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    Scegliamo il miglior modo di vivere
    • Capitolo 9

      Uomini che vi possono aiutare ad avere successo

      1, 2. (a) Quando siamo nell’angustia, che ci occorre da altri? (b) Nella congregazione cristiana, specialmente chi ce lo può provvedere?

      UNA parola d’incoraggiamento in tempo di angustia, una mano soccorrevole quando si è di fronte alla difficoltà: quale benedizione queste possono essere! Poiché ostacoli in effetti sorgono per intralciare il sentiero mentre avanziamo verso la nostra meta della vita eterna, tale aiuto è davvero essenziale. È per certo una benedizione che nella congregazione cristiana ci siano fratelli anziani fedeli che possono provvedere edificazione e conforto tanto necessari.

      2 La Bibbia parla di questi “pastori” come di “doni negli uomini” che Gesù Cristo ha provveduto per edificare la congregazione nell’amore. (Efesini 4:7-16) Perciò, se in qualsiasi tempo sentiste di indebolirvi nella fede, di essere confusi, perplessi oppure scoraggiati a causa di problemi o prove, dovreste invitare devoti anziani ad aiutarvi a mantenere la vostra decisione di restare discepoli approvati del Figlio di Dio.

      3. Quale ammonimento viene dato agli anziani in I Pietro 5:1-3?

      3 Un esame di ciò che l’apostolo Pietro scrisse agli anziani ben illustra come e perché essi possano essere un aiuto rafforzante. Leggiamo:

      “Agli anziani fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. — I Pietro 5:1-3.

      4. Come il linguaggio di Pietro mostra che egli non si esaltò sugli anziani a cui scriveva?

      4 Possiamo rallegrarci che ci siano uomini cristiani che vogliono conformarsi al consiglio dell’apostolo Pietro. Provvedendo aiuto spirituale ai membri della congregazione, essi rendono assistenza con lo stesso spirito che mostrò l’apostolo. Il loro motivo è l’amore verso Dio e verso i loro fratelli. Notate che Pietro non si esaltò sugli anziani che esortava o incoraggiava. Parlò di sé come di un “anziano come loro”, cioè un ‘conservo anziano’. L’apostolo si riferì così a se stesso come a un fratello che aveva comprensivo intendimento della posizione che occupavano come anziani della congregazione. Tale comprensivo modo di trattare i conservi credenti fa di un anziano una vera benedizione per i suoi fratelli.

      5. Come Pietro fu un “testimone delle sofferenze del Cristo”?

      5 Le parole di Pietro pure mostrano che egli riconobbe il peso della responsabilità affidatagli. Si identificò come un “testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare”. Pietro aveva diretta conoscenza di come il Figlio di Dio era stato oltraggiato, maltrattato fisicamente e infine inchiodato a un palo. Fu uno spettatore diretto e vide il risuscitato Gesù Cristo e la sua ascensione in cielo. E nella sua seconda lettera dice:

      “Non seguendo false storie inventate artificiosamente vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la presenza del nostro Signore Gesù Cristo, ma essendo divenuti testimoni oculari della sua magnificenza. Poiché egli ricevette da Dio Padre onore e gloria, quando dalla magnifica gloria gli furono rivolte tali parole: ‘Questo è il mio figlio, il mio diletto, che io ho approvato’. Sì, queste parole udimmo rivolgere dal cielo mentre eravamo con lui sul monte santo”. — II Pietro 1:16-18; confronta Matteo 16:28–17:9.

      6. Perché gli anziani ai quali Pietro indirizzò le sue parole hanno buone ragioni per prestare loro attenzione?

      6 Di sicuro, gli anziani a cui Pietro indirizzava il suo incoraggiamento avevano buone ragioni per prestare attenzione alle parole di un conservo anziano che poteva parlare di sé come di un ‘testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che si deve rivelare’. Non solo l’apostolo si rivolse loro in una maniera umile ma il suo proprio esempio era degno d’essere imitato, poiché, come il racconto biblico mostra, attivamente e a volte con notevole pericolo per sé, fece conoscere ad altri le cose di cui era testimone oculare. — Atti 2:22-38; 4:8-12, 19, 20; 5:29-32.

      7, 8. (a) Cosa deve riconoscere un anziano circa la proprietà del gregge? (b) Come questo dovrebbe influire sul modo in cui tratta la congregazione?

      7 Perché oggi un anziano sia simile a Pietro, deve riconoscere che i membri della congregazione non appartengono a lui, ma a Geova Dio. L’apostolo Paolo pure richiama l’attenzione su questo fatto importante. Agli anziani della congregazione di Efeso, egli disse: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio”. — Atti 20:28.

      8 A grande costo per sé, Geova Dio acquistò i membri della congregazione cristiana come sua proprietà. Non si sarebbe potuto pagare un prezzo più grande di quello del sangue dell’innocente Figlio suo. Quando gli anziani hanno della congregazione affidata alla loro cura la considerazione che ne ha Geova, ciò li aiuta ad essere diligenti nell’assistere ciascun individuo a rimanere una onorevole proprietà dell’Altissimo. Essi risponderebbero a Dio di ogni maltrattamento del gregge. Ecco perché gli anziani dovrebbero cercar di avere dovuto apprezzamento del valore di ciascuna persona che è nella congregazione. Questo può servire come un forte freno contro la tendenza ad assumere verso il gregge una posizione superiore e a trattarlo in modo aspro e oppressivo. (Metti in contrasto Atti 20:29). Come individui i membri della congregazione sono grandemente edificati dai fratelli che concedono loro la dignità e il rispetto loro dovuti. Tutti provano un senso di sicurezza quando gli anziani danno prova d’esser “pastori”, badando al benessere spirituale e fisico dell’intero gregge.

      “NON PER FORZA, MA VOLONTARIAMENTE”

      9, 10. (a) Come un anziano potrebbe assolvere il suo incarico pastorale “per forza”? (b) Che cosa mostrerebbe che pasce la congregazione “volontariamente”?

      9 In qualsiasi data situazione dove è necessario aiuto, si trova molto più facile andare da qualcuno che ha non solo la capacità di dare aiuto ma anche il desiderio di farlo. Appropriatamente, Pietro esortò che gli anziani compiano la loro opera pastorale “non per forza, ma volontariamente”. (I Pietro 5:2) Per essere nella congregazione un buon “pastore”, un uomo deve guardarsi dal compiere la sua opera semplicemente per un senso di dovere. Se la responsabilità della congregazione divenisse un dovere ingrato e senza gioia, un anziano non farebbe che assolvere un incarico “per forza”. Il gregge lo noterebbe e si allontanerebbe, non volendo aggiungere i propri problemi ai pesi dell’anziano. Comunque, quando un anziano prova gioia nell’assolvere le sue responsabilità perché vuole realmente fare l’opera, i membri della congregazione sono attratti a lui. Tale volontà di servire sorge dal profondo amore verso Dio e la congregazione del suo popolo. È una prova che l’anziano compie il suo ministero a favore del gregge con l’attitudine giusta.

      10 Naturalmente, ci vuole buon giudizio da parte di un anziano così che non si sovraccarichi di più compiti di quanti non ne possa ragionevolmente svolgere. Con l’avanzare degli anni e il deperimento della salute, egli può non essere in grado di compiere quanto faceva negli anni precedenti, e ciò può richiedere che altri uomini capaci lo aiutino. Tuttavia, può ancora provare vera gioia essendo volenteroso come “pastore” entro i limiti delle sue possibilità.

      ‘NON PER GUADAGNO DISONESTO, MA PREMUROSAMENTE’

      11. Perché c’è il pericolo di pascere la congregazione “per amore di guadagno disonesto”?

      11 Oltre a mostrare uno spirito volenteroso, un anziano deve avere un motivo puro e altruistico perché sia di vero aiuto ai suoi fratelli. L’apostolo Pietro mette in guardia contro il pericolo di servire come pastore “per amore di guadagno disonesto”. Fare uso della propria assegnazione di pastore per ottenere beni materiali, lode o potere significherebbe farne un uso disonesto. È vero che la Bibbia consiglia di rendere “doppio onore” agli uomini che faticano nell’insegnare. (I Timoteo 5:17, 18) Ma tale “doppio onore” dovrebbe sempre venire spontaneamente dai membri della congregazione, non essendo ricercato da un anziano o ritenuto come qualcosa che egli si attenda o esiga giustamente da loro. Un anziano può divenire notevole, forse perché le sue circostanze lo lasciano libero di partecipare alle attività del Regno più ampiamente di altri, o a causa di certe capacità fuori del comune. Può facilmente sorgere la tentazione di approfittare della sua posizione notevole, fino al punto di desiderare, anche di suggerire, che altri gli diano certe cose materiali. Questo potrebbe forse portarlo ad associarsi principalmente con le persone più prospere nella congregazione, e a trascurare gli altri. Potrebbe divenire desideroso di lode ma freddo, o perfino risentito, verso critiche o consigli validi.

      12, 13. Come l’apostolo Paolo mostrò di servire i suoi fratelli “premurosamente”?

      12 Mentre questo può accadere relativamente a pochi uomini oggi nella congregazione cristiana, gli anziani non ne dovrebbero sminuire il pericolo. Anche nelle manifestazioni più piccole, si dovrebbe resistere alla tendenza di cercare benefici materiali per mezzo delle relazioni spirituali. L’apostolo cristiano Paolo diede a questo riguardo un esempio eccellente. Agli anziani della congregazione di Efeso, poté dire:

      “Tenete presente che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lagrime. . . . Io non ho concupito né l’argento né l’oro né la veste di nessuno. Voi stessi sapete che queste mani han provveduto ai bisogni miei e di quelli che erano con me. In ogni cosa vi ho mostrato che, faticando così, dovete assistere quelli che son deboli, e dovete tener presenti le parole del Signore Gesù, che egli stesso disse: ‘Vi è più felicità nel dare che nel ricevere’”. — Atti 20:31-35.

      13 La congregazione trae enormi benefici dagli uomini che faticano “premurosamente” come fece Paolo. Egli fu felice di servire i suoi fratelli, non desiderando mai di ottenere alcuna cosa che essi possedevano e da cui potesse trarre profitto. La sua gioia venne dal prodigarsi liberalmente per edificare i suoi fratelli.

      14. Cosa apprendiamo da I Tessalonicesi 2:5-8 su ciò che è compreso nel pascere la congregazione “premurosamente”?

      14 Il modo sincero in cui egli e i suoi compagni resero servizio si comprende chiaramente dalle parole che rivolse ai Tessalonicesi:

      “In nessun tempo abbiamo infatti usato parola adulatrice (come sapete) o pretesto per concupiscenza, Dio è testimone! Né abbiamo cercato la gloria dagli uomini, no, né da voi né da altri, sebbene potessimo essere un costoso peso come apostoli di Cristo. Al contrario, noi divenimmo gentili in mezzo a voi, come quando una madre che alleva i propri figli ne ha tenera cura. Avendo dunque per voi tenero affetto, provammo molto piacere d’impartirvi non solo la buona notizia di Dio, ma anche le nostre proprie anime, perché ci eravate divenuti diletti”. (I Tessalonicesi 2:5-8)

      Sì, invece di cercare dai membri della congregazione il guadagno personale, Paolo agì come una madre che alleva i suoi figli e li ama profondamente e mette i loro interessi al di sopra dei propri. — Confronta Giovanni 10:11-13.

