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  • w89 15/9 pp. 26-30
  • Chi può essere amico di Dio?

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  • Chi può essere amico di Dio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
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  • “Colui che cammina senza difetto e pratica la giustizia”
  • “E proferisce la verità nel suo cuore”
  • “Non ha calunniato con la sua lingua”
  • “Al suo compagno non ha fatto nulla di male”
  • “E non ha pronunciato nessun biasimo contro il suo intimo conoscente”
  • “Ai suoi occhi lo spregevole è certamente rigettato”
  • “Ma onora quelli che temono Geova”
  • “Ha giurato a ciò che è cattivo per lui stesso, eppure non cambia”
  • “Non ha dato il suo denaro a interesse”
  • “E non ha preso regalo contro l’innocente”
  • “Chi fa queste cose non sarà mai fatto vacillare”
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
w89 15/9 pp. 26-30

Chi può essere amico di Dio?

SI PUÒ essere amici di Dio. Circa 4.000 anni fa l’uomo Abraamo ripose fede in Geova Dio. Questo gli fu attribuito a giustizia, e quel patriarca fu chiamato “amico di Geova”. (Giacomo 2:23) Anche voi, dunque, potete essere amici di Dio se avete fede in lui.

Gli amici vengono spesso invitati come ospiti a prendere un pasto. Infatti, parte del ben noto Salmo 23 raffigura Dio anche come un benigno padrone di casa. Esso dice: “[Tu, Geova,] mi imbandisci davanti una mensa di fronte a quelli che mi mostrano ostilità. . . . Il mio calice è ben pieno”. — Salmo 23:5.

In un’altra occasione lo stesso salmista, Davide, re dell’antico Israele, chiese: “O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi risiederà sul tuo monte santo?” (Salmo 15:1) Figurativamente questo significa avere accesso a Geova pregandolo e adorandolo nella maniera che egli gradisce. Che grandioso privilegio! Com’è possibile che degli esseri umani imperfetti siano idonei per essere amici e ospiti di Dio?

Il 15º Salmo risponde a questa domanda, menzionando dieci specifici requisiti per chi desidera essere amico e ospite di Dio. Consideriamo questi requisiti uno per uno, cominciando dal versetto 2.

“Colui che cammina senza difetto e pratica la giustizia”

La progenie di Abraamo ebbe grande prosperità grazie al fatto che Abraamo fu moralmente senza difetto nel camminare dinanzi a Geova. (Genesi 17:1, 2) ‘Camminare’ a volte significa seguire una certa condotta. (Salmo 1:1; 3 Giovanni 3, 4) Per essere amici e ospiti di Dio non basta appartenere a una religione, ammirarne i sontuosi edifici e partecipare alle sue cerimonie. Dire “Signore, Signore”, o dichiarare di conoscere Dio non è sufficiente per ricevere le benedizioni del suo Regno. (Matteo 7:21-23; Tito 1:16) Gli amici di Geova ‘camminano senza difetto’ ai suoi occhi e ‘praticano la giustizia’ secondo le sue norme. — Michea 6:8.

Questo esclude qualsiasi forma di disonestà, immoralità sessuale e corruzione. Il motivo ce lo spiega Dio stesso quando dice: “Dovete essere santi, perché io sono santo”. (1 Pietro 1:16) La vostra religione si attiene alle alte norme di Dio, al punto di disassociare chi si rifiuta di conformarsi ai Suoi requisiti? Pretendete una condotta giusta da voi stessi e dalla vostra famiglia? In tal caso soddisferete il successivo requisito necessario per essere amici e ospiti di Dio.

“E proferisce la verità nel suo cuore”

Se vogliamo l’amicizia di Dio non possiamo mentire o ricorrere a discorsi lusinghieri pronunciati con cuore doppio. (Salmo 12:2) Dobbiamo ‘proferire la verità nel nostro cuore’, non solo averla sulle labbra. Sì, dobbiamo essere interiormente onesti e dar prova di “fede senza ipocrisia”. (1 Timoteo 1:5) Alcuni mentono o dicono mezze verità per salvare la faccia. Altri imbrogliano agli esami scolastici o falsificano le dichiarazioni dei redditi. Azioni del genere rivelano mancanza di amore per ciò che è vero. Ma per gli amici di Dio la sincerità e le azioni giuste sgorgano proprio dal cuore. (Matteo 15:18-20) Essi non sono tortuosi o ingannevoli. — Proverbi 3:32; 6:16-19.

