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Libro biblico numero 36: Sofonia“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Libro biblico numero 36: Sofonia
Scrittore: Sofonia
Dove fu scritto: Giuda
Quando fu completato: Prima del 648 a.E.V.
1. (a) Perché il messaggio di Sofonia era appropriato al suo tempo? (b) Perché il significato del suo nome si addiceva alla situazione?
ALL’INIZIO del regno di Giosia re di Giuda (659-629 a.E.V.), in un tempo in cui l’adorazione di Baal era molto diffusa e i “sacerdoti di dèi stranieri” promuovevano questa adorazione impura, il popolo di Gerusalemme dovette rimanere sorpreso del messaggio proclamato dal profeta Sofonia. Anche se forse era discendente del re Ezechia, della casa reale di Giuda, Sofonia criticò severamente le condizioni della nazione. (Sof. 1:1, 4) Il suo fu un messaggio di condanna. Il popolo di Dio era diventato disubbidiente, e solo Geova avrebbe potuto riportarlo alla pura adorazione e benedirlo affinché servisse come “un nome e una lode fra tutti i popoli della terra”. (3:20) Sofonia indicò che solo per intervento divino si poteva “essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. (2:3) Come fu appropriato il suo nome Tsefanyàh (in ebraico), che significa “Geova ha nascosto (tesoreggiato)”!
2. Quale frutto portarono gli sforzi di Sofonia, ma perché questo fu solo temporaneo?
2 Gli sforzi di Sofonia portarono frutto. Il re Giosia, che era salito al trono all’età di otto anni, nel 12º anno del suo regno cominciò a “purificare Giuda e Gerusalemme”. Estirpò la falsa adorazione, riparò “la casa di Geova” e ripristinò la celebrazione della Pasqua. (2 Cron., capp. 34, 35) Le riforme di Giosia comunque furono solo temporanee, poiché gli successero tre suoi figli e un nipote, i quali fecero tutti “ciò che era male agli occhi di Geova”. (2 Cron. 36:1-12) Tutto questo adempì le parole di Sofonia: “Di sicuro presterò attenzione ai principi, e ai figli del re, e a . . . quelli che riempiono la casa dei loro padroni di violenza e inganno”. — Sof. 1:8, 9.
3. Quando e dove profetizzò Sofonia, e quale duplice messaggio è contenuto nel libro?
3 Da quanto sopra si deduce che “la parola di Geova . . . fu rivolta a Sofonia” qualche tempo prima del 648 a.E.V., 12º anno di Giosia. Oltre al fatto che il primo versetto indica che Sofonia stava parlando in Giuda, la conoscenza particolareggiata che egli dimostra di avere delle località e delle abitudini di Gerusalemme rivela che risiedeva in Giuda. Il messaggio contenuto nel libro è duplice, in quanto è sia minaccioso che consolatore. Si concentra principalmente sul giorno di Geova, un giorno di terrore che è imminente, ma nello stesso tempo predice che Geova ristabilirà un popolo umile che ‘in effetti si rifugerà nel nome di Geova’. — 1:1, 7-18; 3:12.
4. Cosa prova che il libro di Sofonia è autentico e ispirato da Dio?
4 L’autenticità di questo libro profetico non può essere contestata. Gerusalemme fu distrutta nel 607 a.E.V., più di 40 anni dopo che Sofonia l’aveva predetto. Non solo ne abbiamo la conferma dalla storia secolare, ma la Bibbia stessa contiene la prova intrinseca che ciò ebbe luogo esattamente come Sofonia aveva profetizzato. Poco dopo la distruzione di Gerusalemme, Geremia scrisse il libro di Lamentazioni, descrivendo gli orrori di cui era stato testimone e che erano ancora vivi nella sua mente. Un confronto fra diversi passi rivela che il messaggio di Sofonia è davvero ‘ispirato da Dio’. Sofonia avverte della necessità di pentirsi “prima che venga su di voi l’ardente ira di Geova”, mentre Geremia si riferisce a qualcosa che è già accaduto quando dice: “Geova . . . ha versato la sua ira ardente”. (Sof. 2:2; Lam. 4:11) Sofonia predice che Geova ‘causerà angustia al genere umano, e di sicuro cammineranno come uomini ciechi . . . E il loro sangue sarà in effetti versato come la polvere’. (Sof. 1:17) Geremia ne parla come di un fatto compiuto: “Sono andati errando come ciechi nelle vie. Si sono contaminati di sangue”. — Lam. 4:14; confronta anche Sofonia 1:13—Lamentazioni 5:2; Sofonia 2:8, 10—Lamentazioni 1:9, 16 e 3:61.
