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Il patto di Dio col suo “amico” reca già beneficio a milioni di personeSicurezza mondiale sotto il “Principe della pace”
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Capitolo 9
Il patto di Dio col suo “amico” reca già beneficio a milioni di persone
1, 2. (a) Quale relazione d’amicizia ha già cominciato a operare a beneficio di milioni di persone? (b) Perché Abraamo poté divenire amico di Dio?
PIÙ di 1.950 anni fa un vero amico di tutta l’umanità disse: “Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. (Giovanni 15:13) Colui che pronunciò queste parole, Gesù, discendeva da un uomo che era stato chiamato l’amico della Persona più importante di tutto l’universo, Geova Dio. Questa relazione d’amicizia, per quanto possa sembrare non equilibrata, ha già cominciato a operare a beneficio di milioni di persone.
2 Chi fu quest’uomo dell’antichità che ci procurò tale beneficio grazie alla sua amicizia con Dio? Fu Abraamo, discendente di Sem, uno dei superstiti del Diluvio universale dei giorni di Noè. Abraamo strinse una relazione con Dio, manifestando le qualità di un vero amico. Spinto dall’amore e dalla fede, Abraamo agì in armonia con la volontà di Dio, ragion per cui lo scrittore biblico Giacomo afferma: “Si adempì la scrittura che dice: ‘Abraamo ripose fede in Geova e gli fu attribuito a giustizia’, ed egli fu chiamato ‘l’amico di Geova’”. — Giacomo 2:23.
3, 4. (a) Cosa illustra quanta stima Geova avesse per la fede e la fiducia che Abraamo riponeva in lui? (b) Cosa disse Geova in Isaia 41:8 come punto saliente della sua dichiarazione?
3 Quell’uomo di fede e d’azione era della città di Ur dei caldei e fu il primo a essere chiamato ebreo. (Genesi 14:13) Questo appellativo venne poi applicato ai suoi discendenti della nazione d’Israele. (Filippesi 3:5) Considerando Abraamo suo amico, Geova Dio lo mise anche al corrente di alcune Sue questioni private. Ciò è indicato da quanto si legge in Genesi 18:17-19.
4 Questo illustra quanta stima Geova Dio avesse per la fede e per la fiducia che Abraamo riponeva in lui, a motivo delle quali Abraamo era pronto a ubbidire senza discutere. Perciò, senza imbarazzo o bisogno di giustificazioni, e come punto saliente della sua dichiarazione alla nazione d’Israele, Geova disse: “Ma tu, o Israele, sei il mio servitore, tu, o Giacobbe, che io ho scelto, il seme di Abraamo mio amico”. — Isaia 41:8.
Entra in vigore il patto abraamico
5, 6. (a) Quale patto fece Geova col suo amico Abraamo? (b) Nonostante quali circostanze avverse Dio fece al suo amico una promessa circa un “seme”?
5 Fino a che punto una persona possa giungere nel vincolo che la lega a un amico amorevole è indicato dal fatto che il Sovrano dell’universo, Geova, fece un patto con Abraamo, un semplice uomo. In Genesi 15:18 leggiamo: “In quel giorno Geova concluse con Abramo [Abraamo] un patto, dicendo: ‘Al tuo seme darò per certo questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate’”.
6 L’Eufrate era il fiume che Abraamo e la sua famiglia avevano attraversato per entrare nella Terra Promessa. Quando lo aveva attraversato, Abraamo non aveva figli, pur avendo già 75 anni, e sua moglie aveva superato l’età in cui si possono avere figli. (Genesi 12:1-5) Comunque, nonostante tali circostanze avverse, Dio disse all’ubbidiente Abraamo: “Guarda in alto, suvvia, nei cieli e conta le stelle, se sei in grado di contarle. . . . Così diverrà il tuo seme”. — Genesi 15:2-5.
7. (a) Com’è chiamato questo patto? (b) In che anno entrò in vigore e con quale avvenimento della vita di Abraamo? (c) Questo avvenne quanti anni prima della stipulazione del patto della Legge con la nazione d’Israele?
7 Il patto che Geova concluse col suo “amico” è chiamato patto abraamico. Quel patto entrò in vigore nel 1943 a.E.V., quando Abraamo soddisfece le esigenze del patto di Dio e attraversò l’Eufrate diretto verso la Terra Promessa. In quell’anno Geova Dio si assunse l’obbligo di benedire Abraamo, che non aveva figli, dandogli un “seme”. La Legge incorporata nel patto stipulato con la nazione d’Israele al monte Sinai venne all’esistenza 430 anni dopo, nel 1513 a.E.V. — Genesi 12:1-7; Esodo 24:3-8.
Il patto della Legge aggiunto al patto abraamico
8. (a) Qual era lo scopo del patto della Legge? (b) Il patto della Legge rese nullo il patto abraamico?
8 A quell’epoca i discendenti di Abraamo tramite suo figlio Isacco erano divenuti un popolo libero. La nazione d’Israele era stata liberata dall’Egitto e condotta al monte Sinai in Arabia. Lì, mediante Mosè quale mediatore, erano stati introdotti nel patto della Legge con Geova Dio. Qual era il vero scopo di quel patto della Legge, dal momento che gli israeliti erano già discendenti naturali di Abraamo, l’“amico” di Geova? Lo scopo era quello di servire di protezione per il popolo eletto di Geova. Il patto della Legge non annullò il patto abraamico, pur evidenziando il fatto che la nazione d’Israele era colpevole di trasgressioni alla luce della perfetta legge di Dio. — Galati 3:19-23.
9, 10. (a) Cosa ritenevano generalmente i discendenti di Abraamo circa il “seme” mediante il quale tutte le nazioni si sarebbero benedette? (b) Questa loro idea si è rivelata esatta?
9 Simbolicamente parlando, gli israeliti divennero i “figli” di quel patto della Legge. Essendo discendenti naturali di Abraamo, ritenevano di essere automaticamente il “seme” mediante il quale tutte le nazioni si sarebbero benedette. Ma si è questo rivelato vero? No! Oggi, quasi 3.500 anni dopo, c’è, sì, la repubblica indipendente dell’Israele letterale, la quale però lotta per sopravvivere fra molte nazioni ostili.
10 Perciò, chi oggi divenisse un proselito giudeo con l’idea di diventare in tal modo parte del “seme” di Abraamo per la benedizione di tutto il resto dell’umanità non seguirebbe la via di Geova Dio. Cos’è dunque accaduto?