L’apostolo Paolo scrisse: “Non mentite gli uni agli altri. Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità”. (Colossesi 3:9, 10) Sì, chi realmente proferisce la verità nel proprio cuore si riveste della “nuova personalità”. Siete completamente onesti con voi stessi e con gli altri, proferendo la verità nel vostro cuore? Se sì, questo dovrebbe influire su ciò che dite sul conto degli altri.

“Non ha calunniato con la sua lingua”

Per soddisfare questo requisito per essere ospiti di Dio non dobbiamo mai parlare di altri con malignità. (Salmo 15:3) Il verbo ebraico tradotto ‘calunniare’ deriva dalla parola che significa “piede” e vuol dire “camminare”, “andare in giro”. Agli israeliti fu comandato: “Non devi andare in giro fra il tuo popolo allo scopo di calunniare. Non ti devi levare contro il sangue del tuo prossimo. Io sono Geova”. (Levitico 19:16; 1 Timoteo 5:13) Se calunniamo qualcuno, rovinandogli la reputazione, non possiamo essere amici di Dio.

Davide dichiarò: “Chiunque calunnia il suo compagno in segreto, lo ridurrò al silenzio”. (Salmo 101:5) Anche noi possiamo ridurre al silenzio i calunniatori rifiutandoci di ascoltarli. Una buona norma, quando si parla di qualcuno, è non dire alle sue spalle nulla che non diremmo in sua presenza. È ottimo che teniamo in tal modo a freno la nostra lingua. Ma com’è importante che dominiamo anche le nostre azioni!

“Al suo compagno non ha fatto nulla di male”

Qui vale la pena di ricordare le parole di Gesù: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Per godere del favore di Dio dobbiamo trattenerci dal fare il male. Il salmista disse: “O voi che amate Geova, odiate ciò che è male. Egli custodisce le anime dei suoi leali; li libera dalla mano dei malvagi”. (Salmo 97:10) Se quindi vogliamo l’amicizia e l’aiuto di Dio dobbiamo accettare le sue norme.

Rifuggire da ciò che è male significa anche non far torto a nessuno in questioni commerciali o di altro genere. Sia a parole che con le azioni non dobbiamo danneggiare in alcun modo il nostro compagno, ma piuttosto dovremmo fargli del bene. Questo si può applicare a qualsiasi aspetto della vita. Ad esempio, quando siamo al volante possiamo dare gentilmente la precedenza ai pedoni. Possiamo aiutare le persone anziane, incoraggiare chi è abbattuto, confortare chi soffre. Sotto questo aspetto Geova costituisce il massimo esempio. Come ebbe a dire Gesù, Dio “fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. (Matteo 5:43-48) Simile al fare del bene agli altri è l’attenersi a ciò che il salmista menziona subito dopo.

“E non ha pronunciato nessun biasimo contro il suo intimo conoscente”

Tutti noi sbagliamo, e come siamo grati quando i nostri amici chiudono un occhio su queste piccole mancanze! Ci sentiremmo male se un nostro intimo amico rivelasse ad altri le nostre piccole ma imbarazzanti debolezze. Questo è ciò che fanno alcuni per distogliere l’attenzione dai propri difetti o per sembrare superiori ad altri. Ma tali azioni non si addicono a chi desidera essere amico di Dio.

