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Le vittime del divorzioSvegliatevi! 1991 | 22 aprile
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Le vittime del divorzio
SE SI dovesse credere a tutto quello che gli “esperti” hanno scritto sul divorzio negli ultimi decenni, si potrebbe concludere che quando due persone divorziano nessuno ha colpa e nessuno soffre.
Molti genitori hanno affrontato il divorzio con più tranquillità grazie ad alcune idee largamente propagandate, come: Per i figli è meglio il divorzio di un matrimonio infelice; basta solo aspettare che i figli abbiano ‘l’età giusta’ per non farli soffrire; in un paio d’anni i ragazzi superano il trauma.
Alcuni hanno ribadito questi ottimistici modi di pensare. Per esempio, le scrittrici Susan Gettleman e Janet Markowitz non credono al “mito del bambino danneggiato”. Affermano che il divorzio non è necessariamente traumatico per i figli se i genitori ‘lo affrontano con maturità’. Sostengono addirittura che il divorzio dei genitori potrebbe un giorno aiutare i figli ad affrontare il loro proprio divorzio! Esse dichiarano: “Ciò che si dovrebbe effettivamente riformare è l’istituzione del matrimonio e il mito della vita familiare”. — The Courage to Divorce.
Ma queste ardite affermazioni corrispondono proprio a verità? In un mondo dove le percentuali dei divorzi aumentano vertiginosamente, qual è il vero prezzo del divorzio per i figli? È vero che nessuno soffre?
Un prezzo terribile
Nel 1971 le ricercatrici americane Judith Wallerstein e Joan Berlin Kelly iniziarono un importante studio sugli effetti a lungo termine del divorzio sulle famiglie. Scelsero 60 famiglie in cui i genitori stavano divorziando. In queste famiglie c’erano complessivamente 131 figli dai 2 ai 18 anni. Con loro sorpresa, le ricercatrici scoprirono che il divorzio non era quasi mai un sollievo per i figli. Questo anche quando il matrimonio dei genitori era infelice. Il divorzio, piuttosto, sconvolgeva i figli.
Si trattava di un semplice trauma di breve durata? Purtroppo no. Dopo cinque anni il 37 per cento dei ragazzi soffriva di depressione più o meno acuta. La maggioranza di essi sperava ancora che i genitori si riunissero, anche se si erano risposati! Dopo 10 o anche 15 anni quasi metà dei minori oggetto dello studio avevano “raggiunto l’età adulta ed erano giovani uomini e donne preoccupati, con un rendimento inferiore alle loro capacità, inclini a sottovalutarsi e in certi casi pieni di rabbia”.
Questi risultati erano contrari all’opinione prevalente. La Wallerstein scrive: “Quello che avevamo scoperto contraddiceva nel modo più assoluto le nostre aspettative. È stata una notizia poco gradita per un sacco di gente, e terapisti, genitori e avvocati ci hanno scritto lettere infuriate dicendoci che ci sbagliavamo senz’altro”.
I figli, però, non mentivano; altri studi hanno confermato i risultati della Wallerstein e della Kelly. Un periodico che si occupa di problemi sociali (Journal of Social Issues) faceva notare che quasi tutti gli esperti, come ad esempio gli specialisti in scienza del comportamento, “credono che la separazione dei genitori e la fine del matrimonio abbiano un impatto molto negativo sia sui bambini che sugli adolescenti”. Il periodico aggiungeva che queste convinzioni “sono state ampiamente suffragate”, e citava risultati di questo genere: Le percentuali di violazioni della legge e di comportamento antisociale sono più alte tra i figli di divorziati che tra quelli che vivono in famiglie unite; i figli di divorziati ricoverati in ospedali psichiatrici potrebbero essere il doppio rispetto ai figli che vivono in famiglie unite; il divorzio potrebbe essere la causa principale di depressione nell’infanzia.
Che dire dei figli più grandi?
Davanti a un divorzio, i figli grandi non se la cavano molto meglio di quelli piccoli. La delusione degli adolescenti che assistono al divorzio dei genitori è così profonda da renderli diffidenti nei confronti del matrimonio e di altre istituzioni, come ad esempio la scuola. Alcuni finiscono per pensare che tutte le relazioni siano instabili e che siano destinate a risolversi un giorno nel tradimento e nell’infedeltà.
