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Svegliatevi! 1970
g70 22/5 pp. 15-17

Vita insieme a Rikki-tikki-tavi

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Liberia

FORSE avete letto il racconto di Rudyard Kipling sulla coraggiosa mangusta Rikki-tikki-tavi. Imbattendosi in un cobra indiano, la mangusta di Kipling scansò abilmente i ripetuti colpi del rettile fino al momento opportuno, e poi Rikki scattò velocemente stringendo fra le mandibole la testa del serpente stanco! Che effetto avrebbe fatto tenere in casa come animale domestico un così temibile nemico di serpenti? Mio marito pensò che valesse la pena di provare e un giorno tornò a casa tenendo affettuosamente in braccio una piccola mangusta.

Con ottimismo demmo alla nostra beniamina il nome dell’eroe di Kipling. La nostra Rikki era una varietà africana di mangusta, lunga circa trentasei centimetri dal naso alla punta della coda. Era quindi molto piccola in paragone con quelle di novanta centimetri che si trovano in India. Aveva il muso lungo e appuntito, piccole orecchie rotonde, e la grossa coda lunga quasi quanto il corpo. Le cortissime zampe ne sostenevano l’esile corpo, coperto di ruvido pelo grigio. Affettuosa? Con un po’ d’apprensione l’avvicinai a me. Le piacque, proprio come a un bambino.

In effetti, Rikki, coi suoi modi affettuosi, compensava più che largamente il suo aspetto da roditore. Ogni sera, dandogli il benvenuto, si sdraiava e si strofinava contro i piedi di mio marito che si era tolto le scarpe. Alla nostra mangusta piaceva sentirsi strofinare su e giù sul dorso i nostri piedi come se fosse uno zerbino. Dimenandosi, saltava su per esaminare ogni tasca col lungo muso appuntito, tirando fuori penne, matite o chiavi. All’improvviso scappava con uno di questi. Nella maggior parte dei casi era troppo tardi per vedere dove la veloce piccola mangusta avesse nascosto la sua preda.

A Rikki piaceva nascondersi. Una volta, saltando sulle ginocchia di un visitatore, la piccola villana scivolò sotto la giacca dell’ospite e rapidamente gli si arrampicò sulla spalla, gli attraversò la schiena, uscendo infine sul petto dell’uomo stupefatto. Il nostro animale prediletto esigeva attenzione, e ci accorgemmo di soddisfare i suoi desideri, chiedendoci qual era la prossima cosa che potevamo fare per lui.

Subito dopo il suo arrivo Rikki si sistemò in un cassetto della credenza della cucina. A differenza della maggioranza degli animali tenuti in casa, la nostra mangusta non era notturna. Al contrario, si ritirava alle 19. Se nessuno disturbava il cassetto, dormiva sodo finché la famiglia si alzava verso le 6. Allora, dopo uno spettacolo di stiracchiamenti e sbadigli fatti con comodo, Rikki prendeva il tè del mattino e poi spesso tornava a dormire.

Quando Rikki era completamente sveglia, cominciava la sua giornata piena di attività, e andava investigando tutto, inseguendo qualsiasi cosa si muovesse, nascondendosi nel giardino, e molestando in genere chiunque venisse a casa. Compresi tristemente l’importanza di mettere le cose in alto dove non potesse raggiungerle, specialmente dopo che ebbe tirato fuori la parte centrale di una torta appena sfornata e rovesciato il latte e lo zucchero prima di fuggire a nascondersi dietro il frigorifero in attesa che il pericolo fosse passato. Ricomparendo dopo un po’ di tempo, affezionata come sempre, mi faceva subito dimenticare la mia ira.

Di solito il mugolio di Rikki somigliava al suono di “ricchi-tic-ricchi-tac” con bassi tremuli fischi a intervalli. Ma quando era seccata o adirata, brontolava come un gatto infuriato, sputando perfino. E non di rado esprimeva le sue lamentele. Per esempio, una volta venne a gironzolare dove stavo facendo una torta, solo per scivolare e cadere nel recipiente della farina. La vista della mangusta che usciva, bianca dalla testa alla coda e furiosa per la sua disgrazia, suscitò uno scoppio di risa!

