Ciò nondimeno, essi rimasero sotto il dominio gentile e perciò parlarono di se stessi come di ‘schiavi nel loro proprio paese’. — Neemia 9:36, 37.
Il libro biblico di II Cronache (36:19-21) mostra che dal tempo della distruzione di Gerusalemme e della desolazione del suo dominio a quello della restaurazione passò un periodo di settant’anni. Esso dice:
“[Nabucodonosor] bruciava la casa del vero Dio e abbatteva le mura di Gerusalemme; e bruciò col fuoco tutte le sue torri di dimora e anche tutti i suoi oggetti desiderabili, in modo da causar rovina. Per giunta, portò prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, ed essi furono servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia; per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per adempiere settant’anni”.
Contando a ritroso settant’anni dal tempo che gli Israeliti tornarono nelle loro città, cioè dal 537 a.E.V., giungiamo al 607 a.E.V. Fu quell’anno, perciò, che Gerusalemme, sede del governo di Dio in senso rappresentativo, cominciò a essere calpestata dalle nazioni gentili.
FINE DEI “SETTE TEMPI”
Gesù Cristo intese dire che Gerusalemme era calpestata in questo modo quando disse ai suoi discepoli: “Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. (Luca 21:24) Quei “fissati tempi” dovevano finire 2.520 anni dopo il 607 a.E.V. Questo sarebbe accaduto nell’anno 1914 E.V. Gerusalemme cessò allora d’esser calpestata?
È vero che la città terrena di Gerusalemme non vide nel 1914 E.V. la restaurazione di un re nella linea di discendenza reale di Davide. Ma una tal cosa non doveva attendersi. Perché no? La città terrena di Gerusalemme non aveva più dal punto di vista di Dio nessun significato sacro. Mentre era sulla terra, Gesù dichiarò: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli alla maniera in cui la gallina raduna la sua covata di pulcini sotto le ali, ma non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. (Luca 13:34, 35) Per giunta, il regno retto da Gesù Cristo non è un governo terreno con Gerusalemme o qualsiasi altra città come sua capitale. È un regno celeste.
Quindi, fu nei cieli invisibili che l’anno 1914 E.V. si vide l’adempimento di Rivelazione 11:15: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. Ciò che Gerusalemme rappresentava, cioè il governo messianico che dominava con approvazione divina, allora non era più calpestato. Ancora una volta ci fu un regno della dinastia davidica che, per nomina divina, esercitava il dominio sulle attività del genere umano. Gli avvenimenti visibili che dal 1914 E.V. hanno avuto luogo qui sulla terra in adempimento della profezia biblica provano che questo è quanto è accaduto.
Una di queste profezie si trova nel sesto capitolo del libro biblico di Rivelazione. Qui il conferimento a Gesù Cristo dell’autorità reale e gli avvenimenti che lo seguirono son descritti in termini simbolici.
Di Gesù che riceveva il regno il racconto dice: “Ecco, un cavallo bianco; e colui che vi sedeva sopra aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì vincendo e per completare la sua vittoria”. (Rivelazione 6:2) In seguito, il libro di Rivelazione identifica indubitabilmente il cavaliere di quel cavallo, dicendo: “Ecco, un cavallo bianco. E colui che vi sedeva sopra è chiamato Fedele e Verace, e giudica e guerreggia con giustizia. . . . E sul suo mantello, e sulla coscia, ha scritto un nome, Re dei re e Signore dei signori”. — Rivelazione 19:11-16.
In quanto a ciò che sarebbe accaduto qui sulla terra dopo che Gesù avrebbe ricevuto la “corona” del regno attivo sul mondo del genere umano, il capitolo 6 di Rivelazione continua:
“Uscì un altro cavallo color fuoco; e a colui che vi sedeva sopra fu concesso di togliere la pace dalla terra onde si scannassero gli uni gli altri; e gli fu data una grande spada. E quando aprì il terzo suggello, udii la terza creatura vivente dire: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo nero; e colui che vi sedeva sopra aveva in mano una bilancia. . . . E quando aprì il quarto suggello, udii la voce della quarta creatura vivente dire: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo pallido; e colui che vi sedeva sopra aveva nome la Morte. E l’Ades lo seguiva da vicino. E fu data loro autorità sulla quarta parte della terra, per uccidere con una lunga spada e con la penuria di viveri e con una piaga mortale e mediante le bestie selvagge della terra”. — Verss. 4-8.
Non si sono adempiute queste parole? Non infuriò dal 1914 in poi la spada della guerra globale? Certo! La prima guerra mondiale vide il massacro degli uomini in proporzioni mai viste in precedenza. Oltre nove milioni di combattenti morirono per ferite, infermità e altre cause. I morti civili per conseguenze dirette o indirette della guerra pure furono milioni. La seconda guerra mondiale soppresse un numero di vite ancor più grande. Si stima che fece cinquantacinque milioni di vittime fra civili e combattenti.
Non fu la terra percorsa dalla penuria di viveri, come da un cavallo nero? Sì, in molte parti dell’Europa, durante e dopo il periodo della prima guerra mondiale, ci fu la carestia. In Russia morirono milioni di persone. Dopo la seconda guerra mondiale venne quella che The World Book Encyclopedia (1973) descrive come “la più grande penuria mondiale di viveri nella storia”. E oggi il triste fatto è che sulla terra una persona su tre muore lentamente di fame o soffre di denutrizione.
La piaga mortale pure prese il suo pedaggio. Nel volgere di mesi, dal 1918 al 1919, la sola epidemia dell’influenza spagnola fece morire circa 20.000.000 di persone. Nessun singolo disastro aveva mai causato anteriormente una tale enorme distruzione di vite fra il genere umano.
Queste cose sono state invero troppo grandi per sfuggire all’attenzione. Joseph Carter, nel suo libro 1918 Year of Crisis, Year of Change, dice: “Quell’autunno [del 1918] si accumularono orrori su orrori, poiché erano davvero usciti tre dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: guerra, carestia e pestilenza”. Fino a questo giorno i simbolici cavalieri non hanno posto fine alla loro cavalcata.
Ci sono così le prove visibili che nel 1914 i legami di restrizione furon tolti dal simbolico ceppo dell’albero del sogno di Nabucodonosor. Geova Dio cominciò a esercitare l’autorità per mezzo del regno del suo Figlio, il Signore Gesù Cristo. Ma perché questo non migliorò le condizioni sulla terra? Perché il tempo in cui fu data a Cristo l’autorità di dominare sul genere umano è stato messo in relazione con le difficoltà?
