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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
    • Scritture. Tali cambiamenti furono supposte correzioni. Comunque, i Masoreti, gli scribi che successero ai soferim, notarono queste alterazioni, facendone una registrazione nel margine del testo ebraico. Queste note si chiamano Masora. Uno dei Diciotto Emendamenti dei Soferim, o tiqqunei sopherim, si trova in Abacuc 1:12.

      Alcune traduzioni, come la Versione Riveduta de La Sacra Bibbia, rendono Abacuc 1:12 in armonia col testo ebraico masoretico cambiato dai soferim. Così leggiamo “noi non morremo”. Ma il Comitato di Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo coscienziosamente ristabilì il testo originale, che dice rivolgendosi a Geova: “tu non muori”. Questa versione è anche in armonia col resto del versetto.

      Secondo la Versione Riveduta de La Sacra Bibbia, Abacuc 1:12 dice: “Non sei tu ab antico, o Eterno, mio Dio, il mio Santo? Noi non morremo! O Eterno, tu l’hai posto, questo popolo, per esercitare i tuoi giudizi, tu, o Rocca, l’hai stabilito per infliggere i tuoi castighi”. Si fa ripetuto riferimento a Dio, ma con questo fatto le parole “noi non morremo”, che si riferiscono alle persone, sembrano incoerenti. Il modo in cui lo rende la Traduzione del Nuovo Mondo non pone però tale problema. Essa presenta un parallelismo nelle frasi, dicendo: “Non sei tu da molto tempo fa, o Geova? O mio Dio, mio Santo, tu non muori. O Geova, l’hai messo per un giudizio; e, o Roccia, l’hai fondato per una riprensione”.

      Altre traduzioni recenti sono d’accordo con la Traduzione del Nuovo Mondo in Abacuc 1:12. Per esempio, La Sacra Bibbia a cura e sotto la direzione di mons. S. Garofalo dice: “Non sei tu forse, o Jahve, dall’eternità il mio Dio santo, che non morirai?” The Emphasised Bible di J. B. Rotherham dice lì: “Non sei tu dall’antichità, o Yahweh mio Dio, mio Santo? Tu non muori!”

      Lo studioso C. D. Ginsburg fece i seguenti significativi commenti riguardo ad Abacuc 1:12: “Tutte le antiche registrazioni dichiarano enfaticamente che questo mostra il testo corretto dai Soferim e che in origine esso diceva: ‘Non sei tu dall’eternità? o Signore mio Dio, mio Santo, tu non muori’. Il parallelismo mostra chiaramente che questa è la versione corretta. Entrambe le frasi sono rivolte al Signore che nella prima frase è descritto come essendo dall’eternità e nella seconda frase come uno che non muore mai o dura per sempre. L’introduzione, perciò, di un nuovo soggetto al plurale col predicato ‘noi non morremo’ che attribuisce così immortalità alle persone è contraria allo scopo del versetto . . . Non bisogna andare lontano per cercare la ragione dell’alterazione. Era considerato offensivo dire del Signore ‘tu non muori’. Quindi fu sostituito ‘noi non morremo’”. — Introduction to the Massoretico-Critical Edition of the Hebrew Bible, 1897, pag. 358.

      I soferim giudei evidentemente fecero il loro emendamento in Abacuc 1:12 perché pensarono fosse una bestemmia associare l’idea della mortalità a Dio in qualsiasi modo. Comunque, non è affatto irriverente dire rivolgendosi a Geova Dio: “Tu non muori”. Infatti, queste medesime parole infliggono un colpo scritturale alla moderna attitudine che Dio sia morto e sono in armonia con l’ispirato salmo di Mosè in cui si dice di Geova: “Fin da tempo indefinito a tempo indefinito tu sei Dio”. — Sal. 90:1, 2.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
    • Domande dai lettori

      ● Perché i Giudei usavano il nome del dio pagano Tammuz come nome di uno dei loro mesi? — R. M., Honduras.

      Tammuz era il nome di una divinità babilonese. (Ezech. 8:14) E sebbene la Bibbia non applichi il nome in questo modo, opere posteriori all’esilio, come il Talmud giudaico, usano il nome per il quarto mese giudaico lunare del sacro calendario, il decimo del calendario secolare. (Ezech. 1:1) Così esso corrisponderebbe all’ultima parte di giugno e alla prima parte di luglio.

      L’uso del nome pagano Tammuz applicato al quarto mese del sacro calendario può essere stato solo questione di convenienza per i Giudei. Dovremmo ricordare che essi erano allora un popolo soggiogato, obbligati a trattare con le potenze straniere che li dominavano e a render loro conto. Così è comprensibile che utilizzassero i nomi dei mesi impiegati da queste potenze straniere. Similmente, il calendario gregoriano usato oggi impiega per i nomi dei mesi i nomi degli dèi Iano, Marte e Giunone, e anche di Giulio e Cesare Augusto. Tuttavia continua a essere usato dai cristiani che sono sottoposti alle “autorità superiori”. — Rom. 13:1.

  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
    • Domande dai lettori

      ● Perché Rachele fu disposta a rinunciare a un’opportunità di concepire in cambio di alcune mandragole, come racconta Genesi 30:14, 15? — R. A., U.S.A.

      La mandragola della Bibbia è una pianta bassa con una radice simile a una rapa. Matura in Israele verso la fine della primavera e ha una bacca gialla alquanto simile a una piccola mela. Nei tempi antichi era usata in medicina come narcotico e antispasmodico. Era anche considerata, e lo è tuttora in alcune parti dell’Oriente, un afrodisiaco, capace di accrescere la fertilità umana o aiutare a concepire. — Cantico di Salomone 7:13.

