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Dio ci parla per mezzo di Geremia
jr cap. 4 pp. 43-53

CAPITOLO QUATTRO

Non lasciatevi ingannare dal cuore

1, 2. Perché è difficile capire come sta il nostro cuore simbolico?

È MATTINA e siete ancora a letto quando all’improvviso avvertite una fitta al torace e vi manca il respiro. Pensate: ‘Che sia un infarto?’ Certo, ignorare il problema non sarebbe di alcun aiuto. Non c’è tempo da perdere. Forse chiamate un’ambulanza per ricevere assistenza medica qualificata. Un medico vi sottoporrà a una visita approfondita, magari facendovi un elettrocardiogramma. Diagnosi immediata e cure tempestive potrebbero salvarvi la vita.

2 Che dire del cuore simbolico? Non è sempre facile capire come sta realmente. Perché? Nella Bibbia leggiamo: “Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è difficile da correggere. Chi lo può conoscere?” (Ger. 17:9) Il cuore quindi può sviarci: forse gli altri osservano dei sintomi e ne sono preoccupati, ma il cuore ci induce a credere che non abbiamo alcun problema sul piano spirituale. Perché rischiamo di essere ingannati? A remarci contro potrebbero essere le nostre stesse inclinazioni peccaminose, e in più Satana e il suo sistema di cose potrebbero impedirci di vedere la nostra reale condizione. Per capire come esaminare il nostro cuore riflettiamo su Geremia e sugli abitanti di Giuda suoi contemporanei.

3. Quali cose sono diventate un dio per molti?

3 Il cuore della maggior parte degli abitanti di Giuda era in pessime condizioni spirituali. Senza farsi alcuno scrupolo, avevano abbandonato il solo vero Dio per rivolgersi agli dèi cananei. Geova sfidò quel popolo di falsi adoratori: “Dove sono i tuoi dèi che ti sei fatti? Si levino, se ti possono salvare nel tempo della tua calamità. Poiché i tuoi dèi son divenuti come il numero delle tue città”. (Ger. 2:28) Quanto a noi, senza dubbio non ci consideriamo adoratori di falsi dèi. Eppure una delle accezioni date alla parola “dio” da un dizionario è: “Persona o cosa della massima importanza”. Molti oggi mettono al primo posto la carriera, la salute, la famiglia e perfino gli animali da compagnia. Altri considerano della massima importanza lo sport, le celebrità, la tecnologia, i viaggi o le tradizioni. Tanta gente, pur di dedicarsi a queste cose, è disposta a sacrificare la propria relazione con il Creatore. Un vero cristiano potrebbe subire tale influenza, proprio come gli abitanti di Giuda al tempo di Geremia?

UN CUORE INGANNEVOLE PUÒ SVIARCI

4. Quanto erano sinceri coloro che dicevano: “Dov’è la parola di Geova? Venga, suvvia”?

4 È interessante notare il contesto in cui Geremia dichiarò che il cuore è difficile da correggere. Sapeva che gli ebrei affermavano: “Dov’è la parola di Geova? Venga, suvvia”. (Ger. 17:15) Ma erano sinceri? All’inizio dello stesso capitolo Geremia dice: “Il peccato di Giuda è scritto con uno stilo di ferro. Con una punta di diamante è inciso sulla tavoletta del loro cuore”. Il problema maggiore era che quegli ebrei ‘confidavano nell’uomo terreno, e realmente facevano della carne il loro braccio, e il loro cuore si allontanava da Geova’. Solo una minoranza agiva in modo diametralmente opposto, confidando in Dio e rivolgendosi a lui per ricevere guida e benedizioni. — Ger. 17:1, 5, 7.

5. Come reagivano i connazionali di Geremia alle istruzioni di Geova?

5 La vera condizione di cuore della maggioranza di loro si vedeva dal modo in cui reagivano alle parole di Dio. (Leggi Geremia 17:21, 22). Per esempio, lo scopo del sabato era quello di riposarsi astenendosi dal lavoro e di partecipare alle attività spirituali. I connazionali di Geremia non dovevano quindi concludere affari o sbrigare faccende di sabato. Il modo in cui si comportavano metteva a nudo la loro condizione di cuore. “Essi non ascoltarono né porsero orecchio, e indurivano il loro collo per non udire e per non ricevere disciplina”. Conoscevano la legge di Dio, ma vedevano le cose dal proprio punto di vista: di sabato avevano altro da fare. — Ger. 17:23; Isa. 58:13.