11. Come spiegò l’apostolo Paolo ciò che accadde ai discendenti naturali di Abraamo?
11 L’apostolo Paolo spiega ulteriormente la cosa dicendo: “È scritto che Abraamo ebbe due figli, uno dalla servitrice [Agar] e uno dalla donna libera [Sara]; ma quello della servitrice fu effettivamente generato secondo la carne, l’altro della donna libera secondo la promessa. Queste cose sono come un dramma simbolico; poiché queste donne significano due patti, quello del monte Sinai, che genera figli per la schiavitù, e che è Agar. Ora questa Agar significa il Sinai, un monte dell’Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. — Galati 4:22-26.
12. A che cosa corrispondeva la servitrice Agar?
12 La Gerusalemme alla quale la servitrice Agar corrispondeva era terrena, essendo abitata da giudei carnali. Ai giorni di Gesù Cristo era la capitale della nazione d’Israele e si trovava sotto il patto della Legge. (Matteo 23:37, 38) Mentre il patto della Legge di cui Mosè era stato mediatore era ancora in vigore, l’Israele naturale era la parte visibile dell’organizzazione di Geova. Poteva quindi essere rappresentato da una donna, Agar, servitrice di Sara.
Veri figli del patto abraamico
13. (a) Cosa corrispondeva alla moglie di Abraamo, Sara? (b) Perché la “Gerusalemme di sopra” può definirsi “libera”?
13 D’altra parte, la “Gerusalemme di sopra” era l’invisibile organizzazione celeste di Geova. In maniera corrispondente, poteva essere rappresentata da una donna, da Sara, la vera moglie di Abraamo. Il patto della Legge non fu stipulato con questa organizzazione, per cui la “Gerusalemme di sopra” era libera, come l’antica Sara. Questa è l’organizzazione che produce il promesso “seme”, ed è per questo che l’apostolo Paolo poté chiamarla “nostra madre”.
14. Il patto abraamico si applica alla “Gerusalemme di sopra”? Come possono dunque chiamarsi i discepoli di Gesù Cristo generati dallo spirito?
14 In realtà, quindi, il patto abraamico si applica a lei quale moglie simbolica del più grande Abraamo, sì, si applica all’organizzazione universale di Geova su nei cieli. Ne consegue che i discepoli di Gesù Cristo generati dallo spirito sono, come l’apostolo Paolo, i figli del patto abraamico. Paolo porta avanti il ragionamento, dicendo:
15. Cosa disse l’apostolo Paolo in Galati 4:27-31 riguardo ai “figli” del patto abraamico?
15 “Poiché è scritto: ‘Rallegrati, o donna sterile che non partorisci; prorompi e grida, donna che non hai doglie di parto; poiché i figli della donna desolata son più numerosi di quelli di colei che ha marito’. Ora noi, fratelli, siamo figli appartenenti alla promessa, come lo fu Isacco. Ma come allora quello generato secondo la carne perseguitava quello generato secondo lo spirito, così anche ora. Tuttavia, che cosa dice la Scrittura? ‘Caccia la servitrice e il suo figlio, poiché il figlio della servitrice non sarà affatto erede col figlio della donna libera’. Per cui, fratelli, noi siamo figli non della servitrice, ma della donna libera”. — Galati 4:27-31; Isaia 54:1.
16. Cosa prediceva l’antico dramma simbolico in quanto al patto della Legge, il che avrebbe lasciato sussistere che cosa?
16 Perciò quell’antico dramma simbolico prediceva che Geova Dio, il più grande Abraamo, avrebbe messo da parte il patto della Legge che sarebbe stato stipulato con Israele al monte Sinai. In questo modo l’aggiunta (il patto della Legge) al patto abraamico sarebbe stata tolta, lasciando sussistere solo il patto abraamico con la sua promessa di un “seme” mediante il quale tutte le famiglie della terra si sarebbero benedette.
17. (a) Fino a quando doveva rimanere in vigore il patto della Legge? (b) Perché Gesù Cristo fu il principale discendente di Abraamo? (c) In che modo Gesù poteva divenire il principale Agente di Dio per la benedizione di tutte le famiglie della terra?
17 Pertanto l’aggiunto patto della Legge doveva rimanere in vigore fino all’arrivo del “seme” promesso, che risultò essere Gesù Cristo. Grazie a un miracolo di Dio, egli divenne un discendente carnale di Abraamo. Divenne il discendente principale di quel patriarca. Egli non era solo un discendente terreno di Abraamo, ma era il Figlio di Dio, e quindi un uomo perfetto, uno che rimase “leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori”. (Ebrei 7:26) Comunque, che egli divenisse il principale Agente di Dio per benedire tutte le famiglie della terra dipendeva dal sacrificio della sua perfetta vita umana e dall’applicazione del valore d’esso a favore di tutta l’umanità. Mediante questo sacrificio di se stesso, egli avrebbe agito quale Sommo Sacerdote di Geova, offrendo un sacrificio in grado di soddisfare tutte le esigenze divine.
Il patto della Legge inchiodato al palo di tortura di Gesù
18. (a) A chi dovevano essere inizialmente estesi i benefìci del sacrificio di riscatto, e perché? (b) Cosa divenne Gesù?
18 I benefìci di questo sacrificio di riscatto sarebbero stati inizialmente estesi alla nazione giudaica, della quale Gesù era divenuto membro in virtù della sua nascita miracolosa dalla vergine Maria. Questo era assolutamente necessario, perché i giudei si trovavano sotto una doppia condanna di morte. In che senso? Primo, in quanto progenie del peccatore Adamo, e, secondo, in quanto erano divenuti maledetti, a causa della loro imperfezione, non vivendo in conformità del patto della Legge con Dio. Gesù, comunque, divenne una maledizione al posto loro. Essendo condannato a morte su un palo di tortura, egli fu in grado di togliere la maledizione dalle “pecore smarrite della casa d’Israele”. Nel 33 E.V. il patto della Legge fu inchiodato al palo di tortura di Gesù, e l’ovile giudaico sotto quel temporaneo patto della Legge fu chiuso, abolito. — Matteo 15:24; Galati 3:10-13; Colossesi 2:14.
19. (a) Quale nuovo ovile si dovette aprire, e chi doveva ospitare? (b) Che cosa divengono quindi quelli introdotti nel nuovo ovile?
