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Scuole in crisiSvegliatevi! 1994 | 8 agosto
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Scuole in crisi
I genitori non mandano i figli a scuola solo perché imparino a leggere, a scrivere e a far di conto. Si aspettano che la scuola provveda un’istruzione completa, che prepari i giovani a diventare adulti di cui i genitori possano essere fieri. Ma spesso le loro aspettative vengono deluse. Perché? Perché in tutto il mondo le scuole sono in crisi.
IN MOLTI paesi la mancanza sia di fondi che di insegnanti mette in pericolo l’istruzione dei bambini. Ad esempio, in tutti gli Stati Uniti la recessione economica degli ultimi anni ha costretto alcune scuole a limitarsi a cambiare la copertina a ‘libri di testo vecchi, a lasciar cadere l’intonaco dei soffitti, a eliminare attività artistiche e sportive, o a chiudere i battenti per vari giorni di fila’, osserva la rivista Time.
Anche in Africa i fondi stanziati per l’istruzione sono praticamente insufficienti. Secondo il Daily Times di Lagos, in Nigeria c’è solo 1 insegnante ogni 70 alunni, “ed è molto probabile che un insegnante su tre non sia qualificato”. In Sudafrica, a parte la carenza di insegnanti, aule sovraffollate e agitazioni politiche contribuiscono a quello che la rivista South African Panorama definisce “il caos delle scuole nere”.
Naturalmente, il fatto che una scuola abbia insegnanti qualificati e attrezzature adeguate non garantisce di per sé una buona istruzione a chi la frequenta. In Austria, ad esempio, quasi un terzo dei quattordicenni non sarebbe in grado di compiere semplici operazioni aritmetiche o di leggere bene. In Gran Bretagna la percentuale dei promossi in matematica, in scienze e nella lingua nazionale “è molto inferiore a quella che si ha in Germania, in Francia e in Giappone”, osserva il Times di Londra.
Negli Stati Uniti gli insegnanti si lamentano che nonostante i bei voti ottenuti nelle prove scritte, molti alunni continuano a non essere capaci di scrivere un buon tema, di risolvere problemi matematici o di riassumere i punti essenziali di diverse lezioni o di qualche documento scritto. Di conseguenza, in tutto il mondo le autorità nel campo dell’istruzione stanno riesaminando obiettivamente sia i programmi didattici che i parametri con cui si valuta il progresso degli alunni.
Violenza nelle scuole
Le notizie rivelano che la violenza nelle scuole ha raggiunto livelli molto preoccupanti ed è in aumento. In Germania, a una conferenza di insegnanti è stato detto che il 15 per cento degli alunni è “pronto a ricorrere alla violenza, e il 5 per cento non esita nemmeno a compiere gesti di estrema brutalità, in quanto sarebbe capace di prendere a calci una persona indifesa stesa a terra”. — Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Singoli episodi di estrema brutalità destano grande preoccupazione. Il caso di una quindicenne stuprata da quattro giovani in un bagno di una scuola superiore di Parigi ha indotto gli studenti a scendere in piazza per chiedere norme di sicurezza più severe a scuola. I genitori si preoccupano per l’aumento dei reati di natura sessuale, dei ricatti e della violenza psicologica. Cose del genere non succedono solo in Europa ma stanno diventando sempre più comuni in tutto il mondo.
Il Ministero dell’Istruzione giapponese riferisce che la violenza è in aumento sia fra gli studenti delle scuole medie inferiori che fra quelli delle superiori. Il quotidiano sudafricano The Star, in un articolo intitolato “Alunni armati di pistola si impadroniscono delle scuole”, paragonava le condizioni di molte classi di Soweto a quelle del Far West americano nel secolo scorso. Anche la reputazione di città violenta di New York ha raggiunto, per usare le parole del Guardian di Londra, “nuovi vertici quando una ditta di sistemi di sicurezza ha annunciato di aver ricevuto una valanga di richieste di indumenti antiproiettile per scolari”.
Anche in Gran Bretagna la violenza nelle scuole è una piaga sociale. “Negli ultimi 10 anni”, osserva il portavoce di un sindacato degli insegnanti, “abbiamo visto una tendenza sempre più diffusa a fare ricorso alle armi. Questa [tendenza] si è estesa anche alle fasce di età più basse, e ora non è più appannaggio dei maschi, ma si sta diffondendo anche tra le femmine”.