6, 7. (a) Nonostante i consigli della classe dello schiavo fedele, quale ragionamento poco saggio potrebbe fare un cristiano? (b) In che modo la frequenza alle adunanze potrebbe risentirne?

6 Oggi non siamo sotto la legge sabatica. C’è però un’importante lezione che possiamo imparare dal modo in cui agivano gli ebrei, rivelando così la loro condizione di cuore. (Col. 2:16) Per fare la volontà di Dio dobbiamo mettere da parte le mire egoistiche e mondane. Sappiamo quanto sarebbe stolto cercare di servire Dio prendendocela comoda. Con tutta probabilità, invece, conosciamo molti che si sono concentrati sul fare la volontà di Dio e hanno trovato davvero ristoro e serenità. In che modo, allora, potremmo essere sviati?

7 Un cristiano potrebbe erroneamente pensare che a lui non capiterà mai di essere ingannato dal cuore come accadde a molti al tempo di Geremia. Ad esempio un uomo potrebbe ragionare: ‘Per mantenere la famiglia devo lavorare’. Fin qui nulla di strano. Che dire però se questo lo portasse a pensare: ‘Se voglio un lavoro decente devo farmi un’istruzione migliore’? Anche questo potrebbe sembrare logico, ma potrebbe indurlo a concludere: ‘I tempi sono cambiati, se voglio tirare avanti e tenermi un lavoro devo andare all’università’. Quanto sarebbe facile iniziare a prendere sottogamba i saggi ed equilibrati consigli della classe dello schiavo fedele e discreto in relazione all’istruzione superiore, e cominciare anche a mancare alle adunanze! In questo campo, alcuni si sono lasciati pian piano modellare dai ragionamenti e dai valori del mondo. (Efes. 2:2, 3) Appropriatamente la Bibbia ci avverte: “Non lasciate che il mondo intorno a voi vi modelli secondo il suo stampo”. — Rom. 12:2, Phillips.a

Illustrazioni a pagina 46

Il vostro cuore è stato ingannato al punto da farvi perdere delle adunanze?

8. (a) In relazione a cosa un cristiano potrebbe provare un certo orgoglio? (b) Perché non è sufficiente conoscere delle nozioni riguardo a Dio e al suo operato?

8 È vero che nel I secolo alcuni cristiani possedevano ricchezze e forse godevano anche di una certa posizione. Lo stesso si può dire di alcuni fratelli oggi. Che atteggiamento dovrebbero avere in relazione a quello che hanno realizzato? E noi come dovremmo considerare questi cristiani? Geova risponde per mezzo di Geremia. (Leggi Geremia 9:23, 24). Invece di vantarsi delle proprie imprese, chi è saggio sa che ciò che conta veramente è conoscere il Sovrano universale. (1 Cor. 1:31) Cosa significa, però, avere perspicacia e conoscenza di Geova? Al tempo di Geremia le persone conoscevano il nome di Geova. Sapevano anche quello che aveva fatto per salvare i loro antenati al Mar Rosso, quando dovevano entrare nella Terra Promessa, al tempo dei giudici e durante il regno dei re fedeli. Ciò nonostante non conoscevano realmente Geova e non esercitavano vera fede in lui. Eppure dicevano: ‘Siamo rimasti innocenti. Sicuramente l’ira di Dio si è ritirata da noi’. — Ger. 2:35.

Perché è importante ammettere che il cuore è ingannevole? Come possiamo esaminare il nostro cuore e capire come ci considera Geova, l’Esaminatore dei cuori?

IL MODO IN CUI GEOVA CI MODELLA

Illustrazione a pagina 48

Vi state lasciando modellare da Geova?

