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  • w91 15/1 p. 31
  • Confidiamo nella forza che Dio dà

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  • Confidiamo nella forza che Dio dà
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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  • Soffri il male e insegna con mitezza
  • Predica la parola!
  • Libro biblico numero 55: 2 Timoteo
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Timoteo riceve consigli da un anziano
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
w91 15/1 p. 31

Confidiamo nella forza che Dio dà

Punti notevoli di Secondo Timoteo

GEOVA dà ai suoi servitori la forza di sopportare prove e persecuzione. E quanto bisogno avevano Timoteo e gli altri cristiani di quella forza! Nel 64 E.V. un incendio devastò Roma, e si sparse la voce che il responsabile fosse l’imperatore Nerone. Per scagionarsi, egli incolpò i cristiani, e sembra che ciò desse origine a un’ondata di persecuzione. Fu probabilmente in quel tempo (verso il 65 E.V.) che l’apostolo Paolo fu nuovamente imprigionato a Roma. Pur essendo vicino alla morte, egli scrisse allora la sua seconda lettera a Timoteo.

La lettera di Paolo preparava Timoteo a resistere agli apostati e a rimanere saldo di fronte alla persecuzione. Lo incoraggiava a continuare a fare progresso spirituale e gli spiegava la situazione di Paolo in prigione. Inoltre, questa lettera aiuta i lettori a confidare nella forza che Dio dà.

Soffri il male e insegna con mitezza

Dio impartisce potenza onde possiamo sopportare la persecuzione quali proclamatori della buona notizia. (1:1-18) Paolo non dimenticò mai Timoteo nelle sue preghiere, e ricordava la sua fede senza ipocrisia. Dio diede a Timoteo ‘non uno spirito di codardia, ma uno spirito di potenza e di amore e di sanità di mente’. Egli perciò non doveva vergognarsi di dare testimonianza e di soffrire il male per amore della buona notizia. Timoteo, inoltre, doveva ‘continuare a tenere il modello di sane parole’ udite da Paolo, proprio come noi dobbiamo attenerci strettamente alla pura verità cristiana anche se altri se ne allontanano.

Le cose che Paolo aveva insegnato dovevano essere affidate a uomini fedeli che avrebbero insegnato ad altri. (2:1-26) Timoteo fu esortato ad essere un eccellente soldato di Cristo, fedele nel soffrire il male. Paolo stesso soffriva in prigione per aver predicato la buona notizia. Egli incoraggiò Timoteo a fare tutto il possibile per presentarsi a Dio come un operaio approvato, evitando i discorsi vuoti che violano ciò che è santo, e gli ricordò che lo schiavo del Signore deve istruire altri con mitezza.

Predica la parola!

Per affrontare gli ultimi giorni e difendere la verità scritturale ci sarebbe stato bisogno della forza di Dio. (3:1-17) Tra gli empi sarebbero sorti uomini ‘che imparano sempre ma non sono mai in grado di venire all’accurata conoscenza della verità’. Tali ‘uomini malvagi e impostori avrebbero progredito di male in peggio, sviando ed essendo sviati’. Tuttavia, Timoteo doveva ‘rimanere nelle cose che aveva imparato’. E così dovremmo fare anche noi, sapendo che ‘tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, riprendere, correggere e disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona’.

Timoteo doveva opporsi agli apostati e compiere il suo ministero. (4:1-22) Per far questo doveva ‘predicare la parola’ e attenersi ad essa. Questo era essenziale, poiché la congregazione attraversava un “tempo difficoltoso” a motivo del fatto che alcuni insegnavano false dottrine. Anche gli odierni testimoni di Geova si attengono alla Parola di Dio, predicandola con urgenza nella congregazione e alle persone di fuori, anche in condizioni sfavorevoli. Paolo ‘aveva osservato la fede’, anche se alcuni l’avevano abbandonato. Ma ‘il Signore gli aveva infuso potenza, affinché per mezzo suo la predicazione fosse compiuta pienamente’. Confidiamo anche noi nella forza che Dio dà e continuiamo a predicare la buona notizia.

[Riquadro/Immagine a pagina 31]

Un soldato eccellente: Paolo esortò Timoteo: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù accetta la tua parte nel soffrire il male. Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita, affinché guadagni l’approvazione di chi lo ha arruolato come soldato”. (2 Timoteo 2:3, 4) Un fante romano ‘soffriva il male’ quando doveva portare armi pesanti, una scure, un cesto, razioni di cibo per tre giorni e altre cose. (Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, libro III, capitolo 5) Egli non si dedicava al commercio, poiché questo non avrebbe fatto piacere ai suoi superiori, e le sue spese erano coperte. In maniera analoga, il cristiano sopporta le prove che l’essere un “eccellente soldato di Cristo” comporta. Anche se forse ha un lavoro secolare per assolvere le sue responsabilità scritturali, egli non deve immischiarsi in cose materiali al punto di smettere di combattere la guerra spirituale. (1 Tessalonicesi 2:9) Dando testimonianza di casa in casa, brandisce “la spada dello spirito, cioè la parola di Dio”, e contribuisce a liberare le persone dall’errore religioso. (Efesini 6:11-17; Giovanni 8:31, 32) Visto che sono in gioco delle vite, possano tutti i soldati cristiani continuare ad avere l’approvazione di Gesù Cristo e di Geova Dio in questo modo.

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