Questo è accaduto perché Satana il Diavolo è contro il regno di Dio mediante Cristo. Egli combatté contro di esso al tempo in cui gli fu data autorità sul genere umano. Ma perse la battaglia e fu cacciato dai santi cieli insieme ai suoi demoni. Infuriato, egli e i suoi demoni suscitano fra il genere umano tutte le difficoltà che possono per ridurre tutti e tutto in rovina. Ecco perché, dopo aver descritto la guerra in cielo e i suoi risultati, il racconto della Bibbia continua: “Rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. — Rivelazione 12:7-12.
Quanto è breve questo periodo di tempo che rimane all’avversario del Regno? Gesù Cristo rivelò che il tempo della sua venuta nella gloria del Regno e della rimozione del sistema di cose empio sarebbe caduto entro la vita di una sola generazione di persone. Egli disse: “Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. — Matteo 24:3-42.
Quindi, alcuni della generazione che era in vita nel 1914 E.V. dovranno essere fra quelli che vedranno completare da Gesù la sua vittoria e assumere da lui il pieno controllo delle attività della terra. Ciò significa anche che molti ora viventi hanno l’opportunità di non morire mai. Come mai?
PERCHÉ MOLTI ORA VIVENTI NON SUBIRANNO LA MORTE
Completando la sua vittoria, Gesù Cristo come re agirà solo contro quelli che si saranno rifiutati di sottomettersi al suo governo. Quando confortava i propri conservi credenti che subivano persecuzione, l’ispirato apostolo Paolo scrisse su ciò, dicendo: “È giusto da parte di Dio rendere tribolazione a quelli che vi fanno tribolare, ma, a voi che soffrite tribolazione, sollievo con noi alla rivelazione del Signore Gesù dal cielo con i suoi potenti angeli in un fuoco fiammeggiante, allorché recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù. Questi stessi subiranno la punizione giudiziaria della distruzione eterna dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua forza”. — 2 Tessalonicesi 1:6-9.
Per certo non tutti si rifiutano di “conoscere” o di riconoscere nella propria vita l’autorità di Dio. Non tutti sono disubbidienti alla ‘buona notizia intorno a Gesù Cristo’. Benché pochi, quando si paragonano alla popolazione del mondo, c’è un corpo di cristiani che si sforzano strenuamente per mostrarsi devoti servitori di Dio e leali discepoli di Gesù Cristo. Quelli che il giorno dell’esecuzione divina si troveranno esclusivamente devoti a Geova Dio potranno esser certi di non essere spazzati via da quel giudizio. La Bibbia dice:
“Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda. Non avranno più fame né sete, né li colpirà più il sole né ardore alcuno, perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”. — Rivelazione 7:14-17
La prospettiva che è dinanzi alla grande folla dei superstiti della “tribolazione” non è la morte, ma la vita. L’“Agnello”, cioè il Signore Gesù, li guiderà alle “fonti delle acque della vita”. Questa non è vita per soli settanta o ottanta anni, ma per sempre. Egli applicherà loro i benefici del suo sacrificio d’espiazione dei peccati, liberandoli dal peccato e dai suoi mortiferi effetti. Intanto che risponderanno con ubbidienza al suo aiuto, conseguiranno la perfezione umana, senza dover morire.
Da parte di Satana e della sua orda demonica non ci sarà nessuna interferenza che ne ostacoli il progresso. Dopo che la “grande tribolazione” avrà posto fine al terrestre sistema di cose malvagio, Satana sarà inabissato per mille anni. La simbolica descrizione biblica di questo avvenimento dice: “Vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Ed egli afferrò il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. E lo scagliò nell’abisso e chiuse e sigillò questo su di lui, affinché non sviasse più le nazioni”. (Rivelazione 20:1-3) Così, come se fossero morti, Satana e i suoi demoni non saranno in grado di causare difficoltà al genere umano.
La Bibbia chiaramente addita la generazione vivente nel 1914 E.V. come quella che pure vedrà introdurre il dominio del Regno libero dall’interferenza satanica. Quindi, molti oggi viventi hanno l’opportunità di non morire mai. Essi sopravvivranno alla distruzione dell’attuale sistema empio e in seguito saranno gradualmente liberati dal peccato e portati alla perfezione umana. Come uomini senza peccato saranno quindi esenti dal salario del peccato, la morte. — Romani 6:23.
Questo rende urgente che tu ti schieri dalla parte del re Gesù Cristo, se non l’hai già fatto, e che tu viva ora come suo leale suddito. Questo è ciò che i cristiani testimoni di Geova cercano di fare, essendo ansiosi d’aiutare altri a fare la stessa cosa.
[Nota in calce]
a I moderni storici secolari non presentano in genere il 607 a.E.V. come la data di questo avvenimento, ma dipendono dagli scritti di uomini vissuti secoli dopo che ciò era accaduto. D’altra parte, la Bibbia contiene la testimonianza di testimoni oculari, e stabilisce fattori che sono ignorati dagli scrittori secolari. Per di più, l’adempimento della profezia biblica alla fine dei “sette tempi” prova la data al di là di ogni dubbio. In quanto alla ragione per cui i dati cronologici della Bibbia sono degni di fiducia più della storia secolare, si veda il libro Aid to Bible Understanding (Ausiliario per capire la Bibbia), pagg. 322-348.
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Miliardi ora morti presto torneranno a vivereÈ questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XIX
Miliardi ora morti presto torneranno a vivere
L’AMMINISTRAZIONE del Regno retta da Gesù Cristo e dai suoi 144.000 governanti associati conferirà invero splendide benedizioni ai superstiti della “grande tribolazione”. In quel tempo i dannosi effetti derivanti dal peccato che Adamo commise a danno suo e della sua progenie non saranno ricordati in modo da essere mentalmente ed emotivamente penosi. Le ispirate parole del profeta Isaia promettono: “Le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore”. — Isaia 65:17.
Perché questo accada, i dolori e le afflizioni che risultano dai mortiferi effetti del peccato dovranno essere completamente eliminati. Ciò includerebbe il ritorno alla vita di miliardi di persone ora morte. Perché?
Ebbene, se tu fossi sopravvissuto alla “grande tribolazione”, saresti davvero felice di sapere che i tuoi cari amici e parenti vissuti in anni precedenti sarebbero ancora privi della vita e delle sue benedizioni? Non ti addolorerebbe questo il cuore e la mente? Per eliminare ogni possibilità di tale pena, i morti devono esser destati. Solo se possono essere riportati alla vita e assistiti a conseguire la perfezione di corpo e di mente saranno pienamente cancellati i dannosi effetti del peccato.