19 Occorreva quindi che fosse aperto un nuovo ovile per ospitare le pecore spirituali del risuscitato Pastore eccellente, Gesù Cristo. Il Pastore eccellente che sacrificò se stesso è anche la simbolica porta di questo nuovo ovile. (Giovanni 10:7) Quelli introdotti in questo nuovo ovile sotto il Pastore eccellente divengono figli generati dallo spirito del più grande Abraamo, e quindi parte del Suo “seme”. (Romani 2:28, 29) In armonia con questo fatto, durante questi ultimi giorni un rimanente di quel “seme” spirituale ha prestato servizio per la benedizione di crescenti milioni di persone in oltre 200 paesi.
[Immagine alle pagine 80 e 81]
Il patto della Legge mosaica stipulato al monte Sinai ebbe fine quando fu inchiodato al palo di tortura di Gesù
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Ciò che Dio giurò di fare per l’umanità è ora imminente!Sicurezza mondiale sotto il “Principe della pace”
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Capitolo 10
Ciò che Dio giurò di fare per l’umanità è ora imminente!
1, 2. (a) In che senso Dio giura, e perché? (b) Cosa dice Dio in Isaia 45:23? (c) Con quali dichiarazioni del profeta Isaia dovremmo poter essere d’accordo?
DIO giura? Sì, Dio giura, ma quando lo fa è sempre per avvalorare ciò che egli dichiara essere il suo proposito. Ciò fornisce un’ulteriore garanzia agli interessati. Di conseguenza tutta l’umanità fa bene a prestare attenzione alle parole di Dio riportate in Isaia 45:23: “Per me stesso ho giurato — dalla mia propria bocca la parola è uscita nella giustizia, così che non tornerà indietro — che a me si piegherà ogni ginocchio, giurerà ogni lingua”.
2 Oggi, più di 2.700 anni dopo quella profezia, siamo convinti che la dichiarazione del profeta contenuta in Isaia 45:24 sia vera? Essa dice: “Sicuramente in Geova sono piena giustizia e forza. Tutti quelli che s’accendono contro di lui verranno direttamente a lui e proveranno vergogna”. Se ne siamo convinti, possiamo essere d’accordo anche con le successive parole di Isaia riportate al versetto 25: “In Geova tutto il seme d’Israele si mostrerà giusto e si vanterà di sé”.
3, 4. (a) Perché Isaia 45:25 non dovrebbe farci pensare alla Repubblica d’Israele? (b) Isaia 45:23-25 ha forse mancato di adempiersi? Perché rispondete così?
3 Leggendo Isaia 45:25, dobbiamo forse pensare alla Repubblica d’Israele? No. Gli israeliani non attribuiscono le loro vittorie all’Iddio delle Sacre Scritture Ebraiche. Con un’infondata riverenza, rifiutano persino di pronunciare il suo nome.
4 Con questo, stiamo forse dicendo che Isaia 45:23-25 non si sia adempiuto fino a quest’oggi? No! La profezia non ha mancato di adempiersi al tempo stabilito da Geova. È impossibile che una sua profezia non si adempia! Non solo la sua parola è di per sé attendibile e fidata, ma lo è ancor di più quando Geova vi aggiunge il suo giuramento a conferma.
Dio interviene con un giuramento
5. In che modo Ebrei 6:13-18 spiega l’intervento di Dio con un giuramento nella promessa fatta ad Abraamo?
5 A questo proposito leggiamo in Ebrei 6:13-18: “Poiché quando Dio fece la promessa ad Abraamo, giacché non poteva giurare per nessuno più grande, giurò per se stesso, dicendo: ‘Sicuramente, benedicendo, ti benedirò, e moltiplicando, ti moltiplicherò’. E così dopo che Abraamo ebbe mostrato pazienza, ottenne questa promessa. Poiché gli uomini giurano per uno più grande, e il loro giuramento è la fine di ogni disputa, in quanto è per loro una garanzia legale. In questa maniera Dio, proponendosi di dimostrare più abbondantemente agli eredi della promessa l’immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento, affinché, per mezzo di due cose immutabili nelle quali è impossibile che Dio menta, noi che siamo fuggiti al rifugio avessimo un forte incoraggiamento ad afferrare la speranza che ci è posta dinanzi”.
6. (a) Che motivo aveva Dio di giurare per se stesso in relazione alla sua promessa ad Abraamo? (b) In che modo Dio poteva impiegare il suo “amico”?
6 Generalmente, quando si fa un giuramento, dev’esserci un motivo particolarmente valido. Questo può dirsi in special modo quando il giuramento è pronunciato da Dio, spontaneamente. In questo caso, in cui Geova giurò, sì, per se stesso, c’era un tale motivo. La promessa garantita dal giuramento che Geova fece ad Abraamo, suo “amico”, influisce su tutti noi oggi. Geova apprezzò l’ubbidienza con cui Abraamo accolse l’invito divino e lasciò il paese nativo per recarsi nella terra che Geova avrebbe dato in possesso ai suoi discendenti. Geova poteva, senza rischi, far grande il nome di questo suo “amico” e impiegarlo per la benedizione di altri. Geova poteva ben dirgli: “E di sicuro benedirò quelli che ti benediranno, e maledirò colui che invocherà su di te il male, e tutte le famiglie della terra per certo si benediranno per mezzo di te”. — Genesi 12:3; Isaia 41:8.
7. (a) Con quale miracolo Dio mostrò favore ad Abraamo quando sua moglie aveva 90 anni? (b) Come dimostrò Abraamo la sua fede e ubbidienza in maniera straordinaria?
7 Quando la moglie di Abraamo, Sara, aveva 90 anni, molto al di là dell’età feconda, Dio le concesse miracolosamente il privilegio di generare ad Abraamo il loro diletto figlio Isacco, in adempimento della Sua meravigliosa promessa ad Abraamo. Abraamo si mostrò pronto e disposto ad offrire perfino questo prezioso figlio come sacrificio umano in ubbidienza al comando del suo Dio, Geova. Questa eccezionale dimostrazione di fede e di ubbidienza commosse a tal punto Geova che disse al suo “amico” Abraamo:
8, 9. (a) Come reagì Geova a questa dimostrazione di fede e ubbidienza da parte di Abraamo? (b) Nei confronti di chi Geova si rese responsabile?