9. Come sappiamo che è possibile indurre il proprio cuore a cambiare, e come avviene un simile cambiamento?

9 La condizione di cuore degli ebrei a cui Geremia trasmise il messaggio di Dio doveva cambiare. Non era impossibile, visto che Dio disse di coloro che sarebbero tornati dall’esilio: “Di sicuro darò loro un cuore per conoscermi, che io sono Geova; e devono divenire il mio popolo, e io stesso diverrò il loro Dio, poiché torneranno a me”. (Ger. 24:7) Anche oggi è possibile fare simili cambiamenti. Inoltre quasi tutti possiamo migliorare la condizione del cuore simbolico. Tre elementi sono fondamentali: dobbiamo studiare scrupolosamente la Parola di Dio, imparare a discernere come Dio opera nella nostra vita e applicare quello che impariamo su di lui. A differenza dei contemporanei di Geremia dovremmo desiderare che il nostro cuore sia scrutato da Geova, l’Esaminatore dei cuori. E noi stessi possiamo esaminare il nostro cuore alla luce della Bibbia e osservando il modo in cui Geova ha agito a nostro favore. (Sal. 17:3) È la cosa più saggia da fare.

10, 11. (a) Perché Geremia andò dal vasaio? (b) Cosa determina il modo in cui Geova modella una persona?

10 Satana vuole modellarci uniformandoci a un certo stampo, mentre Dio modella ciascuno tenendo conto delle sue caratteristiche. Lo capiamo da un episodio della vita di Geremia. Un giorno Dio gli disse di andare alla casa di un vasaio. Questi era al lavoro alla ruota, ma quando il vaso che stava modellando si rovinò, non fece altro che usare l’argilla ancora umida per creare un vaso diverso. (Leggi Geremia 18:1-4). Perché a Geremia fu detto di andare dal vasaio, e cosa possiamo imparare da questo?

11 Geova voleva indicare a Geremia e a Israele che Lui ha l’autorità di modellare individui e nazioni secondo il suo volere. Ma come tratta Geova l’argilla? A differenza di un vasaio, Geova non commette errori e non distrugge per capriccio il risultato del suo lavoro. A seconda di come ciascuno reagisce al suo modellamento, Geova decide che tipo di vaso creare. — Leggi Geremia 18:6-10.

12. (a) Come reagì Ioiachim ai tentativi di Geova di modellarlo? (b) Cosa impariamo da quello che accadde a Ioiachim?

12 In che modo, allora, Geova modella ognuno di noi? Oggi lo fa principalmente tramite la Bibbia. La maniera in cui reagiamo alla lettura della Parola di Dio rivela che tipo di persone siamo, e Dio può modellarci di conseguenza. Consideriamo l’esempio del re Ioiachim e vediamo come i contemporanei di Geremia avrebbero potuto lasciarsi modellare in questioni attinenti alla vita quotidiana. Anche se la Legge decretava che ‘non si doveva defraudare un lavoratore salariato’, il re fece proprio questo sfruttando i suoi connazionali come manodopera a buon mercato per costruire la sua “casa spaziosa”. (Deut. 24:14; Ger. 22:13, 14, 17) Trasmettendo la Sua parola per mezzo dei profeti, Dio cercò di modellare Ioiachim. Il re, però, seguì le inclinazioni del suo cuore ingannevole. Disse: “Non ubbidirò”. Non abbandonò la condotta che aveva intrapreso in gioventù. Allora Dio decretò riguardo a Ioiachim: “Sarà sepolto con la sepoltura di un asino, essendo trascinato e gettato fuori”. (Ger. 22:19, 21) Quanto sarebbe stolto da parte nostra dire: ‘Io sono fatto così!’ Oggi Dio non ci manda dei profeti come Geremia, ma senza dubbio ci offre la sua guida. La classe dello schiavo fedele e discreto ci aiuta a capire e applicare i princìpi biblici. Ci sono vari campi nella vita quotidiana in cui questo trova applicazione: ad esempio l’abbigliamento e l’aspetto, la musica e i balli in occasione dei matrimoni e quando si sta in compagnia. Ci lasceremo modellare dalla Parola di Dio?

13, 14. (a) Perché chi aveva degli schiavi a Gerusalemme acconsentì a lasciarli andare? (b) Cosa fece emergere la vera condizione di cuore di quei proprietari di schiavi?

