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    La Torre di Guardia 1992 | 15 luglio
    • Conforto in tempi di angustia

      COSA dovremmo pensare quando siamo assaliti da sentimenti di angoscia? Se siamo dedicati a Geova, dovremmo considerarla una cosa strana data la meravigliosa speranza e le risorse spirituali che abbiamo? Se proviamo sentimenti del genere significa forse che siamo spiritualmente inadatti per il servizio di Dio?

      “Elia fu un uomo con sentimenti simili ai nostri”, scrisse il discepolo Giacomo. (Giacomo 5:17) Sebbene Dio si servisse di Elia in modo straordinario, anche quel fedele profeta si sentì angosciato. “Basta!”, esclamò una volta Elia. “Ora, o Geova, togli la mia anima, poiché non sono migliore dei miei antenati”. (1 Re 19:4) Giobbe, un uomo che rimase integro, Anna, una donna fedele, e altri leali servitori di Geova si trovarono nell’angustia. Perfino il devoto salmista Davide disse in preghiera: “Le angustie del mio cuore si sono moltiplicate; oh fammi uscire dalle difficoltà in cui mi trovo”. — Salmo 25:17.

      Il fatto che Geova impieghi degli esseri umani nel suo servizio non li rende immuni da ansie. Hanno sempre le infermità e i sentimenti tipici degli esseri umani e quando sono nella prova possono sentirsi angustiati. (Atti 14:15) Ciò nonostante, i servitori di Dio sono avvantaggiati rispetto ad altri nell’affrontare lo stress emotivo. Esaminiamo alcuni esempi biblici per vedere cosa aiutò alcuni a vincere la depressione e i sentimenti di angoscia.

      Un apostolo angustiato trova conforto

      L’apostolo Paolo sapeva cosa significava essere depressi. “Infatti”, disse, “quando arrivammo in Macedonia, la nostra carne non ebbe sollievo . . . essendovi lotte di fuori, timori di dentro. Tuttavia Dio, che conforta gli abbattuti, confortò noi con la presenza di Tito”. (2 Corinti 7:5, 6) La depressione di Paolo era dovuta alla concomitanza di varie situazioni stressanti. C’erano “lotte di fuori”, un’accanita persecuzione che metteva in pericolo la vita stessa. (Confronta 2 Corinti 1:8). C’erano inoltre “timori di dentro”, preoccupazioni per le congregazioni, come quella di Corinto.

      Alcuni mesi prima Paolo aveva scritto la sua prima lettera ai cristiani di Corinto. In essa aveva condannato diverse pessime situazioni esistenti nella congregazione, e a quanto pare era preoccupato per come i corinti avrebbero reagito alla sua lettera. Comunque Paolo fu confortato quando da Corinto giunse Tito e lo informò che avevano reagito bene. Similmente Geova può usare uno dei suoi odierni servitori per portarci una buona notizia e alleviare la nostra angustia.

      Come considerare gli incarichi che Dio ci ha affidato

      Dei cristiani provano un certo grado di angoscia in relazione al loro ministero. In effetti alcuni servitori di Geova hanno pensato che determinati incarichi affidati loro da Dio fossero troppo difficili da assolvere. Per esempio Mosè si riteneva inadatto come rappresentante di Dio a favore degli israeliti in Egitto. Fra le altre cose disse di non essere un oratore molto capace. (Esodo 3:11; 4:10) Ma confidando in Dio e servendosi di Aaronne come proprio portavoce, Mosè si accinse ad assolvere il suo incarico.

      Col tempo Mosè non ebbe più bisogno dell’aiuto di Aaronne. In maniera analoga, all’inizio alcuni trovano difficile svolgere il ministero cristiano, ma grazie all’addestramento diventano evangelizzatori esperti. Per esempio molti giovani testimoni di Geova, crescendo, sono diventati predicatori a tempo pieno come pionieri e missionari. È confortante sapere che i ministri cristiani possono sempre contare su Geova perché li renda qualificati e dia loro la forza di assolvere gli incarichi che affida loro. — Zaccaria 4:6; 2 Corinti 2:14-17; Filippesi 4:13.

      Conforto quando si è angosciati dai rimorsi

      Potremmo sentirci abbattuti perché ci rammarichiamo di non aver fatto di più nel servizio di Geova. Un fratello che per anni era stato inattivo cominciò a partecipare di nuovo al ministero di campo. Poco dopo si ammalò gravemente e restò immobilizzato a letto. Scoraggiato, disse: “Prima, quando potevo essere attivo, mi sono tirato indietro. Ora che vorrei essere attivo non posso”.

      Invece di sprecare energie emotive rimuginando fatti del passato, non sarebbe saggio fare del nostro meglio ora? Giacomo e Giuda, fratellastri di Gesù, non divennero credenti se non dopo la sua morte e risurrezione. Se provarono rammarico per questo, la cosa non impedì loro di servire Dio e di partecipare persino alla stesura della Bibbia.

