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La mia parte nel promuovere la giusta adorazioneLa Torre di Guardia 1966 | 15 settembre
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abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. — Matt. 24:14.
Mentre ora mi avvicino [ai settantasei anni] e ripenso ai miei [quarantadue] anni di servizio continuo nell’opera più desiderabile che chiunque possa fare, so che Geova mi ha favorito mentre ho continuato a fare la mia parte nel promuovere la giusta adorazione. So pure che favorirà tutti gli altri che acquistano accurata conoscenza della sua volontà e dei suoi propositi, che dedicano la loro vita a Dio, e che quindi fanno la loro parte per promuovere la giusta adorazione.
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Il cantico più estesamente proclamatoLa Torre di Guardia 1966 | 15 settembre
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1. Che cosa fa avere attrattiva ai cantici, ed è l’attrattiva di solito di lunga durata?
PER ricevere la più estesa proclamazione, un cantico deve avere attrattiva. Le sue parole devono recare letizia o conforto o suscitare profonde emozioni. I cantici aiutano talvolta le persone a dimenticare, momentaneamente, le quotidiane afflizioni. Ma la maggioranza dei cantici non hanno popolarità di lunga durata. Come la moda degli abiti, diventano antiquati, sia le parole che la musica.
2. Quali cantici in genere hanno grande attrattiva, e perché?
2 Comunque, alcuni cantici hanno durevole attrattiva, essendo fra questi gli inni. Gli inni nazionali sono in cima alla lista e son durati di solito quanto le nazioni stesse. In genere hanno un sapore religioso e politico. La musica è vigorosa e le parole suscitano emozioni in chi canta, così che nel canto delle masse una grande ondata di fervore afferra e influenza la folla che canta.
3. (a) Qual è il tema del cantico che ha maggiore attrattiva, e perché ha tale attrattiva? (b) Quanto estesamente è stato proclamato il cantico?
3 Fra tutti i cantici che sono stati cantati, sentimentali, nazionali, religiosi o d’altro genere, ce n’è uno che li eclissa tutti. Le sue parole hanno attrattiva universale e contengono il più profondo significato. Fa appello sia alla ragione che alle emozioni e reca più che un passeggero sollievo dalle afflizioni, sì, reca reale, durevole conforto e letizia. La musica è la musica dei cieli — delle stelle e degli astri — e il cantico è appropriatamente cantato ora e sarà appropriato e interessante in tutto il futuro, giacché il suo tema è eterno come gli eterni corpi celesti. Il cantico è una specie di inno, poiché parla del governo di una fonte celeste che recherà pace, giustizia, vita e unità mondiale su questa terra. Esso è già stato proclamato più estesamente di qualsiasi cantico, essendo cantato ogni giorno in più di 197 paesi della terra, spingendo oltre un milione di persone ad agire armoniosamente ed essendo udito da incalcolabili milioni d’altri.
4. (a) Chi fu il primo a udire il cantico, in modo profetico, quando e dove? (b) Descrivete la visione data a Giovanni.
4 Questo cantico fu udito per la prima volta in una visione dell’apostolo Giovanni, che era stato esiliato per la sua zelante attività di predicazione nell’isola penale romana di Patmos, al largo della costa dell’Asia Minore. Verso la fine del primo secolo E.V. egli ebbe una della più rimarchevoli visioni che l’uomo abbia mai avuto. Egli descrive l’imponente coro:
“E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. E udii un suono dal cielo come il suono di molte acque, e come il suono di alto tuono; e il suono che udii era come di cantori che si accompagnavano con l’arpa suonando le loro arpe. Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono e davanti alle quattro creature viventi e alle persone anziane; e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati comprati dalla terra. Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada. Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello, e nella loro bocca non fu trovata falsità; sono senza macchia”. — Riv. 14:1-5.
