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ArchelaoAusiliario per capire la Bibbia
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parte grande il doppio di quella lasciata a ciascuno degli altri due figli, e che includeva le importanti città di Gerusalemme, Samaria, Ioppe e Cesarea. Dopo la morte di Erode, Archelao cercò di assicurarsi il potere presentandosi ad Augusto a Roma; malgrado gli oppositori del suo diritto al trono, fra cui suo fratello e una delegazione di ebrei, Archelao rimase al potere, anche se Augusto non lo nominò re, ma “etnarca”, principe vassallo di rango superiore al tetrarca. Matteo però non è in errore chiamandolo “re”, perchè l’esercito locale, che includeva i mercenari di Erode, l’aveva in precedenza proclamato tale.
Archelao fu un sovrano crudele e molto impopolare presso gli ebrei. Nel reprimere una rivolta, fece uccidere spietatamente 3.000 rivoltosi nell’area del tempio; due volte depose il sommo sacerdote; il suo divorzio e il suo nuovo matrimonio erano pure contrari alla legge ebraica. Le proteste di ebrei e samaritani indussero infine Augusto a fare un’indagine e a mandare in esilio Archelao nel IX o X anno del suo regno. La Giudea fu poi amministrata da un procuratore romano. — Vedi ERODE.
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ArcheologiaAusiliario per capire la Bibbia
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Archeologia
[gr. arkhaiologìa, discorso su cose antiche].
L’archeologia biblica è lo studio dei popoli e degli avvenimenti biblici attraverso affascinanti documenti sepolti. L’archeologo riporta alla luce e analizza rocce, mura ed edifici in rovina e città distrutte, scopre ceramiche, tavolette d’argilla, iscrizioni, tombe e altri resti o manufatti antichi da cui racimola informazioni. Tali studi spesso aiutano a capire meglio le circostanze in cui fu scritta la Bibbia e in cui vissero antichi uomini di fede, e anche le lingue parlate da loro e dai popoli circostanti, e forniscono particolari su tutte le regioni menzionate nella Bibbia: Palestina, Egitto, Persia, Assiria, Babilonia, Asia Minore, Grecia e Roma.
Le numerose informazioni ambientali aiutano a capire i riferimenti biblici a molti aspetti della vita: famiglia, figli, vestiario, casa, clima, vegetazione, animali, raccolti, scambi commerciali, gruppi nazionali e usanze religiose. Assai utile è stata l’identificazione della posizione geografica di città, villaggi e luoghi menzionati nella storia biblica. L’archeologia rivela molte cose della depravata religione dei popoli cananei. Illustra vividamente la loro credenza nell’immortalità dell’anima umana. Conferma la descrizione biblica della Palestina antica, paese governato da numerosi re locali, costantemente in guerra uno contro l’altro. Mostra attraverso i bassorilievi assiri come vestivano i semiti, e ci aiuta ad avere un’idea della vita ai giorni di Giacobbe, all’epoca di Eliseo e durante il ministero terreno di Cristo.
Le scoperte archeologiche hanno confutato molte insinuazioni di quei critici della Bibbia, i quali ad esempio asserivano che Mosè non sapesse scrivere, negavano la storicità di Baldassarre [ebr. Belsa’tsar] (Dan. cap. 5) e sostenevano che la storia biblica dei patriarchi ebrei fosse ‘un’invenzione basata sulla vita dei beduini nell’Israele dell’VIII o IX secolo’. Mentre i critici un tempo dicevano che l’adorazione d’Israele derivava dalle idee dei popoli vicini, l’archeologia ha dimostrato l’impressionante differenza fra l’adorazione divinamente ispirata degli israeliti e quella delle nazioni circostanti.
METODI DI SCAVO
Le scoperte archeologiche sono frutto di pazienti scavi. A volte le rovine di antichi regni e nazioni sono sepolte solo sotto qualche metro di terra. Le antiche città del Medio Oriente furono ricostruite molte volte. Nuove costruzioni venivano sovrapposte a mura sgretolate, rovine precedenti e fondamenta di antichi edifici, finché queste città diventavano grandi colline artificiali. In tali colline o “tell”, ogni nuovo strato racchiude la storia di epoche precedenti. Infatti oggi gli archeologi spesso non devono fare altro che cominciare dalla cima di un colle e continuare a scavare portando alla luce una città dopo l’altra, finché raggiungono la città più antica, costruita migliaia d’anni fa.
Avendo scelto un tell o colle in cui compiere gli scavi, l’archeologo prepara una fossa preliminare per identificare gli strati esistenti. Ogni periodo di insediamento è riconoscibile da uno strato ben delineato del terreno. Ogni superficie su cui si è camminato per un certo periodo di tempo, e ogni strato di detriti, è contrassegnato da mutamenti di consistenza, colore e struttura del suolo, e quando si osserva lo spaccato di uno scavo è visibile nel terreno come una fascia ben distinta. (Vedi l’illustrazione acclusa). Gli strati successivi sono come le pagine di un libro: nella misura in cui si possono capire narrano la storia ininterrotta della città per centinaia, forse migliaia d’anni. E come un libro, devono essere studiati nel giusto ordine. Perciò l’archeologo comincia a rimuovere, in un’area precisa, solo uno strato alla volta, onde evitare di confondere periodi diversi. Analizza e annota con cura ogni oggetto, a volte setacciando la polvere per scoprire piccoli frammenti. Cosa ancora più importante, nota le circostanze esatte in cui è stato scoperto ogni frammento, nel tentativo di assegnarlo all’epoca giusta.
