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  • Rivelato il tempo della venuta del Messia
    Prestate attenzione alle profezie di Daniele!
    • “SETTANTA SETTIMANE” PER PORRE FINE AL PECCATO

      13, 14. (a) Quali importanti informazioni Gabriele rivelò a Daniele? (b) Quanto durano le “settanta settimane”, e come lo sappiamo?

      13 Che risposta riceve il devoto Daniele! Geova non solo gli assicura che gli ebrei ritorneranno in patria, ma gli dà intendimento di qualcosa di ben più importante: la comparsa del Messia predetto. (Genesi 22:17, 18; Isaia 9:6, 7) Gabriele dice a Daniele: “Settanta settimane sono state determinate sul tuo popolo e sulla tua santa città, per porre termine alla trasgressione, e porre fine al peccato, e fare espiazione per l’errore, e recare giustizia per tempi indefiniti, e imprimere un suggello sulla visione e sul profeta, e ungere il Santo dei Santi. E devi conoscere e avere perspicacia che, dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino a Messia il Condottiero, ci saranno sette settimane, anche sessantadue settimane. Essa tornerà e sarà effettivamente riedificata, con pubblica piazza e fossato, ma nelle strettezze dei tempi”. — Daniele 9:24, 25.

      14 Questa era davvero una buona notizia! Non solo Gerusalemme sarebbe stata riedificata e l’adorazione ripristinata in un nuovo tempio, ma in un tempo preciso sarebbe pure comparso “Messia il Condottiero”. Questo sarebbe avvenuto entro “settanta settimane”. Poiché Gabriele non parla di giorni, queste non sono settimane di sette giorni ciascuna, che ammonterebbero a 490 giorni, cioè a un anno e qualche mese. La predetta ricostruzione di Gerusalemme “con pubblica piazza e fossato” richiese molto più tempo. Le settimane sono settimane di anni. Diverse traduzioni moderne concordano nel dire che ciascuna settimana è lunga sette anni. Per esempio, la Bibbia rabbinica edita da Marietti parla di “settimane di anni”. Le note in calce a Daniele 9:24 in altre versioni italiane dicono la stessa cosa. La traduzione Parola del Signore legge: “Per il tuo popolo e per la città santa è stato fissato un tempo di settanta periodi di sette anni”.

      15. In quali tre periodi si dividono le “settanta settimane”, e quando dovevano iniziare?

      15 Secondo le parole dell’angelo, le “settanta settimane” sarebbero divise in tre periodi: (1) “sette settimane”, (2) “sessantadue settimane” e (3) una settimana. Questo equivarrebbe a 49 anni, 434 anni e 7 anni, per un totale di 490 anni. Si noti che una versione inglese legge: “Settanta volte sette anni sono segnati per il tuo popolo e la tua città santa”. (The Revised English Bible) Dopo essere stati in esilio e avere sofferto in Babilonia per 70 anni, gli ebrei avrebbero goduto dello speciale favore di Dio per 490 anni, cioè 70 anni moltiplicati per 7. Si doveva iniziare a contarli “dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme”. Quando sarebbe avvenuto ciò?

      INIZIANO LE “SETTANTA SETTIMANE”

      16. Come è indicato dal suo decreto, a che scopo Ciro rimandò gli ebrei al loro paese?

      16 Tre avvenimenti notevoli meritano di essere presi in considerazione a proposito dell’inizio delle “settanta settimane”. Il primo si verificò nel 537 a.E.V. quando Ciro emanò il decreto che permetteva agli ebrei di tornare al loro paese. Si legge: “Ciro re di Persia ha detto questo: ‘Geova l’Iddio dei cieli mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli stesso mi ha incaricato di edificargli una casa a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque fra voi è di tutto il suo popolo, il suo Dio sia con lui. Salga dunque a Gerusalemme, che è in Giuda, e riedifichi la casa di Geova l’Iddio d’Israele — egli è il vero Dio — la quale era a Gerusalemme. In quanto a chiunque resta da tutti i luoghi dove risiede come forestiero, gli uomini del suo luogo lo assistano con argento e con oro e con beni e con animali domestici insieme all’offerta volontaria per la casa del vero Dio, che era a Gerusalemme’”. (Esdra 1:2-4) Chiaramente il preciso scopo del decreto era far ricostruire il tempio — “la casa di Geova” — nel luogo in cui sorgeva un tempo.

      17. Secondo la lettera consegnata a Esdra, qual era la ragione del suo viaggio a Gerusalemme?

      17 Il secondo avvenimento si verificò nel settimo anno del regno del re persiano Artaserse (Artaserse Longimano, figlio di Serse I). All’epoca il copista Esdra fece un viaggio durato quattro mesi da Babilonia a Gerusalemme. Era latore di una lettera speciale del re, che però non autorizzava la ricostruzione di Gerusalemme. L’incarico di Esdra consisteva solo nell’“abbellire la casa di Geova”. Per questo la lettera menzionava oro e argento, vasi sacri e contribuzioni in frumento, vino, olio e sale per sostenere l’adorazione presso il tempio, nonché l’esenzione dalle tasse per coloro che vi prestavano servizio. — Esdra 7:6-27.