8 “‘Giuro in effetti per me stesso’, è l’espressione di Geova, ‘che siccome hai fatto questo e non hai trattenuto tuo figlio, il tuo unico, di sicuro ti benedirò e di sicuro moltiplicherò il tuo seme come le stelle dei cieli e come i granelli di sabbia che sono sul lido del mare; e il tuo seme prenderà possesso della porta dei suoi nemici. E per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra di certo si benediranno per il fatto che tu hai ascoltato la mia voce’”. — Genesi 22:15-18.
9 Questo è il primo caso nella Bibbia in cui si parli di un giuramento di Geova. Non potendo egli giurare per qualcuno più grande, giurò per se stesso, vincolando se stesso. Così facendo si rese responsabile nei propri confronti. Il fatto che egli adempia il proprio dichiarato proposito deve tornare a suo credito.
Fino a che punto?
10. Quanto tempo fa, all’incirca, Dio concluse il suo patto con Abraamo, e pertanto quale domanda sorge?
10 Abraamo entrò nella terra promessa di Canaan quasi 4.000 anni fa. Perciò, ora, fino a che punto quel patto concluso nel 1943 a.E.V. è stato adempiuto?
11. (a) Cosa indica l’appartenenza della Repubblica d’Israele all’ONU, e quali conseguenze avrà questo? (b) I discendenti naturali di Abraamo stanno forse soddisfacendo le esigenze necessarie per essere il “seme” promesso?
11 Attualmente in Medio Oriente esiste la Repubblica d’Israele. Per suo proprio interesse, è membro delle Nazioni Unite. L’ONU rappresenta il ripudio del Regno di Geova Dio tramite il promesso “seme” di Abraamo, e sarà quindi distrutta nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, Armaghedon. Ogni membro dell’ONU, inclusa la Repubblica d’Israele, sarà cancellato dall’esistenza. Purtroppo i discendenti carnali, naturali, di Abraamo non soddisfano le esigenze necessarie per essere il promesso “seme” messianico mediante il quale Geova Dio benedirà tutto il genere umano. — Rivelazione 16:14-16.
12, 13. (a) A differenza del suo antenato Davide, perché il “Principe della pace” non regna da solo? (b) I cristiani unti dovettero forse attendere fino all’istituzione del Regno nel 1914 per ricevere la promessa benedizione, e come lo sappiamo?
12 È abbastanza chiaro a tutti che il promesso Messia non domina nella Gerusalemme terrena in Medio Oriente in adempimento del patto abraamico. A differenza del suo antico antenato Davide, il Messia e “Principe della pace” non deve regnare da solo. Egli promise di unire a sé nel suo dominio i suoi dodici fedeli apostoli e i suoi altri discepoli generati dallo spirito, per un totale di 144.000 persone. (Rivelazione 7:1-8; 14:1-4) Sulla terra c’è ancora un rimanente di questi discepoli. Cosa è stato fatto per loro nel promuovere l’adempimento del patto abraamico sostenuto dal giuramento di Dio? Uno dei principali futuri membri di quel Regno, l’apostolo Paolo, scrisse in Galati 3:8: “Ora la Scrittura, vedendo in anticipo che Dio avrebbe dichiarato giuste le persone delle nazioni a motivo della fede, dichiarò in precedenza la buona notizia ad Abraamo, cioè: ‘Per mezzo di te tutte le nazioni saranno benedette’”.
13 I cristiani scelti di fra le nazioni non dovettero attendere fin dopo l’istituzione del Regno nel 1914 per ricevere la promessa benedizione, poiché l’apostolo Paolo proseguì dicendo: “Quindi quelli che aderiscono alla fede sono benedetti insieme al fedele Abraamo”. (Galati 3:9) Paolo era un cristiano ed era benedetto, e altrettanto può dirsi di tutti gli altri cristiani generati dallo spirito ai suoi giorni.a Similmente oggi il rimanente, composto di cristiani generati dallo spirito che aderiscono alla fede nel Messia quale principale “seme” di Abraamo per la benedizione di tutta l’umanità, riceve la promessa benedizione.
14. (a) In che modo i cristiani unti sono stati specialmente benedetti secondo il patto abraamico? (b) Come questo ha rivendicato Geova?
14 Dedicandosi a Geova e simboleggiando questa dedicazione col battesimo in acqua ed essendo quindi generati dallo spirito di Dio a una condizione spirituale, questi cristiani sono divenuti figli spirituali del più grande Abraamo, Geova Dio. Sono anche divenuti coeredi di Gesù Cristo, il più grande Isacco. (Romani 8:17) Sono davvero benedetti in maniera speciale secondo il patto abraamico. Geova è andato adempiendo ciò che aveva giurato di fare, rivendicando così la propria veracità e perfetta capacità di attuare ciò che ha solennemente giurato di fare nel proprio nome.
15. Secondo l’apostolo Paolo, cos’è ciascun membro del rimanente dei cristiani generati dallo spirito?
15 Ciascun membro del rimanente dei cristiani generati dallo spirito è un giudeo in senso spirituale, come disse l’apostolo Paolo: “Non è Giudeo colui che lo è di fuori, né è circoncisione quella che è di fuori nella carne. Ma è Giudeo colui che lo è di dentro, e la sua circoncisione è quella del cuore mediante lo spirito, e non mediante un codice scritto”. — Romani 2:28, 29.
16. Quale classe predetta in Zaccaria 8:23 si compone dei giudei spirituali?
16 In questo “termine del sistema di cose”, quei cristiani generati dallo spirito, che sono giudei di dentro con una circoncisione del cuore, costituiscono come classe il Giudeo predetto in Zaccaria 8:23, dove si legge: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Sarà in quei giorni che dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, in effetti afferreranno per il lembo un uomo che è un Giudeo, dicendo: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”’”.
17. (a) Chi rappresentano i “dieci uomini” che vogliono adorare Geova insieme all’odierno rimanente dei giudei spirituali? (b) Unendosi ai giudei spirituali nell’adorazione di Geova, di cosa godono ora gli appartenenti alle “altre pecore”?