      15. In che modo gli anziani dovrebbero cercar di pascere il gregge?

      15 Oltre ad avere motivi giusti per interessarsi del gregge, l’anziano deve ricordare l’importanza di aver cura della congregazione nella maniera giusta. L’apostolo Pietro consigliò agli anziani di non ‘signoreggiare su quelli che sono l’eredità di Dio, ma di divenire esempi del gregge’. (I Pietro 5:3) Osservando questo ammonimento, gli anziani non vorranno innalzarsi al di sopra dei loro fratelli. Questo sarebbe contrario alle istruzioni che Gesù diede ai suoi seguaci:

      “Non siate chiamati Rabbi, poiché uno è il vostro maestro, mentre voi siete tutti fratelli. Inoltre, non chiamate nessuno vostro padre sulla terra, perché uno è il Padre vostro, il Celeste. Né siate chiamati ‘condottieri’, perché uno è il vostro Condottiero, il Cristo. Ma il più grande fra voi dev’essere vostro ministro”. (Matteo 23:8-11)

      Quindi, invece di dare comandi come un padrone, o di cercar di dirigere la vita dei membri della congregazione, l’anziano è un uomo che umilmente fa lo schiavo per i suoi fratelli. Col suo esempio, incoraggia il gregge a essere simile a Cristo. — Confronta I Tessalonicesi 2:9-12.

      16. Perché ci si può rivolgere con fiducia ai fedeli anziani?

      16 Quando gli anziani danno personalmente un esempio eccellente nella vita e nell’attività cristiana, possono fare molto per assistere i loro conservi credenti ad essere infine trovati approvati da Geova Dio. Inoltre, Gesù Cristo, il “capo pastore” al comando del quale prestano servizio, ricompenserà tutti i fedeli sottopastori al tempo della sua gloriosa manifestazione come “Re dei re e Signore dei signori”. (Rivelazione 19:16; I Timoteo 6:15) Come scrisse l’apostolo Pietro: “Quando sarà stato manifestato il capo pastore, riceverete l’inalterabile corona di gloria”. (I Pietro 5:4) Veramente, gli uomini che rendono servizio ai loro fratelli per la ragione giusta, con il motivo corretto e nella maniera appropriata, sono un vero aiuto per i componenti della congregazione in quanto contribuiscono a far provare loro grande gioia nel loro modo di vivere cristiano. (II Corinti 1:24) Ogni volta che è necessario, non esitate a chiedere l’aiuto di fedeli anziani.

  • Salvaguardate la vostra speranza cristiana
    Scegliamo il miglior modo di vivere
    • Capitolo 10

      Salvaguardate la vostra speranza cristiana

      1. Che cosa renderà molto desiderabili i “nuovi cieli e nuova terra”?

      COM’È splendida la prospettiva della vita senza dolori, afflizioni o morte! Eppure, in realtà, è ancor più splendido che la nostra libertà da queste cose venga per mezzo della eliminazione dell’imperfezione e del peccato. Quale benedizione non dover più lottare contro inclinazioni e tendenze errate che come sappiamo portano solo danno a noi stessi e ad altri. Sarà davvero una gioia quando ogni parola che diremo, ogni pensiero che concepiremo, ogni nostra azione sarà per il bene di tutti, riflettendo genuinamente la somiglianza del nostro Padre celeste, non sorgendo mai da motivi egoistici. Sì, per certo, nei “nuovi cieli e nuova terra” che Dio stabilisce abbonderà la giustizia. Sicuramente questa è una speranza che vale la pena di salvaguardare. — II Pietro 3:13.

      2. (a) Per vedere l’adempimento della nostra speranza cristiana, che dobbiamo fare? (b) Perché non ci dovremmo sorprendere se uomini egoisti si trovassero fra cristiani professanti?

      2 Per vedere l’adempimento della nostra speranza cristiana, la dobbiamo tenere notevolmente dinanzi a noi e vivere in armonia con essa. Possiamo fare questo solo se resistiamo a tutte le influenze che potrebbero affievolire o distruggere la nostra speranza. A volte tale influenza dannosa può venire da persone non spirituali, egoiste, che si associano con la congregazione del popolo di Dio. Questo non ci dovrebbe sorprendere, poiché l’apostolo Pietro scrisse: “Vi furono anche falsi profeti fra il popolo [Israele], come pure fra voi [cristiani] vi saranno falsi maestri”. (II Pietro 2:1a) Proprio come per l’Israele naturale, i cristiani sono soggetti alla corruzione dall’interno della congregazione.

      “INTRODURRANNO QUIETAMENTE DISTRUTTIVE SETTE”

      3, 4. Come l’apostolo Pietro descrive il modo in cui insegnanti falsi propagano l’errore?

      3 Commentando come operano i promotori di errore, l’apostolo Pietro continua: “Questi introdurranno quietamente distruttive sette”. (II Pietro 2:1b) L’apostolo non scriveva semplicemente di persone che trovano difficile capire certe cose, o di persone le cui vedute, sostenute sinceramente, non coincidano sotto ogni aspetto con quelle della maggioranza. (Confronta Romani 14:1-6). Parla invece di quelli che premeditatamente operano per dividere e corrompere.

      4 Tali individui sono di rado aperti, franchi o espliciti. In genere ‘introducono’ le loro vedute non scritturali in maniera quieta e mascherata. L’espressione greca originale usata dall’apostolo Pietro per “introdurranno quietamente” significa alla lettera “condurranno dentro accanto a, o insieme a”. Questo è il loro metodo. Insieme a qualche legittima dottrina scritturale, essi introducono gradualmente e insidiosamente le loro opinioni divisive e corrotte. Condizionando prima la mente dei loro ascoltatori con qualche verità ovvia, oppure con un ragionamento lungo e complicato, possono sovente indurli ad accettare qualche principio che può portare solo all’errore. Possono usare la Bibbia, ma realmente non la insegnano, impiegando qualunque cosa trovino conveniente e si scosti dai suoi insegnamenti per cercar di adattarlo a ciò che tentano di promuovere, per trarne vantaggio personale. Così, ciò che è effettivamente privo di ogni solido fondamento scritturale è fatto apparire come vero.

      5. Come la maniera in cui Satana ingannò Eva illustra i metodi di un insegnante di falsità?

      5 Questo metodo è ben illustrato dal modo in cui Satana ingannò Eva per mezzo del serpente. All’inizio, fu fatta una domanda apparentemente innocente: “È realmente così che Dio ha detto che non dovete mangiare di ogni albero del giardino?” (Genesi 3:1) Quella domanda pervertì la verità. Insinuò che l’Altissimo fosse indebitamente restrittivo, trattenendo dalle prime creature umane qualcosa a cui avevano diritto. Le parole del serpente dovettero indurre Eva a chiedersi come mai non poteva mangiare dell’“albero della conoscenza del bene e del male”. In questo modo Satana condizionò la mente di lei in modo che desiderasse una risposta. Quindi venne la stimolante risposta del serpente: “Positivamente voi non morrete. Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male”. — Genesi 3:4, 5.

      6. (a) Quali fattori indussero Eva ad accettare l’errore? (b) Come in seguito alla menzogna di Satana si formò un gruppo eretico?

      6 Poiché la mente di Eva vi era stata insidiosamente preparata, la mendace risposta non giunse come una sorpresa. Il fatto che “il serpente mostrò d’essere il più cauto” di tutti gli animali sembrò suggerire che tale creatura potesse difficilmente essere fonte di informazioni errate. (Genesi 3:1) Inoltre, l’albero era attraente e il suo frutto appariva buono come cibo. Eva fu totalmente ingannata. Dopo aver preso del frutto proibito, persuase Adamo a unirsi a lei nella ribellione contro Dio. (Genesi 3:6) In questo modo le mendaci parole del serpente riuscirono ad allontanare le prime creature umane dal loro Padre celeste. In realtà, si formò un gruppo eretico costituito da due persone.

      7. (a) Perché quelli che nella congregazione causano divisione rinnegano Cristo? (b) Perché può dirsi che ‘recano su se stessi subitanea distruzione’?

      7 Con mezzi simili, gli uomini possono fomentare in una congregazione uno spirito divisivo, un rivale spirito di “parte”. Poiché ogni fazione del genere ha le sue radici nell’errore e cerca premeditatamente di creare disunione, la sua posizione e i suoi insegnamenti rappresentano erroneamente il Figlio di Dio, che comprò col suo sangue la congregazione cristiana. Perciò l’apostolo Pietro parla di tali pseudoinsegnanti, dicendo che ‘rinnegano anche il proprietario che li comprò, recando su se stessi subitanea distruzione’. Sì, una volta che smettono di aderire a Cristo come capo, essi lo rinnegano e intraprendono una condotta che è moralmente e spiritualmente disastrosa. Ci può essere un solo risultato, la distruzione. Quando verrà il tempo di eseguire il giudizio condannatorio, non ci sarà indugio. La giustizia sarà eseguita rapidamente. Abbracciando volontariamente l’errore, gli individui che vi sono implicati ‘recano su se stessi subitanea distruzione’. — II Pietro 2:1.

      8. Quale effetto può avere sulla congregazione la “condotta dissoluta” di quelli che pretendono di essere cristiani?

      8 Miseramente, queste persone, poiché pretendono d’esser cristiane mentre si conducono in maniera sfrenata, rovinano l’eccellente reputazione dei fedeli servitori di Dio. Molti che osservano la condotta degradata di certuni che professano d’esser cristiani cominciano a parlare in maniera blasfema o sprezzante di tutti quelli che si identificano come tali. Questo è l’argomento espresso da Pietro quando scrisse: “Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità”. — II Pietro 2:2.

      GUARDATEVI DAL FARVI ‘SFRUTTARE CON PAROLE FINTE’

      9. (a) Quali motivi spingono gli uomini corrotti a trarsi dietro dei seguaci? (b) Che accadrà a tali uomini e a quelli che ne sono ingannati?

      9 Quale motivo spinge tali uomini corrotti a trarsi dietro dei seguaci? L’apostolo Pietro risponde: “Per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte”. (II Pietro 2:3a) Questi individui cercano di trarre per se stessi profitti materiali o desiderano potere, autorità e onore che derivano dall’essere ammirati come insegnanti. Per mezzo di “parole finte”, cioè con affermazioni ingannevoli, inclusi argomenti plausibili, tentano di approfittare di altri, sfruttandoli. Poiché sia i motivi che gli insegnamenti sono sbagliati, il risultato per gli individui che vi sono implicati è la rovina. L’apostolo Pietro continua:

      “In quanto a loro, il giudizio dai tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia. Certamente se Dio non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono, ma, gettandoli nel Tartaro, li consegnò a fosse di dense tenebre per esser riservati al giudizio; e non si trattenne dal punire il mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi; e riducendo le città di Sodoma e Gomorra in cenere le condannò, ponendo per gli empi un modello di cose avvenire; e liberò il giusto Lot, che era grandemente afflitto dalla condotta dissoluta di persone che sfidavano la legge — poiché quel giusto, per ciò che vedeva e udiva mentre dimorava fra loro, si tormentava di giorno in giorno l’anima giusta a causa delle loro opere illegali — Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova, ma riservare gli ingiusti al giorno del giudizio perché siano stroncati, specialmente, comunque, quelli che vanno dietro alla carne col desiderio di contaminarla e che disprezzano la signoria”. — II Pietro 2:3-10, NW.

      10. (a) Quando fu dichiarata la prima espressione del giudizio di Dio contro il ‘seme del serpente’? (b) Perché il suo giudizio “non procede lentamente”?

      10 Il giudizio che Dio ha decretato di eseguire “dai tempi antichi” contro tutti quelli che divengono parte del ‘seme del serpente’ sarà senza dubbio eseguito. (Genesi 3:15; Giovanni 8:44; Giuda 14, 15) Benché fosse dichiarato originalmente circa 6.000 anni fa e da allora ripetuto, questo giudizio “non procede lentamente” come se non arrivasse mai. La distruzione verrà di sicuro, poiché non sonnecchia. È ancora molto viva nel proposito di Dio.

      11. (a) Che accadde agli angeli disubbidienti, e che cosa ancora li attende? (b) Quale prova forniscono la punizione degli angeli, la distruzione degli empi nel Diluvio, e l’annientamento degli abitanti di Sodoma e Gomorra?

