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  • “Serviremo Geova nostro Dio”

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  • “Serviremo Geova nostro Dio”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
w86 15/12 pp. 21-26

“Serviremo Geova nostro Dio”

“In quanto a me e alla mia casa, serviremo Geova”. — GIOSUÈ 24:15.

1. Perché il libro di Giosuè ci incoraggia e ci protegge?

GLI emozionanti avvenimenti riportati nel libro di Giosuè sono stati scritti “per nostra istruzione” e sono “esempi” per incoraggiare e proteggere noi “sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. (Romani 15:4; I Corinti 10:11) Questo libro mette in risalto qualità sante, come perseveranza, fede e ubbidienza. “Per fede le mura di Gerico caddero dopo che ne fu fatto il giro per sette giorni. Per fede Raab la meretrice non perì con quelli che agirono disubbidientemente, avendo ricevuto le spie in modo pacifico”. (Ebrei 11:30, 31) La fede di Giosuè, di Raab e degli altri leali di quel tempo dovrebbe spronarci ad essere coraggiosi e forti per portare a termine l’attuale opera di Dio. — Giosuè 10:25; Giovanni 4:34.

2. (a) In che modo Giosuè diede prova di ubbidire anche nei minimi dettagli? (b) Cosa accadde sul Gherizim e sull’Ebal?

2 Dopo la netta vittoria conseguita ad Ai, Giosuè prestò attenzione alle particolareggiate istruzioni che si trovano in Deuteronomio 27:1–28:68. Sul monte Ebal eresse un altare di pietre intere e su di esso eseguì il comando: “Vi devi offrire sacrifici di comunione e mangiarli, e ti devi rallegrare dinanzi a Geova tuo Dio”. Altre pietre furono erette come memoriale, vennero imbiancate, e su di esse si scrissero le parole della Legge. Quindi le tribù furono divise: una parte doveva stare sul monte Gherizim “per benedire il popolo”, e l’altra “sul monte Ebal per la maledizione”. Ad alta voce i leviti proclamarono le maledizioni per la disubbidienza, e tutto il popolo rispose: “Amen!” Poi vennero proclamate le benedizioni per l’ubbidienza. Guai se Israele ‘non avesse messo in pratica tutte le parole della legge e non avesse temuto il glorioso e tremendo nome di Geova Dio’! — Giosuè 8:32-35.

3, 4. (a) Quale efficace lezione possiamo imparare dalla condotta degli israeliti? (b) Perché non dovremmo mai stancarci di sentir ripetere le stesse cose? (c) Cosa occorre fare per entrare per “la porta stretta”?

3 Gli israeliti continuarono a ubbidire alle “parole della legge”? Nonostante le esortazioni ripetute più volte da Mosè prima e da Giosuè poi, gli israeliti vennero miseramente meno. Che vigorosa lezione per noi oggi! Nonostante i continui avvertimenti, c’è sempre chi pensa di poter disubbidire alle esigenze di Dio, ‘fare a modo proprio’ e sopravvivere ugualmente. Che stoltezza! Facendo riferimento alla storia dell’antico Israele, Paolo affermò: “Chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”. — I Corinti 10:12; Ecclesiaste 2:13.

4 Alcuni componenti del popolo di Dio hanno criticato gli avvertimenti dati, e hanno detto di essere stanchi di sentir ripetere sempre le stesse cose. Ma spesso costoro sono i primi a cadere nelle trappole di Satana. L’ispirato libro biblico di Deuteronomio (in ebraico Mishneh’ hattoràh, che significa “Ripetizione della Legge”) è composto quasi per intero da quattro discorsi di Mosè; questi discorsi fecero ben capire agli israeliti che dovevano ubbidire alle leggi dichiarate in precedenza da Geova. Mosè spese quattro volte più parole per mettere in guardia contro la disubbidienza e per parlare delle risultanti “maledizioni” di quante ne spese per descrivere le “benedizioni”. Sul monte Ebal Giosuè avvertì nuovamente gli israeliti del fatto che dovevano ubbidire. Questo non ci fa forse capire quanto sia importante fare ogni sforzo per ‘entrare per la porta stretta’? — Matteo 7:13, 14, 24-27; 24:21, 22.

5. Quale alleanza si schierò contro Israele, e quale situazione analoga esiste oggi?

5 Si stava ora profilando una prova di forza decisiva. Era stata tolta di mezzo Gerico, una città di confine, così come la falsa religione verrà devastata all’inizio della “grande tribolazione”. Ai era caduta. Ma ora, “tutti i re che erano dalla parte del Giordano nella regione montagnosa e nella Sefela e lungo l’intera costa del mare Grande e di fronte al Libano, gli Ittiti e gli Amorrei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei . . . si radunavano tutti insieme per far guerra unanimemente contro Giosuè e Israele”. (Giosuè 9:1, 2) Nel corrispondente parallelo moderno, notiamo che le nazioni della terra ora si sono riunite insieme formando le cosiddette Nazioni Unite. Cercano di conseguire pace e sicurezza alle proprie condizioni, ma ‘si sono ammassate insieme come un sol uomo contro Geova e contro il suo unto’, il più grande Giosuè. (Salmo 2:1, 2) Come andranno a finire le cose?