5. Perché sarebbe ragionevole esaminare ora la visione con la speranza di comprenderla?
5 L’angelo che recò questa visione all’apostolo Giovanni spiegò che era stata data da Geova Dio a suo Figlio Gesù Cristo, il quale l’aveva mandata “per mostrare ai suoi schiavi [di Dio] le cose che devono accadere fra breve”. (Riv. 1:1) Ora, 1.870 anni dopo, sullo sfondo di tutti gli avvenimenti scritti nella storia, possiamo esaminare la visione per identificare i cantori e vedere che cosa rende interessante il cantico per un uditorio così vasto.
QUANDO E DOVE ‘STA’ L’AGNELLO
6. (a) Come possiamo identificare colui che è rappresentato dall’‘Agnello che sta sul monte Sion’? (b) Che cosa significa il fatto che sta e come sappiamo che la Sion su cui egli sta non è la Sion nella Gerusalemme letterale?
6 “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion”. Immediatamente siamo costretti a riguardare la città di Gerusalemme in Palestina. Chi è il simbolico Agnello? Non è altri che il risuscitato, glorificato Gesù Cristo. Egli è identificato in Rivelazione 5:5 come “il Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”. Quando Gesù fu sulla terra fu della linea di Davide e perciò ebbe diritto legale al trono. Il monte Sion era il luogo dov’era situata la cittadella di Gerusalemme quando Davide era re d’Israele. Nella visione, comunque, Gesù non viene per essere sacrificato come Agnello. Diciannove secoli fa egli fu risuscitato dalla morte alla vita “nello spirito” e fu posto nella celeste Sion come ‘sicuro fondamento’, come simbolica provata, preziosa Pietra Angolare. (1 Piet. 3:18; 2:6) È visto mentre sta sul monte Sion. Questo significa che ha cominciato a governare, essendo il termine usato nella Bibbia per intendere che un re ha assunto il potere di regnare. (Dan. 12:1) Davide, nel secondo Salmo, parla dell’opposizione delle nazioni al dominio dell’“unto” di Dio (Gesù Cristo), e quindi raffigura Geova adirato, dicendo: “Io ho stabilito il mio re, sul Sion mio santo monte!” — Sal. 2:2-6, Ga; Atti 4:19-30.
7. Come possiamo determinare in quale tempo si adempie la visione?
7 Come ci aiuterebbe questo a capire il tempo dell’adempimento della visione di Giovanni? Ebbene, fu il regno della linea di Davide che fu rovesciato nel 607 a.E.V. Dio disse che vi sarebbe stato un periodo di sette tempi in cui le nazioni avrebbero esercitato il dominio, durante il quale periodo Gerusalemme sarebbe stata calpestata dalle nazioni gentili. Gerusalemme, essendo il luogo del “trono di Geova”, su cui sedette Davide, divenne un simbolo del dominio del regno di Geova nel “regno dei cieli”. (Matt. 4:17) Quando finirono i tempi dei Gentili, tempo che giunse nel 1914 E.V., la letterale Gerusalemme sulla terra non fu liberata, ma ciò che l’antica Gerusalemme simboleggiava fu restituito a colui “che ha il diritto legale”, cioè Gesù il Figlio di Davide, nei cieli. — Ezech. 21:27.
8. Che cosa accadde 1.900 anni fa ai seguaci di Cristo che provvede un modello per un parallelo del tempo oggi?
8 Qualche cosa nei tempi moderni che è parallelo agli avvenimenti di 1.900 anni fa ci aiuta ulteriormente a situare nel corso del tempo l’adempimento della visione di Giovanni. Alla Pentecoste del 33 E.V., circa tre anni e otto mesi dopo che era stato unto con spirito santo, Gesù Cristo cominciò, a sua volta, a ungere con spirito santo degli uomini che dovevano essere coeredi con lui, seguaci delle sue orme i quali, come lui, avrebbero mantenuto una condotta integra fino a una morte di sacrificio, con le prospettive di regnare con lui nei cieli.