Rikki era un animale incantevole e intelligente. Essendo giovane non aveva un forte odore di animale, che, però, sarebbe divenuto più pungente con l’età. Era felice d’essere trattata come parte della famiglia. Quando mio marito decise che Rikki doveva trascorrere più tempo fuori di casa e le costruì una gabbia, ne fu molto dispiaciuta. Questo fu un affronto vero e proprio per lei.

Insaziabile credo sia la parola migliore per descrivere l’appetito di una mangusta. L’alimentazione di Rikki in casa nostra comprendeva carne, cruda o cotta, ogni specie di verdura, torte, uova, frutta, e anche la buccia delle patate crude e dei cetrioli. Inoltre, la vorace mangusta non si faceva mai scappare lucertole, rane, cavallette, e ogni specie d’insetti.

Dai libri appresi che la mangusta dà la caccia a uccelli, granchi, ragni, ratti, topi e piccoli rettili. È interessante osservare una mangusta che apre un uovo o una conchiglia. Tiene l’oggetto fra le zampe anteriori e, come un giocatore di pallone, lo getta contro un sasso facendolo passare con forza attraverso le zampe posteriori.

Protegge la casa?

Se un serpente velenoso fosse entrato in casa nostra, potevamo contare che Rikki l’uccidesse o almeno lo cacciasse? Mi ero chiesta spesso quale sarebbe stato il risultato di un simile incontro. Rikki era brava a cacciar via gatti e cani indesiderati, ma non avevo mai assistito alla lotta con un serpente. Facendo ricerche al riguardo, appresi alcuni fatti illuminanti.

Il cobra indiano o asiatico che la mangusta di Kipling sconfisse è considerato dagli esperti un rettile alquanto lento. Secondo il curatore dei rettili James A. Oliver della Società Zoologica di New York, il cobra indiano colpisce da una posizione elevata in avanti a una velocità che è soltanto un sesto circa di quella del serpente a sonagli nordamericano o del ferro di lancia delle Indie Occidentali. E mentre il veleno del cobra è situato in una posizione tale che gli è difficile usarlo con efficacia, gli altri rettili hanno denti velenosi proprio puntati in direzione delle vittime mentre gettano in avanti la testa con considerevole forza. Per queste ragioni si ritiene che la mangusta avrebbe la peggio in un combattimento con parecchi pericolosi serpenti.

In una competizione fra una mangusta e un grosso cobra, entrambe le creature lottarono per cinquanta minuti fino all’esaurimento, senza che nessuna delle due vincesse. A Trinidad i serpenti boa sono effettivamente impiegati per controllare la popolazione delle manguste. Tutto considerato, quindi, sarebbe un errore credere che le manguste siano la naturale nemesi di serpenti d’ogni specie e di qualunque grandezza.

Naturalmente, la mangusta affamata non trascurerà un piccolo o lento serpente. Dopo aver ucciso un serpente velenoso, inghiottirà prima la testa. La mangusta può inghiottire i denti velenosi senza cattive conseguenze, benché non sia immune al veleno iniettato dai denti.

Appresi pure che le manguste erano state importate in Giamaica nel 1872 per eliminare i ratti dalle piantagioni di zucchero. In seguito furono portate nelle Hawaii dove divennero i mammiferi più comuni sulle isole. La popolazione dei roditori diminuì sostanzialmente in alcune zone, sebbene non fossero mai completamente sterminati. D’altra parte, però, le depredazioni delle manguste causarono il totale annientamento di certe specie d’uccelli. Considerate, perciò, un’indesiderabile minaccia per la selvaggina e il pollame, è severamente proibito introdurre manguste negli Stati Uniti continentali.

Giunse infine il giorno di decidere la sorte di Rikki-tikki-tavi. Rikki cresceva in fretta, e sarebbero sorti dei problemi tenendola come mangusta matura. Tristemente mandammo dunque via Rikki e colmammo il vuoto meglio che potemmo con un animale più comune. Ma nessun animale da pelliccia ci ha mai resi costantemente consapevoli della sua presenza come Rikki la mangusta. Per la sua gaiezza, questo animale superò le nostre aspettative.

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