      11 Come notò Pietro, anche gli angeli che erano stati alla medesima presenza di Dio ma più tardi divennero infedeli non furono risparmiati dall’essere ‘gettati nel Tartaro’, cioè degradati all’infimo grado. Stroncati da ogni luce divina, privi della posizione originale nei cieli e ristretti nelle loro attività, gli angeli disubbidienti si trovano in una condizione paragonabile a “fosse di dense tenebre”, in attesa che il giudizio sia eseguito per mano di Gesù Cristo. (Confronta Rivelazione 20:1-3, 7-10). Similmente, Geova Dio non si trattenne dal distruggere un intero mondo di persone corrotte in un diluvio universale né dall’agire contro gli abitanti sessualmente depravati di Sodoma e Gomorra ai giorni di Lot. Solo le persone giuste come Noè e la sua famiglia e come Lot possono sperar di sfuggire al giudizio divino e di essere liberati dalla prova derivante dall’aver vissuto fra persone illegali. Comunque, le pretese di essere cristiano non salveranno nessuno che cerca di contaminare la carne di altri commettendo immoralità.

      STATE IN GUARDIA CONTRO CHI MANCA DI RISPETTO ALL’AUTORITÀ

      12, 13. Come mostra II Pietro 2:10b, 11, qual è l’atteggiamento delle persone corrotte verso l’autorità?

      12 Spesso i cattivi motivi delle persone corrotte si possono discernere dal modo in cui si comportano verso l’autorità. Essi “disprezzano la signoria”, non avendo riguardo per l’autorità di qualsiasi genere. L’apostolo Pietro continua la sua descrizione: “Audaci, caparbi, non tremano davanti ai gloriosi ma parlano ingiuriosamente, mentre gli angeli, benché siano più grandi per forza e potenza, non recano contro di loro alcuna accusa in termini ingiuriosi, non facendo ciò per rispetto verso Geova”. — II Pietro 2:10b, 11, NW.

      13 Perciò, vorremo guardarci dagli uomini audaci e presuntuosi, che non hanno riguardo per i “gloriosi”. Nella congregazione cristiana, gli uomini fedeli ai quali sono affidate responsabilità non si considerano di grado superiore o esaltati al di sopra dei conservi credenti ma ritengono umilmente di essere servitori. (Matteo 23:8; I Tessalonicesi 2:5-12) Comunque, la loro assegnazione di servizio è ‘gloriosa’, poiché sono nominati dallo spirito santo come sorveglianti o “pastori” del gregge. (Atti 20:28; confronta Romani 11:13). Inoltre rappresentano il glorioso Signore Gesù Cristo e il Grande Pastore Geova Dio. (I Pietro 2:25; 5:4) Ecco perché le Scritture incoraggiano i membri della congregazione ad essere sottomessi a quelli che prendono la direttiva. (Ebrei 13:17) Mentre tali uomini, come Pietro stesso, possono fare errori, questo non è una scusante per nessuno che parli ingiuriosamente contro di loro. (Confronta Galati 2:11-14; III Giovanni 9, 10). I “pastori” che faticano duramente meritano il rispetto della congregazione. Ma gli uomini che influiscono su altri per il male non si trattengono dal disprezzare gli anziani cristiani. Se uno usa contro il suo fratello un linguaggio ingiurioso e oltraggioso, Geova Dio e il Figlio suo lo considerano come se lo avesse usato contro di loro.

      14. Come gli angeli fedeli mostrano un atteggiamento interamente diverso da quello degli insegnanti di falsità?

      14 Come gli egoisti insegnanti di falsità sono diversi dagli angeli fedeli! Gli angeli hanno zelo per la giustizia. Ma non usano un linguaggio aspro e oltraggioso nemmeno quando trattano con gli oppositori. Per esempio, “quando l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè, non osò portare un giudizio contro di lui in termini ingiuriosi, ma disse: ‘Ti rimproveri Geova’”. (Giuda 9) Da ciò possiamo concludere che gli altri angeli fedeli non ricorrerebbero mai all’espediente di accumulare biasimo su qualcuno ma esporrebbero i fatti con calma nonché con vigore. Essi hanno dovuto riguardo per il loro Fattore, comprendendo che il discorso ingiurioso non è mai in armonia con la sua santità o purezza.

      15. In armonia con il consiglio di Pietro, contro quale specie di individui dobbiamo stare in guardia?

      15 Dobbiamo stare in guardia contro quelli che malignamente parlano male di altri e poi si fanno avanti essi stessi. Il fatto che tali individui non sfuggiranno al giudizio avverso per le loro azioni dovrebbe rimanere bene in vista dinanzi a noi. Questo può aiutarci ad essere cauti quando si tratta di prestare orecchio a quelli che sembrano interessarsi di altri ma, in realtà, cercano solo il loro profitto personale. L’apostolo Pietro commentò come andavano a finire gli uomini egoisti, dicendo:

      “Questi uomini, come animali irragionevoli nati secondo natura per esser presi e distrutti, subiranno, nelle cose delle quali sono ignoranti e parlano ingiuriosamente, la distruzione nel proprio corso di distruzione, recando su di sé il male quale ricompensa del male che fanno”. — II Pietro 2:12, 13a.

      16. Come gli uomini corrotti sono simili ad “animali irragionevoli”?

      16 Gli uomini che sono guidati da passioni depravate agiscono come “animali irragionevoli”. Riguardo agli animali Geova disse: “Ogni animale che si muove ed è in vita vi serva di cibo”. (Genesi 9:3) Essendo come tali “animali irragionevoli”, gli uomini che parlano ingiuriosamente non hanno il freno di una buona coscienza e non mostrano dunque apprezzamento per le vie, le norme e le attività di Dio. Non essendo in grado di fare una giusta stima delle preziose cose spirituali, possono parlarne come se fossero senza valore. Le loro opinioni errate saranno la loro rovina. Essi si attengono a tali opinioni false a proprio danno e sono destinati a subire i cattivi risultati della loro condotta ingiusta. Di sicuro, vorremo attenerci alla nostra speranza ed evitar di partecipare alla loro rovina.

      BADATE A QUELLI CHE CERCANO I PIACERI EGOISTICI E IL GUADAGNO PERSONALE

      17. Conforme a II Pietro 2:13b-15a, quali sono alcuni altri tratti che identificano gli uomini corrotti?

      17 Fra le altre caratteristiche cattive, le persone non spirituali hanno un ardente desiderio di agiatezze e piaceri. L’apostolo Pietro scrisse:

      “Essi considerano la vita lussuriosa di giorno un piacere. Sono macchie e sozzure, che si dilettano senza restrizioni dei loro ingannevoli insegnamenti mentre festeggiano insieme a voi. Hanno occhi pieni d’adulterio e incapaci di smetter di peccare e adescano anime instabili. Hanno un cuore addestrato alla concupiscenza. Son figli maledetti. Abbandonando il sentiero diritto, sono stati sviati”. — II Pietro 2:13b-15a.

      18. Come le persone non spirituali sono simili agli infedeli israeliti descritti in Isaia 5:11, 12?

      18 Durante le ore del giorno, quando potrebbero compiere molte cose per edificare altri, gli individui non spirituali possono invece impegnarsi in gozzoviglie, abbandonandosi alla crapula nel mangiare e nel bere. Sono molto simili a certi israeliti che vissero solo per i piaceri. Nei loro banchetti il vino scorreva con eccessiva libertà. Col sopraggiungere della notte, le loro orge divenivano più chiassose e violente, accompagnando i loro rumorosi banchetti con musica passionale. Di tali persone il profeta Isaia scrive:

      “Guai a quelli che si alzano la mattina di buon’ora solo per cercare la bevanda inebriante, che si indugiano fino a tardi nelle tenebre della sera così che il vino stesso li infiamma! E vi devono essere arpa e strumento a corda, tamburello e flauto, e vino ai loro conviti; ma non guardano l’attività di Geova, e non hanno visto l’opera delle sue mani”. (Isaia 5:11, 12)

      Quelli che cercavano i piaceri agivano così come se non esistesse nessuna testimonianza delle splendide opere del Creatore. Non esercitavano nessun freno, ignorando completamente di dover rendere conto a Geova Dio, e, perciò, non potevano sperar di sfuggire al suo giudizio.

      19. Che cosa mostra che alcuni che si associano alla congregazione sono amanti dei piaceri?

      19 Non dovrebbe essere una sorpresa per noi se cose simili avessero luogo oggi fra alcuni che asseriscono di essere servitori di Dio. I ricevimenti nuziali e gli anniversari si possono convertire in occasioni per danze sfrenate e sensuali al suono di musiche passionali. In tali celebrazioni possono scorrere troppo liberamente bevande alcoliche. Il trattenimento rumoroso e disordinato può non terminare che alle prime ore del mattino o al sorgere dell’alba. In alcuni paesi, l’imposizione del nome a un neonato, l’inaugurazione di una nuova casa, i funerali e la dedicazione di edifici impiegati per l’adorazione possono essere convertiti in occasioni per tenere riunioni che divengono molto sconsiderate, disturbando perfino vicini mondani e inducendoli a chiedere aiuto per limitare l’eccessivo rumore. Anche nei paesi dove le persone sono generalmente conosciute per la loro riservatezza, fra intimi amici si può bere in modo così eccessivo da far parlare con disprezzo della verità della “buona notizia”. Certo, i veri cristiani devono guardarsi da tali eccessi. — I Pietro 4:3.

      20. (a) Quale effetto hanno sulla congregazione quelli dediti agli eccessi? (b) Come anche occasioni nobili sono mutate in gozzoviglie?

      20 Come disse l’apostolo Pietro, quelli che agiscono in questo modo sono come macchie che offuscano la reputazione della congregazione cristiana. Rovinano l’aspetto puro dei veri servitori di Dio. Sono come macchie su un vestito pulito o come qualche sgradevole difetto su un viso altrimenti attraente. Poiché l’intenzione di certuni è di giungere fino all’eccesso per soddisfare il loro desiderio di piaceri, mutano anche occasioni normalmente eccellenti in pretesti per essere chiassosi. Cercano di influire su altri o di insegnare loro, perché si uniscano in danze sfrenate e bevute smodate con la pretesa che sia solo un ‘normale divertimento’. Gli “occhi pieni d’adulterio” a cui Pietro si riferisce possono essere evidenti. Nei trattenimenti sociali, gli occhi dei maschi possono cominciare a guardare con interesse immorale le donne attraenti che sono presenti. I desideri impuri possono divenire così potenti che anche gli occhi di uomini sposati non possono semplicemente fare a meno di peccare. (Confronta Matteo 5:28; Marco 9:47). Le donne che non sono fermamente fondate nei principi cristiani, come “anime instabili”, possono facilmente divenire vittime di uomini corrotti. — Confronta II Timoteo 3:6, 7.

      21. Perché le persone che coinvolgerebbero altri in una vita di eccessi sono un vero pericolo per la congregazione cristiana?

      21 Questi uomini sono un vero pericolo, poiché mostrano abilità nell’accalappiare i deboli. L’apostolo Pietro li descrive dicendo che “hanno un cuore addestrato alla concupiscenza”. Tutto il loro obiettivo o la loro mira nella vita sembra che sia la soddisfazione di desideri di cupidigia, e divengono esperti nel conseguimento dei loro fini. Anche il discepolo Giuda parlò di tali individui che ‘si insinuano’ e mutano l’immeritata benignità di Dio “in una scusa per condotta dissoluta”, mostrandosi così falsi al nostro solo Proprietario, Gesù Cristo. Egli sa che spesso essi “ammirano le personalità a motivo del loro proprio beneficio”, e che quelli che causano divisioni sono “uomini animaleschi, che non hanno spiritualità”. (Giuda 4, 16, 19) Se alcuni riescono, sia con adulazioni che con dimostrazioni di apparente zelo, a ottenere influenza o posizione notevole dentro la congregazione, costituiscono un grave pericolo. Giustamente tali individui vengono sotto la maledizione di Dio e meritano la distruzione, come dichiara anche l’apostolo Pietro. Ciò che può dirsi degli uomini che seguono questa condotta divisiva e corruttrice può parimenti dirsi delle donne che si comportano in questo modo. — Confronta Rivelazione 2:20-23.