Agiscono con accortezza

6, 7. (a) A cosa si mostrarono interessati i gabaoniti, e che strategia usarono? (b) Quale decisione prese infine Giosuè?

6 Come aveva fatto Raab prima di loro, anche altri non israeliti cominciarono ora a interessarsi alla sopravvivenza. Erano gli abitanti di Gabaon, una grande città a nord di Gebus, cioè Gerusalemme. Avevano sentito parlare dei potenti atti di Geova e avevano deciso di cercare di ottenere la pace e la sicurezza alle condizioni stabilite da Geova. Ma come? Inviarono a Ghilgal, dove si trovava l’accampamento israelita, degli uomini i quali avevano con sé viveri secchi e sbriciolati, sacchi e otri di vino consumati, e indossavano vesti e sandali rappezzati. Rivolgendosi a Giosuè, essi dissero: “I tuoi servitori son venuti da un paese molto lontano per riguardo verso il nome di Geova tuo Dio, perché abbiamo udito la sua fama e tutto ciò che fece in Egitto”. Udito ciò, “Giosuè fece pace con loro e concluse con loro il patto di lasciarli vivere”. — Giosuè 9:3-15.

7 Gli israeliti, tuttavia, scoprirono ben presto che i gabaoniti in realtà ‘dimoravano proprio in mezzo a loro’! Come giudicò Giosuè il loro stratagemma? Rispettò il giuramento fatto in precedenza, ‘li lasciò vivere, ed essi divennero raccoglitori di legna e attingitori d’acqua per tutta l’assemblea’. — Giosuè 9:16-27; confronta Deuteronomio 20:10, 11.

8. Sotto quali aspetti i gabaoniti prefigurano la “grande folla”?

8 Molti netinei, che in seguito prestarono servizio presso il tempio di Geova, probabilmente discendevano dai gabaoniti. Pertanto i gabaoniti possono ben prefigurare coloro che formano la “grande folla”, i quali ora stanno rendendo a Dio “sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. (Rivelazione 7:9, 15) Sebbene vivano in un mondo simile al paese di Canaan, essi nel loro cuore “non fanno parte del mondo”. In precedenza si erano dovuti accontentare di cibo spirituale ‘sbriciolato’, come quello che si trova nelle chiese della cristianità, e non avevano “vino” di gioia. Venuti in contatto col popolo di Dio, si sono resi conto che Geova sta compiendo atti potenti per mezzo dei suoi testimoni. Hanno compiuto un lungo viaggio dal mondo di Satana per poter cambiare le loro “vesti” lacere con una nuova identità quali umili servitori di Geova, rivestendo la nuova personalità. — Giovanni 14:6; 17:11, 14, 16; Efesini 4:22-24.

Il sostegno dell’organizzazione

9. (a) Quale situazione critica si creò poi? (b) Quale fu la reazione di Giosuè, e che assicurazione ricevette?

9 Quando Adoni-Zedec, re di Gerusalemme, venne a sapere che i gabaoniti avevano concluso la pace con Israele, “ebbe molto timore, perché Gabaon era una città grande, come una delle città reali, . . . e tutti i suoi uomini erano potenti”. Si alleò ad altri quattro re e strinse d’assedio Gabaon. I gabaoniti invocarono immediatamente l’aiuto di Giosuè: “Sali presto a noi e salvaci e aiutaci”. Giosuè passò subito all’azione, e Geova lo rassicurò dicendogli: “Non aver timore di loro, poiché te li ho dati in mano. Nessun uomo d’essi ti terrà fronte”. Giosuè e i suoi potenti e valorosi uomini marciarono “per tutta la notte” per cogliere il nemico completamente di sorpresa. — Giosuè 10:1-9.

10. (a) Che tipo di comportamento corrisponde oggi all’assedio di Gabaon? (b) Quale determinazione esprimono i moderni gabaoniti?

10 Come quei cinque re, alcuni governanti odierni si adirano vedendo che tanti loro concittadini — persino alcuni che sono “potenti” — si schierano dalla parte del più grande Giosuè e del suo Regno mondiale di giustizia. Questi governanti pensano che i confini nazionali vadano conservati, anche se le nazioni disputano e combattono continuamente fra loro. Cercano quindi di impedire che le provviste di cibo spirituale giungano alla “grande folla” di persone amanti della pace, cercano di vietare le adunanze dove esse possono nutrirsi di questo “cibo” e di costringerle a smettere di parlare ad altri di argomenti spirituali. Ma questi moderni gabaoniti sono lealmente schierati dalla parte dell’Israele spirituale e dicono: “Verremo con voi”. — Zaccaria 8:23; confronta Atti 4:19, 20; 5:29.

