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L’era dell’oscenoLa Torre di Guardia 1983 | 15 luglio
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L’era dell’osceno
NELLA fabbrica di Cleveland (Ohio, U.S.A.) dove lavorava, Inez era l’indiscussa ‘regina della parolaccia’. Un giorno Alice urtò Inez accidentalmente. Nella disputa che seguì Alice lanciò distrattamente un’imprecazione contro Inez. Gli astanti si meravigliarono che avesse osato tanto.
Inez rispose con una sfilza di insulti osceni. Le imprecazioni si susseguirono le une alle altre sempre più alte e offensive, rimbalzando da una parete all’altra, mentre le compagne di lavoro accorrevano a fare il tifo per la loro preferita. Dapprima, mentre le maledizioni sferzavano l’aria, sembrò che le due fossero su un piano di parità.
Infine la maggiore esperienza di Inez che si abbandonava alle più scandalose trivialità cominciò a prevalere. Provvista di un vocabolario di parole offensive apparentemente illimitato, ebbe la meglio su Alice, che, messa a tacere e rossa in viso, si allontanò lentamente. Si udirono grida di giubilo mentre le operaie tornavano alle macchine. Inez, come se nulla fosse stato, tornò con calma al lavoro.
Oggi episodi del genere non sono rari. Il linguaggio che un tempo contraddistingueva i relitti della società è diventato una cosa normale. Che donne e perfino bambini dicano bestemmie è ora “bene accetto”. I giovani usano comunemente un linguaggio che, se lo avessero usato i giovani di una volta, gli avrebbero lavato la bocca col sapone. E mentre in passato le parolacce erano rappresentate nello scritto da puntini di sospensione, ora sono riportate per intero.
Anche nei film si rispecchia il diverso modo di considerare ciò che è osceno. I film sono ora normalmente pieni di conversazioni lascive e di parole oscene. I produttori vi inseriscono spesso tale linguaggio perché siano classificati tra i film “vietati”. Per esempio il film Annie era stato classificato in origine come un film per tutti, ma il produttore temeva che tale classificazione non avrebbe attirato il pubblico. Così ha incluso nel film un linguaggio blasfemo.
Sempre più comune
Il linguaggio blasfemo è sempre stato comune nel corso di tutta la storia. Con questo genere di linguaggio si mostra irriverenza per le cose sacre, inclusi Dio e tutto ciò che ha a che fare con le sue qualità e le sue vie. Consiste spesso in un’invocazione a una divinità perché maledica qualcuno. Con il linguaggio blasfemo si possono anche offendere e insultare persone o cose che Dio considera sante. Ma la Bibbia dice: “Non proferire invano il nome del Signore, poiché il Signore non lascerà impunito chi proferisce invano il suo nome”. — Esodo 20:7, La Sacra Bibbia a cura del Pontificio Istituto Biblico.
In anni recenti, però, c’è stato un sensibile cambiamento. Da blasfemo il linguaggio è diventato osceno, presentando alla mente aspetti intimi relativi agli organi sessuali e al loro uso. Vengono comunemente mostrati mancanza di rispetto o addirittura disprezzo per la santità del matrimonio e della paternità. “Il tifo a manifestazioni sportive di ogni genere è cambiato”, spiega U.S. News & World Report, e i tifosi si abbandonano ora “a insulti sfrenati contro i rivali, con chiare allusioni al sesso”.
Questo turpiloquio equivale a pornografia verbale. Oggi l’aria è satura di questo linguaggio corrotto. Secondo la rivista Time, il direttore tecnico di baseball Tommy Lasorda “in un breve discorso di incitamento alla sua squadra pronunciò 144 parole oscene”. Anche molti capi politici del mondo fanno ricorso al turpiloquio. Infatti, con la pubblicazione dei nastri della Casa Bianca, Richard Nixon fece cancellare una comune espressione. E l’ex presidente americano Jimmy Carter, noto per le sue convinzioni religiose, usò una parola a sfondo sessuale che The New York Times rifiutò di stampare. Vi fece riferimento solo come a “una espressione americana volgare”.