5. Come mostra la storia che la profezia di Sofonia si adempì accuratamente?
5 La storia riferisce similmente la distruzione delle nazioni pagane di Moab e Ammon, come pure dell’Assiria, compresa la sua capitale Ninive, proprio come Sofonia aveva predetto per comando di Dio. Come il profeta Naum predisse la distruzione di Ninive (Naum 1:1; 2:10), così Sofonia dichiarò che Geova avrebbe fatto di Ninive “una distesa desolata, una regione arida come il deserto”. (Sof. 2:13) Questa distruzione fu così completa che meno di 200 anni dopo lo storico Erodoto descrisse il Tigri come il fiume “sulle cui rive era costruita la città di Ninive”.a Verso il 150 E.V. lo scrittore greco Luciano scrisse che “ora non ne rimane traccia”.b Secondo un dizionario biblico (The New Westminster Dictionary of the Bible, 1970, p. 669), gli eserciti invasori “furono notevolmente aiutati da un’improvvisa piena del Tigri, che portò via gran parte delle mura della città e rese il luogo indifendibile. . . . La desolazione fu così completa che al tempo dei greci e dei romani Ninive divenne quasi un mito. Tuttavia parte della città giaceva nel contempo sotto cumuli di apparenti rifiuti”. A pagina 627 la stessa opera spiega che pure Moab fu distrutta come era stato profetizzato: “Nabucodonosor soggiogò i moabiti”. Giuseppe Flavio menziona anche l’assoggettamento di Ammon.c Sia i moabiti che gli ammoniti cessarono infine di esistere come popoli.
6. Perché Sofonia appartiene di diritto al canone della Bibbia?
6 Gli ebrei hanno sempre attribuito a Sofonia il suo giusto posto nel canone delle Scritture ispirate. Le sue dichiarazioni proferite nel nome di Geova si sono adempiute in maniera notevole, a rivendicazione di Geova.
CONTENUTO DI SOFONIA
7. Cosa significherà il grande giorno di Geova per i suoi nemici?
7 Il giorno di Geova è vicino (1:1-18). Il libro comincia in tono di condanna. “‘Immancabilmente porrò fine a ogni cosa dalla superficie del suolo’, è l’espressione di Geova”. (1:2) Non sfuggirà nessuno, né uomo né bestia. Gli adoratori di Baal, i sacerdoti di dèi stranieri, quelli che adorano i cieli dalle terrazze, quelli che mischiano l’adorazione di Geova con quella di Malcam, quelli che si ritraggono da Geova e quelli che non si interessano di cercarlo, tutti devono perire. Il profeta comanda: “Fate silenzio dinanzi al Sovrano Signore Geova; poiché il giorno di Geova si avvicina”. (1:7) Geova stesso ha preparato un sacrificio. I principi, i violenti, gli ingannatori e quelli che in cuor loro sono indifferenti: tutti saranno scovati. Le loro ricchezze e i loro possedimenti saranno ridotti a nulla. Il grande giorno di Geova è vicino! Esso è “un giorno di furore, un giorno di strettezza e di angoscia, un giorno di bufera e di desolazione, un giorno di tenebre e di caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità”. Il sangue di quelli che peccano contro Geova sarà versato come la polvere. “Né il loro argento né il loro oro li potrà salvare nel giorno del furore di Geova”. Il fuoco del suo zelo divorerà l’intera terra. — 1:15, 18.
8. (a) Come si può trovare protezione? (b) Quali guai sono annunciati per le nazioni?