Non è quindi strano se alcuni genitori decidono di non mandare i figli a scuola ma di provvedere alla loro istruzione in casa.a Coloro ai quali questa soluzione non sembra pratica spesso si preoccupano del cattivo effetto che la scuola ha sui loro figli, e non sanno cosa fare per rimediare a questo. Cosa possono fare i genitori per aiutare i figli ad affrontare i problemi che incontrano a scuola? E come possono collaborare con gli insegnanti per assicurarsi che i figli traggano il meglio dalla scuola? Gli articoli che seguono rispondono a queste domande.
[Nota in calce]
a L’articolo “Istruzione scolastica impartita in casa: Fa per voi?”, pubblicato in Svegliatevi! dell’8 aprile 1993 prende in esame questa possibilità.
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Aiutate i vostri figli ad affrontare i problemi scolasticiSvegliatevi! 1994 | 8 agosto
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Aiutate i vostri figli ad affrontare i problemi scolastici
IL PEGGIORAMENTO delle condizioni mondiali influisce su tutti noi, compresi i nostri figli. La Parola di Dio, la Bibbia, prediceva accuratamente che nei nostri giorni ci sarebbero stati “tempi difficili” e che ‘uomini malvagi e impostori sarebbero progrediti di male in peggio’. (2 Timoteo 3:1-5, 13) Per questo motivo oggi andare a scuola comporta un sacco di problemi, e gli alunni si trovano alle prese con situazioni che i loro genitori di rado hanno provato di persona. Cosa possono fare i genitori per aiutare i figli?
Le pressioni dei compagni
Quasi tutti i bambini subiscono a volte le pressioni dei compagni. Uno studente francese si lamenta: “I genitori e la società fanno quello che possono, ma non basta. I giovani delinquenti trascinano dietro a sé altri giovani. . . . I genitori che non controllano i figli non sono genitori”.
I genitori responsabili cercano di aiutare i figli a sviluppare qualità spirituali che diano loro la forza interiore di cui hanno bisogno per resistere alle influenze negative dei compagni. “Ci sforziamo sinceramente di aiutare i nostri figli ad avere stima di sé”, spiega un padre, “così che non sentano la necessità di avere l’approvazione dei compagni. Se per loro non sarà importante essere come gli altri, avranno meno difficoltà a dire di no quando dovranno farlo”. Per insegnare ai figli come comportarsi in situazioni difficili, questo genitore fa in modo che la sua famiglia trovi il tempo di recitare delle scenette, simulando situazioni difficili che si potrebbero creare e dimostrando come cavarsela in tali situazioni. Sostenete i vostri figli, e aiutateli ad avere fiducia in se stessi.
Parolacce
Man mano che in tutto il mondo le norme morali si abbassano, le parolacce diventano sempre più comuni. In molti paesi si sentono spesso nel corso di programmi televisivi trasmessi in prima serata. Così i cortili, i corridoi e le aule delle scuole echeggiano di oscenità.
Alcuni insegnanti che imprecano o dicono parolacce si giustificano sostenendo che in questo modo gli alunni possono decidere da sé se usare o meno questo tipo di linguaggio. Ma così non fanno che permettere agli alunni di accettare queste espressioni corrotte come parte del normale vocabolario quotidiano.
Il genitore saggio spiegherà benevolmente perché in famiglia non si devono usare parole del genere. Egli può anche prevenire l’uso di parolacce nei compiti in classe controllando il programma per vedere quali libri studierà suo figlio. Se qualcuna delle opere scelte contiene parolacce o tratta temi immorali, forse può chiedere all’insegnante di scegliere un libro alternativo dal contenuto accettabile. Usare equilibrio in questo campo è indice di ragionevolezza. — Filippesi 4:5.
Immoralità e droga
Dai sondaggi risulta che molti genitori ammettono di essere “troppo timidi o imbarazzati per affrontare l’argomento [dell’educazione sessuale] in famiglia”. Si aspettano piuttosto che sia la scuola a provvedere ai figli informazioni accurate. Ma il Sunday Times di Londra riferisce che, secondo un insegnante con molti anni di esperienza alle spalle, l’attuale ondata di gravidanze tra adolescenti ha “a che fare più con la moralità che con le tecniche contraccettive”. I genitori sono nella posizione migliore per stabilire quali norme di condotta i figli devono rispettare.