13 Facciamo un altro esempio. I babilonesi misero Sedechia sul trono di Giuda quale re vassallo. Sedechia, invece di seguire il consiglio datogli da Dio per mezzo di Geremia, si ribellò. (Ger. 27:8, 12) Così i babilonesi cinsero d’assedio Gerusalemme. Allora il re e i suoi principi pensarono di ottenere il favore divino facendo qualcosa in ottemperanza alla Legge. Sapendo che gli schiavi ebrei dovevano essere liberati nel settimo anno di schiavitù, Sedechia concluse un patto rimettendo in libertà gli schiavi. (Eso. 21:2; Ger. 34:14) Proprio così, Gerusalemme era circondata dai nemici e la cosa più saggia da fare sembrò lasciare andare gli schiavi! — Leggi Geremia 34:8-10.

14 In seguito un contingente egiziano venne in aiuto di Gerusalemme e i babilonesi furono costretti a levare l’assedio. (Ger. 37:5) Cosa fecero allora quelli che avevano liberato gli schiavi? Li ridussero nuovamente in schiavitù. (Ger. 34:11) Insomma, quand’erano in pericolo gli ebrei davano l’impressione di seguire gli statuti divini, come se questo servisse a compensare gli errori precedenti. Ma appena il pericolo passava tornavano alla condotta di un tempo. Asserivano di seguire lo spirito della Legge, ma con le azioni dimostravano che il loro cuore non desiderava ubbidire alle istruzioni della Parola di Dio. Non volevano che essa li modellasse.

Quale lezione pratica possiamo imparare da quello che Geremia scrisse in merito al vasaio? In che modo oggi Geova ci modella?

LASCIAMOCI MODELLARE DA GEOVA

15. In che misura dovremmo lasciarci modellare da Geova? Spiegate.

15 Per mezzo della congregazione mondiale, Geova potrebbe portare alla nostra attenzione dei princìpi biblici che hanno relazione con aspetti specifici. Ad esempio forse sappiamo come dovremmo comportarci con un fratello che ci irrita. (Efes. 4:32) Probabilmente riconosciamo che i consigli biblici sono giusti e saggi. Tuttavia, che tipo di argilla dimostreremo di essere? Ci lasceremo davvero modellare da Geova? Se il nostro cuore è malleabile i miglioramenti ci saranno; il grande Vasaio ci modellerà facendo di noi vasi di cui si possa servire. (Leggi Romani 9:20, 21; 2 Timoteo 2:20, 21). Invece di avere una condizione di cuore simile a quella di Ioiachim o dei proprietari di schiavi al tempo di Sedechia, dovremmo lasciarci modellare da Geova per uno scopo onorevole.

16. Di quale importante verità era consapevole Geremia?

16 Anche Geremia fu modellato da Dio. Qual era l’atteggiamento del profeta? Lo capiamo da quello che lui stesso ammise: “Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. Poi implorò: “Correggimi, o Geova”. (Ger. 10:23, 24) Ragazzi, imiterete Geremia? Avete così tante decisioni da prendere. Alcuni giovani vogliono ‘dirigere i propri passi’. E voi? Cercherete la guida di Dio prima di decidere? Ammetterete umilmente, come Geremia, che l’uomo si è dimostrato incapace di dirigere i propri passi? Ricordate: Se cercate la sua guida, Dio vi modellerà.

17-19. (a) Perché Geremia fece un lungo viaggio fino all’Eufrate? (b) Come avrebbe potuto essere messa alla prova l’ubbidienza di Geremia? (c) Quale risultato fu conseguito grazie a ciò che Geremia fece in relazione alla cintura?

17 Per assolvere il suo incarico Geremia doveva ubbidire alle istruzioni di Dio. Al posto suo, avreste accettato tali istruzioni? Una volta Geova gli disse di procurarsi una cintura di lino e di indossarla. Poi gli comandò di mettersi in viaggio fino all’Eufrate. Consultando una cartina vedrete che si trattava di un tragitto di quasi 500 chilometri. Una volta lì, Geremia dovette nascondere la cintura nella fenditura di una rupe e tornare a Gerusalemme. In seguito Dio gli disse di andare a riprendere la cintura. (Leggi Geremia 13:1-9). Alla fine Geremia avrà percorso in tutto quasi 2.000 chilometri. Alcuni critici della Bibbia non riescono a credere che andasse così lontano, camminando per mesi.b (Esd. 7:9) Ma era quello che Dio gli aveva comandato, e Geremia lo fece.