Le Sacre Scritture ci assicurano che i morti in genere torneranno a vivere. Sarà data loro l’opportunità di avere più che la breve vita che finì con la loro morte. Geova Dio ha dato al suo Figlio Gesù Cristo il potere di risuscitarli. (Giovanni 5:26-28) Che Gesù sia stato dotato del potere di destare i morti concorda col fatto che nella Bibbia si fa profeticamente riferimento a lui come al “Padre eterno”. (Isaia 9:6) Avendo destato alla vita quelli che dormono nella morte, Gesù ne diverrà il Padre. — Si paragoni Salmo 45:16.
BASE PER CREDERE
Chi accetta l’esistenza di Dio non dovrebbe avere nessun problema a credere con fermezza nella risurrezione. Non è ragionevole che Colui il quale in origine diede inizio alla vita umana sia anche abbastanza sapiente da riportare i morti alla vita, da ricreare uomini morti? Geova Dio ha promesso personalmente che i morti torneranno a vivere. Ha anche compiuto opere potenti che rafforzano la fiducia in questa promessa.
Geova Dio diede ad alcuni suoi fedeli servitori il potere di destare realmente i morti. A Zarefat, non lontano dalla spiaggia orientale del mar Mediterraneo, Elia il profeta risuscitò il figlio unico di una vedova. (1 Re 17:21-23) Il suo successore Eliseo destò l’unico figlio d’una preminente donna ospitale di Sunem, nella parte settentrionale di Israele. (2 Re 4:8, 32-37) Gesù Cristo risuscitò la figlia di Iairo, presidente di una sinagoga presso il mare di Galilea; il figlio unico di una vedova a Nain, a sud-ovest del mare di Galilea; e il suo caro amico Lazzaro, che era morto da quattro giorni ed era stato seppellito non lontano da Gerusalemme. (Marco 5:22, 35, 41-43; Luca 7:11-17; Giovanni 11:38-45) A Ioppe, sulla costa mediterranea, l’apostolo Pietro destò dai morti Tabita (Gazzella). (Atti 9:36-42) E l’apostolo Paolo, a una sosta nella provincia romana dell’Asia, risuscitò Eutico dopo che era caduto da una finestra al terzo piano ed era morto. — Atti 20:7-12.
La risurrezione più rimarchevole fu quella di Gesù Cristo stesso. Questo ben attestato avvenimento storico fornisce la più vigorosa prova che c’è una risurrezione. Questo è ciò che l’apostolo Paolo indicò a quelli che si riunirono nell’Areopago di Atene, in Grecia: “[Dio] ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito, e ne ha fornito garanzia a tutti in quanto lo ha risuscitato dai morti”. — Atti 17:31.
La risurrezione di Gesù fu un fatto stabilito al di là di ogni ombra di dubbio. C’erano assai più di due o tre testimoni che potevano attestarla. Infatti, in un’occasione il risuscitato Gesù Cristo apparve a oltre cinquecento discepoli. La sua risurrezione fu così ben confermata che l’apostolo Paolo poté dire che negare la risurrezione significava negare la fede cristiana nel suo insieme. Egli scrisse: “Se, in realtà, non vi è risurrezione dai morti, nemmeno è stato destato Cristo. Ma se Cristo non è stato destato, la nostra predicazione è certamente vana, e la nostra fede è vana. Inoltre, noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, perché abbiamo recato testimonianza contro Dio ch’egli ha destato Cristo, ma il quale egli non ha destato se i morti non sono realmente destati”. — 1 Corinti 15:13-15.
I primi cristiani, come l’apostolo Paolo, sapevano con certezza che Gesù era stato destato dai morti. La loro convinzione che sarebbero stati compensati con la risurrezione era così vigorosa da esser disposti ad affrontare gravi persecuzioni, perfino la stessa morte.
RISURREZIONE ALLA VITA SPIRITUALE
La risurrezione di Gesù Cristo mostra che destare i morti non significa riportare in vita lo stesso corpo. Gesù fu destato non alla vita umana, ma alla vita spirituale. Riferendosi a ciò, l’apostolo Pietro scrisse: “Infatti, anche Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito”. (1 Pietro 3:18) Alla sua risurrezione Gesù ricevette un corpo non di carne e sangue, ma un corpo adatto alla vita celeste. — 1 Corinti 15:40, 50.
Quel corpo spirituale fu, naturalmente, invisibile agli occhi umani. Quindi, per farsi vedere dai suoi discepoli dopo la sua resurrezione, Gesù dovette assumere la carne. Si noti che Gesù non fu sepolto col vestito, ma fu avvolto in bende di lino fine. Dopo la sua risurrezione, le bende rimasero nella tomba. Così, proprio come Gesù dovette materializzare il vestito, egli assunse anche la carne per rendersi visibile ai suoi discepoli. (Luca 23:53; Giovanni 19:40; 20:6, 7) Strano? No, questo era esattamente ciò che gli angeli avevano fatto prima di questo tempo quando erano apparsi agli uomini. Il fatto che Gesù materializzasse un corpo di carne spiega perché in principio i suoi discepoli non sempre lo riconobbero e perché poté apparire e scomparire all’improvviso. — Luca 24:15-31; Giovanni 20:13-16, 20.
Solo i 144.000 coeredi che sono associati con Gesù Cristo nel governo avranno una risurrezione simile alla sua. Parlando di quella risurrezione alla vita spirituale, la Bibbia ci narra:
“Ciò che semini non è reso vivente se prima non muore; e in quanto a ciò che semini, tu semini non il corpo che nascerà, ma un nudo granello, forse di grano o d’alcuno degli altri; ma Dio gli dà un corpo come gli è piaciuto, e a ciascun seme il proprio corpo. . . .
“Così è anche la risurrezione dei morti. È seminato nella corruzione, è destato nell’incorruzione. È seminato nel disonore, è destato nella gloria. È seminato nella debolezza, è destato nella potenza. È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale. Se vi è un corpo fisico, ve n’è anche uno spirituale. Così è anche scritto: ‘Il primo uomo Adamo divenne anima vivente’. L’ultimo Adamo divenne spirito vivificante. Tuttavia, il primo non è ciò che è spirituale, ma ciò che è fisico, poi ciò che è spirituale. Il primo uomo è dalla terra e fatto di polvere; il secondo uomo è dal cielo. Come è quello fatto di polvere, così sono anche quelli fatti di polvere; e come è il celeste, così sono anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine di quello fatto di polvere, porteremo anche l’immagine del celeste”. — 1 Corinti 15:36-49.