Lo stesso discorso vale anche per la droga. La mancanza di guida da parte dei genitori aggrava il problema. “Più la vita familiare gli sembra poco attraente”, osserva Francoscopie 1993, “e più il figlio tende a trovare qualche surrogato. La droga è spesso uno di questi”. “È difficile essere genitori”, riconosce Micheline Chaban-Delmas, presidente della fondazione Toxicomanie et Prévention Jeunesse (Tossicomania e Protezione della Gioventù). “Bisogna stare sempre in guardia; la droga è spesso un modo per avvisare i genitori che qualcosa non va. Se l’adolescente si sente trascurato dal padre o dalla madre, quando gli viene offerta la droga questa potrebbe sembrargli una soluzione magica per i suoi problemi”.
Un padre canadese spiega in che modo lui e sua moglie si interessano attivamente di ciò che succede alla figlia adolescente a scuola: “Accompagniamo Nadine a scuola in macchina e la andiamo a prendere. Spesso, quando sale in macchina, nasce una conversazione da cui capiamo com’è andata la giornata. Se scopriamo qualcosa di preoccupante, o ne parliamo con lei lì per lì oppure tiriamo fuori l’argomento a cena o nel corso di una conversazione familiare”. In modo analogo, anche voi potete esprimere sincero interesse e amore per i vostri figli mantenendo aperte le vie di comunicazione.
Prepotenze e violenza
Le prepotenze sono “uno dei problemi scolastici più insidiosi”, afferma Maureen O’Connor nel libro How to Help Your Child Through School (Come aiutare vostro figlio negli anni della scuola). Essa fa inoltre notare che “anche se le vittime soffrono moltissimo, spesso non vogliono confessarlo agli adulti per paura di essere considerati ‘spioni’”.
Purtroppo, alcuni insegnanti considerano normale che certi alunni facciano i prepotenti. Molti altri, però, sono d’accordo con l’educatore Pete Stephenson, il quale ritiene che fare i prepotenti sia una “forma di violenza” e che “tollerare questa situazione non è nei migliori interessi di chi fa il prepotente”.
Cosa potete fare, dunque, se vostro figlio viene angariato da qualche compagno prepotente? “La prima linea di difesa”, scrive la O’Connor, “dev’essere la comunità adulta in cui vive [la vittima]”. Parlatene con un insegnante comprensivo. Questo rassicurerà vostro figlio che entrambi considerate inammissibile tale comportamento aggressivo. Molte scuole hanno adottato una chiara posizione contro i prepotenti, e gli insegnanti ne parlano apertamente in classe.
Natalie divenne vittima di compagni prepotenti a motivo della sua religione. “Mi insultavano perché ero testimone di Geova e a volte stracciavano le mie cose”, essa narra. Per risolvere il problema Natalie ne parlò con i genitori, i quali le suggerirono di parlare con gli insegnanti. E così fece. “Presi anche l’iniziativa di telefonare ai genitori di due miei compagni di classe che mi angariavano”, aggiunge. “Visto che sono riuscita a spiegare loro il problema, ora le cose vanno molto meglio. Così mi sono guadagnata la fiducia sia degli insegnanti che della maggioranza dei compagni”.
A volte i genitori scoprono che i loro figli, lungi dall’essere vittime di qualche compagno prepotente, sono loro ad angariare altri. In tal caso, è bene che riflettano attentamente su cosa succede in casa. “I bambini che hanno un’aggressività più pronunciata in genere provengono da famiglie in cui i genitori non sanno risolvere bene i contrasti”, riferisce il Times di Londra, e aggiunge: “Il comportamento violento è un processo acquisito”.
In alcuni luoghi la violenza raggiunge proporzioni epidemiche. Quando le agitazioni politiche rendono quasi impossibile andare a scuola, i figli che vogliono rimanere neutrali a volte hanno ritenuto saggio rimanere a casa. Ma se i problemi nascono quando sono a scuola, prudentemente se ne vanno alla chetichella e tornano a casa finché non si ristabilisce la calma.