8 Cercate Geova; le nazioni saranno distrutte (2:1-15). Prima che quel giorno passi come la pula, “cercate Geova . . . Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine”, e forse sarete “nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. (2:3) L’espressione di Geova continua, annunciando guai al paese dei filistei, che dovrà divenire in seguito “una regione per i rimanenti della casa di Giuda”. Le orgogliose Moab e Ammon saranno desolate come Sodoma e Gomorra “perché biasimarono e si davano grandi arie contro il popolo di Geova degli eserciti”. I loro dèi periranno con loro. (2:7, 10) La “spada” di Geova ucciderà pure gli etiopi. Che ne sarà dell’Assiria, con la sua capitale Ninive, nel settentrione? Diverrà uno sterile deserto e dimora di animali selvaggi, sì, “oggetto di stupore”, così che “chiunque le passerà vicino fischierà” di sorpresa. — 2:12, 15.
9. (a) Perché sono guai per Gerusalemme, e qual è la decisione giudiziaria di Geova per le nazioni? (b) Con quale nota gioiosa termina la profezia?
9 La ribelle Gerusalemme è chiamata a rendere conto; l’umile rimanente è benedetto (3:1-20). Sono guai anche per Gerusalemme, la città ribelle e oppressiva! I suoi principi, “leoni ruggenti”, e i suoi profeti, “uomini di perfidia”, non hanno confidato nel suo Dio, Geova. Egli chiederà conto di tutto. I suoi abitanti temeranno Geova e accetteranno la disciplina? No, poiché agiscono “con prontezza nel rendere rovinose tutte le loro azioni”. (3:3, 4, 7) La decisione giudiziaria di Geova è di radunare le nazioni e di rovesciare su di esse tutta la sua ira ardente, e tutta la terra sarà divorata dal fuoco del suo zelo. Ma ecco una meravigliosa promessa! Geova darà “in cambio ai popoli una lingua pura, perché tutti invochino il nome di Geova, perché lo servano a spalla a spalla”. (3:9) Quelli che esultano superbamente saranno tolti di mezzo e l’umile rimanente che agisce secondo giustizia troverà rifugio nel nome di Geova. Gioiose grida, letizia, allegrezza ed esultanza prorompono in Sion, poiché Geova il Re d’Israele è in mezzo a loro. Questo non è tempo di avere timore o di farsi cascare le mani, poiché Geova salverà ed esulterà su di loro nel suo amore e nella sua gioia. “‘Poiché vi farò essere un nome e una lode fra tutti i popoli della terra, quando ricondurrò i vostri prigionieri davanti ai vostri occhi’, ha detto Geova”. — 3:20.
PERCHÉ È UTILE
10. Di che utilità fu la profezia di Sofonia ai giorni del re Giosia?
10 Uno che prestò ascolto al messaggio di avvertimento di Sofonia e che ne trasse grande beneficio fu il re Giosia. Egli intraprese una notevole campagna di riforme religiose. Con questa venne anche alla luce il libro della Legge, che era andato perso quando la casa di Geova era caduta in rovina. Giosia fu addolorato quando gli fu letto da questo libro quali erano le conseguenze della disubbidienza, poiché il libro confermò per bocca di un altro testimone, Mosè, ciò che Sofonia stava da tempo profetizzando. Giosia allora si umiliò dinanzi a Dio, e di conseguenza Geova promise di non far venire ai suoi giorni la predetta distruzione. (Deut., capp. 28–30; 2 Re 22:8-20) Al paese era stato risparmiato il disastro! Ma non per molto, poiché i figli di Giosia non seguirono il suo buon esempio. Comunque, per Giosia e il suo popolo, l’aver prestato attenzione alla “parola di Geova che fu rivolta a Sofonia” risultò assai utile. — Sof. 1:1.
11. (a) Come si collega Sofonia con il Sermone del Monte e la lettera di Paolo agli Ebrei nel dare opportune esortazioni? (b) Perché Sofonia dice “probabilmente potrete essere nascosti”?
