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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • APOSTOLI DELLE CONGREGAZIONI

      Mattia non fu semplicemente un apostolo della congregazione di Gerusalemme, come non lo furono gli altri undici apostoli. Il suo caso è diverso da quello del levita Giuseppe Barnaba, che divenne apostolo della congregazione di Antiochia di Siria. (Atti 13:1-4; 14:4, 14; I Cor. 9:4-6) Anche altri uomini sono definiti “apostoli delle congregazioni” nel senso che erano mandati a rappresentare tali congregazioni. (II Cor. 8:23) E, scrivendo ai filippesi, Paolo parla di Epafrodito, “vostro inviato [apòstolon] e servitore privato per il mio bisogno”. (Filip. 2:25) L’apostolato di tali uomini chiaramente non era in virtù di alcuna successione apostolica, né essi facevano parte dei “dodici” come Mattia.

      Il corretto intendimento della più ampia applicazione del termine “apostolo” può contribuire a eliminare qualsiasi discordanza apparente fra Atti 9:26, 27 e Galati 1:17-19, in riferimento alla stessa circostanza. Il primo brano afferma che Paolo, giunto a Gerusalemme, fu condotto “dagli apostoli” da Barnaba. In Galati, tuttavia, Paolo dice di aver fatto visita a Pietro e aggiunge: “Ma non vidi nessun altro degli apostoli, se non Giacomo il fratello del Signore”. Giacomo (non l’apostolo originale Giacomo figlio di Zebedeo né il Giacomo figlio di Alfeo, ma il fratellastro di Gesù) era evidentemente considerato “apostolo” nel senso più ampio, cioè “mandato” dalla congregazione di Gerusalemme. Questo spiegherebbe l’uso del titolo al plurale in Atti nel dire che Paolo fu condotto “dagli apostoli” (cioè Pietro e Giacomo). – Confronta I Corinti 15:5-7; Galati 2:9.

      SCELTA DI PAOLO

      Probabilmente verso il 34 o 35 E.V. Saulo di Tarso si convertì e fu in seguito chiamato Paolo. Egli divenne un vero apostolo di Gesù Cristo scelto direttamente da lui dopo la risurrezione e l’ascensione al cielo. (Atti 9:1-22; 22:6-21; 26:12-23; 13:9) Paolo difese il suo apostolato presentando come suo requisito il fatto di aver visto il Signore Gesù Cristo risuscitato e di aver compiuto miracoli straordinari; inoltre era stato impiegato per impartire spirito santo a credenti battezzati. (I Cor. 9:1, 2; 15:9, 10; II Cor. 12:12; II Tim. 1:1, 11; Rom. 1:1; 11:13; Atti 19:5, 6) Dato che l’apostolo Giacomo (fratello di Giovanni) fu ucciso solo verso il 44 E.V., “i dodici” erano ancora in vita quando Paolo divenne apostolo. Egli non s’include mai fra “i dodici”, pur ammettendo allo stesso tempo che il suo apostolato non è in alcun modo inferiore al loro. – Gal. 2:6-9; vedi PAOLO.

      FINE DEL PERIODO APOSTOLICO

      Anche se la Bibbia non parla della morte dei dodici apostoli, a eccezione di quella di Giacomo, è chiaro che furono fedeli fino alla morte e non ebbero perciò bisogno di essere sostituiti. A proposito della storia dei secoli successivi è stato osservato che “ogni volta che [il termine “apostolo”] è applicato a singoli nella letteratura cristiana più tarda, l’uso del termine è metaforico. Dopo il I secolo la chiesa non ha mai avuto apostoli come sono intesi nel NT [Nuovo Testamento]”. – The Interpreter’s Dictionary of the Bible, Vol. I, p. 172.

      Mentre gli apostoli erano in vita, la loro presenza servì da restrizione contro l’apostasia, respingendo l’influenza della falsa adorazione entro la congregazione cristiana. Evidentemente a questa “restrizione” si riferiva l’apostolo Paolo in II Tessalonicesi 2:7: “Infatti, il mistero di questa illegalità è già all’opera; ma solo finché colui che ora agisce da restrizione non sia tolto di mezzo”. (Confronta Matteo 13:24, 25; Atti 20:29, 30). Tale influenza apostolica, inclusi l’autorità e i poteri unici che avevano, continuò fino alla morte di Giovanni verso il 100 E.V. (I Giov. 2:26; III Giov. 9, 10) Il rapido diffondersi dell’apostasia con dottrine e pratiche false dopo la loro morte indica che nessun presunto successore degli apostoli ha mai esercitato la loro influenza restrittiva.

  • Apparizione
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    • Apparizione

      La parola greca phàntasma ricorre solo due volte, nel descrivere quando Gesù si diresse verso i discepoli che erano in barca, camminando sull’acqua del Mar di Galilea (Matt. 14:26; Mar. 6:49), e i discepoli spaventati esclamarono: “È un’apparizione!” Il significato del termine phàntasma è ‘semplice immagine, irrealtà, visione spettrale’. Viene tradotto da alcuni “fantasma” (VR, Ge, CEI) da altri “apparizione” (NM).