Forse alcuni ricordano i tempi in cui persone non troppo fini usavano espressioni come “mannaggia”, “va all’inferno”, “accidenti” e “al diavolo”. Ma al posto di queste espressioni, è ora all’ordine del giorno sentire e leggere parole oscene, e ne siamo bombardati da ogni parte. Anni fa un esperto di linguaggio blasfemo elencò 14 modi in cui veniva usata la parola “inferno” nelle imprecazioni. Ora però molti usano parole volgari relative all’attività sessuale quasi tutte le volte che aprono bocca, applicandole a quasi ogni cosa immaginabile. E queste parole non sono necessariamente dette con ira o come esclamazione quando ci si fa male, ma si impreca per il semplice gusto di imprecare.
Dalle cartoline di saluti agli scarabocchi sui muri si può notare quanto è diffuso il linguaggio da trivio. Quasi ovunque si vedono magliette, poster, autoadesivi e bottoni con su scritte parole oscene. Molti considerano “alla moda” questo linguaggio. “Ormai è così normale usare un linguaggio irriverente in pubblico”, fa notare U.S. News & World Report, “che sarebbe difficile se non impossibile invertire la tendenza”. Non è strano che la nostra epoca sia stata definita “l’era dell’osceno”!
Quale ne è la ragione?
Il fatto che il linguaggio osceno sia diventato sempre più comune ha diretta relazione con il deteriorarsi di istituzioni e norme di comportamento tradizionali. “È un segno dei tempi”, dice un portavoce religioso. Il disgregamento della famiglia, la perdita di rispetto per l’autorità e la nuova moralità secondo cui ‘tutto è lecito’ sono cose che hanno contribuito al turpiloquio più sfrenato con chiaro riferimento al sesso. Tale linguaggio riflette l’odierno modo di vivere spesso immorale.
Thomas Cottle, lettore di psichiatria all’università di Harvard, ha fatto rilevare: “La gente trova che la propria vita è insulsa, poco soddisfacente, ed è arrabbiata. . . . Dietro quest’ira è in agguato l’aggressività”. Si afferma che il linguaggio irriverente sia un mezzo per sfogare l’ira e la frustrazione accumulate. “Se qualcuno mi taglia la strada e io gli lancio un’imprecazione”, dice Chaytor Mason, psicologo, “dimostro a me stesso che sono meglio di lui e rafforzo un po’ il mio amor proprio”.
Il modo in cui la gente maltratta il prossimo verbalmente è significativo. La Bibbia l’addita come prova che la fine di un sistema malvagio è vicina. “Ma sappi questo”, avverte la Bibbia, “che negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi . . . bestemmiatori . . . calunniatori, senza padronanza di sé”. — II Timoteo 3:1-5.
[Riquadro a pagina 4]
Videogiochi “vietati”
Il numero di “Advertising Age” del 30 agosto 1982 menzionava che sono ora prodotti videogiochi “vietati” e spiegava: “Piccante e pesante sono gli unici termini appropriati per descrivere i giochi dai nuovi titoli: ‘Festa di scapoli’, ‘Vincili e mangiali’ e ‘La vendetta di Custer’. Ad esempio, in quest’ultimo il generale Custer nudo corre nel deserto in una corsa a ostacoli per raggiungere e violentare una ragazza indiana. . . .
“Kopels, direttore di un’agenzia di pubblicità, ha detto che sebbene i giochi abbiano a che fare col sesso, la riproduzione relativamente scadente di parti del corpo sullo schermo televisivo attenuerà l’impatto sessuale.
“Secondo le previsioni di Kopels, le cartucce ‘vietate’ finiranno per trovare posto sugli scaffali di quasi tutti i venditori di programmi per videogiochi.
“Alludendo ai venditori di videocassette che in principio erano contrari a tenere cassette ‘vietate’, Kopels ha detto che si sono dovuti piegare ‘perché i clienti avevano cominciato a comprarle al negozio di fronte. Penso che questo accadrà anche con le cartucce dei videogiochi’”.