Quando i genitori divorziano, alcuni adolescenti perdono l’equilibrio e si comportano in modo sfrenato. Alcuni si danno alla droga, alcuni si abbandonano alla promiscuità sessuale, alcuni scappano di casa. Altri sembrano dapprima affrontare il divorzio senza scomporsi, solo per avere una reazione a scoppio ritardato. Come faceva notare la rivista The Washingtonian, forse non è una coincidenza che l’aumento dei divorzi sia stato accompagnato da un aumento parallelo di disturbi della nutrizione e perfino di suicidi fra gli adolescenti.
Quindi i genitori che aspettano che i figli abbiano ‘l’età giusta’ prima di iniziare le pratiche del divorzio potrebbero dover aspettare un bel po’. Non sembra ci sia una magica ‘età giusta’ nella quale i figli superano indenni il divorzio dei genitori.a Nella rivista Psychology Today il sociologo Norval D. Glenn avanza perfino l’idea che i figli potrebbero continuare a soffrire per gli effetti negativi del divorzio “per tutta la vita”. Egli conclude: “Bisogna considerare seriamente l’inquietante ipotesi che l’accresciuto numero di figli di genitori divorziati conduce a una lenta ma costante erosione del generale stato di benessere della popolazione”.
Ma questi risultati, questi studi e queste statistiche, anche se tristi, non significano che tutti i figli di divorziati siano destinati ad avere una vita infelice. Comunque, mostrano senz’altro che il divorzio costituisce un pericolo reale per i figli. Quindi è opportuno chiedersi: Come si possono salvaguardare i figli dagli effetti del divorzio?
Che speranza c’è per i figli?
Non c’è miglior salvaguardia della prevenzione. La dottoressa Diane Medved, infatti, dice in un suo libro: “Non dobbiamo più permettere che gli interessi egoistici siano i soli criteri per stabilire se un divorzio è appropriato”. (The Case Against Divorce) Non c’è dubbio che innumerevoli matrimoni si sono indeboliti a causa del modo di pensare egocentrico e narcisistico che permea la società moderna. Che cosa possono fare le coppie sposate per combattere questa influenza e far durare il loro matrimonio?
La Bibbia afferma che il suo Autore è l’Istitutore del matrimonio. Questa affermazione è sostenuta dal fatto che i consigli biblici sul matrimonio sono veramente efficaci. Hanno aiutato milioni di uomini e donne a migliorare la qualità della loro vita familiare. La Bibbia ha salvato innumerevoli matrimoni dal divorzio. Può farlo anche nel vostro caso.b
Purtroppo, però, il divorzio non può sempre essere evitato o prevenuto. È una realtà del mondo moderno. Alcuni genitori vengono a conoscenza delle norme di Dio circa il matrimonio quando hanno già divorziato. Altri ancora, che si attengono fedelmente a queste norme, sono traditi da un coniuge egoista e immorale. La Bibbia stessa riconosce che in alcune circostanze estreme il divorzio è ammesso. (Matteo 19:9) Ma come insegnò Gesù, è impossibile prendere una decisione saggia senza avere prima ‘calcolato i rischi’. — Luca 14:28.
Se il divorzio è ormai un fatto compiuto, non è certo il momento di sentirsi in colpa o di avere rimpianti. È il momento di attutire il colpo per i figli. È possibile farlo! La dottoressa Florence Bienenfeld, consulente e intermediaria molto quotata nel campo dei divorzi, ha assicurato ai genitori divorziati: “Il divorzio non dev’essere una tragedia greca in cui muoiono tutti. Possono sopravvivere tutti e col tempo riprendersi, guarire ed essere felici”. — Helping Your Child Succeed After Divorce.
Ma come? Cosa possono fare genitori, parenti e amici per aiutare i figli di divorziati?
[Note in calce]
a Studi recenti, infatti, mostrano che anche giovani poco più che ventenni soffrono terribilmente quando i genitori divorziano. L’evidente capovolgimento dei valori morali dei genitori li disorienta, scrive The New York Times Magazine. Molti si abbandonano a una vita di piaceri e di promiscuità sessuale, mentre altri evitano ogni legame sentimentale e alcuni giurano perfino che non si sposeranno mai.
b Vedi il libro Come rendere felice la vita familiare, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
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Come aiutare i figli di genitori divorziatiSvegliatevi! 1991 | 22 aprile
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Come aiutare i figli di genitori divorziati
“Una volta, quando avevo circa tre anni, mio padre venne a prendermi. Mi portò fuori e mi comprò una bambola con un grazioso vestito rosso, poi mi riportò a casa. Rimanemmo seduti in macchina per un po’. Ma non appena mia madre venne a prendermi, lei e mio padre si misero a urlare e a discutere attraverso il finestrino, e io stavo in mezzo.
