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  • Donne dell’Estremo Oriente nel ventesimo secolo

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  • Donne dell’Estremo Oriente nel ventesimo secolo
  • Svegliatevi! 1970
  • Sottotitoli
  • La donna filippina
  • “Vieni con noi, Liwayway”
  • Uno sguardo più penetrante
  • Alcune serie riflessioni
Svegliatevi! 1970
g70 22/3 pp. 21-24

Donne dell’Estremo Oriente nel ventesimo secolo

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Filippine

A QUINDICI anni la signorina Tranthi Ho Le si unì ai guerriglieri Viet Cong, in parte per un senso d’avventura, e in parte perché le fu detto che poteva contribuire a emancipare le donne vietnamite. Per tre anni visse nella giungla, divenendo esperta nella guerriglia. Nel 1969 era divenuta “un’esperta veterana nei combattimenti” e comandava una squadra di dodici ragazze addette a un mortaio.

Nel 1913 una ragazza come Tranthi sarebbe stata felicemente occupata a cambiare i pannolini del suo fratellino, badando contemporaneamente al fragrante riso che bolliva per la cena della famiglia, in qualche luogo dei campi un tempo pacifici del delta del Mekong.

Edith A. Dizon, madre di sei figli, è esperta organista che suona nei concerti. Ma ha fatto molti viaggi all’estero come pilota d’aerei, specialista musicale, scrittrice, osservatrice culturale e occupandosi di relazioni pubbliche. È anche tenente della forza di polizia Makati, e specialista di judo nelle Filippine.

Nel 1913 ella sarebbe stata felice nel semplice ruolo di moglie e madre. Con le sue abilità musicali avrebbe rallegrato la sua famiglia e i vicini.

Nell’anno 1969 la più potente donna di tutta l’Asia era indubbiamente Chiang Ching, consulente del comitato della rivoluzione culturale del Partito di Liberazione del Popolo Cinese, signora del partito comunista cinese e moglie del capo della Cina, Mao Tse-tung.

Trent’anni fa ella era una massaia dalle belle maniere, occupata ad allevare due figlie e a preparare da mangiare per suo marito. Oggi ella ha voce in capitolo perfino nelle questioni militari del paese.

Sì, gli avvenimenti storici in tutta la terra hanno prodotto drastici cambiamenti nella vita delle donne. Molti considerano come punto di partenza per questi cambiamenti l’anno 1848, anno in cui alcune infelici donne della Nuova Inghilterra, negli Stati Uniti d’America, cominciarono una campagna per ottenere l’uguaglianza con gli uomini. Ma il fatto è che ci vollero le gravi condizioni dell’anno 1914 per imporre una veduta totalmente nuova del ruolo della donna fra le nazioni.

La donna filippina

Distogliendo momentaneamente l’attenzione dagli esempi di cambiamento nel ruolo delle donne, consideriamo la situazione che si presenta alla donna filippina media. La chiameremo Liwayway, che significa “aurora”. È una creatura timida, ma non debole, poiché resta lealmente accanto a suo marito e ai suoi figli qualunque sia la crisi. La sua posizione è opportunamente illustrata da quella della fragile orchidea delle foreste filippine, una pianta da fiore che, splenda il sole o infurii la tempesta, resta sicuramente avvinghiata all’alto albero di Vitex parviflora.

È un’eccellente cuoca, un’esperta sarta e accorta nel guadagnare il pane per tutta la famiglia. Non si azzarda mai a entrare nei consigli degli uomini; quello non è il suo campo. L’unica volta che alza la voce è quando disciplina i figli, che governa con mano ferma. Nonostante tutta la sua timidezza, è assai stimata dalla sua famiglia, una ricompensa davvero soddisfacente.

Benché ve ne siano ancora molte migliaia come Liwayway, moltitudini di donne filippine sono uscite di sotto il tradizionale parasole per mettersi nella chiara luce del mondo moderno. Sono irrequiete e desiderose di cambiamento. Pensano che Liwayway sia antiquata attenendosi a vie passate di moda.

“La donna d’oggi”, continuano a dire a Liwayway, “dovrebbe migliorarsi, dal punto di vista sociale, intellettuale e culturale”. “La laurea universitaria sarebbe per lei una meta desiderabile”, dicono. In tali istituti educativi parteciperebbe a dibattiti fra studenti, a movimenti e dimostrazioni per i diritti degli studenti.

Questo, ammette Liwayway, renderebbe la donna qualificata per competere con gli uomini in vari campi. Ma ne farebbe una moglie devota e una madre amorevole? Potrebbe aver successo nel gran mondo, ma avrebbe successo in casa?

“Vieni con noi, Liwayway”

Così Liwayway si trova fortemente trasportata dalle correnti di una società in rapido cambiamento. Ella vuole attenersi alle più sicure vie del passato, ma l’invito al cambiamento si fa ogni giorno più insistente. Non che ella sia contro il progresso, ma dubita che questo cambiamento nel ruolo della donna sia realmente per il meglio.

Liwayway sa che le donne che hanno “successo” nel mondo nei loro sforzi sacrificano spesso il marito e la casa. Liwayway rammenta la dichiarazione di Selezione del novembre 1968 (edizione asiatica): “Le donne divenute famose hanno pure ottenuto successo rinunciando a molte prerogative femminili. Come gruppo, hanno la tendenza a conciliare casa e famiglia, quando ce l’hanno, con la situazione generale. Quando c’è conflitto, spesso è il lavoro che vince; un’alta proporzione di donne dirigenti sono nubili o divorziate”.

