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È possibile un mondo senza guerra?Svegliatevi! 1996 | 22 aprile
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È possibile un mondo senza guerra?
IMMAGINATE di non vedere o di non provare mai più l’orribile realtà della guerra e delle sue conseguenze. Immaginate di non sentire mai il rumore delle fucilate o delle bombe, di non vedere mai masse di profughi affamati in fuga, di non chiedervi mai se voi o un vostro caro morirete in qualche conflitto inutile e crudele. Come sarebbe meraviglioso vivere in un mondo senza guerra!
‘Non è una prospettiva verosimile’, potreste dire. Eppure solo pochi anni fa l’ideale di un mondo pacifico appariva realizzabile. Nel 1990 e nel 1991 molti dicevano che le nazioni erano sulla soglia di una nuova era di sicurezza e cooperazione. Rispecchiando lo stato d’animo dell’epoca, George Bush, l’allora presidente degli Stati Uniti, parlò molte volte di un veniente “nuovo ordine mondiale”.
Perché questo ottimismo? La guerra fredda era terminata. Per più di 40 anni la minaccia di una guerra nucleare aveva sovrastato l’umanità come una spada sospesa a un filo sottile. Ma con la fine del comunismo e il frazionamento dell’Unione Sovietica, la minaccia di un olocausto nucleare sembrò svanire. Il mondo tirò un sospiro di sollievo.
C’era un’altra ragione importante per cui la gente guardava al futuro con fiducia, e per cui molti nutrono ancora fiducia. Per quattro decenni la rivalità fra Oriente e Occidente aveva reso le Nazioni Unite poco più di un circolo che organizza dibattiti. Ma la fine della guerra fredda diede all’ONU la libertà di fare ciò per cui era stata costituita: operare per la pace e la sicurezza internazionali.
Negli ultimi anni l’ONU ha intensificato gli sforzi per scoraggiare la guerra. Impiegando contingenti delle nazioni membri, nei quattro anni che precedettero il 1994 le Nazioni Unite si impegnarono in più azioni di pace che nei precedenti 44 anni. Circa 70.000 civili e militari presero parte a 17 azioni di pace in tutto il mondo. In soli due anni le spese per il mantenimento della pace più che raddoppiarono, fino a raggiungere i 3.300.000.000 di dollari nel 1994.
Recentemente Boutros Boutros-Ghali, segretario generale dell’ONU, ha scritto: “Ci sono segnali che il sistema di sicurezza collettiva stabilito a San Francisco quasi 50 anni fa [quando fu istituita l’ONU] finalmente comincia a funzionare come era inteso . . . Siamo in procinto di raggiungere un sistema internazionale funzionante”. Nonostante questi sviluppi, la visione di un nuovo ordine mondiale svanisce rapidamente. Cosa è accaduto per offuscare le speranze di un mondo senza guerra? C’è ragione di credere che vedremo mai una pace mondiale? Gli articoli che seguono risponderanno a queste domande.
[Fonti delle immagini a pagina 3]
Aerei da guerra: USAF photo
Artiglieria antiaerea: U.S. National Archives photo
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Chi può portare pace duratura?Svegliatevi! 1996 | 22 aprile
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Chi può portare pace duratura?
“Dovranno fare delle loro spade vomeri, e delle loro lance cesoie per potare: nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”.
LE PAROLE riportate sopra sono tratte da Isaia, capitolo 2, versetto 4, secondo la traduzione nota come “Bibbia del re Giacomo”. Il Rapporto 1994 sullo Sviluppo Umano, pubblicato dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), citava queste parole e aggiungeva: “Sembrava che con la fine della guerra fredda [nel 1990] fosse arrivato il tempo [per l’adempimento] di questa profezia. Ma finora questo si è rivelato un miraggio”.
Riduzione delle forze armate
Un fattore che affievolisce le speranze di pace è che il cambiamento del clima politico internazionale non è stato accompagnato da grosse riduzioni delle spese militari. È vero, ci sono stati alcuni tagli. Secondo cifre dell’ONU, la spesa militare mondiale è scesa da un massimo assoluto di 995 miliardi di dollari nel 1987 a 815 miliardi di dollari nel 1992. Ma 815 miliardi di dollari è una cifra enorme. È più o meno pari al reddito complessivo di metà della popolazione mondiale!