RISURREZIONE ALLA VITA SULLA TERRA
Ma che dire di quelli che, a differenza di Gesù Cristo e dei suoi 144.000 governanti associati, saranno risuscitati alla vita sulla terra? Poiché son ‘tornati nella polvere’, dovrà Dio rimettere insieme tutti gli atomi che una volta formarono il loro corpo affinché il loro corpo sia identico sotto ogni aspetto a ciò che erano al momento della morte?
No, questo non potrebbe semplicemente avvenire. Perché no? Prima di tutto, perché questo significherebbe che sarebbero riportati in vita in una condizione da moribondi. Le persone risuscitate in passato non furono riportate nella medesima condizione da infermi in cui erano prima di morire. Sebbene al tempo della loro risurrezione non fossero perfetti, essi ebbero un corpo integro, convenevolmente sano.
Per giunta, non sarebbe ragionevole insistere che si radunino con esattezza gli stessi atomi per formare il loro corpo ricostruito. Dopo la morte, e per mezzo del processo di decomposizione, il corpo umano si trasforma in altre sostanze chimiche organiche. Queste possono essere assimilate dalle piante, e le persone possono mangiare queste piante o il loro frutto. Così gli elementi atomici che formavano la persona deceduta possono infine venire a trovarsi in altre persone. È ovvio che al tempo della risurrezione non si potranno rimettere insieme gli stessi atomi in ogni persona che si riporta dai morti.
Che cosa significa dunque la risurrezione per l’individuo? Significa che è riportato alla vita come la stessa persona. E che cosa fa di un individuo la persona che egli è? È la sostanza chimica che costituisce il suo corpo? No, in quanto le molecole del corpo sono regolarmente sostituite. Ciò che in realtà lo distingue dagli altri, dunque, è il suo generale aspetto fisico, la sua voce, la sua personalità, le sue esperienze, la sua crescita mentale e la sua memoria. Così quando Geova Dio, per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo, desta una persona dai morti, egli provvede evidentemente a quella persona un corpo dotato degli stessi tratti che aveva prima. La persona risuscitata avrà la stessa memoria che aveva acquistata al tempo della sua vita e avrà di tale memoria la piena consapevolezza. La persona potrà identificarsi, e quelli che la conobbero potranno pure riconoscerla.
‘Ma se una persona è stata così ricreata’, può dire qualcuno, ‘è realmente la stessa persona? Non è semplicemente una copia?’ No, poiché questo ragionamento trascura il fatto menzionato in precedenza che anche nella vita del nostro corpo avvengono di continuo cambiamenti. Circa sette anni fa le molecole che formavano il nostro corpo erano diverse dalle molecole che lo formano oggi. Col passar degli anni siamo diversi anche nell’aspetto. Ma, non abbiamo le stesse impronte digitali? Non siamo la stessa persona? Certissimamente.
Quelli ai quali la risurrezione sembra quasi incredibile dovrebbero riflettere a un meraviglioso processo simile che ha luogo al tempo della concezione umana. La minuscola cellula che si forma allorché si uniscono lo sperma e l’uovo ha in sé il potenziale per divenire una persona diversa da qualsiasi altra persona che sia mai vissuta. Entro questa cellula sono i fattori che dirigono la costruzione dell’individuo e la formazione della basilare personalità che eredita dai suoi genitori. Quindi, naturalmente, gli avvenimenti che si verificano in seguito nella sua vita ne accrescono la personalità. In modo simile a ciò che accade al tempo della concezione, al tempo della risurrezione o ricreazione il deceduto riavrà la sua personalità e gli sarà restituito il ricordo della sua vita, essendo impresse in tutte le cellule del suo corpo le caratteristiche che lo rendono diverso da tutte le altre persone. E nel suo cuore, nella sua mente e nel suo corpo saranno stati impressi le ulteriori qualità, i tratti e le capacità acquisiti nella sua vita precedente.
Riguardo al Creatore, l’ispirato salmista notò: “I tuoi occhi videro pure l’embrione di me, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti, riguardo ai giorni quando si formarono e non c’era ancora nessuno fra loro”. (Salmo 139:16) Conformemente, appena al tempo della concezione si siano formate le combinazioni genetiche, Geova Dio è in grado di percepire e di avere la prova dei tratti basilari di un bambino. Così è del tutto logico che egli sia in grado d’avere l’accurata storia secondo cui ricreare uno che è morto.
Possiamo aver fiducia nella perfetta memoria di Geova. Infatti, anche uomini imperfetti, per mezzo di nastri televisivi, possono preservare e costruire riproduzioni audiovisive di persone. Assai più grande è la capacità di Dio di conservare tali prove, poiché egli chiama per nome tutte le innumerevoli stelle! — Salmo 147:4.
Perciò, si può vedere che la risurrezione o ricreazione è possibile perché gli individui deceduti vivono nella memoria di Dio. A causa della sua perfetta memoria dei modelli di vita e del suo proposito di risuscitare i morti, Geova Dio poté considerare defunti uomini di fede quali Abraamo, Isacco e Giacobbe come se fossero in vita. Questo è ciò che Gesù Cristo richiamò all’attenzione degli increduli Sadducei, dicendo: “Che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘L’Iddio di Abraamo, e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe’. Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi, poiché per lui sono tutti viventi”. — Luca 20:37, 38.
In realtà c’è un’ampia base per credere nella risurrezione o ricreazione. È vero che alcuni possono rifiutare l’idea. Ma ti troveresti meglio chiudendo gli occhi e la mente alle prove e rifiutandoti di credere nella risurrezione? Ti sarebbe più facile perdere un caro parente o amico nella morte? Saresti meglio preparato ad affrontare la triste prospettiva della tua propria morte?
Sapendo che questa vita non è tutto quello che c’è si è liberati dal timore che essa sia prematuramente stroncata con mezzi violenti. Questo timore è stato sfruttato da Satana il Diavolo che ha tenuto il popolo nella schiavitù, sospingendolo per mezzo dei suoi agenti terreni a fare ciò che desidera. (Matteo 10:28; Ebrei 2:14) Avendo timore di poter essere giustiziati, molti non hanno seguito i dettami della propria coscienza e han commesso per codardia delitti contro l’umanità, come si fece nei campi di concentramento della Germania nazista.
Chi ha forte fede nella risurrezione è comunque rafforzato nella sua determinazione di fare ciò che è giusto anche se questo potrebbe significare la sua morte. La vita che godrà dopo la risurrezione dai morti è per lui assai più preziosa dei pochi anni di vita di adesso. Egli non vuole mettere in pericolo la propria opportunità di guadagnare la vita eterna per ciò che, in paragone, potrebbe difficilmente chiamarsi un prolungamento della sua vita. È come gli uomini dei tempi antichi di cui il libro biblico di Ebrei narra: “Furono torturati perché non accettarono la liberazione mediante qualche riscatto [qualche compromesso di ciò che è giusto], onde ottenessero una risurrezione migliore”. — Ebrei 11:35.