      Non trascurate mai la preghiera

      Quando si sentono depressi, i servitori di Dio dovrebbero pregare fervidamente. In effetti le Scritture contengono molte preghiere pronunciate in tempi di angustia. (1 Samuele 1:4-20; Salmo 42:8) Qualcuno può pensare: ‘Sono così depresso che non riesco a pregare’. Perché non riflettere sulla situazione di Giona? Mentre era nel ventre del pesce, disse: “Quando la mia anima venne meno dentro di me, Geova fu Colui del quale mi ricordai. Quindi la mia preghiera venne a te, nel tuo santo tempio. . . . Con la voce del rendimento di grazie certamente sacrificherò a te. Il voto che ho fatto, certamente pagherò. La salvezza appartiene a Geova”. (Giona 2:4-9) Sì, Giona pregò, e Dio lo confortò e lo salvò.

      In Svezia una sorella che era stata pioniera per molti anni si sentì improvvisamente avvilita ed esausta, nonostante il ministero le desse soddisfazioni. Menzionò in preghiera a Geova il suo stato di abbattimento. Pochi giorni dopo ricevette una telefonata da un fratello della filiale della Watch Tower Society, il quale le chiese se poteva rendersi disponibile un giorno alla settimana per i lavori di ampliamento della Betel. Questa sorella in seguito disse: “L’atmosfera della Betel e il fatto di poter vedere i lavori di ampliamento e di parteciparvi mi diedero quella forza in più di cui avevo bisogno”.

      Se siamo depressi, dovremmo ricordare che la preghiera è un mezzo per combattere la depressione. (Colossesi 4:2) Rispondendo alle nostre preghiere, Geova può aprirci una porta che conduce a un’accresciuta attività nel suo servizio, o può benedire il nostro ministero rendendolo più produttivo. (1 Corinti 16:8, 9) In ogni caso “la benedizione di Geova, questo è ciò che rende ricchi, ed egli non vi aggiunge nessuna pena”. (Proverbi 10:22) Questo certamente ci tirerà su il morale.

      Angosciati dai dubbi?

      Può capitare che un servitore di Geova abbia dei dubbi. Se succedesse a noi, non dovremmo immediatamente concludere che abbiamo perso il favore di Dio. Gesù non rigettò l’apostolo Tommaso perché aveva messo in dubbio ciò che avevano riferito testimoni oculari della risurrezione del Signore. Al contrario Gesù aiutò amorevolmente Tommaso a dissipare i suoi dubbi. E che emozione provò Tommaso quando si rese conto che Gesù era vivo! — Giovanni 20:24-29.

      Con i loro falsi insegnamenti, mormorii e simili, “uomini empi” che si erano insinuati nella congregazione cristiana del I secolo suscitavano angosciosi dubbi in alcuni. Per questo il discepolo Giuda scrisse: “Continuate a mostrare misericordia ad alcuni che hanno dubbi; salvateli strappandoli dal fuoco”. (Giuda 3, 4, 16, 22, 23) Per continuare a essere oggetto di misericordiosa considerazione da parte di Dio, i compagni di fede di Giuda — specialmente gli anziani di congregazione — dovevano mostrare misericordia ai dubbiosi che la meritavano. (Giacomo 2:13) Era in gioco la loro vita eterna, perché rischiavano di finire nel “fuoco” della distruzione eterna. (Confronta Matteo 18:8, 9; 25:31-33, 41-46). Che gioia si prova quando si dà benignamente aiuto a conservi credenti che nutrono dubbi ed essi si rafforzano spiritualmente!

      Se prove dolorose ci fanno dubitare che Dio sia con noi, dobbiamo essere specifici nelle nostre preghiere. In tali circostanze, dobbiamo perseverare nel chiedere a Geova sapienza. Egli la dà generosamente e non ci biasima perché manchiamo di sapienza e lo supplichiamo di darcela. Dobbiamo ‘continuare a chiedere con fede, non dubitando affatto’, poiché chi dubita è “come un’onda del mare mossa dal vento e spinta qua e là” in ogni direzione. Coloro che nutrono dubbi non ricevono nulla da Dio perché sono indecisi, ‘instabili’ nella preghiera e in tutte le loro vie. (Giacomo 1:5-8) Dobbiamo quindi confidare che Geova ci aiuterà ad avere il giusto concetto delle prove e a sopportarle. Passi biblici possono essere portati alla nostra attenzione da compagni di fede o mentre studiamo la Bibbia. Avvenimenti guidati dalla divina provvidenza possono aiutarci a capire cosa dobbiamo fare. Gli angeli possono fare la loro parte nel guidarci, o potremmo ricevere guida tramite lo spirito santo. (Ebrei 1:14) La cosa importante è pregare per avere sapienza, con piena fiducia nel nostro amorevole Dio. — Proverbi 3:5, 6.