17 Il popolo (“voi”) col quale quei “dieci uomini” vogliono andare ad adorare Geova Dio è l’odierno rimanente dei giudei spirituali, la classe che costituisce lo “schiavo fedele e discreto” di Matteo 24:45-47. Dato che il numero dieci rappresenta completezza terrena, i “dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni” starebbero a indicare tutte le simboliche pecore predette in Matteo 25:32-46. Queste appartengono alla classe delle “altre pecore” che, come disse Gesù, egli avrebbe portato in unità col rimanente simile a pecore, per formare con loro “un solo gregge” sotto la cura del “solo pastore”, lui stesso. (Giovanni 10:16) In questo modo essi pregustano le benedizioni del patto abraamico mediante il “seme” del più grande Abraamo, Geova Dio. Certamente, quindi, ciò che Dio giurò di fare per l’umanità è imminente!
[Nota in calce]
a In quanto al nome “cristiani”, la Traduzione del Nuovo Mondo, edizione inglese con riferimenti, dice in una nota ad Atti 11:26: “Ebraico, Meshichiyìm, ‘messianisti’”.
[Immagine a pagina 89]
La Bibbia prediceva che persone di tutte le nazioni si sarebbero unite all’Israele spirituale
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La Gerusalemme terrena in contrasto con la Gerusalemme di sopraSicurezza mondiale sotto il “Principe della pace”
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Capitolo 11
La Gerusalemme terrena in contrasto con la Gerusalemme di sopra
1. (a) La distruzione di Gerusalemme sarebbe qualcosa di nuovo? (b) Perché non sarebbe una tragedia per tutta l’umanità se Gerusalemme fosse nuovamente distrutta?
QUELLI che oggi sono giudei secondo la carne sono convinti che la Gerusalemme mediorientale durerà per sempre. Anche gli aderenti alla cristianità nutrono ancora un alto riguardo per la città in cui Gesù terminò il suo ministero. Ma garantisce tutto ciò che quella città continuerà a esistere? È già stata distrutta altre volte, nel 607 a.E.V. dai babilonesi e nel 70 E.V. dai romani. Sarebbe una tragedia per l’intera umanità se fosse nuovamente distrutta? No, non c’è bisogno di quella città perché l’umanità riceva le benedizioni del patto abraamico. Di Abraamo stesso è scritto: “Egli aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e creatore è Dio”. — Ebrei 11:10.
2. (a) Come mostra l’apostolo Paolo che c’è una Gerusalemme più alta? (b) Chi è il Proprietario maritale di quella Gerusalemme, e chi sono i figli che ha avuto da lei?
2 L’apostolo Paolo scrisse: “Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. (Galati 4:26) Egli spiegò che la Gerusalemme di sopra, quella del cielo, corrispondeva a Sara ed era l’organizzazione, paragonata a una moglie, del più grande Abraamo, Geova Dio. I figli della “Gerusalemme di sopra” sono quindi i cristiani generati dallo spirito, come Paolo.
La “Gerusalemme di sopra” diviene una città regale
3. (a) Quando cominciò a regnare Geova Dio stesso? (b) Dove fu intronizzato Gesù Cristo, e che effetto ha avuto questo sulla regalità di Geova?
3 La “Gerusalemme di sopra” ha assunto un aspetto regale dalla fine dei “fissati tempi delle nazioni” nel 1914. (Luca 21:24) Da allora in poi si applica Salmo 97:1: “Geova stesso regna! Gioisca la terra”. In modo analogo si applica Salmo 99:1, 2: “Geova stesso regna. . . . Geova è grande in Sion, ed è alto su tutti i popoli”. Nel 1914 venne per lui il tempo di porre fine al calpestamento del Regno nelle mani della dinastia di Davide, rappresentato da quella che un tempo era la città regale di Gerusalemme. Egli pertanto intronizzò suo Figlio Gesù Cristo quale Re alla propria destra nella “Gerusalemme di sopra”, la Gerusalemme del cielo, rendendola in tal modo una città regale. La regalità di Geova stesso è rafforzata o ampliata dall’intronizzazione di Gesù Cristo quale Re.
4. Con quali avvenimenti la “Gerusalemme di sopra” è divenuta dal 1914 una città regale?
4 Perciò dopo la nascita del Regno celeste nel 1914 e dopo l’espulsione di Satana e dei suoi demoni dal cielo, fu appropriato l’annuncio: “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusa giorno e notte davanti al nostro Dio!” (Rivelazione 12:1-10) “L’autorità del suo Cristo” era che Questi regnasse nella “Gerusalemme di sopra”. Essa divenne una vera città regale in quel fausto anno 1914.
La figlia della “Gerusalemme di sopra”
5, 6. (a) In Rivelazione 21:1, 2, quale nuova città simbolica vede Giovanni? (b) Chi accoglie il Re, come indicato in Zaccaria 9:9, 10, e con quali parole?
5 Più di un quarto di secolo dopo la distruzione di Gerusalemme da parte delle legioni romane nel 70 E.V., all’apostolo Giovanni furono date le meravigliose visioni del libro di Rivelazione. In Rivelazione 21:1, 2 Giovanni parla di una “Nuova Gerusalemme”. Sono i componenti di questa “Nuova Gerusalemme” ad accogliere con gioia il neoinsediato Re che viene nel nome di Geova, così come vengono invitati a fare in Zaccaria 9:9, 10:
6 “Gioisci grandemente, o figlia di Sion. Urla in trionfo, o figlia di Gerusalemme. Ecco, il tuo re stesso viene a te. Egli è giusto, sì, salvato; umile, e cavalca un asino . . . E per certo stroncherò il carro da guerra da Efraim e il cavallo da Gerusalemme. E l’arco da battaglia dev’essere stroncato. Ed effettivamente parlerà di pace alle nazioni; e il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino alle estremità della terra”.
7. Chi ha adempiuto quella profezia in questo “termine del sistema di cose”, e in che modo?
7 Questa profezia ebbe un adempimento parziale con l’ingresso trionfale di Gesù Cristo a Gerusalemme nel 33 E.V. Dal 1919 in poi ha avuto il suo adempimento finale sul rimanente dell’Israele spirituale. Non c’è alcuna divisione fra i membri di quell’unto rimanente, come invece c’era nell’antichità fra le tribù di Efraim e Gerusalemme, la capitale del regno di Giuda composto di due tribù. Prestando unitamente servizio negli interessi del Regno messianico allo scopo di adempiere la profezia di Gesù riportata in Matteo 24:14 e in Marco 13:10, essi continuano ad acclamare il Re trionfante, Gesù Cristo. Con infrangibile unità, si sottomettono lealmente al suo dominio reale in questo “termine del sistema di cose”. — Matteo 24:3.
8. (a) Chi non ha accolto il Re vittorioso? (b) Verso dove e verso che cosa costoro sono in marcia?