11. In che modo vengono risolte le situazioni critiche dagli odierni testimoni di Geova?

11 Allorché la “grande folla” si rivolge all’organizzazione “madre” per chiedere aiuto, esso viene provveduto subito e in abbondanza. Anche in molti altri campi si può osservare la prontezza con la quale i testimoni di Geova fanno le cose, ad esempio quando vengono predisposte immediate misure di soccorso in occasione di disastri naturali, o quando vengono rapidamente costruite le necessarie Sale del Regno e altri luoghi di riunione in cui viene provveduto il “cibo”. Lo scorso giugno, in occasione di un congresso in programma allo Yankee Stadium di New York, a mezzanotte, dopo una partita di baseball, un esercito di volontari è entrato nel locale per ripulirlo; lo stadio non era mai stato così pulito come nei quattro giorni seguenti. Inoltre, gli anziani dei testimoni di Geova, uomini responsabili, agiscono con prontezza per risolvere i problemi che sorgono in relazione alla predicazione della buona notizia. — Filippesi 1:6, 7.

Geova combatte per Israele

12. Quali miracoli compie Geova mentre combatte con Israele per liberare i gabaoniti? (Confronta Abacuc 3:1, 2, 11, 12).

12 Ma ora guardate cosa accade presso Gabaon. Geova getta il nemico in confusione. Israele lo insegue compiendo un grande massacro. Ma cosa sta cadendo dai cieli? Grossi pezzi di ghiaccio! Muoiono più nemici per questi giganteschi chicchi di grandine che per mano dei guerrieri israeliti. Ora ascoltate. Giosuè sta parlando a Geova; e cosa dice “dinanzi agli occhi d’Israele”? Questo: “Sole, resta immoto sopra Gabaon, e, luna, sul bassopiano di Aialon”. Un altro imponente miracolo! “Per circa un giorno intero” il sole illumina il campo di battaglia, finché non viene completamente portata a termine la vendetta di Geova. Non sta a noi speculare sul modo in cui Geova compì quel miracolo, non più di quanto stia a noi chiederci in che modo egli ‘fece’ in modo che due grandi luminari risplendessero nel quarto “giorno” creativo. (Genesi 1:16-19; Salmo 135:5, 6) Il racconto è chiaro: “Nessun giorno è stato come quello, né prima né dopo, in quanto Geova ascoltò la voce di un uomo, poiché Geova stesso combatteva per Israele”. — Giosuè 10:10-14.

13. Quale ulteriore incoraggiamento Giosuè dà ai suoi comandanti, e con quale risultato finale?

13 Dopo le operazioni di rastrellamento, i cinque re vengono uccisi, e Giosuè dice ai suoi comandanti: “Non abbiate timore, non vi atterrite. Siate coraggiosi e forti, poiché così Geova farà a tutti i vostri nemici ai quali muovete guerra”. Le cose sono già andate così nel caso di sette re cananei, e continueranno ad andare così fino al rovesciamento di un completo numero di altri 24 regni. Solo a quel punto, dopo sei anni di guerre, il paese si riposa. — Giosuè 10:16-25; 12:7-24.

14. Con quale spirito e con quale fiducia andiamo verso Armaghedon?

14 Oggi, mentre ci avviciniamo alla guerra finale di Armaghedon, mostriamoci coraggiosi e forti come lo furono Giosuè, i suoi uomini potenti e tutto l’immenso accampamento israelita. Possiamo esser certi che, così come portò in salvo milioni di israeliti nella Terra Promessa, Geova potrà compiere altri imponenti miracoli, consentendo a milioni di suoi intrepidi servitori di sopravvivere ad Armaghedon per entrare nel suo nuovo sistema. — Rivelazione 7:1-3, 9, 14; 19:11-21; 21:1-5.

La nostra decisione

15. Che genere di incarichi si aspettano di ricevere nel nuovo sistema di Dio i componenti delle “altre pecore”?

15 Sebbene fosse ormai prossimo alla novantina, Giosuè aveva un altro enorme compito da assolvere: ripartire il paese fra le tribù di Israele. Questo non voleva dire che per gli israeliti la vita sarebbe stata facile da allora in poi. Caleb, ad esempio, chiese di avere un territorio a Ebron, dove vivevano i giganteschi anachim; voleva continuare a darsi da fare per stanare anche l’ultimo dei nemici di Geova. Questo non significa che sulla terra, durante il Regno millenario di Cristo, ci saranno nemici umani. Ma ci sarà del lavoro da fare. Nel nuovo sistema di cose, non dobbiamo aspettarci di vivere fra agi e mollezze. Dopo aver ricevuto i rispettivi incarichi nella “nuova terra”, le “altre pecore” del Signore avranno molto da fare nel colossale progetto volto ad abbellire la terra e a trasformarla in un Paradiso letterale. — Giosuè 14:6-15; Marco 10:29, 30; Romani 12:11.