11 Nel suo famoso Sermone del Monte, Cristo Gesù, il più grande profeta di Dio, confermò che Sofonia era un vero profeta di Dio proferendo parole molto simili al consiglio dato da Sofonia nel capitolo 2, versetto 3: “Cercate Geova, voi tutti mansueti della terra . . . Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine”. Gesù infatti esortò: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la Sua giustizia”. (Matt. 6:33) Quelli che cercano prima il Regno di Dio devono guardarsi dall’indifferenza in merito a cui Sofonia avvertì quando parlò di “quelli che si ritraggono dal seguire Geova e che non hanno cercato Geova e non l’hanno interrogato”, e “che dicono nel loro cuore: ‘Geova non farà bene, e non farà male’”. (Sof. 1:6, 12) Nella sua lettera agli Ebrei, Paolo annuncia similmente un giorno di giudizio avvenire e mette in guardia contro il rischio di tornare indietro. Egli aggiunge: “Ora noi non siamo di quelli che tornano indietro alla distruzione, ma di quelli che hanno fede per conservare in vita l’anima”. (Ebr. 10:30, 37-39) Non a quelli che smettono o che non hanno apprezzamento, ma a quelli che umilmente e sinceramente cercano Geova con fede il profeta dice: “Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. Perché “probabilmente”? Perché la salvezza finale dipende dalla condotta dell’individuo. (Matt. 24:13) Ci ricorda pure che non possiamo prendere per scontata la misericordia di Dio. La profezia di Sofonia non lascia dubbi sul fatto che quel giorno si abbatterà all’improvviso su chi non lo aspetta. — Sof. 2:3; 1:14, 15; 3:8.
12. Quale motivo per avere coraggio dà Sofonia a quelli che ‘cercano Geova’?
12 Ecco, quindi, un messaggio che preannuncia la distruzione per quelli che peccano contro Geova, ma che offre splendide prospettive di benedizione a quelli che dopo essersi pentiti ‘cercano Geova’. Questi ultimi possono farsi coraggio, poiché, dice Sofonia, “il re d’Israele, Geova, è in mezzo a te”. Per Sion non è il tempo di avere timore o di lasciar cascare le mani nell’inattività. È tempo di confidare in Geova. “Come un Potente, egli salverà. Esulterà su di te con allegrezza. Tacerà nel suo amore. Gioirà su di te con felici grida”. Felici sono inoltre quelli che ‘cercano prima il suo regno’, in attesa della sua amorevole protezione e della sua benedizione eterna! — 3:15-17.
[Note in calce]
a Le Storie, I, 193, trad. di L. Annibaletto, Milano, 1982.
b Lucian, trad. inglese di A. M. Harmon, 1968, vol. II, p. 443.
c Antichità giudaiche, X, 181, 182 (ix, 7).
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Libro biblico numero 37: Aggeo“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Libro biblico numero 37: Aggeo
Scrittore: Aggeo
Dove fu scritto: Gerusalemme
Quando fu completato: 520 a.E.V.
Tempo a cui si riferisce: 112 giorni (520 a.E.V.)
1, 2. Quali informazioni si hanno sul profeta Aggeo, e quali sono i due aspetti del suo messaggio?
IL SUO nome era Aggeo, e il suo incarico quello di profeta e “messaggero di Geova”: ma qual era la sua origine? (Agg. 1:13) Chi era? Aggeo è il decimo dei cosiddetti profeti minori, e fu il primo dei tre che prestarono servizio dopo il ritorno dei giudei in patria nel 537 a.E.V.; gli altri due furono Zaccaria e Malachia. Il nome di Aggeo (ebraico: Chaggài) significa “[nato di] festa”. Questo potrebbe indicare che nacque in un giorno festivo.
2 Come afferma la tradizione ebraica, è ragionevole concludere che Aggeo nacque a Babilonia e tornò a Gerusalemme con Zorobabele e col sommo sacerdote Giosuè. Aggeo prestò servizio al fianco del profeta Zaccaria, e in Esdra 5:1 e 6:14 viene detto che i due incoraggiarono i figli dell’esilio a riprendere la costruzione del tempio. Egli fu profeta di Geova sotto due aspetti, in quanto esortò i giudei ad adempiere i loro doveri verso Dio e predisse, fra l’altro, lo scrollamento di tutte le nazioni. — Agg. 2:6, 7.