      22, 23. Come quelli che corrompono altri sono simili a Balaam?

      22 Inoltre, l’apostolo Pietro paragonò gli uomini corrotti a Balaam, dicendo:

      “Han seguìto il sentiero di Balaam, figlio di Beor, che amò la ricompensa dell’ingiustizia, ma ricevette un rimprovero per la sua violazione di ciò che era giusto. Una bestia da soma senza voce, esprimendosi con voce umana impedì la pazza condotta del Profeta”. (II Pietro 2:15b, 16)

      Questo divinatore sapeva molto bene che maledire gli israeliti era contrario alla volontà del Supremo Sovrano. Benché esteriormente sostenesse che non sarebbe andato oltre ciò che Geova gli avrebbe imposto di dire, Balaam nutriva intimamente il desiderio di maledire Israele. Voleva la ricompensa offerta dal re moabita Balac. Ma l’Iddio Onnipotente riprese Balaam per mezzo della stessa asina di Balaam. Con un miracolo, l’Altissimo fece in modo che una bestia da soma priva di ragione parlasse con parole intelligibili. (Numeri 22:1-35) Questo non fu difficile per Colui che avrebbe potuto far gridare anche le pietre. (Luca 19:40) Considerata l’estrema avidità di guadagno di Balaam. Geova Dio impiegò giustamente questo mezzo di riprensione molto insolito. Tentando di resistere alla volontà di Dio riguardo a Israele, Balaam agì come un uomo insensato. Per un certo tempo, la riprensione del suo animale domestico gli impedì di perseguire la sua condotta, giacché mostrò che semplicemente non poteva riuscire a maledire Israele. — Numeri 23:1–24:9.

      23 Tuttavia, Balaam era ancora risoluto a ottenere la ricompensa. Infine, presentò un piano secondo cui gli israeliti avrebbero recato su se stessi la maledizione di Dio. Istruì Balac sul modo in cui poteva impiegare donne moabite e madianite per indurre gli uomini d’Israele a commettere idolatria e fornicazione. (Numeri 31:16; Rivelazione 2:14) La macchinazione ebbe un certo grado di successo e fu la causa della morte di 24.000 israeliti. — Numeri 25:1-9.

      24. L’esempio di Balaam che cosa ci aiuta a vedere per quanto riguarda le persone egoiste?

      24 Con quale vigore il caso di Balaam illustra la condotta di uomini che abbandonano ciò che è giusto allo scopo di trarne guadagno personale! Nemmeno un miracolo impedirebbe loro di cercar di soddisfare la loro avidità. Perciò, dovremmo evitare l’intima compagnia di chiunque ha un atteggiamento, un linguaggio e una condotta tali da turbare seriamente la nostra coscienza. Gli uomini egoisti semplicemente non hanno scrupoli quando si tratta di danneggiare altri per conseguire le loro proprie mete.

      25. A che cosa danno enfasi le parole di II Pietro 2:17?

      25 Continuando a descrivere tali uomini malvagi, Pietro afferma: “Questi sono fonti senz’acqua, nuvole spinte da violenta tempesta, e a loro è riservata l’oscurità delle tenebre”. (II Pietro 2:17) Non si ottiene nessun beneficio dall’intima compagnia di persone contaminate. Sono come pozzi o fonti a cui il viaggiatore stanco si avvicina con la speranza di avere acqua ristoratrice, solo per provare la delusione che la sorgente dell’acqua è prosciugata. Sono anche come nuvole o vapori senz’acqua, che uno guarda con la speranza di avere la pioggia necessaria per far crescere le messi ma che sono presto portati via da forti venti. Gli insegnanti di falsità non sono fonte di alcuna luce o intendimento. Essi stessi sono diretti verso “l’oscurità delle tenebre”, totali tenebre che rappresentano il giudizio di condanna che li attende.

      STATE ATTENTI ALLE ‘ESPRESSIONI GONFIE’

      26. Come l’apostolo Pietro descrive il modo in cui uomini corrotti conseguono i loro fini?

      26 A causa del loro ingannevole aspetto esteriore dobbiamo guardarci dagli elementi pericolosi dentro la congregazione. Specialmente quelli che non sono ben stabiliti nella verità e nel modo di vivere cristiano devono stare attenti. I metodi seguiti dagli uomini egoisti possono fare molta impressione. Ma guai a quelli che sono ingannati dalle loro pompose convinzioni! L’apostolo Pietro dice:

      “Pronunciano gonfie espressioni di nessun profitto, e adescano mediante i desideri della carne e mediante abitudini dissolute quelli che stanno appena sfuggendo a coloro che si conducono nell’errore. Mentre promettono loro libertà, sono essi stessi schiavi di corruzione. Poiché chiunque è sopraffatto da un altro ne è reso schiavo”. — II Pietro 2:18, 19, NW.

      27. Che cosa è caratteristico delle parole e dell’atteggiamento di quelli che esercitano un’influenza corruttrice?

      27 Quelli che persuadono altri perché adottino l’errore o seguano una condotta contraria alle norme di una coscienza pura spesso parlano con grande convinzione. Hanno un’opinione molto alta di se stessi e delle loro parole, e attribuiscono molto peso alle loro espressioni. (Confronta II Corinti 10:10, 12; 11:3-6, 12, 13). Invece di presentare sani ragionamenti scritturali con uno spirito di umiltà, forse scherniscono e parlano in maniera vigorosa ed enfatica, nascondendo la debolezza del loro argomento con scoppi d’ira. (Metti in contrasto II Corinti 4:2). Quando si esaminano alla luce delle Sacre Scritture, le loro parole di grande effetto si rivelano vuote o prive di utilità per chiunque.

      28. Chi è più probabile che subisca l’influenza di elementi corrotti dentro la congregazione?

      28 Deplorevolmente, quelli che non hanno una ferma base nella Parola di Dio possono non riconoscere il pericolo. Le loro ‘facoltà di percezione non sono esercitate per distinguere il bene dal male’. (Ebrei 5:14) Poiché questi instabili possono essersi separati solo di recente dalle pratiche mondane che disonorano Dio, tali pratiche possono ancora influire in qualche modo su di loro.

      29. Qual è la veduta scritturale del divertimento o della ricreazione, ed esattamente quando abbiamo bisogno di stare in guardia?

      29 È evidente che c’è bisogno di equilibrio quando ci si occupa di divertimento e ricreazione. Le Scritture non richiedono che i servitori di Dio conducano una vita di ascetismo, né rappresentano la rinuncia di se stessi come qualcosa che abbia una virtù sua propria eccetto solo quando è perseguita con qualche buon obiettivo. (Confronta Ecclesiaste 2:24; 3:1, 4, 13; 8:15; I Corinti 13:3; Colossesi 2:20-23). Ma questo non offre nessuna scusa per andare agli estremi, lasciando che la carne decaduta abbia il sopravvento e usando la libertà cristiana come un manto per coprire la malizia. (Galati 5:13, 14; I Pietro 2:16) Tale condotta non può mai essere in armonia con la norma di amare Dio e di amare il prossimo come noi stessi, la “legge regale” a cui siamo sottoposti. (Giacomo 2:8, 12) Quelli che ragionano altrimenti, e che nei loro eccessi scherniscono chi non è d’accordo con loro, mostrano di essere ancora schiavi delle proprie tendenze egoistiche.

      30. Alla fine che cosa può accadere a causa dell’influenza corrotta dentro la congregazione?

      30 C’è dunque bisogno di mantenerci assennati e di evitare gli estremi. C’è l’innegabile pericolo di essere condotti in un’avventata ricerca di piaceri. Uno può gradualmente essere attirato in un turbine di ricevimenti che, con l’andar del tempo, deteriorano nella qualità, scivolando sempre più verso gli estremi nella danza o nel bere, o nel guardare spettacoli che glorificano l’immoralità sessuale e il sadismo. È irragionevole pretendere che queste insane influenze non costituiscano nessun pericolo. Esse possono difficilmente essere un aiuto ma hanno l’effetto di indebolire la coscienza cristiana, infrangendo la fibra morale. Chi ha pretese diverse finisce spesso per divenire vittima dell’ubriachezza e di condotta sessuale errata. — Proverbi 13:20.

      31, 32. Che cosa continueranno a fare alcuni membri della congregazione fino al “giorno del giudizio” e con quali conseguenze?

      31 Veramente, l’apostolo Pietro raffigurò con accuratezza ciò che continuerà ad avvenire fra i servitori di Dio fino al “giorno del giudizio [degli ingiusti] perché siano stroncati”. (II Pietro 2:9) Ci saranno sempre quelli che cercheranno di estendere i limiti della libertà cristiana molto al di là di ciò che è ragionevole per poter soddisfare i loro desideri di piaceri sensuali. Non vogliono seguire l’ingiunzione biblica: “Fate morire perciò le membra del vostro corpo che sono sulla terra rispetto a fornicazione, impurità, appetito sessuale, desideri dannosi e concupiscenza”. (Colossesi 3:5) Invece, preferiscono proprio quei divertimenti che suscitano tali desideri errati. Quando vi coinvolgono altri, possono argomentare: ‘Se la nostra coscienza lo permette, non c’è nulla di male’. Ma essi non riconoscono che una coscienza contaminata non è una guida sicura. Questi cedono ai loro desideri errati e, perciò, ne sono schiavi. Le promesse di “libertà” che fanno ad altri sono ingannevoli.

      32 I risultati per quelli che si precipitano di nuovo in una vita di trasgressione sono davvero calamitosi. L’apostolo Pietro scrisse:

      “Certamente se, dopo essere sfuggiti alle contaminazioni del mondo mediante l’accurata conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, sono coinvolti di nuovo in queste cose e ne sono sopraffatti, le loro condizioni finali son divenute peggiori delle prime. Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver accuratamente conosciuto il sentiero della giustizia che dopo averlo accuratamente conosciuto allontanarsi dal santo comandamento loro trasmesso. È accaduta loro la parola del verace proverbio: ‘Il cane è tornato al proprio vomito e la scrofa ch’era stata lavata a rivoltolarsi nel fango’”. — II Pietro 2:20-22.

      33. (a) Quali cambiamenti può fare una persona quando viene alla conoscenza della verità? (b) Perché il ritorno alle vie del mondo è una questione molto seria?

      33 Perché l’apostolo Pietro poté dire questo? Una volta che uno ha acquistato conoscenza del Signore Gesù Cristo, comincia a vedere la necessità di fare cambiamenti. Forse rinuncia al vizio di bere, a una vita d’immoralità, al gioco d’azzardo e ad altri vizi. Purificandosi per conformare la propria condotta a ciò che si richiede da un discepolo di Gesù Cristo, l’individuo fugge o evita le “contaminazioni del mondo”, le pratiche che come ha appreso sono divinamente disapprovate. Comunque, essendo di nuovo coinvolto in pratiche che disonorano Dio, rigetta premeditatamente ciò che come egli sa è giusto. La sua conoscenza di Gesù Cristo e la sua coscienza educata secondo la Bibbia servirono all’inizio come una restrizione contro la condotta errata. Quando si libera da tale salutare restrizione, può ben divenire anche peggio di prima che intraprendesse la via del discepolo cristiano. Può andare oltre ciò che fanno gli uomini che non hanno conoscenza del sentiero della giustizia. Questo avviene perché la sua coscienza è divenuta contaminata, o perfino cicatrizzata, come un tessuto morto. (Confronta I Timoteo 4:2). Se non avesse mai conosciuto il sentiero giusto, la sua cattiva condotta non avrebbe disonorato così riprovevolmente il nome di Cristo, il suo peccato non sarebbe stato della stessa gravità, e il giudizio divino contro di lui non avrebbe dovuto essere così severo. — Confronta Luca 12:45-48; I Timoteo 1:13, 15, 16.

      34, 35. (a) Cosa possiamo dedurre dal proverbio circa il cane e il porco impuri? (b) Questo proverbio quale impressione dovrebbe farci?