Un altro fattore che ostacola il disarmo è l’idea che la potenza militare garantisca la sicurezza. Infatti, per quanto la guerra fredda sia finita, molte nazioni industrializzate pensano che la spesa per la sicurezza nazionale dovrebbe rimanere alta. Nel febbraio 1993 James Woolsey, allora direttore della CIA, disse al Congresso degli Stati Uniti: “Abbiamo ammazzato un grande dragone [l’URSS], ma ora viviamo in una giungla infestata da una sconcertante varietà di serpenti velenosi”.
Anche i paesi in via di sviluppo giustificano le ingenti spese militari sostenendo che servono a scoraggiare attacchi da parte di paesi visti come possibili dragoni e serpenti velenosi. Ma in realtà, osservava l’UNDP, “i paesi in via di sviluppo hanno combattuto poche guerre internazionali, e molti di essi hanno impiegato le forze armate per reprimere la propria popolazione”. Infatti il rapporto dell’UNDP spiegava: “Nei paesi in via di sviluppo, le probabilità di morire per carenza di cure (e quindi di malnutrizione o di malattie che si possono prevenire) sono 33 volte maggiori delle probabilità di morire in una guerra dovuta a un’aggressione esterna. Eppure, in media, ci sono circa 20 soldati per ogni medico. Casomai, è più probabile che i soldati riducano la sicurezza individuale anziché aumentarla”.
Il traffico internazionale di armi
Durante la guerra fredda le due superpotenze vendettero armi ai paesi alleati per cementare alleanze, ottenere basi militari e mantenere il potere. Gli eserciti di molte nazioni diventarono potenti. Attualmente, per esempio, 33 nazioni possiedono più di 1.000 carri armati ciascuna.
Ora che la guerra fredda è finita, ci sono meno giustificazioni politiche e strategiche per la vendita di armi. L’incentivo economico, però, rimane forte. È un’opportunità di guadagno! Perciò, man mano che la domanda interna di armi diminuisce, i fabbricanti persuadono i governi che per conservare posti di lavoro e far prosperare l’economia del paese bisogna vendere armi all’estero.
La rivista World Watch osserva: “Il paradosso è che le superpotenze ritirano i grossi missili con testate nucleari, ma fanno di tutto per vendere bombe e armi convenzionali quasi a chiunque voglia comprarle”. Le cifre? Secondo l’Istituto Internazionale di Stoccolma di Ricerche per la Pace, il valore delle armi convenzionali vendute sul mercato internazionale dal 1988 al 1992 è stato di 151 miliardi di dollari. Il maggiore esportatore erano gli Stati Uniti, seguiti da paesi dell’ex Unione Sovietica.
La minaccia nucleare rimane
E la minaccia nucleare? Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (o gli stati che si formarono quando si dissolse) firmarono nel 1987 il trattato INF per eliminare i missili nucleari a medio raggio e nel 1991 e 1993 i due trattati START per la riduzione delle armi nucleari strategiche.
I trattati START vietarono i missili basati a terra con più di una testata e auspicarono l’eliminazione, entro il 2003, di quasi tre quarti delle testate nucleari con qualunque vettore. Ma mentre la minaccia di una terza guerra mondiale è svanita, rimangono vasti arsenali di armi nucleari, sufficienti a distruggere diverse volte ogni forma di vita sulla terra.
Lo smontaggio di queste armi aumenta le opportunità di furti nucleari. La Russia, ad esempio, sta smantellando e immagazzinando circa 2.000 testate all’anno, ricuperando da esse sfere di plutonio grandi quanto un pugno chiamate pit (“noccioli”). Queste sfere, la cui produzione comporta grandi spese ed enormi difficoltà tecnologiche, sono l’ingrediente principale di una bomba nucleare. Visto che queste sfere di plutonio in genere sono racchiuse in un involucro di acciaio che non fa fuoriuscire la radioattività, non si può escludere che un ladro se ne metta una in tasca e la porti via. Un terrorista che acquistasse questo plutonio “preconfezionato” potrebbe inserirlo in un detonatore e ricostruire così una bomba di enorme potenza.
Un’altra preoccupazione è la minaccia della proliferazione di armi nucleari in sempre più paesi. Cinque nazioni sono potenze nucleari riconosciute — Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti — e si pensa che diverse altre abbiano la possibilità di utilizzare presto armi nucleari.
Dato che sempre più nazioni acquistano armi nucleari, la possibilità che qualcuno le usi aumenta. La gente ha valide ragioni di temere l’uso di queste armi terribili. Come dice il libro The Transformation of War, “la loro potenza è così immensa che in paragone le armi convenzionali sono uno scherzo”.