INTERPRETAZIONE
Molto dipende dallo spirito d’osservazione dell’archeologo. Dallo spessore di un pilastro può cercare di calcolare l’altezza originale di un locale. Dalla forma di un edificio, può essere abbastanza evidente il suo uso. I frammenti di ceramica che scopre possono indicare il livello di civiltà della popolazione a cui appartenevano. L’improvvisa comparsa di perfezionati arnesi di rame di un tipo scoperto in un altro paese è ritenuta una valida prova di contatti commerciali. Un repentino cambiamento nello stile delle ceramiche (essendo la fabbricazione di ceramiche un’attività prettamente locale) può indicare una conquista straniera. Se il nuovo stile delle ceramiche è conosciuto, può identificare gli antichi conquistatori. Ceneri sparse, con segni di fuoco sulle pareti, parlano della distruzione della città. Uno strato di sabbia trasportata dal vento probabilmente indica che il luogo era rimasto abbandonato per qualche tempo. In Palestina tali cambiamenti si riscontrano alla presunta epoca delle conquiste egiziane, come pure a quella della conquista israelita.
Ornamenti di pietre preziose, scoperti lontano dal loro luogo d’origine, possono dimostrare l’estensione del commercio nell’antichità. Ossa sparse tra le rovine indicano quali animali domestici si allevavano, e anche quali animali selvatici venivano cacciati e mangiati. Il contenuto di antiche giare indica quali granaglie e frutti mangiava la popolazione. Riguardo a tutti questi metodi d’interpretazione, però, bisogna dire che le conclusioni variano fra gli archeologi e idee un tempo ritenute valide possono essere poi abbandonate.
DATAZIONE
Gli edifici vengono datati secondo quello che è rinvenuto sulle loro pareti, o immediatamente sotto il pavimento. A partire dal V secolo a.E.V., e specialmente dal III secolo, le monete diventano numerose, e sono di valido aiuto nel datare gli edifici in cui vengono trovate. I templi della Mesopotamia possono essere datati grazie a mattoni che spesso portano non solo il nome del tempio e del dio a cui era dedicato, ma anche il nome del re in onore del quale era costruito. In Egitto su pietre angolari e fondamenta era a volte indicato il nome del faraone durante il cui regno fu costruito l’edificio.
Un metodo più ingegnoso per determinare le date relative fu ideato nel 1890 dal famoso archeologo Flinders Petrie. Nell’antica città biblica di Lachis egli studiò attentamente coppe e boccali, caraffe e orci da cui diverse generazioni avevano mangiato e bevuto: oggetti della vita d’ogni giorno, che quando si rompevano venivano prontamente scartati. Scoprì che lo stile di queste ceramiche cambiava in strati successivi, e compilò un grafico in cui ogni tipo di recipiente aveva il suo posto in una sequenza storica. Umili cocci (frammenti di ceramica) si trovano in quantità in ogni scavo, a volte anche da cinquanta a cento ceste in un solo giorno. Quando un tipo già indicato sul grafico di Petrie viene scoperto anche in una città vicina, si presume sia approssimativamente della stessa epoca.
LUOGHI E REPERTI IMPORTANTI
L’archeologia ha contribuito ad avvalorare argomenti un tempo discussi dai critici moderni e a confermare molti aspetti storici della Bibbia relativi ai seguenti paesi:
Babilonia
Gli scavi nell’antica città di Babilonia e nei dintorni hanno rivelato l’ubicazione di diverse ziqqurat, torri templari a gradini, simili a piramidi, fra cui le rovine del tempio di Etemenanki all’interno delle mura di Babilonia. La frase “la sua cima raggiungerà i cieli” è ripetuta in documenti e iscrizioni relativi a tali templi, e al re Nabucodonosor sono attribuite le parole: “Ho innalzato la sommità della Torre a gradini di Etemenanki tanto che la sua cima gareggiava coi cieli”. Un frammento scoperto a N del tempio di Marduk a Babilonia descriveva con queste parole la caduta di una ziqqurat: “La costruzione di questo tempio offese gli dèi. In una notte essi abbatterono quello che era stato costruito. Li dispersero lontano, e resero strano il loro linguaggio. Il progresso impedirono”. Si scoprì che la ziqqurat di Uruk (Erec nella Bibbia) era stata costruita con argilla, mattoni e bitume. — Confronta Genesi 11:1-9.
Presso la porta di Ishtar a Babilonia sono state scoperte circa trecento tavolette cuneiformi che risalgono al periodo del regno di Nabucodonosor. Fra gli elenchi di artigiani e prigionieri che vivevano allora a Babilonia e a cui erano date razioni di viveri compare il nome di “Yaukin, re del paese di Yahud”, cioè “Ioiachin, re di Giuda”, che era stato portato a Babilonia quando Nabucodonosor aveva conquistato Gerusalemme nel 618–617 a.E.V., ma era stato liberato dalla casa di detenzione da Evil-Merodac, successore di Nabucodonosor, che gli concesse una razione giornaliera di cibo per il resto della sua vita. (II Re 25:27-30) Su queste tavolette
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