      34 Considerato il proverbio che Pietro cita, quelli che intraprendono una vita di peccato non fanno evidentemente uso delle loro opportunità di progredire nella vita cristiana. (II Pietro 1:2-11) Forse alcuni abbandonano esteriormente le pratiche cattive ma non provano mai odio per esse. Forse non si lasciano mai alle spalle il “vomito”, il sudiciume, di questo mondo. Per loro c’è ancora qualcosa di attraente, e così possono essere indotti a ritornarvi. Possono avere l’intimo desiderio di rigirarsi nel fango della degradazione morale del mondo. Nel caso di altri, possono mancar di accrescere l’apprezzamento per il valore della condizione cristiana, e infine ciò che il mondo ha da offrire esercita maggiore attrattiva. Com’è tragica la caduta di quelli che sono così ritrascinati nella condizione che un tempo era stata per loro disgustosa!

      35 Il proverbio ispirato è una lezione di avvertimento per tutti quelli che asseriscono di essere cristiani. Se non coltiviamo nel nostro cuore la purezza morale e spirituale e non proviamo vero odio per il sudiciume di questo mondo, siamo in grave pericolo di rovina spirituale. I cristiani semplicemente non possono permettersi di abbassare la loro guardia nel resistere agli allettamenti di un mondo corrotto. Dobbiamo far morire i nostri desideri errati, non permettendo loro di avere il sopravvento su di noi, né li dovremmo stimolare guardando con desiderio ciò che il mondo ha da offrire. — I Corinti 10:12; Colossesi 3:5.

      RIMANETE SVEGLI!

      36. Oltre a rimanere moralmente e spiritualmente puri, che cosa abbiamo bisogno di fare per piacere al nostro Signore?

      36 Oltre a rimanere moralmente e spiritualmente puri, abbiamo anche bisogno di essere attivi nel servizio del nostro Signore, aiutando altri sia spiritualmente che materialmente. Tutta la nostra condotta dovrebbe riflettere la vigilanza e l’attività spirituali. Dando enfasi a questo, l’apostolo Pietro affermò:

      “Diletti, questa è ora la seconda lettera che vi scrivo, nella quale, come nella prima, desto le vostre chiare facoltà di pensare alla maniera d’un rammemoratore, affinché ricordiate le parole dette in precedenza dai santi profeti e il comandamento del Signore e Salvatore per mezzo dei vostri apostoli. Poiché voi sapete questo prima di tutto, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori con i loro scherni, che procederanno secondo i propri desideri e diranno: ‘Dov’è questa sua promessa presenza? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione’”. — II Pietro 3:1-4.

      37. (a) Perché dovremmo tenere ‘deste le nostre chiare facoltà di pensare’? (b) Quale memorabile avvenimento additarono i profeti?

      37 Per certo oggi traiamo beneficio dal tenere ‘deste le nostre chiare facoltà di pensare’ così che possiamo fare un’appropriata valutazione di ciò che è essenziale per ottenere l’approvazione divina. (Confronta II Pietro 1:12-15). I “santi profeti” sin da Enoc avvertirono che ci sarebbe stato un giorno della resa dei conti. In Giuda 14, 15 leggiamo: “Sì, il settimo uomo nella discendenza da Adamo, Enoc, pure profetizzò riguardo a loro, quando disse: ‘Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatte e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui’”. Secoli dopo, i profeti ebrei come Isaia, Daniele, Gioele, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia furono spinti a proferire profezie simili. — Isaia 66:15, 16; Daniele 7:9-22; Gioele 3:9-17; Abacuc 3:16-18; Sofonia 1:14-18; Aggeo 2:21, 22; Zaccaria 14:6-9; Malachia 4:1-6.

      38. Perché ci dovremmo sforzare di essere in uno stato di prontezza?

      38 Il giudizio divino predetto da tutti questi profeti e da altri deve adempiersi. Questo richiede che in ogni tempo ci sforziamo di mantenerci in uno stato di prontezza e non mettiamo in pericolo la nostra pura reputazione dinanzi all’Altissimo.

      39. Qual è il messaggio che ci comunicò il comandamento di Gesù Cristo?

      39 Il messaggio che ci tramandarono i profeti è uguale a quello che ci comunicò il comandamento del nostro Signore Gesù Cristo, come fu ripetuto dagli apostoli, incluso Paolo. Noi discepoli del Figlio di Dio dovremmo essere attivi nel suo servizio, rimanere moralmente e spiritualmente puri, ed essere sempre pronti a ricevere il nostro Signore quando viene per eseguire il giudizio contro gli empi. Il Figlio di Dio dichiarò:

      “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.

      40. Per evitar di cadere in un sonno spirituale, che dobbiamo fare?

      40 Sì, dobbiamo guardarci dalle cadute spirituali. Questo richiede che evitiamo la sfrenata crapula nel mangiare e nel bere, e l’abbandono ai piaceri. Tali eccessi intorpidiscono la percezione e sovraccaricano il cuore con sentimenti di colpa. Scacciano i buoni motivi del cuore. Similmente, l’indebita preoccupazione circa il guadagnarsi da vivere può privare il cuore della rassicurante certezza che Geova Dio provvederà ogni cosa di cui abbiamo veramente bisogno. (Matteo 6:25-34) Ogni volta che il motivo principale del cuore cessa di essere il desiderio di essere trovati approvati dal Signore Gesù Cristo al suo tempo per il giudizio, si è in una condizione di grave pericolo spirituale. Si può essere sorpresi in una condizione disapprovata dal Signore, Gesù Cristo.

      41. Perché la fede nella certezza della venuta di Cristo nella gloria è sempre stata un aiuto per rimanergli leali?

      41 Come Pietro, gli altri apostoli fedeli insegnarono ai loro conservi credenti di tenere sempre presente dinanzi a sé la certezza della venuta di Cristo per eseguire il giudizio e ricompensare i suoi leali discepoli. Un primo obiettivo di tale insegnamento era quello di aiutare i cristiani ad essere trovati approvati all’arrivo del Figlio “con potenza e gran gloria”. (Matteo 24:30) Come aveva fatto Gesù, gli apostoli continuarono a dare enfasi all’importanza di mostrarsi fedeli sino alla fine. Tale fine poteva venire o alla loro morte o alla “presenza del giorno di Geova”. (II Pietro 3:12) Poiché anche la risurrezione dei coeredi di Cristo è collegata nelle Scritture con il suo ritorno, le speranze di tutti i suoi veri discepoli sono connesse all’arrivo del Figlio di Dio nella funzione di un glorioso Re celeste. (Matteo 10:28; 24:13, 36-44; I Tessalonicesi 1:9, 10; 4:14-17) Così, durante tutta la storia della congregazione cristiana, l’incrollabile fede nella venuta del Signore “con potenza e gran gloria” è stata un aiuto nel mostrare la propria lealtà verso di lui.

      NON SIATE INGANNATI DAGLI SCHERNITORI

      42. (a) Perché udiamo oggi la voce di schernitori? (b) Qual è il loro argomento?

      42 In parte a causa del grande desiderio di essere viventi quando Gesù Cristo si rivela nella gloria, in tutti i secoli ci sono stati credenti che hanno cominciato a contare su un periodo o anno particolare per il termine del sistema di cose empio. Questo è accaduto fino a questi “ultimi giorni”. Poiché certe attese non si sono realizzate, molti hanno inciampato e sono tornati alle vie del mondo. In adempimento delle parole di Pietro, anche oggi udiamo la voce degli schernitori. (II Pietro 3:3, 4) In effetti, essi dicono: ‘Che ragione c’è per credere che il Figlio di Dio verrà a giustiziare gli empi e a ricompensare i suoi discepoli? Infatti, dal tempo della creazione non è cambiato nulla. Gli originali processi della vita continuano e non indicano la venuta di una fine disastrosa in un futuro prossimo. Gli uomini si sposano, e le donne sono date in matrimonio, nascono bambini, e gli uomini continuano a invecchiare e a morire’. Così intendono dire che il Signore Gesù Cristo non verrà mai per eseguire il giudizio o che questo avvenimento è così lontano nel futuro da non suscitare nessuna preoccupazione immediata.

      43. Cosa mostra che c’è sempre stato per i discepoli di Cristo il bisogno di essere diligenti nell’assolvere le loro responsabilità?

      43 Tali schernitori hanno totalmente perso di vista il fatto che la morte o il “giorno di Geova” li sopraggiungerà inevitabilmente. In ciascun caso, non avranno più l’opportunità di accumulare tesori in cielo nella forma di opere eccellenti. (Luca 12:15-21, 31, 33-40) Quindi, per i discepoli di Gesù Cristo non c’è mai stato un periodo di storia in cui si potessero permettere di trascurare le loro responsabilità. Per certo, il rischio di far questo è ancora più grande nel nostro tempo.

      44. Quali basilari responsabilità dovremmo assolvere?

      44 Oggi, dunque, quali responsabilità dovremmo esattamente assolvere? Da una parte, abbiamo il comando: “Fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matteo 28:19, 20) Sì, al termine del sistema di cose, abbiamo il privilegio di partecipare alla predicazione mondiale della “buona notizia del regno”. (Matteo 24:14) Di importanza particolarmente essenziale in questo tempo è il nostro obbligo di mostrare amore a tutti i nostri fratelli, rispondendo ai loro bisogni di aiuto, comprensione e incoraggiamento. (Confronta Matteo 25:35-40; Ebrei 13:1-3; I Giovanni 3:16-18). Inoltre, ci dobbiamo esercitare di continuo per rimanere puri dalle degradanti opere della carne. — Matteo 7:21-23: Galati 5:19-21.

      GEOVA HA DATO PROVA CHE GLI SCHERNITORI SONO IN ERRORE

      45, 46. Quale prova ha provveduto Geova per mostrare che gli schernitori hanno torto?

      45 Mentre continuiamo a condurre una vita in armonia con la nostra determinazione di essere discepoli di Gesù Cristo, vorremo tenere sempre dinanzi il fatto che Geova Dio molto tempo fa provvide la prova che conferma innegabilmente che gli schernitori sono in errore. Richiamando l’attenzione su ciò, l’apostolo Pietro scrisse:

      “Secondo il loro desiderio, sfugge alla loro attenzione questo fatto, che nei tempi antichi vi erano i cieli, e la terra era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio; e mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — II Pietro 3:5, 6.

      46 Il fatto che Geova Dio abbia già distrutto una volta un mondo di empi mostra che gli schernitori sono in errore quando concludono che nelle attività umane non ci sarà nessun drastico cambiamento ma che ogni cosa continuerà “esattamente come dal principio della creazione”. Abbiamo la parola della promessa di Dio stesso che, per mezzo del Figlio suo, agirà contro gli empi. Questa parola è così potente che non c’è possibilità che resti inadempiuta.

      47. Come il racconto della creazione rivela il potere della “parola” di Dio?

      47 La maniera in cui la Bibbia parla delle opere creative di Geova rivela il potere della sua “parola”. Da Genesi, capitolo 1, vediamo che, quando l’Altissimo dice la parola o dà il comando, il suo proposito è come se fosse già attuato. (Confronta Salmo 148:1-6). In riferimento al secondo giorno, ci viene detto: “Dio proseguì, dicendo: ‘Si faccia una distesa fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque’. Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece”. (Genesi 1:6, 7) Quindi, il terzo giorno, “Dio proseguì, dicendo: ‘Le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol luogo e appaia l’asciutto’. E così si fece”. — Genesi 1:9.

      48. Come la terra venne a trovarsi “solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua”?

      48 Ciò che il racconto di Genesi dice è in piena armonia con la descrizione fatta dall’apostolo Pietro. Siccome l’asciutto emerse dalla superficie delle acque terrestri, la ‘terra stette solidamente fuori dell’acqua’. Tuttavia, a causa dell’acqua che circondava la terra al di sopra della distesa (che conteneva i gas necessari per sostenere la vita), la terra era anche “nel mezzo dell’acqua”. (Confronta Proverbi 8:24-29). Questa disposizione venne all’esistenza per mezzo della “parola di Dio”.