Disarmo e pace
Ma che dire se le nazioni eliminassero le loro sofisticate armi di distruzione? Questo garantirebbe un mondo pacifico? Niente affatto. John Keegan, storico militare, osserva: “Dal 9 agosto 1945 le armi nucleari non hanno ucciso nessuno. I 50.000.000 di persone morte in guerra da allora sono stati uccisi, in massima parte, da armi a buon mercato prodotte in serie e da munizioni di piccolo calibro, che costano poco più delle radio a transistor e delle pile a secco che hanno inondato il mondo nello stesso periodo”.
Un esempio recente dell’impiego di armi a bassa tecnologia è il genocidio del Ruanda, paese di cui un’enciclopedia dice: “La maggioranza della popolazione è cattolica. . . . La maggior parte delle scuole elementari e medie è gestita dalla Chiesa Cattolica e da altre Chiese cristiane”. (The World Book Encyclopedia, 1994) Eppure nel Ruanda qualcosa come mezzo milione di persone sono state uccise da gente armata di machete. Chiaramente per portare pace mondiale ci vuole qualcosa di più della riduzione delle armi convenzionali e nucleari. Inoltre ci vuole qualcosa di diverso dalle dottrine insegnate dalle religioni del mondo.
Aumentano le rivalità etniche
Sadako Ogata, alto commissario dell’ONU per i rifugiati, ha detto di recente: “Subito dopo la guerra fredda pensavamo che tutti i problemi si sarebbero risolti. Non ci rendevamo conto che c’era un altro aspetto della guerra fredda: le superpotenze mantenevano l’ordine o imponevano l’ordine nelle rispettive zone di influenza. . . . Quindi, ora che la guerra fredda è finita, assistiamo all’esplosione di conflitti etnici molto più antichi, latenti, che forse risalgono a prima della prima guerra mondiale”. Arthur Schlesinger, scrittore e storico vincitore del premio Pulitzer, trae una conclusione simile: “A un insieme di rancori ne succede un altro. Ora che non c’è più la morsa di ferro della repressione ideologica nell’Europa orientale e nell’ex Unione Sovietica emergono antagonismi etnici, nazionalistici, religiosi e linguistici un tempo repressi, che hanno profonde radici nella storia e nella memoria. . . . Se il XX secolo è stato il secolo della guerra ideologica, il XXI secolo inizia come il secolo della guerra etnica”.
Tra il 1989 e il 1992, secondo un calcolo delle Nazioni Unite, ci sono stati 82 conflitti armati, la maggior parte dei quali sono stati combattuti in paesi in via di sviluppo. Nel 1993 in 42 paesi erano in corso conflitti importanti e altri 37 paesi erano teatro di violenza politica. Nel frattempo le Nazioni Unite — con gravi problemi di bilancio — si sono sforzate senza molto successo di compiere appena 17 azioni di pace. Chiaramente l’umanità deve cercare altrove un mondo pacifico.
Problemi incombenti
Sempre più persone, anziché guardare al futuro con ottimismo, esprimono cattivi presentimenti. La copertina dell’Atlantic Monthly del febbraio 1994 riassume una previsione per i prossimi decenni: “Le nazioni soccombono sotto la marea di profughi che fuggono da disastri sociali e ambientali. . . . Si combattono guerre per impadronirsi delle poche risorse, specie dell’acqua, e la guerra stessa diventa un tutt’uno con la criminalità, mentre gruppi armati di predoni apolidi si scontrano con le forze di sicurezza di proprietà delle élite”.
Significa questo che la pace durevole sia irraggiungibile? Niente affatto. L’articolo che segue spiegherà le ragioni per cui possiamo guardare al futuro con fiducia.
[Riquadro a pagina 5]
La religione: Una forza per la pace?
Quando le nazioni entrano in guerra, le religioni del mondo smettono di parlare di pace e di fratellanza. Riguardo alla situazione durante la prima guerra mondiale, Frank P. Crozier, generale di brigata inglese, disse: “Le chiese cristiane sono le più brave a eccitare la sete di sangue, e ce ne siamo serviti liberamente”.
Il ruolo della religione nella guerra è stato lo stesso in ogni epoca. Lo storico cattolico E. I. Watkin ha riconosciuto: “Per quanto sia doloroso ammetterlo, non possiamo, negli interessi di una falsa edificazione o di una disonesta lealtà, negare o ignorare il fatto storico che i vescovi hanno regolarmente sostenuto tutte le guerre combattute dal governo del loro paese”. E un editoriale del Sun di Vancouver (Canada) osservava: “Che la chiesa segua la bandiera è una debolezza comune forse a tutte le religioni organizzate . . . Quale guerra è stata mai combattuta senza che entrambi i contendenti sostenessero che Dio era dalla loro parte?”