Per certo quelli che hanno fiducia nella promessa di Dio che desterà i morti si trovano molto meglio di quelli che non hanno la speranza della risurrezione. Possono attendere il futuro senza timore.
Le prove bibliche mostrano che questo sistema presto giungerà alla sua fine, entro questa generazione, e che sarà sostituito da un’amministrazione giusta retta da Gesù Cristo e dai governanti a lui associati. Per questo miliardi ora morti torneranno presto a vivere e cominceranno a ricevere il beneficio del dominio del Regno. Come sarà splendido che i superstiti della “tribolazione” accolgano i morti che torneranno! Pensa alla gioia di poter avere di nuovo l’incoraggiante compagnia di cari amici e diletti parenti, di udire le loro voci familiari e di vederli in buona salute.
Quale effetto dovrebbe avere questo su di te? Non dovrebbe spingerti a ringraziare Dio della meravigliosa speranza della risurrezione? Non dovrebbe la tua gratitudine spingerti a fare tutto ciò che puoi per apprendere di lui e quindi per servirlo fedelmente?
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Non è possibile che chi fa crescere un bambino nel seno di sua madre faccia anche risuscitare i morti?
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Per chi la risurrezione recherà benefici?È questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XX
Per chi la risurrezione recherà benefici?
SULLA risurrezione dei morti sorgono molte domande. Chi saranno i risuscitati? I bambini? I fanciulli? Sia i giusti che i malvagi? Quelli che erano sposati si riuniranno ai loro coniugi precedenti?
La Bibbia non menziona tutti i particolari sulla risurrezione. Comunque, contiene la meravigliosa promessa che i morti saranno destati alla vita e dà sufficienti particolari per stabilire la fede in tale promessa. Dovrebbe il suo silenzio su certe questioni impedirci d’apprezzare la correttezza di tale promessa?
Quando trattiamo con i nostri simili non ci attendiamo che siano specificati tutti i particolari, non è vero? Per esempio, se tu fossi invitato a un banchetto, non chiederesti a chi ti rivolge l’invito: ‘Dove si metteranno a sedere tutte le persone? Siete preparati a cucinare per tanti? Come posso esser sicuro che avrete abbastanza posate e piatti?’ Fare tali domande sarebbe un insulto, non vi pare? Nessuno penserebbe di chiedere a chi lo ospiterà: ‘Prima convincimi che mi divertirò’. Ricevuto l’invito e conosciutane l’origine, dovrebbe bastare per aver fiducia che le cose andranno bene.
Veramente, nessuno apprezzerebbe la richiesta di spiegare o di provare ogni dichiarazione che fa. Diciamo che un conoscente descriva un avvenimento in cui salvò una persona che stava per annegare. Se è un amico rispettato, non gli chiederemo di dar prova che fece effettivamente le cose descritte. Se richiedessimo questo mostreremmo mancanza di fiducia. Non sarebbe una base per edificare e mantenere l’amicizia. È quindi ovvio che chi non volesse accettare la promessa di Dio d’una risurrezione senza aver prima chiarito tutti i particolari non potrebbe mai essere considerato come Suo amico. Dio accetta come suoi amici solo quelli che esercitano fede, quelli che confidano nella sua parola. (Ebrei 11:6) Egli provvede abbondanti prove su cui basare tale fede, ma non costringe le persone a credere fornendo e provando ogni singolo particolare così che la fede non sia necessaria.
Quindi l’assenza di certi particolari serve a provare le persone in quanto a ciò che è nel loro cuore. Ci sono quelli che hanno un’alta opinione di se e delle loro proprie idee preferite, e che seguono un corso di indipendenza. Non vogliono render conto a nessuno. La credenza nella risurrezione richiederebbe da parte loro di riconoscere il bisogno di vivere in armonia con la volontà di Dio. Ma non vogliono far questo. Pertanto, a causa dell’assenza di certi particolari sulla risurrezione, possono trovare ciò che considerano una giustificazione per la loro miscredenza. Essi sono molto simili ai Sadducei del tempo del ministero terreno di Gesù. I Sadducei si rifiutarono di credere nella risurrezione e indicarono ciò che pensavano fosse un problema insormontabile. Dissero a Gesù:
“Maestro, Mosè ci ha scritto: ‘Se a un uomo muore il fratello, avendo moglie, ma questo è rimasto senza figli, suo fratello deve prendere la moglie e suscitare da lei progenie al suo fratello’. Vi erano dunque sette fratelli; e il primo prese moglie e morì senza figli. E il secondo e il terzo la presero. Similmente anche i sette: non lasciarono figli ma morirono. Infine, morì anche la donna. Quindi, nella risurrezione, di quale di essi sarà la moglie? Poiché i sette l’ebbero in moglie”. — Luca 20:28-33.
Rispondendo alla loro domanda, Gesù Cristo smascherò l’errore del ragionamento dei Sadducei e diede enfasi alla sicurezza della promessa della risurrezione. Egli rispose:
“I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano e non sono dati in matrimonio. . . . Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘l’Iddio di Abraamo, e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe’. Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi, poiché per lui sono tutti viventi”. — Luca 20:34-38.
PERCHÉ LA RISURREZIONE NON OFFRE NESSUNA PROMESSA DI MATRIMONIO
In base alla risposta che Gesù diede ai Sadducei, alcuni si possono turbare per il fatto che egli disse che fra i risorti dai morti non ci sarà nessun matrimonio. Essi possono anche pensare che senza matrimonio la risurrezione sia qualche cosa di indesiderabile, che non sarebbe per loro utile.
Comunque, quando ragioniamo sulla risposta di Gesù, facciamo bene a ricordare che siamo imperfetti. Le nostre preferenze e rinunce sono in gran parte condizionate dalle cose a cui ci siamo abituati. Quindi nessuno ha in realtà alcuna base per esser sicuro che i provvedimenti futuri che Dio prenderà per i risuscitati non gli piaceranno. E poi, non tutti i particolari sono stati forniti. Questa è stata realmente una benevolenza da parte di Dio. Infatti, come uomini imperfetti, dapprima potremmo reagire sfavorevolmente alle cose che in uno stato perfetto riempirebbero la nostra vita di gioia. Tali particolari potrebbero dunque andare oltre la nostra attuale capacità di riceverli. Cristo Gesù mostrò consapevolezza e considerazione per le limitazioni degli uomini imperfetti, come si comprende da ciò che in un’occasione disse ai suoi discepoli: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente”. — Giovanni 16:12.
