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  • Ahitofel
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • capo della rivolta consigliò ad Absalom di approfittare delle concubine di Davide, e chiese il permesso di radunare un esercito di 12.000 uomini per dare immediatamente la caccia a Davide e ucciderlo mentre era ancora debole e disorganizzato. (II Sam. 15:31; 16:15, 21; 17:1-4) Quando Geova sventò quest’ardito disegno grazie al consiglio di Husai, Ahitofel fu ferito nel suo orgoglio. (II Sam. 15:32-34; 17:5-14) Si suicidò e fu sepolto coi suoi antenati. (II Sam. 17:23) Tranne che in tempo di guerra, questo è l’unico caso di suicidio menzionato nelle Scritture Ebraiche. Il suo tradimento a quanto pare è ricordato nel Salmo 55:12-14.

  • Ai
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Ai

      (Ài) [cumulo di rovine].

      Città regale dei cananei, seconda città conquistata dagli israeliti. Circa 470 anni prima, poco dopo esser giunto in Canaan (1943 a.E.V.), Abraamo aveva piantato la sua tenda “avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente”. Qui aveva costruito un altare ed era tornato dopo il soggiorno in Egitto. (Gen. 12:8; 13:3) Nel 1473 a.E.V., dopo la vittoria di Gerico, Ai fu attaccata da un piccolo reparto di circa 3.000 soldati israeliti, avendo gli esploratori detto che gli abitanti di Ai ‘erano pochi’. (Gios. 7:2, 3) Ma a causa del peccato di Acan Israele fu sconfitto. (Gios. 7:4-15) Dopo aver corretto le cose, Giosuè ricorse a uno stratagemma contro Ai, tendendo un’imboscata dietro alla città, dal lato O. Il grosso dell’esercito si schierò davanti alla città al N, dove c’era una valle o bassopiano desertico, e di lì Giosuè si preparò per l’attacco frontale contro Ai. Avendo attirato il re di Ai e un gruppo di uomini fuori della città, l’esercito di Giosuè finse di ritirarsi affinché gli inseguitori si allontanassero dalla città fortificata. Allora venne dato il segnale perché quelli che avevano teso l’imboscata passassero all’azione, la città fu conquistata e incendiata. (Gios. 8:1-27) Il re di Ai fu giustiziato e la città ridotta a “un cumulo di rovine [ebr. tel] di durata indefinita, come una desolazione fino a questo giorno”. — Gios. 8:28, 29.

      All’epoca di Isaia (ca. 778–732 a.E.V.) la città, o forse una località vicina, era abitata e fu profetizzato che sarebbe stata conquistata per prima dal re d’Assiria nell’avanzata contro Gerusalemme. (Isa. 10:28) Dopo l’esilio in Babilonia, beniaminiti di Ai tornarono insieme alla carovana di Zorobabele. — Esd. 2:28; Nee. 7:32; 11:31.

      Ai si trovava “vicino a Bet-Aven, ad est di Betel”, con una valle pianeggiante a N (Gios. 7:2; 8:11, 12) e Micmas a S. (Isa. 10:28) Ai viene generalmente identificata con et-Tell (“il cumulo”), che conserva il significato del nome antico, circa 3 km a SE di Betel (la moderna Beitin). Tuttavia gli scavi compiuti nel 1933–35 indicano che questa era una città grande, devastata verso il 2000 a.E.V. e poi disabitata fin verso il 1050 a.E.V. (secondo i metodi archeologici di datazione). Per questo motivo, ci sono stati vari tentativi da parte di archeologi per alterare il senso dei riferimenti scritturali ad Ai. Ma l’archeologo J. Simons ritiene inaccettabile l’identificazione con et-Tell per la grandezza della città (Gios. 7:3), perché non c’è un’ampia valle a N di et-Tell (Gios. 8:11), e per altri motivi. (Archaeological Digest, luglio–settembre 1947, p. 311) Inoltre, se la datazione archeologica è corretta, Ai doveva trovarsi altrove. Il nome stesso non identificherebbe necessariamente il luogo, infatti, come afferma sir Frederic Kenyon, “il trasferimento di un nome da una località abbandonata o in rovina ad un’altra vicina è un fenomeno comune in Palestina”. — The Bible and Archaeology, p. 190.