Chiaramente, invece di essere una forza per la pace, le religioni del mondo hanno provocato guerre e stragi, come è stato illustrato in modo inequivocabile dal genocidio avvenuto in Ruanda.
[Riquadro a pagina 6]
La futilità della guerra
Nel libro I Found No Peace, diario di un corrispondente straniero pubblicato nel 1936, Webb Miller scrisse: “Stranamente il catastrofico orrore della [prima guerra mondiale] non mi colpì con tutta la sua opprimente ripugnanza e futilità se non otto anni esatti dopo la fine della guerra”. In quella occasione egli ritornò sul campo di battaglia di Verdun, dove, a detta sua, erano morti 1.050.000 uomini.
“Durante la guerra ero stato ingannato, insieme a milioni di altri”, scrisse Miller. “La guerra mondiale era riuscita solo a produrre altre guerre. Otto milioni e mezzo di uomini erano morti invano, decine di milioni di persone avevano subìto orrori indescrivibili, e centinaia di milioni di persone avevano provato sofferenze, privazioni e infelicità. E tutto questo era accaduto per un enorme inganno”.
Tre anni dopo la pubblicazione di questo libro iniziò la seconda guerra mondiale. Il Washington Post ha osservato: “Le guerre del XX secolo sono state ‘guerre totali’ sia contro i militari che contro i civili. . . . Le guerre barbare dei secoli passati, in paragone, erano insignificanti”. Secondo una stima autorevole, 197 milioni di persone sono morte in guerre e insurrezioni popolari dal 1914 in poi.
Eppure tutte le guerre e le insurrezioni umane non hanno portato pace o felicità. Come diceva il Washington Post, “finora in questo secolo nessun sistema politico o economico ha placato o soddisfatto i milioni di persone in fermento”.
[Immagine a pagina 7]
Questa madre è una delle centinaia di migliaia di persone trucidate in Ruanda, molte delle quali da membri della loro stessa religione
[Fonte]
Albert Facelly/Sipa Press
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Presto un mondo senza guerraSvegliatevi! 1996 | 22 aprile
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Presto un mondo senza guerra
RILEGGETE la profezia biblica di Isaia che dice: “Dovranno fare delle loro spade vomeri, e delle loro lance cesoie per potare: nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. Dal contesto noterete che coloro che trasformano le spade in vomeri sono “molti” che camminano nelle vie di Dio. (Isaia 2:2-4, “Bibbia del re Giacomo”) Questo significa che tali persone adorano Geova Dio e ubbidiscono alle sue leggi. Chi sono?
Devono essere un gruppo internazionale di persone che non si sono limitate a rinunciare alle armi belliche, ma che hanno eliminato completamente dalla mente e dal cuore gli atteggiamenti e le inclinazioni che provocano conflitti e lotte. (Romani 12:2) Invece di uccidere il prossimo, lo amano. (Matteo 22:36-39) Avete mai sentito parlare di gente simile?
Forse avete sentito che i testimoni di Geova godono di una fratellanza internazionale e si rifiutano di imbracciare le armi per uccidere altri. Pensate: Se sulla terra tutti fossero di questa idea, il pianeta non sarebbe già un luogo pacifico e sicuro?
Certo, non tutti sono di questa idea. Sono ancora valide le parole che il re Salomone scrisse circa 3.000 anni fa: “Io stesso tornai a vedere tutti gli atti di oppressione che si compiono sotto il sole, ed ecco, le lacrime di quelli che erano oppressi, ma non avevano confortatore; e dalla parte dei loro oppressori c’era il potere”. — Ecclesiaste 4:1.
Invito agli amanti della pace
Ci sarà mai un mondo senza guerra? Sì. Verrà forse stabilito grazie agli sforzi degli uomini? No. Verrà stabilito grazie a una conversione in massa alla vera religione? No. Il libro biblico dei Salmi risponde: “Venite, guardate le attività di Geova . . . Fa cessare le guerre fino all’estremità della terra”. — Salmo 46:8, 9.
In che modo Geova Dio farà questo? Il libro di Proverbi risponde: “I retti son quelli che risiederanno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi resteranno. Riguardo ai malvagi [coloro che disprezzano le leggi di Dio], saranno stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Proverbi 2:21, 22.