18 Immaginate il profeta che percorre a piedi i monti di Giuda e poi, a seconda del percorso scelto, attraversa il deserto verso l’Eufrate. E il tutto solo per nascondere una cintura di lino! La sua lunga assenza avrà suscitato la curiosità dei vicini. Al suo ritorno non aveva più la cintura. Poi Dio gli disse di intraprendere di nuovo il lungo viaggio per recuperare la cintura, che ormai si era rovinata e “non serviva a nulla”. Quanto sarebbe stato facile pensare: ‘Questo è davvero troppo, che senso ha?’ Ma Geremia era stato modellato da Dio e non reagì in questo modo. Invece di lamentarsi, seguì le istruzioni.

Illustrazione a pagina 53

Perché dovremmo ubbidire alle istruzioni di Geova anche se non le comprendiamo appieno?

19 Fu solo dopo il secondo viaggio che Dio gli diede delle spiegazioni. Quelle azioni servirono a preparare la strada, permettendo a Geremia di dichiarare un potente messaggio: “Questo cattivo popolo che rifiuta di ubbidire alle mie parole, che cammina nella caparbietà del suo cuore e continua a camminare dietro ad altri dèi per servirli e per inchinarsi davanti a loro, diverrà anche proprio come questa cintura che non serve a nulla”. (Ger. 13:10) Che modo rimarchevole scelse Geova per insegnare al suo popolo! Ubbidendo in maniera completa, anche in ciò che poteva sembrare banale, Geremia collaborò con Geova nel tentativo di toccare il cuore degli ebrei. — Ger. 13:11.

20. Perché la nostra ubbidienza potrebbe lasciare perplessi alcuni, ma di che cosa possiamo essere certi?

20 Oggi Dio non chiede ai cristiani di camminare per migliaia di chilometri solo per trasmettere degli insegnamenti. Che dire però degli aspetti della nostra condotta cristiana che potrebbero lasciare perplessi vicini e conoscenti, inducendoli forse a criticarci? Magari si tratta di qualcosa che ha a che fare con il nostro abbigliamento o il nostro aspetto, le nostre scelte in fatto di istruzione o di carriera, o perfino il nostro punto di vista sulle bevande alcoliche. Saremo determinati a seguire la guida divina come Geremia? Le nostre scelte scaturite da un cuore modellato da Dio potrebbero permetterci di dare un’eccellente testimonianza. In ogni caso, il nostro benessere eterno è legato all’ubbidire alle istruzioni di Geova riportate nella sua Parola e all’accettare la guida che riceviamo per mezzo della classe dello schiavo fedele. Invece di farci guidare da un cuore ingannevole possiamo essere come Geremia. Facciamoci perciò modellare da Dio: lasciamo che egli faccia di noi dei vasi onorevoli che possa usare in eterno.

Perché è fondamentale resistere alle pressioni esercitate da Satana, dal nostro cuore imperfetto e dal mondo?

a La NET Bible (2005) rende così questo versetto: “Non siate conformati a questo mondo”. Una nota in calce aggiunge: “È molto significativo che il concetto dell’essere ‘conformati al mondo’ sia presentato al passivo, quasi a suggerire che si tratti di un processo che in parte avviene senza che la persona ne sia consapevole. D’altro canto, . . . potrebbe esserci un certo grado di consapevolezza del processo in atto. Molto probabilmente si tratta di una combinazione di questi elementi”.

b Alcuni pensano che Geremia non andasse fino all’Eufrate, ma che la sua destinazione fosse più vicina. Perché? “L’unico obiettivo di questi critici”, dice uno studioso, “è risparmiare al profeta la fatica dei due ipotetici viaggi da Gerusalemme all’Eufrate”.

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