      In Genesi, capitoli 29º e 30º, apprendiamo che il patriarca Giacobbe aveva generato otto figli da sua moglie Lea e da due serve legali; questi figli divennero in seguito capi delle tribù d’Israele. Eppure, dopo molti anni di matrimonio, la moglie preferita di Giacobbe, Rachele non aveva concepito. Quando un giorno Ruben portò alcune mandragole a sua madre Lea, Rachele accettò di scambiare un’opportunità di avere il debito coniugale da Giacobbe con le piante. (Gen. 30:14, 15) Può darsi che ella pensasse che le mandragole l’aiutassero a concepire e a por fine al suo biasimo perché era sterile. Ciò nondimeno, passarono alcuni anni prima che Geova “le aprisse il seno” ed ella rimanesse incinta del suo primo figlio Giuseppe. — Gen. 30:22-24.

      Quindi, benché la Bibbia non consideri il motivo di Rachele, può darsi che ella fosse disposta a fare lo scambio nella speranza di poter così essere aiutata a rimanere incinta.

  • Scritture per gennaio
    La Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
    • Scritture per gennaio

      Resi potenti nello spirito, benché deboli fisicamente. — Ebr. 11:34.

      1 Felice è colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio, Fattore del cielo e della terra, . . . Colui che osserva la verità a tempo indefinito. — Sal. 146:5, 6. TG 1/10/66 1, 2

      2 L’amore è in questo, non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli amò noi e mandò il suo Figlio come sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Diletti, se Dio ci amò così, noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri. — 1 Giov. 4:10, 11. TG 15/8/66 1, 2

      3 Se voi tutti profetizzate ed entra qualche incredulo o persona comune . . . i segreti del suo cuore divengono manifesti, così che cada sulla sua faccia e adori Dio, dichiarando: “Dio è realmente fra voi”. — 1 Cor. 14:24, 25. TG 1/7/66 7

      4 Ha Geova tanto diletto negli olocausti e nei sacrifici quanto nell’ubbidienza alla voce di Geova? Ecco, ubbidire è meglio del sacrificio e prestare attenzione più del grasso dei montoni. — 1 Sam. 15:22. TG 15/11/66 7

      5 Egli dette . . . alcuni . . . per il perfezionamento dei santi nell’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo, finché tutti giungiamo . . . all’uomo completo, alla misura della statura perfetta del Cristo. — Efes. 4:11-13, Na. TG 15/12/66 1, 2

      6 Siete una stirpe eletta, . . . per annunziare le grandezze di Colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce ammirabile. — 1 Piet. 2:9, Na. TG 1/1/67 16, 17

      7 Ho altre pecore che non sono di questo ovile; quelle pure devo condurre, ed esse ascolteranno la mia voce, e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. — Giov. 10:16. TG 1/8/66 26, 27, 30b

      8 Abbiamo dunque doni diversi secondo l’immeritata benignità dataci. — Rom. 12:6. TG 1/11/66 7

      9 Riconoscevano a loro riguardo che erano stati con Gesù. — Atti 4:13. TG 15/5/66 6a

      10 [Geova] t’ha dunque umiliato e ti ha fatto provare la fame e ti ha cibato con la manna, . . . per farti conoscere che non di solo pane in effetti vive l’uomo ma l’uomo vive in effetti di ogni espressione della bocca di Geova. — Deut. 8:3. TG 1/9/66 2, 3

      11 [Dovreste] parlare tutti concordemente, e . . . essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero. — 1 Cor. 1:10. TG 15/7/66 18, 19

      12 Se viviamo mediante lo spirito, continuiamo a camminare ordinatamente pure mediante lo spirito. — Gal. 5:25. TG 1/12/66 16-18

      13 Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra. — Matt. 6:10. TG 15/4/66 60-62

      14 Chi dice di rimanere unito a lui ha egli pure l’obbligo di continuare a camminare come egli camminò. — 1 Giov. 2:6. TG 15/8/66 3, 4

      15 Io, Geova tuo Dio, sono un Dio che esigo esclusiva devozione. — Eso. 20:5. TG 15/1/67 10

      (Indicazione dei luoghi di ulteriori commenti su queste scritture: I numeri dopo la data de “La Torre di Guardia” si riferiscono ai paragrafi nel primo articolo di studio. Quando il numero del paragrafo è seguito da “a”, il commento è nel secondo articolo di studio; quando vi è “b”, si riferisce al terzo articolo di studio).

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      MINISTERO DI CAMPO

      Viviamo in un tempo quando tutti gli uomini lottano per la libertà. Il popolo di Dio, che ha conseguito tale libertà, custodisce gelosamente l’adorazione che rende liberi. (Gal. 5:1) Nel mese di dicembre, pertanto, i testimoni di Geova si impegneranno come di consueto nella loro opera di casa in casa per aiutare altre persone a conoscere l’adorazione che rende liberi, offrendo nel corso del loro ministero la pubblicazione che è la fonte di tale libertà, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane. Se desiderate riceverla, scrivete all’indirizzo del vostro paese che si trova nella parte interna della copertina di questa rivista.

      STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE

      del 24 dicembre: La fede è necessaria per essere accetti a Dio. Pagina 716.

      del 31 dicembre: Fermi nella fede nonostante l’opposizione. Pagina 721.

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