      49. (a) Come “mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione”? (b) Quale avvenimento futuro la potente “parola di Dio” rende certo?

      49 Le acque sospese molto al di sopra della superficie della terra e le acque terrestri crearono la possibilità di un diluvio universale e risultarono in effetti il mezzo con cui l’Altissimo distrusse un mondo di empi. Pertanto, il Diluvio è per tutti quelli che scherniscono come un esempio ammonitore della certezza dell’intervento divino nelle attività umane al tempo della presenza di Cristo. La potente parola che portò all’esistenza le possibilità di un diluvio universale è la stessa parola che addita la distruzione del malvagio sistema di cose attuale. L’apostolo Pietro continua: “Ma mediante la stessa parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. — II Pietro 3:7.

      50. (a) In riferimento alla distruzione del vecchio sistema di cose attuale, quale punto di vista hanno adottato alcune persone che si associano alla congregazione cristiana? (b) Come si manifesta questo atteggiamento?

      50 Specialmente a causa dei molti secoli trascorsi da che l’apostolo Pietro scrisse queste parole e a causa di certe aspettative inadempiute, alcune persone che si associano alla congregazione cristiana hanno messo in dubbio che venga mai tale distruzione. Benché non si uniscano forse apertamente agli schernitori, non considerano più il “giorno del giudizio” come un avvenimento con cui dover fare i conti. Divengono negligenti in quanto a comportarsi in modo degno delle loro responsabilità cristiane, e soccombono a uno stato di sonnolenza spirituale. Si sforzano di ottenere il più che possono dal sistema di cose attuale in quanto a piaceri e ricchezze.

      APPREZZATE LA PAZIENZA DI GEOVA

      51. Perché non dovremmo pensare che la venuta di Cristo nella funzione di giustiziere abbia impiegato molto tempo ad arrivare?

      51 Da un punto di vista umano, può sembrare che la venuta di Cristo nella funzione di giustiziere della vendetta divina abbia impiegato molto tempo ad arrivare. Ma non è stato così agli occhi di Geova Dio. Di conseguenza, per evitare di addormentarci spiritualmente, dobbiamo considerare le cose dal punto di vista dell’Altissimo. Le parole dell’apostolo Pietro ci possono aiutare a fare proprio questo. Leggiamo:

      “Comunque, non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che un giorno è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno. Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento. Tuttavia il giorno di Geova verrà come un ladro”. — II Pietro 3:8-10.

      52, 53. In quale senso mille anni sono per Geova come un giorno, e un giorno come mille anni?

      52 Geova non è indifferente riguardo al tempo che ha relazione con l’uomo. (Genesi 1:14, 15) Fece l’uomo in modo che tenesse conto del tempo. Nella Bibbia, Dio ha segnato particolari periodi di tempo, essendo questi misurati in anni secondo il calcolo del tempo dell’uomo. (Genesi 15:13-16; Esodo 12:40, 41; Galati 3:17; Numeri 14:33, 34; 32:13; Deuteronomio 2:7; Giosuè 5:6; Atti 13:20) Poiché è un Dio senza principio e senza fine, ab eterno in eterno, la sua propria vita non può essere misurata nel tempo. (Salmo 90:2, 4) Ciò che per l’uomo sono dunque mille anni o un periodo di oltre 365.000 giorni, comparativamente parlando, per l’Iddio di eternità sono solo come un giorno di 24 ore.

      53 Quando l’ispirato Pietro dice, inoltre, che “un giorno è presso Geova come mille anni”, non intende dire che il tempo si trascini per Geova stancamente riguardo alle attività terrestri o umane. Piuttosto, in un giorno di 24 ore Dio potrebbe compiere ciò per cui l’uomo impiegherebbe, diciamo, mille anni. Ma l’Altissimo non è mai a corto di tempo, sebbene possa affrettare le cose. Tuttavia, se vuole attendere mille anni prima di compiere una certa azione, relativamente parlando, egli attende un solo “giorno”.

      54. (a) Perché non dovremmo pensare che Geova Dio sia lento? (b) Come abbiamo tratto beneficio dalla pazienza di Dio?

      54 Così, invece di guardare i secoli che sono passati da che l’apostolo Pietro scrisse la sua seconda lettera come una prova di lentezza da parte di Dio, dovremmo considerare questo periodo come una meravigliosa dimostrazione di pazienza divina. Ciò prova innegabilmente che il nostro Padre celeste vuole che in ogni luogo le persone si pentano e vivano. Come indicò Pietro, la pazienza di Dio è stata utile per i cristiani. Una volta anch’essi erano increduli e si dovettero pentire per ottenere presso l’Altissimo una reputazione approvata. Comunque, se il giudizio divino fosse stato eseguito contro il mondo di empi, quelli che non si erano ancora pentiti sarebbero periti. Così la pazienza di Geova ha permesso la salvezza dei cristiani, come anche ora continua a offrire opportunità perché altri si pentano e vivano. Ciò nondimeno, la pazienza divina non viene mostrata a tempo indefinito. Inaspettatamente, come quando viene un ladro, il Signore Gesù Cristo sarà rivelato “in un fuoco fiammeggiante” quando comincerà la sua opera di giustiziare gli empi. — II Tessalonicesi 1:7-9.

      55. Che dovremmo fare dopo aver considerato la certezza della venuta di Cristo per eseguire il giudizio, e questo che cosa può significare per noi?

      55 Poiché tale rivelazione del Signore Gesù Cristo può venire in qualsiasi tempo, dobbiamo pensare seriamente alla nostra posizione dinanzi a Dio e a Cristo. Non abbiamo un tempo infinito per farci una reputazione di opere eccellenti che ci consenta d’essere da loro ritenuti approvati. La Bibbia mostra chiaramente che il giorno in cui il nostro Signore verrà per il giudizio coglierà di sorpresa quelli che non sono vigilanti. Se siamo negligenti circa le nostre responsabilità cristiane, tale avvenimento potrà quindi sorprenderci come un ladro in una condizione impreparata. Perciò, dovremmo sforzarci di vivere ogni giorno come se fosse il nostro ultimo, non lasciando che i desideri personali o i piaceri interferiscano con il nostro fedele servizio a Geova Dio e al nostro Signore Gesù Cristo. In tal caso, non rimpiangeremo mai il modo in cui avremo impiegato il nostro tempo, le nostre energie e i nostri beni materiali. La rivelazione del Signore Gesù Cristo non sarà allora un tempo per smascherarci come schiavi sleali meritevoli di punizione. Ma darà inizio a un periodo di benedizioni impareggiabili in cui faremo parte dei “nuovi cieli’ o della “nuova terra” stabiliti da Dio. Certo, questa è una splendida speranza che vale la pena di salvaguardare. — II Pietro 3:13.

  • Viviamo in aspettazione dell’adempimento della promessa
    Scegliamo il miglior modo di vivere
    • Capitolo 11

      Viviamo in aspettazione dell’adempimento della promessa

      1, 2. (a) Che cosa accadrà secondo l’immutabile “parola di Dio”, che dà luogo a quali domande? (b) Come l’apostolo Pietro descrive ciò che accadrà all’ordine attuale?

      UN INTERO ordine mondiale deve cambiare. Ne dovrà risentire ogni aspetto della vita umana. Questo cambiamento è inevitabile poiché l’infallibile “parola di Dio” ha decretato la fine dei cieli e terra attuali e la loro sostituzione mediante nuovi cieli e nuova terra gloriosi. Che significheranno per noi questi avvenimenti? Come possiamo mostrare di vivere in aspettazione dell’adempimento di ciò che Geova Dio ha promesso?

      2 Dopo aver fatto riferimento al diluvio universale dei giorni di Noè, l’apostolo Pietro scrive: “I cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. (II Pietro 3:7) L’apostolo prosegue, dicendo che “i cieli passeranno con rumore sibilante, ma gli elementi, essendo intensamente caldi, saranno dissolti, e la terra e le opere che sono in essa saranno scoperte”. — II Pietro 3:10.

      3. In base al racconto di Genesi, che dobbiamo logicamente concludere circa l’universo materiale, inclusa la nostra terra?

      3 In base a queste parole ispirate, dobbiamo forse concludere che sia la nostra terra letterale che il sole, la luna e le stelle saranno distrutti? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo considerare come Dio giudica le sue proprie opere. In riferimento alla fine del periodo creativo, il racconto di Genesi ci dice: “Dio vide poi tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”. (Genesi 1:31) Dinanzi ai primi uomini era la prospettiva di un’eternità di vita felice sulla terra, purché rimanessero ubbidienti. (Genesi 2:16, 17; 3:3) Nel racconto di Genesi non c’è nulla che faccia pensare che la terra sarebbe stata per l’uomo solo una dimora temporanea, per essere infine distrutta in qualche futuro giorno di giudizio. Logicamente ne consegue che il proposito di Dio è che l’universo materiale, inclusa la terra, continui a esistere senza fine.

      4. (a) Quale distinzione fece Pietro riguardo alla situazione esistente prima e dopo il Diluvio? (b) Che cosa fu fatto dal Diluvio?

      4 Inoltre, l’apostolo Pietro fece una distinzione fra (1) i ‘cieli dei tempi antichi e la terra che era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua’ e (2) “i cieli e la terra che sono ora”. (II Pietro 3:5, 7) Tuttavia, la terra che esisté prima del Diluvio è lo stesso pianeta che esiste ancora. È vero che il diluvio portò in effetti dei cambiamenti negli aspetti fisici della terra. Poiché non c’era più acqua in sospensione al di sopra della superficie della terra, questo influì sull’aspetto dell’universo visibile dal punto di vista dell’osservatore umano. Comunque, questi cambiamenti furono semplicemente effetti collaterali del Diluvio. Il suo scopo non fu di distruggere il pianeta letterale ma di distruggere la società umana empia fuori dell’arca. Per mezzo del diluvio, tutte le opere e le disposizioni edificate dalla società umana empia perirono.

      5. Perché ci sia qualcosa che corrisponda al diluvio universale, cosa deve accadere nel giorno della resa dei conti?

      5 Quindi, perché ci sia qualcosa che corrisponda al diluvio universale, tutto ciò che ha relazione con la società umana malvagia attuale deve perire, come se fosse consumato dal fuoco. Sì, l’intera struttura delle cose umane venuta all’esistenza dopo il Diluvio è stata riservata alla distruzione e al giorno del giudizio o della resa dei conti.

      6. È letterale il “fuoco” per mezzo del quale finisce il vecchio ordine?

      6 Che il “fuoco” sia qui usato in maniera rappresentativa della completezza della distruzione è confermato nel libro biblico di Rivelazione, dove il Signore Gesù Cristo è raffigurato come un re guerriero. Si dice che l’azione della sua battaglia lasci molti cadaveri sparsi sulla superficie della terra, perché siano consumati da uccelli necrofagi. (Rivelazione 19:15-18) Tale quadro non potrebbe essere adempiuto in nessun grado se questo pianeta dovesse essere letteralmente ridotto a un tizzone spento privo di vita.

      7. Che cosa indicano le parole di II Pietro 3:10 circa la distruzione avvenire?

      7 Or dunque, la raffigurazione di Pietro della distruzione della terra e dei cieli attuali si riferisce all’annientamento della società umana empia. I governi istituiti dagli uomini che hanno dominato sulla società umana come “cieli” scompariranno dall’esistenza. (Confronta Isaia 34:2-5; Michea 1:3, 4). Il suono che si produrrà quando si dissolveranno nella rovina, descritto come un “rumore sibilante” simile a quello del vapore che sfugge sotto pressione, aumenterà di intensità. Gli “elementi”, cioè lo spirito che spinge l’empio genere umano a pensare, predisporre, parlare e agire nella loro maniera che disonora Dio, saranno dissolti o ridotti a nulla. (Confronta Atti 9:1; Efesini 2:1-3). Questo significherà la fine per tutte le filosofie, le teorie, le intese e gli schemi che riflettono lo spirito del genere umano alienato dall’Altissimo. “La terra e le opere che sono in essa saranno scoperte” o esposte come meritevoli di distruzione. Non ci sarà scampo per nessun membro della società umana malvagia, la “terra”. (Confronta Genesi 11:1; Isaia 66:15, 16; Amos 9:1-3; Sofonia 1:12-18). Tutte le opere degli uomini illegali — sia le istituzioni e le organizzazioni che quanto è stato edificato in relazione con queste — saranno rivelate come disapprovate da Dio, per essere eliminate come rifiuti senza valore.