Insegnamento scadente
Quando sorgono problemi a motivo dell’insegnamento scadente, può essere utile che i vostri figli abbiano un buon dialogo con gli insegnanti. “Incoraggiamo sempre nostra figlia ad avere un atteggiamento positivo verso ciò che impara”, dice una coppia. Ma quando gli insegnanti non rendono interessante una materia, gli studenti perdono subito l’interesse. Se questo è ciò che capita a vostro figlio, perché non lo incoraggiate a parlare con l’insegnante in privato?
Aiutatelo a preparare delle domande appropriate, in modo che quando riceverà le risposte gli sarà facile sia afferrare l’argomento della lezione che imparare ad usare ciò che viene insegnato. Questo, però, non garantisce automaticamente che vostro figlio proverà un interesse sincero e durevole per quella materia. Molto dipende dal vostro esempio. Dimostrate il vostro interesse parlando delle lezioni con vostro figlio, e offritevi di aiutarlo nelle ricerche assegnate dall’insegnante.
A scuola ci sono bambini che vengono da famiglie divise, o che vengono trascurati o maltrattati, e perciò spesso non hanno fiducia in se stessi né amor proprio. Essi stanno a stretto contatto con bambini che forse hanno situazioni migliori. La maggior parte dei genitori si rende conto di dover persistere nell’aiutare i figli ad affrontare i problemi che si presentano a scuola. Ma che dire dei rapporti tra genitori e insegnanti? Che tipo di rapporto dovrebbero coltivare i genitori, e come?
[Riquadro a pagina 7]
Vostro figlio è vittima di un compagno prepotente?
GLI esperti consigliano ai genitori di osservare i figli per notare eventuali segni rivelatori. Vostro figlio è riluttante ad andare a scuola, tende a evitare i compagni, torna a casa con qualche livido o con gli indumenti stracciati?
Incoraggiatelo a raccontarvi esattamente cosa è accaduto. Questo vi aiuterà a capire se le prepotenze sono un vero problema. In tal caso, parlate con un insegnante comprensivo.
Suggerite a vostro figlio di stare vicino a compagni di cui si può fidare e di evitare luoghi e situazioni in cui le angherie possono ripetersi. I bambini con un buon senso dell’umorismo e capaci di trarsi d’impaccio con il loro modo di parlare spesso se la cavano bene.
Evitate di essere troppo ansiosi, e non incoraggiate vostro figlio a vendicarsi.
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Genitori, siate i consiglieri e i portavoce dei vostri figliSvegliatevi! 1994 | 8 agosto
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Genitori, siate i consiglieri e i portavoce dei vostri figli
I GENITORI desiderano il meglio per i loro figli. L’apostolo cristiano Paolo disse ai padri di allevare i figli nella disciplina di Dio. (Efesini 6:4) Nell’antichità il re Salomone consigliò a chi è giovane: “Presta attenzione a quello che ti dicono tuo padre e tua madre. Il loro insegnamento migliorerà il tuo carattere”. — Proverbi 1:8, 9, Today’s English Version.
Che ruolo ha quindi la scuola nelle disposizioni che i genitori prendono per l’istruzione? E che rapporto ci dev’essere tra genitori e insegnanti?
I ruoli dei genitori e degli insegnanti
“I genitori sono . . . i più importanti educatori dei loro figli”, afferma Doreen Grant, autrice di uno studio riguardante l’influenza della scuola sull’ambiente familiare. Ma come genitori questa idea può sembrarvi difficile da accettare.
Forse notate che i metodi d’insegnamento sono cambiati molto da quando andavate a scuola voi. Oggi a scuola si studiano materie un tempo sconosciute, come mezzi di comunicazione di massa, educazione sanitaria e microelettronica. Questo ha indotto alcuni genitori a ridurre al minimo i contatti con la scuola. “Quando parla con l’insegnante del figlio, anche l’adulto più sicuro di sé può sentirsi come un bambino di cinque anni alto un metro e venti”, scrive il dott. David Lewis nel libro Help Your Child Through School (Aiutate vostro figlio negli anni della scuola). “Anziché parlare con gli insegnanti dei problemi o delle preoccupazioni da pari a pari, alcuni si comportano in maniera infantile”.