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Il turpiloquio è davvero nocivo?La Torre di Guardia 1983 | 15 luglio
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Il turpiloquio è davvero nocivo?
SI CALCOLA che in alcune grandi città degli Stati Uniti, ogni cinque parole pronunciate una sia un’imprecazione. In Italia, secondo l’Unione Nazionale contro la Bestemmia, vengono pronunciate più di un miliardo di bestemmie al giorno contro Dio o la chiesa. Veramente, in molti luoghi la bestemmia è uno dei principali passatempi.
E questo è un bene, dice Reinhold Aman, direttore di Maledicta, una rivista di linguaggio blasfemo. A suo avviso l’aggressione verbale è utile perché è preferibile all’aggressione fisica. “Preferisco essere chiamato . . . che prendermi una pallottola o una coltellata nel petto”, dice Aman.
Anche Chaytor Mason si è espresso a favore delle parolacce, dicendo: “La bestemmia, le imprecazioni o comunque vogliate chiamarle sono un efficace metodo collaudato dal tempo per sfogare sentimenti accumulati con la frustrazione”.
Un crescente numero di persone si mostrano tolleranti verso il linguaggio blasfemo, ritenendolo innocuo. Ritengono l’uso di una parola oscena giustificato secondo l’occasione. Infatti una rivista per ragazze adolescenti (Seventeen) osserva: “Ogni tanto è divertente trovarsi con le ragazze o i ragazzi — o con entrambi — per un’orgia di bestemmie e di oscenità, in cui si fa a gara nel dirla più grossa. Penso alla gara di scatologia disputata al terzo piano del dormitorio femminile del mio college. Le parolacce volate quella sera avrebbero fatto arrossire uno della squadra del buoncostume”.
Credete anche voi che il linguaggio blasfemo sia giustificato? Il turpiloquio è davvero nocivo?
‘Solo per divertimento?’
Cos’è una “gara di scatologia”? La GE 20 (Grande Enciclopedia dell’Istituto Geografico De Agostini) dà questa definizione di “scatologia”: “Dissertazione sugli escrementi o in genere su argomenti volgari o scurrili”. Che ne pensate del cercare di superare altri nell’uso di parole sconce?
Spesso gruppi di giovani si abbandonano al turpiloquio con l’obiettivo di insultare la madre di un altro, in uno scambio di parole in cui ognuno cerca di dirla più grossa dell’altro. Gli avversari, generalmente due, sono circondati da un gruppo di amici che ridono mentre sentono insultare la madre dell’amico da un avversario più arguto. In altre occasioni invece si dicono delle insolenze. Descrivono l’aspetto dell’altra persona, paragonandola a qualche animale sgradevole, come il maiale, il cane o il topo.
Oggi queste cose sono molto comuni, come il raccontare barzellette spinte per divertimento. Chi vi partecipa sottintende che le oscenità non siano poi una cosa così grave dato che possono scherzarci sopra. E fanno notare: ‘Guarda quanti ridono’. Non c’è dubbio che queste hanno contribuito a fare del turpiloquio una parte del linguaggio di tutti i giorni. Perfino “professionisti” e gente “sofisticata” lo usano. Ad ogni modo, il turpiloquio potrebbe essere più nocivo di quanto molti non credano?
L’effetto del turpiloquio
Le parole oscene sono per la bocca ciò che la pornografia è per l’occhio. La pornografia verbale evoca immagini sessuali. Cosa può dunque accadere se vengono regolarmente usate parole che fanno chiaro riferimento al sesso? La persona che le usa non sarà più portata a fare quello di cui si parla? Certo è significativo che l’enorme diffusione del turpiloquio sia avvenuta parallelamente all’aumento di fornicazione, adulterio e omosessualità.