“All’improvviso mio padre aprì lo sportello e mi spinse fuori. Partì sgommando. Non sapevo cosa stesse succedendo. Mia madre non mi permise neppure di scartare la bambola, che non ho più visto. E fino a 19 anni non ho più visto nemmeno mio padre”. — Heidi.
“IL TEMPO sana tutte le ferite”, dice un vecchio adagio. È proprio così? Oppure il divorzio danneggia irreparabilmente i figli?
Secondo il Journal of Social Issues, molto dipende da quello che succede dopo il divorzio. Questo periodico dice: “I rapporti familiari che si instaurano dopo il divorzio influiscono sui figli quanto il divorzio stesso se non di più”.
Nel caso di Heidi, il divorzio dei genitori fu solo l’inizio dei suoi guai. Come avviene piuttosto spesso, il secondo matrimonio della madre non fu molto più felice del primo, né lo fu quello successivo. Heidi ebbe un’infanzia tormentata: quando non era costretta ad assistere a urla e rottura di piatti trascorreva le giornate estive sola e spaurita in un appartamento vuoto, chiedendosi se e quando la madre sarebbe tornata a casa.
I genitori possono fare molto per risparmiare ai figli una vita così burrascosa dopo il divorzio. Dopo tutto, il divorzio pone fine al matrimonio, non alla responsabilità di genitori.
Genitori: un ruolo decisivo
“Il comune atto del concepimento dà ai figli il diritto di avere sia una madre che un padre”, hanno scritto due psicologi sulla rivista Psychology Today. Questa può sembrarvi una verità lapalissiana. Eppure sotto certi aspetti il divorzio priva un figlio di entrambi i genitori in un colpo solo.
Si prendano, ad esempio, gli Stati Uniti che, statisticamente parlando, potrebbero essere considerati la capitale mondiale dei divorzi. In questa nazione oltre il 90 per cento dei figli di divorziati vivono con la madre, e il padre può vederli una volta ogni tanto. Oltre la metà di questi figli vede il padre meno di una volta all’anno! E dopo il divorzio spesso anche il tempo che la madre passa con i figli diminuisce drasticamente, di ben 21 ore la settimana, secondo uno studio.
Se c’è qualcosa su cui gli esperti sono d’accordo è il fatto che i figli hanno maggiori probabilità di adattarsi bene alle nuove condizioni dopo il divorzio se continuano ad avere una relazione costruttiva e regolare con entrambi i genitori. Se questo non è possibile, una buona relazione con almeno un genitore aiuta ugualmente ad attutire l’impatto del divorzio. Ma i genitori come possono stare vicino ai figli dopo il divorzio?
Sfruttare bene il tempo
Se siete madri divorziate, quella di stare vicino ai figli potrebbe essere l’impresa più difficile per voi. Molto spesso il divorzio è accompagnato dalla povertà, e in alcune società entrambe le cose sono considerate un disonore. Dovendo affrontare il mercato del lavoro impreparate, ed essendo costrette a lottare per vivere perché l’assegno per il mantenimento corrisposto dall’ex coniuge è insufficiente o non sempre arriva, potreste pensare che vi resti poco tempo per i figli.
La soluzione: siate determinate e fatevi un programma. Riscattate ogni piccolo ritaglio di tempo, e programmate con vostro figlio quello che farete insieme durante quel tempo. Anche poco tempo ogni giorno è molto meglio di niente, purché in quel tempo vostro figlio abbia tutta la vostra attenzione. Inoltre, progettare una gita speciale insieme dà a vostro figlio qualcosa da attendere con impazienza.
C’è poi il fatto che vostro figlio ha urgente bisogno di guida, disciplina e ammaestramento spirituale. Può essere difficile trovare lunghi periodi di tempo da dedicare a questo scopo. Perciò la Bibbia consiglia: “Devi inculcare [le leggi di Dio] a tuo figlio e parlarne quando siedi nella tua casa e quando cammini per la strada e quando giaci e quando ti levi”. — Deuteronomio 6:7.
Vi capita mai d’essere insieme “per la strada”, forse in macchina o su un mezzo di trasporto pubblico? A cosa dedicate la vostra attenzione: a vostro figlio, al giornale o all’autoradio? Quando prendete un pasto insieme, la televisione soffoca ogni conversazione, oppure il pasto è un’occasione in cui la famiglia può chiacchierare tranquillamente? Ci sono delle faccende di casa che potete fare insieme a vostro figlio o vostra figlia, come preparare un pasto o fare il bucato?