  • Aialon
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    • Aialon

      (Aialòn) [posto di daini o cervi].

      Città della Sefela o bassopiani collinosi della Palestina, su un colle all’estremità S del bel bassopiano o Valle di Aialon. Il villaggio che vi sorge attualmente si chiama Yalo e si trova proprio a N della strada da Gerusalemme a Giaffa, circa 23 km a NO di Gerusalemme.

      La valle di Aialon è la più settentrionale delle numerose valli che solcano le colline della Sefela e costituiva un’importante via d’accesso dalle pianure costiere alla regione montuosa centrale. Giosuè era evidentemente nelle vicinanze di questa valle quando chiese che il sole e la luna rimanessero ‘immoti’ su Gabaon e sul “bassopiano di Aialon”, per poter avere la completa vittoria contro i cinque re amorrei che avevano attaccato Gabaon. — Gios. 10:12–14.

  • Airone
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Airone

      [ebr. ’anaphàh].

      “L’airone secondo la sua specie” (“nelle varie sue specie”, PIB) fa parte degli uccelli che non si potevano mangiare secondo la legge mosaica. (Lev. 11:13, 19; Deut. 14:12, 18) Poiché secondo la Bibbia il nome si riferisce a uccelli entro una certa “specie”, il nome ebraico può ben includere le diverse varietà della famiglia dell’airone (dal nome scientifico Ardeidi), fra cui l’airone vero e proprio, l’egretta e il tarabuso, tutti uccelli dal lungo becco acuminato, alcuni dei quali noti per il verso insolitamente rauco che emettono quando sono disturbati o eccitati.

  • Aiutante
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    • Aiutante

      [ebr. shalìsh, terzo uomo, riferito al terzo guerriero su un carro da guerra].

      Il termine shalìsh è stato tradotto in varie versioni della Bibbia come ‘capitano’, ‘capo’, ‘scudiero’, ‘guerriero’.

      Alcune iscrizioni monumentali raffigurano carri da guerra “ittiti” e assiri con tre uomini: il conducente, un altro che combatteva con la spada, la lancia o l’arco, e un terzo che portava lo scudo. Anche se non sono stati scoperti monumenti raffiguranti carri da guerra egiziani con tre uomini, il termine viene usato in Esodo 14:7 in relazione ai carri di Faraone. Il terzo guerriero del carro da guerra, che di solito portava lo scudo, era un aiutante, un secondo ufficiale.

  • Alabastro
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    • Alabastro

      (alabàstro).

      Piccolo recipiente o boccetta per profumi fatta originalmente di una pietra che si trovava ad Alabastron (Egitto). La pietra stessa, una forma di carbonato di calcio, era pure chiamata con lo stesso nome. Davide raccolse “pietre di alabastro in gran quantità” per la costruzione del tempio di Geova a Gerusalemme. (I Cron. 29:2) Non si confonda questo alabastro antico o “orientale” con l’alabastro moderno, un solfato di calcio idrato che è facile da scalfire. L’alabastro originale di solito è bianco e, essendo una formazione stalagmitica, a volte ha venature di vari colori. Per durezza si avvicina al marmo ma non può essere altrettanto finemente levigato. Pezzi di alabastro venivano incavati o trapanati onde potessero contenere fino a una libbra romana (g 330) di liquido. (Giov. 12:3) Di solito il collo della boccetta era stretto e poteva essere ben sigillato per impedire la fuoriuscita della preziosa essenza. Quando si usavano materiali meno pregiati come il gesso idrato per fare recipienti simili, anche questi erano chiamati alabastri, semplicemente per l’uso che ne veniva fatto. Tuttavia vasi di vero alabastro erano usati per gli unguenti e profumi più costosi, come quelli con cui fu unto Gesù in due occasioni: una volta in Galilea in casa di un fariseo (Luca 7:37), e un’altra a Betania in casa di Simone il lebbroso. — Matt. 26:6, 7; Mar. 14:3.