8 Insieme alla Gerusalemme della Repubblica d’Israele, le sedicenti nazioni cristiane che formano la cristianità non accolgono, a loro vergogna, il Re vittorioso che viene nel nome di Geova. Malgrado tutto, ci sono quelli che servono da testimoni di Colui nel cui nome egli viene, e che Lo servono con giubilo nel Suo tempio. (Isaia 43:10-12) I loro occhi spirituali sono stati aperti in modo da comprendere che la Repubblica d’Israele e tutte le altre nazioni, dentro e fuori l’ONU, si trovano ora assai avanti nella loro marcia verso il “luogo che in ebraico si chiama Har-Maghedon”. (Rivelazione 16:16) La guerra dell’Iddio Altissimo è imminente!
9. In che modo il futuro della Gerusalemme terrena è in netto contrasto con quello della Nuova Gerusalemme?
9 Le prospettive per la Gerusalemme terrena sono tragiche, mentre quelle della Nuova Gerusalemme sono luminose. A tempo debito, le “dieci corna” della politica “bestia selvaggia”, come pure la “bestia” stessa, finiranno per odiare il sistema simile a una meretrice, Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Esprimeranno il loro violento odio contro la Gerusalemme terrena religiosamente riverita e la distruggeranno come col fuoco. (Rivelazione 17:16) Ma saranno assolutamente incapaci di toccare la celeste Nuova Gerusalemme.
10. Che differenza c’è fra la condotta della Gerusalemme terrena e quella dei cristiani generati dallo spirito e della “grande folla” di loro compagni?
10 Il rimanente dei cristiani generati dallo spirito che attendono di divenire parte della celeste Nuova Gerusalemme continuano ad acclamare il Re-Sposo Gesù Cristo insieme alla “grande folla” di altri testimoni di Geova. Questa condotta leale li distingue nettamente dalla vecchia Gerusalemme. Sin dalla fondazione della Repubblica d’Israele la città di Gerusalemme, ora prevalentemente ebraica, imita la condotta degli abitanti della Gerusalemme del I secolo. Accecata dall’influenza religiosa, continua a respingere Gesù Cristo, Colui che ha il diritto e il potere di dominare nel Regno celeste.
11, 12. (a) Il notevole adempimento della profezia di Gesù in Matteo 24:14 è stato specificamente attuato da chi? (b) Cos’ha oggi nella Repubblica d’Israele la Società con la quale essi operano?
11 È vero che dalla fine dei tempi dei Gentili nel 1914 il “Principe della pace” regna nei cieli, invisibile agli occhi umani. Nondimeno, da che Gerusalemme fu conquistata dalle truppe britanniche nella prima guerra mondiale e la Lega delle Nazioni ne affidò il mandato alla Gran Bretagna, la buona notizia del Regno celeste nelle mani del messianico Figlio di Davide è stata “predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”, proprio come predetto da Gesù Cristo. — Matteo 24:14.
12 Questo notevole adempimento della profezia è stato attuato dai testimoni di Geova sotto la direttiva della Watch Tower Bible and Tract Society (Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati). Questa Società ha una filiale anche a Tel Aviv, dalla quale sono dirette le attività dei testimoni di Geova in tutto il territorio di Israele. Ci sono anche congregazioni di attivi testimoni di Geova che ora proclamano il vangelo del Regno in quel paese.
13. (a) Cosa avverrà quando la predicazione della buona notizia del Regno di Dio sarà stata portata a termine? (b) Ci sarà mai bisogno di un’altra Gerusalemme terrena, forse per accogliere Davide alla sua risurrezione?
13 Gesù Cristo profetizzò che, una volta portata a termine la predicazione di “questa buona notizia del Regno”, su questo sistema di cose mondiale sarebbe venuta “la fine”. (Matteo 24:14) Perciò la fine della Gerusalemme terrena è vicina. Ora come ora non si intravede nessuna necessità di costruire un’altra Gerusalemme sul vecchio sito, nemmeno per accogliere l’ex re di Gerusalemme, Davide, alla sua risurrezione dai morti sotto il Regno millenario del suo discendente reale, Gesù Cristo. (Giovanni 5:28, 29) Tuttavia è probabile che Davide sarà riportato nella zona in cui un tempo servì Geova Dio.
Tempo di allegrezza
14, 15. (a) Come descrive l’apostolo Giovanni la gloriosa Nuova Gerusalemme e la sua discesa dal cielo per la benedizione dell’umanità? (b) Perché il nostro è un tempo di allegrezza, e quale occasione di gioia universale si avvicina?
14 La Nuova Gerusalemme ha relazione con il glorioso nuovo sistema di cose. L’apostolo Giovanni dice: “Vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati, e il mare non è più. E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito. Allora udii un’alta voce dal trono dire: ‘Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro’”. (Rivelazione 21:1-3) La Nuova Gerusalemme dovrà quindi essere una benedizione per tutta l’umanità.
15 Per questa ragione il nostro è un tempo di allegrezza. Ad accrescere tutta questa allegrezza, si avvicina un’occasione di interesse e di gioia universali. È il matrimonio della classe della sposa al completo, la Nuova Gerusalemme, col Re Gesù Cristo. In Rivelazione 19:6-9 si legge: “E [io, l’apostolo Giovanni,] udii ciò che era come la voce d’una gran folla e come il suono di molte acque e come il suono di forti tuoni. Essi dissero: ‘Lodate Iah, perché Geova il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare. Rallegriamoci ed esultiamo, e diamo a lui la gloria, perché è arrivato il matrimonio dell’Agnello [Gesù Cristo] e la sua moglie s’è preparata. Sì, le è stato concesso di adornarsi di lino luminoso, puro e fino, poiché il lino fino rappresenta gli atti giusti dei santi’. Ed egli mi dice: ‘Scrivi: Felici gli invitati al pasto serale del matrimonio dell’Agnello’”.
16. (a) Mediante il suo celeste matrimonio con l’Agnello, di chi diviene madre la Nuova Gerusalemme? (b) La Nuova Gerusalemme mostrerà di essere una benedizione in piena armonia con che cosa?