Quelli che otterranno la risurrezione alla vita spirituale immortale nei cieli non hanno nessun concetto di come sarà. Non possono paragonarla a nulla che conoscono sulla terra. I loro corpi saranno completamente diversi. Tutte le distinzioni sessuali che appartengono alle creature umane saranno per loro cose del passato. Fra quelli che saranno destati alla vita spirituale nei cieli non potrà esserci dunque nessun matrimonio, perché, come un corpo, diverranno tutti insieme la “sposa” di Cristo.
Ma che dire di quelli che saranno riportati dai morti alla vita sulla terra? Si riuniranno ai loro precedenti coniugi? Nella Bibbia nessuna dichiarazione indica che ciò avvenga. Le Scritture mostrano chiaramente che la morte scioglie il matrimonio. Romani 7:2, 3 dice: “La donna sposata è dalla legge legata al proprio marito mentre egli è vivente; ma se il marito muore, è esonerata dalla legge del marito . . . così che non è adultera se diviene di un altro uomo”.
Quindi, se una persona preferisce ora risposarsi, non deve preoccuparsi dell’effetto che questo potrà avere in futuro su un coniuge risuscitato. Se non desidera rimanere nello stato di vedovanza, non deve lottare per mantenerlo con la speranza che alla risurrezione possa riunirsi in matrimonio con il suo coniuge precedente. Quindi, fu di certo una benignità da parte di Dio non richiedere che la precedente relazione coniugale avesse vigore al tempo della risurrezione di una persona, come erroneamente pensavano i Sadducei.
Mentre non sappiamo dove i risuscitati vivranno sulla terra o con chi, possiamo esser certi che qualunque disposizione esista contribuirà alla felicità dei risuscitati. I doni di Dio, compresa la risurrezione, soddisferanno pienamente i desideri e i bisogni dell’ubbidiente genere umano. I suoi doni sono perfetti, senza difetto. (Giacomo 1:17) I generosi doni che abbiamo già ricevuti come espressioni del suo amore ce ne convincono.
FANCIULLI E ALTRI DA RISUSCITARE
Che dire dei fanciulli che muoiono? Torneranno essi pure alla vita quando su questa terra prevarrà la giustizia? Questo è sicuramente ciò che i genitori amorevoli vorrebbero per qualsiasi figlio che abbiano perduto nella morte. E c’è una solida base per nutrire tale speranza.
Fra quelli che la Bibbia narra che vennero risuscitati ci furono i fanciulli. La figlia di Iairo, che abitava in Galilea, aveva circa dodici anni; Gesù la fece tornare in vita. (Luca 8:42, 54, 55) I ragazzi che furono destati dai morti dai profeti Elia ed Eliseo poterono essere più grandi o più piccoli. (1 Re 17:20-23; 2 Re 4:32-37) Avendo considerato queste passate risurrezioni di fanciulli, non è giusto attendere che una risurrezione di fanciulli in grandi proporzioni avvenga durante il dominio reale di Gesù? Certissimamente! Possiamo essere sicuri che qualsiasi cosa Geova Dio si sia proposta a questo riguardo sarà giusta, saggia e amorevole per tutti gli interessati.
La Bibbia rivela che la grande maggioranza del genere umano — uomini, donne e fanciulli — saranno destati dai morti. Come l’apostolo Paolo affermò nella sua difesa dinanzi al governatore Felice: “Ho in Dio la speranza . . . che vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) I “giusti” sono quelli che vissero nel favore di Dio. Gli “ingiusti” sono il resto del genere umano. Ma significa questo che ogni individuo morto abbia una risurrezione? No, non significa questo.
QUELLI CHE NON SARANNO RISUSCITATI
Certuni sono stati giudicati da Dio come non meritevoli di risurrezione. Riguardo a quelli che nel tempo attuale si rifiutano di sottomettersi al governo di Cristo e non fanno del bene ai suoi “fratelli” sulla terra, la Bibbia dice: “Questi andranno allo stroncamento eterno”. (Matteo 25:46) Essi subiranno questo stroncamento eterno quando Gesù Cristo, insieme alle sue forze angeliche, distruggerà nella “grande tribolazione”, ora vicina, tutti gli oppositori del suo giusto governo.
In quanto a chiunque ha la prospettiva del regno dei cieli e avrà dato prova d’infedeltà verso Dio, ci viene detto: “Non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. — Ebrei 10:26, 27.
Inoltre, ci sono classi di persone delle quali si dice che subiranno la distruzione eterna. Gesù Cristo indicò che gli impenitenti Farisei e altri capi religiosi del suo giorno come classe avevano peccato contro lo spirito santo. Di tale peccato egli disse: “Ogni peccato e bestemmia saranno perdonati agli uomini, ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata. Per esempio, a chiunque dica una parola contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato, no, né in questo sistema di cose né in quelli avvenire”. (Matteo 12:31, 32) Non essendovi per tale peccato nessun perdono, tutti i colpevoli d’aver negato le ovvie manifestazioni dello spirito di Dio pagheranno la pena di tale peccato imperdonabile rimanendo morti per sempre.
Escluso ciò che la Bibbia dice con esattezza di quelli che son periti per sempre, non siamo in grado di affermare che particolari individui non saranno destati dai morti. Il fatto che alcuni non lo saranno dovrebbe comunque servirci come un avvertimento per evitare la condotta che porta alla disapprovazione divina.
RISURREZIONE DI GIUDIZIO
Che la maggioranza del genere umano sia destata dai morti è veramente da parte di Dio un’immeritata benignità. È qualche cosa che Dio non è obbligato a fare, ma il suo amore e la sua compassione per il genere umano lo spinsero a porne la base provvedendo il suo Figlio come riscatto. (Giovanni 3:16) Che alcuni uomini non apprezzino d’essere risuscitati dai morti con la prospettiva della vita eterna è, perciò, difficile da immaginare. Tuttavia ci saranno alcuni che non mostreranno verso Geova Dio un attaccamento pieno, incrollabile e leale. Essi perderanno perciò le benedizioni eterne che il ritorno alla vita avrà offerto loro.
Gesù Cristo richiamò l’attenzione su questo quando parlò di una “risurrezione di giudizio” e la mise in contrasto con la “risurrezione di vita”. (Giovanni 5:29) Il fatto che la vita è qui messa in contrasto col giudizio rende chiaro che vi è implicato un giudizio di condanna. Che cos’è questa condanna?