Ma le moderne Filippine, che vorrebbero indurre Liwayway a seguirle, additano ciò che scrisse un’eminente donna giudice. Questa donna giudice “deplora il fatto che le donne, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sono riluttanti a presentarsi candidate per cariche pubbliche, si accontentano di lasciare la politica agli uomini, e peggio, non si valgono del loro diritto di votare”. — Woman and the Home, 15 ottobre 1967.

Coloro che vorrebbero far allontanare Liwayway dalle vecchie linee di condotta additano pure la pubblicazione delle Nazioni Unite Magna Carta of Women, che dice in parte: “Il benessere del mondo e la causa della pace richiedono la massima partecipazione delle donne nonché degli uomini in tutti i campi”.

Le nuove Filippine continuano dunque a ripetere: “Vieni con noi; vieni con noi”. Affermano che le donne di questo ventesimo secolo, particolarmente le donne dell’Estremo Oriente, abbiano un nuovo ed essenziale ruolo da adempiere, ruolo che sperano influirà utilmente sul futuro.

Uno sguardo più penetrante

Dietro la loro insistenza, Liwayway osserva più a lungo il mutevole ruolo delle donne in questo ventesimo secolo. Risaltano alcuni interessanti fatti.

In Birmania, per esempio, le donne sono per legge uguali agli uomini, sono indipendenti e conservano il nome da ragazza anche dopo il matrimonio. Ceylon ebbe come primo ministro una donna. Un’Indiana fu un tempo presidente delle Nazioni Unite. Una donna vietnamita è a capo della delegazione del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam del Sud ai discorsi di pace di Parigi.

E guardate l’India! In quel paese ci sono 73 donne membri del Parlamento, 206 donne membri delle legislature di Stato, 2 ministri dei sindacati di stato, 19 ministri di stato e viceministri e un capo dei ministri. Si dice che questo rappresenti l’8 per cento del numero totale dei seggi nel parlamento e nelle legislature di Stato. E al presente il primo ministro indiano è una donna!

Durante le elezioni del 1965 nelle Filippine, le donne controllarono 4.490.210 voti e misero in carica delle donne che avrebbero protetto i diritti delle donne in genere. Ci sono tre donne governatori e una vicegovernatore. Vi sono più donne nel Congresso e nel Senato che mai in passato. Ci si può attendere che con gli anni settanta un numero molto maggiore di donne ricevano cariche.

Un crescente numero di donne in Oriente competono con gli uomini, occupando il loro posto negli impieghi. L’effetto della guerra e della rivoluzione accelera il processo. Nel Vietnam del Nord, per esempio, le donne hanno preso il loro posto nei “campi della produzione agricola e industriale, delle comunicazioni, dei trasporti, dei servizi sanitari, dell’istruzione, degli studi culturali, della ricostruzione, dell’ingegneria e, fino a un certo punto, della politica”. — Graphic, 17 luglio 1968.

Nel Vietnam del Sud le donne non sono molto più indietro. “Nei loro diafani ao dais di seta, possono subito apparire delicate e irrilevanti come uccelli canori. Infatti, le donne vietnamite sono uccelli di specie molto diversa. . . . sono divenute, sotto le pressioni di due decenni di guerra, le donne più emancipate dell’Asia”. — Time, edizione asiatica, 8 novembre 1968.

E nel caso che ci sia la tendenza a considerarle di poco valore come sostitute degli uomini, ricordate soltanto che i Viet Cong impiegano unità da combattimento costituite interamente di donne. “Le nostre donne hanno tanto potere!” si riferisce che abbia esclamato un Viet Cong.

Alcune serie riflessioni

Questo quadro delle donne e del loro ruolo in Estremo Oriente ha un altro aspetto. Considerate Tranthi Ho Le. La stampa riferisce che non trovò contentezza come guerrigliera dei Viet Cong. Voleva un modo di vivere più pacifico, più femminile. Fuggì a Saigon.

La tendenza che spinge le donne a darsi attivamente alla carriera politica, militare o negli affari può pure lasciare i figli senza la necessaria tenera cura di una madre.

Inoltre, la linea di condotta della nuova Filippina ha causato frustrazioni, delusione, fallimento. Ella ha cercato di soffocare le sue proprie esigenze fisiologiche, il bisogno di appartenere a qualcuno, il soverchiante bisogno di mostrare amorevole, materna compassione ai figli.

Per motivi di necessità, di condizioni attuali, ecc., molte nuove Filippine cercano di giustificare il fatto che hanno abbandonato il posto della donna nella famiglia e nella casa. Ma, come si chiede spesso Liwayway, tali donne potranno mai tornare alla vita normale di mogli leali e madri devote?

Quasi tutti hanno sentito parlare di Sara, moglie di Abraamo. Ella era un’umile donna orientale che temeva Dio. Liwayway si consola nel fatto che Sara fu altamente raccomandata dal più alto Personaggio dell’universo perché conobbe e mantenne il suo posto di moglie e madre, leale ai princìpi del suo Creatore. — 1 Piet. 3:1-6.

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