3. Cosa non avevano compreso i giudei in quanto allo scopo per cui erano ritornati dall’esilio?
3 Perché Geova incaricò Aggeo? Per questa ragione: Nel 537 a.E.V. Ciro aveva emanato il decreto che permetteva ai giudei di tornare in patria per riedificare la casa di Geova. Ma si era ormai nel 520 a.E.V. e il tempio era tutt’altro che completato. In tutti quegli anni i giudei avevano lasciato che l’opposizione nemica, la loro stessa apatia e il materialismo impedissero loro di adempiere il vero scopo per cui erano ritornati. — Esd. 1:1-4; 3:10-13; 4:1-24; Agg. 1:4.
4. Che cosa aveva ostacolato l’edificazione del tempio, ma che avvenne quando Aggeo cominciò a profetizzare?
4 Come mostra il racconto, erano state appena poste le fondamenta del tempio (nel 536 a.E.V.) che già “il popolo del paese indeboliva di continuo le mani del popolo di Giuda e lo scoraggiava dall’edificare, e assoldava consiglieri contro di loro per frustrare il loro consiglio”. (Esd. 4:4, 5) Infine, nel 522 a.E.V., questi oppositori non giudei riuscirono a far sospendere d’autorità i lavori. Fu nel secondo anno del re persiano Dario, figlio di Istaspe, cioè nel 520 a.E.V., che Aggeo cominciò a profetizzare, e questo incoraggiò i giudei a riprendere la costruzione del tempio. Allora i governatori vicini mandarono una lettera a Dario per sollecitare una decisione sulla faccenda; Dario riconfermò il decreto di Ciro e sostenne i giudei contro i loro nemici.
5. Cosa prova che il libro di Aggeo appartiene al canone biblico?
5 Gli ebrei non hanno mai avuto dubbi sull’appartenenza della profezia di Aggeo al canone ebraico, e questo è pure confermato da Esdra 5:1, dove si legge che Aggeo profetizzava “nel nome dell’Iddio d’Israele”, e da Esdra 6:14. Che questa profezia faccia parte di ‘tutta la Scrittura ispirata da Dio’ è provato dalla citazione che ne fa Paolo in Ebrei 12:26: “Ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta scuoterò non solo la terra ma anche il cielo’”. — Agg. 2:6.
6. In che cosa consiste la profezia di Aggeo, e come dà enfasi al nome di Geova?
6 La profezia di Aggeo consiste in quattro messaggi trasmessi in un periodo di 112 giorni. Lo stile del profeta è semplice e diretto, e particolarmente degna di nota è l’enfasi che egli dà al nome di Geova. Nei suoi 38 versetti Aggeo menziona il nome di Geova 35 volte, 14 delle quali nell’espressione “Geova degli eserciti”. Egli non lascia alcun dubbio sul fatto che il suo messaggio proviene da Geova: “Aggeo il messaggero di Geova continuò a dire al popolo secondo la missione del messaggero di Geova, dicendo: ‘Io sono con voi’, è l’espressione di Geova”. — 1:13.
7. Aggeo incoraggiò i giudei a fare che cosa, e quale fu il tenore del suo messaggio?
7 Questo fu un periodo importantissimo nella storia del popolo di Dio, e l’opera di Aggeo risultò della massima utilità. Egli non si trattenne affatto dallo svolgere il suo compito di profeta e non lesinò le parole con i giudei. Dichiarò loro esplicitamente che era tempo che smettessero di procrastinare e che si dessero da fare. Era tempo che riedificassero la casa di Geova e che ripristinassero la pura adorazione se volevano ricevere prosperità dalla mano di Geova. L’intero tenore del messaggio di Aggeo è che per avere benedizioni dal vero Dio, Geova, bisogna servirlo e compiere l’opera che egli comanda.