“Chi copre la trasgressione cerca amore, e chi continua a parlare di una questione separa quelli che sono familiari l’uno con l’altro”, dice Proverbi 17:9. Naturalmente, non dovremmo cercare di nascondere trasgressioni gravi. (Levitico 5:1; Proverbi 28:13) Ma se vogliamo essere amici di Dio non ‘pronunceremo’, prendendole per buone e diffondendole, biasimevoli dicerie sul conto di nostri conoscenti che sono persone rette. (1 Timoteo 5:19) Gli amici di Geova parlano bene dei servitori di Dio anziché diffondere dicerie sul loro conto, come se non bastassero i malvagi biasimi che questi già sopportano da parte di persone empie. Gli amici e ospiti di Dio badano anche alle proprie compagnie, poiché Davide aggiunge al versetto 4:

“Ai suoi occhi lo spregevole è certamente rigettato”

Sperando egoisticamente di guadagnarci qualcosa, alcuni stanno in compagnia di persone ricche o importanti anche se sono corrotte. (Confronta Giuda 16). Ma non possiamo essere amici di Geova se stiamo in compagnia di chi è malvagio. Dobbiamo odiare il male al punto di non voler stare in compagnia di chi lo pratica. (Romani 12:9) Ieoram, un re d’Israele, era talmente malvagio che il profeta Eliseo gli disse: “Come vive Geova degli eserciti dinanzi al quale in effetti io sto, se non fosse per la faccia di Giosafat re di Giuda per cui ho considerazione, non ti guarderei né ti vedrei”. (2 Re 3:14) Per essere amici di Dio dobbiamo prestare ascolto all’avvertimento di Paolo: “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — 1 Corinti 15:33.

Se quindi ci teniamo all’amicizia di Geova ci rifiuteremo di stare in compagnia dei trasgressori. Con loro avremo solo i contatti strettamente necessari. I nostri amici li sceglieremo in base alla loro buona relazione con Dio, non in base alla loro posizione nel mondo. Se abbiamo timore reverenziale di Dio sceglieremo con saggezza le nostre amicizie. A questo proposito, notate il settimo requisito che gli ospiti di Geova devono soddisfare.

“Ma onora quelli che temono Geova”

Per essere amici e ospiti di Dio dobbiamo temerlo. Proverbi 1:7 dice: “Il timore di Geova è il principio della conoscenza”. Che cos’è il “timore di Geova”? È riverente rispetto per Dio, il sano timore di dispiacergli. Questa è la chiave per ottenere la vera conoscenza, la disciplina che può salvare la vita, nonché la sapienza celeste che è una guida sicura.

Quelli che temono Geova si attengono alle sue giuste norme anche se questo li espone a scherni. Ad esempio, molti li prendono in giro perché sono diligenti e onesti sul lavoro o perché si sforzano di aiutare altri spiritualmente. Ma chi è devoto come considera tali persone rette? Costui “onora quelli che temono Geova”, tenendoli in alta considerazione, anche se questo significa ricevere parte del biasimo di cui essi sono oggetto. Avete un tale rispetto per quelli che temono Dio? Menzionando un altro requisito necessario per godere del favore divino il salmista aggiunge:

“Ha giurato a ciò che è cattivo per lui stesso, eppure non cambia”

Il principio qui esposto è quello di mantenere le promesse, come fa Dio. (1 Re 8:56; 2 Corinti 1:20) Anche se in seguito ci rendiamo conto che è molto difficile fare quanto abbiamo promesso, non dovremmo cambiare idea e rimangiarci la promessa. Qui il testo della Settanta greca, della Pescitta siriaca e della Vulgata latina dice: “Ha giurato al suo prossimo”. Se giuriamo di fare qualcosa o facciamo un giusto voto, dobbiamo mantenere la parola data. (Ecclesiaste 5:4) Naturalmente, se scopriamo che qualcosa che abbiamo promesso è antiscritturale non dovremmo farlo.

Giosuè non infranse il patto con i gabaoniti anche se in seguito scoprì che lo avevano indotto a stipularlo con l’inganno. (Giosuè 9:16-19) Dovremmo quindi essere uomini, donne e ragazzi di parola. Non facciamo promesse ad altri per poi piantarli in asso quando ci si presentano opportunità più allettanti. Gesù disse: “La vostra parola Sì significhi Sì, il vostro No, No”. (Matteo 5:37) In particolare coloro che sono dedicati a Geova devono essere decisi a vivere in maniera degna della promessa di servirlo eternamente quali suoi Testimoni. Oltre a mantenere le promesse, dovremmo mostrare considerazione in questioni economiche, come Davide mostra nel 15º Salmo, al versetto 5.

