Inibizioni: Buone o cattive?
CHE cosa sono le inibizioni? Il termine è impiegato per indicare una grande varietà di cose. Secondo l’uso più comune che se ne fa, un’inibizione è una forza interiore, un’idea, abitudine o attitudine che frena la propria libera espressione. Inibizione è pure detta la riluttanza ad agire contrariamente ai propri princìpi.
Oggi le persone sofisticate e sagge secondo il mondo considerano all’antica quelli che hanno inibizioni sotto forma di ritegno morale. Molti giovani appaiono senza alcuna inibizione. ‘Vivi! Lasciati andare!’ è la loro filosofia. Con il loro modo di vestire e il loro aspetto, con il loro linguaggio profano e osceno e con il ricorso a ogni forma di violenza essi rivelano la loro mancanza di inibizioni.
È certo che non tutte le inibizioni sono buone; alcune si basano su ignoranza, superstizione, miti e falsità religiose. Queste sono in gran parte la ragione per cui tanti abbandonano ogni inibizione.
E si può anche essere troppo inibiti in certe cose. Quelli che lo sono, si trattengono dall’esprimere spontaneamente sani e naturali sentimenti e impulsi che, se espressi, sarebbero una benedizione per altri nonché per loro stessi. Ad esempio, uno può aver timore di fare commenti a un’adunanza cristiana per paura di dire qualche cosa di errato. Potrebbe essere a causa di una disposizione sensibile, introversa o anche per la troppa stima di sé.
Gli animali non hanno inibizioni. Essi seguono semplicemente i loro impulsi o istinti naturali. Perché il genere umano è così diverso? Perché gli uomini hanno bisogno di inibizioni?
Le risposte che non tengono conto di Dio e della creazione non possono essere altro che congetture quando si tratta di domande come queste. La Bibbia, d’altra parte, ci dà una risposta che soddisfa del tutto la mente e il cuore. Essa mostra che solo l’uomo fu creato a immagine di Dio, con la ragione e la capacità di distinguere il bene dal male. In principio, fu offerta all’uomo la possibilità di vivere per sempre se ubbidiva alla legge di Dio. Disubbidire significava perdere la vita. — Gen. 1:26-28; 2:16, 17.
I nostri primogenitori scelsero di disubbidire. Seguirono una condotta egoistica e così ricevettero la pena dell’imperfezione, il peccato e la morte. (Gen. 3:1-19) Con ciò recarono il peccato e la morte non solo su di sé ma anche sulla loro discendenza, come ci dice la Bibbia: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato”. (Rom. 5:12) Come risultato “l’inclinazione del cuore dell’uomo è malvagia sin dalla sua giovinezza”. — Gen. 8:21.
Perciò, dobbiamo evitare qualunque cosa tenda a indebolire le nostre inibizioni contro il fare ciò che è male. Di ciò che tenderebbe a indebolirle un periodico scientifico (Scientific American) una volta notò: “Bevendo due o tre once di whisky, si indebolisce lo strato superiore del cervello, il centro delle inibizioni, del ritegno e del giudizio. A questo punto il bevitore . . . si prende libertà personali e sociali secondo la spinta dell’impulso . . . Un tal uomo ha ovviamente attenuato l’autocritica”. (Il corsivo è aggiunto) E se questo vale per l’eccessivo uso di alcool, che dire dell’errato uso del proprio corpo e della propria mente con altre droghe? I risultati di ciò sono spesso un corpo malato, la mente rovinata, frustrazione sessuale, perversione e perfino suicidio.
Alcune altre cose che possono indebolire le appropriate inibizioni sono la lettura di pubblicazioni pornografiche e vedere spettacoli licenziosi. In che modo? Perché acquistando conoscenza di tali cose la coscienza diventa insensibile. Le cattive compagnie possono produrre lo stesso effetto. “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. — 1 Cor. 15:33.
D’altra parte, le debite, insite restrizioni, le proprie inibizioni contro il fare ciò che è male, sono in realtà per il nostro stesso bene. Esse danno fiducia ed equilibrio. Non si è emotivamente ritardati perché non si è né fornicatori né adulteri. Piuttosto, si acquista vero rispetto per il sesso opposto. Il fornicatore o l’adultero, essendo privo di inibizioni, è uno spostato. Similmente chi sa trattenersi nell’uso dei liquori è veramente saggio. Si risparmia liti, insulti, trascuratezza e generale mancanza di rispetto per sé e per gli altri, per non parlare dell’irreparabile alcolismo. Sì, le inibizioni, così considerate, servono a fare uomini e donne e giovani rispettosi e sani. — Prov. 23:26-35.
Tra le cose che rafforzeranno le nostre inibizioni vi è il “timore di Geova”, cioè il timore di dispiacergli, il timore di suscitare la sua ira. Pertanto leggiamo: “Il timore di Geova significa odiare il male. Ho odiato la superbia e l’orgoglio e la via cattiva e la bocca perversa”. — Prov. 8:13.
Per aiutarci ulteriormente a fare ciò ch’è giusto, per inibire queste tendenze al male, il Creatore ci ha provveduto degli aiuti, come i due grandi comandamenti: ‘Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza; ama il tuo prossimo come te stesso’. Amare il prossimo come noi stessi significa far loro quello che vorremmo facessero a noi. — Mar. 12:29-31; Luca 6:31.
Per accrescere il nostro amore verso Dio e il prossimo e per rafforzare il timore di dispiacere a Dio, dobbiamo trovare il tempo nella nostra vita intensa per leggere e studiare la Bibbia e le pubblicazioni che ci aiutano a capirla. Pure utile è associarsi alle adunanze cristiane con altri che vivono secondo i princìpi biblici. Tale associazione provvede uno scambio di incoraggiamento, con il risultato che vengono rafforzate la fede nonché le nostre inibizioni basate sui princìpi biblici. E da non trascurare è la preghiera, il parlare con Dio, il rivolgersi a lui per avere guida e forza. — Rom. 1:11, 12; 12:12.
Le inibizioni? Alcune sono buone e alcune sono cattive. Felici e saggi siamo noi se soffochiamo le cattive inibizioni e rafforziamo quelle buone!