16. Cosa rappresenta oggi la disposizione delle “città di rifugio” presa da Geova?

16 Nel ripartire il paese, Giosuè dispose che sei città dei leviti fossero “città di rifugio”, tre da ciascun lato del Giordano. Facevano parte del sistema predisposto da Geova per proteggere l’omicida involontario, che poteva così fuggire a una di queste città. Egli doveva dimostrare di avere una coscienza pura davanti a Dio, e lo faceva restando in quella città fino alla morte del sommo sacerdote. In maniera simile, a causa dei loro precedenti contatti con questo mondo colpevole di spargimento di sangue, gli odierni componenti della “grande folla” devono cercare di ottenere una buona coscienza presso Dio. Possono far questo confessando i loro peccati, pentendosi, convertendosi, dedicandosi a Geova e battezzandosi in acqua. Dopo ciò, devono conservare questa condizione. Alla “grande folla” è richiesto di restare nella “città” fino a quando Gesù morirà simbolicamente rispetto alla sua opera di sommo sacerdote, al termine del Regno millenario. — Giosuè 20:1-9; Rivelazione 20:4, 5; I Corinti 15:22, 25, 26.

17. Quale gioioso risultato ci aspettiamo?

17 Che meravigliose benedizioni Geova aveva riversato sul suo popolo Israele! Il viaggio era stato difficile e le prove tante. Ma infine gli israeliti erano entrati nella Terra Promessa e vi si erano stabiliti. Come si saranno sentiti riconoscenti verso Geova in cuor loro! Mostrandoci fedeli al nostro Dio, anche noi potremo rallegrarci quando entreremo nel suo nuovo sistema che include la “nuova terra”. Come al tempo di Giosuè, anche nel nostro caso si potrà dire: “Non una promessa venne meno di tutta la buona promessa che Geova aveva fatta alla casa d’Israele; s’avverò tutta”. (Giosuè 21:45) Possiate felicemente farne parte!

18. (a) Cosa narrò Giosuè agli anziani di Israele? (b) Quale dovrebbe essere il nostro desiderio per quanto riguarda il nuovo sistema di Geova?

18 Infine, a 110 anni, Giosuè chiamò a sé gli anziani di Israele. Narrò loro in che modo meraviglioso Geova aveva benedetto il suo popolo fedele dal tempo di Abraamo fino ad allora. Ora Geova disse loro: “Così vi diedi un paese per cui non avevate faticato e città che non avevate edificate, e prendeste a dimorarvi. Voi mangiate delle vigne e degli uliveti che non avete piantati”. Avendo essi ricevuto tante cose, era sicuramente intenzione degli israeliti ‘temere Geova e servirlo senza difetto e in verità’ per sempre. E, pensando all’imminente glorioso nuovo sistema di Geova per la terra, ognuno di noi dovrebbe senz’altro nutrire un desiderio simile. — Giosuè 24:13, 14.

19. (a) Quale alternativa Giosuè mise davanti agli israeliti, ed essi come risposero? (b) A chi dovremmo voler assomigliare? (c) Quale scelta dobbiamo compiere, essendo decisi a fare che cosa?

19 Poi Giosuè mise le cose in chiaro dinanzi al popolo: “Se è male agli occhi vostri servire Geova, sceglietevi oggi chi servirete. . . . IN QUANTO A ME E ALLA MIA CASA, SERVIREMO GEOVA”. Possono queste parole essere fatte proprie da ognuno di noi, dai nostri familiari credenti, dai componenti della congregazione e dalla mondiale “casa di Dio”? Certamente! (Efesini 2:19) A quel tempo il popolo rispose a Giosuè: “Serviremo Geova nostro Dio e ascolteremo la sua voce!” (Giosuè 24:15, 24) Ma, triste a dirsi, in anni successivi essi vennero meno a questo riguardo. Noi non vogliamo imitare coloro che vennero meno. Vogliamo imitare Giosuè e la sua famiglia, Caleb, i gabaoniti e Raab. Sì, “SERVIREMO GEOVA”. Ci sia permesso di farlo con coraggio e con la completa fiducia che nulla “potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. — Romani 8:39.

Cosa impariamo dal libro di Giosuè?

◻ Perché gli ammonimenti ripetuti sono utili?

◻ Quale interesse occorre mostrare ai moderni gabaoniti?

◻ Come combatterà Geova ad Armaghedon?

◻ Perché bisognava fuggire a una “città di rifugio”?

◻ Perché dobbiamo scegliere chi servire?

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