9. (a) Che cosa ha avuto luogo in tempi moderni, secondo il parallelo del tempo, e che cosa doveva accadere allora? (b) Come mostra Rivelazione 11:15-18 quando si doveva dare la ricompensa ai santi e ai profeti di Dio?
9 Secondo il parallelo del tempo, dunque, tre anni e mezzo dopo il principio dell’autunno del 1914, nel qual tempo finirono i Tempi dei Gentili, ci porterebbero alla primavera del 1918, poco dopo il giorno della Pasqua giudaica. A quel tempo i fedeli seguaci sulla terra celebrarono, non la Pasqua, ma l’anniversario del Pasto Serale del Signore, come Gesù l’aveva istituito nel suo ultimo giorno pasquale. Lo stesso libro che contiene la visione dei cantori ci aiuta a capire che cosa doveva accadere allora, poiché questo libro dice che dopo l’insediamento del re nel potere sulla Sion celeste sarebbe arrivato il tempo per i fedeli seguaci delle orme di Gesù di ricevere la loro ricompensa. Leggiamo:
“Il settimo angelo suonò la sua tromba. E vi furono alte voci in cielo, che dicevano: ‘Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli’. E le ventiquattro persone anziane ch’eran sedute davanti a Dio sui loro troni caddero sulle loro facce e adorarono Dio, dicendo: ‘Ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso il tuo gran potere e hai cominciato a regnare. Ma le nazioni si adirarono, e venne l’ira tua, e il tempo fissato di giudicare i morti, e di dare la ricompensa ai tuoi schiavi i profeti, e ai santi e a quelli che temono il tuo nome, i piccoli e i grandi, e di ridurre in rovina quelli che rovinano la terra’”. — Riv. 11:15-18.
CORO DI INCOMPARABILE GRANDEZZA
10. Chi sono i 144.000, e che cosa indica che il numero è letterale?
10 “E con lui centoquarantaquattromila”. Questo è il numero degli associati a Cristo nel suo dominio celeste, detto una volta numero sconosciuto all’uomo come le stelle del cielo e la sabbia sulla riva del mare, ma qui rivelato. Che sia un numero letterale è mostrato in Rivelazione capitolo 7, dove, dopo aver indicato il numero preciso di 144.000, si parla al versetto 9 di Rivelazione 7 di un altro gruppo, una “grande folla” che nessun uomo poteva numerare. Il numero 144.000 non potrebbe essere simbolico, poiché, se così fosse, non significherebbe nulla. Potrebbe anche non esserci nessun numero, poiché non ci sarebbe contrasto fra esso e la “grande folla” menzionata in seguito, che è innumerevole.
11. (a) Come sarebbero stati ricompensati i membri dei 144.000 che erano morti? (b) Che dire del “rimanente” rimasto sulla terra in questo tempo?
11 In che modo i “profeti” e “santi” cristiani che erano morti sarebbero stati ricompensati e sarebbero stati con lui sul celeste monte Sion? Essendo risuscitati proprio come lo fu lui, non con un corpo carnale, poiché con la carne non potrebbero stare con lui in cielo alla presenza di Geova Dio. L’apostolo ci spiega questo fatto in 1 Corinti 15:35-50, dove ci dice che “carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio”, ma che questi morti, essendo scesi nella morte con un corruttibile corpo fisico di debolezza, sarebbero stati destati con un corpo spirituale, incorruttibile, che avrebbe portato l’immagine del Celeste. La loro risurrezione, perciò, sarebbe avvenuta con un corpo spirituale e sarebbe stata invisibile agli occhi umani. Mentre la grande maggioranza dei 144.000 sono vissuti e son morti, al presente rimane tuttavia un “rimanente”, che, mentre completano il loro fedele corso sulla terra, hanno l’alto privilegio di partecipare al cantico e vederlo proclamato a un grande uditorio in tutta la terra.
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