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  • Chi governerà il mondo?
    Prestate attenzione alle profezie di Daniele!
    • Capitolo nove

      Chi governerà il mondo?

      1-3. Descrivete il sogno e le visioni che ebbe Daniele nel primo anno del regno di Baldassarre.

      L’AVVINCENTE profezia di Daniele ci riporta adesso al primo anno di Baldassarre, re di Babilonia. Daniele da molto tempo è in esilio a Babilonia, ma non ha mai vacillato nella sua integrità ed è rimasto leale a Geova. Ormai più che settantenne, il fedele profeta vede “un sogno e visioni della sua testa sul suo letto”. E come lo spaventano queste visioni! — Daniele 7:1, 15.

      2 “Ecco”, esclama Daniele, “i quattro venti dei cieli agitavano il vasto mare. E quattro grosse bestie salivano dal mare, ciascuna diversa dalle altre”. Che bestie straordinarie! La prima è un leone alato e la seconda è simile a un orso. Poi viene un leopardo con quattro ali e quattro teste! La quarta bestia insolitamente forte ha grandi denti di ferro e dieci corna. Fra le dieci corna spunta un “piccolo” corno che ha “occhi simili agli occhi di un uomo” e ‘una bocca che proferisce cose grandiose’. — Daniele 7:2-8.

      3 Le visioni di Daniele si spostano quindi in cielo. L’Antico di Giorni siede gloriosamente sul trono come Giudice nella Corte celeste. ‘Ci sono mille migliaia che lo servono, e diecimila volte diecimila in piedi proprio davanti a lui’. Le bestie ricevono un giudizio avverso ed egli toglie loro ogni autorità e distrugge la quarta bestia. A “qualcuno simile a un figlio dell’uomo” viene conferito dominio eterno sui “popoli, i gruppi nazionali e le lingue”. — Daniele 7:9-14.

      4. (a) A chi si rivolse Daniele per avere informazioni degne di fiducia? (b) Perché ciò che Daniele vide e udì quella notte è importante per noi?

      4 “In quanto a me”, dice Daniele, “mi si angustiò di dentro lo spirito a motivo [di ciò], e le medesime visioni della mia testa mi spaventavano”. Perciò si rivolge a un angelo per avere “informazioni degne di fiducia su tutto questo”. L’angelo gli provvede proprio “la medesima interpretazione delle cose”. (Daniele 7:15-28) Ciò che Daniele vide e udì quella notte è di grande interesse per noi, perché descriveva a grandi linee futuri avvenimenti mondiali fino ai nostri tempi, quando “qualcuno simile a un figlio dell’uomo” riceve autorità su tutti “i popoli, i gruppi nazionali e le lingue”. Con l’aiuto della Parola di Dio e del suo spirito anche noi possiamo capire il significato di queste visioni profetiche.a

      QUATTRO BESTIE ESCONO DAL MARE

      5. Cosa simboleggia il mare spazzato dal vento?

      5 “Quattro grosse bestie salivano dal mare”, disse Daniele. (Daniele 7:3) Cosa era simboleggiato dal mare spazzato dal vento? Secoli dopo, l’apostolo Giovanni vide uscire dal “mare” una bestia selvaggia con sette teste. Quel mare rappresentava “popoli e folle e nazioni e lingue”: l’insieme degli esseri umani lontani da Dio. Il mare, dunque, è un appropriato simbolo delle masse dell’umanità che si è estraniata da Dio. — Rivelazione 13:1, 2; 17:15; Isaia 57:20.

      6. Cosa raffigurano le quattro bestie?

      6 “In quanto a queste grosse bestie”, disse l’angelo di Dio, “siccome sono quattro, ci sono quattro re che sorgeranno dalla terra”. (Daniele 7:17) Chiaramente l’angelo identificò le quattro bestie viste da Daniele con “quattro re”. Queste bestie rappresentano quindi potenze mondiali. Ma quali?

      7. (a) Cosa dicono certi biblisti della visione delle quattro bestie avuta in sogno da Daniele e del sogno del re Nabucodonosor di una immagine immensa? (b) Cosa rappresentano ciascuna delle quattro parti metalliche dell’immagine?

      7 Di solito i biblisti collegano la visione delle quattro bestie avuta in sogno da Daniele con il sogno di Nabucodonosor di una immagine immensa. Per esempio un commentario dichiara: “Il capitolo 7 [di Daniele] è parallelo al capitolo 2”. (The Expositor’s Bible Commentary) Un altro dice: “Generalmente si conviene che la successione dei quattro domini gentili . . . qui [in Daniele capitolo 7] è la stessa di quella contemplata nel capitolo 2 [di Daniele]”. (The Wycliffe Bible Commentary) Le quattro potenze mondiali rappresentate dai quattro metalli del sogno di Nabucodonosor erano l’impero babilonese (la testa d’oro), la Media-Persia (il petto e le braccia d’argento), la Grecia (il ventre e le cosce di rame) e l’impero romano (le gambe di ferro).b (Daniele 2:32, 33) Vediamo in che modo questi regni corrispondono alle quattro grosse bestie viste da Daniele.