Una delle ragioni principali per cui Dio non è ancora intervenuto è questa: Sta dando alle persone l’opportunità di conoscere le sue vie affinché possano camminare nei suoi sentieri. L’apostolo Pietro scrisse: “Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. (2 Pietro 3:9) Perciò il suo popolo aiuta altruisticamente altri a conoscere Geova Dio. Come disse Isaia, esso invita a gran voce: “Venite, e saliamo al monte di Geova, . . . ed egli ci istruirà intorno alle sue vie”. — Isaia 2:3.
La “parte finale dei giorni”
Isaia predisse inoltre che le persone sarebbero state istruite nelle vie della pace “nella parte finale dei giorni”. (Isaia 2:2) Noi viviamo proprio in quel tempo. Paradossalmente, lo indicano proprio le guerre di questo secolo.
Quando i discepoli chiesero a Gesù cosa avrebbe contrassegnato la fine di questo sistema di cose, egli predisse “grandi terremoti, e in un luogo dopo l’altro pestilenze e penuria di viveri”. (Luca 21:11; Matteo 24:3) Inoltre disse: “‘Quando udrete di guerre e disordini, non siate atterriti. Poiché queste cose devono accadere prima, ma la fine non verrà immediatamente’. Quindi proseguì, dicendo loro: ‘Sorgerà nazione contro nazione, e regno contro regno’”. — Luca 21:9, 10.
Anche se le guerre esistono da migliaia di anni, questo secolo soltanto ha visto due guerre mondiali e, secondo alcuni calcoli, letteralmente centinaia di guerre minori. Il fatto che in questo secolo decine di milioni di persone siano state uccise in guerra è spaventoso. Secondo la rivista World Watch, nei 2.000 anni che precedettero il XX secolo ci volevano in media 50 anni perché i morti in guerra raggiungessero il milione. In questo secolo, il tempo medio perché in guerra morisse un milione di persone è stato di un anno.
Un mondo senza guerra
Le terribili guerre del nostro secolo, insieme ai numerosi altri sviluppi predetti nella profezia biblica, indicano che siamo alle soglie di un nuovo mondo che sarà Dio a portare. Il disordine di questo vecchio mondo sarà eliminato per essere sostituito da una “nuova terra”, in cui regneranno pace e giustizia. (2 Pietro 3:13) La Parola di Dio dice: “I malfattori stessi saranno stroncati, ma quelli che sperano in Geova sono coloro che possederanno la terra. Ma i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. — Salmo 37:9, 11.
Oggi in tutta la terra innumerevoli milioni di persone aspirano a un mondo senza guerra. Indicando che Dio adempirà sicuramente la sua promessa di creare un mondo del genere, molto tempo fa un profeta di Dio scrisse: “La visione è ancora per il tempo fissato, e continua ad ansimare sino alla fine, e non mentirà. Anche se dovesse attardarsi, attendila; poiché si avvererà immancabilmente. Non tarderà”. — Abacuc 2:3.
Confidate dunque saggiamente in Dio e vedrete l’adempimento della sua promessa: “Dio stesso sarà con [il suo popolo]. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”. — Rivelazione (Apocalisse) 21:3, 4.
[Riquadro/Immagini alle pagine 9 e 10]
Ciò che promette la Bibbia per quel nuovo mondo:
Niente criminalità, violenza o malvagità
“[Dio] fa cessare le guerre fino all’estremità della terra”. — Salmo 46:9.
“I malfattori stessi saranno stroncati . . . E ancora un poco, e il malvagio non sarà più”. — Salmo 37:9, 10.
Tutta l’umanità sarà in pace
“Ci è nato un fanciullo, ci è stato dato un figlio; e il dominio principesco sarà sulle sue spalle. E sarà chiamato col nome di . . . Principe della pace. Dell’abbondanza del dominio principesco e della pace non ci sarà fine”. — Isaia 9:6, 7.
Tutta la terra sarà un paradiso
Gesù disse: “Tu sarai con me in Paradiso”. — Luca 23:43.
“I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. — Salmo 37:29.
Amorevole fratellanza mondiale
“Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto”. — Atti 10:34, 35.
Risurrezione dei cari morti
“L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la [voce di Gesù] e ne verranno fuori”. — Giovanni 5:28, 29.
Niente più malattie, vecchiaia o morte
“Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate”. — Rivelazione 21:4.
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