Per capirlo, mettete prima in contrasto la situazione dei risuscitati alla vita terrestre con quella dei risuscitati alla vita celeste. Dei partecipanti alla “prima risurrezione” la Bibbia dice: “Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte”. (Rivelazione 20:6) Destàti alla vita immortale nei cieli, i 144.000 coeredi di Cristo non possono morire. La loro lealtà verso Dio è così sicura che egli può affidare loro una vita indistruttibile. Ma questo non è il caso di tutti i destati alla vita sulla terra. Alcuni di questi ultimi diverranno sleali verso Dio. Il giudizio di condanna emesso su di loro per l’infedeltà sarà la “seconda morte”, una morte dalla cui “autorità” non è possibile nessun ritorno.
Tuttavia perché qualcuno finirebbe per seguire un corso che lo porterebbe al giudizio di condanna, quando gli è stato concesso l’immeritato favore d’esser destato dai morti?
La risposta a questa domanda può meglio capirsi alla luce di ciò che Gesù Cristo disse di quelli che sarebbero stati risuscitati. Rivolgendosi ai suoi increduli connazionali, Gesù disse:
“Gli uomini di Ninive sorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno; perché essi si pentirono alla predicazione di Giona, ma, ecco, qui c’è più di Giona. La regina del meridione sarà destata nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dai confini della terra per udire la sapienza di Salomone, ma, ecco, qui c’è più di Salomone”. — Matteo 12:41, 42; Luca 11:31, 32.
Riferendosi a una città che si sarebbe ostinatamente rifiutata d’ascoltare il messaggio della verità, Gesù notò:
“Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma e Gomorra che per quella città”. — Matteo 10:15; si veda anche Matteo 11:21-24.
In che modo nel Giorno del Giudizio sarebbe più sopportabile per Sodoma e Gomorra? In che modo la “regina del meridione” e i Niniviti che ascoltarono la predicazione di Giona condannerebbero la generazione dei connazionali di Gesù?
Questo avverrà nel senso che tali risuscitati accetteranno l’aiuto dato durante il regno di Gesù Cristo e dei suoi 144.000 re-sacerdoti associati. Quel periodo di governo sarà un “Giorno di Giudizio” in quanto offrirà a tutte le persone l’opportunità di dimostrare se vorranno sottoporsi alle disposizioni di Dio. Nel caso di quelli come gli increduli abitanti delle città che videro le potenti opere di Gesù Cristo, questo non sarà facile.
Sarà loro difficile riconoscere umilmente che ebbero torto a rifiutare Gesù come il Messia e, quindi, doversi sottomettere a lui come loro Re. L’orgoglio e la caparbietà renderanno la sottomissione più difficile per loro che per gli abitanti di Sodoma e Gomorra, i quali, mentre erano peccatori, non rifiutarono mai le splendide opportunità come quelle poste dinanzi alle persone che videro le opere di Gesù Cristo. La migliore reazione dei risuscitati Niniviti e quella della regina di Saba serviranno da rimprovero alla risuscitata generazione dei connazionali di Gesù che vissero al tempo del suo ministero terreno. A questi Niniviti e a quelli simili a loro sarà più facile accettare il dominio di qualcuno verso cui non avranno mai avuto pregiudizio.
Quelli che si saranno positivamente rifiutati di far progresso nella via della giustizia sotto il regno di Cristo subiranno il giudizio di condanna della “seconda morte”. In certi casi questo accadrà prima che giungano alla perfezione umana.
Per di più, altri, dopo essere stati portati alla perfezione umana, allorché saranno messi alla prova, non mostreranno a Geova Dio leale devozione per mancanza di apprezzamento. Dopo il regno di mille anni di Cristo, Satana il Diavolo sarà sciolto per breve tempo dal suo stato di confino nell’abisso. Come egli attaccò la sovranità di Dio per sedurre Eva, che poi persuase Adamo, cercherà di nuovo d’indurre gli uomini perfetti a ribellarsi contro il dominio di Dio. Del tentativo di Satana e del suo risultato Rivelazione 20:7-10, 14, 15 dice:
“Appena saranno finiti i mille anni, Satana sarà lasciato sciolto fuori della sua prigione, ed egli uscirà per sviare le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarli alla guerra. Il numero di questi è come la sabbia del mare. E avanzarono sull’estensione della terra e circondarono il campo dei santi e la città diletta. Ma fuoco scese dal cielo e li divorò. E il Diavolo che li sviava fu scagliato nel lago di fuoco e zolfo . . . Questo significa la seconda morte, il lago di fuoco. Inoltre, chiunque non fu trovato scritto nel libro della vita fu scagliato nel lago di fuoco”. Ciò significa la loro distruzione o annientamento senza fine. Così questi infedeli avranno ciò che Gesù chiamò “una risurrezione di giudizio”, un giudizio di condanna.
D’altra parte, quelli che si rifiutano di unirsi a Satana nella ribellione saranno giudicati degni di ricevere la vita eterna. Essi si rallegreranno per sempre d’avere la vita come uomini perfetti, esprimendo amore ed essendo amati per tutta l’eternità. La loro risulterà una “risurrezione di vita”.
Anche ora possiamo cominciare ad acquistare le qualità che Dio cerca in quelli che riconosce come suoi approvati servitori. Se mostriamo di apprezzare tutto ciò che egli ha fatto e abbiamo un progressivo inizio nella via della giustizia, possiamo avere la meravigliosa prospettiva di ottenere assai più della vita attuale. Sì, possiamo avere la vita eterna nella perfezione, libera da ogni afflizione e da ogni pena!
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Come potete avere più di questa vita?È questa vita tutto quello che c’è?
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Capitolo XXI
Come potete avere più di questa vita?
DA TUTTE le informazioni precedenti è chiarissimo che nella vita c’è assai, assai più di quanto ora proviamo. Pensate: Geova Dio ha posto dinanzi al genere umano la splendida prospettiva della vita qui sulla terra in condizioni giuste, con la libertà dalle malattie e dalla morte! Potete ottenerla per goderne non solo per cent’anni o per mille anni, ma per sempre. E il tempo in cui questo diverrà una realtà è molto vicino!
Sarete voi fra quelli che trarranno profitto dall’adempimento del glorioso proposito di Dio per l’uomo e per la sua dimora, la terra? Vi potrete essere certamente. Ma dovete agire senza indugio. Ora viviamo nel tempo in cui l’avvertimento biblico assume grande urgenza: “Prima che venga su di voi l’ardente ira di Geova, prima che venga su di voi il giorno dell’ira di Geova, cercate Geova, voi tutti mansueti della terra, che avete praticato la Sua propria decisione giudiziaria. Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine. Probabilmente potrete esser nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. — Sofonia 2:2, 3.