È ovvio che non vorrete approfittare di queste occasioni per sgridare vostro figlio. Solo stando con lui e conversando in modo affettuoso e aperto gli trasmetterete inevitabilmente qualcuno dei vostri valori. Momenti simili possono anche essere l’occasione ideale per rassicurare i vostri figli, cosa di cui hanno estremo bisogno in questo periodo. Alcuni figli si sentono segretamente responsabili della separazione dei genitori. Altri si sentono respinti dal genitore che se ne è andato di casa. Perciò ripetete loro che li amate, lodateli spesso per i loro lati buoni e per i risultati che ottengono e fate in modo che si sentano abbastanza sicuri da dirvi sinceramente la loro opinione; così facendo attutirete l’impatto del divorzio.
Alcuni genitori allentano la disciplina dopo il divorzio, spesso perché si sentono in colpa. Forse ragionano così: ‘Ultimamente la vita di mio figlio è stata già abbastanza difficile’. Ma non si mostra amore ai figli permettendo loro di fare tutto quello che vogliono. Il direttore di un programma per adolescenti e bambini in un ospedale psichiatrico ha detto alla rivista The Washingtonian: “I ragazzi mi ripetono di continuo: ‘I miei genitori mi lasciano fare tutto. Non gliene importa niente di me’”. La Bibbia, infatti, dice: “Chi risparmia la verga odia suo figlio, ma chi lo ama lo corregge”. — Proverbi 13:24, La Bibbia Concordata.
Diviso negli affetti
In un centro che si occupa di divorzi un ragazzino fu invitato a fare un disegno. Egli rappresentò se stesso come l’oggetto di un tiro alla fune tra i genitori ringhianti; si stava lacerando e grondava sangue. Così si sentono alcuni figli di genitori divorziati. Sebbene il figlio ami entrambi i genitori, forse ciascun genitore non vuole che il figlio ami l’altro.
Poiché il divorzio è accompagnato così spesso da sentimenti di astio e di amarezza, è molto difficile per i genitori non coinvolgere i figli. La Wallerstein e la Kelly hanno riferito che due terzi dei genitori oggetto dei loro studi si contendevano apertamente l’amore e la fedeltà dei figli. La dottoressa Bienenfeld avverte i genitori che se un figlio si sente conteso fra l’uno e l’altro può finire per odiare se stesso e sentirsi in colpa e questo “ridurrà le sue probabilità di essere felice e appagato e di riuscire nella vita”.
Saggiamente la Bibbia consiglia: “Voi, padri [o madri], non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e nella disciplina del Signore”. (Efesini 6:4, CEI) È chiaro che chi vuole educare suo figlio in modo cristiano non può inasprirlo nei confronti dell’altro genitore.
Ogni figlio ha due genitori. La morte può cambiare questa situazione, ma il divorzio no. E a meno che il tribunale non limiti il permesso di visita dell’altro genitore (o che l’altro genitore non si sottragga volontariamente alle proprie responsabilità), può darsi dobbiate cooperare con il vostro ex coniuge nell’educazione dei figli.
Anche ammettendo che abbiate dei validi motivi per nutrire risentimento nei confronti del vostro ex coniuge, se vi servite dei vostri figli per punirlo, in realtà sono i figli a soffrirne. La dottoressa Bienenfeld afferma che per dissipare tale risentimento può essere utile ammettere con se stessi che forse si è in parte responsabili dei propri problemi coniugali. La rivista Parents cita il caso di una donna che ogniqualvolta si trovava a pensare cose poco belle del suo ex marito si sforzava di pregare per lui. Riscontrò che questo sistema le dava un senso di benessere e di forza del tutto nuovo e la liberò dalla sensazione che provava, quella d’essere ‘perennemente sul piede di guerra’. — Confronta Matteo 5:43-45.
Altri possono essere d’aiuto?
Gli psicologi Julius e Zelda Segal hanno scritto sulla rivista Parents che “i figli di genitori divisi si sentono più forti se c’è almeno qualche filo che rimane intatto” una volta passata la tempesta del divorzio. Purtroppo, secondo questi psicologi, “vicini e amici tendono a mantenere le distanze, e altrettanto dicasi di alcuni nonni, perché sono troppo occupati a prendere le parti di questo o di quel genitore”.