      8. Poiché ogni parte del sistema attuale sarà distrutta, quale consiglio di Pietro dovremmo prendere a cuore?

      8 Noi servitori di Dio vogliamo perciò vivere in una maniera tale da mostrare che crediamo realmente che ogni parte di questo sistema empio attuale perirà per sempre. Questo è ciò che l’apostolo Pietro ci esorta a fare, dicendo:

      “Giacché tutte queste cose devono quindi esser dissolte, quale sorta di persone dovete essere voi in santi atti di condotta e opere di santa devozione, aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova, per cui i cieli essendo infuocati saranno dissolti e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno!” — II Pietro 3:11, 12.

      9. Solo chi sopravvivrà alla distruzione avvenire, con la prospettiva di benedizioni eterne?

      9 Quando ogni parte di questo sistema sarà dissolta dal ‘fuoco’ dell’ira di Dio espressa per mezzo del Signore Gesù Cristo, scamperanno solo le persone che avranno tenuto una condotta retta e che avranno mostrato santa devozione. La vera adorazione non è passiva, riflettendosi unicamente nella propria astinenza da certi errori. Mentre è essenziale mantenere la purezza morale e spirituale, abbiamo anche l’obbligo di dimostrare amore ai nostri simili e di essere disposti e desiderosi di appagare le loro necessità fisiche e spirituali. E questo contribuisce a una grande gioia, poiché “vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35.

      AZIONI INDICANTI CHE RICONOSCIAMO L’AVVICINARSI DELLA FINE

      10. A causa dell’appressarsi della “fine di ogni cosa”, quale ammonimento diede Pietro?

      10 Le seguenti parole dell’apostolo Pietro ampliano ciò che dobbiamo fare in vista dell’appressarsi della “fine di ogni cosa”: “Siate di mente sana, perciò, e siate vigilanti in vista delle preghiere. Soprattutto, abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati. Siate ospitali gli uni verso gli altri senza brontolii”. — I Pietro 4:7-9.

      11. Per rimanere di “mente sana” che cosa si richiede?

      11 In armonia con questo ammonimento, per rimanere moralmente puri o retti nella condotta e per essere attivi promuovendo il benessere spirituale di altri, dobbiamo essere di “mente sana”. Questo richiede che badiamo di non farci dominare dalle emozioni lasciando che ci facciano perdere l’equilibrio emotivo. È essenziale riconoscere le cose veramente importanti nella vita, avere un equilibrato senso di ciò che ha la precedenza. — Filippesi 1:9, 10.

      12. (a) Perché è importante essere “vigilanti in vista delle preghiere”? (b) Come Pietro ne apprese l’importanza dalla sua propria esperienza?

      12 Se vogliamo rimanere fedeli servitori di Dio, non possiamo sperar di riuscire con la nostra propria forza. Ci dobbiamo rivolgere a Geova Dio per aiuto, essendo “vigilanti in vista delle preghiere”. Dall’esperienza personale, l’apostolo Pietro aveva appreso l’importanza d’essere ‘vigilante’, di stare in guardia o di esser desto riguardo alle preghiere. Poco prima che Gesù Cristo fosse arrestato da una turba armata nel giardino di Getsemani, il Figlio di Dio aveva incoraggiato Pietro, Giacomo e Giovanni a pregare perché non cadessero vittime della tentazione. Comunque, tutt’e tre si addormentarono in questo tempo critico. (Matteo 26:36-46; Marco 14:32-42; Luca 22:39-46) Indebolito per il fatto che non era rimasto ‘vigilante’ riguardo alla preghiera, Pietro rinnegò poi Gesù Cristo tre volte. (Giovanni 18:17, 18, 25-27) Eppure in precedenza Pietro aveva dichiarato fiduciosamente: “Signore, sono pronto ad andare con te sia in prigione che alla morte”. (Luca 22:33) “Benché tutti gli altri inciampino riguardo a te, io non inciamperò mai!” — Matteo 26:33.

      13. Cosa possiamo imparare dall’esperienza che Pietro ebbe quando mancò di ‘vigilare in vista delle preghiere’?

      13 In ciò che accadde a Pietro è per noi una lezione essenziale. Può imprimere nella nostra mente il pericolo dell’eccessiva fiducia. A causa delle nostre limitazioni e debolezze, possiamo riuscire a resistere alla tentazione solo con l’aiuto divino. Perciò, continuiamo a pregare tenendo la mente e il cuore desti, cioè con incrollabile affetto verso Geova Dio e Gesù Cristo.

      14. Quale dovrebbe essere il nostro motivo nell’adempimento della nostra responsabilità cristiana, e come questo è manifestato da come trattiamo i nostri conservi credenti?

      14 Oltre a rimanere desti ed equilibrati riguardo alla nostra condizione di discepoli cristiani, facciamo bene a considerare se l’amore è il motivo che ci spinge ad agire per adempiere le nostre responsabilità. (I Corinti 13:1-3) L’apostolo Pietro esortò ad avere “intenso amore” per i nostri conservi credenti. Tale intenso amore lo mostriamo essendo pronti a perdonare. In tal caso non esageriamo le mancanze dei nostri fratelli né richiamiamo indebita attenzione sulle loro trasgressioni. Non andiamo in cerca di errori, mettendo le infrazioni di altri sotto la peggiore luce possibile. Concedendo così perdono, il nostro amore coprirà una moltitudine di peccati invece di esporli alla piena vista di altri.

      15. Perché può essere necessario mostrare ospitalità, e con quale atteggiamento si dovrebbe offrire?

      15 Anche la manifestazione di ospitalità è un’espressione di amore. Com’è bello quando condividiamo il nostro cibo e le nostre cose necessarie con altri, specialmente con quelli che ne hanno necessità! (Luca 14:12-14) Quando i conservi credenti perdono tutto a causa di disastri naturali o di persecuzione, questo può significare aprire loro la nostra casa per prolungati periodi di tempo. Ciò può essere per noi molto scomodo, e potremmo essere inclini a lamentarci per le straordinarie richieste di nostri beni ed energie. In tali tempi facciamo bene a guardarci dal brontolare se dobbiamo mostrare ospitalità ripetute volte, riconoscendo che questo è un ottimo modo in cui possiamo manifestare il nostro amore a quelli che Dio ama.

      16, 17. (a) Come dovremmo considerare i doni che abbiamo? (b) Quale ottimo atteggiamento raccomandò e manifestò Paolo stesso?

      16 Tutti abbiamo doni o doti che possiamo usare per il beneficio di altri. Che rimaniamo approvati servitori di Dio dipende dall’uso zelante e gioioso che faremo di questi doni. Saggiamente, eviteremo di paragonarci con altri. Questo può impedire che ci scoraggiamo quando vediamo che altri possono fare molto più di noi. D’altra parte non cederemo a nessun sentimento di superiorità quando in qualche campo di attività potremo fare più di altri. (Galati 6:3, 4) Notate ciò che disse l’apostolo Pietro: “Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri, quali eccellenti economi dell’immeritata benignità di Dio espressa in vari modi”. (I Pietro 4:10) Conformemente, abbiamo la responsabilità di fare pieno uso di qualsiasi dono abbiamo. Per immeritata benignità di Dio siamo ciò che siamo e abbiamo ciò che abbiamo. Perciò, tutte le nostre energie, capacità e talenti possono essere considerati come doni che ci sono stati concessi per immeritata benignità di Geova, onde li usiamo per recare lode e onore all’Altissimo.

      17 L’apostolo Paolo diede risalto al giusto atteggiamento per mezzo delle seguenti domande: “Chi ti fa differire da un altro? In realtà, che cosa hai che tu non abbia ricevuto? Se, ora, in realtà lo hai ricevuto, perché ti vanti come se non lo avessi ricevuto?” (I Corinti 4:7) Benché Paolo stesso potesse dire di aver “faticato più” di tutti gli altri apostoli, non ne attribuì il merito a se stesso, ma aggiunse: “non io, però, ma l’immeritata benignità di Dio che è in me”. — I Corinti 15:10.

      18. In quale maniera dovremmo impiegare i nostri doni?

      18 Come fedeli economi, vorremo interessarci per fare pieno uso dei doni che abbiamo, aiutando altri spiritualmente e materialmente. Anche la maniera in cui facciamo questo è molto importante. A questo riguardo, Pietro scrisse:

      “Se uno parla, parli come se fossero i sacri oracoli di Dio; se uno serve, serva come dipendendo dalla forza che Dio fornisce; onde in ogni cosa Dio sia glorificato per mezzo di Gesù Cristo. La gloria e il potere sono suoi per i secoli dei secoli. Amen”. — I Pietro 4:11, NW.

      19. Come possiamo glorificare Dio quando aiutiamo altri spiritualmente e materialmente?

      19 Perciò, se aiutiamo spiritualmente altri, vorremo parlare in modo tale da mostrare che la fonte delle nostre parole di conforto e amore è Geova Dio. Quando ciò avviene, la nostra predicazione e il nostro insegnamento saranno edificanti e non genereranno sentimenti di inferiorità e vergogna in quelli che stiamo cercando di aiutare. Similmente, se diamo il nostro tempo e le nostre energie nel rendere aiuto fisico, vorremo confidare in Dio per la forza. Questo non darebbe risalto alle nostre proprie capacità ed esalterebbe l’impiego che Dio fa delle nostre capacità per operare il bene. In questo modo, sarà glorificato il nostro Padre celeste. (I Corinti 3:5-7) Poiché al Padre sono resi tali gloria e onore perché siamo discepoli del Figlio suo, Geova Dio è “glorificato per mezzo di Gesù Cristo”. Sì, l’Altissimo ci ha dato la capacità e la forza di fare il bene.

      20. Perché dovremmo attendere la venuta del grande giorno di Geova, e quindi cosa dovremmo fare?

      20 Impiegando il nostro tempo, i nostri beni e le nostre energie per aiutare altri, mostriamo di essere in uno stato di preparazione spirituale, pronti ad affrontare il grande giorno di Geova. Infatti, riconoscendo che il Signore Gesù Cristo potrebbe venire in qualsiasi tempo come esecutore della vendetta divina potremo essere incitati a rimanere spiritualmente svegli. Ecco perché vorremo tenere sempre presente la certezza della venuta del grande giorno di Geova. Siccome offrirà splendide opportunità a tutti i leali discepoli di Gesù Cristo, possiamo giustamente attenderlo con viva aspettazione. Il giorno di Geova significherà essere liberati per sempre dall’ingiustizia e dalle pressioni del sistema di cose attuale, per godere le benedizioni dei “nuovi cieli e nuova terra”. Com’è essenziale che teniamo “bene in mente” questo giorno, desiderandolo ardentemente! (II Pietro 3:12, 13) La nostra zelante partecipazione all’opera di far conoscere ad altri il proposito di Dio prova l’atteggiamento corretto. Mostra che siamo convinti che il giorno di Geova verrà e che altri hanno bisogno di conoscerlo e agire in armonia con questa essenziale conoscenza.

      21. (a) Di che cosa possiamo essere sicuri riguardo alla promessa di Dio di “nuovi cieli e nuova terra”? (b) Come questo dovrebbe influire su di noi?