      Un’apparizione è un’illusione; qualche cosa che in effetti non è presente, ma si crede temporaneamente che lo sia perché eccita l’immaginazione o per altra causa. Rassicurando i discepoli che le cose non stavano così e che era proprio lui, Gesù disse: “Sono io; non abbiate timore”. – Matt. 14:27; Mar. 6:50.

      Si trattava dunque di una circostanza diversa da quella in cui il risuscitato Gesù apparve all’improvviso in mezzo ai discepoli, facendo loro pensare che si trattasse di “uno spirito [gr. pnèuma]”. (Luca 24:36, 37) Le parole di Gesù in questa circostanza non volevano semplicemente convincerli della sua realtà ma assicurarli che era apparso loro in forma umana carnale e non in forma spirituale; infatti disse: “Toccatemi e vedete, perché uno spirito non ha carne ed ossa come vedete che le ho io”. (Luca 24:38-43; confronta Genesi 18:1-8; 19:1-3). Non dovevano dunque temere di subire un effetto simile a quello prodotto su Daniele da una tremenda apparizione angelica di natura completamente diversa. (Confronta Daniele 10:4-9). E la loro situazione era pure molto diversa da quella di Saulo di Tarso, che in seguito fu accecato dall’apparizione di Gesù sulla via per Damasco. – Atti 9:1-9; 26:12-14.

  • Appendere
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    • Appendere

      [dall’ebr. talàh, “appendere, sospendere”; confronta l’uso che ne è fatto in Salmo 137:2; Isaia 22:24; Ezechiele 15:3].

      Secondo la legge data da Geova a Israele, certi criminali potevano essere appesi a un palo dopo essere stati messi a morte, come ‘maledetti da Dio’, per farne un pubblico spettacolo e come esempio ammonitore. Un morto così appeso doveva essere deposto prima di notte e sepolto; lasciandolo sul palo tutta la notte il suolo dato da Dio agli israeliti sarebbe stato contaminato. (Deut. 21:22, 23) Israele seguiva questa norma anche se il condannato a morte non era israelita. – Gios. 8:29; 10:26, 27.

      I due figli e i cinque nipoti di Saul che Davide consegnò ai gabaoniti perché fossero messi a morte non furono sepolti prima di notte. Furono lasciati all’aperto dall’inizio della mietitura dell’orzo (verso la fine di aprile) fino alla prima pioggia, evidentemente dopo che era finita la stagione della mietitura. La ragione per cui fu permesso ai gabaoniti di seguire in questo caso un procedimento diverso sembra avesse relazione con un peccato che coinvolse la nazione, commesso da Saul mettendo a morte alcuni gabaoniti in violazione del patto fatto anni prima con loro da Giosuè. (Gios. 9:15) Dio allora aveva lasciato che la terra soffrisse tre anni di carestia per dimostrare la sua ira. Perciò i corpi appesi rimasero esposti finché Geova, ponendo fine alla siccità con un acquazzone, non indicò che la sua collera si era placata. Davide fece poi seppellire le loro ossa, dopo di che ‘Dio si lasciò supplicare per il paese’. – II Sam. 21:1-14; vedi PALO, METTERE AL.

  • Appio, mercato
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    • Appio, mercato

      Detto anche “Foro Appio”. Luogo di mercato quarantatré miglia romane (circa 64 km) a SE di Roma. Era un ben noto luogo di sosta sulla famosa strada romana, la Via Appia, che da Roma si dirigeva verso il golfo di Napoli dove si trovava il porto di Puteoli (l’odierna Pozzuoli). Sia la strada che il mercato presero nome dal fondatore, Appio Claudio Cieco, del IV secolo a.E.V.

      Essendo il luogo dove di solito si fermavano i viaggiatori al termine del primo giorno di viaggio da Roma, questa stazione di posta divenne un importante centro commerciale. Ad accrescerne l’importanza contribuiva la posizione all’estremità settentrionale di un canale che scorreva parallelo alla strada, attraverso le paludi Pontine. Pare che i viaggiatori percorressero di notte questo canale su chiatte tirate da muli. Il poeta Orazio descrive i disagi del viaggio, lamentandosi delle rane e dei moscerini e descrivendo il mercato Appio affollato di “barcaioli e osti esosi”.

      In quest’importante nodo stradale l’apostolo Paolo, mentre da Pozzuoli si recava a Roma come prigioniero, incontrò la prima delegazione di fratelli cristiani che, alla notizia del suo arrivo, erano venuti da Roma per incontrarlo. Le rovine sono state identificate con quelle di Treponti, dove esiste ancora l’antica quarantatreesima pietra miliare. – Atti 28:15.