  • Alberi
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Alberi

      [ebr. ʽets].

      Il clima così vario della Palestina e dei paesi vicini ha reso possibile la crescita degli alberi più svariati, dai cedri del Libano alle palme da datteri di Gerico, alle ginestre del deserto. Una trentina di alberi diversi sono menzionati nella Bibbia e sono presi in considerazione in questa pubblicazione sotto le rispettive voci.

      Spesso è difficile identificare il particolare albero indicato dal nome originale ebraico o greco, e, in alcuni casi, l’identificazione è incerta. Tale identificazione dipende dalla descrizione che fa la Bibbia delle caratteristiche dell’albero (a volte indicate dal significato della radice da cui deriva il nome) e da un confronto di tale descrizione con alberi noti che crescono tuttora nei paesi biblici, specie nelle regioni indicate nello stesso brano biblico, quando sono menzionate. Ulteriore aiuto deriva dallo studio dei termini affini (cioè termini che per la loro forma risultano analoghi o derivano dalla stessa radice originale) in altre lingue, come l’arabo e l’aramaico. In alcuni casi sembra più saggio limitarsi a traslitterare il nome ebraico, come si è fatto per l’almug.

      NELLA LEGGE

      Quando occuparono il paese di Canaan gli israeliti ricevettero l’ordine di non distruggere gli alberi da frutto nell’attaccare le città, mentre secoli dopo i re di Giuda e d’Israele furono autorizzati da Dio ad abbattere gli ‘alberi buoni’ del regno di Moab, pare perché il paese di Moab non faceva parte della Terra Promessa. Si trattava di una spedizione punitiva contro Moab, intesa a prevenire una rivolta o rappresaglia moabita. (Deut. 20:19, 20; II Re 3:19, 25; confronta Geremia 6:6). Chi piantava un albero, nei primi tre anni non ne doveva mangiare il frutto, e nel quarto anno il frutto si doveva dedicare al santuario. (Lev. 19:23-25; confronta Deuteronomio 26:2). In seguito i primi frutti che maturavano ogni anno venivano similmente dedicati. — Nee. 10:35-37.

      USO FIGURATIVO

      Nel giardino di Eden Dio si servì di due alberi in modo simbolico: “l’albero della vita” e “l’albero della conoscenza del bene e del male”. La trasgressione del decreto di Dio relativo a quest’ultimo albero provocò la caduta dell’uomo. — Gen. 2:9, 16, 17; 3:1-24.

      Il significato dell’“albero della conoscenza del bene e del male” e del divieto relativo al frutto è stato spesso erroneamente messo in relazione con l’atto sessuale della prima coppia umana. Tale veduta è smentita dall’espresso comando di Dio all’uomo e alla donna di ‘essere fecondi e moltiplicarsi ed empire la terra’. (Gen. 1:28) Invece, poiché rappresentava la “conoscenza del bene e del male” e a motivo del decreto di Dio che lo dichiarava “zona vietata” alla coppia umana, l’albero divenne il simbolo del diritto di Dio di determinare o stabilire le norme del bene e del male. Quindi costituiva una prova del rispetto dell’uomo per la posizione del Creatore e della sua prontezza a rimanere entro i limiti della libertà stabiliti da Dio, limiti che non erano certo restrittivi e consentivano il massimo godimento della vita umana. Perciò oltrepassare i limiti della zona proibita mangiando dell’“albero della conoscenza del bene e del male” avrebbe costituito una violazione del dominio di Dio e una ribellione contro la sua autorità. — Vedi SOVRANITÀ.