Sì, il divorzio è particolarmente crudele per i figli quando anche altri parenti scompaiono dalla loro vita. Essi si sentono ancor più abbandonati. Quindi se avete nipoti i cui genitori hanno divorziato, sforzatevi di rassicurarli, cosa di cui hanno estremo bisogno in questo momento, anziché farvi coinvolgere nel conflitto coniugale dei loro genitori. Ci sono occasioni in cui nessuno può sollevare il morale di un bambino meglio di un nonno amorevole.
Heidi, citata all’inizio di questo articolo, non ricevette questo appoggio. Tuttavia la sua è una storia a lieto fine. Oggi, a 26 anni, è una donna generosa, attiva e felicemente sposata. Cosa l’ha aiutata?
In breve, le amicizie. Heidi, ancora adolescente, cominciò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Nella Sala del Regno dove assisteva alle adunanze trovò dei veri amici. “Pensavo che la mia situazione fosse disperata”, rammenta. “Ma avere qualcuno con cui parlare ti aiuta. Avevo un’amica a cui potevo dire tutto. Sapeva sempre quando qualcosa non andava, e finivo sempre per dirglielo. Incarnava un po’ la figura della madre. Ma c’erano anche altri con cui potevo fare qualcosa”. Heidi vide avverarsi nel suo caso la promessa di Gesù secondo cui la congregazione può provvedere una famiglia numerosa a chi ha perso la propria. — Marco 10:29, 30.
Ma non era Heidi a prendere l’iniziativa per farsi nuovi amici. “Erano loro a cercare me”, dice. E nella congregazione cristiana questa è una cosa che si ripete di continuo tra i figli di genitori divorziati. Per esempio, una ragazza di nome Margherita ricorda con piacere la coppia che fece amicizia con lei quando i suoi genitori si separarono: “Sapevano che avevo bisogno di loro, e furono disponibili. Non ti va di dire: ‘Ho bisogno di te. Ho bisogno del tuo affetto in questo momento’”.
Che dire di voi? Potreste fare da fratello, sorella, madre, padre, nonno o nonna a un figlio di genitori divorziati? Il ragazzo probabilmente non ve lo chiederà, ma questo non significa che non abbia bisogno di voi.
Naturalmente non potrete mai sostituire in tutto una famiglia unita. Ma potete mostrarvi amici, essere dei buoni e comprensivi ascoltatori. Potete anche aiutare il giovane a stabilire una migliore relazione con il Creatore, il vero “padre di orfani di padre” e il più grande Amico che chiunque possa desiderare. — Salmo 68:5.
Non c’è dunque speranza che in futuro il tasso dei divorzi subisca un’inversione di tendenza, che venga il tempo in cui i figli potranno essere sicuri di crescere in famiglie unite e felici?
Quando la famiglia sarà di nuovo sana
Se dovessimo aspettarci la soluzione dall’uomo, allora no, non ci sarebbe nessuna vera speranza per i figli. L’uomo non riesce neppure lontanamente a sanare le irreparabili divisioni che lacerano la famiglia umana mondiale, per non parlare delle innumerevoli famiglie divise che la compongono. In un suo libro Linda Bird Francke ha scritto: “Sono accadute troppe cose troppo in fretta. I tribunali sono in crisi. Le scuole sono in crisi. Le famiglie sono in crisi. Nessuno sa cosa aspettarsi dagli altri in questi giorni in cui tutti divorziano, e non esistono né regole né precedenti da seguire”. — Growing Up Divorced.
Ma il Creatore dell’uomo sa cosa fare. Capisce perché il nostro mondo è diviso. Si rende conto che questo mondo ha bisogno non di essere aggiustato da uomini “esperti”, ma di essere sostituito. E ha promesso di farlo. Ha promesso che quelli che fanno la sua volontà sopravvivranno alla fine di questo sistema corrotto e vivranno per assistere al ripristino del paradiso in tutta la terra. (Luca 23:43; 1 Giovanni 2:17) Vivendo allora sotto il dominio di Dio l’uomo sarà guarito dal peccato che infetta la sua natura. L’egoismo e l’imperfezione che causano divisioni, odio e disunione saranno finalmente eliminati. La famiglia umana sarà di nuovo sana. — Rivelazione 21:3, 4.
E allora il divorzio apparterrà al passato che verrà gradualmente dimenticato.
[Riquadro a pagina 9]
Consigli per i genitori divorziati
◼ Non litigate col vostro ex coniuge — al telefono o di persona — davanti ai figli.
◼ Non criticate il vostro ex coniuge davanti ai figli. Se i vostri figli criticano il genitore assente, non incoraggiateli o non rincarate la dose.