L’“ardente ira di Geova” è contro tutti quelli che hanno sviato i loro simili, mentendo riguardo a Dio e al suo proposito. Ed egli non ritiene senza colpa quelli che sostengono tali uomini, assistendo alle loro funzioni religiose o essendo componenti delle loro organizzazioni. Il tempo che rimane prima dell’esecuzione del giudizio divino è breve. Se tu ami la giustizia devi agire presto per ubbidire al comando delle Scritture d’infrangere ogni legame con l’impero mondiale della falsa religione. Prendi seriamente l’esortazione della Parola di Dio, che dice: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — Rivelazione 18:4.
Ma non basta semplicemente troncare i propri legami con le organizzazioni che han tollerato e incoraggiato l’ingiustizia. La Bibbia ci avverte che “l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini”, sì, contro le pratiche stesse e contro quelli che continuano a seguirle. (Romani 1:18) Non ci lascia in nessun dubbio in quanto a quali siano quelle pratiche. Le identifica con chiarezza ed esorta tutti quelli che vogliono avere l’approvazione di Geova a eliminarle dalla loro vita. L’amore verso Geova e la gratitudine per la sua bontà possono rendere possibile tale cambiamento. — Efesini 4:25–5:6; Colossesi 3:5, 6.
Questo non è il tempo di cercar di giustificarsi, presumendo che le opere buone che si fanno di giorno in giorno più che compensino le proprie mancanze. Nel caso di Adamo ed Eva l’aver stabilito le loro proprie norme del bene e del male condusse alla calamità. E anche nel nostro giorno è verace il proverbio biblico che dice: “Esiste una via che dinanzi a un uomo è retta, ma la fine d’essa sono poi le vie della morte”. (Proverbi 16:25) Quindi, ora è il tempo d’imparare le vie di Geova, di cercarne la “giustizia”. Questo è anche il tempo di ‘cercare la mansuetudine’, di essere cioè sottomessi al giudizio di Dio e d’accettarne la correzione e la disciplina, conformandoci alla sua volontà. Solo facendo questo vi sarà possibile esser “nascosti nel giorno dell’ira di Geova”.
Non concludere, come hanno fatto alcuni, che il tuo modo di vivere sia stato troppo cattivo perché Dio ti perdoni. Piuttosto, ricevi conforto dalle parole rivolte agli infedeli Israeliti dell’antichità: “Lasci il malvagio la sua via, e l’uomo dannoso i suoi pensieri; e torni a Geova, che avrà misericordia di lui, e al nostro Dio, poiché egli perdonerà in larga misura”. (Isaia 55:7) Inoltre, trova incoraggiamento nella sua promessa che dice: “Benché i vostri peccati siano come lo scarlatto, saranno resi bianchi proprio come la neve; benché siano rossi come il panno cremisi, diverranno pure come la lana”. — Isaia 1:18.
Geova Dio non prova piacere a eseguire il giudizio contro nessuno ma vuole che tutti godano la vita. (2 Pietro 3:9) Tuttavia, Geova non potrà e non vorrà condonare l’ingiustizia. Pertanto, è necessario che tutti quelli che vogliono avere la sua approvazione si pentano del loro precedente modo di vivere e cambino le loro vie per conformarsi alla sua giusta volontà. — Isaia 55:6.
La cosa da fare è ora quella di cominciare a imparare ciò che Dio richiede da voi, ad acquistare l’essenziale conoscenza contenuta nella sua Parola e ad agire quindi in armonia con essa. Questa è la via che conduce alla vita eterna. (Giovanni 17:3) I cristiani testimoni di Geova vi daranno lietamente aiuto personale per acquistare conoscenza accurata della Bibbia, senza spesa. Essi vi accoglieranno inoltre nella loro Sala del Regno, dove considerano regolarmente la Parola di Dio.
UNA VIA VERAMENTE UTILE
Mettendo in pratica le cose apprese dalla Bibbia, si hanno nella propria vita utili cambiamenti. Si riscontrerà che l’osservanza dei princìpi biblici migliora le relazioni nella casa, nel lavoro e nei propri contatti quotidiani con i propri simili. (Romani 12:17-21; 13:8-10; Efesini 5:22–6:4; 1 Pietro 3:1-7) Questo contribuirà notevolmente, anche ora, a rendere la propria vita più felice, contenta e significativa.
Certo, questo non significa che sarai immune dai problemi e dalle pressioni del mondo. Vivrai ancora fra persone che non provano amore per la giustizia, e alcune di esse tenteranno senza dubbio di scoraggiarti dall’imparare e dal mettere in pratica la Bibbia nella tua vita. (2 Timoteo 3:12; 1 Pietro 4:4) Ma, mentre cresci nella conoscenza della Parola di Dio, riscontrerai di poter risolvere i problemi della vita assai più efficacemente di quelli che confidano sul semplice ragionamento umano. Invece di amareggiarti a causa delle ingiustizie che puoi subire, ne conoscerai la ragione e avrai la ferma convinzione che presto il regno di Dio mediante Cristo porrà fine a tutte queste cose che distolgono dal pieno godimento della vita. — 2 Pietro 3:11-13.
Acquistando fede negli amorevoli provvedimenti di Dio per la vita eterna, sarete liberati dall’oppressiva influenza che la prospettiva della morte ha avuto su tutto il genere umano. Le falsità insegnate riguardo alla morte non vi priveranno più della gioia di vivere. La miope veduta che questa vita sia tutto quello che c’è perderà ogni influenza che possa aver avuto in modo da tentarvi a sacrificare i giusti princìpi e la buona coscienza nello sforzo di farvi strada nel mondo. La convinzione che Dio può e vuole far tornare i morti alla vita vi consentirà di ottenere la libertà dal timore della stessa morte. La fede basata sull’accurata conoscenza della Parola di Dio vi renderà possibile godere ora la vita come non l’avete goduta mai e di rallegrarvi alla splendida prospettiva del futuro, la vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio.
L’apprezzamento per gli amorevoli provvedimenti che Dio ha presi per il genere umano accenda in voi l’ardente desiderio di conoscere e di fare la sua volontà. Essa vi spinga, con cuore sincero, a dire con il salmista: “Fammi conoscere le tue proprie vie, o Geova; insegnami i tuoi propri sentieri. Fammi camminare nella tua verità e insegnami, poiché tu sei il mio Dio di salvezza”. — Salmo 25:4, 5.
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