      Alberi furono usati anche per rappresentare individui, sovrani e regni, come nella profezia relativa alla vittoria dell’Assiria su Faraone e la sua folla in Ezechiele cap. 31, e nella profezia di Daniele dell’albero maestoso che rappresentava il dominio sul “regno del genere umano”. (Dan. 4:10-26) L’uomo giusto è paragonato a un albero piantato presso corsi d’acqua (Sal. 1:3), il cui fogliame è lussureggiante e che continua a produrre frutti nonostante la siccità. — Ger. 17:8.

      La promessa che i giorni del popolo redento da Dio sarebbero stati come quelli di un albero (Isa. 65:22) è più significativa per il fatto che alcuni alberi della Palestina vivono centinaia, se non migliaia d’anni. Nella visione di Ezechiele, sulla riva del torrente che usciva dal tempio c’erano filari di alberi da frutto il cui fogliame aveva proprietà risanatrici, e una visione simile è descritta nel libro di Rivelazione. (Ezec. 47:7, 12; Riv. 22:2, 14) L’espressione “albero di vita” si riferisce alla vera sapienza, al frutto del giusto, alla realizzazione di una cosa desiderata, alla calma della lingua, ed è anche associata alla corona della vita. (Prov. 3:18; 11:30; 13:12; 15:4; Riv. 2:7, 10) Alberi sono menzionati in relazione alle condizioni gioiose, pacifiche e fruttuose che sono il risultato del regno di Geova e del favore di cui gode nuovamente il suo popolo. — I Cron. 16:33; Sal. 96:12; 148:9; Isa. 55:12; Ezec. 34:27; 36:30.

      Gesù si servì di alberi in alcune sue illustrazioni per mettere in risalto la necessità di portare frutto in vera giustizia, come Giovanni Battista aveva fatto prima di lui. (Matt. 3:10; 7:15-20) Dato che in quell’epoca in Palestina si doveva pagare una tassa sugli alberi da frutto, un albero improduttivo (come morto) costituiva un peso inutile per il proprietario e perciò veniva tagliato e distrutto. (Luca 13:6-9) In Giuda 12, persone immorali che si infiltrano nella congregazione cristiana sono paragonate ad alberi che in autunno sono senza frutto, morti due volte. Dire che sono “morti due volte” può essere un modo enfatico per indicare che sono completamente morti. Oppure potrebbe significare che sono morti sotto due aspetti diversi: sono (1) sterili o infruttuosi e (2) letteralmente morti, privi di vitalità.

      Il termine ebraico per albero è usato di solito a proposito del palo su cui veniva appeso un cadavere. (Gen. 40:19; Deut. 21:22, 23; Gios. 8:29; Est. 2:23) Nel citare Deuteronomio 21:23 l’apostolo Paolo usò il termine greco xỳlon. — Gal. 3:13; vedi PALO DI TORTURA.

  • Alessandria
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    • Alessandria

      (Alessàndria).

      Importante città e famosa metropoli dell’Egitto all’epoca di Gesù e degli apostoli. La moderna Alessandria (in arabo: al-Iskandariyah) sorge sulle rovine dell’antica città ed è un porto marittimo, ma ha conservato poco dell’antico splendore.

      Nella Bibbia ci sono solo brevi accenni ad Alessandria. Fra coloro che disputavano con Stefano prima del suo processo c’erano “degli Alessandrini”, cioè ebrei di Alessandria. Alessandria era la città natale dell’eloquente Apollo. E due delle navi su cui viaggiò Paolo diretto a Roma come prigioniero erano di Alessandria. — Atti 6:9; 18:24; 27:6; 28:11.

      La città prese il nome da Alessandro Magno, che la fece costruire nel 332 a.E.V. Col tempo divenne

  • Aia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Aia

      Vedi TREBBIARE.

  • Alamot
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Alamot

      Vedi ARPA.

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