◼ Non costringete i figli a scegliere tra un genitore e l’altro, e non metteteli contro il vostro ex coniuge.
◼ Non lasciatevi intimorire dai figli che minacciano di andare a stare con l’altro genitore. Passando sopra a un ricatto emotivo di questo genere li incoraggerete ad adottare simili sistemi e potreste anche impedire loro di diventare persone di buona moralità.
◼ Non servitevi dei figli per spiare l’ex coniuge, estorcendo loro informazioni ogni volta che vanno a trovare l’altro genitore.
◼ Non chiedete ai figli di trasmettere al vostro ex coniuge messaggi pieni di rabbia o umilianti richieste di denaro.
◼ Non mortificate un figlio con osservazioni come: “Sei proprio come tuo padre”. Non solo agli occhi del figlio questa è una critica al padre ma può anche farlo sentire condannato a ripetere gli errori dell’altro genitore.
◼ Siate buoni ascoltatori e lasciate che i vostri figli dicano come si sentono, anche le cose su cui non siete d’accordo.
◼ Comunicate chiaramente, liberamente e apertamente. Evitate, però, i particolari che i vostri figli non hanno bisogno di conoscere. Vostro figlio o vostra figlia può sembrare il confidente ideale. Ma ricordate che un bambino non è un adulto in miniatura né può sostituire il coniuge, per quanto possa sembrare maturo.
◼ Confortate i vostri figli e assicurate loro che non sono responsabili del vostro divorzio; dite inoltre che ora non possono fare nulla per salvare il vostro matrimonio.
◼ Mostrate tanto sincero e caloroso affetto. I figli potrebbero pensare che i genitori che possono smettere d’amarsi possono altrettanto facilmente smettere d’amare i figli.
◼ Cooperate con il vostro ex coniuge per risparmiare ai figli le vostre dispute.
◼ Equilibrate le lodi con la disciplina, stabilendo giusti limiti e mete realistiche.
◼ Date l’esempio, evitando il comportamento immorale che insegnate loro a evitare.
◼ Dedicate ai figli la maggior quantità possibile del vostro tempo libero.
[Riquadro a pagina 11]
Abitate lontano dai vostri figli?
IN TAL caso, potreste accorgervi che è molto facile uscire dalla loro vita. Forse vi è difficile stabilire un programma di visite, dato che dovete chiedere al vostro ex coniuge il permesso di vedere i vostri figli. O forse questi ultimi hanno ora un patrigno o una matrigna, per cui non vi sentite più necessari.
Ma siete necessari. La Bibbia esorta: “Padri, non esasperate i vostri figli”. (Efesini 6:4, Nardoni) Se scomparite dalla vita dei vostri figli non solo li esaspererete ma potreste anche far diminuire il rispetto che hanno di sé e farli sentire poco amati e indegni d’essere amati. È meglio avere rapporti sia pure limitati con i figli che non averne per niente.
Pare che la durata delle vostre visite sia più importante della loro frequenza. Più la visita è lunga, più è probabile che vostro figlio trascorra con voi dei momenti indimenticabili. Miriam Galper Cohen, che abita anch’essa lontano dai figli, osserva in un suo libro sul soggetto che queste visite non devono essere gite straordinarie. A volte i ricordi più belli sono quelli di una passeggiata tranquilla o di un pasto consumato insieme.
Anche le telefonate frequenti e regolari permettono a voi e a vostro figlio di mantenere stretti contatti. Oppure potete registrare una cassetta, leggendo un racconto o parlando della vostra infanzia. Oltre a cassette e lettere, potreste mandare a vostro figlio foto, disegni, vignette o articoli di riviste che vi sono piaciuti perché divertenti o interessanti. La Cohen dice anche di informarvi sui libri o sui programmi televisivi che piacciono a vostro figlio, di leggerli o vederli e poi parlarne per lettera o per telefono.
Parlando di affidamento dei figli, la Cohen fa notare che “la situazione peggiore, salvo il non vederli mai, è quella dei genitori che abitano lontano”. Tuttavia ci sono senz’altro dei modi per far sapere ai figli, regolarmente, che continuate ad amarli e a interessarvi di loro. Anche il più piccolo segno di interesse può risparmiare a vostro figlio tanto dolore.
[Immagine a pagina 7]
Ci sono attività a cui potete dedicarvi insieme ai vostri figli? Il divorzio pone fine al matrimonio, non alla responsabilità di genitori
[Immagine a pagina 10]
Conoscete qualche figlio di genitori divorziati che potrebbe aver bisogno di un amico?
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