      FEROCE COME UN LEONE, FULMINEA COME UN’AQUILA

      8. (a) Come descrisse Daniele la prima bestia? (b) Che impero rappresentava la prima bestia, e in che senso agì come un leone?

      8 Che bestie vide Daniele! Descrivendone una, disse: “La prima era simile a un leone, e aveva le ali di un’aquila. Continuai a guardare finché le sue ali furono strappate, e fu sollevata da terra, e fu fatta stare su due piedi proprio come un uomo, e le fu dato un cuore d’uomo”. (Daniele 7:4) Questa bestia raffigurava la stessa potenza rappresentata dalla testa d’oro dell’immagine immensa, la potenza mondiale babilonese (607-539 a.E.V.). Simile a un “leone” predatore, Babilonia divorò con ferocia nazioni, incluso il popolo di Dio. (Geremia 4:5-7; 50:17) Come con ali d’aquila, questo “leone” si lanciò in un’aggressiva conquista. — Lamentazioni 4:19; Abacuc 1:6-8.

      9. Quali cambiamenti subì la bestia simile a un leone, e che effetto ebbero su di essa?

      9 Col tempo al singolare leone alato furono “strappate” le ali. Verso la fine del regno di Baldassarre, Babilonia perse la velocità di conquista e la supremazia leonina sulle nazioni. Non era più veloce di un uomo a piedi. Poiché le fu dato “un cuore d’uomo”, si indebolì. Non avendo più “il cuore del leone”, Babilonia non poteva più comportarsi da re “fra le bestie della foresta”. (Confronta 2 Samuele 17:10; Michea 5:8). Fu sgominata da un’altra grossa bestia.

      VORACE COME UN ORSO

      10. Quale successione di sovrani simboleggiava l’“orso”?

      10 “Ecco”, disse Daniele, “un’altra bestia, una seconda, che era simile a un orso. E si levava su un lato, e aveva tre costole in bocca fra i suoi denti; e le dicevano questo: ‘Levati, mangia molta carne’”. (Daniele 7:5) Il re simboleggiato dall’“orso” era proprio lo stesso rappresentato dal petto e dalle braccia d’argento della grande immagine: la successione di sovrani medo-persiani (539-331 a.E.V.) da Dario il Medo e Ciro il Grande a Dario III.

      11. Cosa indicava il fatto che l’orso simbolico si levava su un lato e aveva tre costole in bocca?

      11 Il simbolico orso “si levava su un lato”, forse per prepararsi ad attaccare e soggiogare nazioni e così conservare il potere mondiale. Oppure questa posizione poteva stare a indicare che la successione di sovrani persiani avrebbe avuto il predominio sull’unico re medo, Dario. Le tre costole fra i denti dell’orso potrebbero indicare le tre direzioni in cui spinse le sue conquiste. L’“orso” medo-persiano si diresse a nord per conquistare Babilonia nel 539 a.E.V. Poi si diresse a ovest attraverso l’Asia Minore per passare in Tracia. Infine si diresse a sud per conquistare l’Egitto. Poiché il numero tre a volte indica intensità, le tre costole potrebbero anche mettere in risalto l’avidità di conquista del simbolico orso.

      12. Con quale esito il simbolico orso ubbidì al comando: “Levati, mangia molta carne”?

      12 L’“orso” assalì nazioni in risposta alle parole: “Levati, mangia molta carne”. Divorando Babilonia secondo la volontà divina, la Media-Persia fu in grado di rendere un prezioso servizio al popolo di Geova. E lo rese! (Vedi “Un monarca tollerante”, a pagina 149). Tramite Ciro il Grande, Dario I (Dario il Grande) e Artaserse I, la Media-Persia liberò gli ebrei prigionieri di Babilonia e li aiutò a ricostruire il tempio di Geova e a riparare le mura di Gerusalemme. Alla fine la Media-Persia dominava su 127 distretti giurisdizionali e Assuero (Serse I), marito della regina Ester, “regnava dall’India all’Etiopia”. (Ester 1:1) Comunque stava per comparire un’altra bestia.

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    Prestate attenzione alle profezie di Daniele!
    • [Riquadro/Immagini alle pagine 149-152]

      UN MONARCA TOLLERANTE

      UNO scrittore greco del V secolo a.E.V. lo ricordava come un monarca ideale e tollerante. Nella Bibbia è definito l’“unto” di Dio e “l’uccello da preda” che viene “dal levante”. (Isaia 45:1; 46:11) Il monarca in questione è il persiano Ciro il Grande.

      Ciro cominciò a diventare famoso verso il 560/559 a.E.V. quando succedette al padre Cambise I sul trono di Anzan, città o regione dell’antica Persia. Allora Anzan era sotto l’egemonia del re medo Astiage. Ciro si ribellò alla dominazione dei medi e riportò una rapida vittoria perché l’esercito di Astiage disertò. Quindi Ciro si accattivò la lealtà dei medi. Da allora in poi medi e persiani combatterono uniti al suo comando. Così venne all’esistenza la potenza medo-persiana che col tempo estese i suoi domini dal Mar Egeo al fiume Indo. — Vedi la cartina.