      18. Quale notizia turbava Neemia, e come venne a saperlo il re Artaserse?

      18 Il terzo avvenimento si verificò 13 anni dopo, nel 20º anno del re persiano Artaserse. Allora Neemia serviva come suo coppiere “a Susa il castello”. Gerusalemme era stata parzialmente riedificata dal rimanente tornato da Babilonia. Ma le cose non andavano bene. Neemia apprese che ‘le mura di Gerusalemme erano diroccate e le sue stesse porte erano state bruciate col fuoco’. Questo lo turbava molto e il suo cuore era rattristato. Quando gli fu chiesta la ragione della sua tristezza, Neemia rispose: “Viva il re a tempo indefinito! Perché non dev’essere triste la mia faccia quando la città, la casa dei luoghi di sepoltura dei miei antenati, è devastata, e le sue medesime porte sono state divorate dal fuoco?” — Neemia 1:1-3; 2:1-3.

      19. (a) Interrogato dal re Artaserse, cosa fece per prima cosa Neemia? (b) Cosa chiese Neemia, e come riconobbe il ruolo di Dio in tutto questo?

      19 La descrizione dell’episodio che riguardava Neemia prosegue: “A sua volta il re mi disse: ‘Che cos’è dunque che cerchi di ottenere?’ Subito pregai l’Iddio dei cieli. Dopo ciò dissi al re: ‘Se al re in effetti sembra bene, e se il tuo servitore sembra buono davanti a te, che tu mi mandi in Giuda, alla città dei luoghi di sepoltura dei miei antenati, affinché io la riedifichi’”. La proposta piacque ad Artaserse, che acconsentì anche a un’ulteriore richiesta di Neemia: “Se al re in effetti sembra bene, mi siano date lettere per i governatori che sono oltre il Fiume [l’Eufrate], perché mi facciano passare finché io giunga in Giuda; anche una lettera per Asaf il custode del parco che appartiene al re, affinché mi dia alberi per costruire col legname le porte del Castello che appartiene alla casa, e per le mura della città e per la casa in cui devo entrare”. Neemia riconobbe il ruolo di Geova in tutto questo, dicendo: “Il re, dunque, [mi] diede [le lettere], secondo la buona mano del mio Dio su di me”. — Neemia 2:4-8.

      20. (a) Quando andò in vigore la parola “di restaurare e riedificare Gerusalemme”? (b) Quando iniziarono le “settanta settimane”, e quando terminarono? (c) Quali prove indicano l’accuratezza delle date relative all’inizio e alla fine delle “settanta settimane”?

      20 Il permesso venne accordato nel mese di nisan, nella prima parte del 20º anno del regno di Artaserse, ma l’effettiva “emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme” andò in vigore mesi dopo, quando Neemia arrivò a Gerusalemme e iniziò il lavoro di ricostruzione. Il viaggio di Esdra aveva richiesto quattro mesi, ma Susa si trovava più di 300 chilometri a est di Babilonia e quindi ancora più lontano da Gerusalemme. Molto probabilmente, dunque, Neemia arrivò a Gerusalemme verso la fine del 20º anno di Artaserse, cioè nel 455 a.E.V. Le predette “settanta settimane”, o 490 anni, iniziarono allora. Sarebbero terminate nell’ultima parte del 36 E.V. — Vedi “Quando iniziò il regno di Artaserse?”, a pagina 197.

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    • [Riquadro/Immagine a pagina 197]

      Quando iniziò il regno di Artaserse?

      GLI storici non sono concordi sull’anno in cui iniziò a regnare il monarca persiano Artaserse. Alcuni hanno collocato il suo anno di accessione nel 465 a.E.V. perché il padre, Serse, cominciò a regnare nel 486 a.E.V. e morì nel 21º anno del suo regno. Tuttavia esistono prove che Artaserse salì al trono nel 475 a.E.V. e che il suo primo anno di regno iniziò nel 474 a.E.V.

      Iscrizioni e sculture rinvenute nell’antica capitale persiana Persepoli indicano una coreggenza di Serse e suo padre, Dario I. Se questa durò 10 anni e, dopo la morte di Dario nel 486 a.E.V., Serse regnò da solo per 11 anni, il primo anno del regno di Artaserse sarebbe il 474 a.E.V.

      Una seconda serie di prove riguarda il generale ateniese Temistocle, che nel 480 a.E.V. sconfisse gli eserciti di Serse. In seguito egli cadde in disgrazia presso i greci e fu accusato di tradimento. Temistocle fuggì e cercò protezione alla corte persiana, dove fu accolto. Secondo lo storico greco Tucidide questo avvenne quando Artaserse “regnava da poco tempo”.a Lo storico greco Diodoro Siculo pone la morte di Temistocle nel 471 a.E.V. Poiché Temistocle chiese un anno per imparare il persiano prima di essere ricevuto dal re Artaserse, dovette arrivare in Asia Minore non più tardi del 473 a.E.V. Questa data è confermata dal Chronicon di Eusebio nella versione di Girolamo. Poiché Artaserse “regnava da poco tempo” quando Temistocle arrivò in Asia nel 473 a.E.V., lo studioso tedesco Ernst Hengstenberg in Christologie des Alten Testaments affermava che il regno di Artaserse iniziò nel 474 a.E.V., come fanno altre fonti. E aggiungeva: “Il ventesimo anno di Artaserse è il 455 avanti Cristo”.

      [Nota in calce]

      a Le Storie, I, 137, 3, a cura di G. Donini, UTET, Torino, 1982.

      [Immagine]

      Busto di Temistocle

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