CONTENUTO DI AGGEO
8. Perché Geova non benedice i giudei materialmente?
8 Primo messaggio (1:1-15). Questo è rivolto al governatore Zorobabele e al sommo sacerdote Giosuè, ma in modo da essere udito dal popolo. Il popolo ha detto: “Il tempo non è venuto, il tempo della casa di Geova, perché sia edificata”. Per mezzo di Aggeo, Geova fa una domanda scrutatrice: “È il tempo per voi stessi di dimorare nelle vostre case rivestite di pannelli, mentre questa casa è devastata?” (1:2, 4) Essi hanno seminato molto in senso materiale, ma ne hanno ricavato poco in quanto a cibo, bevanda e vestiario. “Ponete il cuore alle vostre vie”, ammonisce Geova. (1:7) È ormai tempo di portare il legname e di edificare la casa, affinché Geova sia glorificato. I giudei hanno cura delle loro proprie case, ma la casa di Geova è devastata. Perciò Geova ha trattenuto dall’uomo e dalla sua fatica la rugiada del cielo e il prodotto del campo e la Sua benedizione.
9. In che modo Geova sprona i giudei a mettersi all’opera?
9 Ora afferrano il punto! Aggeo non ha profetizzato invano. Governanti e popolo ‘ascoltano la voce di Geova loro Dio’. Il timore di Geova prende il posto del timore dell’uomo. Per mezzo di Aggeo suo messaggero, Geova assicura: “Io sono con voi”. (1:12, 13) Geova stesso desta lo spirito del governatore, lo spirito del sommo sacerdote e lo spirito del rimanente del Suo popolo. Essi si mettono al lavoro, esattamente 23 giorni dopo l’inizio dell’attività profetica di Aggeo, e nonostante il bando ufficiale del governo persiano.
10. Cosa pensano alcuni giudei del tempio che stanno edificando, ma che cosa promette Geova?
10 Secondo messaggio (2:1-9). Meno di un mese dopo la ripresa dei lavori di costruzione, Aggeo pronuncia il suo secondo messaggio ispirato. Questo è rivolto a Zorobabele, a Giosuè e ai rimanenti del popolo. Evidentemente alcuni giudei tornati dall’esilio, i quali avevano visto il precedente tempio di Salomone, pensavano che questo tempio in paragone non fosse nulla. Ma qual è l’espressione di Geova degli eserciti? ‘Siate forti e lavorate, poiché io sono con voi’. (2:4) Geova rammenta loro il patto che stipulò con loro, e dice loro di non aver timore. Li rafforza con la promessa che scrollerà tutte le nazioni e farà venire da esse le cose desiderabili, e che riempirà la sua casa di gloria. La gloria di quest’ultima casa sarà anche più grande di quella della casa precedente, e in questo luogo egli darà pace.
11. (a) Con quale allegoria Aggeo evidenzia la trascuratezza dei sacerdoti? (b) Qual è stata la conseguenza di tale comportamento?
11 Terzo messaggio (2:10-19). Due mesi e tre giorni dopo, Aggeo si rivolge ai sacerdoti. Egli usa un’allegoria per far capire il suo pensiero. Se un sacerdote porta carne santa, ciò renderà forse santo qualsiasi altro cibo egli tocchi? La risposta è no. Se un uomo tocca qualcosa di impuro, come un corpo morto, ciò lo renderà impuro? La risposta è sì. Aggeo spiega quindi l’allegoria. Il popolo del paese è impuro perché trascura la pura adorazione. Qualunque cosa offrano è impura agli occhi di Geova Dio. A causa di ciò Geova non ha benedetto la loro fatica, e per giunta ha mandato su di loro arsura, ruggine e grandine. Cambino essi le loro vie. Allora Geova li benedirà.