      Con le forze unite dei medi e dei persiani, Ciro prima si accinse ad assumere il controllo di un punto caldo, la parte occidentale della Media, dove Creso re di Lidia stava estendendo il suo dominio in territorio medo. Avanzando fino al confine orientale del regno di Lidia in Asia Minore, Ciro sconfisse Creso e conquistò la sua capitale, Sardi. Poi sottomise le città ioniche annettendo tutta l’Asia Minore all’impero medo-persiano. Così diventò il principale rivale di Babilonia e del suo re, Nabonedo.

      Ciro si preparò dunque per affrontare la potente Babilonia. E da quel momento in poi ebbe una parte nell’adempimento della profezia biblica. Quasi due secoli prima, tramite il profeta Isaia, Geova aveva indicato per nome Ciro, il sovrano che avrebbe abbattuto Babilonia e liberato gli ebrei dalla schiavitù. In virtù di questa nomina anticipata le Scritture definiscono Ciro l’“unto” di Geova. — Isaia 44:26-28.

      Quando nel 539 a.E.V. Ciro mosse contro Babilonia, si accinse a un’ardua impresa. Circondata da enormi mura e da un fossato ampio e profondo alimentato dalle acque dell’Eufrate, la città sembrava inespugnabile. Dove l’Eufrate attraversava Babilonia, lungo le rive c’era un muraglione con massicce porte di rame. Come avrebbe potuto Ciro prendere Babilonia?

      Più di un secolo prima Geova aveva predetto “una devastazione sulle sue acque” e aveva detto che queste ‘si dovevano prosciugare’. (Geremia 50:38) In armonia con la profezia, Ciro deviò le acque dell’Eufrate qualche chilometro a nord di Babilonia. Quindi il suo esercito percorse a guado il letto del fiume, si arrampicò su per il pendio che portava alle mura e penetrò con facilità nella città perché le porte di rame erano state lasciate aperte. Come un “uccello da preda” che piomba fulmineo sulla vittima, questo sovrano venuto “dal levante” conquistò Babilonia in una sola notte!

      Per gli ebrei a Babilonia la vittoria di Ciro significò l’arrivo della tanto attesa liberazione dalla cattività e la fine dei 70 anni di desolazione del loro paese. Come dovettero essere emozionati quando Ciro emanò un editto che li autorizzava a ritornare a Gerusalemme e a ricostruire il tempio! Ciro inoltre restituì loro i preziosi utensili del tempio che Nabucodonosor aveva portato a Babilonia, permise con decreto reale di importare legname dal Libano e autorizzò lo stanziamento di fondi dalla casa del re per coprire le spese di costruzione. — Esdra 1:1-11; 6:3-5.

      Ciro in genere seguì una politica umanitaria e tollerante verso i popoli vinti. Una ragione di questo comportamento poteva essere la sua religione. Probabilmente Ciro seguiva gli insegnamenti del profeta persiano Zoroastro e adorava Ahura Mazda, dio ritenuto il creatore di tutto ciò che è buono. In un suo libro Farhang Mehr scrive: “Zoroastro attribuiva a Dio la perfezione morale. Diceva che Ahura Mazda non è vendicativo, ma giusto, e perciò non va temuto, ma amato”. (The Zoroastrian Tradition) Il credere in un dio morale e giusto può aver influito sull’etica di Ciro e incoraggiato magnanimità ed equità.

      Il re, però, non tollerava il clima di Babilonia. Le estati torride gli erano insopportabili. Perciò anche se Babilonia rimase una residenza reale dell’impero, oltre che un centro religioso e culturale, servì quasi sempre solo come capitale invernale. Dopo la conquista di Babilonia, Ciro tornò ben presto nella sua capitale estiva, Ecbatana, ai piedi del monte Alvand a circa 1.900 metri di altitudine sul livello del mare. Là i freddi inverni compensati da estati incantevoli gli erano più congeniali. Ciro inoltre costruì un elegante palazzo nella sua capitale precedente, Pasargade (vicino a Persepoli), circa 650 chilometri a sud-est di Ecbatana. Questa residenza era il suo rifugio preferito.

      Ciro è dunque ricordato come prode conquistatore e monarca tollerante. I suoi 30 anni di regno terminarono quando nel 530 a.E.V. morì durante una campagna militare. Il figlio Cambise II gli succedette sul trono di Persia.

      SAPRESTE SPIEGARE?

      • Come Ciro il Persiano dimostrò di essere l’“unto” di Geova?

      • Che prezioso servizio rese Ciro al popolo di Geova?

      • Come trattava Ciro i popoli vinti?

      [Cartina]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      IMPERO MEDO-PERSIANO

      MACEDONIA

      Menfi

      EGITTO

      ETIOPIA

      Gerusalemme

      Babilonia

      Ecbatana

      Susa

      Persepoli

      INDIA

      [Immagine]

      Tomba di Ciro a Pasargade

      [Immagine]

      Rilievo nel palazzo di Ciro a Pasargade

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
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