      Ricordate che Geova dà conforto

      L’apostolo Paolo confidava devotamente in Geova e lo riconosceva quale Fonte di ogni conforto. Egli scrisse: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle tenere misericordie e l’Iddio di ogni conforto, che ci conforta in tutta la nostra tribolazione, affinché possiamo confortare quelli che sono in qualunque sorta di tribolazione per mezzo del conforto con cui noi stessi siamo confortati da Dio”. — 2 Corinti 1:3, 4.

      L’Iddio di ogni conforto è consapevole dell’angustia in cui si trovano i suoi servitori e desidera dar loro sollievo. Quando Paolo era preoccupato per i corinti, il sollievo gli giunse tramite il suo compagno Tito. Questo è un modo in cui potremmo essere confortati oggi. Perciò, quando siamo angustiati, evitiamo di isolarci. (Proverbi 18:1) La compagnia degli altri cristiani è uno dei mezzi mediante cui Dio ci conforta. Potremmo pensare: ‘Sono così abbattuto che non ho la forza di stare con i miei fratelli cristiani’. Tuttavia dovremmo combattere questi sentimenti e non privarci del conforto che i compagni di fede possono darci.

      Non arrendetevi!

      Alcuni di noi possono non aver subìto una prova tale da farli cadere in uno stato di profonda depressione. Ma una malattia debilitante, la morte del coniuge o qualche altra situazione molto stressante potrebbe angosciarci a livello emotivo. Se dovesse accadere una cosa del genere, non dobbiamo necessariamente concludere che siamo spiritualmente malati. Una persona depressa può essere del tutto qualificata per servire Dio, essendo anche in grado di aiutare altri spiritualmente. Paolo esortò i fratelli a ‘parlare in maniera consolante alle anime depresse’, evitando di sospettare che abbiano fatto qualcosa di male e che siano spiritualmente malate. (1 Tessalonicesi 5:14) Benché a volte la depressione sia associata alla trasgressione e alla colpa, non è così per quelli che servono Dio con cuore puro. La loro adorazione, resa forse in condizioni di estrema difficoltà, è gradita a Geova. Egli li ama e viene in loro soccorso col necessario aiuto e conforto. — Salmo 121:1-3.

      Nel 1918 i membri del rimanente dell’Israele spirituale erano profondamente angustiati dalle prove. (Confronta Galati 6:16). La loro organizzazione di predicatori era stata quasi annientata, alcuni di loro erano ingiustamente detenuti e molti dei loro ex associati erano divenuti sleali, oppositori, apostati. Per di più gli unti fedeli non comprendevano perché Dio avesse permesso tutto questo. Per qualche tempo ‘seminarono con lacrime’, ma non si arresero. Continuarono a servire Geova e a esaminare se stessi. Il risultato? ‘Vennero con grido di gioia, portando i loro covoni’. (Salmo 126:5, 6) Ora gli unti comprendono che Dio permise quelle prove per purificarli in vista dell’opera di mietitura che dovevano compiere a livello internazionale.

      Se dovessimo sentirci angustiati a causa di varie prove, possiamo trarre beneficio dall’esperienza dell’unto rimanente. Invece di arrenderci, continuiamo a fare ciò che è giusto, anche se dobbiamo farlo piangendo. Col tempo ci si aprirà una via d’uscita dalle prove, e ‘verremo con grido di gioia’. Sì, proveremo gioia — un frutto dello spirito santo di Dio — perché avremo perseverato nelle prove. Di sicuro Geova mostrerà di essere per noi “l’Iddio di ogni conforto”.

  • Adunanza annuale — 3 ottobre 1992
    La Torre di Guardia 1992 | 15 luglio
    • Adunanza annuale — 3 ottobre 1992

      L’ADUNANZA ANNUALE dei membri della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania si terrà il 3 ottobre 1992 presso la Sala delle Assemblee dei Testimoni di Geova (Kennedy Boulevard n. 2932) di Jersey City (New Jersey). Alle 9,30 si terrà una riunione preliminare con la partecipazione dei soli membri, cui farà seguito, alle 10,00, l’adunanza annuale.

      I membri della Società dovrebbero informare ora l’ufficio del Segretario di eventuali cambiamenti di indirizzo avvenuti durante lo scorso anno: sarà così possibile far pervenire loro le normali lettere di preavviso e le deleghe poco dopo il 1º agosto.

      La delega, che verrà inviata con il preavviso, dovrà essere rispedita così da pervenire all’ufficio del Segretario della Società al più tardi entro il 15 agosto. Ogni membro dovrebbe compilare e rispedire subito la sua delega, indicando se sarà presente di persona o no. Le informazioni indicate sulla delega a questo riguardo dovrebbero essere chiare, dato che serviranno a stabilire in anticipo chi sarà effettivamente presente.

      È previsto che l’intera sessione, inclusi l’esame dell’ordine del giorno e i resoconti, si concluda intorno alle 13,00 o poco dopo. Non ci sarà una sessione pomeridiana. A motivo dello spazio limitato, si potrà entrare solo su invito. Non è previsto alcun collegamento via cavo con altre località.

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