12. Quale messaggio finale Aggeo rivolge a Zorobabele?
12 Quarto messaggio (2:20-23). Aggeo comunica questo messaggio lo stesso giorno in cui ha pronunciato il terzo, ma esso è rivolto a Zorobabele. Di nuovo Geova parla di ‘scrollare i cieli e la terra’, ma questa volta amplia il tema per includere il completo annientamento dei regni delle nazioni. Molti cadranno, “ciascuno mediante la spada del suo fratello”. (2:21, 22) Aggeo conclude la sua profezia assicurando a Zorobabele il favore di Geova.
PERCHÉ È UTILE
13. Di quale immediata utilità fu l’opera profetica di Aggeo?
13 I quattro messaggi di Geova comunicati per mezzo di Aggeo furono utili ai giudei di quel tempo. Essi furono incoraggiati a mettersi al lavoro, e in quattro anni e mezzo il tempio fu completato per promuovere la vera adorazione in Israele. (Esd. 6:14, 15) Geova benedisse la loro zelante attività. Fu durante questa fase della costruzione del tempio che Dario re di Persia esaminò gli archivi di stato e riconfermò il decreto di Ciro. Il lavoro del tempio fu così completato con il suo appoggio ufficiale. — Esd. 6:1-13.
14. Quali saggi consigli contiene Aggeo per il nostro tempo?
14 La profezia contiene pure saggi consigli per il nostro tempo. In che senso? Prima di tutto sottolinea la necessità che le creature mettano gli interessi dell’adorazione di Dio al di sopra dei loro interessi personali. (Agg. 1:2-8; Matt. 6:33) Inoltre fa comprendere che l’egoismo è autolesivo, che perseguire il materialismo è futile; ciò che rende ricchi è la pace e la benedizione di Geova. (Agg. 1:9-11; 2:9; Prov. 10:22) Mette pure in rilievo che di per sé il servizio di Dio non rende puri, a meno che esso non sia puro e non sia compiuto con tutta l’anima, e che non deve essere contaminato da una condotta impura. (Agg. 2:10-14; Colossesi 3:23; Rom. 6:19) Mostra che i servitori di Dio non devono essere pessimisti, guardando indietro ai “bei tempi andati”, ma devono guardare avanti, ‘ponendo il cuore alle proprie vie’ e cercando di recare gloria a Geova. Allora Geova sarà con loro. — Agg. 2:3, 4; 1:7, 8, 13; Filip. 3:13, 14; Rom. 8:31.
15. Cosa mostra il libro di Aggeo in quanto ai risultati della zelante ubbidienza?
15 Una volta impegnatisi nei lavori del tempio, i giudei ottennero il favore di Geova e prosperarono. Gli ostacoli scomparvero. L’opera fu compiuta in breve tempo. L’intrepida e zelante attività svolta per Geova sarà sempre ricompensata. Le difficoltà, reali o immaginarie, possono essere superate esercitando coraggiosa fede. L’ubbidienza alla “parola di Geova” dà buoni risultati. — Agg. 1:1.
16. Che relazione c’è fra la profezia di Aggeo e la speranza del Regno, e quale servizio essa dovrebbe spronarci a compiere?
16 Che dire della profezia secondo cui Geova ‘scrollerà i cieli e la terra’? L’apostolo Paolo spiega Aggeo 2:6 con queste parole: “Ma ora [Dio] ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta scuoterò non solo la terra ma anche il cielo’. Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose scosse come di cose fatte, affinché le cose non scosse rimangano. Perciò, visto che riceveremo un regno che non può essere scosso, continuiamo ad avere immeritata benignità, per mezzo della quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con santo timore e rispetto. Poiché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. (Ebr. 12:26-29) Aggeo mostra che lo scopo dello scrollamento è di ‘rovesciare il trono dei regni e annientare la forza dei regni delle nazioni’. (Agg. 2:21, 22) Citando la profezia, Paolo indica invece che il Regno di Dio “non può essere scosso”. Con questa speranza del Regno davanti a noi, ci sia quindi consentito di ‘essere forti e lavorare’, rendendo a Dio sacro servizio. Teniamo inoltre presente che, prima che Geova rovesci le nazioni della terra, cose preziose devono essere scosse e devono uscire da esse, per sopravvivere: “‘Certamente scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e certamente riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. — 2:4, 7.
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