16 Questa unione matrimoniale con l’Agnello Gesù Cristo significherà indicibile gioia per la simbolica Nuova Gerusalemme in cielo. La renderà “gioiosa madre di figli”. (Salmo 113:9) Sì, essa diverrà la madre celeste di tutti gli uomini, vivi e morti, che il suo amorevole marito redense mediante il suo perfetto sacrificio umano diciannove secoli fa. In piena armonia col patto abraamico concluso da Geova migliaia di anni fa, la Nuova Gerusalemme mostrerà d’essere una benedizione per tutte le famiglie della terra.
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Nel nuovo sistema di cose, la Nuova Gerusalemme benedirà tutta l’umanità
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Il nuovo patto di Dio sta per giungere a compimentoSicurezza mondiale sotto il “Principe della pace”
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Capitolo 12
Il nuovo patto di Dio sta per giungere a compimento
1. (a) Che accadrebbe alla terra se Dio non rispettasse il suo patto relativo al giorno e quello relativo alla notte? (b) Dal momento che Dio si attiene lealmente ai suoi patti, di cosa possiamo essere certi?
COSA faremmo se Dio non mantenesse il suo patto relativo al giorno e quello relativo alla notte? Anziché avere l’alternarsi del giorno e della notte, la terra sarebbe illuminata da una luce continua o avvolta da perpetue tenebre. (Genesi 1:1, 2, 14-19) Ma Dio si attiene lealmente ai suoi patti. Possiamo quindi essere assolutamente certi che la luna, il sole e le galassie dei cieli non saranno mai distrutti, né lo sarà il pianeta Terra.
2. Cosa disse Geova ai giudei in relazione col suo patto del giorno e con quello della notte?
2 Parlando del suo patto del giorno e di quello della notte, Dio disse ai giudei sotto il regno della dinastia di Davide: “Se voi poteste infrangere il mio proprio patto del giorno e il mio patto della notte, perfino onde giorno e notte non venissero nel loro tempo, similmente si potrebbe infrangere il mio proprio patto con Davide mio servitore così che egli non avrebbe un figlio per regnare sul suo trono”. — Geremia 33:20, 21.
3. Cosa indicano queste parole in quanto al suo patto con Davide per un Regno eterno?
3 Queste parole dimostrano indirettamente che la nostra terra, insieme al sole e alla luna, rimarrà per sempre. (Ecclesiaste 1:4) La terra sarà sempre abitata da esseri umani, che godranno le bellezze del giorno e della notte sotto il Creatore dell’uomo, l’Iddio che osserva i patti. E proprio come Geova si è fermamente attenuto al suo patto del giorno e a quello della notte, così ha osservato lealmente il patto da lui stipulato con l’antico re Davide per un Regno eterno nella linea di discendenza di Davide. Questo vale anche se la sede del Regno ha dovuto essere trasferita dalla terra ai cieli invisibili. — Salmo 110:1-3.
4. (a) Il patto che Dio fece con Davide per un Regno eterno è associato con quale altro patto? (b) Cosa disse Gesù Cristo in merito ad esso, e in quali circostanze?
4 Il patto di Dio per un Regno eterno nella linea di discendenza di Davide è associato a un altro patto, il “nuovo patto”. Questo patto, che doveva sostituire un patto precedente, fu menzionato da Gesù dopo che egli ebbe celebrato la Pasqua ebraica con i suoi fedeli discepoli la notte del 14 nisan del 33 E.V. Egli istituì ciò che fu poi chiamato “il pasto serale del Signore”. Egli sapeva che, in quel medesimo giorno di Pasqua, avrebbe versato il proprio sangue in sacrificio. Con questo in mente, prese un calice di vino rosso, ma prima di passarlo ai suoi fedeli apostoli disse: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue”. — Luca 22:20; 1 Corinti 11:20, 23-26.
5. A chi fu fatta la promessa di Dio circa un nuovo patto, e la Repubblica d’Israele pretende forse di essere in questo patto?
5 Come il vecchio patto, il nuovo patto è stipulato con una nazione, che però non è nessuna delle nazioni della cristianità. Sebbene più di 2.500 anni fa la promessa del nuovo patto venisse fatta tramite il profeta Geremia alla nazione d’Israele, l’odierna Repubblica d’Israele non pretende di essere nel nuovo patto. Anzi, la Repubblica d’Israele è divenuta membro dell’ONU.
6. Secondo Geremia capitolo 31, perché Dio vide la necessità di concludere un nuovo patto, e quale risultato avrebbe esso prodotto?
6 Perché Dio voleva concludere un nuovo patto? Geremia 31:31-34 spiega: “‘Ecco, vengono i giorni’, è l’espressione di Geova, ‘e io per certo concluderò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto; non come il patto che conclusi coi loro antenati nel giorno che li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, “il quale mio patto essi stessi infransero, benché io stesso avessi su di loro il diritto di proprietà maritale”, è l’espressione di Geova’. ‘Poiché questo è il patto che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni’, è l’espressione di Geova. ‘Per certo metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E per certo io diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo. E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: “Conoscete Geova!” poiché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d’essi’, è l’espressione di Geova. ‘Poiché perdonerò il loro errore, e non ricorderò più il loro peccato’”.
Un patto migliore con un Mediatore migliore
7. Il nuovo patto è forse un rinnovo di quello infranto dagli israeliti, e perché è migliore del patto della Legge?
7 Il nuovo patto non era un semplice rinnovo del patto precedente infranto dagli israeliti. No, assolutamente! Infatti l’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, dice: “Non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”. (Romani 6:14) Era realmente un nuovo patto, ed era logico aspettarsi che fosse un patto migliore, perché l’Onnipotente Dio, Geova, è in grado di migliorare ciò che riguarda coloro che introduce nel nuovo patto. Innanzi tutto, nell’istituire il nuovo patto, suscitò un mediatore o intermediario migliore. Questo Mediatore non era un uomo imperfetto, contaminato dal peccato, come il profeta Mosè.
8. (a) Quali caratteristiche del nuovo patto lo rendono migliore del patto della Legge? (b) Chi è il Mediatore del nuovo patto migliore? (c) Cosa dice Ebrei 8:6, 13 circa il nuovo patto e la superiorità del suo Mediatore, e circa l’effetto di ciò sul patto precedente?