In effetti, alcuni genitori si mettono in contatto con gli insegnanti dei figli solo quando nascono gravi problemi. E anche allora, nella maggioranza dei casi, lo fanno per lamentarsi. Nondimeno, i genitori possono contribuire in maniera significativa all’istruzione dei figli cooperando con gli insegnanti, e molti lo fanno.
Come genitori avete la responsabilità di analizzare con interesse ciò che i vostri figli imparano a scuola. Perché? Perché gli insegnanti, a motivo della professione che svolgono, agiscono come vostri rappresentanti in campo morale. I valori che sostengono influiscono sugli alunni, in quanto per i bambini gli insegnanti rappresentano dei modelli. Da parte loro, quasi tutti gli insegnanti sono lieti di collaborare con i genitori degli alunni.
Nella Germania meridionale un direttore scolastico ha scritto ai genitori: “Noi insegnanti ci rendiamo ormai conto, più che in qualsiasi anno passato, che un’intera fascia dei nostri alunni, specie quelli che iniziano la scuola [in Germania, a sei anni], sono in gran parte insensibili e crudeli, e veramente maleducati. Molti sono completamente sfrenati, e non sanno porsi dei limiti; non hanno nessun senso di colpa; sono estremamente egocentrici e asociali, e diventano aggressivi senza una ragione apparente, strozzando altri e prendendoli a calci”.
Questo educatore ha aggiunto: “Anche se di conseguenza noi insegnanti abbiamo difficoltà molto maggiori, non vogliamo lamentarci. Ma dobbiamo riconoscere che, nonostante tutti gli sforzi, la scuola da sola non può istruire ed educare i figli. Vorremmo incoraggiare voi cari genitori a fare di più per i vostri figli, non delegando alla televisione o alla strada quella che in realtà è la vostra parte [di responsabilità] per lo sviluppo della loro personalità: insegnare loro norme di condotta”. — Il corsivo è nostro.
Anche quando gli insegnanti fanno simili appelli, molti genitori continuano ad essere riluttanti a collaborare. “Non per mancanza di interesse e di tempo o per sfiducia”, sostiene David Lewis, “ma perché sono convinti che il fatto che un bambino vada bene o male a scuola dipenda ben poco dalla sua educazione e moltissimo dal suo bagaglio genetico”. Ma questa idea è sbagliata.
Proprio come i problemi familiari influiscono spesso sul rendimento scolastico di un bambino, così un bell’ambiente familiare lo può aiutare a trarre il meglio dalla scuola. Da un’indagine è emerso che “successo e insuccesso in campo scolastico dipendono molto più dalla famiglia che dalla scuola”. In armonia con questo, il libro How to Help Your Child Through School (Come aiutare vostro figlio negli anni della scuola) afferma: “Anche i genitori più indaffarati devono riconoscere che il loro atteggiamento — l’interesse che mostrano, l’incoraggiamento e il sostegno che danno, anche a distanza —può essere essenziale per il progresso dei figli”.
Cosa potete fare, dunque, perché ci sia una buona collaborazione tra voi e gli insegnanti dei vostri figli?
Siate i consiglieri e i portavoce dei vostri figli
(1) Interessatevi attivamente di ciò che i vostri figli imparano a scuola. Il momento migliore per iniziare è quando cominciano ad andare a scuola. Di solito i bambini accettano l’aiuto dei genitori più volentieri degli adolescenti.
Leggete insieme ai vostri figli. “Circa il 75 per cento dell’istruzione formale”, dice David Lewis, “avviene mediante la lettura”. In questo modo potete avere un ruolo di primo piano nell’aiutare i vostri figli a leggere scorrevolmente. Secondo gli esperti sembra che i bambini che vengono aiutati a leggere dai familiari facciano spesso più progresso di quelli che vengono aiutati a scuola da insegnanti specializzati.
Analogamente, potete aiutare i vostri figli a scrivere e, sì, anche nell’aritmetica. “Non è necessario essere geni della matematica per dare una mano con i fondamenti della matematica”, commenta l’educatore Ted Wragg. Naturalmente, se voi stessi avete bisogno di aiuto in questi campi, non permettete che la mancanza di preparazione vi impedisca di interessarvi sinceramente di ciò che sta imparando vostro figlio.