In considerazione di ciò, comprenderete la saggezza del consiglio biblico che raccomanda: “La fornicazione e l’impurità d’ogni sorta o l’avidità non siano neppure menzionate fra voi, come conviene a persone sante; né condotta vergognosa né parlar stolto né scherzi osceni, cose che non si addicono”. — Efesini 5:3, 4.
Il fatto è che chi usa il turpiloquio si corrompe. E ogni volta che ripete parole oscene contamina altri. Con buone ragioni, quindi, la Bibbia consiglia: “Ma ora realmente allontanatele tutte da voi, ira, collera, malizia, parlar ingiurioso e discorso osceno, fuori della vostra bocca”. “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta”. (Colossesi 3:8; Efesini 4:29) Inoltre essa esorta: “Allontanate ogni sudiciume”. (Giacomo 1:21) Chi va contro questo consiglio incorre nella disapprovazione di Dio.
Pensate inoltre a questo fatto: “Se due si scambiano insulti verbali, i loro rapporti ne saranno rinsaldati? E anche se, come conseguenza di un insulto verbale, non si arriva allo scontro fisico, si può dire che i due abbiano veramente risolto il loro problema? È difficile! D’altra parte, lo scambio di insulti verbali non accresce effettivamente invece di ridurre la possibilità di fare a pugni?
Come si promuovono dunque amore e comprensione? Rifiutando di ‘rendere male per male’. La Parola di Dio comanda: “Non vi vendicate”. Piuttosto, “fate posto all’ira”, lasciando a Dio la vendetta. Rispondendo con parole e azioni gentili a chi vi offende, ‘accumulerete carboni ardenti sulla sua testa’ e forse lo indurrete a trattarvi con più dolcezza. Siate saggi e seguite sempre il positivo consiglio scritturale: “Benedite e non maledite”. — Romani 12:17-20, 14.
Evitate di cadere in questo laccio
È ovvio che bisogna sempre stare attenti per non essere spinti a seguire le tendenze di questo mondo blasfemo. Nessuno di noi è immune dai suoi insidiosi attacchi. Burges Johnson, scrittore di un libro sul linguaggio blasfemo, dice: “Se il linguaggio blasfemo è in genere un male del vocabolario, come si trasmette e chi lo prende? La risposta è semplice: non solo è contagioso ma anche infettivo, poiché i suoi germi sono profondamente impressi in ognuno di noi”. La Bibbia conferma che le creature umane imperfette sono inclini a comportarsi in maniera errata e immorale. Quindi dobbiamo combattere per non usare il linguaggio osceno. — Genesi 8:21; Salmo 51:5.
Per evitare il linguaggio osceno bisogna anzitutto imparare a controllare i sentimenti e le azioni che portano a usarlo. Quali sono? La Bibbia risponde: “Ogni acrimoniosa amarezza e rancore e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi con ogni malizia”. (Efesini 4:31) Prima di arrivare al punto d’essere così arrabbiati con qualcuno da voler imprecare contro di lui, soffermatevi e costringetevi a pensare alle cose buone che sapete di quella persona. Non permettete che l’ira vi faccia dire parole oscene. Sforzatevi di dare ascolto al comando biblico: “Non esca nulla di sfrenato dalla vostra bocca”. — I Samuele 2:3.
L’unico posto dove potete trovare buoni pensieri è la Parola di Dio, la Bibbia. Riempiendo la vostra mente di pensieri corretti edificherete nel vostro cuore giusti desideri. Che effetto avrà questo sul vostro modo di parlare? Gesù dichiarò: “La bocca parla dall’abbondanza del cuore”. — Matteo 12:34.
Non esitate a pregare che Dio vi aiuti e a chiedere il suo spirito. Il salmista pregò: “Poni una guardia, o Geova, alla mia bocca; metti una sentinella alla porta delle mie labbra”. (Salmo 141:3) Stando attenti a frenare la lingua, e con il sostegno di Dio, riusciremo a evitare il laccio del linguaggio blasfemo.
[Immagine a pagina 6]
Se qualcuno vi insulta, voi gli rendete pan per focaccia?
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