8 Il patto della Legge di cui fu mediatore il profeta Mosè era di per sé buono. Comunque, quel patto prevedeva il sacrificio di animali il cui sangue non avrebbe mai potuto lavare i peccati umani. Perciò, se Geova doveva istituire un patto migliore, dovevano esserci un mediatore migliore e un sacrificio migliore. Questo indispensabile Mediatore risultò essere Gesù Cristo. Additando la superiorità di questo Mediatore in paragone col profeta Mosè, la Bibbia dà la seguente spiegazione: “Ma ora Gesù ha ottenuto un più eccellente servizio pubblico, così che egli è anche il mediatore di un patto corrispondentemente migliore, che è stato legalmente stabilito su promesse migliori. . . . Dicendo ‘un nuovo patto’ egli ha reso il precedente antiquato”. — Ebrei 8:6, 13.
Sostituito l’“antiquato” vecchio patto
9. (a) In quale giorno il vecchio patto cessò di esistere? (b) Che avvenne quella mattina, e a conferma di che cosa?
9 Quel patto “antiquato”, o sorpassato, cessò di esistere cinquanta giorni dopo la risurrezione del Mediatore del nuovo patto. Questo avvenne il giorno di Pentecoste. La mattina di quel giorno cominciò ad adempiersi l’antìtipo della Festa ebraica della Raccolta. In che modo? Ebbene, 120 fedeli discepoli del Mediatore del nuovo patto si radunarono in una camera superiore a Gerusalemme e ricevettero il promesso spirito santo, in adempimento della profezia di Gioele 2:28-32. Ciò confermò l’entrata in vigore del nuovo patto, fornendone un’udibile e visibile prova a tutti gli osservatori.
10. Il giorno di Pentecoste come fu resa manifesta l’unzione dei discepoli di Gesù con spirito santo?
10 Quando Gesù uscì dalle acque del battesimo, e su di lui fu versato spirito santo, lo spirito fu miracolosamente simboleggiato dall’immagine di una colomba sospesa sulla sua testa. Ma nel caso dei 120 discepoli ebrei il giorno di Pentecoste, come fu resa manifesta la loro unzione con spirito santo? Mediante la comparsa di lingue come di fuoco sulle loro teste e mediante il dono loro concesso di proclamare la Parola di Dio in lingue straniere che non avevano mai studiato. — Matteo 3:16; Atti 2:1-36.
11. (a) Cosa dovrebbe essere evidente ai giudei, e perché? (b) Come sappiamo che i giudei non dicono gli uni agli altri: “Conoscete Geova!”, e quale felicità non hanno?
11 Dovrebbe essere evidente ai giudei e ai loro rabbini che il patto della Legge mosaica non è più in vigore. Dalla distruzione di Gerusalemme per opera delle legioni romane nel 70 E.V., essi non hanno avuto un tempio. A quell’epoca le loro registrazioni genealogiche andarono perdute o distrutte. Perciò oggi non sanno chi appartiene alla tribù di Levi e chi discende da Aaronne così da poter servire come sommo sacerdote del popolo ebraico. Lungi dal dire gli uni agli altri: “Conoscete Geova!” ritengono un sacrilegio pronunciare il nome di Dio. Così non partecipano alla felicità che i testimoni di Geova provano sapendo che l’“antiquato” vecchio patto è stato sostituito dal nuovo patto.
“Un patto eterno”
12. (a) A quale preghiera i testimoni di Geova possono unirsi di cuore? (b) Con che cosa Gesù fu risuscitato dai morti?
12 In netto contrasto con l’odierna situazione dei giudei, i testimoni di Geova hanno un attivo Sommo Sacerdote che officia alla destra di Dio nei cieli. Egli è il Mediatore del nuovo patto, un mediatore assai più grande di Mosè. Questi testimoni di Geova possono unirsi di cuore alla preghiera dello scrittore di Ebrei 13:20, 21: “Ora l’Iddio della pace, che trasse dai morti il grande pastore delle pecore col sangue di un patto eterno, il nostro Signore Gesù, vi prepari con ogni cosa buona per fare la sua volontà”. (NW) Avendo quel “grande pastore” deposto la sua vita umana per le “pecore”, poté essere risuscitato dai morti con un immortale corpo spirituale privo di sangue, ma col valore del sangue del nuovo patto che è fedelmente osservato e che è eterno nei suoi effetti positivi.
13. (a) Come viene ricordata ogni anno dai testimoni di Geova la morte del Mediatore del nuovo patto? (b) Cosa simboleggiano gli emblemi?
13 La morte sacrificale del Mediatore del nuovo patto, Gesù Cristo, viene ricordata ogni anno dai testimoni di Geova nell’anniversario del “pasto serale del Signore”. Il pane non lievitato che quelli inclusi nel nuovo patto mangiano durante quel “pasto serale” simboleggia la carne perfetta del Mediatore, e il vino simboleggia il sangue puro e incontaminato che, secondo le Scritture, conteneva il valore della vita stessa del Mediatore. — 1 Corinti 11:20-26; Levitico 17:11.
14. Quando quelli inclusi nel nuovo patto prendono gli emblemi della Commemorazione, cosa fanno, simbolicamente parlando?
14 Quando quelli inclusi nel nuovo patto bevono del vino dal calice della Commemorazione al “pasto serale del Signore”, è solo in senso simbolico che bevono sangue, come è pure in senso simbolico che mangiano la sua carne quando alla Commemorazione prendono il pane non lievitato. Così facendo, dimostrano in senso simbolico la loro fede nel sacrificio di riscatto del Figlio di Dio, il Redentore dell’intera umanità.
15. (a) Da quanto tempo esiste già il nuovo patto, e come si è davvero rivelato un patto migliore? (b) Perché il nuovo patto può essere chiamato “un patto eterno”?
15 Il nuovo patto, che ha ormai più di 1.950 anni, sta per conseguire pienamente il suo scopo. È già durato alcuni secoli più del patto della Legge mosaica. Essendo basato su promesse migliori e su un sacrificio migliore, con un Mediatore migliore, si è davvero rivelato un patto migliore. Non avendo bisogno di essere rimpiazzato o sostituito da un altro patto migliore, il riuscito nuovo patto è chiamato “un patto eterno”. — Ebrei 13:20.
16. Di che cosa dovremmo essere grati a Geova Dio?
16 Siano rese grazie all’Iddio Onnipotente, Geova, per aver suscitato un Mediatore migliore di Mosè, mediante il quale poté legalmente togliere di mezzo il patto della Legge mosaica inchiodandolo al palo di tortura e provvedere il sangue dell’eterno nuovo patto!
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Il nuovo patto che ha per mediatore Gesù è di gran lunga superiore al vecchio patto di cui fu mediatore Mosè
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