(2) Consultate l’insegnante di vostro figlio riguardo al programma didattico. Leggendo il programma, cercate di vedere cosa verrà insegnato a vostro figlio. Facendo questo prima dell’inizio dell’anno scolastico saprete quali argomenti potrebbero creare problemi. In tal caso, andando dall’insegnante per parlare del modo in cui i vostri desideri di genitori possono essere rispettati porrete le basi per una buona collaborazione. Valetevi degli incontri che la scuola organizza per dar modo agli insegnanti di conoscere i genitori. Se la scuola permette ai genitori di assistere alle lezioni in certi giorni, fatelo, e parlate con gli insegnanti di vostro figlio. Questi contatti sono molto preziosi, specie quando sorgono problemi.
(3) Aiutate vostro figlio a scegliere eventuali materie facoltative. Sforzatevi di conoscere ciò che piace e ciò che non piace a vostro figlio. Ponetegli davanti mete degne. Se c’è la possibilità di scegliere qualche materia facoltativa, consultate gli insegnanti per conoscere tutte le scelte possibili. Vi sapranno dire se nel programma ci sono problemi che condizionano la scelta delle materie.
Avendo un dialogo aperto si possono evitare sgradevoli malintesi. Molte scuole fanno pressione sugli alunni più capaci perché si iscrivano all’università. Ma gli studenti che scelgono di dedicarsi al ministero cristiano in genere evitano di impiegare molti anni a farsi un’istruzione universitaria. Se scelgono di proseguire gli studi, preferiscono studiare invece materie che li mettano in condizione di mantenersi economicamente. A volte qualche insegnante coscienzioso scambia questa scelta per un rifiuto di tutto quello che ha cercato di insegnare. Se spiegherete con pazienza agli insegnanti quali possibilità di istruzione supplementare i vostri figli avranno nel campo di loro scelta, essi si tranquillizzeranno vedendo che i genitori cristiani vogliono che i loro figli continuino ad imparare.a
Il giusto modo di affrontare i problemi
Potete evitare molte preoccupazioni e molti dispiaceri per quanto riguarda l’istruzione dei vostri figli ricordando che alla base di una buona collaborazione c’è sempre un buon dialogo. — Vedi il riquadro intitolato “Per avere un buon dialogo tra genitori e insegnanti”.
Anziché lamentarvi o criticare, siate i consiglieri e i portavoce dei vostri figli consultandovi con gli insegnanti e collaborando con loro. Così facendo aiuterete i vostri figli a trarre il meglio dalla scuola.
[Nota in calce]
a I testimoni di Geova che scelgono come carriera il ministero cristiano e prestano servizio come ministri a tempo pieno hanno l’opportunità di frequentare la Scuola del Servizio di Pioniere, un corso di due settimane. Alcuni in seguito diventano idonei per iscriversi a un corso di addestramento missionario della durata di cinque mesi tenuto dalla Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead).
[Riquadro a pagina 10]
Per avere un buon dialogo tra genitori e insegnanti
1. Fate conoscenza con gli insegnanti di vostro figlio.
2. Controllate due volte l’accuratezza dei dati in vostro possesso prima di fare qualsiasi lamentela.
3. Se siete irritati o arrabbiati, calmatevi sempre prima di parlare con l’insegnante.
4. Prima di incontrarvi con l’insegnante, mettete per iscritto le domande che intendete fare ed elencate gli obiettivi che vi prefiggete.
5. Dite chiaramente come la pensate, e quindi collaborate con l’insegnante per vedere cosa si può fare in pratica per superare eventuali problemi.
6. Mettetevi nei panni dell’insegnante. Chiedetevi cosa fareste se foste al suo posto. Questo vi aiuterà a trovare una soluzione soddisfacente.
7. Oltre a parlare, ascoltate. Se non capite qualcosa, non abbiate paura di fare domande. Se non siete d’accordo su qualcosa, ditelo e spiegate gentilmente perché.
— Basato su Help Your Child Through School, di David Lewis.
[Immagine a pagina 9]
Leggete insieme ai vostri figli
[Immagine a pagina 9]
Andate dagli insegnanti e parlate del programma
[Immagine a pagina 9]
Aiutate i vostri figli a scegliere eventuali materie facoltative
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