“Non ha dato il suo denaro a interesse”

Non è sbagliato che il denaro prestato per scopi commerciali venga restituito con l’interesse. Qui però Davide si riferiva al ‘dare denaro’ ai bisognosi. La Legge mosaica specificava: “Se presti denaro al mio popolo, all’afflitto accanto a te, non devi divenire verso di lui come un usuraio. Non gli dovete imporre interesse”. (Esodo 22:25; Levitico 25:35, 36) Quando Neemia scoprì che i poveri erano vittime degli usurai, pose fine a tale sfruttamento. — Neemia 5:1-13.

La parola ebraica usata da Davide e tradotta “interesse” deriva da un’altra che significa “mordere”. Questo suggerisce che gli avidi usurai divoravano i poveri e il poco che questi avevano. Chiaramente è molto meglio aiutare chi è nel bisogno senza aspettarsi nulla in cambio. Gesù lo spiegò dicendo: “Quando fai un pranzo o un pasto serale, . . . invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai felice, perché non hanno nulla per ricompensarti. Poiché sarai ricompensato nella risurrezione dei giusti”. (Luca 14:12-14) Chi desidera essere amico e ospite di Dio non approfitterà mai della povertà del suo prossimo e si atterrà a ciò che il salmista menziona subito dopo.

“E non ha preso regalo contro l’innocente”

I regali possono corrompere. Agli israeliti fu comandato: “Non devi . . . accettare regalo, poiché il regalo acceca gli occhi dei saggi e altera le parole dei giusti”. (Deuteronomio 16:19) È specialmente malvagio prendere un regalo per danneggiare un “innocente”, forse rendendo falsa testimonianza in un processo. Che azione spregevole commise Giuda Iscariota accettando un regalo per tradire l’innocente Gesù! — Matteo 26:14-16.

Sotto questo aspetto possiamo pensare di essere a posto. Ma ci siamo mai sentiti tentati di trarci fuori da una situazione imbarazzante pagando una certa somma? Il profeta Samuele non accettò mai “il prezzo del silenzio”, ovvero un regalo. (1 Samuele 12:3, 4) Tutti noi dobbiamo fare altrettanto se vogliamo essere amici e ospiti di Dio.

“Chi fa queste cose non sarà mai fatto vacillare”

Dopo aver descritto dieci caratteristiche della persona giusta, il 15º Salmo termina con le parole riportate sopra. Queste possono senz’altro spingerci ad analizzare la nostra religione. Se è la vera fede, essa dovrebbe insegnarci a (1) camminare senza difetto e praticare la giustizia, (2) proferire la verità anche nel cuore, (3) evitare di calunniare altri e (4) astenerci dal fare del male in qualsiasi modo. La religione che è accetta a Dio (5) ci impedirà di biasimare le persone rette che conosciamo e (6) ci farà evitare la compagnia di chi è spregevole. La vera fede ci spingerà a (7) onorare quelli che temono Geova, (8) fare ciò che abbiamo promesso purché sia giusto, (9) dare a chi è nel bisogno senza richiedere un interesse e (10) non accettare mai regali ai danni di un innocente.

Davide non dice che chiunque legge, ode, pronuncia o persino crede a queste cose “non sarà mai fatto vacillare”. Questo accadrà solo a chi “fa queste cose”. La fede non sostenuta da opere è morta e non reca l’approvazione divina. (Giacomo 2:26) Chi fa le cose buone menzionate nel 15º Salmo non vacillerà poiché Geova lo proteggerà e lo sosterrà. — Salmo 55:22.

Naturalmente, la pura adorazione non si esaurisce nei dieci punti menzionati nel 15º Salmo. I seguaci di Gesù in seguito appresero dell’altro riguardo all’adorare Dio “con spirito e verità”. (Giovanni 4:23, 24) Potete saperne di più anche voi, poiché oggi esistono persone che mettono in pratica queste cose. La regolare compagnia di questi testimoni di Geova e lo studio della Bibbia vi infonderanno la speranza della vita in un paradiso terrestre, in cui potrete essere ospiti e amici di Dio per sempre.

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