      21 La promessa di Dio di “nuovi cieli e nuova terra”, dichiarata prima per mezzo del profeta Isaia, si compirà nel suo più pieno significato. (Isaia 65:17; 66:22) Un giusto governo retto da Gesù Cristo e da re-sacerdoti a lui associati sopra una società terrestre conforme alla legge divina deve divenire una realtà. (Rivelazione 5:9, 10; 20:6) La certezza di ciò può spronarci all’azione, spingendoci a fare tutto il possibile per essere fra quelli che parteciperanno alle risultanti benedizioni. L’apostolo Pietro ammonì: “Diletti, giacché aspettate queste cose, fate tutto il possibile per essere infine trovati da lui immacolati e senza difetto e in pace”. (II Pietro 3:14) Come servitori di Dio, la nostra preoccupazione è quella di essere approvati dal Signore Gesù Cristo, non avendo macchie o difetti dovuti ad atteggiamenti, modi di fare e azioni mondani. Vogliamo essere liberi dalla sozzura del peccato. Poiché il peccato infrange la nostra pace con Dio, solo rimanendo in uno stato in cui i nostri peccati possono essere espiati potremo esser trovati “in pace” alla venuta del suo grande giorno.

      APPREZZIAMO LA PAZIENZA DIVINA

      22. Perché non dovremmo divenire impazienti circa l’adempimento della promessa di Dio?

      22 Mentre attendiamo giustamente i “nuovi cieli e nuova terra”, non vogliamo divenire impazienti circa l’adempimento della promessa. Il fatto che il grande giorno di Geova non venne molto tempo fa ha permesso la nostra propria salvezza. L’apostolo Pietro dichiarò:

      “Considerate la pazienza del nostro Signore come salvezza, come il nostro diletto fratello Paolo pure vi scrisse secondo la sapienza datagli, parlando di queste cose come fa anche in tutte le sue lettere. In esse, comunque, vi sono alcune cose difficili a capirsi, che i non istruiti e gli instabili torcono, come fanno pure del resto delle Scritture, alla propria distruzione”. — II Pietro 3:15, 16.

      23. (a) Perché non dovremmo approfittare della pazienza di Dio? (b) Come nel primo secolo alcuni non riconobbero la ragione della pazienza di Dio?

      23 Come persone che apprezzano la pazienza di Geova, vorremo stare attenti a non approfittarne, giustificando una particolare condotta di egoismo in base alla supposizione che il grande giorno di Dio sia ancora molto lontano. Nel primo secolo E.V., ci furono credenti che evidentemente fecero questo. L’apostolo Pietro li descrisse come ‘non istruiti e instabili’, privi del chiaro intendimento della Parola di Dio e instabili riguardo alla dottrina e alla pratica cristiane. Questi cercarono perfino di usare dichiarazioni delle lettere dell’ispirato apostolo Paolo e altre parti delle Scritture per scusare la loro condotta errata. Può darsi che indicassero ciò che Paolo aveva scritto sull’esercizio della coscienza e sull’esser dichiarati giusti per mezzo della fede e non per mezzo delle opere della legge mosaica come qualcosa che consentisse libertà di azioni di ogni genere contrarie alla volontà di Dio. (Confronta Romani 3:5-8; 6:1; 7:4; 8:1, 2; Galati 3:10). Forse fecero uso errato di punti come i seguenti:

      “Cristo ci rese liberi. Perciò state saldi e non vi fate confinare di nuovo in un giogo di schiavitù”. (Galati 5:1) “Ogni cosa mi è lecita”. (I Corinti 6:12) “Tutte le cose sono pure alle persone pure”. (Tito 1:15)

      Comunque, non tennero conto che Paolo disse anche:

      “Non usate questa libertà come un’occasione per la carne, ma per mezzo dell’amore fate gli schiavi gli uni agli altri. Poiché l’intera Legge è adempiuta in una sola parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. (Galati 5:13, 14) “Ciascuno continui a cercare non il proprio vantaggio, ma quello altrui”. — I Corinti 10:24.

      24. Perché dobbiamo guardarci dalle nostre compagnie anche dentro la congregazione?

      24 Come nella congregazione del primo secolo, così oggi ci sono quelli che estenderebbero i limiti della libertà cristiana fino al punto di divenire schiavi del peccato. Perciò, facciamo bene a badare alle nostre compagnie, per non venire sotto un’influenza non salutare ed essere sviati. Richiamando l’attenzione su questo fatto l’apostolo Pietro scrisse: “Voi perciò, diletti, avendo questa anticipata conoscenza, state in guardia, affinché non siate trascinati con loro dall’errore delle persone che sfidano la legge e non cadiate dalla vostra propria saldezza”. — II Pietro 3:17.

      FATE PROGRESSO COME CRISTIANI

      25, 26. Dopo aver ottenuto la fede, che dovremmo fare in armonia con II Pietro 1:5-7?

      25 Per evitar di perdere le benedizioni che Geova Dio ha in serbo per noi, dovremmo voler fare progresso nel modo di vivere e nell’attività cristiani. (II Pietro 3:18) Che facciamo ciò è in armonia con l’incoraggiamento dell’apostolo Pietro:

      Sì, per questa stessa ragione, compiendo in risposta ogni premuroso sforzo, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la padronanza di voi stessi, alla padronanza di voi stessi la perseveranza, alla perseveranza la santa devozione, alla santa devozione l’affetto fraterno, all’affetto fraterno l’amore”. — II Pietro 1:5-7.

      26 Per mezzo del Figlio suo, Geova Dio ci ha dato la capacità della fede. Quindi, in corrispondenza, o in conseguenza, di ciò che è stato fatto a nostro favore, dovremmo voler acquisire altre eccellenti qualità che diano prova che abbiamo fede genuina. Possiamo far questo lasciando che la Parola e lo spirito di Dio esercitino nella nostra vita tutto il loro vigore. (II Pietro 1:1-4) L’apostolo Pietro ammonì di ‘compiere ogni premuroso sforzo’, esercitandoci diligentemente con tutte le energie che abbiamo, cooperando nell’opera che il nostro Padre celeste compie per renderci cristiani completi. — Confronta I Corinti 3:6, 7; Giacomo 1:2-4.

      27. Che significa che alla nostra fede si aggiunga la virtù?

      27 Che aggiungiamo la virtù alla fede significa che ci sforziamo di essere persone di eccellenza morale a imitazione del nostro Esempio, Cristo. Tale virtù o eccellenza morale è una qualità positiva. Chi la possiede non solo si trattiene dal fare il male o dal causare danno ai suoi simili ma cerca anche di fare il bene, rispondendo positivamente alle necessità spirituali, fisiche ed emotive di altri.

      28. Perché è importante crescere nella conoscenza?

      28 L’eccellenza morale non può esistere separatamente dalla conoscenza. Abbiamo bisogno di conoscenza per distinguere il bene e il male. (Ebrei 5:14) È anche essenziale per valutare esattamente quanto il bene sia positivo se espresso in una data situazione. (Filippesi 1:9, 10) A differenza della credulità, che rende la conoscenza insignificante oppure le resiste, la fede che ha una base solida poggia sulla conoscenza e ne trae sempre beneficio. Se siamo dunque diligenti nell’applicare le Sacre Scritture, la nostra fede ne sarà rafforzata mentre continueremo a crescere nella conoscenza di Geova Dio e del Figlio suo.

      29. (a) Perché la conoscenza è essenziale nel coltivare la padronanza di sé? (b) Che relazione c’è fra la padronanza di sé e la perseveranza?

      29 Questa conoscenza serve a impedire che cediamo alle passioni peccaminose, divenendo smoderati e sfrenati nella condotta, o che in altri modi diveniamo colpevoli mancando gravemente di riflettere l’immagine divina nel nostro modo di pensare, parlare e agire. La conoscenza fa avere padronanza di sé, la capacità di frenare la propria persona, le proprie azioni e le proprie parole. Continuando a esercitare la padronanza di sé, si acquista l’essenziale qualità della perseveranza. La forza interiore che la perseveranza genera può anche aiutarci a resistere in modo da non cedere alle passioni peccaminose, facendo compromesso quando subiamo persecuzione o divenendo preoccupati delle cure quotidiane, dei piaceri o dei beni materiali. Questa perseveranza sorge dal confidare nell’Altissimo per avere forza e guida. — Confronta Filippesi 4:12, 13; Giacomo 1:5.

      30. (a) Che cos’è la santa devozione, e come si manifesta? (b) Che cosa mostra che la devozione non può esistere separatamente dall’affetto fraterno?

      30 La santa devozione o il senso della riverenza dovrebbe aggiungersi alla perseveranza. Tale atteggiamento distingue l’intera condotta del vero cristiano. Si manifesta con salutare riguardo e onore per il Creatore e con profondo rispetto e considerazione per i genitori o altri cui è dovuta la devozione. (I Timoteo 5:4) Senza affetto fraterno, comunque, la devozione non può esistere. L’apostolo Giovanni afferma:

      “Se alcuno fa la dichiarazione: ‘Io amo Dio’, eppure odia il suo fratello, è bugiardo. Poiché chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto”. (I Giovanni 4:20)

      Chiunque si vantasse della propria riverenza e della propria devozione sarebbe ancora miseramente manchevole se non mostrasse ai suoi fratelli affetto, benignità e amicizia. Non possiamo essere calorosi verso Dio e freddi verso i nostri fratelli.

      31. A chi si deve mostrare amore, e perché?

      31 L’amore è la notevole qualità che dovrebbe essere specialmente evidente nella nostra vita. Questa specie di amore non si deve limitare ai nostri fratelli cristiani. Sebbene dobbiamo avere affetto per i nostri fratelli spirituali, si deve mostrare amore a tutto il genere umano. Questo amore non dipende dalla posizione morale dell’individuo. Dev’esser mostrato anche verso i nemici, esprimendosi particolarmente nel desiderio di aiutarli in modo spirituale. — Matteo 5:43-48.

      32. Qual è il risultato quando applichiamo il consiglio di II Pietro 1:5-7?

      32 Qual è il risultato quando alla fede si aggiungono virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore? L’apostolo Pietro risponde: “Se queste cose esistono in voi e traboccano, v’impediranno d’essere inattivi o infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. (II Pietro 1:8) Quindi non staremo fermi, inattivi, spiritualmente morti. Con le sante qualità dimoranti nei nostri cuori, essendo esse davvero parte di noi, saremo spinti a pensare, parlare e agire in una maniera approvata da Dio. (Confronta Luca 6:43-45). Allorché questo avverrà nel nostro caso, la venuta del Signore Gesù Cristo per assumere il pieno controllo delle attività della terra sarà l’inizio di benedizioni assai più grandi di quanto ora possiamo immaginare.

      33-35. Quale beneficio si riceve vivendo come discepoli di Gesù Cristo?

      33 Perciò, non diveniamo mai incuranti nella condotta o nell’assolvere le nostre responsabilità cristiane, inclusa l’essenziale opera di far conoscere ad altri il messaggio di Dio. Se abbiamo scelto di vivere come discepoli di Gesù Cristo, possiamo avere una coscienza pura e la sana compagnia di conservi credenti. Possiamo avere nei tempi di prova il rafforzante aiuto di Dio, e mentre mettiamo coscienziosamente in pratica i principi biblici la nostra relazione con altri migliorerà.

      34 Non c’è aspetto della vita — nella casa, nel lavoro, nei nostri rapporti con le autorità governative di ogni livello — che non riceva un utile beneficio se cerchiamo di seguire la Parola di Dio. Saremo inoltre più consapevoli dell’importanza di impegnarci con tutto il cuore per raggiungere quanti più è possibile con il confortante messaggio della Bibbia. Proveremo grande felicità e un vero senso di soddisfazione appagando i bisogni dei nostri simili, specialmente i loro bisogni spirituali.

      35 Prima di tutto, solo vivendo come veri discepoli di Gesù Cristo si può conseguire la promessa di un futuro eterno di vita felice. Certamente non vorremo perdere ciò che abbiamo guadagnato. Ogni giorno che passa ci trovi pronti per la venuta del nostro Signore col potere di un re completamente vittorioso. Solo allora potremo partecipare alla sconfinata gioia che deriverà dall’avere scelto di attenerci al nostro impegno di servire fedelmente Geova Dio.

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