  • ‘Aqaba, golfo di
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    • ‘Aqaba, golfo di

      (‘Aqaba).

      Uno dei due bracci settentrionali del Mar Rosso. Il golfo di ‘Aqaba limita la penisola del Sinai a E mentre il golfo di Suez la limita a O. Il golfo di ‘Aqaba è lungo circa 160 km e largo da 19 a 27 km. Fa parte della grande faglia geologica chiamata Rift Valley, che prosegue verso nord includendo il Mar Morto, la valle del Giordano, il Mar di Galilea e la valle del Libano.

      In I Re 9:26 viene menzionata un flotta di navi costruite da Salomone a Ezion-Gheber, che si trovava sul golfo di ‘Aqaba. Più tardi, in I Re 22:48, le Scritture parlano di un tentativo di Giosafat di mandare navi da Ofir, ma queste naufragarono presso Ezion-Gheber.

      [Cartina a pagina 85]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      Golfo di ‘Aqaba

      Golfo di Suez

      Mar Rosso

      PENISOLA DEL SINAI

      ARABIA

  • Aquila, I
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    • Aquila, I

      [lat. nome pr. di persona m.].

      Ebreo naturale nativo del Ponto, nell’Asia Minore settentrionale, sempre menzionato insieme a Priscilla, sua moglie e leale compagna. Si stabilirono a Corinto dopo essere stati espulsi da Roma in seguito al decreto contro gli ebrei emanato dall’imperatore Claudio il 25 gennaio del 50 E.V. (Atti 18:1, 2) Quando arrivò Paolo nell’autunno del 50 E.V., Aquila e Priscilla lo accolsero in casa propria. Fra loro si stabilì un’amicizia molto stretta dato che svolgevano insieme il comune mestiere di fare tende e senza dubbio Aquila e Priscilla aiutarono Paolo a rafforzare la nuova congregazione locale. — Atti 18:3.

      Quando alla fine del secondo viaggio missionario Paolo s’imbarcò per la Siria nel 52 E.V., Aquila e Priscilla lo accompagnarono fino a Efeso (Atti 18:18, 19), e vi rimasero almeno finché Paolo scrisse di lì ai corinti verso il 55 E.V. La loro casa serviva come luogo di adunanza per la congregazione locale ed essi ebbero il privilegio di aiutare l’eloquente Apollo ad acquistare più accurato intendimento della via di Dio. (I Cor. 16:19; Atti 18:26) Allorché Paolo scrisse ai romani, verso il 56 E.V., il decreto di Claudio era stato revocato e Aquila e Priscilla erano tornati a Roma, infatti Paolo mandò saluti a questi suoi “compagni d’opera”. (Rom. 16:3) Anche qui la congregazione si radunava in casa loro. (Rom. 16:5) Mentre erano con Paolo, una volta Aquila e Priscilla avevano “rischiato il proprio collo” per lui, meritando la gratitudine di tutte le congregazioni. (Rom. 16:4) Più tardi ritornarono a Efeso, infatti Paolo, mentre si trovava a Roma poco prima di subire il martirio (verso il 65 E.V.), chiese a Timoteo di portare loro i suoi saluti. — I Tim. 1:3; II Tim. 4:19.

  • Aquila, II
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    • Aquila, II

      [ebr. nèsher; gr. aetòs].

      Alcuni ritengono che il nome ebraico derivi da una radice che significa “strappare o lacerare”. Secondo altri è un nome onomatopeico (il cui suono suggerisce la cosa che rappresenta), e pensano che nèsher dia l’idea di qualche cosa di “impetuoso” o “folgorante”, quindi di un uccello che scende in picchiata sulla preda fendendo l’aria come un lampo e con rumore sibilante. In ogni caso il termine ebraico ben descrive l’aquila, grosso uccello da preda che scendendo in velocità da grandi altezze produce un fischio causato dall’aria che passa fra le penne remiganti (penne esterne dell’ala) aperte. Uccello da preda e assetato di sangue (Giob. 39:27, 30), l’aquila era uno degli animali “impuri” secondo la legge mosaica. — Lev. 11:13; Deut. 14:12.

      VARIETÀ PALESTINESI

      Più comuni attualmente in Palestina sono l’aquila imperiale e l’aquila reale, ma se ne trovano anche altre varietà, come il biancone. L’aquila reale, imponente uccello marrone scuro con lucenti piume fulve sul capo e sul collo, lungo un metro circa e con un’apertura alare di quasi due metri, sverna in tutta la Palestina e passa i mesi estivi sulle montagne del Libano. Le aquile hanno di solito testa piuttosto larga con una sporgenza sopra gli occhi, corto becco adunco, zampe robuste e possenti artigli acuminati.

      ‘PORTATI SU ALI D’AQUILE’

      La regione del Sinai, dove questi uccelli si librano e planano sulle ampie e forti ali, è chiamata “paese di aquile”. Perciò gli israeliti liberati che si erano radunati presso il monte Sinai poterono

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